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L' O N A N I S M O

OVVERO

DISSERTAZIONE
Sopra le Malattie cagionate dalle
Polluzioni volontarie

DEL SIGNOR TISSOT


DOTTORE IN MEDICINA, SOCIO DELL'
ACCADEMIA DI BASILEA ec. ec.
_______________________________________________________
Propriis extinctum vivere criminibus.

IN

VENEZIA,

M D C C t X X X I V.
Dalle Stampe di ANTONIO GRAZIOSI.
CON LICENZA DE' SUPERIORI , E PRIVILEGIO.

AVVERTIMENTI
AL

POPOLO

D E L

S I G N O R.

T I S S O T
Sopra le Malattie cagionate dalle Polluzioni
Volontarie .

S A G G I O
Sopra le malattie cagionate dalle volontarie
Polluzioni.
I N T R O D U Z I O N E.

Noftri corpi a tutti i momenti trafpirano, e fe a noi non


riufciffe di ripararne le noftre perdite, ben prefto
cadereffimo in una mortal debolezza. Gli alimenti hanno la
cura di ripararne le perdite, ma quelli entro la noftra
macchina debbono andar foggetti a diverfe preparazioni; ed
ecco la nutrice. Che s' ella o non fucceda, ovvero fi faccia
male, tutti quefti alimenti divengono inutili, ne' fanno in
modo , che non fi cada in tutti quei mali, che dalla
diffipazione nafcono. Tra tutte le cagioni, che impedir
poffono la nutrizione, forfe non v'e' la piu' forte delle
ftrabocchevoli evacuazioni.
Tale la fabbrica della noftra macchina, come di quella
in generale di tutti gli animali, che acciocch gli alimenti
acquiftino quel certo grado di preparazio-ne neceffaria per
rinforzare i corpi, fa di meftieri, che vi? rimanga una tal
proporzione di umori di gia' elaborati, e naturalizzati, fe
m'e' permeffo di fervirmi di quefto termine. Torto che
quefta condizione manchi, la digeftione, e la concozione
degli alimenti rimane imperfetta, e tanto di piu'
imperfetta , quanto l'umore, che manca e' piu' elaborato, e
di maggiore importanza .
A 2

Una

AVVERTIMENTI

Una Nutrice robufta, cui fi toglierebbe la vita, quando


nello fpazio di venti .quattr'ore le fi levaffero alcune libbre
di fangue: puo' fomminiftrare al fuo bambolo la fteffa
quantit di latte quattro, o cinquecento giorni io feguito
fenza ne pure fenfibilmente rifentirfi, poiche' il latte e'
quello tra gli umori, ch'e' meno elaborato^ ed e' un umore,
che quafi quafi fi pu dire foreftiero, dove che il liquore
feminale, che tanto ha a fare con forze dei corpo, e con la
perfezione del digerimento, cui il riparo di effe fi deve, che i
Medici di tutti i fecoli unanimamente hanno creduto, che la
perdita d'un oncia fola di un tal liquore cagionerebbe
debolezza di gran lunga maggiore, che fe perduto f'aveffe
quaranta oncie di fangue. Si puo' facilmente conofcere la
fua importanza, fe fi offervino gli effetti, che fuccedono,
quando un tal liquore fta per formarfi; la voce, la
fifionomia, i lineamenti fteffi della faccia fi cangiano,
crefce la barba; tutto il corpo finalmente prende un'altra
aria; poiche' acquiftano i mufcoli una tale grettezza, e
fermezza, che cagionano una fenfibile differenza tra un
corpo di un adulto, e quello di un frefchiffimo uomo, che per
ancora oltre andato non fia alla puberta'. S'impedifcono
tutti quefti fviluppamenti, fe venga tolto via l'organo
feparatore del liquor, che li cagiona; ed in fatti le
offervazioni provano, che la caftratura fatta nella virilit,
gli rende sbarbati, e lor ritorna fanciullefca la voce (1). Pu
giammai cadere in dubbio, cio' attefo, la forza di fua azione,
che ha fu tutto il corpo, e non conofcerfi da cio' pure,
quanto di male dee procacciare la profufione di un umore si
preziofo! ? L'ufo, per cui destinato, determina il folo modo
legittimo di fpargerlo. Le malattie alcune fiate fanno, che a
flilla a flilla lo fi perda. Lo fi puo' perdere ne' fogni lafcivi
pure involontariamenre. L'Autore della Genefi ci ha lafciata
la Storia del delitto di Onan; fenza dubbio per trafmetterci
quella del fuo gaftigo; e noi fappjamo da Galeno, che
Diogene lerciavafi commettendone il medefimo delitto ( A ).
Se
____________________________________________________________
(1) Boerhaave praelectiones ad inftit. . 658. p. 444. ed 1. Goett.
(A) Benche' quefte fieno opere, che guardafi ogn'uno

di

D E L S I G. T I S S O T
Se le dannofe confeguenze della ftrabocchevole perdita
di quefto umore non dipendeffero folo che dalla quantita', o
foffero le ftette rapporto alla quantita' eguale, non farebbe
gran cafo relativamente alla fifica che quella evacuazione fi
faceffe in una, ovvero nell'altra maniera, che io vengo a dire.
Ma il modo in questo fatto vale tanto come il capitale; mi fi
permetta ancor quefta efpreffione, che il mio foggetto le
licenze di tal^ forta autorizza. Una quantita' troppo
confiderabile di feme nel natural vafo fparfo mette de' mali
molto nojofi, ma effi fon ben piu' grandi, quando la fteffa
quantit refti diffipata coi modi alla natura contrari. Gli
accidenti, che quelli provano, onde con un naturale
accoppiamento le proprie forze diftruggono, fon terribili:
quelli poi, che fa volontaria polluzione feco mena, fono
d'affai pi fpaventevoli. Quefti ultimi fono veramente
l'oggetto di quefta opera, ma l'intima unione, ch'effi hanno
con i primi impedifce di fepararne le defcrizioni. Ecco
l'immagine comune che formera' il primo articolo; ei verra'
feguito dalfa fpiegazione delle caufe, fecondo articolo, in cui
efporro' quelle, che piu' dannofe rendono le confeguenze
delle volontarie polluzioni: i modi della guarigione, alcune
rifleffioni fu qualche malattia analoga termineranno
l'opera; io aggiugnero' in ogni parte le offervazioni de'
migliori Medici, e quelle ancora, che furon fatte da me fteffo.
AR____________________________________________________________
di non farle alla palefe, anzi haffi un roffor particolare;
pure non duro fatica a crederlo, avendogli molto piaciuto
giacere, quando gli veniva fatto, con una pubblica meretrice.
Ed ecco il Taffoni ne' fuoi penfieri diverfi. "Ma che bel
vedere Diogene Cinico col mantello da Romagnolo fquarciato,
e rappezzato, la barba fquallida e fenza camicia, e lordo, e
pidocchiofo far dell'innamorato patteggiando lungo la porta
della famofa Laide, e dall'altra parte comparire il fuo rivale
Ariftippo, tutto profumato, e attillato, fputando zibetto, e
mirarlo di tofto, e levargli il mufo, e la Signora ftarfi alla
gelofia, pigliandofi gufto di vederli paffeggiare al fereno .

AVVERTIMENTI

ARTICOLO

P R I M O.

I Sintomi.
SEZIONE

P R I M A.

Defcrizione tolta dalle opere dei Medici.


Ippocrate tra gli offervatori il piu' antico, ed il piu' efatto
ha di gi defcritti i mali, che dall'abufo de' piaceri
dell'amore vengono prodotti, fotto il nome di confunzione
dorfale (1). Quefta malattia, dice egli, deriva dalla midolla
della fpina dorfale. Effa affale i giovani mariti, ovvero i
libidinofi- Effi fono fenza febbre, e comeche mangiano bene,
pur effi fi dimagrano, e fi confumano, fembra loro, come di
fentire delle formiche, ehe? giu corrano dalla tefta lungo il
dorfo. Tutte le fiate, che al neceffario li portano, ovvero
rilafciano l'orine, perdono in copia un liquore genitale
molto diluto. Incapaci fono alla generazione, e loro famigliari
fi fanno nei fogni gli atti venerei. I paffeggi e
principalmente per iftrade faticofe fatti, loro mettono
attorno anfamenti, e loro cagionano debolezze, pefi alla teft ,
e tintinamento alle orecchie; finalmente una febbre acuta
lipiria pone fine ai loro giorni . Di -quefta forta di febbre
-ne favellero in altra Parte.
Alcun Medici hanno attribuita a quefta ifteffa caufa, ed
hanno chiamata feconda confumazione dorfale d'Ippocrate,
una certa malattia, ch'ei altrove defcrive (2) e che ha qualche
fomiglianza con quefta prima. Ma il confervamento delle
forze, ch'ei principalmente particolarizza, mi pare una
prova convincente a che quella malattia punto non deriva
dalla fteffa caufa, da cui nafce la prima. Ed effa fembra
piuttofto effere un'affezione reumatica.
Quefti piaceri, dice Celfo nel fuo eccellente libro fopra
la confervazione della falute, offendono ognora
____________________________
( 1 ) De morbis L. II. e XLIX. Foef, p. 479.
( 2 ) Foefius p. 273.

DEL

S I G. T I S S O T

ra le perfone deboli, ed il frequente fervirfi di effa fpoffa


( 1 ) ancora i forti ( A ).
Non puo immaginarfi cofa piu fpaventevole del ritratto,
che Areteo lafcio paffare a noi dei mali prodotti da una ricca
perdita dello fperma (2). Le perfone giovani, dice egli,
pigliano e l'aria, e l'infermita dei vecchj, divengono pallidi,
effeminati, affiderati, neghittofi, flofci, ftupidi, cagionevoli,
s'incurvano, ed appena loro reggono i piedi, loro annoja ogni
cofa, e divengono incapaci di checcheffia, e d'effi la'
maggior parte cade nella paralifia (B); ed in un altro luogo
pone i piaceri dell'amore nel novero delle fei caufe
producenti la paralifia . (4)
Galeno ha veduto dalla fteffa origine nafcere delle
malattie di cervello, e dei nervi, e torre le forze (4). Ed ei
fteffo racconta altrove, che un certo tale, che non era ancora
intieramente guarito d'una grave malattia, mori nella fteffa
notte, in cui uso con fua Moglie.
Il naturalifta Plinio afferma, che Cornelio Gallo antico
Pretore, e Tito Erarie Cav. Romano nell'atto fteffo venereo
finirono la loro vita (5). Lo ftomaco fi fconcerta, dice Aezio ,
tutto il corpo f'indebolifce, s'impallidifce, fi da nello
fmagrimento, e nella, fecchezza, e gli ccchj s'infoffano (6).
Quefte leftimonianze degli Antichi i pi rifpettabili
vengono confermate da quelle di non pochi Moderni. Santorio,
____________________________________________________________
(1) De re Medica L, 1. Cap. IX. & X.
(A) Ovidio pure lo dice: Venus fnervat vires.
(2) De fignis, & cauf. dut. Morb. Lib. II cap. V ^
(B) E Cicerone ha l'ifteffa opinione la dove fcrive de
fenectute;
avvegnache
ei
afferma
che
libidinofa
intemperanfque adolefcentia, effoetum corpus tradit
fenectuti. Se pure mai alla vecchiaja vi arrivano; ovvero la
godono giamai una tal eta, che veramente abbia le dolcezze,
ed i vaneggi della gioventu.
(3) L. l. c. 8, pag.- 34. edit. Boerbaave.
(4) Comm. tert. in Lib. 3 Hip. de morb. vulg. oper. omn. tom. 3.
p. 583. ^
(5) Hiftor. Mundi L. 7. c. 53. p. 124.
(6) Tetrab. 3. ferm. 3. r. ^34.
A 3

AVVERTIMENTI

torio , ch'efaminate ha con la piu' grande diligenza tutte le


cagioni, che fu il noftro corpo agifcono, ha offervato, che
indebolifce lo ftomaco, rovina la digeftione, ed impedifce
l'infenfibile trafudamento, e da qui ne vengono si molefte
confequenge, cagiona dei calori di fegato, e di reni, difpone
ai calcoli, diminuifce il calore naturale; ed ordinariamente
tira feco la perdita, ovvero l'indebolimento della vifta (1).
Lommio nei fuoi colti commentari fopra i paffi di
Celfo, che io ho citati, foftiene con le proprie fue
offervazioni quelle del fuo Autore. ,,Gli esborfi frequenti
dello fperma rilaffano, fiaccano, indebolirono, fnervano, e
cagionano una farragine de mali, di apopleffie, di letarghi,
di epileffie, d' affopimenti, di perdite della vifta, dei
tremori, paralifie, fpafimi (2), e di tutte le piu dolorofe
fpecie di gotte" (A).
Non fi puo leggere fenza inorridirfi la defcrizione che ci
ha lafciata il Tulpio. Quefto celebre capo dei Cittadini, e
Medico di Amfterdam, (3) ,, non foiamente, dice, la midolla
fpinale d nel tifico, ma tutto il corpo, ed egualmente gli
fpiriti languifcono, e miferamente l'uomo finifce. Samuele
Vefpezio fu affalito da una fluffione di un umore
fortemente acre, che attacco di primo lancio la parte di
dietro della tefta, e la nucca; elfo e di poi paffato alla fpina
dorfale, ai lombi, ai fianchi, ed al capo della cofcia, e fe
tollerare a queft'infelice dei dolori talmente vivi, ch'ei
interamente s'e difformato, e fu prefo da una piccola
febbriciatola che lo confumava ma non si prefto, com'ei
defiderava; ed il fuo ftato era
tale,
____________________________________________________________
(1) Med. Stat. fect. 6. aph. 15. 19. 21. 23. & 24.
(2) Comment. de falut. tuenda p. m. 36.
(A) Non mica delitto alcuno allegare l'autorit di un Santo
Padre in un affare di Medicina, quando ei abbia luogo. Con
diffenti parole le fteffe fteffiffime, fi puo dire, come
afferma pure S. Gio. Grifoftomo in una fua Omelia. Quod
nemo laeditur nifi a fe, quin in libidine vitam ducunt,
refoluta quidem corpora, & omni cera molliora circumferunt,
atque agmine quodam infirmitatum referta, quibus ad
cumulum malorum podagrae tremor, & immatura fenectus
fuccedunt.
(3) Obferv. Med. L. 3. c. 24.

DEL

S I G. T I S S O T.

,,tale, che piu d'una fiata chiamava la morte di prima,


ch'ella lo toglieffe dai fuoi mali (A). Non v'e cofa, dice un
Meico di Lovanio, che n'indebolifca, e n'abbrevi tanta la
vita (1).
I1 Sig. Blancardo ha ^vedute delle gonorree femplici,
delle confunzioni, delle idropi, che avevano origine da una
tal caufa (2); ed il Sig. Muys conobbe un uomo di frefca eta
improvvifamente attaccato da una cancrena in un piede,
ch'ei ha attribuita a trafcorfi venerei (3).
Le memorie dei Curiofi della Natura parlano d' una
perdita di vifta; l'offervazione merita d'effere qui
interamente riferita . Non fi fa, dice l'Autore, quale abbiano
fimpatia i tefticoli con il rimanente del corpo,- ma fopra
tutto l'occhio. Salmuth ha veduto un dotto Ipocondriaco
divenir pazzo, ed un'altra perfona, cui si maravigliofamente
s'afciugo il cervello, ch'ei fentivafelo traballare nel cranio:
perche e l'uno, e l'altro s'avevano abbandonati al medefimo
genere di ecceffi. Io fteffo conofciuto ho un'uomo di
cinquanta nov'anni, il quale tre fettimane appreffo,
ch'erafi ammogliato con una giovane, di un lancio divenne
cieco, mori alla fine di quattro mefi (4).
Lo fpandere (5) troppo generofamente gli fpiriti
animali indebolire lo ftomaco, toglie l'appetito, e perdendofi
la nutrizione fi fiaccano i movimenti dal cuore, e tutte le
parti languifcono, e fi cade, in oltre
____________________________________________________________
( A ) E quante fiate non avr egli incolpato il fuo deftino,
ma
Che colpa han gli aftri, il ciel, s'egli ha peccato
In terra l'uomo, e fe al fuo mal confente
Se fa col proprio arbitrio opre si folle,
Ceffi l'niquo d'incolpar le ftelle.
(1) Cypaeus Fund. Med. Part. 2. art. 6.
(2) Inftitut. Med. Part. 2. cap. 28.
(3) Pax. Chirur. Decur. I. obf. 4.
(4) Decur. 11. ann. 5. append. obfer. 88. p. 56.
(5) Schelammer, Ars meden. univ. l. 2. fect. 2. cap. 3. - 23

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AVVERTIMENTI

tre nell'epileffia''. Egli e' vero, che nol fappiamo, fe gli


fpiriti animali, ed il liquore genitale fieno la fteffa cofa; ma
le offervazioni c'infegnano, come vedemmo, che quefti due
fluidi hanno tra di loro una grandiffima analogia, e che il
perdimento si dell'uno che dell'altro cagiona le fteffe
malattie. Il Sig. Hofmanno ha veduti feguire allo
fciacquamento dello fperma i pi trifti avvenimenti. Dopo
le lunghe polluzioni notturne, dic'egli, non folo fi perdono le
forze, i corpi dimagrano, s'impallidirce la faccia, ma ancora
piu la memoria fteffa s'indebolifce; ed un fenfo continuo di
ghiaccio tutti i membri ricerca, s'annebbia la vifta, la voce
diviene rauca (1): fi diftrugge a poco a poco tutto il corpo, ed
il fonno da inquieti fogni turbato non lo riftora, fi provano
dolori fimii a quelli, che fi fvegliano nelle unioni di fangue
fatte da colpi" (2). In un confulto per un giovane, ch'oltre
altri mali s'aveva comperata con le volontarie polluzioni
una debolezza totale d'occhj; ei dice ; ch'ei ha veduti diverfi
efempj di perfone ch'erano ful fiore dell'et, cio quando il
corpo ha tutte le fue forze, le qual^s'hanno tirate addotto
non folamente delle macchie roffe, e de' dolori eftremamente
grandi negli occhj, ma ancora un s grande indebolimento di
vifta, che non potevano ne leggere, ne fcrivere qualunque fi
fia cofa,, (3). E qui cade a propofito l'iftoria fteffa della
malattia, che ha data occafione a quefto confulto. Un
Garzoncello di quindeci anni avendofi abbandonato alle
volontarie polluzioni, ed avendofele procurate molto
frequentemente perfino al ventefimo terz'anno, in quefto
frattempo cadde in una si grande debolezza di tefta, e
d'occhj, che di fovente queft'ultimi venivano affaliti da'
violeni fpafimi nel tempo dello fpargimento di feme.
Quando ei voleva leggere qualche cofa, provava una
confufione di cervello fimile a quella della ubbriachezza la
pupilla gli s' apriva eftraordinariamente, e foffriva
ecceffivi dolori d'orecchie; e le palpebre gli erano pefantiffi____________________________________________________________
(1) Confult. Cent. 2, & 3, caf. 102. t. 3. p. 299.
(2) Nello fteffo luogo caf. 103.
(3) Nello fteffo luogo caf. 103

DEL

S I G. T I S S O T.

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tiffime; ed i fuoi occhj ftillavano di continuo lagrime in tal


modo, che una materia biancaftra negli angoli in copia gli fi
ammaffava, recandogli de' dolori ben forti, ed abbench'ei di
piacere
mangiaffe,
s'era
ridotto
ad
un'eftremo
dimagrimento, e dopo il cibo dava in una fpecie
d'ubriachezza ". Lo fteffo Autore ci ha confervata un'altra
offervazione, e di cio egli n'e teftimonio oculare; mi parve di
doverla qui riferire". Un giovane di diciott'anni, che s'aveva
con troppa famigliarit abbandonato ad una ferva, cadde
all'improvvifo in una fomma debolezza con tremori generali
di tutti i membri, gli divenne roffa la faccia, e languido il
polfo. Al capo d'un'ora ei fi riebbe da quefto accidente, ma
gli rimafe univerfale languore. Soventemente dallo fteffo
accidente veniva prefo con una eftrema angofcia, e dopo otto
giorni il deftro braccio gli fi fece contratto ed in effo vi
nacque un tumore portantegli dei forti dolori al gomito,
quali in ogni accezione gli s'inafprivano. Il male a difpetto
ancora di molti rimedj merce il tempo prendeva forze:
finalmente fu guarito dal Sig. Hoffmanno " (1).
Il Sig. Boerhasve defcrive quefte malattie con tal forza, e
precifione, che ne caratterizza tutte le fue immagini. La
perdita troppo grande di feme produce la ftanchezza, la
debolezza, l'immobilita, le convulfioni, la magrezza, la tabe, i
dolori nelle membrane del cervello, (A) indebolifce i fenfi, e
principalmente la vifta, apre la ftrada alla confunzione
dorfale, alla privazione del fenfo, ed a diverfe altre malattie,
che fono fimili a quefte" (2).
Le offervazioni, che quefto grande uomo ha comunicate
ai fuoi afcoltatori loro fpiegandone quefto aforifmo, che fui
differenti modi delle evacuazioni verfa, non debbonfi mica
qui lafciarle addietro. Io ho veduto un ammalato, di cui la
malattia prefe cominciamemo da una ftanchezza, e
debolezza univerfale, ma principalmente
ne
____________________________________________________________
(1) De morbis ex nim. venere . 8. oper. omn. fuppl. fecund.
pars prima p. 466.
(A) Se pure e vero, che le meningi capaci fieno di fenfo.
(2 ) Inftit. . 776. della trad. de M. D. L. M.

12

AVVERTIMENTI

ne' lombi; ella n'andava accompagnata d'accorciamenti dei


tendini, dai periodici fpafimi, da un dimagrimento tale, che
aveva tolte le carni a tutto il corpo: ei ne provava pure dei
dolori nelle membrane del cervello, quale appellano gli
ammalati fecco ardore, che internamente le parti piu nobili
continuamente loro abbrucia" (A).
Io ho conofciuto pure da una dorfale confunzione
attaccato un giovane uomo: ei era di molto buon umore, e di
bella ftatura, ed abbenche io l'aveffi piu fiate avvertito, che
di troppo al fenfo non fidaffe, niente di meno fi diede; pria
di morire in tal modo fi ha difformato, che gli s'era ben
bene abbaffata tutta quella carnaccia, di cui n'andavano
arricchite le fue fpinofe apofifi dei lombi. Lo fteffo cervello
in tai cafi fembra confumarfi: di fatti gli infermi divengono
ftupidi. Eglino si rigidi fanfi, che a me non riufci giammai
vedere talmente grande immobilita di corpo cagionata da
altre caufe. Gli occhj freffi si fattamente s'indeboliscono, che
fe non con difficolt veggono (1).
Il Sig. di Senac nella prima edizione dei fuoi Saggi
dipinfe i danni della volontaria polluzione, ed alle vittime
di quefta infamia annuncio le infermita della piu languente
vecchiaia al fiore della loro gioventu. E perche io lafcio
quefto pezzo, ed alcun altro, la cagione fi pu vedere nelle
feguenti Seffioni.
Il Sig. Ludwig non lafcia mica addietro quelli dello
fperma, dove defcrive i mali, che alle ftrabocchevolei
evacuazioni feguono. La gioventu dell'uno, e dell'altro
feffo, quando alla lafcivia s'abbandona, rovina la fua falute,
quelle forze diftruggendo, ch'erano deftinate a condurre il
fuo corpo al maggior fuo vigore; e finalmente danno nella
confunzione (2).
Degorter da' un dettaglio degli accidenti i pi trifti di
pen____________________________________________________________
(A) Perche' ne fucceda un tal fenfo dolorofo fa di meftieri,
che le parti fiano fenfibili, i paffaggi difficili, e l'umore tali
particelle abbia, che con la loro figura il coftume hanno di
recare alla fenfazione del calore.
(1) Comment. fopra lo fteffo luogo t. 7. p. 214.
(2) Inftit. phylof. . 870. & 872.

D E L S I G. T I S S O T.

13?

pendenti da quefta caufa; ma il referirlo andrebbe troppo a


lungo. Vedano la propria fua opera tutti quelli, che
intendono la lingua, di cui effo s'e fervito (1).
Il Sig. Vanfvvieten dopo l'aver recata una immagine
della dorfale confunzione d' Ippocrate tale, come io di fopra
la ho trascritta, v'aggiunge. Io ho veduti tutti quefti
accidenti in quelli infelici, che alle vergognofe polluzioni
abbandonati s'erano. Io ho adoperate, ma inutilmente, tutte
le migliori forze della medicina per lo fpazio di tre anni in
un giovane, che s'era comperati con quella infame fatica
delle proprie mani de dolori vaghi, maravigliofi e generali
con un fenfo morto molefto quando di calore, quando di
ghiaccio in tutto il corpo; ma principalmente ne' lombi.
Avendofi nel progreffo quefti dolori alcun poco fatti pi
piccioli, provava un freddo si grande nelle cofcie, e gambe,
che quantunque al tatto quefte parti fembraffero confervare
il loro naturale calore, era continuamente al fuoco ancora ne
piu grandi bollori della ftate. E fopra ogni cofa mi fe ftupire
un movimento in quefto frattempo continuo di rotazione de
tefticoli nello fcroto. E foffriva l'ammalato ne' lombi pure
una fenfazione fimile di movimento, quale gli riufciva di
un pefo molto nojofo (2).
Quefto dettaglio ci lafcia all'ofcuro, fe quefto infelice
dopo tre anni abbia terminato di vivere, o fe per qualche
tempo ancora abbia continuato a languire, e cio gli farebbe
riufcito molto pi nojofo; toltone quefte due non v'e mica
un'altra ftrada.
In una buoniffima opera fopra le malattie dello fpirito
cagionate dal corpo il Sig. Klockof con le fue offervazioni
conferma le prefenti. Una perdita troppo grande di feme
infievolisce la forza elaftica di tutte le parti folide; da qui
poi nafcono le debolezze, l'accidia, l'inerzia, le tifi, le dorfali
confusioni, l'intormentimento, la depravazione dei fenfi, la
ftupidit, la follia, gli fvenimenti, le convulfioni (3).
Hof____________________________________________________________
(1) De infenf. perfp. cap. ult.
(2) Apa. 586. t. 2. p. 46.
(3) De morb. anim. ab infirmi mod. celebr. p. 37.

14

AVVERTIMENTI

Hoffmanno ha di gia olfervato, che le giovani perfone,


che alle infami pratiche della volontaria polluzione
sfrenatamente fi danno, a poco, a poco perdono le facolta
dell'anima, e principalmente la memoria, ed interamente
divengono, incapaci allo ftudio (1) (A).
Tutti quefti mali (2) li defcrire il Levvis; ne trafcrivero
qui cio che ha rapporto alle malattie dell'anima. Tutti i
mali, che nafcono dalli ecceffi con le femmine, feguono piu
prontamente. ancona all'abbominevole ufo delle volontarie
polluzioni, quale farebbe difficile pennelleggiare con colori
cosi fpaventevoli, com'effo fi merita: opera, cui s'affratella
la giovent fenza conofcere l'enormit del delitto, e i mali,
tutti che ne fono le confeguenze fifiche (3) .
L'anima
fi rifente di^ tutti i mali dei corpo, ma
principalmente di quefti, che nafcono da quefta caufa. La
piu tetra melancolia, l'indifferena a tutti i piaceri (no fi
potrebbe dire l'avverfione), l'impoffibilita d'intereffarfi
nelle faccende, che formano il fuggetto della convenzione, e
delle compagnie, nelle quali s'attrovano fenza effervi, il
fentimento delle loro proprie miferie, la difperazione
d'efferne i volontari artefici, la neceffita di rinunziare alla
felicit del matrimonio; fono i tormentofi penfieri, che
coftringono quefti infelici a fepararfi dal mondo. Ben
fortunati, s'eglino non gli sforzano a terminare da fe
medefimi i loro giorni (4).
Le nuove offervazioni confermeranno la verit di
quefto fpaventevole ritratto. E quello, che il Sig. Stork ha
fatto nella bella opera, che ha pubblicata fopra l'ifloria
____________________________________________________________
(1) Oper. omn. Fol. t. 3 p. 295.
(A) Giulio Lipfio pure, che non fu mica Medico fapeva
beniffimo che delle facolta dell'anima fono inimiciffimi,
anzi il veleno, i piaceri dell'amore, ei lo dice nel L. 2. cap. 17.
monit. Polit. nihil eft tam mortiferum ingeniis, quam libido .
(2) A practical effay upen the tabes dorf. Lond. 1748. & 3. edit.
1758.
(3) Ibid. p. 13.
(4) Ibid. p. 19.

16

AVVERTIMENTI
SEZIONE II

Offervazioni comunicate .
IO non feguiter altro ordine, che quello delle date, in cui le
ho ricevute. Ho veduto, mi diffe l'Illuftre mio amico
Zimmermano, un uomo di ventitre anni, che divenne
epilettico dopo che s'avea indebolito il corpo con le
famigliari volontarie polluzioni ! Tutte le fiate, ch'egli
incapava in notturne polluzioni, cadea in una perfetta
epileffia. Lo fteffo accidente gli accadeva dopo alle
volontarie. Pure non feppe aftenerfi malgrado gli accidenti, e
tutto cio, che gli fi poteva dire. Quando l'acceffione n'era
ceffata, provava de' dolori fortiffimi ai reni, e vicino al
coccige. Mentre avendo ei finalmente lafciata per qualche
tempo quefta fattura delle proprie mani, lo guarii dalla
polluzione, medefimamente fperai di guarirlo pure
dall'epileffia; mentre le acceffioni non erano di gia pi
comparfe, ei aveva ripigliate le forze, l'appetito, il fonno, ed
un belliffimo colorito dopo averne avute le fembianze d'un
cadavere. Ma ritornando nuovamente alle fue volontarie
polluzioni, le quali giammai non andavano fenza di un
affalto epilettico, e finalmente per fino nelle fteffe ftrade ei
ne veniva prefo; ed una mattina caduto dal fuo letto, ed
imbrodolato dal proprio fangue lo fi ha ritrovato morto nella
propria ftanza. Vengami permeffa qui una queftione, che
mi s'e apprefentata, quando leffi la prefente offervazione;
coloro che s'uccidono con un tiro di piftola; che
volontariamente s' annegano, ovvero che fi fcorticano, fon
eglino forfe piu tenuti a render conto della loro morte, e
fono eglino piu fuicidi, che quefto qui. Senza entrare nel
divifamento, il mio amico aggiunge , ch'egli conofce un altro,
ch'e nello fteffo cafo. Io ho conosciuto (quefti e' pure il
Zimmermano che parla) un uomo di un belliffimo fpirito, e
di un fapere quafi univerfale, cui le famigliari polluzioni
avevano fatto perdere ogni forza del fuo ipirito, e la fua
falute era fimile fimiliffima a
quel-

DEL

S I G.

TISSOT

17

quella di quell'ammalato, per cui fu confultato il Sig.


Boerhaave (1), ed altrove lo riferir.
I due feguenti fatti li devo al Sig. Raft il figlio, celebre
Medico di Lione, con cui ebbi il piacere di trattenermi per
qualche mefe a Mompellier. Un giovane di Mompellier
ftudiando la Medicina mori per gli ecceffi di una tal forta
di diffolutezze. L' idea del fuo peccato si fattamente gli avea
colpito io fpirito, che in una fpecie di difperazione ei fe ne
mori, credendo vedere a'fuoi fianchi aperto l'inferno lefto a
riceverlo. Un fanciullo di quella Citta di fej o fett'anni
iftruito, io credo, da una fua ferva, fi proccurava si di
frequente la polluzione, che non lo fi pote giammai
trattenere fino agli? ultimi giorni del fuo vivere. Allora
quando gli fi metteva innanz'agli occhi, che s'accelerarebbe
cosi la morte, ei fi confolava dicendo, ch'andrebbe quindi
piu prefto a ritrovare fuo Padre da qualche mefe morto.
II Sig. Miag celebre Medico di Bafilea conofciuto da
letterati per le fue eccellenti Differtazioni, ed a cui la fua
patria ha debito dell'innefto del vajuolo, ch'ei fe-ce con si
felice avvenimento non meno, che con ifcienza continua,
m'ha comunicata una lettera del Sig. Steblin Profeffore di
dolce nome alle lettere, in cui ho ritrovate diverfe
offervazioni intereffanti, ed utili. Io ne rifervo alcune ad
altri luoghi di quell'opera, ov'elleno mi sembreranno effere
meglio allogate, e queft'e' il luogo di due altre.
Il figlio del Sig. . di eta di quattordici anni, o
quindici mori dalle convulfioni, e da una fpecie di epileffia,
di cui 1'origine unicamente erano le volontarie polluzioni;
fu inutilmente trattato da' Medici i piu efperti della noftra
Citta. Io pure conofceva una donzella di dodeci anni, ovvero
tredici, la quale per una si deteftabile opera s'aveva tirato
addoffo una confunzione con una intumefcenza, e tenfione
di ventre, un fluffo bianco, ed una incontinenza d'orine, ed
abbench i rimedi l'abbiano follevata, pure tutt'ora
fanguifce e ne temo di funefte confeguenze.
SE
___________________________________________________________
(1) Confult. Medic. t. II. p. 36.
B

18

AVVERTIMENTI
SEZIONE

I I I.

Ritratto tolto dall'Onania.


