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Federica Andreano
1 ESTREMO SUPERIORE E ESTREMO INFERIORE 1
Sia A ⊆ R. Un elemento p ∈ R si dice estremo superiore (estremo inferiore) di A in R, e si indica con sup A (inf A) se p
è il minimo dei maggioranti di A (il massimo dei minoranti di A).
Osservazioni
1. Se esiste il sup A (inf A) questo è unico, perché è il minimo dell’insieme di tutti i maggioranti di A (è il massimo
dell’insieme di tutti i minoranti di A).
2. Se esiste il massimo di A allora esiste sup A e sup A = max A. Analogamente, se esiste il minimo di A allora esiste
inf A e inf A = min A.
Esempio
Sia
A = {x ∈ R : −5 ≤ 3x < 4}.
Esistono massimo, minimo, inf e sup di A?
Osserviamo che A può essere riscritto come
5 4 5 4
A = {x ∈ R : − ≤x< }= − , .
3 3 3 3
Quindi
5 4
inf A = min A = − e sup A = , max A non esiste
3 3
2 RADICI E POTENZE 2
Notazione
Osservazione
Se consideriamo sottoinsiemi A ⊆ Q non è detto che, se A è limitato superiormente (inferiormente) allora esiste sup A
(inf A).
Esempio
Sia
Teorema: completezza di R
2 Radici e potenze
Sia y ∈ R, y ≥ 0 e sia n ∈ N \ {0}. Allora ∃ ed è unico x ∈ R, x ≥ 0 tale che
xn = y
Osservazioni
1. Se n è dispari, si può definire la radice n-esima anche per y < 0
2. Per definizione, la radice n-esima di un numero non negativo è un numero non negativo. Quindi
√
x2 = |x|, ∀x ∈ R
Sia a ∈ R e r ∈ N \ {0}
ar = a
| · a{z· · · a}
r−volte
1. ar · as = ar+s
2. (ar )s = ars
3. (ab)r = ar · br
Ora vogliamo estendere la definizione di potenza al caso di esponente r ≤ 0. Vogliamo che continuino a valere le proprietà
valide per le potenze con esponente naturale.
Definizione: potenza con esponente intero non nullo
Sia a ∈ R, a 6= 0 e r ∈ Z \ {0}
1
ar =
a−r
2 RADICI E POTENZE 4
Osservazione
Questa è l’unica definizione possibile se vogliamo che continui a valere la proprietà (1). Infatti, per esempio,
D’altra parte, per come abbiamo definito le potenze con esponente intero, abbiamo
1 2·2·2
23 · 2−2 = 23 · 2
= =2
2 2·2
e quindi si ottiene lo stesso risultato.
Sia a ∈ R, a 6= 0 e r = 0
ar = 1
Osservazione
Anche in questo caso questa è l’unica definizione possibile se vogliamo che continui a valere la proprietà (1). Infatti, per
esempio,
1 = 20 = 22−2 = 22 · 2−2 per la proprietà (1)
D’altra parte
1 2·2
22 · 2−2 = 22 · 2
= =1
2 2·2
e, anche in questo caso, abbiamo lo stesso risultato.
Osservazioni
1. Anche questa definizione è l’unica possibile affinché restino valide le proprietà delle potenze. Infatti, per esempio,
per la proprietà (2) si ha che
1 1
(32 ) 2 = 32· 2 = 3
D’altra parte √
1
(32 ) 2 = 32 = 3
2. E’ necessaria la condizione a > 0. Infatti altrimenti si possono ottenere uguaglianze assurde, come ad esempio
6 p √
4
(−1) 4 = 4 (−1)6 = 1 = 1
D’altra parte √
6 3 p
(−1) 4 = (−1) 2 = (−1)3 = −1
e quest’ultima non esiste.
Prima di passare alla estensione a esponente reale osserviamo che valgono le ulteriori proprietà:
Proprietà
1. ar > 1 se a > 1 e r > 0 oppure se a < 1 e r < 0, inoltre ar < 1 se a < 1 e r > 0 oppure se a > 1 e r < 0
2. se r < s allora ar < as se a > 1, mentre ar > as se a < 1
3. se 0 < a ≤ b allora ar ≤ br se r > 0, mentre ar ≥ br se r < 0
4. ∀a 6= 1 ar = as se e solo se r = s
2 RADICI E POTENZE 6
Osserviamo che la definizione di ar è stata data come sup di un insieme di potenze con esponente razionale. Tale
insieme è limitato superiormente, dato che a > 1, da ap+1 ad esempio, per la proprietà (2). Trattandosi di un
sottoinsieme di numeri reali limitato superiormemnte, esiste l’estremo superiore ed è un numero reale.
1
In questo caso poiché a > 1 e quindi ci si può rifare al caso precedente.
Inoltre 1r = 1, ∀r ∈ R e 0r = 0, ∀r ∈ R+