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UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE

C.d.S. Ingegneria Informatica e dell’Automazione A–L


Prova scritta di Analisi Matematica I – 1/2/2023
Prof.ssa Giuseppina Autuori

PRIMA PARTE

Esercizio 1. [7 punti] Si determini il carattere della seguente serie numerica, al variare


di α ∈ R  
1
+∞ arctan
X n
.
n=1
n α−1 + 1 + n−5−α

Esercizio 2. [8 punti] Si determini il valore del seguente limite al variare di β ∈ R



ln[1 + (β − 1) sin2 x] ( 3 cos x − 1)
lim √  β  .
x→0+
2 x etan x − 1

p
Esercizio 3. [8 punti] Si studi la funzione f (x) = x + 4 arctan |x − 1|, se ne tracci un
grafico qualitativo e si dica se esistono e quante sono le soluzioni dell’equazione f (x) = k
al variare di k ∈ R.

Esercizio 4. [7 punti] Calcolare l’area della regione


h π diπ piano compresa tra le funzioni
cos x i
f (x) = cos x e g(x) = √ nell’intervallo − , .
1 + sin2 x 2 2

SECONDA PARTE

Quesito 1. [15 punti]


• Spiegare cosa si intende per funzione continua in un punto e nel suo dominio.
• Dire come possono essere classificati i punti di discontinuità di una funzione reale
e fornire almeno un esempio per ciascun tipo.
• Enunciare e dimostrare il teorema dei valori intermedi per funzioni continue
definite su intervallo chiuso e limitato.

Quesito 2. [15 punti]


• Spiegare il concetto di integrale inferiore e superiore secondo Riemann di una
funzione limitata.
• Dire cosa si intende per funzione integrabile secondo Riemann.
• Spiegare la relazione tra monotonia e integrabilità, specificando se una delle due
condizioni implica l’altra o se sono equivalenti. Fornire dimostrazioni, esempi
e/o controesempi per giustificare la risposta.
2

Svolgimento degli esercizi


 
1
arctan
n
Esercizio 1. Posto an = α−1 , si osserva innanzitutto che an > 0 per ogni
n + 1 + n−5−α
n ≥ 1 e pertanto la serie non può essere indeterminata. Ora
 

 0, α < 1, +∞,
 α < −5,
α−1 −5−α
lim n = 1, α = 1, e lim n = 1, α = −5,
n→+∞  n→+∞ 
+∞, α > 1, 0, α > −5,
da cui si deduce che


 n−5−α , α < −5,

1, −5 < α < 1,
nα−1 + 1 + n−5−α ∼

 2, α = −5 ∨ α = 1,

 α−1
n , α > 1.
 
1 1
Inoltre, essendo arctan ∼ per n → +∞, si ottiene
n n

1

 , α < −5,
n−4−α






 1
 ,

 −5 < α < 1,
n
an ∼
 1

 , α = −5 ∨ α = 1,
2n






 1
 ,
 α > 1,

da cui deduciamo, in virtù del criterio del confronto asintotico con la serie armonica ge-
neralizzata, che la serie assegnata converge per α < −5 ∨ α > 1 e diverge per α ∈ [−5, 1].

0
Esercizio 2. Il limite si presenta nella forma indeterminata . Poniamo
0
2 √
ln[1 + (β − 1) sin x] ( cos x − 1)
3

f (x) = √  β  e ℓ = lim+ f (x).


2 x etan x − 1 x→0

Caso β = 1. Si ha f (x) ≡ 0 che implica ℓ = 0.


Caso β = 0. Ricordando che
x2
sin2 x ∼ x2 per x → 0, 1 − cos x ∼
per x → 0,
(1) 2
log(1 + t) ∼ t per t → 0, (1 + y)k − 1 ∼ ky per y → 0, k ∈ R,
prendendo t = − sin2 x, y = cos x − 1, k = 1/3, risulta
 2
cos x − 1 x
2 √ − sin2
x · −x2 · −
ln[1 − sin x] ( cos x − 1)
3
6
f= √ ∼ √3 ∼ √ −→ 0 per x → 0+ .
2(e − 1) x 2(e − 1) x 2(e − 1) x

Caso β ̸= 0 ∧ β ̸= 1. Essendo
tanβ x ∼ xβ per x → 0, per ogni β ∈ R, ey − 1 ∼ y per y → 0
3

e (
+∞, β < 0,
lim+ tanβ x =
x→0 0, β > 0,
prendendo y = tanβ x se β > 0, si ha
( β β
tanβx etan x ∼ ex , β < 0,
e −1∼
tanβ x ∼ xβ , β > 0.
Da qui, ricordando anche le stime asintotiche utilizzate nel caso precedente, segue che
 2
x

2
 (β − 1)x −
1 − β x7/2

6


√ xβ = · xβ , β < 0,


12

f (x) ∼ 2 xe e
2
 
x
 (β − 1)x2 −


 6 1 − β 7/2−β



 = x , β > 0.
2 x · xβ 12
Caso β < 0. Si ha
1 − β x7/2
ℓ = lim+ · xβ = 0.
x→0 12 e
Caso β > 0. Si ha
1−β

5

 = − , β = 7/2,
1 − β 7/2−β 
12 24
ℓ = lim+ x = 0, β < 7/2,
x→0 12 

−∞, β > 7/2.