DOpo la pubblicazione di queft'opera ho rilevato per canali
i piu rifpettabili, che non da farfi mica una intera
credenza ai fatti della Inglefe raccolta, e che quefta ragione,
ed alcune calunnie, e le ofcenit e la fuppofizione di un
privilegio Imperiale abbiano fatto interdire nell'Imprrio la
Germanica traduzione.
Quefto motivo m'avrebbe determinato a lafciare tutto
cio, che da queft'opera avrei prefo; ma alcune rifleffioni
m'hanno impegnato a ritenerne alcuno, merce la forza di
queft'avvifo. La prima ella e', che alcune di quefte ragioni
non riguardano, che la fola edizione di Germania; la feconda,
che quantunque ritrovarvifi potettero alcuni fatti fuppofti,
e che alcuni di quefti fembraffero avere un tal carattere; ella
e' non oftante certa cofa, che il numero piu grande non e',
che pur troppo vero. Una terza rifleffione finalmente m'ha
determinato; e la trovo appreffo la fteffa lettera del Sig.
Stehelin. Io ho ricevuto, dic' egli, una lettera del Sig.
Hofftmanno di Mafricht, in cui ei mi fignifica d'aver
veduto un certo tale, che s'avea tirato addoffo merce le
famigliari procurate polluzioni una confunzione dorfale, che
inutilmente avea trattato, e che poi co' rimedj dell'Onania e'
guarito, di cui dev'effere l'autore il Dottor Bekkers a Londra,
e fu si perfettamente guarito, che ritorno a farfi pieno di
carne, e ch'ora ha quattro figli.
L'Inglefe Onania veramente un Caos, e l'opera piu
indigefta, che s'abbia da molto tempo fcritto. Non fi puo
leggere che le fole offervazioni, tutte le rifleffioni
dell'Autore non fono che teologiche e morali trivialit. Da
quell'opera, ch'e' ben molto lunga, ne trarr un ritratto
d'accidenti i pi famigliari, di cui gli ammalati fi
lamentano: la vivacit, 1'energica efpreffione de' dolori, de'
pentimenti, che in picciolo numero di parole s'attrovano, e
che devonfi in un'eftratto defiderare, non debbono gi
impiccolire l'impreffione dell'orrore, che il leggerli infpira;
poich una tal impreffione dipende da' fatti, e chi legge mi
far tenuto d'avergli fatta rifparmiar

DEL

S I G. T I S S O T

19

miar la fatica di leggere un ben piu grande numero di altre


parole, ch'alcun' ordine non hanno, ne ftile. Ridurro' a fei
capi i mali, per cui piangono gli ammalati inglefi,
cominciando dal piu' molefto, ch'e' quello dell'anima.
1. Tutte le facolt intellettuali s'indebolifcono, fi perde
la memoria; l'idee fi ofcurano, e medefimamente gl'infermi
cadono alcune fiate in una leggiera pazzia; effi provano,
fenza ch'effa un momento li lafci, una fpecie d'interna
inquietezza, un ambafcia continua, un rimordimento della
propria cofcienza si vivo, che di fovente fpargono dirotte
lagrime. Vanno foggetti a delle vertigini; e tutti i loro fenfi,
ma principalmente quello della vifta e dell'orecchio fi
fnervano; il fonno, fe pure lo trovano, vien loro inquietato
da molefti rifvegliamenti.
2. Le forze del corpo interamente mancano,
l'aggrandimento di coloro, che prima d'aver terminata di
vegetare, s'hanno a tale abbominabile vizio abbandonati,
notabilmente rimane danneggiato. Gli uni del tutto non
dormono; gli altri fono quafi di continuo in fopore. Preffo
che tutti divengono ipocondriaci, ed itterici, ed incappano
in tutti quegli accidenti, che accompagnano le loro faftidiofe
malattie: la triftezza, i fofpiri, le lagrime, le palpitazioni, le
foffocazioni, gli fvenimenti. Si veduto altri fputare delle
materie calcinate. La toffe, la febbre lenta, la confunzione
fono i caftighi che altri trovano ne'proprj delitti.
3. I dolorj pi vivi fono un altro oggetto de' pianti
degl'infermi; uno fi querela della tefta, un altro del petto,
dello ftomaco, delle budelle, de' dolori efterni reumatici,
alcune fiate d'un'intormentimento dolorofo di tutte le parti
del corpo, quando uno leggieriffimamente li tocca.
4. Si vede non folamente nelle loro faccie delle roffe
bolle, ch'e' un comune fintomo, ma medefimamente ancora
delle vere poftulette fulla faccia, fu'l nafo, ful petto, fulle
cofcie, e de' crudeli pizzicori in quelle fteffe parti. Ed
un'ammalato fi querelava di una carnofa efcrefeenza fu la
fronte.
5. Gli organi della generazione provano anch'effi la loro
parte di miferie, di cui ne fono eglino la primiera origine.
La maggior parte degl'infermi divengono incaB2
paci

20
AVVERTIMENTI
paci all'erezione: altri al pi leggiero ftimolo fpargono il
liquor feminale, ed alla piu' debole erezione^o ad altri sforzi
quando fono fu 'l neceffario. La maggior parte e' attaccata
da un'abituale gonorrea, quale loro toglie interamente le
forze, e la materia di fovente affomiglia ad una fetente
marcia, ovvero ad un falato morbo. Altri da dolorofi
priapifmi vengono tormentati: le disurie, le ftrangurie, gli
ardori delle orine, la debolezza del gittarlo crudelmente
tormentano alcuni ammalati . Vi fono di quelli che foffrono
dolorofiffimi tumori a' tefticoli, alla verga, alla vefcica, ed
agli epididimi. Finalmente o l'impotenza al coito, o la
corruzione del liquore feminale rendono fterili quafi tutti
quelli, che fi fono per lungo tempo abbandonati ad un tale
delitto.
6. Interamente fconcertate alcune volte rimangono le
funzioni delle budelle, alcuni fi lamentano di oftinate
ftitichezze, altri di gonfiamenti de' vafi fedili, di fetide
foccorrenze. Quef'ultima ofservazione mi richiama alla
mente quel giovane, di cui ne parla Hoffmanno . Quefto
dopo ciafcuna proccurata polluzione veniva affalito da una
cacajuola, nuova cagione della perdita di fue forze

S E Z I O N E

IV.

Offervazioni dell' Autore


IL ritratto, che offre la prima mia offervazione reca terrore;
io fteffo la prima fiata che vidi lo sfortunato, che n'e' il
foggetto, n'ebbi ad ifpaventarmi, ed allora conobbi meglio di
quello, che ne aveffi per l'addietro conofciuto, la neceffita'
di moftrare alla giovent tutti gli errori del precipizio, in
cui volontariamente fi gettano.
L. D..,. Orivolaio era ftato faggio, ed aveva goduta una
buona falute perfino al decimo fettimo anno; cominci
allora a darfi interamente alle proccurate polluzioni, le quali
ogni giorno fovente perfino alla terza fiata riproccuravafi: lo
fpargimento andava ognora preceduto, ed accompagnato da
una leggiera perdita di conofcimento e da un movimento
convulfivo ne' mufcoli elevatori la tefta, quali la tiravano
violentemente all'indietro, mentre che il collo fopra
l'ordinario fe gli gonfiava ;

DEL

S I G. T I S S O T

21

va; non era per anco paffato un anno ch'egli ha in-comincato


a fentire dopo ogni perdita di feme una grande debolezza;
queft' avvifo non fu fufficiente a ritirarlo da quefta
pozzanghera; la fua anima di gi tutta data a quefta fuccida
fcoftumatezza, non era pi d' altre idee capace, e le
reiterazioni del fuo delitto divennero di giorno in giorno pi
famigliari, per fino ch' ei fi attrov in uno ftato, che gli fece
temer della morte. Saggio troppo tardi, poich il male aveva
fatto tali avanzamenti, che non pot effere pi guarito, e
talmente irritabili erano divenute le parti genitali, e tanto
s'erano indebolite, che non v'era d'uopo d'un nuovo ftimolo
alla parte di quefto sfortunato, perch ei fpargeffe lo
fperma, e l'irritazione pi leggiera proccuravagli una
direzione imperfetta, ch'era immediatememe feguita
dall'evacuazione di quefto liquore, che gli accrefceva
giornalmente la debolezza. Quegli fpafimi, che nell'atto
della confumazione per l'avanti provava, e che celavano
nello fteffo tempo, erano fatti abituali, e fovente
l'attaccavano fenza alcuna apparente ragione, e di un modo
cos violento, che durante tutto il tempo dell' acceffione che
durava alcune fiate quindeci ore, e giammai meno delle otto,
ei provava de' dolori talmente violenti in ogni parte
pofteriore del collo, che per ordinario non gridi, ma urli
levava; ne gli fuccedeva di mandare in tutto quefto
frattempo gi per la gola n pure la pi piccola parte di
foftanza liquida; non meno che folida. La voce gli s'era fatta
rauca, ma non mi fono giammai avveduto, ch'ella pi rauca
fi faceffe nell'accezione. Perd interamente le fue forze;
obbligato di lafciare la fua profeffione, d' ogni cofa
incapace; dalla miferia oppreffo per qualche mefe quafi
fenza foccorfo langui. E tanto piu aveva a querelarli, -che
folo gli rimaneva un avanzo di memoria, che poco ha tardato
a fvanire, e folo lo iftruiva a chiamargli alla mente alla fila
le caufe della fu infelicit, ed accrefcergli l'orrore del
rimorfo. Mi fu riferito il luo ftato, e mi fono recato alla fua
cafa. Lo ritrovai meno un ente vivo, che un cadavere
giacente fulla paglia fmunto, pallido, fuccido, mandante un
ammorbato odore, quali incapace di qual fi fia movimento.
Frequentemente perdeva per le narici del fangue languido,
ed acquofo, e gli fortiva dalla bocca, una continua bava:
affalito da una
B3
foc

22

AVVERTIMENTI

foccorrenza lafciava andare fenz'accorgerfi gli efcrementi


nel proprio letto; il corfo dello fperma era continuo, i fuoi
occhj caccolofi, torbidi, fpenti, non potevano piu girarfi, il
polfo era etremamente piccolo, prefto, e frequente;
difficiliffima la refpirazione, d'una ecceffiva magrezza,
tolto ne' piedi, che incominciavano a farfi edematofi. Il
difordine nello fpirito non era punto minore, fenza idee,
privo di memoria, incapace di leggere dua righe fenza
rifleffione, ne' capiva alcun difpiacere del fuo ftato, e privo
d'ogn' altro fenfo fuorche di quello de' dolori, che gli fi
fvegliavano con ogn'altro accidente per lo meno ogni terzo
giorno. Ente molto inferiore a' bruti, fpettacolo di cui non
puoffi concepire l'orrore, recava pena il conofcere, che una
volta ei apparteneva alla fpecie degl'uomini. Io m'era dato
ben prontamente all'ajuto de' rimedj fortificanti, a
diftruggerc tali violenti acceffioni fafmodiche, che gli
recavano si acerbi dolori: contento d'averlo in quefta parte
follevato ho lafciati que'rimedj, che non poteano migliorargli
il fuo ftato: fatto tutto il fuo corpo edematofo mori dopo
alcune fettimane nel mefe di Giugno 1757.
Tutti quelli, ch'a si odiofa, e rea abituazione fi danno,
non vengono gia si crudelmente puniti; ma non v'e chi non
rifentafi o pi, o meno. La famigliarit delle polluzioni, la
varieta de' temperamenti , e molt'altre ftraniere circoftanze
confiderabili differenze. cagionano. I mali, che piu di
fovente ho veduti, fono primamente uno fconcerto totale
dello ftomaco, ch'appreffo alcuni fi manifefta mediante la
perdita dell'appetito, o per mezzo d'appetenze irregolari; in
altri con forti dolori principalmente nel tempo della
digeftione, con vomiti abituali, che refiftono ad ogni forta di
rimedj fintantoche non ceffino in effo loro codefte morbofe
abituazioni (A).
Se____________________________________________________________
(A) Mi fia permeffo d'inferire un'Iftoria d'uno che fi
compero con gli ecceffi di tali piaceri una coli-ca flatulenta
abituale, da cui perfettamente a mio parere, giammai
guarira.
Quefti, ch'era ne' primi fuoi anni della piu robufta falute,
che defiderar fi pofia, nei trentefimo anno di fua eta gli
ftimoli del fenfo dalla lunga incontinenza refi infu-

DEL

S I G. T I S S O T.

23

Secondariamente un indebolimento degli organi della


refpirazione, onde hanno foventemente origine le fecche
tossi, le famigliari raucedini, le debolezze della voce, gli
anfamenti-, che dopo un moto un poco piu violento fi
fvegliano. In terzo luogo un totale fregolamento in tutto il
fistema nervofo.
Non fa di meftieri di conofcere molto l'economia
animale per rilevare , fe quefte tre caufe poffano produrre
tutte le malattie di languore poiche prova la efperienza, che
quefte giornalmente nafcono da effe. I primieri
acci____________________________________________________________
fuperabili-, e certa sfortunata occafione fecero, ch'ei
s'abbandonaffe fenz'alcun freno ai piaceri dell'amore,
coficch non lafciava paffare giorno, in cui almeno una
volta o per le vie naturali o per le abominevoli ftrade
dell'Onanifmo non fi cercaffe una polluzione. Il pallore, lo
fmagrimento, l'inerzia, la fomma laffezza, il timore, le
affidue tetre noje, l'illanguidimento della fantafia, il non
poter fenza grande fatica, e folo per poco tempo applicar alle
ferie fue occupazioni, gli fecero conofcere, che in pochi mefi
il diffoluto fuo vivere gli aveva coftata la piu bella porzione
della fua gioventu-, e del fuo ingegno , e che continuando
fullo fteffo piede ben prefto farebbe ftato coftretto a non
poter piu defiderar, ed amar fuori che il vizio, e perdere con
la piu atroce infermit, una vita, che incominciava a non
piu ftimare. Per lafciar le occafioni, colpa de' fuoi errori,
pafso in campagna in un'aria di collina, ove ftudio
d'efeguire in ogni parte il metodo ch'ei fteffo fi prefcriffe;
ed il feguente.
Dall'efperienza conofceva ben egli il pericolo del
trattenerfi a letto la mattina, percio fi fece un debito di fare
ogni sforzo per fortire da effo tolto che s'era fvegliato. In
feguito poi conobbe quanto era cio neceffario per riftorare la
fua macchina e fargli paffare una giornata piu tranquilla, e
contenta.
L'impaziente arfura delle fauci, con cui fi rifvegliava,
la premura di fortire dal letto faceva ch'ei afpettare non
poteffe che il fervo gli recaffe l'acqua calda ch'era folito di
prendere prima della cioccolata; percio appena fvegliato
beveva un bicchier d'acqua frefca, che teB4
ne-

24

AVVERTIMENTI

accidenti, che fuccedono a chi proccurafi le polluzioni, fono,


oltre quelli, ch'io accennero, un diminuimento notabile delle
forze, una pallidezza quando piu', quando meno
confiderabile, e qualche fiata una leggiera, ma continua
iterizia, frequentemente delle puftulette, che fi confumano
folo per dar luogo a delle nuove; onde riprodurfi di continuo
per tutta la faccia, ma principalmen____________________________________________________________
ne va a fuo bifogno la notte vicina al letto; dopo
queft'acqua frefca fentiva ammorzata la violente fete, e
follevarfi dall'affanno, e dalla rabbiofa inquietezza, con cui
era folito di rifvegliarfi e fi fentiva quafi ftrappare dal
cuore il fonno, ed una improvvifa voglia di levarfi: cosi non
gli fuccedeva quando egli pigliava l'acqua calda; ed ei mi
diffe, che non trovo per paffare ad un fecondo iorno un piu
opportuno oppio, che l'acqua calda prefa fullo fvegliarfi. A
mio parere la fete, l'affanno, l'inquietezza, ch'ej nello
fvegliarfi provava, erano gli effetti, che fulla fua macchina
indebolita, e fenfibile cagionava l' aria vaporofa della fua
ftanza, e qual ajuto piu potente, ed efficace dei frefco, e dell'
acqua frefca porger fi puo ad una macchina illanguidita, ed
oppreffa da una fimile cagione. Da quefto egli imparo
lavarfi ogni mattina le? mani, e il vifo con l'acqua frefca, e
m'accert, che per sfuggire alcuni momenti pieni d'inerzia,
di laffezza, e di noja, che alcune fiate tra il giorno provava, e
ch'egli attribuiva al calore della ftagione, baftava che fi
lavaffe la faccia, e le mani con l'acqua frefca.
Stabili di prendere la mattina in luogo della cioccolata
la polenta, penfando, che quefta poteffe nutrirlo, ed effere
amica al fuo ftomaco, e liberarlo da una fpezie di colica
flatulenta, che un'ora, o due dopo il pranzo ogni giorno lo
colpiva, rendendo ora il ventre fommamente tefo, ora
inegualmente tumido da dolori giammai, ma fempre da
affanno, e da una univerfale laffezz , e legamento di fpiriti
accompagnato. Ma dovette lafciarla, e riprendere la
cioccolata, poiche gli cagionava l'ifteffo incomodo che
foffriva dal cibo il dopo- pranzo.
Il cibo ch'ei prendeva, e che meno di male gli cagionava,
nelli primi giorni era il feguente: un poco di pane bollito in
un riftretto brodo o di Vitello, o di Pollo,
con

DEL

S I G. T I S S O T .

25

mente fulla fronte, fulle empia, ed appreso il nafo, un


dimagrimento confiderabile, una prodigiofa fenfibilit ai
cambiamenti delle ftagioni, e fopra tutto al freddo, una
languidezza negl'occhj, un indebolimento della vifta, una
diminuzione confiderabile di tutte le facolta principalmente
di quella della memoria. Io conofco beniffimo, mi fcriveva
un ammalato, che quella cattiva opera
____________________________________________________________
con un pajo d'uova, appena appena rifcaldate dall'acqua
bollente, ed un poco di vino fchietto. La cena era una
cioccolata, a cui beveva dietro un poco di brodo, ed un'ora
appreffo, pigliava, andando a letto, una fcarfa quantita di
vino, con un pezzetto di pane: tra il giorno la fua bevanda
era l'acqua frefca addolcita dalla conferva di rofe, e la fua
diftrazione erano il paffeggio, o il giuoco del Bigliardo.
Quefta fu la dieta, ed i rimedj, che per un mefe intero
offervo, e che lo mife in uno ftato tale, che pote cambiare la
fatica del bigliardo in quella del vanghetto, il pane bollito
nel rifo, e nell'orzo, l'uova nella carne di pollo, e di bue; ma
non s'aveva per ancora interamente liberato dalla flatulenta
fua colica giornaliera, benche effa fi foffe fatta d'affai pi
foffribile. Continuo con quefto metodo di vivere altri
quattro mefi in campagna una vita faticofa, che fi potea
chiamarlo il Cittadino fatto Villico. Guarito ritorn
nuovamente a Venezia, ove tutta la ftagtone fredda fe la
pafso in' buoniffima falute. La vita fedentaria, le fatiche
dello fpirito, i cibi meno femplici, e forfe la dofa d'effi di
troppo accresciuta, rifvegliarono di bel nuovo la fua cosi
tormentofa colica con quefto nuovo accidente, che non
poteva, benche agiato, ftar a federe due ore di feguito,
fenza che non gli fi agghiacciaffero, ed iftupidiffero
talmente le gambe, che a ftento reggere fi poteva in piedi e
nello fteffo tempo alle ginocchia un'atroce ardore foffriva.
Allora fu, che mi confido il primo fuo male, l'origine, il
metodo, che lo guari', il nuovo incomodo. Lo confidai a
proporzionare le fatiche di fpirito alla forza dei fuoi nervi,
che fi rifentivano ancora delle perdite fatte, di fare piu
efercizio che poteva, di ritornare alla femplicita del vitto che
tanto gli aveva giovato, e di prendere giornalmente innanzi
al pranzo una dramma di Chi.
na-

26

AVVERTIMENTI.

ra proccurata dalle mie mani mi ha diminuita la forza delle


facolt, ma fopra ogni altra quella della memoria" (1) Mi
venga permeffo d'inferir qui alcuni frammenti di lettere, i
quali uniti infieme formeranno un ben compiuto ritratto
de' tipici difordini, che le volontarie polluzioni producono;
di cui la lingua fteffa, onde fcriveva allor , mi ha impedito
di farne ufo nella primiera edizione di quell'opera. ,, Io ebbi
la difgrazia, com'e' coftume d'altre perfone giovani (quefti,
che mi fcrive, di una et matura) di lafciarmi trafportare
da un abito cosi perniciofo pe'l corpo, come per l'anima;
l'et ajutata dalla ragione ha corretto dopo alcun tempo
quefto miferabil difetto, ma il male e' gia fatto.
All'affezione, e fenfibilit non ordinaria de'nervi, agli
accidenti, che provo tratto tratto, mi fi aggiugne una
debolezza, una difficolta, un tedio, un'afflizione d'animo,
che pare facciano a gara per affediarmi. Io fono diftrutto da
una quafi continua perdita di feme, la mia faccia fatta
quafi cadaverica, tanto ell'e' pallida, e livida. La debolezza
del mio corpo ogni mia azione rende difficile, quella delle
mie
___________________________________________________________
nachina ftemperata nell'acqua, di tenere le gambe pi
diftefe, che poteva dal freddo, facendofele la notte quando
era a letto fafciare con pezze bagnate nel feguente liquore.
R/ Corti. Peruv.
VVinter. ana . ij.
Myrrhae elect.
Mafti. pulv. ana. iv.
Spir. Vini lib. iv
M. f. f. a Tinct.
Quefto bagno lo guari perfettamente, e la Chinachina gli
proccuro un mirabile effetto. Dopo tre mefi vedendo che
s'era perfettamente liberato dalle tormentofe tenfioni del
ventre, penso di lafciarla, ma s'avvide che ogni dodici, o
quindici giorni doveva riprenderla almeno per tre o quattro
giorni. Nel Mefe di Agofto fece per mio fuggerimento i bagni
freddi, da' quali l'effetto ho penfato di riferire alla Seffione
VIII, al fegno (*).
(1) In data del di 15. Settembre 1755.

DEL

S I G.

T I S S O T.

27

mie gambe e di fovente tale, vh'io provo molta pena a


tenermi in piedi, anzi non ofo mai d'arrifchiarmi a fortire
dalla mia ftanza. Digerifco maliffimo, e il fatto ne lo
dimoftra, poiche tre o quattr'ore dopo ch'io abbia prefo il
cibo, fembrami di averlo appunto allora mandato giu nello
ftomaco. Di flemme il mio petto mi fi riempie, le quali mi
mettono un forte affanno, e l'efpettorazione mi cagiona
degli sfinimenti. Ecco un picciolo ritratto delle mie miferie,
che mi vengono ancora accrefciute dalla trifta certezza, ch'io
ho che i giorni avvenire faranno ancora piu penofi dei
paffati; in una parola io non credo, che giammai non vi fia
ftata creatura umana tanto afflitta da mali come lo fono io,
e fenza un foccorfo particolare della providenza n'avr
certamente il fupplizio di portare un carico cosi grave."
Fremendone leffi in una lettera d'un'altro ammalato
quefte terribili parole; che mi- richiamarono alla mente
quelle dell' Onani . "Se la religione non mi tratteneva, avrei
terminata una vita tanto piu crudele, quanto ch'ella e' per
cagione delle mie-proprie colpe". Non v'e' in fatti al mondo
un peggiore ftatro di quello dell'angofcia; il dolore in
comparazione e' un niente, e quando ella fi congiunge con
una folla d'altri mali, non e' da ftupirfi, fe un infermo
defidera la morte come il fuo maggior bene, e riguarda la
vita come una real disgrazia, fe pure puoffi appellar vita
uno ftato si trifto.
Vivere cum nequeam, fit mihi poffe mori.
Dulce mori miferis, fed mors optata recedit . M. (A)
La
________________________________________________________
(A) Mi da permeffo di allegar qui alcuni verfi di Boezio
Severino divinamente da Benedetto Varchi tradotti.
Felice chi quando a lui piace, e come
Vive fua vita, e chi venuto in baffo
Chiede di morte, ed ha l'ultime fome.
Oime fventurofo! oime laffo
Quant'e' forda la morte a chi la chiama
D'ogni ben privo, e d'ogni fpeme caffo!
Mentre io felice avea di viver brama,
Spenfe quafi mia vita acerba morte,
Ch'or tanto, indarno, il cor mifero brama.

26

AVVERTIMENTI

La feguente defcrizione e' piu' corta, e meno terribile. Io ho


avuta la sfortuna ne' miei piu frefchi anni, tra l'ottavo, ed
il decimo io credo, di contraere quefto perniciofo coftume,
che ben di buon'ora m'ha rovinato il temperamento: ma
particolarmente dopo alcuni anni mi trovo in uno
ftraordinario difordine. Io ho i nervi eftremamenie deboli, le
mie mani fono fenza forze, tremano fempre, e di continuo
fudano. Soffro dei violenti mali di ftomaco, dei dolori nelle
braccia, e nelle gambe, alcune fiate ne' reni, e nel petto, e di
fovente mi moiefta la toffe: i miei occhj fono deboli, ed
incaffati; provo una fame, che divorerei, e pure mi fono
affai dimagrito, e la faccia di giorno in giorno mi fi va
facendo peggiore". Nella fezione della cura porro' i fucceffi
dei rimedj, che ho adoperati in quefto cafo, non defcrivero'
gia' la cura del primo a cagione della fua lunghezza. "La
natura, fcriveva un terzo, m'apri gli occhj fu la cagione del
languore, in cui mi trovava, e fui perigli dell'abiffo, in cui
m'era precipitato, fia merc delle puftule, o delle
vefcicolette, che mi vennero alla parte, ch'era lo ftrumento
del mio delitto, ovvero fia a cagione della debolezza, ch'io
provava anche nel meglio del mio fallo, e che non mi
lafciava dubitare, qual foffe la fua caufa."
Io qui potrei riferire un numero ben grande di relazioni
d'ammalati, pe' quali io n'ebbi a confultare dopo la feconda
edizione di queft'Opera, ma ci farebbe un inutile
ripetizione; percio mi fono prefiffo di darne folamente due,
ovvero tre delle pi recenti.
Un uomo nel fiore dei fuoi anni, fon pochi giorni, mi
fcriveva in^tal forma. "Ne' piu teneri anni ho contratto un
coftume, che mette orrore, e che mi ha rovinata la falute. Io
fono aggravato da un imbarazzo, e giramento^di tefta, che
mi fa temere dell' apopleffia, mi ho fatto percio' levar
fangue, ma in appreffo ho conofciuto, ch'a farmelo levare
aveva fatto male. Ho il petto riftretto riftrettiffimo, ed il
difficile refpirare, ch'io ho, enne una confeguenza. Frequenti
dolori di ftomaco mi moleftano, e fucceffivamente li foffro
in tutto quafi il corpo; fono di continuo addormentato, ed
inquietato , ed i miei fonni li provo torbidi fempre, ed
agitati, ne' punto mi riftorano; fovente mi conviene

DEL

SIG. T l S S O T.

29

ne foffrire de pizzicori molefti; e fino agli occhj miei


indeboliti tocca fopportare degli attroci dolori, il corpo e'
tinto di giallo, ed ho la bocca fempre difguftofa, e cattiva ec."
Mi fcriveva un altro, io non poffo fare duecento paffi, fenza
che non mi abbia a pofare, la mia debolezza e' eftrema, di
continuo i dolori mi rodono tutto il corpo, ma
principalmente le fpalle,? tollero molti incomodi nel petto, e
folo mi fi e' confervato l'appetito, ma anche quello per mia
sfortuna; poich appena ho prefo il cibo, che incominciano i
dolori a moleftarmi lo ftomaco, ne mi vien fatto di
ritenervene dentro alcun poco: s'io leggo una o due pagine,
mi fi empiono gli occhj di lagrime le quali mi danno una
grave moleftia, e contro ogni mia voglia mi fi hanno fatti
famigliari i fofpiri. Filo exili flaccidius veretrum, omnifque
erectionis impotens, femen quidem, manu follicitatum
effluere finit, nequaquam vero ejaculat adeo caeterum
imminutum & retractum, ut oculi de fexu vix judicare
poffint" . Nel feguito di quefta opera fi ritroveranno i
fucceffi, che recarono a queft'infermi i rimedj; io li riferir,
perche' effo fu il piu' indebolito e docile degli ammalati,
ch'abbia avuti.
Eccone un terzo, che quando s'era dato ad una si
terribile opera, egli era di dodici anni. Pareva ch'ei foffe piu
attaccato nelle facolt intellettuali, che nella falute del corpo.
Io fento, dic'egli, che fenfibilmente vammi mancando il
calore naturale, i miei fenfi fi fono notabilmente indeboliti.
Il fervido dell'immaginazione e' giunto all'eftremo, e
l'intendimento dell'efiftere mi fi fatto infinitamente men
vivo. Tuttocio, ch'ora fuccede, mi fembra un fogno: duro
fatica a concepir le cofe; e mi fi e' fatta minore fin la
prefenza dello fpirito: in una parola mi fento mancare
quantunque confervi il fonno, l'appetito, ed una ben buona
ciera".
L'ipocondria pure e una confeguenza delle non piu'
rare; e fe gl'ipocondriaci s'abbandonano a quefto coftume,
effo peggiora tutti gli accidenti del male talmente, che li
rende del tutto incurabili. Io ho vedute l'inquietezze, gli
agitamenti, l'afe pi crudeli effere l'effetto di quefte due
cagioni unite infieme; e m'hanno afficurato le reiterate
offervazioni, che negl'ipocondriaci, che vanno

30

AVVERTIMENTI

no foggetti ad effere alcune fiate attaccati da deliri, o da


manie, le polluzioni volontarie hanno ognora follecitate
l'acceffioni. Da quefta doppia cagione indebolito il cervello
a gradi a gradi perde le fue facolt, e gli ammalati cadono
finalmente in una imbecillit, che non viene rimeffa fe non
che da un qualche attacco di frenefie. Le memorie de' curiofi
della natura parlano d'un melancolico; il quale fecondo il
parere d' Orazio, cercava di difcacciar da fe la triftezza col
mezzo
del
vino,
e
che
avendofi
dato
troppo
difordinatament ad un'altra forta di piaceri nel primo
giorno d'un fecondo matrimonio, e' caduto in una mania
cosi terribile , che convenne incatenarlo. (1)
Il Sig. Jakin ci ha confervata ne' commentarj fatti a
Rhazes la ftoria d'un melanconico, che merce' di un tal
genere d'ecceffi e' caduto in una confunzione accompagnata
dalla mania, che in pochi giorni ne lo tolfe di vita (2).
Ogn'uno fa, che i parofifmi epilettici accompagnati da
una effufione di feme lafciano uno sfinimento pi forte, e
principalmente una piu' forte confufione di tefta, che gli
altri, ed il coito eccita le acceffioni di tali incomodi in
coloro, che alla epiteffia fon foggetti; ed ecco il motivo, cui il
Sig. Vanjvvieten attribuifce il grande fconcerto, in cui
cadono gli ammalati, fe le acceffioni fono frequenti. (3) 11
Srg. Didier aveva conofciuto un Mercatante di Montpellier,
che non facrificava giammai a Venere, fenza rimanerne
attaccato dall'epitefia (4).
Galeno ha quanto a ci una ugual oflervazione (5) , ed
Enrico Van Hoers attefta la fteffa cofa(6). Ed io ebbi
occafione di convincere me medefimo. Il Sig. Vanjvvteten ha
conofciuto un epilettico, che nella ftedffa notte delle fue
nozze fu attaccato da un'acceffione (7). Il Sig. Hoffamanno
____________________________________________________________
(1) Decurf. 11. an. 4. obf. 166. p. 517.
(2) Scheuckius L. 1. obf. 2. de mania p. 152.
(3) 1077. I. 3. 429.?(4) Queft. Med. an. epilep. Mercurius vita.
(5) De locis affectis L. 5. c. 6.
(6) Obj. Med. rara, obj. 18.
(7) . 1075. t. 3, p. 412.

D E L S I G. T I S S O T.

31

no conofceva una femmina molto fenfuale, quale dopo ogni


atto venereo il piu' delle fiate foffriva un'acceffione
epilettica. Si puo' qui allegar cio' che dice Boerhaave nel fuo
trattato delle malattie de'nervi, che nell'ardore venereo tutti
i nervi fono cagionevoli, alcune fiate fino alla morte. Ei
rifefifce l'efempio d'una femmina, che dopo il coito cadeva
ogni volta in ben lunghe fincopi, e quello d'un uomo, che
mori' nell'atto del primo congreffo; la forza dello fpafimo
l'avea gittato in quell'iftante in una total paralifia (1). Ed io
ho ritrovato nell'eccellente opera, di cui il Sig. Sauvages
n'arricchisce la medicina, la offervazion fingolariffima, e
forfe unica d'un uomo, che fu il piu dolce dell'atto fu
affalito (ed il male duro' per dodici anni) da uno fpafimo,
che gli refto' tutto il corpo rigido, infleffibile, e privo di
fenfi, e di conofcimento. Ita ut illum prae oneris impotentia
in alteram lecti partem excutere cogeretur uxor, & evacuatio
fpermatis lenta flacidoque veretro demum fuccedebat
remittente corporis rigiditate(2). Io fo diverfi altri fatti
analoghi, ed il Sig. De Holler ne ha indicato un gran numero
nelle fue rifleffioni fu le intuizioni del Sig. Boerhaave (*), e
parecchie altre fe ne trovano, anche preffo gli offervatori.
S' veduto di fopra, che le polluzioni volontarie
procurano l'epileffia, e che cio' fuccede piu' di frequente
forfe di quello che fi crede; far dunque da ftupirfi che gli
atti venerei ne fomentino le acceffioni come pi d'una fiata
mi e' accaduto di vederlo in quelli che ne fono di gia'
foggetti. E' egli da ftupirfi ch'ella renda in-curabile fiffatta
malattia (A)
Que___________________________________________________________
(1) De morbis nerv. p. 462.
(2) Nofologia meth. feu claffes morb. t. 5. p. 230.
(3) M /. 658. n. f. * t* 5. p, 446.
(A) Qui viene a propofito un cafo particolare di un mio
dolciffimo Amico, quale piu' e piu' fiate m'ha narrata la
trifta iftoria di un fuo male, che dal tredicefimo anno
perfino al ventefimo primo ne lo ha travagliato. Non aveva
ancor compiuto il tredicefimo anno, che nel plenilunio
d'Agofto all'improvvifo fenz' alcuna manifefta caufa
incappo' in un'acceffione epilettica, che io tenne oppreffo
per quafi dodici ore, nelle quali di vita altro fegno

32

AVVERTIMENTI

Quefta perfetta rigidit di tutto fi corpo, di cui ne parla


Boerhaave, e' uno de' piu' rari fintomi; io non l'ho veduto
ch'una fola fiata, quando ho data alle ftampe l'ultima
edizione di queft'Opera, ma nel grado il piu' avanzato, e
compiuto. Il male aveva cominciato da una rigidezza del
collo, e della fpina dorfale; ella e' pafsata fucceffivamente a
tutti i membri: ei io ho veduto quefto sfortunato giovane,
alcun tempo prima della fua morte, non potendo ritrovare
altra fituazione, che quella del giacerfi nel letto boccone,
fenza poter muovere ne' un piede, ne' una mano, incapace
d'ogni altro movimento, e ridotto a non pigliare altri
alimenti, che quelli, che gli venivano recati alla bocca: in un
si mifero ftato vifse alcune fettimane, e mori', o piuttofto
s'eftinfe, che piu' non fapeva, cofa fi fofse la tolleranza.
Io n' ho veduto in apprefso un altro terribile efempio
d'una perfetta, e mortale rigidit, che merita beniffimo
d'efsere riferita. Io fui ricercato li 10.di Frebbrajo 1760.
perche' andaffi in campagna a vifitar un uomo di quaranta
__________________________________________________________
gno non dava, che quello d'una piccoliffima refpirazione,
pafsato il parofifmo rimanevafi ftanco, e talmente
indebolito, che il giorno dietro appena reggevafi in piedi; ed
una tal debolezza la ftate durava cinque o fei giorni, ma
l'inverno folamente due, o tre, ne'quali ei provava una
fomma inappetenza, anzi una vera veriffima avverfione al
cibo, incapace ad ogni cofa, che richiedeffe applicazione,
pieniffimo di noja, non potendo foffrire i proprj parenti
non che gli amici, e cosi melanconico, fonnacchiofo, ftupido,
bambo fe la pafsava que' giorni in baloccamenti, e bagatelle;
e cio' pure gli accadeva fedelmente ogni plenilunio: Un certo
pefo di tefta, ed altre volte certi capogiri, ed altre fiate certi
travagli di ftomaco erano gli avvifi dell'epilettica acceffione.
I parenti cercavangli aiuti, ma tutti erano inutili; hanno
dimandata opinione dagl'uomini pi dotti di Padova, e di
Bologna, e vedendo, ch'alcun vantaggio non gli preftavano i
fuggeriti rimedj, n volendofi perfuadere, che regit luna in
epilecticis periodos , ed averndo per frottole, e ciance le
ofservazioni di Tommafo Bartolino, di Carlo Pifone, del
Tulpio, d'Acchibaldo
Piccard-

DEL

SIG.

T I S S O T.

