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SULLB MALATTIE DEGLI ARTEFICI 121 .

altre parti tenule troppo a lungo nella mede


sima posizione, si irrigidirebbe e diverrebbe
incapace de'movimenti che gli sono propri.
CAPITOLO XXXVII.
Ciò si osserva altresì in quelli che escono dal- DELLE MALATTIB CAB ATTACCANO I MAESTRI DI
le prigioni oscure dopo esservi stati lunga MUSICA , I CANTANTI, B TUTTI QUELLI IN GE
pezza riochiusi. Fa d 'uopo che si avvezzino NERALE CIE ESERCITANO LA LORO VOCB.
poco a poco alla luce ; la loro papilla , che fu
per molto tempo dilatata nelle tenebre, e la
cui elasticità rimase alcun poco affievolita, ile Non avri verun esercizio si salutare e co
ve avvezzarsi grado a grado a rinserrarsi con s poco nocevole che non possi occasionare
celerità , come lo faceva per lo inganzi (1). grandi malori, allorchè se ne fa eccesso. Il
qual fatto è noto ai maestri dimusica, aican
tanti, ai predicatori, aimonaci ed ai religiosi
che fanno echeggiare i loro templi di salıni:
(1) La miopia , vista corta, o vista degli Gli avvocali, i pubblici stridatori, i filosofi
individui giovani, è la malallia principale de- antagonisti che dispulano nelle scuole fino a
gli operai di piccoli oggetti. Tal vizio dipen - perdere il fiato , e tutti coloro il cuimestiere
de dall' essere la loro corbea troppo con vessa, è di parlare o di cantare, sanno pure quanto
difetto che proviene in essi, come osservanocevole sia questo continuo esercizio. Vaono
Ramazzini, dalla necessità in cui sono di fis. dessi per la maggior parte soggetti alle ernie,
sare gli occhi per veder meglio il loro lavoro ; ove se ne eccelluino i castrali, a'quali si estir
ciò cui non possono fare senza contrarre i pano i testicoli. La lunga espirazione cui sono
muscoli del globo dell' occhio , che lo lirano obbligati di fare onde prolungar i suoni o per
indietro e fanno prota berare la sua faccia an - recitare discorsi, rilassa i muscoli del basso
teriore al di fuori. Talvolta eziandio proviene ventre che servono alla respirazione, come
dal cristallino che risulta troppo convesso, e pure il peritoneo, e facilitano meilianle sif
finalmente può dipendere la malaltia dagli fatto rilassamento la produzione delle eroie
umori dell'occhio che si sono condensati, e inguinali ; per lal guisa i fanciulli sono allac
che rifrangono troppo i raggi visuali, in guisa cati da siffalla malattia a motivo delle loro
che si radunano dinanzi la retina. Per rime- grida e de' loro gemiti. La osservò Fallopa
diare a sitfatta incomodità, la diottrica deve pio (1) particolarmente presso i canlanti ed i
venir io soccorso della medicina. Le lenti con - monaci. « I cantanti, egli dice, che hanno la
cave da' due lati, o piane concave, hanno la » voce grave, locchè chiamasi contrabasso o
proprietà di far divergere i raggi, e di farli , baritono, ed i monaci sono , per la maggior
cadere sopra l' occhio, come se partissero da u parte, allaccati da ernie in forza del loro
vu oggetto vicino a siffatto organo. Potranno » canto continuo che richiede un ' azione vio
essi servirsi di tali lenti, e proporzionarne w lenta de'muscoli dell' addomine. » Osserva
la concavità alla loro miopia. Sonovi regole il dotto Mercuriale (2) che gli antichi, i qua
precise a tal riguardo ; masimili particolarità li pure cantavano, non andavano soggelli alle
che appartengono intieramente alla diottrica, ernie come noi, perocchè prendevano essi
Qon possono qui trovar la loro nicchia . Baslerà » frequentemente bagni, colmezzo de' quali
osservare che quanto più un miope è costret- , il peritoneo, lo scrolo e le luniche proprie
to avvicinare un oggetto all'occhio per iscor- » de testicoli, omettati e rammolliti, potevano
gerlo distintamente, lanto più concava deve » dilatarsi senza pericolo di rollura si comune
essere la lenle di cui si servirà, affine di tar a'uostri dì. » Dillalli, osservai che le reli
divergere maggiormente i raggi luminosi. Si giose sono attaccate da ernie più frequen
può consultare Sauvages, il quale dà mezzi lemente delle altre donne ; locchè vaolsi at
esatti di assicurarsi geometricamenle, 1.º del tribuire a' loro canti troppo violenti, come
grado della miopia d'un individuo ; 2.° del pare quelle che accadono aimonaci.