Ricapitolando


0, β < 7/2,
5

lim f (x) = − , β = 7/2,
x→0+ 
 24
−∞, β > 7/2.

Esercizio 3. Il dominio della funzione è R. Non ci sono simmetrie e f (0) = π. Si ha


lim f (x) = ±∞ per cui non ci sono asintoti orizzontali. Inoltre
x→±∞
p !
f (x) arctan |x − 1|
lim = lim 1 + 4 =1
x→±∞ x x→±∞ x
e p
lim [f (x) − x] = lim 4 arctan |x − 1| = 2π,
x→±∞ x→±∞
da cui si deduce che la retta y = x + 2π è asintoto obliquo per f per x → ±∞.
Per lo studio della derivabilità osserviamo che f è certamente derivabile in tutti i punti
del dominio escluso x = 1, in quanto composizione di funzioni derivabili, con
 2
 1− √ , x < 1,
′ 1 1 x−1 
(2 − x) 1 − x
f (x) = 1 + 4 · · p · = 2
1 + |x − 1| 2 |x − 1| |x − 1|  1 + √ , x > 1.
x x−1
Inoltre, essendo f continua in tutto il dominio in quanto composizione di funzioni con-
tinue, e avendo  
′ 2
lim f (x) = lim− 1 − √ = −∞
x→1− x→1 (2 − x) 1 − x
4

e  
′ 2
lim f (x) = lim+ 1 + √ = +∞,
x→1+ x→1 x x−1
dal teorema sul limite della derivata, risulta che il punto x = 1 è una cuspide.
Per quanto riguarda la monotonia, osserviamo subito che f ′ (x) > 0 per ogni x > 1.
Per x < 1 si ha
2 √
f ′ (x) ≥ 0 ⇐⇒ √ ≤ 1 ⇐⇒ (2 − x) 1 − x ≥ 2 ⇐⇒ (2 − x)2 (1 − x) − 4 ≥ 0
(2 − x) 1 − x
⇐⇒ x3 − 5x2 + 8x ≤ 0 ⇐⇒ x(x2 − 5x + 8) ≤ 0.
Ora, poiché x2 − 5x + 8 > 0 per ogni x ∈ R, l’ultima relazione è verificata se e solo se
x ≤ 0. Mettendo insieme le informazioni dei casi x > 1 e x < 1 troviamo che
f ′ (x) ≥ 0 ⇐⇒ x ≤ 0 ∨ x > 1
per cui f è crescente in (−∞, 0) ∪ (1, +∞) ed è decrescente in (0, 1). Il punto x = 0 è di
massimo relativo per f , con f (0) = π, mentre x = 1 è di minimo relativo con f (1) = 1.
Per lo studio della convessità si ha

 
(2 − x)(−1)


 −2 − 1 − x + √

 2 1−x 3x − 4
−


2
= √ , x < 1,
′′ (2 − x) (1 − x) (2 − x) 2 (1 − x) 1−x
f (x) = 


x
−2 x−1+ √


2 x−1 2 − 3x





 2
= 2 , x > 1.
x (x − 1) x (x − 1) x − 1
Quindi, se x < 1 risulta f ′′ (x) ≥ 0 ⇐⇒ x ≥ 4/3 che è sempre falso; se x > 1 risulta
f ′′ (x) ≥ 0 ⇐⇒ x ≤ 2/3 che è sempre falso. Da ciò si deduce che f ′′ (x) ≤ 0 per ogni
x ∈ R \ {1} e dunque la f è concava in tutto il suo dominio e non ci sono flessi.
Dallo studio del grafico di f deduciamo che l’equazione f (x) = k ammette soluzioni
per ogni k ∈ R. In particolare, tale equazione ammette esattamente una radice se e solo
se k < 1 ∨ k > π; esistono 2 soluzioni se k = 1 oppure k = π; infine troviamo 3 soluzioni
se 1 < k < π.
5

cos x
Esercizio 4. Essendo cos x ≥ √ per ogni x ∈ R, bisogna calcolare
1 + sin2 x
Z π/2   Z π/2  
cos x cos x
(2) A= cos x − √ dx = 2 cos x − √ dx,
−π/2 1 + sin2 x 0 1 + sin2 x
dove l’ultima uguaglianza discende dalla parità dell’integranda. Banalmente si vede che
Z π/2
(3) cos x dx = 1.
0
Ora, ponendo t = sin x si ha dt = cos xdx e
Z π/2 Z 1
cos x 1
(4) √ dx = √ dt.
0 1 + sin2 x 0 1 + t2
L’ultimo integrale ottenuto è l’integrale di una funzione irrazionale che si risolve con la
sostituzione
√ 1 − u2 √ 1 − u2 1 + u2 1 + u2
1 + t2 = u+t ⇐⇒ t = da cui 1 + t2 = u+ = e dt = − du
2u 2u 2u 2u2
che da’
Z 1 Z √2−1 Z 1
1 + u2
 
1 2u 1
√ dt = 2
− 2
du = √ du = [ln u]1√2−1
(5) 0 1+t 2
1 1 + u 2u 2−1 u

= − ln( 2 − 1).
Combinando (2)–(5), si ottiene

A = 2 + 2 ln( 2 − 1).

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