33

quarant'anni ch'era ftato ben forte, e robuftiffimo, ma


ch'aveva commeffi de' frequenti ecceffi con le doone, con il
vino, ed egli di fovente s'aveva efercitato nella lotta. Erano
piu' mefi, che il fuo male aveva cominciato da una
debolezza nelle gambe, che lo faceva nel camminar barcollare
come s'egli aveffe di troppo bevuto. E paffeggiando ei cadeva
alcune fiate in terra, ne poteva piu' discendere le fcale fe
non che con molta fatica, percio non ofava quafi piu' di
fortire dal fuo appartamento. Le mani gli tremavano
moltiffimo; e non gli riufciva piu' di fcrivere alcune poche
parole fenza una fomma difficolta', e maliffimamente le
vergava, comeche le dettaffe agevolmente; ma la fua lingua,
che non aveva avuta giamai una ben grande fpeditezza, ha
incominciato ad efferne manco fpedita. La memoria gli
ferviva molto bene: e l'unica cofa, che potette far fofpettare
di una qualche lefione nella facolt fi e', ch'era meno
attento al giuoco della Dama, e che la fua fifionomia erafi di
molto cambiata, eragli rimafto interamente l'appetito ed il
fonno; ma provava alcun poco di difficolta' nel girarfi ful
letto. Mi pareva, che gli ecceffi fatti con le donne, e col vi.
no
__________________________________________________________
Piccarnio, di Ricardo Mead, di molt'altri celebri uomini, che
gli Atti di varie Societa' ed Accademie, nonche' dimoftrano
effervi alcuni mali, e principalmente nervofi, ed epiletici, i
quali moftrano d'aver alcun affare con le fasi della luna,
diedero ogni colpa alle fattucchierie; ma i fegni non gli
giovarono piu', ch'il Cinabro nativo, la Canfora, la
Chinachina, il ferro, l'acque termali; i bagni caldi e freddi, i
Cauterj , certe polveri antipiletiche e cert'altre polverette,
pillolette fpeciofe recategli da certe vecchie Medichefse. Un
certo Ostis Medico di un luogo d'Iftria, accidentalmente
venuto a cafa fua configliollo a prender moglie: con fatica
finalmente l'ha ritrovata, ed ella perfettamente lo guari', ed
or e' faniffimo, ed ha due figli: non farebb'ella gia' cofa
ftrana, e fuor d'ufo, fe effi, Iddio li guardi pure, provafsero i
mali di fuo Padre . Perche' poi a quello ch'abbia tanto
giovato il matrimonio io nol capifco; veggo bensi' la cagione,
per cui il medefimo danneggia in tal modo univerfalmente
gli epilettici.
C

34

AVVERTIMENTI

no foffero la cagione primiera del fuo male, e penfava, che la


lotta, alla quale foventemente erafi dato, poteffe effere la
cagione, per cui i mufcoli principalmente veniffero affaliti:
la ftagione era poco amica ai rimedj; ma conveniva cercare
riparo ai progreffi del male. Io gli ho configliati de'
fregamenti a tutto il corpo con la fanella, ed alcun
corroborante; io penfava d'accrefcerne le doti, e giungervi
l'ufo dei bagni freddi nell'incominciamento della ftate; in
capo di alcune fettimane nei tremori delle mani pareva
alcun poco alleggerito. Nel mefe d'Aprile s'ebbe un confulto,
ed haffi attribuita la malattia a quello che l'infermo alcuni
mefi fa aveva fcritto fopra le pareti d'una camera di frefco
imbiancata. Si dato mano ai bagni tiepidi, a delle
fregagioni oleofe, a certe polverette, che fi dicevano effere
diaforetiche, ed antifpafmodiche; ma non fegui giammai
alcun cangiamento. Nel mefe di Giugno con un fecondo
confulto fi e' ftabilito ch'egli andaffe a prender l'acque di
Leuk Valefe; ma dopo il fuo ritorno gli fi accrebbe vieppiu'
la rigidezza e il tremore. Quindi dal Settembre 1760. fino al
mefe di Genaro 1762. io non lo ho vifitato che tre o quattro
volte.^ Nel 1762. fulla fede di non fo quale avvifo fife ve-nire
da Francfort i rimedj dell' Onania , quali punto non gli
giovarono. E l'anno fcorfo ne gli ha prefi da un Medico
ftraniero, con piccioliffimo buon fucceffo. Il male ha fatto
de'cominciamenti, e dei progreffi lenti, ma giornalieri. E
piu' mefi prima della fua morte ei non poteva piu'
foftenerfi fulle gambe, e fenza ajuto non poteva muovere ne'
un braccio, ne' una mano; fempre piu' la lingua meno
fpedita gli fi faceva, e perde' talmente la voce, che fenza
molta fatica non fi poteva piu' capire quel ch'ei diceffe; i
mufcoli eftenfori della tefta ne la lafciavano di continuo
cadere fu 'l petto, e foffriva mai fempre delle moleftie ne'
reni; il fonno, l'appetito fucceffivamente gli andarono
mancando, e un mefe prima ch'ei moriffe e' giunto a non
poter inghiottire, fe non con fomma difficolt; dopo le fefte
di natale fu affalito da una certa anguftia, e da una febbre
irregolare; i fuoi occhj s'erano in un particolar modo
incadaveriti; ed ei fe la paffava, quando l'ho riveduto nel
mefe di Gennajo, tutto il giorno, ed una gran parte della
notte fu d'una gran fedia d'appoggio gittato all'indistro con
le gambe
difte-

D E L S I G. T I S S O T ^

35

diftefe fopra una vicina fedia, cadendogli a tutti i momenti


la tefta ful petto, ed avendo del continuo appreffo una
perfona fempre occupata a cangiarnelo di fito, ed a rialzargli
la tefta, a dargli il cibo , il tabacco, a foffiargli il nafo; ed
attentamente afcoltare cio', che le diceva. Negli ultimi giorni
del fuo vivere era ridotto a non pronunziare fe non che a
lettera per lettera, e le fi fcrivevano a mifura, ch'ei le
pronunziava. Accorgendofi, ch'io non gli dava alcuna
fperanza, e che non gli adoperava fe non alcuni lenitivi per
quella certa anguftia, e febbre, prefo dal defiderio di vivere,
egli ha fatto ad uno dei fuoi amici , perche' effo la faceffe a
me, la confidenza della cagione, che gli aveva cagionati tutti
i fuoi mali; ed era quella la volontaria polluzione, a cui da
piu' e piu' anni avevafi dato in preda, avendone continuato
quefta infame azione perfino, ch'effo aveva potuto; e che
concepito aveva beniffimo effergli aggranditi i fuoi mali a
mifura, che a tali ecceffi s'aveva abbandonato; la qual
confeffione effo fteffo alcuni giorni appreffo me l'ha
altresi' confermata. Ed eccone il motivo, che determinato
l'aveva a pigliare i rimedj dell' Onania .
Gli ecceffi nei piaceri dell'amore non producono gia'
folamente delle malattie di languore; ma alcune fiate effi
fvegliano ancora dei mali acuti, ed ognora danneggiano
quelli, che hanno origine da altre cagioni. Faciliffimamente
producono la malignita', la quale altro non ; com'io me la
penfo, fe non fe la mancanza delle forze nella natura.
lppocrate ( 1) ci ha lafciato nelle fue iftorie delle malattie
epidemiche l'offervazione d'un giovane, che per ecceffi di
donne, e di vino, fu affalito da una febbre accompagnata da
fintomi i piu' nojofi, ed i piu' irregolari, e che finalmente fi
e' fatta mortale.
Tutto quello, che dice il Sig. Hoffmanno fopra quefta
materia, merita d'effere qui riferito. Dopo ch'egli ha parlato
dei danni prodotti dai piaceri dell'amore per le perdite
grandi dello fperma, ei paffa ad efaminar quelli, che
ricevono le perfone, le quali ad effi fi danno quando fono
moleftati dalla febbre; ed incomincia dal citare una
offer____________________________________________________________
(1) Eped. 2. 3. fect. agr. 16. Foef, p. 1117.
G2

36

AVVERTIMENTI

offervazione di Fabrizio di Hilden, il quale dice, che un


uomo per aver avuto commercio con una donna il decimo
giorno d'una pleuriride avendo paffato il fettimo con
abbondanti fudori, fu attaccato da una gagliarda febbre, e da
un confiderabile tremore, e mori' nel decimo terzo giorno del
fuo male. Ei da' in feguito poi l'iftoria d'un uomo di
cinquanta anni gottofo, e pel vino, e per le donne portato,
che ne' primi giorni della convalefcenza di una fpuria
pleuritide fu affalito immediatamente dopo il coito da un
tremore univerfale, con un ardore eccessivo nella faccia
accompagnato dalla febbre, e da tutti i fintomi della
malattia, onde s'era appena ricuperato, ma con molta piu'
forza di quello che ftato fuffe nella prima fiata, e ne fu ben
in un grande pericolo. Ei parla di un altro, il quale non fi
dava giammai agli ecceffi venerei, che non fotte affailito da
una febbre, che per piu' giorni s'addoppiava. Termina con
una offervazione di Bartolino, che ha veduto uno
nuovamente arrimugliato nel giorno dietro alle fue nozze
oppreffo da una febbre acuta, con un fommo abbattimento
di forze, il quale oltre avere degli fvanimenti, e un
immoderato calore, foffriva degli fconvolgimenti di ftomaco,
de'vaneggiamenti, e l'incomodo della vigilia, e delle piu'
moleftee inquietudini. Mediante pero' alcuni cordiali, ed il
ripofo ne e' perfettamente guarito (1).
Il Sign. Chefneau ha veduto due giovani maritati nelle
prima fettimana delle loro nozze affaliti da una violenta
febbre continua con gonfiamento, e roffore notabile nella
faccia: l'uno dei due provava un gagliardo dolore negl'ifchi,
e l'uno, e l'altro perirono dopo alcuni pochi giorni (2) .
Il Sig Vandermonde defecrive una febbre dalla fteffa
cagione prodotta, che fu lunghiffima, ed accompagnata da
accidenti i pi terribili, ma in quefto la fine fu di gran
lunga piu' felice , di quello ch'ella fia ftata nell'ammalato
d'Ippocrate. Io non riportero qui la defcrizione, che ne fa
effo; poiche' la e' un poco troppo lunghett , ma
confi____________________________________________________________
(1) De morb. ex minia ven. . 20. 21.
(2) Nia. Chefneau obf. Med. l. 5. obj. 36. 37.

D E L S I G. T I S S O T. ?

37

configlio i Medici a leggerla nella ftefsa opera, ch'al di d'oggi


per ogni dove s'attrova: parler poi pi fotto del modo, con
cui ha trattato l'ammalato. Il Sig, de Sauvages chiama quefta
malattia col nome di febbre ardente degli fpoftati: il polfo
loro quando forte, e pieno, quando debole, e piccolo; le
orine fono rofse, la cute fecca, e calda, confiderabile la fece;
le naufee li moleftano, ne' loro riefce mai di chiudere gli
occhi (1).
Io ho veduto nel 1762. e 1763. due giovani faniffimi, e
molto robufti, che furono afsaliti l'uno la notte addietro,
l'altro nella feconda delle loro nozze, fenza alcuniffimo
intirizzimento, da una fortiffima febbre con un polfo celere,
e duro, con dei movimenti convulfivi molto leggieri, una
intollerabile inquietezza, e la cute fecchiffima; l'altro
provava un'alterazione grandiffima, e gran fatica
nell'orinare.
Io
tofto
ho
penfato,
che
il
vino
ftrabocchevolmente tracannato poteffe aver la colpa di
quefti accidenti; ma ne fui pienamente diffuafo, ed almeno
quanto al fecondo. Guarirono entrambi in capo a due giorni,
e la cireoftanza, che s'aggiugne all'epoca della lor malattia,
ed ai fuoi caratteri, non lafcia dubbio alcuno fulla cagione
(A).
Dal____________________________________________________________
(1) Nofolog. 1. 2. p. 262.
(A) Mi venga permeffo di riferir qui un'iftoria affai pi
fpaventevole di quefta. Una donzella di ventidue anni di
temperamento fanguigno, in ogni altra cofa favia, fuor che
nel fare all'amore, fu prefa all'improvvifo da un gagliardo
mordimento vicino all'umbil ico, e dai dolori forti di tefta, i
quali, quando facea maggiori forze una picciola
febbriciatola, divenivano pi grandi. Mirabil era una
tal^febbre, avvegnache' in meno di fei ore ella paffava tutti
quei gradi proprj delle periodiche, ed altre fei ore lafciava
l'ammalata in una perfettiffima quiete. Io le prefcriffi
quattro oncie d'oglio di mandorle dolci con alcun poco di
fucco di limone, che le fe fcaricare delle materie fetide
giallaftre: la continuazione del fucco di limone fchietto
fchietto, di al cun poco di Diafcordio, d'argomenti fatti di
brodo digraffato, e d'ogliodi mandorle dolci, mediante la
quiete del letto, l'aveano guarita, e le aveano reftituite le
forze, che da un si corto, pic,
cioC3

38

AVVERTIMENTI

Dalle trifte offervazioni ho imparato, che le malattie


acute in quelli, che proccuranfi delle frequenti polluzioni,
fono molto moltiffimo dannofe; il loro genio e'
ordinariamente irregolare, ineguali ftranamente i lor
fintomi, i loro periodi fenza ordine, ne' avvi alcun che da
fperare nel temperamento. L' arte e' obbligata a far di tutto,
e come non proccuranfi delle perfette crifi, fe non
dappoiche' con non poca pena la malattia e' fuperata, cosi'
l'infermo rimane in uno ftato di languore piuttofto, che di
convalefcenza, ed efige che gli fi continui la cura, e
l'attenzione piu' affidua onde impedire, ch'ei non cada in
una qualche cronica infermita': ed io fo beniffimo, che il Sig.
Fonfeca ci avea di gia' avvertiti di un tal pericolo. Molte
giovani perfone, dice egli, medefimamente robuftiffime, per
l'intemperanza con le donne nella ftefsa notte del coito fi
hanno tirato addoffo una febbre acuta, la quale o le ha tolte
dai vivi, o gettate per lo meno in nojofe malattie, da cui con
fomma difficolta' guarirono;
im____________________________________________________________
ciolo male non fo come le poteffero eflere ftate tolte. Per
otto, o dieci giorni ella fi ftava beniffimo, ma all'improvvifo
una notte fi fono foppreffe l'orine in modo, che in diciotto
ore non rilafcio', che cinque od al pi fei oncie d'orine
torbidiffime, e roffe, quando n'aveva bevute da fei, o fette
libbre d'acqua addolcita dal zucchero. Le prefcriffi che la
fera prendeffe due fcrupoli di nitro, ed efso le fece quella
notte rilafciare in copia dell'orine limpidiffime e
biancaftre; il giorno dietro la trovai con una febbre acuta, ed
avea il ventre talmente gonfio, che fuperava la lunghezza di
due braccia; l'improvvifo gonfiamento, l'elafticita', il pefo
mi fecero credere, che l'aria n'aveffe tutta la colpa. Le forze
fue erano fnervate, il polfo piccolo, ed affai frequente, e
fino dal primo giorno il corpo le tremava. Avea la faccia
fempre accefa, il corpo qua', e la' fegnato di ftrifcie quando
roffe, quando livide. Le fue orine erano ognora roffe
roffiffiine, e fcarfe, la cute fecca, ed abbronzata; e ogni
mattina quafi alla ftefs'ora veniva prefa da una fincope
durante un'ora fa circa, ch'era feguita da un vomito copiofo
di materia gialla fetida, ma verde, quando la notte innanzi
pigliata aveva una piccola dofe d'oglio
di

D E L S I G. T I S S O T.

39

imperciocche' quando il corpo e' indebolito dagli ecceffi


venerei, fe venga affalito da una qualche malattia acuta,
non avrei alcun rimedio (1).
Appena paffato aveva ii diciaffettefimo anno un
garzone, che fi diede con tanto furore alle volontarie
polluzioni, che in fine in luogo di fperma non ifpargeva
altro che fangue, una tal perdita fu ben prefto feguita da
ecceffivi dolori, e da un'infiammazione di tutti gli organi
della generazione. Ritrovandomi a cafo alla campagna mi fu
fopra cio' dimandato parere; io ordinai che gli fi
applicaffero dei cataplafmi eternamente ammollienti, i
quali produffero l'effetto, ch'io m'afpettava, ma ho rilevato
alcun tempo dopo ch'egli era morto dal vajuolo, e punto non
dubito, che i mali trattamenti e le fcoffe che dato avea col
fuo infame furore al proprio temperamento, non abbiano
avuta una colpa ben grande a far mortale codefta fua
malattia . Ma alla giovent qual ammonizione mai giova!?
Tut____________________________________________________________
di mandorle dolci con il fucco di limone; un ora dopo a cio'
ella aveva uno, o due fcarichi di ventre della fteffa
ftefiffima materia accompagnati da fortiffimi dolori
all'umbilico. In quattro giorni moltiffimo crebbero le vigilie,
e la gonfiezza le fi era talmente dimagrita, che ben le fi
potea dire:
Dal capo al piede in fomma ella parea
Della miferia l'unico ritratto;
Ne' le mancava per fua cruda forte,
Fuorch la falce a fimigliar la morte.
e que' giorni, in cui non aveva ne' vomiti, ne fcarichi di
ventre fe ne ftava peggio. In capo a fedici giorni dopo aver
perdute interamente le forze, ed i fenfi cosi' interni come
efterni, malgrado i pi forti ajuti, che puo' in tali cafi
preftare la medicina, fatta tutta quafi livida l'infelice
mori'. Ho delle valide ragioni in tanto per credere, ch'ella,
forfe non credendo di far male, molto di frequente fi
proccuraffe il piacere venereo, e che la caufa del fuo male
fieno ftate appunto le volontarie polluzioni.
(1) De Sanitate tuen p. 116.
C4

40

AVVERTIMENTI

Tutti quelli, che hanno fovente occafione di trattare


mali venerei, fanno benffimo, ch'effi in quelli appunto ne'
quali
le
diffolutezze
fono
famigliari,
divengano
frequentemente mortali. Io ho veduto fu 'l fatto di quefta
cofa degli fpettacoli i pi fpaventevoli . ^
S E Z I O N E

V.

- Confeguenze delle Volontarie Polluzioni nelle Donne.


PArrebbe che le offervazioni? precedenti, fe non fi eccettui
quella del Sig. Stebelin, riguardaffero tutte principalmente
gli nomini. Ma farebb'egli quefto un trattare compiutamente
quefta materia, qualora non fi ammoniffe anche il bel feffo,
che correndo la ftffa carriera, n' egli pure agli fteffi
pericoli efpofto. Imperciocche piu' d'una fiata hannofi le
femmine tirato addoffo tutti que' mali, ch'io fono per
defcrivere, ed accade pur troppo che abbandonandoti a
quefta luffria ne rimangan effe miferabilmente fue vittime.
L' Onania Inglefe piena tutta di tali avvenimenti, i quali
non poffono leggerfi fenza efffer prefi da orrore, e
compaffione. Pare che il male anzi faccia piu' forza nelle
donne, che negli uomini (A). Oltre a' fintomi tutti che ho di
gi riferiti, le donne fono piu' particolarmente efpofte a
degli ifterifmi, overo a vapori terribili, ad itterizie
incurabili, a crudeli convulfioni di ftomaco, e di dorfo a
forti dolori di nafo; a perdite
____________________________________________________________
(A) Avvegnache ad effe piu', che gli uomini i piaceri lafcivi
vanno a fangue, e non fi faziano giammai; e poi la loro
macchina e' pi debole, i nervi loro fono piu' fenfibili; e
come fono per l'ordinario alle fatiche e del corpo, e dello
fpirito meno degli uomini atte, cosi' meno capaci di effi fon
elleno a reggere a si gagliardi difordini: ed il Berni dice
beniffimo
Fece il fugo la fua operazione
Piu' tofto nella donna delicata.
Che un cor gentil piu' tofto fente morte
Ed ogni paffion, che un duro e forte.

A V V E R T I M E N T I.

41

dite d'umor bianco, di cui l'acrimonia e' una fonte continua


de' dolori i piu' fenfibili nell'utero. Vanno pure foggette a
prolaffi, ad efulcerazione della matrice, e da tutte
l'infermit, che tirano feco quefti due mali: a ferpigni ed
allungamenti de la Clitoride, a furori uterini, che togliendo
loro alle volte il roffore, e la ragione l'eguagliano a brutti i
piu' lafcivi, fino che una morte difperata da' dolori, e
dall'infamia le fiaccano.
La faccia, fpecchio fedele dello ftato dell'anima, e del
corpo, e' la prima a darci a conofcere gl'interni loro
cambiamenti. La buona falute, ed il buon colorito, quali
uniti infieme formano una tal aria di gioventu, che fola
puo' fare le veci della bellezza, e fenza la quale la bellezza
fteffa non produce altre impreffioni, che quelle d'una
fredda ammirazione; la buona falute, ed il buon colorito, io
diffi, fono i primi a fparire, e' ben prefto paffano al luogo
loro il dimagrimento, un livido colore, e la ruvidezza della
cute. Gli occhj perdono il loro vivo e s'appannano, e il loro
languore guafta quello di tutto il corpo; le labbra
impallidifcono, ed annegrifconfi i denti. E finalmente non e'
mica una cofa rara, fe la figura fteffa riceve un
confiderabile cangiamento per la diformazione di tutto
interamenre il taglio della vita. La rachitide, che
comunemente fi appella malattia, ch'annoda, non e' gia' un
male, che, come il grande Boerhaave ha fcritto, non affalga
giammai alcuno dopo il terzo anno. Ella fi vede
comunemente nelle giovani perfone dell'uno e dell'altro
feffo, ma principalmente tra le donne, che dopo effere
crefciute fino all'ottavo, decimo, duodecimo, decimoquarto, e
fino ancora al decimo fefto anno, poco a poco sfigurano nel
taglio di vita per l'incurvatura della fpina dorfale, ed alcune
fiate lo fconcerto ne divien confiderabile. Non quefto il
luogo di dare un'idea di quefta malattia, ne' tampoco di
accennar le cagioni, che la producono. lppocrate n'ha di gi
affegna- te due, (1) cui fi aprira' forfe occafione in un'altra
opera di pubblicar quel che ho imparato da parecchie
offervazioni ful fatto di quefta malattia. Ma cio' ch'io debbo
dir
____________________________________________________________
(1) Aphorif. fect. 46.

42

AVVERTIMENTI

dir qu, egl'e', che tra quefte^ caufe la volontaria polluzione


n'occupa uno dei primi luoghi.
II Sig. Hoffmanno aveva di gia' detto, che la gioventu' la
quale ai piaceri dell' amor s'abbandona prima di aver
terminato di crefcere, dimagra, ed in luogo di crefcere
piuttofto s'impiccolisce (1). E non e' egli difficile a capire,
che una cagione, che puo' impedire l'aggrandimento, debba
vieppiu' scomporre l'ordine, e cagionar quelle ineguaglianze
di ftruttura, che nella malattia, di cui ne parlo, hanno parte.
Un fintomo comune a i due feffi, e ch'io in quefto
articolo riferifco, perche' e' alle donne piu' famigliare, egli
e' l'indifferenza, che quefta infamia lafcia per li piaceri
legittimi dell'imeneo, anche allora che gli appetiti e le forze
non fono per anco eftinte: indifferenza, che non folamente
fa dei celibi, ma che fovente continua perfino al letto
maritale . Nella raccolta del Dottor Bokkers, una donna
confeffa, che quello manual giuoco ha prefo tanta forza
fopra i fuoi fenfi, ch'ella odia i legittimi mezzi di
ammorzare gli ftimoli della carne. Io conofceva un uomo, che
inftruito in quefte abbominazioni dallo fteffo fuo Maeftro,
ha provato lo fteffo difpiacere nel cominciamento del fuo
maritaggio, e l'angofcia di quefta fituazione giunta
all'indebolimento dovuto all'opera di fua mano l'ha gittato
in una profonda melancolia, che rimafe vinta fotto l'ufo dei
rimedj nervini, e' corroboranti.
Prima d'andare innanzi, mi venga permeffo d'invitare i
Padri, e le Madri a riflettere fu l'occafione della difgrazia di
queft'ultimo ammalato, e ve ne fara' pur troppo piu' d'uno
nel medefimo cafo . Se fi arriva ad effere ingannati fino a
tal fegno nella fcelta di quelli ai quali fi e' affidata la
rilevante cura di formare lo fpirito, ed il cuore della tenera
gioventu', che non fi dovr poi temere e di quelli, che non
effendo deftinati fe non fe a mettere in azione le loro forze
naturali vengono meno rigorofamente efaminati intorno ai
coftumi , e dei
do____________________________________________________________
(1) De aetate conjugio opportuna, . 10. fuppl. fecund. pag . 340.
Tutta interamente la Differtazione merita d'effere letta;
quantunque ella poffa effere meglio fatta.

DEL

S I G. T I S S O T.

43

domeftici che fpeffe volte fi prendono a fervizio fenza


informarfi quali effi fi fieno.? Quel tenero garzone di cui ho
fcritto in feguito al Sig. Raft, fu ammaeftrato nel male, come
s'e' veduto, da una ferva. Di fimili efempi n'e' piena la
raccolta Inglef , ed io non ne potrei addurre, che un numero
troppo grande di tenere piante perdute per colpa del
giardiniero, a cui s'avea fidata la gelofa cura del loro
incremento e vaghezza.
Vi ha in quefta fpecie di coltura dei giardinieri di due
feffi. Quali rimedi, mi dir taluno, fi poffono prefcrivere a
tanti mali. Non tocca a me rifpondere, pure brevemente
rifpondero'. Ufare la piu' grande attenzione nella fcelta dei
precettori, vegliare fopra d'effi, e fopra i loro allievi con
quell'attenzione, onde un Padre di famiglia attento, ed
illuminato fcopre cio' che fi fa nei piu' rimoti angoli della
fua cafa; con quell'attenzione che difcuopre la tana del
cervo sfuggito di fotto agli occhj di tutti, il quale non e'
difficile a prenderlo quando vivamente fi voglia:
Docuit enim fabula dominum videre plurimum in rebus fuis.
Phaed.

ne' lafciare giammai la gioventu' fola in compagnia dei


Maeftri fofpetti; e fegregarla da ogni commercio con i fervi.
Non e' gia' gran tempo, che una figlia di diciotto anni,
che avea goduto d'una perfettiffima falute, fu prefa da una
eftrema debolezza, e le fue forze di giorno in giorno
andavano mancando; il giorno ella era oppreffa dal
fopimento, e la notte annojata da vigilie lunghiffime; aveva
perduto ogni appetito, ed una gonfiezza edemarofa le s'era
fparfa per tutto il corpo. Ella ha prefo parere da un efperto
Chirurgo, il quale dopo averfi accertato, fofpetto', che la
colpa fi doveffe rifondere fulle volontarie polluzioni.
L'effetto che produffe la fua prima domanda gli confermo'
il giufto fofpetto, e la confeffione dell'ammalata l'ha
cangiato in certezza. Egli, le fe'veder tofto i pericoli di
fiffatto lavoro delle fue mani, il quale tralafciato appena, ed
alcuni rimeij in pochiffimi giorni le hanno arreftato gli
avanzamenti del male, e recato altres un miglioramento
notabile.
Ol-

44

AVVERTIMEMTI

Oltre la polluzione, o fia lo fpargimento di feme che fi


proccura colle proprie mani, avvene un'altra, che? chiamar
fi potrebbe Clitoridiana, di cui l'origine, per quei che fi fa,
monta fino alla feconda Saffo:

Lesbide infamem, quae me feciftis, amatae:


E che troppo comune fra le donne di Roma nell'epoca, in cui
fi fono perduti tutti i buoni coftumi, ne fu piu' d'una volta
l'oggetto degli epigrammi, e delle fatire di quel^fecolo.

Lenonum ancillas pofitas Laufella corona


Provocat-, & tollit pendentis praemia coxae
Ipfa Medullina frictum criffantis adorat.
Palmam inter dominas virtus natalibus aequat (1) .
La natura da' negli occhj ad alcune femmine una mezza
fomiglianza cogli uomini, che malamente esaminata ha fatto
credere per ben molti fecoli la chimera degli ermafroditi. La
forma non naturale d'una parte piccoliffima rapporto
l'ordinario, e fu cui il Sign. Tronchin ha pubblicato una
dotta Differtazione, opera tutto il miracolo, e l'abufo odiofo
di quella parte n'e' cagione di tutto il male. Gloriofe forfe di
quefta fpecie di raffomiglianza con gli uomini, vi fi
trovarono delle donne imperfette, che appropriarono a s
ftefte le medefime azioni virili (2). Ma non per quefto il
pericolo e' minor in cio' di quello, che negli altri modi della
polluzione, e le confeguenze ne fono egualmente terribili.
Tutte quefte ftrade guidano ai diffeccamenti, al languore, ai
dolori, e alla morte. Queft'ultimo genere pero' merita tanto
pi d'attezione, quanto egli e' piu' famigliare ai noftri
giorni, e ch'egli e' forfe facile il ritrovare piu' d'una
Laufella, e piu' d'una Medulli____________________________________________________________
(1) Juven. Sat. vi. v. 321.
(2) lllas dixit Graecia Teibades. Gallis dicuntur Ribaudes
monftrum quotidie nafcens, & cui eo confidentius fe fe
tradunt puellae, quod abeft foecunditas, & ut divit
Juvenalis.
quod abortivo non eft opus:

D E L S I G. T I S S O T.

45

dullina, che a fomiglianza delle Romane, ftimino molto i


doni della natura per credere, che debbono elleno far in
modo che n'abbiano a fparire le arbitrarie differenze della
nafcita.
Si veduto fovente delle femmine amar delle donzelle
con tanto ardore, come gli uomini i piu' appaffionati; e
concepir altresi' la gelofia piu' viva contro coloro, che
pareffero aver alcuna affezione per effe.
Ma egli e' tempo di por fine a si trifti racconti. Io
m'annojo a defcrivere l'ofcena fporcheria, e le miferie
dell'umanit. Qui non ammaffero' dunque un numero piu'
grande di fatti poiche' quefti che mi rimangono, troveranno
luogo naturalmente altrov . Palffero' tofto all'efame delle
cagioni, fatta ch'io abbia quefta offervazione generale; cioe'
che la gioventu', che abbia fortito una tempera debole, ha in
parita' di difordini a temer affai pi mali, che coloro, che
nafcono vigorofi, e forti. Niuno sfugge il gaftigo, ma non
tutti lo provano egualmente fevero. Quelli principalmente,
che hanno a temere l'eredit di qualche malattia o dal
padre, o dalla Madre, ovvero che vengono minacciati dalla
gotta, dal calcolo, dall' etifia, dalle fcrofole, o che hanno
avuto alcun'attacco di toffe, d'afma, di fputi di fangue,
d'emicranie, d'epileffia, o che hanno propenfione a quella
fpecje di mania, di cui n'ho parlato di fopra, tutti quefti
infelici, io dico, debbono effere interamente perfuafi, che
ciafcun atto delle loro diffolutezze mena un forte colpo al
loro temperamento, cosi' che fopraggiungendo loro quanto
prima i mali che temono, cio' contribuira' a render loro
infinitamente piu' molefte le accezioni, e li getter fu 'l fior
degli anni loro in tutte le infermita' della piu' languente
vecchiezza.
Tartareas vivum conftat inire vias.
ARTI-

46

A V V E R T I M E N T I.
A R T I C O L O.

I I.

Le Caufe .
S E Z I O N E

V I.

Importanza del Liquore feminale.


COme mai un troppo grande fpargimento di feme produce
egli tutti i mali, che ho defcritti.? Cio' e' appunto, che debbo
attualmente efaminare. Si poffono ridurre quefte cagioni a
due, che fono, la privazione di quefto liquore, e le
circoftanze, che n'accompagnano lo fpargimento. La minuta
defcrizione anatomica degli organi, che lo feparano, le
conghietture piu', o meno probabili fu il modo, onde fi
forma quefta feparazione, le offervazioni fopra le fue
qualita' fenfibili , fono per queft'Opera altrettanti oggetti
fuori di nicchio . Qui non fi tratta d'altro che di provare la
fua utilita' con le tefl'timonianze de' pi accreditati Medic ,
di cui ne ho gi riferite alcune, e di ftabilire i fuoi effetti
ful corpo. La fezione poi feguente far deftinata all'efame
degli effetti , che debbono produrre le circoftanze, che lo
fpargimento accompagnano.
Ippocrate ha creduto, che quello liquore fi feparaffe da
tutto il corpo, ma principalmente dalla tefta. Lo lperma
dell'uomo, dic'egli, fi parte da tutti gli umori del fuo corpo,
e n'e' la parte la pi importante. Ne e' una prova la
debolezza che fentono coloro, che per l'accoppiamento ne
perdono, per quanto piccola fiane la dofa perduta. Vi fono
delle vene, e de' nervi, che da tutte le parti del corpo vanno
ad unirfi alle parti genitali; quando quefte fi trovano
riempiute, e rifcaldate, provano un prurito, che
comanicandofi per tutto il corpo vi porta un'impreffione di
calore, e di piacere. Gli umori entrano quindi in una certa
fpecie di fermentazione, la quale fepara tofto quello, che
v'ha di piu' preziofo, e balfamico, e quella parte, in tal
guifa dal rimanente feparata, viene dalla fpinal midolla
portata agli organi genitali

DEL

S I G. T I S S O T.

47

li (1). Galeno fteffo sdotta quefta opinione. Quetft'umore


dic'egli, non e' che la parte la piu' fottile di tutte l'altre;
egli ha le fue vene, ed i fuoi nervi, che lo recano da tutte le
parti del corpo ai tefticoli (2). Perdendone lo fperma, dice
altrove, perdono^ nello fteffo tempo gli fpiriti vitali, in
modo che punto#non e' da ftupirfi, che un coito troppo
frequentato ne fnervi il corpo; poiche' effo ne lo fpoglia di
quelle che vi ha in lui di pi puro (3). Lo fteffo Autore ci ha
confervate nella fua Iftoria della Filofofia le opinioni
differenti di parecchj filofofi antichi fopra tal foggetto; le
quali mi fia lecito qui di portarle. ^Ariflotile, di cui le opere
fifiche faranno in eftimazione fino che fi conofcera' il
pregio delle offervaiioni, ed il merito della difficolt che vi
ebbe ad aprire agli altri la ftrada; lo chiama efcremento
dell'ultimo alimento (locche' fignifica in termini piu' chiari
la parte la piu' perfezionata de' noftri alimenti), che ha la
facolta' di riprodurre de' corpi fimili a quello, che lo ha
prodotto. Pitagora dice, ch'egli e' il fiore del fangue il piu'
puro. Alcmeone fuo Scolaro, Fifico e Medico fingolare, uno
de' primi ch'abbiano conofciuta la neceffita' del
notomizzare gli animali (A); e quel folo tra filofofi etnici, che
fembri aver meglio penfato fu la natura dell'anima;
Alcmeone, dico, riguardava lo fperma, come una porzione del
cervello; e non fono che due o tre anni, che un Medico celebre
ha adottato, ed amplificato quefto fiftema, indicando i
canali, per cui il cervello cala ai tefticoli, egli li confidera,
come corpi gommofi, e non gia' glandulofi; e per la
diffipazine appunto del cervello ci fpiega tutti gli fenomeni
degli fpoffamenti venerei.
Platone confidera quefto liquore, come una fcolazione
della midolla fpinale. Democrito l'ha penfata come Ippocrate
e Galeno. Epicuro, quel!'uomo ragguardevole che meglio
____________________________________________________________
(1) De genit. Foef p. 231.
(2) De fperm. L. 1. c. 8. p. 125.
(3) De femin. L. 1. c. 25. t. i. p. 1381.
(A) Calcidio antico commentatore di Platone dice : Alemeon
Crotonienfis inphyficis exercitatus, quippe prius exfectionem aggredi aufus eft, de oculi natura multa & preclara
in lucem protulit. p. 175. in ^Anatomes apud Crotoniatas:
inter omnes faltem Graecos primo inftitutum exercitium.