grado di concavità della lente che gli con Osserva lo stesso autore « che una voce
viene. Nosolog., t. V, p. 133 e seg. - acuta, un contr'alto od un soprano, produ
» ce gontiamenti della testa, palpitazioni nelle
w tempie, pulsazionidel cervello, intumescenze
» degli occhi, e romoreggiamenti di orecchie.
Siffaili fenomeni non si osservano mica in
quelli che cantano con voce grave, ed in vero
abbisognasi di grande inspirazione e dimolla

(1) T. III, De hernia, c, XXI.


(2) L . VI, Gym ., c. V . 16
Encicl. Med . RANAZZINI.
122 SAGGIO
aria ne' polmoni, per emellere un suono acu - lito,macon piccola tosse che indicava gli avan
to e sostenerlo . Si può convincersene can - zi dell'antico malore. In tale slalo , sebbene
tando una gamma, giacchè tosto àssi rag- avesse per parigiornimoderata la propria voce,
giuolo il suono più acuto, bisogna contrarre spulò ancora una volta sangue; e si fu appun
tutti i muscoli del petto e del basso- rentre ; to a tal epoca che Plinio avverlì Paolino che
locchè arresia e ritarda il sangue venoso, e lo riceva e gli presti tutte le sue cure vella sua
produce il rossore della faccia, le pulsazioni casa di campagna situata a Frejo, e la cuiaria
delle lempie e tutti i sintomi sopra enunziati. potea solo essergli mollo salutare. — Debbo
Per tal guisa le corizze e le raucedini sono qui riferire una preziosa sentenza d ' Ippocra
frequenti presso i canlanli di teatro che esau - te (1). « Tutti quelli che esercitano la loro
riscono la linfa delle glandole salivali. - Co- „ poce, sì a parlare, a leggere ad alta voce od
nobbi a Modena la famosa cantante Marghe- a cantare, agitano il loro apimo. 1 Il voca
rita Salicola -Scevina,la quale,dopo avermolto bole animam di questo passo non significa
cantato fu presa da fioccagine considerabile cui forse il sangue? Nel canto, tutta la massa di
sta dessa aspeltando talle le volte che esercita questo fluido risulta molto agitata ; d' altron
la sua voce per lunga pezza. Non paossi com - de opinasi comunemente il sangue essere la
prendere la gran quantità di linfa viscosa che sede dell' anima; sonovi anco certi autori, i
può spular questa donna in un momento giu- quali lo riguardano assolutamente come l'ani
sta la sua volopla, sebbene goda d'altronde ma del corpo (2). I musici confessano che il
perfella sanità, tanto i suoi organisalivariban - caolo riscalda il sangue; e che dopo un'opera,
no le loro aperture spalancate ; locchè può espellono talvolta, uscendo dalla scena, un'o
provenire soltanto dallo sforzo violento che rina sanguinolenta. Avrebbe forse lppocrate
fa cantando. Mi raccontò dessa che , allor- voluto parlare dell'aria che espiriamo? Que
quando sulla scena sostiene un luono senza sl'ultima interpretazione scmbrami più veri
riprender fialo per troppo lungo tempo, vie- simile, perocchè la voce è di lutti gli esercizi
ne subito dopo allaccata da vertigini. Poi- quello che più agita gli organi della respira
chè adanque il canlo ed i discorsi precipitati zione (3).
e violenti aggravano la testa e la rendono pe. Gli stessi mali attaccano i suonatori di
sante, con ragione appunto i medici,ne'dolori flaulo e di tolti gli altri strumenti da fiato .
