di questa tecnica ce ne parla sin da subito Vitruvio nel DE ARCHITECTURA , un trattato
molto importante dedicato a tutti coloro che realizzavano la decorazione interna delle abitazioni per questo è importante soprattutto il VII libro del volume che riguarda l’edilizia privata e si concentra sulla tecnica dell’affresco. inizia sin da subito a parlare di come trattare il muro ovvero con un primo strato di malta a base di sabbia ,chiamato rinzaffo, fino ad arrivare per un totale di 3 strati. tutti questi strati dovevano essere livellati attraverso l’utilizzo di alcuni strumenti come : corda,filo a piombo e squadra. successivamente venivano fatti altri 3 strati di malta con polvere di marmo ma ogni strato doveva essere sempre più sottile rispetto a quello precedente queste perchè a differenza dei primi 3 strati che dovevano definire la struttura, questi avevano una componente strettamente stilistica. in età romana questi strati assumono dei nomi come: ARRICCIO,INTONACO ,INTONACHINO O TONACHINO. Inoltre la pittura a fresco si dice sia la più durevole negli anni questo perché avviene un processo di carbonatazione dei pigmenti. come avviene questo processo? Sul supporto viene steso l’intonaco che contiene calce spenta (idrossido di calcio) che a contatto con l'anidride carbonica si trasforma in carbonato di calcio quindi è come se i pigmenti venissero inglobati. inoltre il processo di carbonatazione dei pigmenti su strati preparatori umidi è detto processo di coesione mentre se si sta parlando di strati completamente asciutti e bene chiamarlo processo di adesione. DIFFERENZA TRA TEOFILO E CENNINO mentre cennino ci parla di pigmenti sciolti in acqua ,teofilo ci parla di colori diluiti con la calce .