48

AVVERTIMENTI

glio d'ogn'altro ha conofciuto, che la felicita' dell'uomo


confifte nei piaceri, ma che a quefti piaceri nello fteffo
tempo ha fiffate alcune regole, che anche un Chriftiano non
faprebbe difapprovarle; Epicuro, di cui la dottrina fu si
barbaramente sfgurata, e con si' infami colori dipinta dagli
Stoici, che coloro, i quali non lo hanno conofciuto fe non pel
canale di effi, fi lafciano ingannar a fegno, che reputato
hanno quell'uomo diffoluto, dice il Sig. Fenelon, uno ch'era
d'una efemplar continenza, e in cui i coftumi fono ftati
ognora caftigatiffimi; diro' di piu', che i fuoi principi fono
la piu' fevera cenfura dei dogmi dei fuoi pretefi Settatori
moderni, i quali altro di lui non conofcendo, che il folo
nome, indegnamente fe n'abufano per autorizzare certi
fifterni infami, ch'effo fteffo abborrirebbe, e con cui i dotti
che amano la verita', non debbono permettere, che ne venga
difonorata la fua memoria, fe capaci pur fono d'infamare
alcuno i cattivi; Epicuro, dico , confiderava lo fperma come
una particella dell'anima, e del corpo, e fu quefta idea
fondava i precetti, con cui voleva, che attentameme lo fi
confervaffe.
Ancorch la maggior parte di quefti fentimenti in
qualche cofa fieno differenti, pure tutti provano come egli
e' ftato fempre riputato quefto liquore preziofo. Fu chi
domando' fe era egli analogo a qualche altro umore; fe foffe
per avventura lo fteffo, che quel fluido, che fotto il nome di
fpiriti animali, fcorre pei nervi, e concorre a tutte le
funzioni importanti della macchina animale, e di cui la
depravazione produce un' infinita' di mali si frequenti, e
bizzarri. Ma per rifpondere pofitivamente a fiffatta
domanda, farebbe d'uopo conofcere la natura di quefti due
umori; e noi fiamo troppo lontani da quefti gradi di
conoscenza; e pero' non poffiam fe non proporvi delle
ingegnofe, e probabili conghietture.
Si comprende facilmente, dice Hoffmanno, come v'abbia
un rapporto si ftretto tra il cervello, e i tefticoli: poiche
quefti due organi feparan dal fangue la linfa la piu' fottile,
e la piu' perfetta, che e' deftinata a dare la forza, ed il moto
alle parti, e a fervir altresi alle funzioni dell'anima. Quindi
e' impoffibile, che una diffipazione troppo abbondante di
quefti liquori non diftrugga le forze nello fteffo tempo
dell'anima, e
de-

DEL

S I G.

T I S S O T.

49

del corpo (1). Il fluido feminale, dic'egli altrove, fi


diftribuifce, come gli fpiriti animali feparati del cervello in
tutti i nervi del corpo, e fembra effer egli della fteffa
natura. Da cio' nafce che quanto maggiore n'e' la
diffipazione di effo, tanto meno vi fi fepara di quefti tai
fpiriti. Il Sig. de Gorter feguita la fteffa opinione: Lo fperma
e' il pu' perfetto, ed il piu' importante tra gli umori
animali, il piu' elaborato, e che ha origine da tutte le
digeftioni; il fuo intimo rapporto con gli fpiriti animali
prova ch'ei, come effi, trae la fua origine da umori i piu
perfetti (2). Finalmente ci parrebbe, attefe quefte
teftimomanze, e molte altre, che inutil farebbe il citarle, che
quefto foffe un liquore fommamente neceffario, e che
chiamar fi potrebbe, l'oglio effenziale de' i liquori animali;
o piu' efattamente forfe lo fpirito rettore, di cui la
diffipazione lafcia gli altri umori indeboliti, ed in certo
modo fvaporati (A).
Qua____________________________________________________________
(1) Nello fteffo luogo, caf. 302 p. 293.
(2) De perfpir. infenf. c. 17. . 5. p. 219. nel 1720. il dottore G. A.
Jacque , foftenne a Parigi una tefi fu quefta queftione, an
humorum praeftantior femen e confideratone l'ufo, ei
rifpofe affermativamente.
(A) Il Sig. Maupertuis nella fua Venere^Fifica dimanda, fe
con ragione fi poffa dubitare, fe quel fuoco, che Pro.meteo ha
dal cielo recato in terra, fia per avventura il feme degli
uomini: in fatti dicono i Poeti, effere ftato un fuoco, che
abbia dato anima alla terra, agli uomini.
... Atque animas formatae infundere terrae ! Ovid.
e dappoiche' il matrimonio e' l'anima della focieta', come
l'appella Cicerone, qua! difficolt avro' io a dire, che lo
fperma e' l'anima -del mondo: lo fpirito degli uomini? il
qual poi n'e' ftato la forgente di mille mali come afferifce
Orazio:
Ignem fraude mala gentibus intulit:
Poft ignem aetheria domo
Subdulum, macies, & nova febrium
Terris incubuit cohors.
Ed ?in fatti, tofto che' la noftra macchina incomincia a
feparare lo fperma, e dare con effo de' nuovi ajuti al
Dno-

50

AVERTIMENTI

Qualunque fia, diranno alcuni, la importanza di


queft'umore, poiche' egl'e' feparato dagli altri, e depoffo ne'
fuoi ferbatoi, di qual'ufo puo' egli mai effere al corpo? Ben
fi comprende, che una troppo grand'evacuazione di umori,
che attualmente circolano ne' canali, che per fa fteffa
cagione fervono alla nutrizione, come farebbe il fangue, il
fero, la linfa ec. debba indebolire: ma come puo' mai capirfi,
che un umore, il quale piu' non circola, anzi che dagli altri
e' feparato, poffa produrre il medefimo effetto? Io rifpondo
alla bella prima, ch'efempi fimili, e troppo frequenti per
non effere generalmente conofciuti, avrebbero dovuto
prevenire fiffatta obbiezione. Non v'e' perfona, che non
abbia veduto, chi una perdita di latte, per reftringermi a
cio', ancorche' mediocre, e poco lunga indebolifce a tal fegno,
che le influenze fi fanno alcune fiate fentire in tutto il
tempo della vita, cosi che una balia, la qual non fia molto
vigorofa e la piu' robufta ancora in capo ad una certa eta'
vi lafcia la vita. E la ragione e' fenfibile; imperciocche'
vuotando con troppa frequenza i riferbatoi destinati a
chiudere un qualche liquore, fi determinano gli umori per
una confeguenza neceffaria della macchina a concorrervi in
copia piu' grande; quindi facendofi quefta fegrezione
ecceffiva, tutte l'altre ne debbono foffrire e principalmente
la nutrizione, la quale non e' anch'effa che una fpecie di
fegrezione, ed ecco l'animale a languire ed indebolirfi. Ma a
favor
dello
____________________________________________________________
noftro corpo per la vegetazione e perfezionamento , entra in
noi una nuova razza di malattie piu' terribili, e diverfe da
quelle che nafcono o dalla perdita, o dalla copia degli altri
umori. Potrei moftrare con cento tefti di diverfi poeti,
ch'effi appellavano fuoco lo fperma, e fuoco la libidine,
fuoco che ci abbronza, e diftrugge;
Extra velut claufis fervor confumit in olis
Sic mea confumit vifcera caecus amor.
Mi venga permeffo di qui riportare un paffo di S. Gregorio
fopra le parole di Giobbe: ecco che anch'effo chiama la
libidine fuoco: Ignis eft ufque ad perditionem devorans,
quid eft libido, nifi ignis ?

D E L S I G. T I S S O T.

51

dello fperma v' pure una rifpofta, che non puo' aver luogo
quanto al latte: il latte e' un liquore femplicemente
nutritivo di cui la troppo grande fegrezione non nuoce fe
non per diminuirfi troppo la quantita' degli umori: laddove
il feme e' un'umore attivo, di cui l'efiftenza produce degli
effetti neceffarj all'efercizio degli organi, i quali ceffano
fubito che fono vuotati. Per confeguenza, un'emiffione
fuperflua di fiffatto liquore dee doppiamente danneggiare.
Io mi fpiego: vi fono degli umori, come a dire il fudore, e la
ispirazione, i quali fi diftaccano dai corpi ful momento, che
feparati vengono dagli altri umori, ed efpulfi da' canali
della circolazione. Ve ne fono degli altri, com'e' l'orina, che
dopo quefta feparazione e queft'efpulfione fono ritenuti
per un certo tempo nel riferbatoio a cio' deftinato, e da cui
non fortono fe non quando fono in quantita' affai grande
per eccitare fu queftii riferbaoj un irritamento, che gli sforzi
meccanicamente a vuotarfi. Ve ne fono di una terza forte,che vengono feparati, e ritenuti, come i fecondi, in un
rifebatoj , non gia' per efferne per lo meno interamente
evacuati, ma per acquiftar ivi una perfezione, che rendali
capaci a delle nuove funzioni, quando accade loro di entrar
nella maffa degli umori, e tal e' appunto tra parecchj altri
anche il liquor feminale. Separato ch'ei fia ne' tefticoli
paffa di la' per una ben lunga ftrada alle vefcichette
feminali, dove n' di continuo riafforbito da'vafelletti
afforbenti, e di mano in mano refluito alla maffa intera
degli umori. Queft'e' una verita', che puo' dimoftrarfi con
ben molte prove, ma ne bafta una fola. In un uomo fano, la
feparazione di quefto liquore fi fa di continuo ne' tefticoli,
onde paffa ne' fuoi riferbaroj, de' quali l'eftenfione e'
limitatiffima, e non puo' effer forfe capace a contener tutto
quello che fi fepara in un giorno; e pure vi fono degli
uomini si' continenti che per anni intieri non ne fpargono
punto. Che farebbe dunque di effo, fe di continuo non
rientraffe ne' vafi della circolazione? La qual rientrata n'e'
eternamente facilitata dalla ftruttura fteffa di tutti gli
organi, che fervono alla feparazione, al paffaggio, ed al
confervamento di queft'umore. Le vene fono molto piu'
confiderabili, che l'arterie, e cio' in una proporzioD 2
ne

52

AVVERTIMENTI

ne che non fi trova altrove pi grande (1). Quindi e'


probabile, che quefto riforbimento non venga fatto
folamente nelle vefcichette feminali, ma ch'egli abbia ancora
luogo ne' tefticoli, negli epididimi che fono una fpecie di
riferbatojo aderente a' tefticoli, e nel veicolo ftetfo che porta
lo fperma del tefticolo alla vefcichetta feminale.
Galeno fapeva beniffimo, che s'arricchifcono gli umori
pel ritenuto feme ancorche n'ignoraffe il meccanifmo: ne
hanno pieni tutti i vafi, dic'egli, coloro , che con le donne
non hanno verun commercio; all'incontro quelli, che fovente
ad effe s'abbandonano, non ne racchiudono punto . Ei fi da
in appreffo non poca pena per ifcoprire, come una piccola
quantita' di quefto liquore poffa dar tanta forza al corpo;
ed in fine decide, ch'egli e' d'una virtu' fquifita, e che puo'
ancora prontiffimamente communicarla a tutte le parti del
corpo (2). Prova poi con parecchj efempj, che una piccola
cagione produce fovente de' grandi effetti, e conchiude; che
non e' punto a ftupirfi, che i tefticoli fomminiftrino un
liquore capace di fpargervi un nuovo vigore in tutte le parti
del corpo. Non e' forfe anche il cervello, che produce delle
fenfazioni, e de' movimenti. E non imprime il cuore fteffo
alle arterie la forza della pulfazione. Io terminero' quefta
fezione con riferir cio', che dice intorno allo fperma uno de'
piu' grand'uomini dii quefto fecolo. Il feme e' cuftodito
nelle vefcichette feminali fino che l'uomo ne faccia ufo,
ovvero che le notturne polluzioni glielo tolgano. In quefto
frattempo la quantit, che vi fi attrova, eccita l'animale
all'atto venereo, ma la quantit pi grande di quefto feme,
la piu' volatile, la odorofa, quella che ha piuo di fpirito,
viene riforbita dal fangue, a cui unendofi vi produce de?
cambiamenti mara-^
viglio____________________________________________________________
(1) Io adotto, o per lo meno fembra ch'io adotti qui il fiftema
comune, cioe'; che le vene ordinarie fono afforbenti: nel
fiftema del Sig. Hunter, che crede, che l'afforbimento non
facciafi, fe non nelle vene linfatiche, le parti genitali fono
egualmente atte ad un grandiffimo afforbimento, poiche' i
vafelli di quefta fpecie vi fi attrovano in copia grande.
(2) De femin. L. x, c. 54. t. 1 p. 127.

DEL

S I G.

T I S S O T.

53

vigliofi; la barba, il pelo, le corna; ei cangia la voce ed i


coftumi; poiche' non e' gia' l'eta' che produce fi fatte
mutazioni, ma n'e bensi' il feme, e non le fi offervano
giammai negli eunuchi (1).
Come mai lo fperma opera egli quefti effetti? Qaeft'e'
uno di que' Problemi, la di cui foluzione non e' forfe per
anche ben chiara. Cio' ch'ora fi puo' dire con molta
probabilita' egl'e, che queft'umore e' uno ftimolo, un
pungolo, che irrita le parti, ch'ei tocca,; e il fuo acuto odore, e
l'irritazione evidente ch'ei mette negli organi della
generazione, non lafciano certamente alcun luogo a
dubitarne, imperciocche fi comprende, che quefte particelle
acri venendo di continuo rafforbite, e rimefchiate agli
umori, pungono leggermente, ma fenza interruzione, i
vafelli, che per la fteffa cagione con piu' forza fi
contraggono; quindi la loro azione fopra- i fluidi e' piu'
efficace, la circolazione e' piu' animata, piu' efatta la
nutrizione: e tutte le altre funzioni s'efeguifcono in un
modo piu' perfetto^ quando manca queftp ajuto molte
funzioni lafciano di fvilupparfi, e quefto e' il cafo degli
eunuchi (2), in cui tutto il meccanifmo opera malamente.
Qui fi apprefenta una queftione molto naturale ed e';
perche gli eunuchi non provino gli fteffi mali che quelli,
quali fi confumano con le diffolutezze veneree. Non e'
potfibile di rifpondere efattamente a fifatta queftione, che
alla fine della feguente lezione.
___________________________________________________________
(l) Haller, prim, lin. phyf. .790. Su quefta materia fi potrebbe
confutare il Sig. Vvharion de glandulis; Ruffel de aeconomia
naturae in gland. morb. p. 92. Skmeider de regrefu feminis ad
maffam fanguineam, Sup. agli Atti de fup. t. 5. p. 252. e molti
altri Autori Fifiologici.
(2) Quei che voleffero leggere una belliffima opera fi cotefti
uomini imperfetti, debbono procurarfi Vvitnof de caftratis.
D3

54

A V V E R T I M E N T I.
S E Z I O N E

V I I.

Efame delle circoftanze, che accompagnano lo


fpargimento del feme.
VI fono parecchie evacuazioni, che fuccedono fenza che fe ne
avveda: le altre tutte fi fanno nello ftato di perfetta falute,
cosi' facilmente, che loro non vien fatto di recare alcun
difcapito al rimanente della macchina. Il piu' leggier
movimento fatto fu l'organo, che chiude la materia, e'
fufficientc a produrne l'efpulfione. Non fi puo' dir gia' lo
fteffo dell'evacuazione dello fperma; imperciocch per
farnelo slogare e dargli confeguentemente l'ufcita, non fa
niente men di meftieri che di fcoffe generofe, d'una
convulfione di tutte le parti, e d'un aumento di velocit ne'
movimenti di tutti gli umori. Si arrifchierebbe forfe troppo
a dire, che fi puo' confiderar quefto concorfo neceffario di
tutta la macchina al momento della fua ufcita, come una
prova fenfibile dell'influenza, ch'egli ha fopra tutto il corpo.
Il coito dice Democrito e' una fpecie di epileffia': Queft'e',
dice il Sig. Haller, una violentiffima azione che fi avvicina
affai alla convulfione, e che perciograndemente indebolifce,
ed offende tutto il fiftema nervofo . Dalle offervazioni, che
ho riferite di fopra, e da alcune di quelle, ch'io ho citate, fi
e' veduto, che l'emiffione dello fperma e' fempre
accompagnata da vere convulfioni, e da una fpecie di
epileffia; e la fteffa offervazione fomminiftra delle prove
evidenti per credere, che quefti moti violenti hanno una
grande influenza fopra la falute dell'infelice, che n'e' il
foggetto. La prontezza, con cui l'indebolimento fegue l'atto, a
molti, e con ragione, e' fembrata una prova, che non poteffe
efferne cagione la fola privazione del feme; ma quello, che
dimoftrativamente prova quanto debba indebolire lo
fpafimo, egl'e' lo fpoffamento che fentono gli ammalati
tutti, che hanno degli acceffi di malattie convulfive, ch'e'
quello fteffo che dopo le acceffioni epiletiche e' qualche
volta ecceffivo .
Non fi puo', che allo fpafimo attribuire l'effetto, che
ha

DEL

SIG.

T I S S O T. ^

55

ha prodotto il coito fopra l'^Amman in una Citta degli


Svizzeri, di cui Felice Platero ci ha confervata l'Iftoria.
Quefti avendofi riammogliato di gia vecchio frufto, nell'atto
di voler dar compimento alle nozze, fu affalito d'una
foffocazione si forte, che gli convenne abbandonare
l'intraprefa. Lo fteffo accidente gli fopraggiungea tutte le
volte, che ci fi metteva alle prove. Si rivolfe quindi a una
folla di Ciarlatani, ed uno di quefti lo afficuro, dopo avergli
fatto prendere parecchj rimedj, che non avrebbe piu' a
correre alcun pericolo. Sulla parola del fuo Efculapio effo ha
voluto avventurarne un tentativo, ed anche allora gli fegui il
medefimo avvenimento; ma come era tutto pien di fiducia
(1), cosi volle terminar l'opera; ma che? nell'atto ifteffo
l'infelice mori' in braccio a fua moglie (A).
I palpiti violenti, che accompagnano alcune fiate il
coito, fono pure un fintomo convulfivo. Ippocrate racconta
d'una perfona giovane, a cui gli ecceffi del vino, e delle
femmine avea cagionato oltre altri fintomi delle continue
palpitazioni (3); e Doleo n'ha veduto uno affatto nello
ftefs'atto da una palpitazion si violenta, che fe aveffe
continuato l'opera, farebbe certamente bafito (3)
Anche preffo Hoffmanno fi trovano df fatti fomiglianti (B) .
L'of____________________________________________________________
(1) Felic. Plateri obferv. L. prima fuffocat. ex congreffu p. 174.
(A) Ma ben gli fta ch'a lui quefta Sciagura
Meglio, ch'il bafto all'afinel fi deve .
che a' vecchj frutti mal fi convengono le Mogli: pazzi da
catena che penfar dovrebbero ad allungare piuttofto e non
ad accorciarfi la vita; egl'e' certo.
Che non v'e di pazzia fegno piu' efpreffo,
Che per amar altrui perder fe fleffo .
(2) Edidem. L. 3. . 7. feg. 17. Foef. p. 1117.
(3) Encyclop. Medic. L. 2. c. 6. p . 347.
(B) Potrebbefi forfe dubitare, che quefte palpitazioni, quefti
tremori, ed interni univerfali crollamenti non foffero un
effetto della parte, ch'e' d'inftrumento al coito, elettrizzata
piuttofto che della fenfibilita' irritata? avvegnache fe le
parti dei noftro corpo fono elettrizzabili, fe
D4
quel-

56

AVVERTIMENTI

L' offervazione del fanciullo piu di fopra citata e' pure


una prova, che non e' gia sfuggita alla fagacita' del Sig. Raft
del potere che ha la cagione convulsiva; poiche in tale eta' ei
non poteva fpargere, fe non fe un umore delle proftate, e
non gia una vera femenza.
Quefte rifleffioni fono ftate gia fatte da moltiffimi
Autori, che hanno fcritto egregiamente fullo fteffo foggetto.
Sembra che ne le abbia fatte anche Galeno, imperciocche egli
dice, che la volutta' fteffa fiacca le forze vitali. Il Sig.
Fleming non ha gia tralafciato di accennar quefta caufa nel
fuo belliflmo Poema iulle malattie de' nervi;
Quin etiam nervos frangit quaecumque voluptas (1).
San___________________________________________________________
quella, ch'e' miniftra del piacere, viene rifcaldata
principalmente dal concorfo non ordinario d'umori
effervefcenti, fe quefte palpitazioni dopo reiterate, e
gagliarde fregagioni fuccedono; perche mai fara' fuor di
ragione, e di propofito il dubitare, ch'eglino fien' effetti
della parte, che puo e per fua natura, e pel furrifcaldamento,
e per te fregagioni edffere elettrizzata; dove fe una parte
fenfibile s'irrita, n' accadono eguali, agli fpafimi, ed alle
convulfioni i dolori? Io ho veduto, piu e piu volte tremolare
le parti fregate da pannicelli per liberarle dai dolori che
volgarmente s'appellano fluffioni, e paffare tai tremori ad
un univerfal crollamento, fenza recare verun follievo
all'infermo. Un braccio, una cofcia fono, fuori di dubbio,
affai meno' fenfibili della parte, di cui fi favella, ma che
pure fioeno meno elettrizzabili io non lo credo. Dalle
fregagioni nafce l'elettrizzamento, che mediante il contratto
fi comunica a! noftro corpo, e vi fufcita delle agitazioni e
dei movimenti, che fono propri folamente delle parti
mufcolari: le parti fenfibli, cioe i nervi, quando vengono
irritate, producono de' forti dolori, e poi convulfioni per
un'azione, che fanno fu i mufcoli; quindi io credo, che il
coito influifca folo, o per lo meno con piu vigore, fulle parti
irritabili, non gia fulle fenfibili. Se fi poteffe offervare ad
un perfetta bujo due animali accoppiati, forfe fi vedrebbero
fcoppiar delle faville dalle parti, che per roffore non lice
nominare.
(1) Neuropathia L. 1. v. 357.

D E L S I G. T I S S O T.

58

Sartorio ftabilifce pofitivamente che i forti movimenti


fnervano le forze piu che l,emiffione del feme, ed e' bene a
ftupirfi, che il Sig. Gorter fuo Commentatore abbia cercato di
persuadere piuttofto, il contrario. Non puo persuader
chicceffia la ragione, che effo adduce in afficurando, che
quefti tai movimenti non indebolifcono piu di quello, che
farebbe qualunque altra agitazione, perche appunto, non
fon'eglino convulfivi. Un efempio, fe pure puo allegarne uno
al proposto, non fa legge. Lifter, Noguez, Quincy, che hanno
prima di lui la ftefsopera commentata, giammai non
penfarono, come lui, anzi hanno attribuita una parte del
pericolo all'indebolimento che lafciano le convulfioni, il
coito, dice Nogaez, una convulsione; effo difpone i nervi ai
crollamenti convulfivi, e la piu leggiera occafione bafta a
farneli nafcere (1).
J. A. Borelli uno de primi creatori della fifiologia non ha
certamente considerati quefti movimenti come il Sig. Gorter:
egli e' fu quefto articolo affai pofitivo. Queft'atto, dic'egli,
e' accompagnato da una fpecie di affezion convulfiva, che
reca (2) al cervello, ed a tutto il fiftema nervofo dei colpi i
piu' gagliardi (A).
Il
____________________________________________________________
(1) Sect. 6. aph. 10.
(2) De motu animal. L. 2. c. 12. prop. 170.
(A) Ne' e' gia' da ftupirfi, quando, a detta del Sig. Baglivi, de
fib. mot. L. 1. c. vi. anche poft graves, atque profufas
fanguinis hemorhagias five ex naribus, ftve ex aliis corporis
partibus convulfiones, feu motus convulfivi caeteris aliis
accidentibus citius apparent: de quo etiam ab Hippocrate in
fuis perfaepe operibus fermo fit .E quando effe fuccedono
perfino ai generofi fcarichi di ventre, fe la copia nelle
perdite di fangue avanza quella del feme, il feme lafciafi di
gran lunga addietro il fangue per ragione della fua qualita,
poiche' il fangue rapporto al feme e' come l'uno al
quaranta. L'improvvifa evacuazione dei vafi potrebbe pure
averne la colpa nelle perdite ftrabocchevoli del fangue, o
d'altri umori che menano feco le convulfioni; ma nel coito
piu' improvvifo il vuotamente de' vafi fi fa, e con violenza,
e con maggiore fpeditezza non folo del feme ma degli altri
umori, e degli fpiriti animali, che l'accrefciuta trafpirazione,
e l'azion di tutto il corpo cagiona

58

AVVERTIMENTI

Il Sig. Senac attribuifce pofitivamente a' nervi


gl'indebolimenti che feguono il coito. La cagione piu
verifimile della fincope, che fopravviene, quando fcoppia un
abfceffo al di dentro dell'addome, e', dic'egli, l'azion de'
nervi, che allora fi mettono in movimento. E cio' ne lo
conferma lo sfinimento, o la fincope, che vien dietro allo
fpargimento dello fperma; poiche a niun' altra cofa fuor che
ai nervi fi puo' imputare un cosi fatto abbandono (1) .
Anche il Sig. Levvis (2) come il Santorio attribuifce piu'
a quefta, ch'ad altra cagione ogni accidente che fovraggiunga
(3).
Quando fono in vigore le convulfioni, il genere nervofo
s'attrova in uno ftato di tenfione, o per parlar piu
efattamente, in un grado di azione ftraordinaria, di cui la
neceffaria conseguenza e' un eftremo allentamento di forze.
Ogni organo, che fi voglia montar al di fopra del fuo elaterio,
fi altera e rallenta; e quindi neceffariamente tutte le
funzioni, che da effo ne dipendono, fi efeguifcono male; e
come i nervi influifcono fopra tutte le parti, non ve n'e'
alcuna, che non foffra percio qualche danno, e difordine,
quando effi ne^ fono indeboliti ( A ) .
Una ragione, che contribuifcee pure allo fpoffamento
del fiftema nervofo, e' l'accrefcimento della quantita del
fangue nel cervello durante l'atto venereo: accrefcimento
ben dimoftrato, e che molte fiate ha avuto modo di produrre
l'apopleffia; fe ne trovano piu, e piu efempj negli
____________________________________________________________
(1) Traite du coeur. L. 4. c. 12. . 3. p. 539.
(2) Aphor. 4. p. 6.
(3) De morb. ven. . 13.
(A) E quella non e' gia cofa nuova, che la laffezza delle parti,
e principalmente de' nervi, apra la ftrada a cento mali. A tal
propofito per vedere quanto operar poffa la debolezza delle
parti offervifi il celebre Sig. Baglivi de fib. mot. L. 1. C. XII.
egli dice de Anat. fib. & de morb. folid. Laxitas five atonia
partium efficit aliquando ut tumores, dolorefque periodici
oriantur: #ed in altro luogo de fib. mot. c. vii. foggiunge: fic
etiam atonia aliarum partium fimiles producit effectus; &
inde oritar tabes totius corporis ex labefactato fyftemate
nervorum cutis, unde nafcitur, phtifis nervofa, tabes in
paralyticis partibus &c.

D E L S I G. T I S S O T.

59

gli offervatori; ed Hoffmanno racconta quello d'un foldato,


che con grande calore dandofi a quefto piacere mori'
apoplettico nell'atto fteffo del coito: ed aprendolo gli fi
trovo' il cervello pieno di fangue. Quefto fteffo
accrefcimento di fangue (1) fa inoltre che fi fpieghi, perche
quefti ecceffi producono la mania (A); imperciocche la
quantita del fangue diftendendo i nervi, li fpoffa, quindi e'
che refiftono meno all'impreffione, ed e' quefto appunto cio
che coftituifce la loro debolezza.
Facendone rifleffione fopra gli effetti di quefte due
caufe, cioe' fopra l'ufcita del feme, e fopra i movimenti
convulsivi, egli e' ben facile a fpiegare i difordini, che ne
debbono provenire all'economia animale. Quefti fi poffono
dividere in tre claffi, che fono la depravazione delle
digeftioni, l'indebolimento del cervello, e di tutta la famiglia
nervofa, e lo fconcerto nella trafpirazione. Si vedr, che non
v'e' alcuna malattia cronica , che non la fi poffa dedurre da
quefta triplice cagione.
Il rallentamento delle forze, che portano feco cotali
ec____________________________________________________________
(1) De morb. anim. ven. . 13.
(A) Ancorche non foffe vero, che nell'atto venereo correffe al
cervello maggior copia di fangue, potrebbefi dir tuttavia, che
quello, che nel cervello circola, foffe un fangue piu rarefatto.
Tutte le circoftanze, che accompagnano l'atto venereo,
dimoftrano ragionevolmente, che il moto interno Gruneriano
di tutto il fangue, fi e' accrefciuto di molto, e che le fue
parti hanno un grado di coefione minore, cioe che fono l'une
all'altre meno vicine. Ora fe il fatto fta cosi', e fe vero egli
e', che il fangue, che viene al cervello, fia piu' fluido
dell'altro, come dottamente dimoftra in una Differtazione,
che fu difefa nel 1747. nell'Univerfit di Goettinga, de
fanguinis ad cerebrum tendentis indole il Sig. Daniele
Giovanni Taube fpalleggiato non meno dalla fabbrica fteffa
del Aorta. , e dell'altre arterie vertebrali, che dall'efperienza;
perche' non fara' vero altresi', che il fangue, che nell'atto
venereo al cervello viene, dell'altro non fu di tanto piu'
rarefatto, di quanto per lo meno ei lo fupera in fluidita'
poich la rarefazione come l'accrefciuta quantita' diftende i
vafi, e dal diftendimento gli fteffi effetti succedono.

60

AVVERTIMENTI

ecceffi, dice un Autore che meglio degl'altri ha fcritte fulla


Dietetica, aitera e difordina le funzioni di tutti gl'organi; e
piu' non fi fanno a dovere la digeftione, la concozione, la
trafpirazione, e le altre evacuazioni. Di qua ne rifulta una
fenfibile diminuzione delle forze, della mamoria, come pure
dell'intendimento, un'offufcazione di vifta, tutti i mali de'
nervi, tutte le forte di gotte, o di reumatifmi, una eftrema
debolezza del dorfo, la confunzione, lo sfiaccamento degli
organi della generazione, l'orine lorde e fanguigne, uno
sconcerto nell'appetito, de'mali di tefta, ed un gran numero
d'altre malattie, di cui farebbe inutile il farne qui la
minuta defcrizione; in una parola non v'e' cofa, ch'abbrevi
tanto la vita, quanto l'abufo de' piaceri dell'amore (1).
Primamente la parte, che piu' di tutte le altre fi rifente
per l'indebolimento, e' lo ftomaco; concioffiache le funzioni
fue richiedono per ben efeguirfi la perfezione maggiore negli
organi. La piu' parte dell'altre fono tanto paffive, come
attive; laddove lo ftomaco e' quafi interamente attivo.
Quindi, tofto che le fue forze fi diminuifcono, anche le fue
funzioni ne fono danneggiate. Quefta e' verit tratta dalle
offervazioni, la quale giunta alla feguente, ed alla varieta'
delle prime impreffioni, fovente molefte, che quanto fi
inghiotte produce fu quefta vifcera, rende ragione della
famigliarita', della varieta', e della pertinacia delle fue
malattie . Ella e' tra tutte le parti del corpo quella, che riceve
un numero piu' grande di nervi, ed in cui per la fteffa
cagione fi diftribuifce una quantita' piu' grande di fpiriti
animali. Ci che indebolisce l'azione degl'uni, e diminuifce
la quantita', o altera la qualit degli altri, dee dunque
diminuir la forza di quefta vifcera piu che d'alcun'altra; e
quefto e' quell'appunto che accade negli ecceffi venerei.
L'importanza della funzione cui egl'e' destinato fa, che
efeguendofi effa per avventura imperfettamente, tutte
l'altre parti fe ne debbano rifentire.
Hujus enim validus firmat temor omnia membra.
^At contra ejufdem franguntur cuncta dolere (2).
Quan___________________________________________________________
(1) Lynch guide to health, p. 306.
(2) Q. Serenus Samm.

DEL

S I G. T I S S O T

61

Quando le digeftioni fi fanno imperfameme, gli umori


pigliano un'indole di crudita', che li rende improprj a tutti i
loro uffizi, e che principalmente impedifce la nutrizione, da
cui dipende la reftituzion delle forze. Bafta per afficurarfi
della generale influenza dello ftomaco, l'offervar lo ftato
d'una perfona che provi una digeftione difficile; fi perdono
le forze in pochi minuti; una univerfal malattia addoppia la
moleftia della debolezza, gli organi de' fenfi indebolifcono, e
l'anima fteffa non efercita che imperfettamente le fue
facolta'; la memoria, e principalmente l'immaginazione
fembrano annientarfi, e non v'e' cofa in una parola, che
avvicini piu' un uomo di fpirito ad un goffo, quanto una
digeftione difficile, e ftentata.
La bella offervazione che rapporta il Sig. Payva Medico
Portoghefe abitante in Roma, rende un gran lume al
prodigiofo allaffamento, che gli ecceffi di quefto genere
apportano allo ftotnaco. Quando i defidery venerei, die'egli,
fono arrivati nelle perfone giovani al loro piu' alto grado
effi provano una fpecie di aggradevole fenfazione
all'orificio dello ftomaco; ma s'eglino a quefti defiderj
foddisfano con troppa violenza, e al di la' delle loro forze,
nello fteffo luogo provano una fenfazione fommamente
difpiacevole, e nojofa, ch'effi non poffono efprimere, e ben
caramente pagano i loro ecceffi con il dimagramento ed il
marafmo ec. in cui li fi veggono prefto cadere (1) (*) ,
Are____________________________________________________________
(1) In tentigine ardentiffima juvenum ineft quid grati in ore
ventriculi; in concubitum fi ruant falaciffimi, & ultra vires
tendant opus, tunc in ore ventriculi manet illud
ingratiffimum, amarumque quod exprimere nequeunt:
penas &^ luunt, & poenitentia dolent; hinc macies, marajmus
G. R. de Payva de affectu atrabilario mirachiali, &c, p. 16.
(*) Io conofco un giovine di venticinque anni incirca, ch'e'
nutrito, di buoni colori, e robufto, ma che da molto tempo
non puo' guftare de' maritali piaceri fenza che fofto non
venga tormentato da un tale ardor nello ftomaco, che gli
pare, ch'effo gli arda come una fornace.
Flagrabat ftomacho flamma ut fornacibus intus ,
fopra ogni cofa in un tal ftato gli giova la cioccolata,
che

62

AVVERTIMENTI

Areteo avea di gi conofciuta quefta verit (1), ed il Sig.