di detta parte, e nelle diverse malattie, vieta. La violenta espirazione cui dessi impiegano
no di parlare e dileggere ad alla voce, eser- per far risuonare i loro strumenti ne attrae
cizi che possono quocere ugnalmente. - Opi- loro ancor di più gravi, come le rotture di
no non essere verun esercizio più alto a ri- vasi nei polmoni, e gli sputi di sangue in
scaldare lullo il corpo come il canto. Dopo provvisi. Diemerbroeck riferisce , nelle sue
aver parlato un ' ora, i predicatori sono tutti osservazioni (4), una storia degna di compas
in sudore. I polmoni si affaticano più duranle sione di un suonatore di flauto, il quale, spin
il canto, i discorsi e la letlura, che duranle la to da violento desiderio di soperare i suoi
corsa, perocchè la respirazionedev'essere ine- confratelli, si spezzò un grossissimo caso del
guale in questi primiesercizi, perchè la pro - polmone, e spirò in capo a due ore yomitando
nuncia sia alla o bassa, giusta l'esigenza dei gran quanliàconvengono,
di sangue. - Quadlo ai rine
casi. Non reca dunque sorpresa che questi ar- dii che loro onde prevenire o
tisti sieno trafelanli e si spezzino talvolla un guarire le ernie loro familiari, devono por
vaso nel pello, come lo vidiultimamente pres- fare una fasciatura, e rigetlare comeinutili i
so un celebre oratore, S. G ., il quale , nella medicamenti che loro vantasi : come i lini
convalescenza di una grave malattia, osato menti, gli unguenti, gli em piastri, e va dicen
arendo salire nel pergaino onde pronunciare do. I bagni di acqua dolce conserveranno lo
un panegirico, vomitò fiotti di sangue. Lo ro la voce, o ne mitigheranno la asprezza, ca
stesso malore accadde ad un dollo profes- me eziandio la terebentina di Cipro ed il
sore di Padova, il quale soleva fare lezioni
pubbliche di più di un 'ora. — Avvi sopra la
le soggetto un 'eccellente lellera di Plinio (1),
dove raccomanda questo autore a Paolino, (1) De diaeta, n . 26 .
suo liberto, Zosimo allaccato da emotisi e mi (2) Virgilio disse :
.naccialo dalla tisi polmonare. Zosimo sapea
varie arti, tra le altre, leggere e recitare per Purpurem vomit ille animam .....
fettamenle, Aveudo parlato un giorno con Aveid., 1. 18.
forza e calore, spulò sangue ; e mandato per
sitfalla malattia in Egitto, ne ritornò rislabi (3) Disse Plauto in questo senso : Foelet
anima uxoris meae. - L ' alito di mia mo
ulie ė Ji spiacevole odore.
(1) L , V, ep. 19, (4) Obs. med ., 56 .
SULLE MALATTIE DEGLI ARTEFICI
sciroppo che preparasi con siffatta sostanza. 123
Galeno raccomaudava loro inoltre tutti i CAPITOLO XXXVIII.
bagoi (1 ): « I musici, egli dice, che sforzas
w rono la loro voce, e che abbisognano di MALATTIE DEGLI AGRICOLTORt.
» servirsene, i suonatori di arpa, i panegeri
» sli, gli attori tragici o comici, devono pren
- dere molti bagni, e nutrirsi di alimenti ad Felice l' agricoltore ! Troppo è felice se esserlo lo sa ! ).
dolcitivi e rilassanti ; » ma dacchè il loro
pelto è minacciato da qualche palattia, locchè
si riconosce ad una piccola tosse ed a nn can Tali sono le parole del principe dei poe
giamento del viso e della pinguedine, bisogna ti ; ma esse non devonsi intendere che degli
consigliar loro di abbandonare il loro sla antichi agricoltori che coltivavano i loro cam
to (2). pi coi bovi loro, e non di quelli d ' oggidi, i
quali, coltivando lerre non proprie , haono a
comballere e le fatiche del loro stalo e la po
(1) 7 De comp. med ., 2 loc , c. 1. verlà che gli aggrara. Le malaltie che lor
(2) Lancisi, Albertini e Morgagui ci la menlano quelli didell' del Italia, e specialmente al
sciarono alcune osservazioni di suonalori di di peripne qua ed al là Pò, sono le pleurisie ,
strumenti da fiato, altaccati da aneurismida Je umonie, l' asma, le coliche, le ri
cui morirono, e la cui causa la altribuirono sipole, le oltalmie , le angine, i dolori e la ca
essi a siffalta specie di esercizio . L ' ultimo di rie dei denti, che tulle riconoscono per cause
questi medici ci offre, nell' epistola XVIII, occasionali l' aria ed il pessirno nulrimento .