Boerhaave adopera le fteffe efpreffioni del Sig. Payva;
aggiungendo, che quella fenfazione dolorofa fi diffipa a
mifura, ch' effi riprendono le forze (2). Conferma anche
altrove la ftetta cofa prefcrivendone una regola pratica
utiliftima, cioe'; che quando fovraggiungono acceffioni
epilettiche dopo qualche ecceffo venereo, fa di meftieri
penfare di fortificar i nervi dello ftomaco (3).
Secondariamente il languore e la debolezza del genere
nerveo che difpone a tutti gli accidenti paralitici, e
fpafmodici, n'e' prodotto, come lo ho di gia' detto, dai
movimenti convulfivi, che accompagnano lo fpargimento: in
oltre quanto e' al vizio delle digeftioni, quando effe peccano,
i nervi fe ne rifentono, e tanto piu' fe ne rifentono, che il
fluido, che li penetra effendo l'ultimo lavoro della
concozione, quello cio che la fuppone fatta piu'
perfettamente, quando n'e' una volta alterato, egli tra gli
fpiriti animali quel fucco, che n'e' piu' fenfibilmente
pregiudicato, e fu cui la crudit degli umori ha piu' di forza
e influenza. In fine cio', che pi accrefce quefto
fpoffamento, egli e' la perdita di un fucco analogo agli
fpiriti animali, e che merce' queft'analogia non puo
perderfi fenza che fi fcemi nel tempo fteffo la forza al
fiftema nervofo, di cui i modefti
____________________________________________________________
che poco a poco gli ammorza quefto ardore; l'emulfioni delle
mandorle dolci, o delli femi di pepone, l'acqua frefca, la
calda niente gli giovan ; quella di limone benche molto
addolcita gli nuoce aggiungendo all'ardore un fenfo di
ftringimento; l'ho configliato a prendere in tali circoftanze
in luogo della cioccolata una dramma di Chinachina
ftemperata nell'acqua. Ei efegui con un'ottimo fucceffo il
mio configlio, e m'accerto', che non avrebbe giammai
creduto, che vi foffe un rimedio, che in pochi momenti poffa
liberare da un tormento cosi grande; e fi ftupi, che avendola
pfefa per molto tempo non l'abbia interamente guarito da
quella malattia, ch'effa in cos poco tempo acquieta.
(1) De morbis Chron. l. 2# c. 6. Stomachus delectationis
triftiaeque princeps eft.
(2) De morb. nervor. ^p. 454.
(3) Ibid. p. 807-

DEL

S I G. T I S S O T.

63

defti dubbi d'alcuni grand'uomini, che in Fifica non


ardifcono affermare per vero, fe non cio che cade fotto a'
loro fenfi, e le obbiezioni di alcuni Fifiologifti fubalterni o
fiftematici, non m' impedifcono di attribuir la forza a
quefti medefimi fpiriti. D'altronde indipendentemente dal
danno, che rifulta da fiffatta evacuazione relativamente alla
quantita degli fpiriti animali, ella nuoce in quanto che
priva i vafi di quel leggiero ftuzzicamento che lo fperma
riafforbito produce, e che contribuifce tanto alla concozione.
Dunque una tal perdita nuoce, e perche' ne fottrae una
parte di fpiriti animali, o per lo meno di un umor
preziofiffimo, e perche' ne diminuifce la concozione, fenza
la quale quefti fpiriti non vengono che imperfettamente, ed
infufficientemente preparati,
V'e' tra le malattie dello ftomaco, e quelle de' nervi un
circolo viziofo. Le prime cagionano le feconde, e quefte una
volta, che fieno formate, contribuifcono infinitamente a
farle piu' grandi; quando la giornaliera offervazione non lo
provaffe, bafterebbe a convincerci anche la fola anatomica
infpezione dello ftomaco. La qualita' de' nervi, che ivi fi
diftribuifcono, ben dimoftra, quant'effi fon neceffari alle
fue funzioni, e quanto altresi debbon quefte rimaner
danneggiate, quando i nervi fono in qualche travaglio, o non
fi trovano in buon fiftema.
In terzo luogo finalmente la trafpirazione fi fa meno
buona. Santorio fteffo ha determinata la quantita', con cui
ella fi diminuifce, e queft'evacuazione tra le altre la piu'
confiderabile non puo' effer giammai fopprefla, che non
porti feco prontamente una folla di fintomi differenti.
Di leggieri fi comprende, che non v'e' mafattia alcuna,
che non poffa effere cagionata da quella triplice caufa. Io
non entrero' qui ad ifpiegarne tutti i fintomi particolari:
quefto minuto ragguaglio allungherebbe di troppo quefla
piccol'opera, e non interefferebbe alrti che i medici a' quali
egli e' inutile al tutto. Si puo' veder cio', che dice ful
propofito il Sig .Gorter (1).
Il Sig. Clifton VVintringham ha con grand'efattezza divifati
___________________________________________________________
(1) De perfpirat. c. 17. . 12. & aphor.

64

AVVERTIMENTI

vifati i pericoli, e i danni di queft'evacuazione


relativamente a'gottofi; e la fua fpiegazione merita d'effer?
letta (1).
Il fu Sig. Gunzio rubato alla Medicina nel fior de' fuoi
anni ci ha lafciata una ingegnoffima fpiegazione meccanica
degl'inconvenienti
di
quefti
ecceffi
rapporto
alla
refpirazione (e). Ei parla in quefto luogo d'un uomo, che per
quefto motivo s'avea tirata addoffo una toffe continua;
fintoma, che io ho veduto in un giovane il quale mori'
vittima dell' Onanifmo: Effo era paffato a Monpellier per
far ivi i fuoi ftudj: i fuoi acceffii in tal forta di ofcenita ne
lo conduffero all' etifia, ed io mi ricordo, che la fua toffe era
si forte, e si continua, che anche i fuoi vicini n'erano molto
incomodati. Ei fi facea cavar frequentemente fangue con la
mira fenza dubbio d'impiccolir i fuoi travagli . Finalmente
con un confulto gli fu prefcritto d'andar a pigliare alla fua
patria una decozione di teftuggine (egl'era fe non
m'inganno del Delfinato) e fe gli prometteva quindi una
perfetta guarigione. Ma che due or dopo che ne aveva prefo
il rimedio, ei mori'.
Ci che meno facilmente s'intende , o che piuttofto non
fi comprende punto, egli e' l'indebolimento prodigiofo delle
facolta' dell'anima. Lo fcioglimento di quefto problema e'
ftrettamente unito alla queftione da noi non rifolvibile
full'influenza che hanno quefte due foftanze l'una fu
l'altra; e noi intanto siamo ridotti alla femplice offervazione
dei fenomeni. Noi ignoriamo e la natura dello fpirito, e
quella del corpo, ma non ci e' ignoto pero', che quefte due
parti dell'uomo fono si' intimamente unite, che tutti i
cangiamenti che l'una prova, ne fono rifentite anche
dall'altra: una circolazione piu' o meno accelerata, alcune
oncie di nutrimento di piu', o di meno, la fteffa quantit
d'un alimento piuttofto che di un altro; una tazza di Caff
in luogo di un poco di vino, un fonno piu' o meno lungo o
tranquillo, uno fcarico di ventre piu' o meno abbondante,
una trafpirazione
____________________________________________________________
(1) Teb VVorks of the Clitfon VVintringham t, 2. p. 85. &.
(2) Comment. in lib. de humoribus p. 228.

D E L S I G. T I S S O T.

65

zione, o troppo forte, o troppo debole cambiano


fucceffivamente il noftro modo di conofcere, e di giudicar
degli oggetti. Da un'ora all'altra le rivoluzioni della
macchina, ci fanno e concepire, e penfare affai
differentemente, ond'e', che inneftano in noi a loro
piacimento de'nuovi principi di vizj, e di virtu: tanto fon
veri i verfi del principale tra i moderni Satirici.
Tout, fuivant l'intellect, change d'ordre & de rang:
Ainfi c'eft la nature, & l'humeur des perfonnes,
Et non la qualite, qui rend les chofes bonnes,
C'eft un mal bien etrange au cerveau des humains (1).
Egualmente efatta e' pur l'immagine, che^di queft'intima
unione ci diede Lucrezio.
Cigni pariter cum corpore, & una
Crefcere fentimus, pariterque fenefcere mentem:
Mam velut infirmo pueri, teneroque vagantur
Corpore; fic animi fequitur fententia tenuis.
Inde ubi robuftis adolevit viribus aetas,
Confilium quoque majus, & auctior eft animi vis:
Poft ubi jam validis quaffatum eft viribus aevi
Corpus, & obtufis ceciderunt viribus artus,
Claudicat ingenium, delirat linguaque, menfque,
Omnia deficiunt, atque uno tempore defunt.
Quin etiam in morbis in corporis avius errat
Saepe animus, dementis enim, deliraque fatur (2).
Le offervazioni egualmente c'infegnano, che tra tutte le
malattie, non ve n'e' alcuna, che piu' prettamente opprima
l'anima, che quelle del genere nervofo; gli epilettici, che dopo
alcuni anni cadono quali per l'ordinario nella imbecillit, ci
fomminiftrano una prova ben trifta, la quale nello fteffo
tempo c'infegna, che punto non e' da ftupirfi, fe gli atti
venerei, che, come di fopra fi e' detto, vengono fempre da
una leggiera epileffia accompagnati, cagionano tale
fpoffamento nel cervello, e confeguentemente nelle fue
facolta'.
Liindeboliminto del cervello, e del fiftema nervofo viene
feguito da quello de'fenfi, e cio' e' naturale. Santorio,
Hoffmanno, ed alcuni altri hanno cercato di fpiegare perche'
foffra pi particolarmente la vifta; ma le
E
lo____________________________________________________________
(1) Kegnier, Satira 5.
(2) De natura rerum, l. 3. v. 446.

66

AVVERTIMENTI

loro ragioni, quantunque fien vere, non mi fembrano punto


fufficienti. Le principali, e quelle, che fono particolari a
queft'organo, fono la varieta' delle parti, che l'occhio
compongono, e ch'effendo tutte fufcettibili di differenti vizj,
lo rendono infinitamente piu' delle altre parti foggetto a
difordini, ed a fconcerti. Secondariamente i nervi, che fono
in quella parte in grandiffimo numero, fervono a piu', e
piu' ufi. E finalmente l'affluenza d'umori, che concorrono a
quefta parte durante l'atto; affluenza, di cui n'e' una prova
fenfibile lo fcintillamento, che allora apparifce negli occhj
degli animali, cagiona tofto ne' vafi un'indebolimento, e
pofcia degl'ingorgamenti, i quali debbono neceffariamente
produrre la perdita della vifta.
Ora egli e' facile rifpondere alla queftione di fopra
propofta, perche' gli Eunuchi, che non hanno punto di feme,
non fieno anch'effi efpofti a quelfte malattie, che qui fi
defcrivono.
Vi fono due ragioni fufficientiffime; la prima e', perche
effi non partecipano degli avvantaggi, che produce quefto
liquore, quando e' ftato preparato, e riafforbito; dall'altro
canto effi non perdono ne pure una gocciola di quella parte
si preziofa del fangue, ch'e' deftinata a cambiarfi in feme;
ne' foffrono per confeguenza que' cangiamenti, che al feme
preparato van dietro, e ch'io di fopra ho indicato. Ma non
debbono per quefto effer meno efpofti a'mali, che
provengono dalla privazione di quefto umore non preparato.
Qui fi potrebbe, fe permeffo mi foffe di adoperare i termini
dei Metafifici, diftinguere il feme in feme a farfi femen in
potentia, ch'e' la parte preziofa degli umori, che feparano i
tefticoli; e il feme gia' fatto, femen in actu. Se il primo non
fi fepara, mancano alla macchina quei foccorfi, ch'ella ritrae
dallo fperma preparato, e non prova i cangiamenti, che ne
derivano; ma per quefto non s'impoverire niente; vero e che
non acquifta nulla; ma non perde ne pure, e fi rimane nello
ftato d'infanzia. Quando la femenza fi fepara, e vi fi fparge,
allora si che n'accade una privazione, ed un reale
impoverimento. La feconda ragione e', che gli Eunuchi non
foffrono que' tali fpafimi, a
quali

D E L S I G. T I S S O T.

67

quali io ho attribuita una gran parte de' mali, che fogliono


venir dietro a codefti ecceffi.
Gli accidenti, che provano le femmine, eglino fi poffono
fpiegar tutti, non altrimenti
che quelli degli uomini.
L'umore, ch'effe perdono, effendo meno preziofo, meno
elaborato di quel che fia il feme degli uomini, la fua perdita
forfe cosi prontamente non le indebolifce; ma quando
trafcorrono agli etceffi; ficcome in ?effo loro i nervi fono
piu' deboli, e naturalmente piu', difpofti alle convulfioni,
cosi quefti accidenti le affalgono con una piu' grande
violenza. Le intemperanze fubitanee le gettano in malanni
fimili a quelli di quel giovane, di cui abbiam parlato piu'
addietro, ed io fteffo in quefto genere fono ftato teftimonio
d'un trjfto fpettacolo. Nel 1746. Una fanciulla di
ventitreanni sfido' fei Dragoni Spagnuoli, e per tutta una
notte foftenne i loro attacchi in una cafa vicina alle porte di
Mompellier (A). La mattina dietro fu portata in Citta'
femiviva e fpirante, ma fopraggiunfe appena la fera, che vi
mori tutta imbrattata del fangue, che giu le fcorreva dalla
matrice. Non fi cerco allora per afficurarfi, fe quefta
emorragia forte provenuta da qualche interna lacerazione o
oppure fe aveffe avuto ella origine folamente dalla
dilatazione de' vafi, che poteffe avervi prodotto l'azione di
queft'organo, allora foverchiamente accrefciuta.
SEZIONE

V I I I.

Cagioni de' danni particolari alle volontarie Polluzioni


SI e' veduto di fopra che la procurata polluzione e' molto
piu' perni.ciofa degli ecceffi fteffi che fi commettono colle
Donne. Coloro che fanno entrar dappertutto una particolar
providenza, vorranno, che la ragione ne
fia
____________________________________________________________
(A) Di effa dirfi potrebbe certamente fenza farle veruna
ingiuria, quello ch'ebbe a dire il Satirico di Meffalina Moglie
di Claudio Imperadore
Et laffata viris, nondum fatiata receffit.
E2

68

AVVERTIMENTI

fia una fpecial volonta di Dio per punire codefto delitto. Ma


io che fon perfuafo che i corpi fino dalla lor creazione fieno
ftati obbligati a certe leggi, che reggono neceffariamente ogni
lor movimento, e di cui Iddio non cangia l'economia fe non
fe in un picciol numero di cafi rifervati, non ricorrero
giammai a caufe miracolole, fe non quando accadeffe, che vi
foffe un'oppofizione evidente colle cagioni fifiche. E quefto
non e' certamente il cafo, che figuriamo; imperciocche fi pu
quivi fpiegar perfettamente ogni cofa mediante le leggi della
meccanica del corpo, e quelle della fua unione con l'anima.
L'ufanza di riccorrere alle cagioni foprannaturali ne fu di
gia eccellentemente impiegata da lppocrate, il quale
parlando di una malattia, che gli Sciti attribuivano ad una
particolar punizione di Dio, fa quefta bella rifleffione: E'
vero, dice, che quefta malattia proviene da Dio; ma effa ne
proviene come tutte le altre: ne' effe provengono gia' piu' le
une, che le altre, poiche' tutte fono una confeguenza delle
leggi della natura, che regge ogni cofa (1).
Santorio nelle fue oflervazioni ci fcopre la caufa
principale de' danni, che fono particolari a fiffatte
polluzioni: Un coito moderato, dic'egli, e' utile quant'effo
venga follecitato dalla natura: quando poi effo venga
promoffo dall'immaginazione, egli indebolifce tutte le
facolta' dell'anima, e principalmente la memoria (2). Ed e'
ben facile di fpiegare il perche. La natura nello ftato di
falute non ifveglia i defiderj, fe non quando le vefcichette
feminali fono riempiute d'una quantita di liquore, che ha
acquiftato un grado di condenfazione, che ne rende il
riafforbimento piu difficile; e cio' dinota che la fua
evacuazione non allaffera' il corpo fenfibilmente. Ma tal'e'
l'organizzazione delle parti genitali, che la loro azione e i
defiderj, che la feguono, fono meffi in movimento, non
folamente per l'efiftenza d'un'umor feminale, che
fovrabbenda, ma che l'immaginazione fteffa ha fopra quefte
parti un'influenza grandiffima. In fatti ella puo',
avvolgendofi piacevolmente ne'defiderj, metter le medefime
in iftato di produrneli effe fteffe; quindi il defidenrio
che
___________________________________________________________
(1) De arte, & locis, & aquis. Foefius p. 293..
(2) Sact. 6. aphor. 35.

DEL

SIG. T I S S O T.

69

che nafce, conduce all'atto, ch'e' tanto piu perniciofo,


quant'egli era meno neceffario. Quanto e' al bifogno di
quefte parti, l'organo n'e' come quello di tutte le altre, le
quali non fono meffe in moto convenerolmente, fe non
quando la natura lo ricerca. La fame, la fete indicano il
bifogno degli alimenti della bevanda, ma s'egli avvien mai,
che fe ne prenda di piu', che tali fenfazioni ne efigano,
tutto il fovrappiu nuoce al corpo, e lo indebolisce. Il bifogno
di fcaricar il ventre, e di orinare, fono egualmente indicati
da certe condizioni fifiche; ma il cattivo ufo puo' si'
fattamente alterare la conduzione degli organi, che la
necefita di tali evacuazioni ceffa d'effere dipendente dalla
quantita delle materie da evacuarfi. Cosi fi affoggetta a de'
bifogni fenza che ci fiaa di bifogno; e tal e' il cafo appunto
della polluzione volontaria. Non e' gia' la natura, ma
l'immaginazione, e l'abito folo, che in coftoro la ftimoa, anzi
con cio fottraggon effi alla natura quello, che le e'
neceffario, e quello per confeguenza, ond'ella fi guardava
ben di non privarfi, e di fpargerle. Al fine per quella legge
d'economia animale, onde gli umori concorrono la' dove avvi
dell'irritazione, in capo a certo tempo fi forma fopra codefte
parti un'affluenza continua d'umori, e fuccede quello
appunto che aveva di gi offervato Ippocrate , cioe' a dire,
che quando un'uomo efercita il coito, fi dilatano i vafi
feminali, e ne attraggono a fe lo fperma (1).
Si puo' qui offervare, che l'onanifmo reca un
pregiudizio particolare ai fanciulli, che giunti non fono
ancora alla puberta. Egli non facile per avventura il
trovare de' moftri dell'uno e dell'altro feffo, che fen'abufino
innanzi a queft'epoca; ma ve ne faranno anche troppi di
quelli, che abufano di fe medefimi. Avvi un numero grande
di circoftanze, che li tiene lontani da un corrotto commercio,
o che per lo meno li fa effere piu' moderati; ma una
diffolutezza fatta da folo a folo non trova poi alcun'oftacolo,
ne' conofce limiti di forte.
IJn fecondo motivo e' la forza, che quefto odiofo manual
lavoro va prendendo fopra i fenfi, e che nell' Ona-E 3
nia
____________________________________________________________
(1) De natura pueri, text. 12. Foetius p. 242

70

AVVERTIMENTI

nia Inglefe perfettamente dipinta. Quefta impudicizia, fi


dice ivi, non ha si tofto foggiogato il cuore, ch'ella infegue il
reo dappertutt, lo affale, e l'occupa in ogni tempo e in ogni
luogo: ond'e', che in mezzo alle occupazioni piu ferie, e fra
gli atti fteffi della religione, fi trova egli immerfo in preda
a idee lafcive, e a defiderj, che non lo abbandonano giammai
(1). Non v'e forfe cofa che indebolita tanto, quanto quefta
tenfione continua dello fpirito fempre occupato del
medefimo oggetto. Chi proccurafi le polluzioni, dato
unicamente alle fue difonefte meditazioni, prova percio' gli
fteffi incomodi, che l'uomo di lettere, il quale fiffa tutti i
fuoi fpiriti fovra una fola queftione, ed egli e' rariffimo,
che un' tal ecceffo non fia nocivo e dannofo. Quella parte
del cervello che allora fi trova in azione, fa uno sforzo che fi
potrebbe paragonare a quello d'un mufcolo, che foffe da
molto tempo, e fortemente tefo. Quindi rifulta, e una tal
mobilita', che non fi puo' piu' arrecare il moto di quella
parte, ne' per la fteffa cagione diftor l'anima da quella idea,
ed ecco il cafo di chi proccurafi le polluzioni; o per lo meno
una incapacita' ad agire. Laffi finalmente per una continua
fatica quefti ammalati incappono in tutte le malattie del
cervello, che fono la melancolia, la cataleffia, l'epileffia,
l'imbecillita, la perdita dei fenfi, l'indebolimento del
fiftema nervofo ed una folla di mali fomiglianti (2). Il
pregiudizio infinito, che ne rifentono percio parecchj
giovani, egl'e', che quando ancora non fono fpente per anche
le loro facolta', hanno l'ufo del tutto guafto, e pervertito. A
qualfifia cofa, o profeffione, ch'effi vogliano applicarfi, non
ne riefcono a nulla fenza un grado d'attenzione, di cui
queft'abito perniciofo ne li rende incapaci. Tra quelli
altresi, che non fi applicano a nulla (e quefta claffe e' pur
troppo numerofa) ve ne fono di quelli che fono affatto
incapaci, e che un'aria di diffrazione,
d'
____________________________________________________________
(1) Pag. 17. Si trova un belliffimo pezzo fulla forza, e fu i
pericoli dei voluttuosi coftumi nel nuovo trattato del Signor
Pujatti Profeffore a Padova, e da ben molto tempo Celebre
per l'eccellente opera De victu febricitantium p. 60.
(2) Vedete l'iftituzioni Patologiche del Gaubio . 229.

D E L S I G. T I S S O T.

71

d'imbarazzo, di ftordimento, non li fa effere fe non fe


sfaccendati fpiacevoli. Io potrei provare, che quefta
incapacita' d'applicarfi, giunta al diminuimento delle
facolta', ha meffo parecchj in iftato di non effer giammai
cofa alcuna nella focieta'. Situazione ben infelice, che rende
l'uomo inferiore a' bruti, e che lo cofltituisce giuftamente
oggetto piu di difpregio, che di pieta' preffo gli fteffi fuoi
fimili .
Da quefte due prime caufe, ne nafce necettariamente
una terza, ch'e' la frequenza fteffa degli atti, a cui l'anima
ed il corpo concorrono tofto che una volta il coftume ha
prefo un po di forza per follecitare a codefto delitto.
L'anima affediata dagli immondi penfieri, eccita i
movimenti lafcivi; e s'ella e' diftratta alcupoco d'altre idee,
gli umori acri che irritano gli organi delia generazione, la
richiamano ben tofto alla pozzanghera. Quefte verit
farebbero propriffime a raffrenare la gioventu, s'ella
preveder poteffe, che in quefte materie il primo paffo falfo
ne ftrafcina feco degli altri; che la tentazione fi fa quafi
padrona di effa; che a mifura che fi aumentano i motivi del
feducimento,
la
ragione,
che
dovrebbe
raffrenarli
s'indebolira' fempre piu; e che finalmente in poco tempo
s'attrovera ingolfata in un mar di miferie, fenza aver forfe
un pezzo di tavola, che le porga ajuto, onde ritirarfi e
fcappare. Ma fe qualche volta principiando le infermita'
danno quefte pure loro degli avvifi efficaci, e fe il pericolo
fteffo per alcuni momenti gli atterrifce, e fpaventa, fia poco
il furore a nuovamente fommergerli; cosi che fi pu ben dire.
Virtutem videant intabefcantque relicta. Perf.
Frattanto il pericolo e' imminente, e corto e' il tempo
opportuno all'emenda :
Canis & manes & fabula fies :
Vive memor lethi: fugit bora: hoc quod loquor inde eft
Perf.
Mentr'io ftudiava la Filofofia, a Ginevra, tempo di cui
la rimembranza mi rendei grato il rimanente dei miei
giorni, uno de' miei Condifcepoli era arrivato con quefto
vizio a tal ecceffo, che piu non era padrone di aftenerfene,
ne' pure durante il tempo della lezione: ma
E4
non

72

AVVERTIMENTI

non ando guari, che dovette foffrirne il gaftigo, e vi peri


miferabilmente di confunzione in capo a due anni . Si legge
un fatto fimile anche nell' Onania (1). L'ingegnofo autore,
che diede l'eftratto dell'edizione latina di queft'Opera,
nell'eccellente Giornale latino, che comparve a Berna
quattr'anni fono, racconta a propofito di quefta
offervazione, che tutto un intiero Collegio con quefto giuoco
manuale, cercava talvolta d'ingannar il tedio, e di rompere il
fonno che gli riconciliavano le lezioni di una certa Scolaftica
Metafifica, che un Profeffore vecchione gli faceva dormendo
(2); ma quefta iftorietta mi fembr , che provi meno la mia
afferzione, di quello che l'orribile diffolurezza, in cui e'
foggetta a cadere miferabilmente la gioventu'.
Lo fteffo Autore in un'Opera che non m'e' riufcito
ancora di poter leggere, ma che un uomo eccellente la pone
nel rango delle migliori produzioni del fecolo, fece ftampare
cio che fegue. Si ha fcoperto, anni fa, in una Citta', ch'erafi
radunata ivi un'intera compagnia di gente diffoluta di
quattordici, e quindici anni, la quale non faceva altro che
abbandonarfi alla pratica di quefto infame vizio, e fi
racconta, che ne foffe ftato ancora infettato tutto un Collegio
(3).
Un giovane Principe andava giornalmente perdendo la
fua falute fenza che fe ne poteffe fcoprir la cagione. Il fuo
Chirurgo entro' in alcun fofpetto, ne fpio' fegretamente la
fua condotta, e ve lo colfe ful fatto. Gli confefso' allora, che
n'era dato iftruito in cio' da un fuo fervo di camera, e che
pur troppo era fovente ricaduto in si fatto delitto. Il coftume
e l'abito erano in lui divenuti si forti, che le rifleffioni piu'
gravi meffegli con energia dinanzi agli occhj, non hanno
potuto emendarlo. Il male andava in tanto prendendo vigore,
ed effo di
gior___________________________________________________________
(1) Pag. 126.
(2) Excerptum totius Italcae & Helvetica litteraturae pro an.
1759. t. 1. p. 93.
(3) Dell'Efperienza, in lingua Tedefca del Sig. Zimmerman, t,
2. p.^400. Io copio quefto frammento da quelli, i quali fi
fono indotti a tradurmelo in favor mio per amicizia che
hanno effi verfo di me; quafi tutti gli altri orneranno
un'opera, che non tardera molto a venir dietro a quefta.

D E L S I G. T I S S O T.

73?

giorno in giorno fempre piu' perdeva le forze; ficche' per


falvarlo, e guarirlo non fu ritrovato modo piu' fpediente,
quanto quello di farnelo guardare a vifta giorno e notte per
piu' di otto mefi continui.
Un ammalato in una delle fue lettere mi dipinfe con
colori molto vivi le difficolta, ch'egli aveva incontrate per
vincere cotefta fua abitudine. Egli duopo di fare degli
sforzi affai grandi (quefte fono le fue fteffe parole) per
vincere il coftume che mi chiama a se' tutti i momenti. Ve le
confeffo, con mio roffore, la vifta d'una femmina
qualunque ella fi fia, mi fa nafcer tofto de' defiderj. E pur
non ho d'uopo quanto a cio' di quefti ajuti; imperciocche
l'impura mia immaginazione anche troppo e' portata a
dipingermi di continuo innanzi agli occhj degli oggetti di
concupifcenza. Vero e', che quefta paffione in me non
s'accende piu', poiche ho troppo prefenti del continuo i
voftri avvifi; vi diro' per altro, ch'io combatto affai per
fuperarmi, e quefto fteffo combattimento m'indebolifce non
poco. Se voi potefte fuggerirmi il mezzo onde dato mi foffe,
di diftogliere i miei penfieri da fiffatti oggetti, io mi
perfuado, che la mia guarigione farebbe molto vicina.
Si ha di gia veduto nell'eftratto dell' Onania, che la
reiterazione frequente avea caufato a una donna il furore
uterino. Il coftume d'efferne di continuo occupati di un'idea
fola, rende incapaci ad averne delle altre, effa intanto
fignoreggia, e prefone il dominio regna difpoticamente. Gli
organi del continuo irritati contraggono una morbofa
difpofizione, che diventa uno flimolo ognora prefente, il
quale piu non dipende d'alcun'altra cagione efterna. Vi fono
delle malattie nelle parti orinarie, che moleftano con un
affiduo prurito d'orinare; anche l'irritamento reiterato degli
organi della generazione produce una malattia analoga. Egli
non e' da ftupirfi, fe il concorfo di quefte due caufe morale,
e fifica unite infieme, getta pure in una malattia di fimil
fatta. Voleffe Dio, che quefta idea foffe atta a infinuare un
falutevole fpavento nelle perfone, in cui per anche e'
rimafto un qualche veftigio di ragione, e di roffore.
Una quarta cagione dell'indebolimento, che fi tirano
addoffo i mafturbatori, egl'e', che indipendentemente dalla

74

AVVERTIMENTI

la emiffione fteffa del feme, la frequenza dell'erezioni


quantunque imperfette, ond'effi fi lamentano, notabilmente
gli fpoffa. Ogni parte, che fi trovi in uno ftato di tenfione,
produce certo un difpendio di forze, ed effi non n'hanno
potuto che perdere: gli fpiriti vi concorrono in copia piu'
grande; quindi fi diffipano, ed eccone la cagione
dell'indolimento; poiche effi intanto mancano alle altre
funzioni, che per la fteffa cagione meno perfettamente fi
efeguifcono: il concorfo di quefte due caufe mena feco delle
confeguenze le piu pericolofe. Un altro accidente, a cui
quefta quarta cagione rende vieppiu foggecti coloro, che fi
danno a quefto lavoro manuale, egli e' una fpecie di
paralifia, che fovraggiugne agli organi della generazione,
donde nafcono per mancanza d'erezione l'impotenza, ed una
femplice gonorrea; imperciocche le parti rilaffate fpargono il
vero feme a mifura, ch'ei vi concorre, e lafciano
continuamente ftillare l'umore, che feparano le proftate; e
finalmente tutta l'interna membrana dell'uretra acquifta
una catarrale indifpofizione, che fa nafcere un corfo fimile
a quello delle perdite bianche a cui vanno foggette le donne:
indifpofizione, a dirla di paffaggio men rara di quel che fi
penfa, e che non e' punto limitata alla fola membrana, che
vede le narici, le fauci, il polmone, ma che di fovente attacca
tutte le vifcere concave, e pertuggiate. Non la fi conofce
forfe, perche' non la fi fofpetta, e perche mal appunto la fi
conofce, malamente ancora la fi tratta, e guarifce. Tra gli
offervatori non farebbe molto difficile a trovar degli efempj
di quefta malattia, che fu prefa in fallo, e trattata per
un'altra.
Un eccellente Chirurgo m'ha parlato d'un uomo, che
datofi per una fpecie di gufto particolare alle donne del
poftribolo con cui era folito ufare fui cantoni delle muraglie,
ed in piedi, cadde in un indebolimento accompagnato da
mali di reni i piu' crudeli, e da un' atrofia o dimagramento
delle cofcie, e delle gambe, unitamente ad una paralifia nelle
parti, che fembrava una conseguenza dell'attitudine, onde
s'avea abbandonato alle fue difonefte volutta'. Dopo pero' di
aver per fei mefi guardato il letto in uno ftato capace
egualmente ad infpirare pietaie infieme e fpavento, ha
dovuto miferamente
peri-

D E L S I G.

T I S S O T.

75

perire. Non fomminiftra ella quefta oflervazione una quinta


caufa dei pericoli ordinariamente particolari a chi
proccurafi con le proprie mani la polluzione.? Quando fi
perdono le forze nel tempo ftetto per due bande,
l'indebolimento dee notabilmente aumentarfi. Una perfona
che fta in piedi, od affifa, ha d'uopo per mantenerfi in tal
pofitura, ma principalmente nella prima, di far agire un
numero grande di mufcoli, e queft'azione cagiona la
diffipazione degli fpiriti animali. Le perfone deboli, che
reggerfi non poffono un iftante fui piedi fenza provar una
debolezza, come pure gl'infermi, cui non riefce di ftarfene a
federe fenza provare lo fteffo accidente, ci fomminiftrano
ben di cio' una prova evidente. Per giacer fia letto, o
ftarfene coricati non fa gia' di meftieri l'impiegar tanta
forza. Di qua dunque fi puo' beniffimo arguire che lo fteffo
atto si in una, che nell'altra di quefte pofiture produrra
un'indebolimento affai piu grande nel primo, che
nell'ultimo cafo; e Sartorio ha indicato beniffimo i pericoli,
che ha l'ufo del coito piu in quefta, che in altra pofitura:
vfus coitus ftando, laedit; nam mufculos, & eorum utilem
perfpirationem diminuit.
Una fefta cagione vien, in oltre fomminiftrata da
offervazioni, che fono coftantiffime, la qual forfe a taluno
parra' deboliffima, ma che i Fifici illuminati non
l'eftimeranno di poco pefo. Si fa che i corpi viventi
trafpirano: fi efala ogni momento per li pori della cute un
umore eftremamente tenue, ma ch'e' molto piu'
confiderabile, che tutte l'altre evacuazioni. Dall'altro canto
vi e' un'altra fpecie di pori, che afforbe nel tempo fteffo e
riceve una porzione del fluido, che ci circonda, e lo porta
dentro ai noftri canali. Quefti fono torrenti invifibili, per
fervirmi della felice efpreffione del Sig. Senac, i quali
fortono ed entrano del continuo nel noftro corpo (1). Ora fi
fa, e l'offervazione fteffa lo prova, che codefto afforbimento
in alcuni cafi e'
gene___________________________________________________________
(1) Si puo' vedere la dimoftrazione di quefta verita' nel
luogo, ch'io cito L. cap. 3. . 7. del Trat. del cuore, Opera , che
non ci avrebbe fafciato defiderar nulla, fe il fuo illuftre
Autore facendoci fperare una feconda edizione, non ci aveffe
indicato, ch'ei poteva renderla ancora piu' copiofa.

76

AVVERTIMENTI

generofiffimo. Le perfone robufte, per efempio, traspirano


piu di quello, che afforbono, e i deboli come non hanno
quafi veruna atmosfera propria, afforbono affai piu' di
quello che efalano; ma qualunque fia codefta trafpirazione,
fe ella parte da perfone fane, e vigorofe, contiene fempre
qualche cofa di nutritivo, e di corroborante, il quale
afforbito che fia da un altro, contribuifce certo ad
accrefcergli maggiormente il vigore.
Quefte fono offervazioni, che spiegano beniffimo,
perche' la giovane fanciulla, che dormiva con Davidde gli
comunicaffe della forza; perche' quello medefimo efpediente
fia riufcito giovevole anche a degli altri vecchi, a cui fi ha
configliato; e perche' in fine cio' abbia ad indebolire la
perfona giovane, che perde del continuo fenza punto
acquiftare, o piuttofto riceve delle efalazioni languide,
corrotte, putride, che le nuocono. Durante il coito, ficcome la
forza della circolazione e' aumentata, cosi' allora la
trafpirazione e' maggiore che in altro tempo. Quefta
trafpirazione e' forfe piu' attiva, piu' piena di fpiriti, che
in qualunque tempo, e !a fi riguarda come una perdita, che
fi fa realmente, e che ha luogo in qualfifia maniera fucceda
lo fpargimento del feme; poiche' ella dipende dall'agitazione,
che l'accompagna. Nel coito ella e' ancora reciproca; poiche'
in quel momento l'uno afforbe quel che l'altro trafpira, e
quefto cambio viene indubitatamente dimoftrato da
offervazioni ficure. Io ho veduto, non molto tempo, un
uomo, che non avea alcuna gonorrea , ne' alcun fintoma di
puftolofe cutanee efflorefcenze, comunicare il mal celtico ad
una femmina, che nello fteffo iftante in cambio gli rendeva
la fcabbia. L'uno in tal cafo compenfa le perdite dell'altro.
Ma in quello della volontaria polluzione, chi fe la proccura,
perde tutto fenza ricuperar cofa alcuna.
Offervandone l'effetto delle paffion , fi difcopre una
fettima differenza, che paffa tra coloro, che fi danno in
braccio alle donne, e quelli che fi proccurano di propria
mano le polluzioni; differenza che torna tutta in
difavvantaggio degli ultimi. Il diletto, che fente l'anima, e
che convien diftinguere efattamente da quella volutta
puramente corporea, che l'uomo prova comune con l'ani-

D E L S I G. T I S S O T.

77

nimale, e da cui egli e' ben differente, quefto diletto, io dico,


ajuta ee digeftioni, anima la circolazione, giova a tutte le
funzioni, rimette le forze, e le foftiene. S'effo fi trovi unito
con i piaceri dell'amore, contribuifce a riparar quella forza,
che effi fteffi poffono togliere, e l'offervazione lo prova.
Dopo un coito ecceffivo, dice Santorio, avuto con una Donna
di genio, che fi defiderava ardentemente, non fi prova
quella laffezza, che effer dovrebbe la confeguenza di
tal'ecceffo; poiche' il diletto, che gufta l'anima, accrefce la
forza del cuore, favorifce le funzioni, e ripara quello, che
f'ha perduto. Quefti fono i fondamenti, fopra i quali
Venetto nella fua Opera, in cui fi legge un ottimo capitolo
fui danni che recano i piaceri dell'amore portati all'eftremo,
ftabilifce, .che l'accoppiamento con una donna avvenente, e
bella indebolifce molto meno, che con una fozza, e
difpiacevole. La bellezza ha un non fo che di allettativo,
ch'apre, e^ diletta il noftro cuore, e che ne moltiplica gli
spiriti. Convien credere con San Giovanni Grifoftomo, che
eccitandofi contro le leggi della natura, il delitto e' molto
piu' grande per quefto fteffo riguardo, che per altro. E fi
puo' forfe dubitare, che la natura non abbia attaccato piu'
diletto, e folletico ai piaceri, che fi proccurano per mezzi
legittimi, e naturali, di quello che agl'altri, che fono alla
natura ftranieri, e repugnanti. Un'ottava, ed ultima ragione ,
che accrefce le dannofe confeguenze delle volontarie
polluzioni, e' l'orrore dei rimorfi, che debbono loro fuccedere
tofto che i mali hanno fatto aprir gl'occhj ful delitto
commeffo, e fu le dannofe fue confeguenze.
Miferi quorum gaudia crimen habent .
Ahi piacer cui feguace e' il pentimento!
E fe ve n'ha di quelli, che fieno in tal fituazione, fonfi
quefti certamente coloro, che di propria mano fi proccurano
la polluzione. Subito che e' fquarciato quel velo che li
copriva, appartare la loro condotta fotto un'afpetto il piu'
deforme, ed effi fi trovano colpevoli d'un delitto, a cui la
giuftizia divina non fa differir lungamente il caftigo, e che
punifce fenza indugio con la morte; di un delitto in fomma,
che fu riputato graiffimo fin dagli Etnici fteffi.
Hoc

78

AVVERTIMENTI

Hoc nihil effe putas: fcelus eft, mihi crede, fed ingens
Quantum vix animo concipis ipfe tuo.
Mart.
(A) Accrefce infinitamente la loro miferia l'onta, e

il

____________________________________________________________
(A) Io confidero lo fcuotimento convulfivo, che termina l'atto
venereo, un effetto dell'elettrizzamento fparfo per le piu
rimote parti della noftra macchina, e cagionato dal
fregamento fatto fulle parti miniftre del piacere, che per il
rifcaldamento introdotto in tutti i fluidi della macchina, di
molto accrefce l'infenfibile trafpirazione, e per lo
fcuotimento improvvifo di tutte le fibre, fpinge finalmente
con violenza fuori dalli vafi efalanti le piu tenui, e fottili,
in confeguenza le piu neceffarie foftanze del noftro corpo.
Ora l'accrefcimento della trafpirazione infenfibile, la
violenta ultima diffeparazione delle parti le piu' preziofe
dei fluidi, fara' fempre in ragione della piu' lunga, e della
piu intenfa elettrizzazione della macchina; ed appunto in
chi s'abbandona a quefta infame opera delle fue mani, e per
arte, e per natura piu' tarda, e ftentata fuccede la
polluzione, e pi gagliarda per confeguenza la fcoffa
convulfiva di quello, che quando effa per vie legittime, e
naturali accade, poiche' la natura, che non permette?
all'uomo di toglierfi una porzione di falute, e di vita
fuorch quando ei ripara la perdita de' fuoi fimili col
moltiplicarli, ha fabbricato nelle donne un vafo tale, che
ftringendo in ogni punto egualmente l'iftrumento virile,
faceffe fuccedere lo fpargimento del preziofo liquore con la
maggior follecitudine, e bagnandolo di un caldo umore,
faceffe nafcere il piu' leggiero grado di elettrizzazione nella
macchina, e cos in un dolce piacere l'uomo perdeffe la piu'
piccola che fia poffibile porzione della fua falute, e di fua
vita. La natura in tutte le fue grandi opere adopera
un'eftrema economia. Ecco un'altra ragione, per cui devono
le volontarie polluzioni indebolire maggiormente e portare
confeguenze piu' trifte di quello, che recano, quando effe
accadon in pari numero per ftrade naturali; perche' e con
arte le ritardano, e per difetto dell'iftrumento piu' ftentate
fuccedono. In fatti l'inguini, il perineo,
il

DEL

S i G.

T I S S O T.

79

il roffor che li feguono. In alcuni luoghi la libidine e' giunta


a tal effetto, che la diffolutezza con le donne, non e'
riguardata piu' che come una fempiice ufanza; e quelli che
fono in cio' pi colpevoli, non ne fanno piu' miftero, ne'
dubitano piu' di poter efferne difpregiati. Ma qual e' pero'
quegli che proccurandofi di propria mano la polluzione,
ardifca confeffar la fua infamia E quefta neceffita di ftarfi
celati fotto l'ombre del miftero non dee forfe per effo loro
effere una prova convincente dell'enormita' di quefti atti
obbrobriofi Quanti non ne fono periti per non aver giammai
ofato di fvelare la caufa de' loro mali?
Si legge in pi d' una lettera dell' Onania: io vorrei
piuttofto morire, che comparire dinanzi a voi dopo una tal
confeffione. Si e' in effetto, e fi dee effere infinitamente
piu' portati a fcufare coloro, che fedotti da quella
inclinazione, che la natura ha inneftato nel cuore di tutti, e
di cui ella fi ferve per confervare la fpecie, non hanno
dandofi alla libidine, altra colpa, che quella di non
contenerli dentro i limiti della legge, o della falute. E ben per
elfo^loro fi ha pronta la giuftificazione, che fono uomini
trafportati dalla paffione, i quali fi dimenticano di fe
fteffi; ma non fi faprebbe giuftificar si facilmente colui, che
pecca violando tutte le leggi, e rovesciandone tutti i
fentimenti, e le mire tutte della natura. Conofcendo quanto
verrebbe egli in orrore alla focieta, fe mai ne foffe fcoperto,
e conofciuto, quella immaginazione lo dee di continuo
martellare. Egli pare a me, uno di quefti mi fcriffe nella
fteffa lettera, di cui ne ho citato un pezzo difopra, che legga
ognuno fulla mia fronte l'infame cagione de' miei mali: e
quefta
immaginazione
mi
rende
la
compagnia
infopportabile. Effi cadono in una profonda triftezza, e
difperazione, come fe n'ha veduto degli efempj nella quarta
fezionedi queft'opera, e provano in oltre tutti que'mali, che
fa nafcere una triftezza covata internamente, fenz'aver, ci
che riefce piu' orribile ad un reo, alcun pretefto di
giuftificazione, o alcun
al____________________________________________________________
le cofcie a loro in quefta opera fudano, e talvolta la fronte, il
petto. Quefto certamente alli temperanti mariti non accade.

80

AVVERTIMENTI

altro motivo di confolazione. E quali fono mai gli effetti


della triftezza Il rilaffamento delle fibre, l'allentamento
della circolazione, l'imperfezione delle digeftioni, la poca
nutrizione, le oftruzioni cagionate da que' ferramenti che
parrebbero effer l'effetto piu' particolare della triftezza,
quelle effufioni d'umori, che fono una fequela de' lentori;
gli fcolatoj del fegato arreftano il loro corfo , dice il Sig. Senac,
e la bile fi fparge in tutto il corpo ; gli fpafimi, le
convulfioni,
le
paralifie,
i
dolori,
l'accrefcimento
dell'angofcia all'infinito, e tutti gli accidenti, che poffono
da quefti aver origine, o fomento.
Egli e' inutile, ch'io mi eftenda di vantaggio fu' pericoli
particolari alla polluzione manuale; concioffiacosache effi
fono anche troppo reali, e dimoftrati troppo dalla fperienza.
Paffero' in tanto a trattare de' mezzi, onde fi puo'
ottenerne la guarigione.
A R T I C O L OIII

La Curagione.
S E Z I O N E

IX.

Mezzi di ottenere la guarigione, propofti dagli altri Medici .


VI fono alcune malattie, nelle quali i rimedj danno quafi
ficura fperanza di un buon evento. Non fono pero' in quefta
claffe quelle, che hanno origine dagli fpoffamenti venerei, e
piu' ragionevolmente dalle polluzioni volontarie. Il
pronoftico, che fe ne puo' fare, quand'elleno fon giunte a un
certo grado, non ha cofa certamente, che non fia
fpaventevole. Ippocrate n'annuncia la morte. Queft'e' una
ben infelice malattia , dice Boerhaave; io l'ho trattata di
fovente, ma non mi riufci giammai di guarirla (1). Il 5Sg.
Vansvvieten tratto' per tre anni continui uno che avea
queft'incomodo, fenza un miglioramento di forte. Io ne ho
veduto molti infelicemente
____________________________________________________________
(1) Sezioni fopra li Inftituzioni . 776

D E L S I G.

T I S S O T.

81

te perire, e ad alcuni non mi riufci nemmeno di dare il


menomo follievo. Ma quefti efempi non debbono punto
difcoraggiare; imperciocche vi hanno beniffino de' rimedj,
che fono piu' felici, e fe ne trovano nella collezione dell'
Onania, nelle offervazioni de' Medici, e qualcuno me n'ha
fomminiftrato la fteffa mia pratica.
Nello fteffo luogo, ove Ippocrate fa la defcrizione della
malattia, tale come l'ho riportata di fopra, ei n'allega pure
la curazione. Quando l'infermo s'attrova in tale ftato,
dic'egli, fattegli de' fomenti a tutto il corpo, in appreffo
dategli un rimedio, che? gli promova il vomito; quindi dopo
che gli avrete fatto purgar il capo, cercate di far ch'effo fi
purghi anche per di fotto. Quefta cura pero convien
intraprenderla foprattutto nella primavera. Fatte le
purgazioni gli fi dia il latte leggiero, offia il latte d'afina, di
poi fi paffi al latte di giumenta per quaranta giorni, o nel
tempo ch'ei prendera' il latte, fi faccia aftener da ogni
vivanda, e fu la fera gli fi puo' dare un papparella d'orzo.
Finito l'ufo del latte lo fi nutrira coi cibi i piu leggieri
incominciando da una piccola quantita', ed in- tal modo fi
cerchera' d'ingraffarlo. Per tutto un anno ftara' lunge da
ogni diffolutezza, da ogni efercizio venereo, e da qualunque
altra fmoderatezza, limitandofi folo a de' paffeggj, ma in
quefti guardera di non efporfi ne al freddo, ne al fole.
Di qua apparifce, che Ippocrate incomincia la cura da
un emetico, e da una purgazione: la fua autorita' potrebbe
fare una legge, e quefta legge, nella maggior parte de' cafi
farebbe nocevole. Egli e' facile tuttavia il torfi a codefto
imbarazzo, riflettendo, ch'effo unicamente ordina il
purgamento per diftornar la flunione, che potrebbe calare
dalla tefta fulla fpina dorfale, e che in altro luogo mette
quelli, che fono ammalati per gli ecceffi venerei, nel numero
delle perfone, a cui non bifogna dare alcun purgante poiche,
non solamente non puo' loro recare alcun bene; ma puo' al
contrario apportar loro de' mali (1). Quindi , che
queft'ultima regola, dee effere riguardata come generale: la
prima forma un'eccezione,
F
ed
____________________________________________________________
(1) De ratione victus in morbis acutif, p. 405.406

82

AVVERTIMENTI

ed un'eccezione che fembra fondata fopra una teoria, di cui


fi e' conofciuto prefentemente l'errore, e che non dee per
quefta fteffa ragione aver alcun pefo.
Si trovano nella Differtazione di Hofmanno, ch'io di
gia' fovente ho citata, due offervazioni, che debbono
renderci circofpettiffimi fu l'ufo degli emetici: io le
riportero' tutte e due. Un uomo di cinquantanni per averfi
dato lungo tempo a degli ecceffi con le donne fi tiro' addoffo
un languore, e una magrezza, ch'era quafi confunto; a poco a
poco fe gli ando' diminuendo fa vifta, cosi che in fine ei
non vedeva gli oggetti in altro modo, che come foffero effi a
traverso una nuvola. Ridotto a cosi mal partito per prevenire
la febbre, che temeva imminente dopo un lungo ufo
d'affumicate carni di porco ha prefo finalmente un emetico
Gli effetti che quefto rimedio gli ha partorito, furono di
enfiargli tofto la tefta, e renderlo pofcia interamente cieco.
Una pubblica meretrice, che foffriva degli offufcamenti
negl'occhj ogni volta, ch'ella fi dava al commercio con
alcuno, avendo prefo un'emetico, perde' interamente la vifta
(1).
Il Sig. Boerhaave fembra aver voluto piuttofto
dimoftrare la difficolta' della guarigione, che il mezzo di
confeguirla. V'e' poca fperanza ( dic'egli ) di guarigione in
fffatta malattia; il latte paffa troppo facilmente, l'efercizio
del cavallo reca pochi vantaggi, e gli ammalati fi lagnano
anzi, che tali rimedj gl'indebolifcono. In fatti l'efercizio fa,
che fopravvenendo loro per avventura fra gli errori di
qualche fogno alcuna polluzione, la perdita del feme ne fia
piu'
copiofa;
quindi
le
forze
loro
fi
fiaccano
confiderabilmente, e la mattina feguente non fi levano mai
dal letto fenza effer umidi di fudore, e trovano che il fonno
fteffo gli ha indeboliti. Gli aromati non li poffono
fopportare, e quefti cagionerebbero loro degli effetti fatali.
L' unico efpediente in tai cafi fono i buoni alimenti, un
moderato efercizio di corpo, i pediluvi, ed i fregamenti fatti
con cautela (2).
Tra i confulti di quefto grand'uomo, che il Sig. Haller
____________________________________________________________
(1) De morbis a nimia venere ff. 24. & 26.
(2) Inft. de Med. t. 7. p. 215.

D E L S I G. T I S S O T.

83

ler vi aggiunfe all'edizione fatta da. lui, ve n'e' uno che


fervi' per un uomo, il quale erafi fatto al tutto incapace a'
piaceri dell'amore,, Un uomo di trentanni (cosi fi legge nel
fuo libro) s'indeboli talmente gli organi della generazione,
che gli fcola il feme ogni volta, che ha un principio di
eretifmo, perciocche un'erezione perfetta non la prova
giammai (1), e lo fperma non viene giammai fcagliato con
forza, ma ftilla egli a goccia a goccia, ed e' cio' appunto che
lo rende impotente: effo ha la memoria, lo ftomaco, le rene, e
le gambe interamente infievolite, e abbattute.
Il Sig. Boerhaave rifpofe. "Quefte malattie fono ognora
fommamente difficili a guarirfi; elleno non fi manifeftano
quafi mai, fe non quando il corpo indebolito fa, che i rimedj
loro applicati riefcano fempre vani e fenza effetto. Si pu
far prova, e vedere che effetto poffano produrre i feguenti. I.
Una regola di cibi afciutti, e leggieri, compofta di volatili, di
carne di Bue, di Montone, di Vitello, di Cavriolo arroftita
piuttofto, ch'alleffata; d'una piccola quantita' di fcelta
birra; ^di un po' di vino, ma vino de' piu' corroboranti. 2.
Un'efercizio, il quale vada a poco a poco crefcendo fino a un
principio di laffezza, ma fempre fatto a digiuno. Alcune
fregagioni fatte regolarmente la fera e la mattina con una
fanella profumata d'incenfo, fu i reni, ful baffo ventre, fu
la pube, fu l'anguinaglie, e fu lo fcroto. Convien pigliare
ogni due ore fra il giorno una mezza dramma del feguente
oppiato .
fc. Terrae Japon. dr. iv. opopanec. dr. v. Cort. peruv. dr.
vi. Conf. rofar. rubr. unc. 1. oliban. dr. ii. fucc. acac, unc. ff.
fyrup. kerm. q. f. l. a. cond. e la fi prender in una mezza
oncia poco piu' di vino medicato.
fc. Rad. cariophyll. mont. Paen. mar. an. unc. unc. 1. cort.
rad. cappar. tamarifc. an. unc. 1, ff. lign. agalloch. veri unc. 1.
vin. gall, alb. lib. vi. f. l. a. vin. medic.
Io fpero, foggiunge il Sig. Boerhaave, che l'infermo
F2
fa___________________________________________________________
(1) Quefto accidente e' famigliariffimo alle perfone, cbe fi
fono fnervate, e contribuifce molto ad accrefcerne lo
fpoffamento; il piu' leggiero ftimolo vi cagiona un principio
d'eretifmo a cui fuccede tofto l'ufcita dello fperma.

84

AVVERTIMENTI

facendo ufo pel corfo di due mefi di tali rimedj , fi trover


perfettarnente guarito . Ma il fatto , che l'mmalato non ha
voluto fervirfene, e mori' in capo a poche fettimane d'una
diffenteria maligna. Che effetto dunque ha prodotto il
rimedio? Quello e' quello che non fi puo' indovinare, il Sig.
Zimmermann mi ha fcritto, ch'egli n'avea fatto far ufo ad
un'ammalato per due mefi, ma fenz'alcun buon fucceffo.
Ne allega il Sig. Hoff. li precauzioni, che debbono aerfi, e
i mezzi, che in cio' convien adoperare. Fa d'uopo aftenerfi
da tutti que' rimedj, che non convengono alle perfone deboli
e che potfono fpoffare beniffimo un corpo di gia' fnervato,
tali fono tutti gli aftringenti, quelli che fono troppo
refrigeranti; que' tratti da Saturno, e dai nitri; gli acidi, e
principalmente i narcotici: effi in tal cafi fono tutti nocivi,
e per mala forte non fi lafcia di farne tuttavia un'ufo
frequente .
La mira che fi dee avere in cio', e' d riftabilire le
forze, e rendere alle fibre l'elafticita' che hanno perduta. I
rimedi caldi, volatili, aromatici, quelli che hanno un grato, e
forte odore, non fanno punto al propofito; qui d'altro non e'
d'uopo, fe non fe d'alimento dolce, leggiero, e capace di
riparare quella foftanza nutritiva gelatinofa, che le
immoderate evacuazioni hanno diftrutta; tali fono i buoni
brodi di carne di Bue, di Vitello, di Cappone, con poco di
vino, di fucco di cedro, di fale, di noce mofcata, ed una
brocca di garofano. S' aggiunge a cio' con buon fucceffo l'ufo
de' rimedj, che favorirono la trafpirazione, e che rianimano
il languente vigore delle fibre.
In altro confulto che diede per uno che fi proccurava di
propria mano le polluzioni, egli prefriffe, che tutte le
mattine pigliaffe una mifura di latte d'afina tagliato con
un terzo d'acqua di Seletr.
Sarebbe qui fuperfluo il citare i precetti, o fia le
offervazioni di altri autori. Io mi contentero' di riportar un
cafo utiliffimo, tale com'ei s'attrova in una tefi del Sig.
VVefzpremi, che contiene in vero quattordici offervazioni
tutte intereffanti (1).
VV. Con__________________________________________________________
(1) Queft'e' la fettima offervazione. Quefta tefi ben degna
d'ef-

D E L S I G.

T I S S O T.

85

VV. Conybcare in eta' di trent'anni ebbe un'incomodo


agli occhj, e fenz'alcun vizio apparente in capo a fe anni gli
fi ofcuro' la vifta talmente, ch'ei vedeva tutti gli oggetti;
come fe foffero attraverfo una denfa nuvola. Era ftato per
curarfi fuccettivamente nei tre piu' celebri Ofpitali di
Londra di S. Tommafo, S. Bartolommeo, di S. Giorgio; e
finalmente faranno due anni, ch'egli e', venuto nel noftro.
In tutti e tre quefti luoghi, oltre gli altri rimedj s'avea
tentato, fe la falivazione mercuriale poteffe guarirlo da
quella fpecie di gotta ferena : ma i Medici fi fono ftancati, e
l'infermo avea perduto quafi tutto il coraggio. Io lo
interrogai partitamente, e con molta attenzione fui fintomi
della fua malattia, ed effo mi diffe, che di tempo in tempo
fentivafi dolere tutta la fpina del dorfo, e principalmente
quando piegavafi per pigliar alcuna cofa da terra; che le fue
gambe erano talmente deboli, che poteva reggerfi appena un
minuto fu i piedi fenza che fi appoggiaffe, e fe aveffe fatto
altrimente, le gambe gli vacillavano fotto, e quindi gli
venivano delle vertigini e dei capigiri, che gli s'era
indebolita si fattamente la memoria, che qualche volta
pareva fino ftupido; ed io fleffo l'ho veduto eftremamente
fquallido, e macilente. Tuttocio' mi fe fofpettare che la gotta
ferena non poteffe effer altro, che un fintoma d'una
malattia, piu' faftidiofa, e che l'infermo foffe attaccato da
una vera confunzione dorfale.
Io lo follecitai vivamente a volermi confettare, femai
per l'addietro fi foffe dato in preda all'abominevole pec-cato
d'Onan, che diftrugge interamente le parti balfamiF3
che
____________________________________________________________
d'effer letta, fi trova con un grandiffimo numero d' altre
piccole operette quafi tutti perfette, ed altrove non
trovabili, nella bella raccolta di tefi pratiche, che il Sig .
Haller, il quale promove gli avanzamenti della Medicina con
tanto zelo, quanto e' il fuo difcernimgnto, fi e' data la briga
di pubblicare fotto quefto titolo Difputationes ad morborum
hiftoriam, & curationum facientes. Lofanna 1758. Il nome
dell'editore entra mallevadore del merito dell'Opera, che va
facendofi una delle bafi delle biblioteche pratiche. La parte
ch'io cito e' Stephani VVefzpremi Obfervationes medicae.
Trajecti 1756. nel tomo 6. p. 804,

86

AVVERTIMENTI

che del fluido nervofo. Indugio' molto prima di


confeffarmelo, ma finalmente arroffendone mifvelo' la
verit. Io allora gli ordinai di prendere fu la fera due pillole
mercuriali, ogni una delle quali conteneffe fei grani di
mercurio dolce, e il giorno dietro un'oncia di fale purgativo,
prescrivendogli in oltre che reiterar lo doveffe per quattro
volte nello fpazio di quindici giorni. In capo a quefto tempo
feci che fi alimentaffe, giufta la prefcrizione d'Ippocrate in
un cafo fimile, unicamente di latte per quaranta giorni
continui, nel qual tempo gli ho ordinato di farfi fare delle
fregagioni due o tre volte alla fettimana, ful punto di
metterfi a letto; e quefta cura ha fatto ch'ei ritornofene
dalla campagna in uno ftato molto migliore di quello, in cui
erafene partito. Gli configliai quindi i bagni freddi per tre
fettimane, ed effo, un giorno si un giorno no, entro' nel
bagno digiuno all'ore otto in circa della mattina. Per due
mefi poi prefe due volte al giorno l'elettuario minerale ed il
giuleppo volatile, e a quelli univa le fregagioni e i pediluvj.
Mediante quefti ajuti gli fi e' riftabilita si bene la falute,
ch'egli riprender voleva l'efercizio della fua profeffione,
ch'era di fare il pane, e di cuocerlo; ma io lo configliai ad
applicarfi ad altro meftiere, temendo, che l'ifpazione
appunto della farina, che vi s'innalza nel]'atto d'impaftarla,
non formaffe nel fuo ftomaco, e nel fuo petto ancora deboli,
e non abbaftanza fortificati, una colla, che gli avrebbe
potuto forfe cagionare degli effetti molto pericolofi.
Il Sig. Stebelin ha follevato il fuo infermo, di cui abbiam
parlato nella fezione feconda, con de' bagni corroboranti, e
mediante la tintura di Marte di Ludovis, e alcune decozioni
aperitive.
Quanto ai rimedj dell'Onania i principali fono certi
fegreti, ch'egli fi e' riferbato per fe fteffo. Generalmente fi
vede, e quefta olfervazione e' importante, ch'effo non
adoperava alcun purgant , e che n'erano la bafe i foli
corroboranti fotto il nome di tintura corroborativa t he
frentegening tincture , e di polvere prolifica, the prolific
povveder . Tai rimedi agifcono fenza che la loro azione
produca alcun fenfibile effetto; ma, quefte fono le precife
parole dell'Autore, effi arricchifcono, fortificano, e
nu-

D E L S I G. T I S S O T.

87

nutrifcono le parti genitali dell'uno, e dell'altro fefto, danno


loro una nuova forza, ajutano la formazione dello fperma,
rinvigorifcono fortemente le forze oppreffe (1); in una parola
a formiglianza di tutti gli altri fegreti, effi operano tutto
cio', che da loro fi voglia. Vi e' un terzo rimedio fconofciuto
fotto il nome di pozione riftorante, che agifce pure
efficacemence, ed in fatti fe fi dee preftar fede a tutte le
teftimonianze fatte a favore di quefti rimedj, effi non
poffono effere fenza dubbio fe non fe d'una fomma
efficacia. L' autore dell' Onania poi oltre quefti tre arcani
da alcune formole; la prima e' una pozione compofta
d'ambra, d'aromati, e di alcuni altri ingredienti della fteffa
claffe; la feconda e' un linimento compofto d'oglj effenziali;
di balfami, di tinture acri: ma l'una, e l'altra di quefte
compofizioni mi fembrano troppo ftimolanti e come elleno
non hanno per fe fteffe alcuna buona efperienza, cosi ne
ometto qui la defcrizione; ne allega quindi altre due, che
pajono piu' convenienti.
D E C O Z I O N E.
R/. Flor. ficcat. Lami (2) mpl. V. Radic. eyper. & galan. an.
un. Il. rad. biftort. unc. 1. rad. ofmund. regf. unc. Il, flor. rof.
rubr. mpl. IV. ichtbyocoll. unc. ll.
Sciffa tuf. mixt. cum aquae quart. VIII, ad quart. part.
evaporat. coquant. da prenderfi un quarto ogni gorno (3).
I N J E Z I O N E.
R/. Saccari Saturni, vitr. alb. alum. rup. andr. l. aq. calyb.
fabror. pint. 1. ff. per dies decem igne arenae digerantur: add.
fpir. vin. campbr, cochi. III.
Si troveranno delle faggiffime mire applicabili a copefta
F4
ma_________________________________________________________
(1) Onania p. 177.
(2) Egli non individua la fpecie, ma quefto non puo effere
che il lamium album vvhite arcangel, ovvero il lamium
maculatum.
(3) Il quarto Inglefe e' la fteffa mifura della pinta di Parigi.

88

AVVERTIMENTI

malattia?in un libro, che fta per comparire alla luce, col


titolo di Compendio di Medicina pratica del Sig. Lieutaud,
Medico degl'Infanti di Francia che dopo averfi refo celebre
tra i Notomifti, ed i Fifiologifti s'afficuro' con quest'opera
uno de' primi ranghi tra i Patrizi. I capitoli relativi alla
confunzione dorfale fono quelli-, che portano il titolo, calor
morbofus calore morbofo; malattia, per dirla di paffaggio,
famigliariffima, di cui niuno ha parlato, e fe ha parlato, la
tratto' affai imperfettamente come ho fteffo altrove mi fono
lagnato, e di cui il Sig. Lieutaud ha fviluppato il primo i
fintomi, la natura, ed il modo di trattarla; vires exauftae, lo
sfinimento e anemia che puo' tradurfi il mancamento di
fangue, capitolo intereffantiffimo che tutto appartiene
interamente all'Autore.
Il Sig. Levvis, di cui non mi riufci di procacciarmi
l'opera prima, che io deffi la prima volta alla luce la mia, e'
quegli, che piu' di tutti fi e' diffufo fu la cura. Io ho avuto
il piacer di vedere, che noi eravamo in quefto della ftetta
opinione, e che ci accordiamo perfettamente in adoperare gli
fteffi rimedj, principalmente la Chinachina, e i bagni freddi;
conformita', che mi fembra provar moltiffimo a favore del
metodo, che ognuno di noi ha feguito. Io qui non riportero',
che i due aforifmi, i quali in fe contengono l'intiero della
fua dottrina; mi ferviro di alcuni paffi -della fpiegazione
ch'effo aggiunge, per confermare nella fezione feguente la
mia propria pratica.
La cura di tal malattia, dice quefto dtto Medico,
dipende da due articoli; quello che bifogna sfuggire, e quello
che bafti a fare; e i rimedj non hanno alcuna efficacia fe
non fi ha una grande attenzione a tutto cio', che riguarda le
cofe non naturali, o per dir meglio, alle caufe che influifcono
partitamente ful fiftema. Un'aria falubre e' della maffima
importanza. La dieta effer dee corroborante fenza rifcaldare.
Non deve il fonno effere di troppo lunga durata, e fa d'uopo
dormire fempre a ore convenevoli. Bifogna fare un efercizio
moderato, ma principalmente veder di farlo a cavallo. Se le
evacuazioni naturali fuccedono irregolarmente, fa di
meftieri regolarle. L'infermo dee cercar di follevarfi con
un'aggradevole compagnia, o per mezzo

D E L S I G. T I S S O T.

89

zo di altri piaceri innocenti. I rimedj fi debbono trarre da


due fonti, dai balfamici, e dai corroboranti (1).
Egli raccomanda moltiffimo in luogo del Th che
fempre, dic'egli, e' nocevole ai nervi, l'infufione di meliffa,
o di menta con mettere in ciascuna chicchera una
cucchiajata d'una miftura balfamica compofta di fior di
latte, di roffo d'uova frefche sbattute infieme con due o tre
gocciole d'oglio di canella (2) . E quefta e' una bevanda, ch'e'
confacente moltiffimo al palato, e allo ftomaco, com'io fteffo
ho avuto occafione di fperimentarla: e quefto rimedio e' in
effetto veramente balfamico e corroborante: ma qui addurro'
una rifleffione, che puo' effer vantaggiosa, ed e' che il Sig.
Lewis affegna tra i corroboranti, ch'egli configlia
d'adoperare, i rimedj tratti dal piombo (3). Ma io debbo
avvertire che malgrado la fua autorita, e quella ancora di
molti altri rifpettabiliffimi Medici, l'ufo interno delle
preparazioni del piombo fuol effere un vero veleno per
unanime confenfo di tutti i Medici; avendone veduto io
fteffo de' cattiviffimi effetti e fommniftrandone la
sfacciata imprudenza de'fai falibanco pur troppo delle
occafioni per offervarne de' fimili (A). Se fi vuole confervarlo
come fi fa di alcuni altri veleni, per lo meno l'ufo ne fia
rifervato a coloro, che fono capaci di conofcere, il bene, e il
male, che puo' recare;
____________________________________________________________
(1) A practical. Effay. p. 20. 25. & 34.
(2) Sect. 1o. p. 27. Robuif. conf. p. 98.
(3) Ib. p. 26. 28
(A) Noi abbiamo in Venezia un rifpettabile Medico per la fua
vecchiezza, che adopera una tintura, fuo particolare fegreto,
ch'ei chiama di fangue, appunto ne' corfi roffi delle donne
cagionati dalla debolezza de' vafi, ed ei racconta d'averne
veduti de'buoniffimi fucceffi. Ed in fatti io conofco una
garbatiffima Signora, che m'ha afficurato di non averfi con
niun altro rimedio curata, che con la fopraddetta tintura da
lui fuggeritale. Quefta tintura e' di radici di tormentilla, e
di magiftero di Saturno: ed uno de'primi Speziali di quefta
Citta' la compone. Se i vantaggi ch'effa ha recato fieno tutti
d'attribuirfi alla radice di tormentilla, ed alla forza
degl'infermi di non voler rimanere danneggiati da Magistero
di Saturno, io non lo fo.

90

AVVERTIMENTI

re; e non lo s'affegni fe non che con le dovute cautele nelle


opere che poffono cader in mano di tutti.
Io terminero' quefta fezione efponendo il metodo che
adopera in fiffatte malattie il Sig. Stork che e' molto
femplice ed efficaciflfmo. Chi paragonar vora' l'uno con
l'altro tutti codefti metodi, vedra' che fon'eglino tutti
fondati fu gli fteffi principi; che tendono tutti allo fteffo
fine, e che impiegano per arrivarvi de' mezzi
fomigliantiffimi fra di loro; conformita che fa l'elogio del
metodo, ed infpira nel tempo fteffo agl'infermi una
fperanza affai grande. Si comincia, dice il Sig. Stork, a
nutrir l'ammalato con fugofe bolliture. Il rifo, l'avena, l'orzo
cotto col brodo, o col latte, e il latte fteffo fono utiliffimi; ma
conviene aver l'attenzione di farne pigliar poco, e fovente.
Se lo ftomaco foffe talmente indebolito, come alcune fiate
fuccede, quando la malattia ha fatto de' grandi progreffi,
ch'ei non poteffe foftener tal forte di alimenti fenza un
grandiffimo affanno, convien dare all'infermo una balia, e
quefto fpediente piu' d'una volta valfe a liberare da
nojofiffimi incomodi. Si comunica della forza e dell'azione
alle fibre allattate mediante l'ufo d'un vino acciajato, ed in
cui infufa s'abbia della Chinachina, e della cannella; quando
l'ammalato abbia forze fufficienti per girfene a paffeggiare,
l'andar a refpirare un'aria libera e pura in campagna, o
fopra qualche collina, non potra' effergli fe non di
grandiffimo vantaggio. (1)
S E Z I O N E X. .

Pratica dell'Autore.
VI fono alcune malattie, delle quali e' difficiliffimo lo
fcoprirne efattamente la cagione, e per confeguenza di
determinarne l'indicazione, e regolar il modo di trattarle, ma
che fi guarifcono con fomma facilita', quando fiafi arrivato
a farlo. Nella confunzione dorfale non fuccede pero' niente
di fimile, imperciocche fi fa qual'e' la malattia, fi conofce la
caufa, e fi fa in fomma ch'ella
e', co____________________________________________________________
(1) Medicus annus, t. 2, p. 216.

D E L S I G. T I S S O T. ?

91

e', come dice il Sig. Lewis, una fpecie particolare di


confunzione, di cui la cagione proffima e' una debolezza
generale de' nervi . Quindi facilismo lo ftabilirne
l'indicazione, e non fi pu effer in forfe gran fatto ful
metodo effenziale della cura. E pure di fovente il miglior
metodo manca; e quefta e' una ragione di piu per ridare con
efattezza il divifamento. La caufa del male fi dee tutta
attribuirla
all'allaffamento
univerfale
delle
fibre,
all'indebolimento de' nervi, e all alterazione de' fluidi. Effo
nafce dalla fpoffatezza di tutte le parti; convien loro
reftituire le forze, queft'e' l'unica indicazione. Ella puo'
fuddividerfi fecondo le differenti parti, che fi trovano
allaffate, ma come i rimedj medefimi fervono a rinvigorirle
tutte, cosi egl'e' inutile qui il determinarle partitamente;
tanto piu', che le fi trovano gia' indicate tutte nel corfo di
queft'Opera.
Coloro che ignorano affatto la medicina, e che nulla di
meno ne parlano piu' di quelli che fanno, crederanno per
avventura effere faciliffima cofa il fare quefta indicazione,
e che mediante i buoni alimenti, e l'ajuto de' cordiali onde
abbondano le fpezierie, fi poffan beniffimo fortificar
facilmente le parti allaffate. E pure una ferie di
avvenimenti infelici ha fatto vedere piu' efperti Medici, che
non e' cofa forfe di quefta piu' ardua e malagevole.
E' faciliffimo, dice il Sig. Gotter, il diminuire le forze,
ma per ripararle , non fi ha quafi alcun rimedio (1). Se ben
fi rifletta, fi comprendera' facilmente , che gli alimenti, e i
rimedj non fono altro, che ffrumenti, onde fervefi la natura
per foftenerfi, per riparar le fue perdite, e per rimediare
a'danni che fopravvengono al corpo. E cofa e' mai quefta
natura fe non la unione, e l'aggregato delle forze del corpo
armonicamente diftribuite Ella e' la forza vitale diftribuita
refpettivamente nelle differenti parti. Quando le forze fono
efaufte, e' dunque la natura fteffa che manca, ed ifviene.
Toftoche un architetto operatore piu' non agifca, gli potete
dare de' materiali quanti vi piace, ch'egli non e' piu' in
iftato di adoperarli. Lo potete fotterrare con la fteffa fua
fabbrica fotto
alle
____________________________________________________________
(1) De perfpirat. infenf. p. 504.