art. 22, 23, 24, la storia di uno di questi artisti Nelle campagne dove essi lavorano, sono
che mori improprisa mente. Gli si rinvenge un esposti alle intemperie dell'aria, al vento del
aneurisma coosiderabile all' arco dell' aorta, mezzodì, a quello del nord ; hanno dessi da
le cui pareti contenevano alcune lamine sinili sopport are la pioggia , la rugiada del mattino
ardori del sole. Sono bagnati di sudori
al sero, e che si ricoprivano l' una e l' altra e gliinlirizzi
alla foggia delle buccie di cipolla. — Daisin"a robus od ti di freddo ; ed in onla Jella loro
gio e Fabricio videro ulcere nei polmoni, e ta costituzione, non possono sopporlare
cerle aderenze di questo viscere alla pleur " alternative impunemente. Aggiungasi.
" a taníc
nascere da siffatto esercizio. - I musici de de a silfalle cause on nutrimento cattivissimo che
vono dunque suonare con moderazione i loro jo genera un amasso di umori densi e glutino
strumenti, e cercar di impiegarvimeno sforzi si, da cui dipendono lutli i mali che gli asse-,
che sia possibile . Non possono dessi però evi. diano; tosto un movimento febbrile eccitalo
lare i principii. Dirado coloro che imparano nei loro fluidi fa stagnare gli umori viscosi
a suonare il flauto, il bassone, l' oboè, il fa
golto e lutti gli strumenti da fialo in generale,
sono esenti da Jolori nel pello e da sputamen nascere allora malattie particolari.Sa musico
to di sangue. Parecchi anco si disgastano mania fu osservala da parecchimedici ; puos
per siffallo accidente, nè vogliono sacrificare si non pertanto Irar partilo da siffalta passio
la propria sapilà al loro divertimento, - So medico ne nelle malattie dei musici. Luigi Roger,
· novi mali meno gravi che allaccano lalyolla Die ii me di Mompellieri, diede, nel 1958, una
jousici, e di cui dobbiamo qui avvertirli. L 'a disserta zionc De vi soni et musices iatri
ria umida e fredda delle sere può ferire gli cha, nella quale varrò partitamente i diversi
organi della voce e dell' udito. Sonvi esem - soccorsi che può forgir la musica alla medici
pi di cantanti che perdettero la voce espo- na. Per tal guisa il romore di un tamburo
vendovisi e canlando la sera all' aria libe. guarì una febbre remittente ; un concerto
ra o sopra le acque. Quanto alla lesio - guari un musico da una febbre terzana, ac
ne dell' udito , Sao Pages riferisce due falii compagnala da delirio e da insounie ; un
mollo singolari- e che dipendevano dal ri- maestro di ballo di Alais, nominalo Masson ,
lasso del timpano. Due musici , dopo aver fu guarito da unamalaltia acuta mediaule il
aruto l' imprudenza di respirare quest' aria suono d' uo violone. Ed appunto a motivo
Joro uocevole , intendevano due suoni invece di siffallo rapporto colla guarigione della
di uno , locchè distruggeva l'armonia . Uno di malaltia cagionata dalla taraulola, Sauvages
essi fu obbligato abbandonare il suo strumen - mise la musicomania nel genere di larentisino .
to finché la guarigione di un reuma lo avesse Possonsi vedere, in ona dissertazione di Ni
sbarazzato da siffatta incomodità. Sauvayes cola sopra la medicina morale, che trovasi ia
dà a quesla malaltia il nome di paracusis fine della sua opera intitolala : Grido della
duplicata, il doppio odito . (Nosol., t. v, p . natura ec ., alcuni falli relativi a tale sogge!lo .
194 ) - Vuolsi osservare eziandio che la mu © O fortunatos nimium sua si bona norint
sica degenera talvolta in passione, e può far " Agricolas!

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