92

AVVERTIMENTI

alle pietre, al legname, e fotto alla malta., fenza ch'ei riparar


poffa nemmeno un folo pollice di muraglia. Lo fteffo accade
nelle malattie, che nafcono dal diftruggimento delle forze: gli
alimenti non riparano punto, e non giovano a nulla i rimedj.
Io ho veduto degli ftomaci talmente indeboliti, che gli
alimenti non, ne ricevevano maggior preparazione di quello,
che, le foffero in un vafe di legno. Alcune volte vi fi
dispongono altresi conforme la fpecifica lor gravita'; e
quando in fine una nuova dofe col fuo pefo irrita lo
ftomaco, li fi veggono a fortire mediante il vomito
fucceffivamente con leggieri sforzi, feparati affatto gli uni
dagli altri. Alcune altre fiate fermandofi effi piu'
lungamente nello ftomaco fi corrompono, e li fi rigettano
tali, come farebbero, fe li fi aveffe lafciati infracidire in un
bacino d'argento, o di porcellana. Ora che fi dee mai fperare
in fimili cafi dagli alimenti
Lo fpoffamento tuttavia non e' ugualmente grande e
confiderabile in tutti; imperciocche ve n'ha di quelli, che
hanno le forze bensi indebolite, ma non gia interamente
diftrutte; e allora gli alimenti e i rimedj poffono beniffimo
contribuire alla guarigione. In tal cafo la natura fteffa fi
ajuta ritraendo dai cibi alcuna picciola foftanza; mai i
rimeij da adoperarfi debbono, allora effere di quella claffe
che la fperienza abbia fatto vedere effere proprj e capaci a
rianimare quel principio d'azione vitale, che par fi vada
eftinguendo. Quefti fono gli aiuti ftraordinarj, che fi
fomminiftrano all'architetto, purche egli travagliar poffa
intorno alla fua opera, con difpendio il minore che fia
poffibile delle fue forze; qurft'e' in certa guifa quel colpo di
fperone, che fi da ad un cavallo indebolito, perche ei faccia
uno sforzo trovandofi in un paffo cattivo e pericolofo. Ma
quanta cognizione, e prudenza non fa egli d'uopo avere per
mifurare a un colpo d'occhio la profondita' d'una foffa
fangofa, e le forze dell'animale, e ful fatto fapernele
paragonar infieme e bilanciare? Se il fatto fupera mai le fue
forze, quel colpo di fperone fara', egl'e' vero, ch'ei ne faccia
uno sforzo; ma fe con tutto quefto non gli riefce di metterfi
ful buon cammino, quello sforzo fteffo non fara' che
interamente sfinirlo.
La

D E L S I G. T I S S^O T.

93

La debolezza prodotta dalla manual polluzione porge


quanto alla fcelta de' rimedj una difficolta', che non
s'incontra in niun'altra malattia, e percio' convien evitare
con la maggior diligenza tutti quei, che irritando potrebbero
rifvegliare ' il folletico della carnne. Quefta e' una legge
meccanica animata, talmente differente dalla inanimata, e si
poco foggetta alle fteffe regole che quando i movimenti
s'aumentano, l'aumento fuol effere piu' notabile nelle parti
che ne fono le pi fufcettibili: e quefte fono ne'Mafturbatori
appunto le parti^genitali. L'effetto dunque de' rimedj
irritanti piu' che altrove fi manifeftera' in quefte parti-, e
per quanta circofpezione fi ufi nell'impiegarne i rimedj,
non fi potra mai ovviare a quelle confeguenze che riefcono
fempre pericolofe e fatali. Quali adunque effer debbono i
rimedi adattati
Queft'e' quello, ch'io efaminero' dopo
averne divifata la dieta. Seguiro' pertanto in quefto
avvifamento l'ordinaria divisione delle fei cofe non
naturali, l'aria, i cibi, il fonno, l'efercizjo, le evacuazioni
naturali, e le paffioni.
L' A R I A.
L'aria ha fopra di noi quella fteffa influenza, che ha
l'acqua fopra i pefci, anzi ella e' rifpetto a noi molto piu'
confiderabile. Coloro che fanno a qual fegno fi eftenda
quefta influenza, che non ignorano che gli affogiatori non
folamente conofcono l'acque , ma il fito pure dell'acque, ove
fu un pefce prefo, e ch'effi beniffimo diftinguono:
Lupus hic, Tiberinus, an alto
Captus hiet pontefne inter jactatus, an amnis .
Oftia fub Tufci.
Quefti tali, dico, conosceranno quanto giovi agli ammalati il
refpirare un'aria piuttofto che un'altra. Quelli che faranno
entrati una volta fola in vita loro in una ftanza, ove fi abiti
fenza far mai che l'ambiente fi cambi, o ch'entri nuova aria
a incalzare la prima; quelli che fi faranno trovati ne' bollori
della ftate preffo qualche palude, o che foggiornato avranno
in luoghi baffi e chiufi di ogni intorno da colline; quelli che
faranno paffati da una popolata Citta' alla campagna, che
avranno refpirata

94

AVVERTIMENTI

ta l'aria fu lo fpuntar del Sole, o ful meriggio, innanzi, o


dopo una pioggia, tutte quelle perfone, io dico,
comprenderanno, quanto influir poffa l'aria e giovare alla
falute.

Temperie coeli corpufque, animufque juvatur. Ovid.


I deboli, quelli cioe' che fono fievoli, e fpoffati, hanno
bifogno piu' di cadaun'altro dell'ajuto d'un'aria pura;
queft'e' un rimedio, che agifce (ed e' forfe l'unico) fenza il
foccorfo della natura, e fenza che vi fi adoperino le fue
forze; per quefto motivo appunto egli importa moltiffimo a
non trascurarlo. L'aria che meglio conviene ad un'atonia
univerfale, e' la fecca, e temperata: un'aria umida, e un'aria
troppo calda fono, ugualmente nocevoli. Io conofco un
infermo di quella fpecie il quale fopravvenendo i grandi
bollori fi riduce fempre a un totale sfinimento, e la fua
falute varia nella ftate fecondo l'alternativa de' giorni piu o
meno caldi. Quanto ad effoloro un'aria troppo fredda e'
molto meno a temerfi, e la cofa non puo' andar altramente,
il calore rilaffa le fibre che fono anche troppo di gia'
indebolite, e ftempera parimente gli umori di gia' troppo
fciolti; il freddo al contrario rimedia a tutti due quefti mali.
Quando i Caribi fono attaccati da paralifia per le
terribili coliche convulfive a cui vanno foggetti, allorche per
guarirli non fi puo piu' mandarli ai bagni caldi che fono al
fettentrione della Giamaica, fi cerca d'inviarli in qualche
altro luogo che fia pi freddo del loro paefe; e quefto folo
cambiamento d'aria bafta a reftituir loro mirabilmente la
falute. Un'altra qualita effenziale dell'aria e', che la non fia
pregna di particelle nocive, e che non abbia perduto, dando
chiufa per avventura in qualche luogo abitato, quella fpecie
di qualita' vivificante, che forma tutta la fua efficacia, che
potrebbe chiamarfi lo fpirito vitale egualmente neceffario
alle piante, che agli animali: e tal e' l'aria che fi refpira in
una campagna aperta fparfa d'erbette e ricca d'alberi, e
pianticelle. Che l'infermo, dice^Areteo (1) foggiorni pure
vicino a praterie, a fontane e a rufcelli, imperciocche' le
efa____________________________________________________________
(1) De curat, acut. L. 2. r. 3. p. 102.

D E L S I G. T I S S O T.

95

efalazioni, che vi s'innalzano, l'allegrezza che infpirano


quegli oggetti, fervono a fortificar l'animo, a rinvigorir le
forze e a riftabilire parimente la vita. L'aria che in una
Citta' del continuo fi va afforbendo, e rimandando dai
polmoni ficcome e' piena ognora di una copia grande di
vapori o di efalazioni infette, cosi accoppia in fe i due
inconvenienti di contener cioe' meno di quefto fpirito
vitale, e di effer carica di particelle nocive. Quella della
campagna al contrario poffiede le due qualita oppofte:
perciocche ella e' un'aria pura; e pregna di tutto cio', che
v'ha di piu' volatile, e piu' aggradevole, di piu' cordiale
nelle piante, e piena in oltre dei vapori della terra, la quale
e' anch'effa fommamente falutifera. Ma riufcirebbe inutile
lo fcieglierfi il foggiorno in una buon'aria, fe poi non fi
cercaffe di refpirarla liberamente: l'aria delle ftanze, quando
non venga rinnovata e di continuo cambiata, e' -a un
dipreffo la fteffa da per tutto. Quefto non farebbe gia' uncambiar aria, ma paffare da una ftanza chiufa della Citta'
ad un'altra ferrata ugualmente in campagna.
Non fi gode pienamente della falubrit d'una armosfera
fana fe non fe in campagna aperta, ed a cielo scoperto. Se
poi l'infermit, o la debolezza non permettono di
trafportarvifi, convien cercar almeno di rinnovar piu volte
al giorno l'aria della ftanza, non gia' femplicemente
aprendone una porta, o una fineftra; ma facendone paffare
un torrente di aria frefca, fpalancandone appunto tutto ad
un tratto ogni pertugio, onde cosi piu' liberamente la poffa
paffare, e ripaffare. Non v'e' alcuna malattia, che non
ricerchi fffatta precauzione; ma allora conviene aver
l'attenzione di fotrrar l'ammalato ad una troppo grande
impreffione; lo che e' fempre faciliffimo ad efeguirfi.
Egl'e' pure di fommo momento il refpirare l'aria della
mattina: quelli che fe ne privano per iftarfene in
un'atmosfera baffa foffocata entro quattro bandinelle,
volontariamente rinunciano al piu' dolce e forfe al piu
corroborante tra tutti i rimedj. Il frefeo della notte
reftituifce all'aria ogni fuo principio vivificante; e la
rugiada, che a poco a poco s'alza in vapori dopo d'efferfi
impregnata di tutto il balfamico de' fiori, fu cui ella vi fi
poggio', la rende veramente medicinale.
Si

96

AVVERTIMENTI

Si nuota percio' in mezzo alle parti piu' fcelte e piu'


preziofe delle piante, che vi s'infpirano di continuo e di cui
non v'ha cofa al confronto che porta forfe recare i piu
benefici effetti. Il fentirfi di buona voglia, il frefco, la forza,
l'appetito, che fi fente nel refto del giorno, e' una prova a
portata di tutti, piu' forte, che tuttocio ch'io poteffi allegare.
Io ne ho offervato anche recentemente degli effetti piu'
fenfibili fopra alcune persone cagionevoli, e principalmente
fopra quelle, ch'erano ipocondriache. Effi fperimentavano
nel modo piu' offervabile, che fe prendevano l'aria allo
fpuntare del Sole, fi fentivano tutto il reftante del giorno
molto piu' allegri, e fvelti; e quelli che vivevano in
compagnia loro con quefta offervazione, non era poffibile
che s'ingannaffero full'ora che fi foffero effi alzati dal letto.
Di qua fi comprende di quanta importanza fia quefto
effetto per coloro, che travagliano per la confunzione dorfale,
a' quali fono si familiari le affezioni ipocondriache. Tofto
che torna all'ammalato l'allegrezza e giocondit, egli e'
chiaro ed evidente, che la fua falute fi e' generalmente
migliorata.
GLI

A L I M E N T I.

Si debbono offervare nella fcelta degli alimenti quefte


due regole; 1. non fervirfi fe non di que'cibi, che fotto
piccolo volume molto nutrimento contengono, e che
facilmente fi digerirono. Queft'e' l'aforifmo di Santorio.
Coitus immoderatus poftulat cibos paucos & boni
nutrimenti (1), 2. aftenerfi da tutti quelli, che hanno
dell'acrimonia. Egli e' neceffario di reftituire tutte le forze
allo ftomaco; e non v'e' cofa che piu' diftrugga le forze delle
fibre animali, che uno sforzato diftendimento; quindi fe lo
ftomaco verra' dilatato dalla quantita' degli alimenti, effo
di giorno in giorno s'indebolira'. Dall'altro canto, quando
effo fia troppo riempiuto, le perfone deboli provano una
difficolta' di refpiro e uno fiato d'angofcia, di debolezza, e
di malinconia, che accrefce tutti i lor mali. Si previene a
quefti due inconvenienti, valendofi di quei cibi
____________________________________________________________
(1) Sect. 6, .Aphor. 22.

DEL

S I G. T I S S O T.

97

bi che ho indicati poc'anzi , e non facendone ufo fe non fe


in poca quantita', ma con frequenza. Egli e' neceffario il
proccurare, ch'effi diano al corpo tutto quel nutrimento che
poffono. Lo ftomaco non e' in iftato di digerire quegli
alimenti, che fono difficili a digerirti; perocche' la fua
azione fommamente fiacca correrebbe a rifico di efferne
totalmente diftrutta, qualora i cibi foffero tanto crudi, e
duri, che a diminuir giungeffero fin le fue forze.
Su tali principi fi puo' facilmente formare un catalogo
tanto di quelli, che convengono, quanto di quelli, ch'e'
duopo efcludere in tai cafi. Entrano nell'ultima claffe tutte
le carni naturalmente dure, e non digeribili; come quelle del
porcello, quelle degli animali vecchj; quelle, che l'arte ha
cercato d'indurire col mezzo del fale, e del fumo,
preparazione che nel tempo fteffo le rende acri; quelle che
fono troppo pingui; e tutte le altre in fomma che rilaffano le
fibre dello ftomaco, che diminuirono l'azione fatta di gia'
troppo languida de' fucchi digeftivi che rimangono indigefti
che aprono la ftrada e difpongono agl'intasamenti, ed alle
oftruzioni, e mediante il loro foggiorno acquiftano un
carattere di acrimonia, che di continuo irritando cagiona
delle inquietezze, de' dolori, delle vigilie, dell'afe, e delle
febbri. Non v'e' cofa in una parola, onde debbanfi guardare
con maggior diligenza le perfone, che patifcono le
indigeftioni, quanto dai cibi graffi. Le parti non fermentate,
foprattutto quando fono impattate col graffo fi confiderano
un'altra fpecie di cibo, che fupera di molto le forze d'uno
ftomaco cagionevole. Le mineftre di erbe, ficcome cagionano
de' gonfiamenti, che diffondono lo ftomaco, e che rendono
difficile la circolazione nelle parti vicine, fono pure
egualmente nocive. Tali fono generalmente tutte le forta dei
cavoli, i legumi, che mangiano col baccello, e quelli che
hanno un fapore, ed un odore fommamente acre, ultima
qualita, che li rende nocivi, indipendentemente dalle
flattuofita'.
I frutti, che fono si falutari nelle malattie acute, ed
infiammatorie, nelle oftruzioni, principalmente del fegato,
ed in molte altre malattie, non poffono convenir giammai a
fiffatti mali. Effi illanguidifcono, rilaffano, fnervano le
forze dello ftomaco, effi addoppiano lo fcioglimento del
fangue fatto di gia' troppo acquofo; mal diG
geri-

98

AVVERTIMENTI

geriti, fermentano nella ftomaco, e negl'inteftini , e quefta


fermentazione fviluppa una mirabile quantita' d'aria, che
produce degli enormi diftendimenti, i quali affolutamente
danneggiano la circolazione. Io ho veduto queft'effetto effer
si grande in una donna, che avea mangiati de'frutti a
crepapelle ventiquattro giorni dopo un feliciffimo parto, che
erafele il ventre tefo a fegno di divenir livido, ed era caduta
in un profondo fopore, coficche appena fe le diftinguevano i
buffamenti del polfo. I frutti lafciano anche ne' canali dove
partano certi principi acidi, capaci di cagionare parecchj
molefti accidenti: percio fa di meftieri privarfene
intieramente. Cagionano gli fteffi inconvenienti gl'immaturi
regali degli orti, gli aceti, e i fughi dell'agretto, e meritano
percio la medefima efclufione
Quantunque il ruolo degl'alimenti proibiti fia lungo, ei
non fi eftende pero quanto quello de'cibi che vi fi
permettono. Quefto comprende le carni tutte di animali
giovani ben nutriti, e pafciuti in buoni pafcoli; tai fono
fpecialmente quelle di vitello, di novello montone, di bue
giovane, di teneri polli, di piccioni, de' gallinacci, e de'
perniciotti: le allodole, i tordi, le quaglie, e ogni altro
uccellame avvegnache non fieno affolutamente interdetti
cagionano nulloftante degl'inconvenienti, i quali non
permettono che fe ne faccia un ufo giornaliero. Anche i pefci
fono percio' da annoverarfi in tal claffe.
Fa d'uopo non folamente fciegliere con attenzione le
carni, ma conviene pure convenevolmente prepararle. Il
modo migliore e' quello d'arroftirle ad un fuoco lento, che
loro confervi il fucco^e non le afciughi; ovvero di cuocerle
lentamente col proprio loro fugo. Quelle che bollir il fanno in
molt'acqua, lafciano al brodo tutto il meglio, che hanno di
fuccofo e incapaci rimangono di nutrire. Quindi bene fpeffo
fuccede, ch'effe non fon altro che nude fibre carnofe, fpoglie
d'ogni fucco, e inzuppate d'acqua egualmente al gufto
infipide, che indigeftibili allo flomaco-. Si offerva
ordinariamente, che le perfone deboli fono lontane
moltiffimo d'ogni fofpetto di ghiottoneria, le quali non
poffono mangiar punto fenza che si loro ftomaco foffra
alcun incomodo. Quanto piu' le carni fon tenere, tanto meno
foftengono quella preparazione, che riferbar fi dovrebbe,
quanto agii ammalati,
per

D E L S l G. T l S S O T.

99

per trar dalle vivande dure cio, che contengono effe di piu
nutritivo.
Per quante attenzioni, che fi adoperino nella
preparazione delle vivande, vi fono delle perfone, le quali
non poffono giammai digerirle, e fi e' ridotto a non dar loro
che il fucco, il qual s'efprim dopo avernele fatte
mediocremente bollire. Ma come queftala fi corrompe
faciliffimamente, cosi fa di meftieri di giungervi un po di
pane, ed una piccola dofe di fugo di cedr , od un poco di
vino, e una tal miftura e' tutto quello che rifpetto loro fi
puo' adoperar di piu' nutritivo. Alcuni gamberi fchiacciati, e
cotti nel brodo fanno eccitare il gufto, e forfe renderlo piu'
corroborante; ma effi poi hanno un doppio inconvenient,
d'effer cioe un poco ribaldanti, e di rendere il brodo piu'
fufcettibile d'una pronta corruzione. Quindi bifogna tener
gli occhj aperti fopra quefti due punti. Il pane, e gli erbaggi,
non fono veramente quei cibi, che fotto un piccolo volume
unifcano in fe molta copia di fucco nutritivo; ma il loro ufo,
e principalmente quello del pane e' affolutamente
indifpenfabile per prevenire non folamente la naufea e il
difgufto, che non mancherebbe di portare un vitto di pure
carni, ma per impedire altresi la corruzione che ne farebbe
una confeguenza, quando non fi averte la cura di
tramifchiarlo con altri vegetabili. Senza una tal precauzione
fi vedrebbe ben prefto nafcere nelle prime ftrade l'alcali
fpontaneo e tutti quei difordini, ch'effo fi puo' tirar dietro.
Da quefto metodo di vivere io ho veduto feguire i pi grandi
accidenti nelle perfone deboli, a cui lo fi aveva prefcritto.
Uno dei fintomi piu' famigliari e' l'alterazione: quefti tali
fono coftretti di bevere, e il bere gli allaffa; ottre di che la
bevanda difficilmente fi mefchia con gli umori,
imperciocche queft'unione dipende dall'azione de' vafi, i
quali fono moltiffimo illanguiditi. E fe per una difgrazia,
famigliariffima a coloro i quali non fanno che un piccolo
efercizio, fi diminuifce l'azione de' reni, paffano i liquidi
nella tenitura cellulare, e vi formano tofto de' tumori
edematofi, ed in fune delle idropi d'ogni fpecie.
Per prevenire cosi fatti difordini egl'e' d'uopo unire, ed
accoppiar fempre il vitto vegetabile coll'animale. Le migliori
erbe fono le radici tenere, e tutte le circorie, i
G2
car-

100

AVVERTIMENTI

cardi; egli afparaghi. Ve ne fon dell'altre, le quali


avvegnache teneriffime portano fempre delle moleftie,
perche' rinfrefcano troppo, e atturifcono la forza dello
ftomaco .
Le cofe farinacee preparate e cotte in latte con del
brodo, fono un alimento da non difprezzarfi: poiche' unifce
in fe, cio', ch'hanno di piu' nutritivo i due regni, ed il
mifcuglio previene i danni che recar potrebbe ciafcheduno
di loro prefo da fe folo. Il brodo fa che la farina non prenda
l'agro, ed ella impedifce, che il brodo non fi alteri e
corrompa. Si rileva agevolmente in leggendo con un po di
attenzione gli offervatori, che le malattie fono piu' maligne
nelle parti fettentrionali dell'Europa, di quello che ne' fuoi
climi di mezzo. E cio' non adiviene forfe perche' ivi fi
mangiano piu' carni, e manco vegetabili?
Cio' ch'io ho avvertito di fopra intorno ai frutti, non
vieta gia', quando lo ftomaco conferva ancora uon po di
forza, che non fi poffa di quando in quando permetterne
una fcarfa quantita de' migliori , e piu fcelti per la
maturit; ma fi noti che quelli, i quali meno convengono,
fono fempre i piu acquofi.
L'uova fono un alimento del genere animale, e un
alimento ch'e' fommamente utile; effe corroborano
motiffimo, e facilmente fi digerifcono, purche' fiano
pochiffimo cotte; poiche' quando la chiara e' indurita, non
fi difcoglie piu', diviene pefante, indigeftibile, e piu' non e'
atta a fepararfi. Quindi egl'e' un cibo allora che conviene
bensi agli ftomachi forti, ma non a quelli che digerifcono
poco. Il miglior modo di prenderle e' quello, d'ingojarle tofto
che nafcono fenza cuocerle, o forbirle dal gufcio dopo averle
folamente attuffate tre o quattro fiate nell'acqua bollente,
ovvero ftemperate in un po' di brodo caldo, ma che non
bolla. ^
Finalmente un'ultima fpecie d'alimento e' quello del
latte; effo accoppia in se tutte le qualita' confiderabili, e
non trae feco veruno degl'inconvenienti, che fono a temerfi.
Egl'e' il piu' femplice, il piu' facile a digerirfi, quello che
piu' prontamente ripara le forze; e come e' dalla natura
fteffa interamente preparato, cosi non li arrifchia punto di
guaftarlo mediante una preparazione artifiziale. Egli
nutrifce a guifa del fucco delle carni, e non
e' fog-

DEL

S I G. T I S S O T

101

e' foggetto alla corruzione: previene ^l'alterazione, e ferve


tanto di cibo, che di bevanda, egli facilita e mantiene tutte
le fegrezioni, difpone ad un fonno tranquillo, e in una
parola e' proprio ad adempire tutte l'indicazioni, che fi
apprefentano in tali cafi, ed il Sig. Lewis l'ha veduto
produrre dei mirabili effetti (1). Perche' adunque non fe ne
fa di effo un ufo continuo, e non fi foftituifce a tutti gli
altri alimenti per una ragione appunto che e' particolare al
medefimo, la quale ne altera di fovente l'effetto, e fa alcune
volte ch'effo ne produca uno affai differente da quello, che
fi fperava, e che beniffimo fi poteva appettare.
Quefta ragione e' un certo difciolgimento a cui e' effo
foggetto. Se quanto a lui la digeftione non fegue
prontamente, fe vi f'arrefti troppo nello rtomaco, ovvero fe
fenza fermarfi lungamente vi trovi effo delle materie capaci
di accelerare codefto difcioglimento; ei foffre tutti que'
cambiamenti, a cui lo vediamo andar di continuo foggetto
fotto i noftri occhj: vi fi feparano tofto la parte butirrofa, la
caciosa, e la fierofa; il latte leggiero cagiona alcune fiate una
pronta foccorrenza, ed altre volte ei paffa per le vie
ordinarie, o per quelle della trafpirazione fenza dar alcun
nutrimento,^l'altre parti recando nello ftomaco non tardano
a moleftarlo, a cagionargli degl'incomodi. de' gonfiamenti,
delle naufee, delle colliche e fe avvien pure che ful principio
non diana certo travaglio, cio e' perche effe paffano tofto
negli inteftini ove poffono arreftarfi, vero, alcun tempo
fenza nuocere fenfibilmente, ma ivi acquiftano una
fingolare acrimonia, e dopo un certo tempo elleno producono
degli accidenti, che la dilazione non ha renduto meno
dannofi e fi puo' egli ftabilire come una legge, che dee
renderci fommamente circospetti, quando fi ordina il latte
in cafi gravi, che fe queft'e' un alimento faciliffimo a
digerirfi; egli e' un cibo altresi che ha una digeftione la piu'
faftidiofa. Abbiam di fopra offervato le difficolt, che il Sig.
Boerhaave provava in prefcriveme l'ufo, ma per quanto
grandi le fieno, i vantaggi che fe ne poffono ritraere, fono di
gran lunga piu' confiderabili, quando fi cerchino
G3
tutti
__________________________________________________________
(1) Pag. 27.

102

AVVERTIMENTI

tutti i mezzi poffibili, onde fuperarle; e di quefti per buona


forte ne abbiamo il bifogno. Effi poffono ridurfi a due claffi,
che fono l'attenzione fulla dieta, ed i rimedi. Gli ultimi io
mi riferbo di efaminarneli in uno degli articoli feguenti.
Le attenzioni quanto alla dieta primieramente debbono
aver per oggetto la fcelta del latte, a qualunque vi fi
determini animale, fi dee guardare, che fia fano, e ben
provveduto di cibi (*). In fecondo luogo fa dimeftieri, nel
tempo che lo fi piglia, attenerfi da tutti que'cibi, che
poffono renderlo acre, e tali fono tutti i frutti si crudi che
cotti, e generalmente ogni cofa, che abbia dell'acido. In terzo
luogo convien prenderlo in ore che fi a lungo tratto che fi
abbia cibato; poiche effo non ama di unirfi ad altri
mefcugli: in quarto luogo non prenderne che poco per volta.
Quinto, tener lo ftomaco, il ventre, e le gambe ben bene al
caldo; e finalmente ufar tutta la moderazione rapporto alla
quantita degli alimenti anche i piu' fcelti e fquifiti, cautela
in vero, fenza la quale farebbero inutili tutte le altre. Non
bifogna per tanto, prendendo il latte, dar certo travaglio allo
ftomaco, imperciocche l'aggravamento anche piu' leggiero, la
piu picciola indigeftione vi lafcia un certo principio di
corruzione, che guafta il latte in ful fatto, e dell'alimento
piu' fano ch'egl'e', puo' farlo un veleno alcune volte
violento, e per lo meno fempre nocevoliffimo.
A qual latte in tanto fi dee dare la preferenza ? Per
rifpondere a quefta queftione io non entrero punto ad
efaminare le diverfe forta de' latti; poich quefta farebbe
un prolungar la mia opera con cofe che non hanno punto
che fare. Si hanno fopra quefto parecchj trattati, e forfe il
migliore e' la differtazione, che e' fatta rariffima del fu Sig.
d' Apples Dottore in Medicina, e Profeffore di Lingua Greca,
e di Morale in queft'Accademia. Non fi adopera quafi oggidi,
che quello di femmina, di finel la, di capra, e di vacca.
Ogn'uno di quefti ha le
fue
____________________________________________________________
(*) I cibi e le bevande dei luoghi paludofi, di aria ed acqua
mifticia non fo quanto giovino.

D E L S I G. T I S S O T.

103

fue qualit particolari. E appunto il paragone di quefte


qualita' colle indicazioni della malattia, dee determinarne la
fcelta di quefto piuttofto che di quello. Vi ha pochi cafi
pero', in cui quello di vacca non poffa fervire per qualfifia.
Corre una generale opinione, che quello di femmina fia il
migliore, e il piu' corroborante. Quefta in fatti e' l'idea, che
ne hanno i piu' grandi Maeftri, ma tal opinione e'
appoggiata fopra fondamenti affai vacillanti. Cio' e' l'ufo
che fan elleno delle carni; ma non fi riflette, che nello fteffo
tempo fi da' la preferenza a quello d'una robufta contadina,
la quale o non ne mangia, o ne mangia pochiffimo, e non
vive per ordinario che di pane, e di vegetabili. Io credo
peraltro, che fi potrebbe adoperarlo con buon fucceffo;
imperciocche le belle cure fatte con effo non lafciano alcun
dubbio fopra la fua efficacia. Vi ha pero un'inconveniente
nel prenderlo; ^bifognerebbe immediatemente ricorrere al
capezzolo medefimo, che ne lo porge. Quefta e' una cautela
neceffariffima, conofciuta dallo fteffo Galeno, il quale
facendofi beffe di coloro, che non vogliono obbligarvifi, li
manda come giumenti al latte d'afinella. Ma ufando di tal
precauzione, la parte fteffa non ecciterebbe ella la
concupifcenza, che li cerca anzi al tutto di ammorzare, e non
fi farebbe egli efpofti a vedere rinnovellata l'avventura di
quel Principe, di cui il Capivaccio ci ha confervata l'iftoria.
Ad effo per curarlo furono date due nutrici, e il latte loro ha
prodotto un effetto si buono, ch'egli le mife in iftato di
fomminiftrargliene in capo ad alcuni mefi di piu frefco e
novello , qualora ne aveffe avuto pur di bifogno.
Si crede che il latte di afinella fia il piu' analogo a
quello delle donne; ma mi fia lecito il dirlo, quefta e'
un'afferzione piu' fondata fulla opinione, che fulla
esperienza. Per provare ch'effo non fia il piu corroborante
bafta dire, ch'e' il piu' fierofo degl'altri e percio piu' atto a
rilaffare. E ben lo dimoftrano le giornaliere offervazioni, le
quali provano, che non folamente effo non e' il piu'
efficace, ma che forfe egli e' il meno attivo di tutti. Io fteffo
non lo ho veduto fempre a produr dei buoni effetti, e non
fono gia' il folo, che il dica?ei mi fembra, fcrivevami il Sig.
de Haller, che quefto latte d'afinella, di raro produca
quell'effetto che fi defidera. La inefG4
fica-

104

AVVERTIMENTI

ficacia e' il difetto piu grande per un rimedio, fu cui? fi


fondi la guarigione delle malattie piu gravi e difficili. Il Sig.
Hoffmanno lo fuggeriva ne'cafi, in cui l'ammalato aveffe le
forze efaufte, e nello fteffo tempo foffe moleftato dalla
libidine (1).
Prima di finire l'articolo che fpetta agli alimenti, Io
addurr ii coniglio d'Orazio , ch' di guardarti bene da
mefcugli de* cibi ;
Nam variae res
Ut noceant homini credas; memor illius efcae,
Qua fimplex olim federit; at fimul affis
Mifcueris elixa, fimul conchylia turdis,
Dulcia fe in bilem vertent, ftomachoque tumultum
Lenta feret pituita.
Si comprende beniffimo fenza che fia uopo d'infiftere fopra
tale configlio, come egli e' impoffibile, che alimenti tra di
loro
differentiffimi
poffano
nello
fteffo
tempo
perfettamente digerirfi. Siffatta mefcolanza e' una delle
cagioni, che rovinano la falute dei piu robufti, e fanno
morire i deboli prima del tempo, e per attenervifi non ci
vuole poca diligenza.
Un'altra attenzione egualmente neceffaria, e quafi
egualmente negletta, e' quella della efatta mafticazione.
Quefto e' un'ajuto fenza il quale gli ftomachi piu robufti
non poffono gran tempo durarla fenza fenfibilmente
decadere, e dall'altro canto i deboli fono foggetti a far le loro
digeftioni imperfettiffime. Non fi puo comprendere, che
mediante una' lunga offervazione, quanto egli importi alla
falute il mafticare diligentemente; io ho ve-duto per fiffatta
attenzione diffiparfi i mali piu' inveterati di ftomaco, e
fino i languori piu inveterati. Dall'altra parte fi e' veduto
delle perfone faniffime cadere in infermita', quando i lor
denti danneggiati, non permettevano loro, che una
imperfetta mafticazione, e non riaverfi fe non quando,
perduti tutti i denti, aveffero acquiftata tal durezza le loro
gengive, che far poteffero le veci e funzioni de' medefimi.
Tutti quanti i divifamenti, tutte quefte cautele , e
pri____________________________________________________________
(1) Ibid, . 532.

D E L S I G. T I S S O T.

105

privazioni fono beniffimo efpreffe in un verfo Francefe di


Mr. Procope:
Vivre felon nos loix, c'eft vivre miferable.
Ma fi puo egli mai pagar troppo la falute Non verngono
forfe ricompenfati abbaftanza i facrifizj che le fi fanno dal
piacere che fi ha di goderla, e dalle dolcezze e diletti, ch'ella
fparge fu tutti i momenti della vita. Senza la falute, dice
Ippocrate, non fi puo goder di alcun bene: gli onori, le
ricchezze, e tutti gli altri vantaggi fono inutili (1). Dall'altro
canto quefti facrifizj fono piu' piccioli affai di quel che fi
penfa. Io potrei citare parecchi teftimonj, a cui fino
da'primi giorni non riufci niente difpiacevole il rinunziare
alla varieta, ed al fapore delle ricercate vivande, per darfi ad
una femplice dieta. Quefto modo di vivere e' quello, che
indica la natur , e che piace e fi confa tanto agl'organi fani,
e di buona tempera. Un non infermo palato, che abbia tutta
la fenfibilita' neceffaria, non puo' guftare fe non che le
femplici vivande; le compofte, e ffranamente condite non gli
fono confacevoli: al contrario ne' cibi meno faporoti egli
trova un fapore che sfugge, e non fi gufti a dagl'organi
ftupidi ed ammortiti. Quindi coloro, che fono convalefcenti
per qualche malattia, a cui ragionevolmente rende naufea,
ogni cibo, debbono ftar ficuri, che a mifura ch'effi
ricupereranno la falute, troveranno negl'alimenti delle
delizie, che ora non s'afpettano punto. Un'orecchia dilicata
diftingue fra due fuoni quella piccola differenza che sfugge
ad una orecchia meno fenfitiva. Lo fteffo addiviene quanto
a' nervi dell'organo del gufto: quando fon eglino fquifiti, fi
accorgono delle piu' leggiere varieta de' fapori, e ve li
affaporano tutti perfettamente. Quelli che beono acqua, non
trovano che dia loro tanto gufto quanto il Falerno piu fcelto
e fquifito; laddove altri per lo contrario non valutano nulla
i vini fteffi di Brie'. Quando non fi aveffe in fine la
fperanza di continuar con piacere una regola (ed facile
l'addattarfi a quella, che io ho indicata) la foddisfazione di
fepere , che
a fot___________________________________________________________
(1) De diaeta anu. L. 3. c. 12. Foef. 369.

106

AVVERTIIMENTI

a fottomettervifi, fi adempie anche un dovere, effer dee un


motivo efficace, ed una lufinghevole ricompenfa per coloro
che conoscono il prezzo di non aver niente a rimproverar a
fe fteffi.
Le bevande fono pure una parte della dieta quafi
egualmente importante che gli alimenti.
Si dee aftenerfi da tutte quelle, che poffono accrefcere la
debolezza e il rilaffamento, diminuir le piccole forze
digeftive che rimangono, mettere negli umori dell'acrimonia
e difporre i nervi a una mobilit, forfe troppo violenta. Il
primo difetto, lo hanno tutte le acque calde; il The li unifce
in se tutt , ed il Caffe' produce fempre i due ultimi
inconvenienti, ficche e' d'uopo privarfene col piu grande
rigore (A).
L' Au-___________________________________________________________
(A) Io ho una particolare eftimazione per il Sig. Tiffot, ma fe
in cio non feguo la fua opinione, mi dee fcufare. Il Celebre
Sig. Francefco Redi diligentiffimo offervatore ei pure non
penfa cosi dell'erba The, ne' della fua bollitura; e pur effo
non preftava fede aqualfifia rimedio, fe prima l'efperienza
non gli aveffe afficurato il buon fucceffo. Anzi che adunque
aver tal bollitura per nocevole ei la ha conofciuta per un
ottimo corroborante; ecco le fue parole: Quella e' diuretica,
amica, e corroborativa dello ftomaco, e potentemente
difopilativa de' canali, che fcorrono per i corpi umani,
particolarmente delle vifcere del ventre inferiore . Ed in un
altro confulto dato per una Donna parlando medefimamente
di quefta bollitura, dice cosi': quefta le conforter il capo, e
lo ftomaco e di piu potra' con incredibile dolcezza adergere
le grume nate intorno le pareti de' canali del mefenterio, e
particolarmente di quegli, che fono diramati per la ragione
dell'utero. E altrove fa fede che, quefto conforta lo ftomaco:
ed e' uno de' piu' gentili aperienti che abbia la Medicina ,
Parlando poi d'un'Idropica, ne lo fuggerifce fino come
rimedio conveniente: potendo (dic'egli) il The corroborare lo
ftomaco, rompere i fiati, e tenere aperte le ftrade dell'orina .
Ora dunque il Redi a chi aveffe tali incomodi configlierebbe
beniffimo di prendere alcune piccole dofi della bollitura di
The. non temendo punto ch'ella illanguidir poffa il
cor-

D E L S I G. T I S S O T.

107

L' Autore d'un'opera, che fupera qualunque elogio ^ e


di cui quelli, che s'intereffano per gli avanzamenti della
medicina afpettano la continuazione con la piu grande
____________________________________________________________
corpo, e toglier allo ftomaco le forze digeftive o comunicare
acrimonia agli umori, o impartir a' nervi una mobilita' piu'
grande: quello al piu che potrebbe prefcrivere quanto a cio,
farebbe di prenderla frefca. Io conofco un Cittadino
Veneziano, il quale nell'eta' di diciotfanni era caduto in un
eftremo dimagrimento . Egl'era libero ognora di febbre; i fuoi
fonni non erano giammai moleftati, o da fudori, o da vigilie,
o d'altro; avea bensi perdute in gran parte le forze, ed i
colori, ma non gia' l'appetito; poiche avrebbe mangiato in
un giorno quello, che ordinariamente da un fano fi
mangierebbe in una intera fettimana. Un'ora, o due dopo il
cibo fentivafi aggravato da un fommo dolore nello ftomaco: i
Medici non fapevano indovinar la ragione del fuo male, ed
egli fteffo non avrebbe faputo ridirla; gli pareva, che i
rimedj in vece di fcemarglieli, piuttofto gli aveffero
accrefciuti i travagli dello ftamaco; quindi ftanco pure di
prenderli inutilmente non cercava altro, fe non di faziare la
fame: il Caffe', che prendeva ogni mattina lo aveva annojato;
percio rifolfe di appigliarfi al The, il quale dopo avernelo
prefo per qualche tempo con una dofe abbondante di
zucchero, gli parve di fentirfi ftar meglio; locche' bafto' per
fargli replicar due o tre volte al giorno la fteffa bibita. Con
quefta dieta ei ricupero' in pochi mefi le forze, il colorito, le
carni, e in una parola guari perfettamente. Una Signora
Bresciana, che abita qui in Venezia, ipocondriaca, e percio
foggetta a varj incomodi di tefta, e di ftomaco, con l'ufo
delle acque di Cilla fi alleggeri grandemente gl'incomodi, ma
non le riufci pero di guarire. Que'giorni, ne' quali ella lafcia
fulla mattina di prendere la confueta bollitura del The,
prova gagliardiffimi travagli fpecialmente dello ftomaco;
laddove fe le riefce di fcaricar il ventre, e fe la mattina
abbia prefo il The, fe la paffa beniffimo tutto il giorno. Io
ho veduto guarire degli tabici, e forfe effi non debbono ad
-altro rimedio la loro falute, che al Th mefchiate col latte .

108

A V V E R T I M E N T I.

de impazienza, ha fatto la defcrizione de' danni che recano


fiffatti liquori, la qual dovrebbe effer atta a correggere e
fvogliare coloro, che ne li prendono con tanto trafporto (1).
I liquori fpirito.fi, che parrebbero a prima vifta poter
convenire, per operar effi precifamente il rovefcio
dell'acqua calda, di cui realmente ne diminuifcono i danni,
unendofene una piccola quantita', recano tali e si' grandi
inconvenienti, che li fi debbono rigettare, e per lo meno
reftringere ad un ufo fommamente raro. La loro azione e'
troppo violenta, e troppo paffeggiera; efffi irritano affai
piu' di quel che corroborino, e fe alcune volte corroborano, la
debolezza, che fuccede, e' pi grande affai di quella di
prima; dall'altra parte effi indurano talmente le papille
dello ftomaco, che tolgono loro quel grado di fenfibilita
neceffaria per aver appetito, e levano in oltre agli umori
digeflivi quel grado di fluidita, che aver debbono per
rifvegliare codefta fenfazione, talmente che i bevitori de'
liquori non la conofcono punto. Le perfone, dice il citato
Autore che tutti i giorni bevono dopo il cibo de' liquori, con
la mira di rimediare a' vizj della digeftione, non potrebbero
far di meglio fe ottener voleffero il contrario, e diftruggere
le forze digeftive.
La migliore bevanda e' l'acqua d'una puriffima
forgente mefchiata ad una parte uguale di vino, che non fia
ne' generofo, ne' acido. Imperciocche il primo irrita
fenfibilmente i nervi, e produce negli umori una paffeggiera
rarefazione, la quale fa dilatare i vafi, in guifa che
rimangono pofcia piu' flofcj, ed aumenta per confeguenza la
diffipazfone degli umori. Il fecondo poi illanguidifce le
digeftioni, irrita, e contribuifce a far copiofe oltre modo le
orine, per lo che poi gl'infermi fi fnervano. I vini migliori
fono quelli, che hanno in fe pochi fpiriti e
man.
____________________________________________________________
(1) Il Sig. Thiery Autore^Anonimo della Medicina
fperimentale p. 325.
Quando fi pubblica un'opera di tal pregio, non fi dee
ne' credere, che la poffa rimaner lungo tempo fconofciuta,
ne' temer tampoco di efferne fcoperti. Il momento, in cui la
fi avr compiuta; formera' un'epoca confiderabile nella
ftoria della Medicina.

DEL

S I G.

T I S S O T.

109

manco fali, e che fono per l'oppofto carichi di terra, e di


parti oleofe, lo che forma il vino che fi chiama fugofo, e
piacevole. Tali fono alcuni vini di Borgogna, del Rodano, di
Neufchatel, ed alcuni qui del Paefe: i vecchj vini bianchi di
Grave, quei di Pontaci piu fcelti, i vini di Spagna, di
Portogallo, que' delle Canarie, e dove fi poffa averlo quello
di Tokai tanto par la falubrita', quanto per la fua dolcezza
e' fuperiore a tutti i vini del Mondo; ma per farne un ufo
giornaliero non vi ha ferfe vino che fia preferibile a quelli
di Neufchatel .
Ne' luoghi ove non s'abbia acqua buona, fi puo
correggerla filtrandola, acciajandola, o infondendovi degli
aromati grati, come e' la cannella, l'anifo, la corteccia di
Cedro.
La Birra ordinaria e' nocevole, ed il Rum, che
propriamente e' un eftratto di grani egualmente nutritivi,
che corroboranti, puo effere d'un ufo grandiffimo: ricco di
fpiriti, come egl'e', rinvigorifce quanto il vino, anzi nutrifce
molto di piu', e puo' fervire tanto di bevanda, che di
alimento.
Tra le bevande utili fi dee annoverar pure il cioccolato,
che forfe appartiene con piu' ragione alla claffe degli
alimenti: il cacao contiene in se' moltiffima foftanza
nutritiva (A), e il mefcuglio del zucchero, e degli aromati, e'
un correttivo di quanto effo come corpo oleofo
po___________________________________________________________
(A) Gli efperimenti hanno infegnato al Sig. Stubbe Medico
Inglefe, che ha fcritto un trattatello fu la cioccolata, che da
un'oncia di cacao fi trae piu' umore funtuofo, e nutritivo,
che da una libbra di carne di bue, o di montone. Si puo' dir
dunque per la nutrizione, che il ciocciolato, trattone il
zucchero, o la cannella, o gli altri ingredienti che
l'aromatizzano, fia rifpetto alle carni come l'uno al dodici
(io credo gi che le carni de' differenti animali dieno dal
piu al meno la fteffa quantita' di nutrimento, fe
relativamente alle diverfe fpecie abbiano la fteffa eta', la
fteffa falute e i medefimi pafcoli.) Il cioccolato farebbe una
bevanda ancora piu' ftimabile fe foffe piu' fcarfo, e
gelatinoso piuttofto, che cosi pingue ed oleofo il fuo umor
nutritivo. I principj gelatinofi fembrano piu' analoghi al
noftro nutrimento, laddove
la

110

AVVERTIMENTI

poteffe chiudere di nocivo. La cioccolata nel latte, dice il Sig.


Lewis, pref in una dofe che non poffa aggravar lo ftomaco,
e' una eccellente merenda per le perfone dalla confunzione
diftrutte. Io conofco un fanciullo di tre anni, che era giunto
all'ultimo grado di quefta malattia, effendo abbandonato
fino da' Medici, il quale da fua Madre fu riftabilito in
falute con la fola cioccolata prefa in poca dofe ma fpeffo; ed
e' vero, che alle perfone deboli, e fiacche non bifogna
permettere tanto facilmente, che facciano ufo con frequenza
di fiffatto alimento (1). Ve ne fono parecchi a' quali
nuocerebbe infinitamente .
Regola generale e' ch'evitar fi dee la ftrabocchevole
quantita delle bevande qualunque effe fi fieno;
imperciocche rilaffano effe lo ftomaco e indebolifcono le
digeftioni, diluendo troppo i fughi digeftivi, e precipitando
i cibi prima, che fieno perfettamente digeriti; rilaffano in
oltre tutte le parti, fciolgono gli umori, e feparano tal copia
di orine e di fudori, che fi rimane eftenuati. Io ho vedute
delle
malattie
prodotte
dall'atonia
a
diminuirfi
notabilmente col ritirar foltanto una porzione della bevanda.
I L

S O N N O.

A tre articoli fi riduce quello che puo dirfi intorno al


fonno; cioe' alla fua durata, al tempo di prenderlo e alle
cautele neceffarie per godere di un fonno tranquillo.
Nell'eta' adulta fett'ore di fonno, o al piu' otto baftano
per chiccheffia. Il dormire di piu e ftarfi in letto a
poltroneggiare piu' a lungo puo' recare dei pregiudizi. Cio
getta per lo meno in quei mali fteffi, che cagiona l'ecceffo
del ripofo. Se vi ha alcuno che poteffe darfi piu' lungamente
al fonno, farebbero appunto coloro che fanno il giorno una
vita attiva ed un efercizio faticofo. Ma non fono gia' quelli
che dormono affai; fono anzi coloro
che
____________________________________________________________
fu gli oleofi e graffi convien, che lo ftomaco, ed i fuoi fughi
agifcano con piu' forza. Quando la fi digerifca, la cioccolata
fuol recare i piu buoni effetti principalmente a' corpi
cagionevoli ne' nervi e mancanti di nutrizione.
(1) Tab. dorfal. 9.

D E L S I G. T I S S O T.

111

che menano una vita la piu' fedentaria. A quefto fiftema di


vivere non fi dee giammai determinare, quando almeno non
fi fia ridotti a tal grado di debolezza che non s'abbian piu'
le forze necelfarie per potere a lungo agire: ma anche in tal
cafo conviene ftar lunge dal letto piu' che fia poffibile.
Meno che fi dorme, dice il Sig. Levvis, pi il fonno riefce
dolce, e fortifica (A).
Egli e' dimofrato, che l'aria della notte e' meno
falutevole di quella del giorno, e che i deboli ammalati fono
piu' fufcettibili delle fue influenze la fera che la mattina.
Fa d'uopo adunque confecrar al fonno il tempo, in cui l'aria
e' meno fana, e quello in cui l'ufo d'un'aria men falutare, ci
potrebbe effer molto nocevole; dappoiche dormendo ci
limitiamo a una piccoliffima parte dell'atmosfera, che non
poflfam far a meno di non alterare alquanto, e corrompere.
Sicche bifogna andar a letto di buon'ora:: e alzarfi di buon
mattino. Quefto e' un precetto tanto noto ch'e' forfe una
trivialit il ricordarlo; pure egl'e' si fattamente trascurato e
fi conofcono si poco i perniciofi effetti, che di qua ne
derivano, che fi puo' beniffimo fupporlo fconofciuto, e
richiamarlo alla memoria, infiftendo fulla fua importanza,
principalmente per le perfone cagionevoli. Se vaffi a letto
alle dieci ore, e non fi dei giammai andar piu' tardi, quefte
fono parole del Sig. Lewis, e' d'uopo alzarfi la ftate alle
quattro, ovvero alle cinque, inverno poi alle fei, ovvero fette.
Egli e' affolutamente neceffario, foggiunge il medefimo, il
proibire alle perfone attaccate da quefta malattia di non
confumar nel letto il rimanente del giorno . Ei vorrebbe
inoltre che ci accoftumaffimo ad alzarci fubito dopo fatto il
primo fonno, ed afficura che per quanto penofo effer
poteffe ful principio il fare tal ufo, ei diverrebbe ben tofto
facile ed aggradevole (1) . Parecchj efempj poffono provare la
falubrit di fiffatto configlio. Vi fono moltiffime perfone
cagionevoli le quali fi fentono beniffimo ful punto che fi
rifvegliano dal primo lor fonno dolce e
pro____________________________________________________________
(A) Anzi l'efperienza c'infegna, che non folo il dormire a
lungo poco ci fortifica, ma che ci leva piu tofto le forze.
(1) Pag. 30.

112

AVVERTIMENTI

profondo, ma che ftanno poi di mala voglia qualora fi


addormentano di bel nuovo. Quindi e' che fono ficuri di
paffarfela bene il giorno fe fatto il primo fonno, a
qualunque ora fi deftino, levano tofto dal letto: e di ftarfene
male per l'oppofto, fe rifvegliati tornano di nuovo a
dormire.
Il fonno non e' giammai tranquillo fe non quando egli
non abbia alcuna caufa che lo turbi ed irriti; percio' fi dee
ftudiare di prevenirla. E' neceffario di ufare l'attenzione
primieramente di non coricarfi in un'aria troppo calda, e di
non coprirfi ne' di foverchio (A) ne' troppo poco. In fecondo
luogo andandofene a letto guardare di non aver i piedi
agghiacciati,
accidente
familiariffimo
alle
perfone
indebolite, e che loro nuoce per pi e piu' ragioni. Si dee
percio in quefto offervar attentamente la regola d'Ippocrate:
cioe': dormire in un luogo frefco, e aver cura di coprirsi (1).
Finalmente cio ch'e' ancora piu' importante di non effere
pieni fino alla gol; imperciocche non vi ha cofa al mondo,
che difturbi piu' il fonno, ne' che lo renda inquieto,
dolorofo, importuno, quanto una difficile digeftione durante
la notte. L'abbattimento, la debolezza, il difgufto, la noja,
l'incapacit di penfare, e d'occuparfi il giorno vegnente, ne
fono un' inevitabile confeguenia.

----- Vides ut pallidus omnis


Caena defurgat dubia quia corpus onuftum
Hefternis vitiis animum quoque degravat una
Atque afliget humo divinae partitculam aurae . Oraz.
All'oppofto non v'e' cofa, che contribuifca piu
efficacemente a proccurare un fonno dolce, tranquillo,
continuato, e che rinvigorifca, quanto una cena leggiera. La
vivacita', l'agilita, il brio, che fi ha nel giorno appreffo, ne
fono le confeguenze neceffarie.
Alter ubi dicto citius curata fapori
Membra dedit, vegetus praefcripta ad munia furgit. Oraz.

Il

____________________________________________________________
(A) Che il caldo e' del fudor la calamita.
(1) Epid. L. 6. fect. 4, aph. 14. Foef. 1180.

D E L S I G. T I S S O T.

113

Il tempo del fonno, dice con molta ragione il ^Sig. Lewis,


e' quello della nutrizione, e non della digeftione; percio' ne'
fuoi ammalati quanto alla cena egli efige il rigore piu'
grande; vieta loro fu la fera ogni forta di vivande, e non vi
ha forfe divieto piu' legittimo di quefto; non permette loro
che un po di latte, e alcune fette di pane, e cio' due ore
prima, che vadano a letto; affine che la prima digeftione fia
compita innanzi che fi abbandonino al fonno. Gli Atleti, che
non fapeano, cofa foffe mangiar carne, e che non fi cibavano
giammai di animali, erano famofi per la tranquillita' de'
loro fonni, ed ignoravano fino cofa fuffe il fognarfi. ( a )
I L

M O T O.

L'efercizio e' di una neceffita affoluta; cofta molto alle


perfone indebolite intraprenderlo, e fe mai fono date alla
triftezza, egl'e' difficiliffimo il determinarle a moverfi;
eppure non v'e' cofa che aumenti piu' i mali provenienti
da debolezza, quanto l'inerzia: le fibre dello ftomaco,
degl'inteftini, e de'vafi fon flofcie, gli umori dappertutto
ristagnano, perche' i folidi non hanno la forza d'imprimer
loro
il
movimento
neceffario;
quindi
nafcono
degl'intasamenti, delle oftruzioni, degli fpargimenti; non fi
fa piu a dovere la concozione, la nutrizione e la fecrezione; il
fangue rimane acquofo, le forze s'impoverifcono, e
s'accrefcono i fintomi tutti del male. Tutti quefti
inconvenienti li previene l'efercizio aumentando la forza
della circolazione; quindi tutte le funzioni fi fanno, come fe
fi aveffe delle forze reali, e in effetto quefta regolarita' nelle
fonzioni non ifta' molto a fomminifrarne. L'utile dunque
H
che
____________________________________________________________
(a) Se cio' e' vero, io penfo che quefti fonni si' tranquilli e
profondi foffero in effi una particolare loro malattia, come
lo e' pure il fonno turbato fempre da tetri, e nojofi fogni. Vi
fono delle perfone, che non lafciano la loro cena imbandita
per paura di dormire male, e quelle si' profondamente
dormono, che o non fognano mai, ovvero fe fognano, non
reftano punto sturbate, cosi che al nuovo giorno appena
fanno e s'accordano d'aver avuto dei fogni.

114

AVVERTIMENTI

che porta il moto e l'efercizio e' di fupplire alle forze e


riftabilirle. Un altro vantaggio ch'ei reca indipendentemente
dall'accrefcimento della circolazione e quello che fa godere
d'un'aria fempre nuova. Una perfona, che non fi muova
punto, guafta ben toflo l'ambiente che la circonda, e percio
le diventa nocivo; una perfona all'oppofto, che agifca e fi
mova, cambia l'aria continuamente. Il moto puo fpeffo tener
luogo di rimedio, ma tutti i rimedj del mondo non potranno
giammai operar quello che fuol far in noi l'efercizio.
La fatica de' primi giorni e' uno fcoglio, in faccia a cui
il debole coraggio di parecchj ammalati fi perde; ma s'effi
potettero fuperare codefti primi oftacoli, comprenderebbero
che veramente quello e' il cafo , in cui null'altro e' che cofti,
fuori che i primi paffi. Mi fono io fteffo maravigliato di
vedere a qual fegno coloro, che non avevano avuto codefto
ribrezzo, andaffero coll'efercizio acquetando forza e vigore.
Ho veduto delle perfone, che fi fiancavano a far il giro d'un
giardino, arrivar dopo alcune fettimane a far perfino due
leghe di cammino, e fentirfi beniffimo al ritorno.
L'efercizio a piedi non e' gi il folo che giovi; quello
che fa a cavallo val pure affai meglio per le perfone
fommamente deboli, o per quelle, che hanno le vifcere del
baffo ventr , e quelle del petto danneggiate. In una debolezza
-piu' grande ancora, quello della vettura. Quando la ftagione
non permette di fortire, fa d'uopo far qualche moto in cafa
o intrattenendoli in alcuna occupazione un po laboriofa, o
dandofi a qualche giuoco d'efercizio, come farebbe il volante,
il quale tien in moto ugualmente tutto il corpo. (a)
Confeguenze ordinarie del moto fono il ritorno dell'
ap____________________________________________________________
(a) In tal cafo fi potrebbe adoperare l'ingegnofa macchina del
celebre Sig. Samuele Theodoro Quelmalz, che efeguifce a
piacere di chi la regge ogni movimento, che fi poteffe
defiderar dal Cavallo: quefta ferve per ogni Ragione fia
freddo, caldo, pioggia, o Sole, ovvero vento
ga-

DEL

S I G. T I S S O T.

115

appetito, del fonno, e della vivacita'; ma fa di meftieri aver


la cautela di non darfi giammai ad un efercizio alquanto
grande fubito dopo il cibo, e di non mangiare quando per
l'efercizio fi foffe per avventura riscaldati. Il moto fi dee
fare prima di andar a pranzo, ma innanzi di mangiare egl'e'
d'uopo fempre ripofare alcuni momenti.
L E E V A C U A Z I O N I.
Le evacuazioni fi fconcertano infiem con le altre
funzioni, e il loro fconcerto addoppia il difordine della
macchina: egli e' neceffario tener gli occhi aperti affine di
rimediarvi di buon'ora. Le evacuazioni, che principalmente
efigono le noftre cure fono gli fcarichi di ventre, le orine, la
trafpiraziorte, e gli fputi. La miglior maniera di conservarle,
o di ridurle a un fiftema conveniente, e' di attenerfi a'
precetti, che io ho prefcritti parlando fu gli altri oggetti
della dieta; effe fuccedono affai regolarmente quando n'e'
efatto il governo, e la loro regolarita' maggiore o minore e' il
barometro del migliore, o del piu' cattivo ftato delle
digeftioni. Quella, che bifogna fopratutto guardar di non
alterare come la piu' confiderabile, e' la trafpirazlone che fi
sconcerta faciliffimamente nelle perfone indebolite. La fi
ajuta molto a ftrofinare la pelle leggermente con una
fcoperta, od un pezzo di fanella: quand'ella poi fia
fommamente languida, non vi ha mezzo piu' ficuro per
rianimarla, quanto coprirfi tutto il corpo immediatamente
di lana. Convien pure guardarfi di non veftirfi troppo per
non fudare, effendo cio notevole fempre alla trafpirazione. I
colatoj quando fono sforzati reftano maggiormente
indeboliti, e quindi compiono poi malamente le loro
funzioni; percio' fa di meftieri non andar nemmeno troppo
poco coperti, poiche altramente fi potrebbero arreftare tutte
le evacuazioni cutanee. La parte che tutte le perfone, ma
principalmente i deboli debH2
bono
_________________________________________________________
gagliardo, e per quanto indebolito foffe l'infermo, non ha a
temere i pericoli, a' quali I' efpongono il montare , e feendere di cavallo , il pattare per iftrade felciaUj o luoghi fango fi,

116

AVVERTIMENTI

bono procurar di tenere ben calda, fono appunto i piedi; non


fi trafcurerebbe si facilmente codetta precauzione, fe fi
fapeffe quanto effa giovi al confervamento di tutta la
macchina, il freddo de' piedi che fi patifce frequentemente
difpone a malattie croniche le piu' faftidiofe. Vi fono
parecchie perfone, fopra le quali effo produce prontamente
de'trifti effetti, ma quelli fopra tutto che fono soggetti a
mali di petto, o a coliche, ovvero oftruzioni, non poffono
premunirfi troppo contro a fiffatti pericoli. I Sacerdoti de'
primi tempi che camminavano fempre a piedi nudi fu i
pavimenti del tempio, fi fa quanto frequentemente erano
attaccati da coliche violenti.
La feparazione della faiva e' alcune volte ne' deboli
foverchiamente copiofa; e quefto e' un effetto del
rilaffamento degli organi falivari. Se gl'infermi la fputano
del continuo, ne nafcono due mali, l'uno e' ch'effi fi
eftenuano grandemente, l'altro, che manca cosi alla
digeftione un umor neceffario, fenza il quale non la fi fa
che imperfettamente, percio' in tal cafo ella fi rende
difficile e cattiva. I danni d'una cattiva digeftione io gli ho
efpofti abbaftanza per non aver a dilungarmi di vantaggio
fopra una evacuazione, che tale la rende. - Quefto e' il
motivo per cui il Sig. Levvis proibifce affolutamente a
quefti ammalati l'ufo della pipa, giacche effa oltre gli altri
inconvenienti, promove una salivazione copiofa mediante
l'irritamento, che il fumo produce fulle glandule, che fervono
a fiffatta fecrezione.
L'infpirazione o fia attrazione degli aliti che fi fa
d'una perfona all'altra, e di cui fi e' parlato di fopra, non
potrebbe ella qui addurfi come mezzo a guarire Cap ivaccio
riputava cofa utiliffima il far dormire il fuo ammalato in
mezzo ad amendue le fue balie, ed egli e' affai verifimile
che l'infpirazione degli aliti di effe contribujto abbia forfe
egualmente, che il latte a riftabilir le fue forze. Elideo
contemporaneo di Capivaccio, e Maeftro di Forefto, che ci ha
confervata quefta offervazione (1), configlio' ad un giovane,
ch'era caduto nel marafmo, il latte di afinella, e di dormire
con la fua bali , la qual era una donna faniffima, e ful fior
dell'et ; e
que
____________________________________________________________
(1) Obfervat. & curat. L 1. obfer*. 10. t. 1. p. 112.

D E L S I G.

T I S S O T.

117

quefto configlio riufci a maraviglia, anzi l'infermo non


cefso di feguirlo, fe non quando confefso' ch'ei non poteva
piu' refiftere allo ftimolo, che lo portava ad abufar feco delle
forze fue riftabilite. Si potrebbe tuttavia confervare un
rimedio si utile, e prevenir l'inconveniente fchivando
l'unione de' due feffi. (a)
L E

P A S S I O N I.

Si veduto di fopra la ftretta unione che ha l'anima col


corpo: ed haffi rilevato quanto il ben effere dell'una
influisca full'altro: e fi offervarono inoltre i finiftri effetti
che cagiona la triftezza; ficche' egli e' quafi inutile
l'aggiungere, che non fi poffono giammai evitar abbaftanza
tutte le fenfazioni difpiacevoli dell'anima, e che e'
dell'ultima importanza il proccurar di follevarfi l'animo con
delle fenfazioni allegre in tutte le malattie, ma foprattutto
in quelle le quali come e' la confunzione dorfale, difpongono
per le fteffe alla triftezza; triftezza che per un circolo
viziofo fi accrefce oltre mifura. Ma fovente gli ammalati (ed
e' quelfta
H3
una
___________________________________________________________
(a) Queft'e' certo che fe l'infermo acquifta la falute
attraendo le esalazioni pure e falubri di chi dorme feco,
quefti all'oppofto afforbendone l'impuee, e cagionevoli,
arrifchia fempre di perdere. Sarebbe opportuno che fi
fapeffe in qual ragione ftia la perdita dell'ano a quanto
acquifta l'altro, ma gia' pare che in cio non dovrebbe effervi
gran divario. Quello che ha di difetto codefto rimedio, e'
ch'effo fi oppone alla giuftizia; dappoiche' niuno puo'
vendere e trafficar a verun prezzo ne' la fua falute, ne' la
fua vita. Ora per ovviar a codefto disordine, perche' non
potrebbero deftinarfi a fomminiftrar quefto ajuto le beftie
che fono animali fenza dubbio piu' fani degli uomini ? Non
fi potrebbe forfe dormire in compagnia dei tanto
aggradevoli, e famigliari canini? o fare che la ftanza
dell'infermo foffe un ovile o una ftalla di giovani vacche,
delle quali perfino lo fterco ha un non fo che di animante, e
corroborativo ? La fimetria della ftalla, i fuoi pertugi, il
numero delle beftie potrebbero modificarvi l'atmosfera
carica di efalazioni nutritive, e cordiali in modo da fperarne
beniffimo un ficuro rimedio.

118

AVVERTIMENTI

una difficolt per la cura) fi compiacciono di quefto


fintoma fteffo del loro male, e non v'e' modo di obbligarli a
fare degli sforzi per vincere fiffatte triftezze; dall'altra
parte non bifogna ingannarfi, e credere, che per diventar
allegri e di buon umore bafti folo il prefcriverlo e
comandarlo. Il ridere non ifta' in poter noftro, ne' di
comandarlo, ne tampoco di proibirlo, e non fiamo
ugualmente padroni d'impedire ne' una noftra melancolia,
ne' di aver un'acceffione di febbre, o un acuto dolore di
denti. Tutto quello, che fi puo' efigere dagli ammalati e', che
eglino fi fottomettano a' rimedj della melanconia, nella
fteffa guifa, che fi fottometterebbero agli altri. In tai cafi la
compagnia non fuol effere tanto efficace quanto il variar
luogo e fituazione. La compagnia puo' difpiacer loro per
ragioni particolari. Il cambiamento continuo degli oggetti
forma una fucceffione d'idee, che li diftraggono, e quefto
appunto e' quel che e' loro neceffario. Non v'e' cofa, che
fia piu perniciosa alle perfone portate a ftarfi fitte fempre
in un folo penfiero, quanto l'ozio, la difoccupazione, e
l'inerzia. Soprattutto e' fatale il non far niente e darfi in
preda totalmente a se fteffi: inconveniente ch'e' quafi
inevitabile in codefta malattia. La diftrazione piu forte in
tai cafi fono gli efercizj campeftri, e i travagli della
campagna. Vorrebbe il Sig. Lewis, che effi non aveffero
dinanzi agl'occhj, s'e' poffibile, fe non
oggetti a loro fimili nel feffo,

Nam non nulla magis vires induftria firmat,


Quam venerem, & caeci ftimulus avertere amoris. Virg.
Che fi vedeffe di non lafciarli mai foli, onde impedire
cosi' che non fi deffero in preda alle proprie rifleffioni: di
piu' che fi vietaffe loro la lettura de' libri, e ogni altra
occupazione di fpirito; quefte fono, dic'egli, altrettante
caufe, che impoverficono gli fpiriti, e che ritardano
particolarmente la guarigione. Io intanto non farei d'avvifo,
come lui, che fi dovefffe affolutamente vietar loro la lettura.
Vorrei bensi che non leggeffero molto tempo di feguito; ma
cio', a cagione unicamente della debolezza della lor vifta.
Quei libri poi che richiedeffero molta applicazione, e'
neceffario certamente, che li lafcino,

DEL

S I G.

T I S S O T.

119

no, ficcome altresi quelli, che poteffero, richiamar loro a


memoria e all'immaginazione alcune idee e certi oggetti, di
cui farebbe defiderabile, che ne perdeffero affatto la
rimembranza. Ma ve n'ha di quelli che fenza fiffar molto
l'attenzione, e fenza che richiamino alla fantafia immagini
che farebbono perniciofe, vagliono beniffimo a diftrarneli
piacevolmente, e a prevenire i danni terribili e i pericoli
dell'ozio, e d'una nojofa difoccupazione .
I

R I M E D I.

Io feguiro lo fteffo ordine, che ho tenuto nell'Articolo


precedente, indicando prima i rimedj, che fi debbono evitare,
pofcia accennando quelli, che fono da adoperarfi. lo ne ho
gia' parlato di una claffe, che fa d'uopo in primo luogo
efcludere, e fono i rimedj irritanti, i rimedj caldi, e volatili.
Ve n'ha un'altra claffe al tutto oppofta, che fono i purganti
i quali fono egualmente nocevoli, abbiamo offervato ormai
che il fudore, la falivazione, e le orine ftrabocchevoli e
copiofe contribuifcono a eftenuar egualmente l'ammalato; e'
fuperfluo percio', che di nuovo parliamo di codefta
evacuazione. Si fa gia che tutti i rimedj, che poteffero o
promoverie, o incamminarle, debbono affolutamente efferne
efclufi e banditi. Refta ora folamente che efaminiamo
l'emiffione del fangue, e le evacuazioni delle prime vie. In
quefte malattie l'indicazione effendo di rimetter le forze
per giudicare, fe tali mezzi convengono, non fi tratta fe non
di fapere, fe quefte evacuazioni fieno o no capaci di far
l'effetto che fi defidera: io andro alle corte, due fono i cafi,
in cui il falaffo riftabilifce le forze, in tutti gli altri ei le
fcema: o quando il fangue e' in troppa copia, e quefto non
e' gia il cafo delle perfone che fono ammalate per
confunzione; ovvero quando il fangue ha acquiftata una
denfit infiammatoria, la quale rendendolo incapace a'fuoi
uffizj, diftrugge prontamente le forze; e quefta e' la malattia
de'robufti, e di quelli che hanno le fibre rigide e la
circolazione veloce. Ora i noftri ammalati fono precifamente
nel cafo oppofto; dunque l'emiffione di fangue non puo'
loro fe non che nuocere. Tutte le gocciole di fangue, dice il
Signor Gilchrift, fono preziofe alle perfone che fono
confunte; la forza affimilante, che lo riH4
para,

120

A V V E R T I M E N T I.

para, in effe loro e' diftrutta, e non hanno altro, fe non


quello, che bafta appena per mantenere affai debolmente la
circolazione (1). Il Sig. LOBB, che molto efattamente ha
efaminati gli effetti delle evacuazioni, fi fpiega in una
maniera precifa. Ne' corpi, dic'egli, che non hanno fe non la
quantita' di fangue neceffaria, fe mai la fi fcema co'
falaffi, o per mezzo di altre evacuazioni, fi diminuifcono
tofto le forze, fi turbano le fecrezioni, e fi puo dar motivo a
parecchie malattie (2). Il modo con cui il Sig. Seneca parla del
falaffo, fa, che in tai cafi piu' francamente ancora lo fi
bandifca. Se al fangue manca la materia denfa, o fia roffa, i
falaffio fono inutili, o fono nocevoli; conviene adunque
interdirli a' corpi eftenuati, poiche' il fangue in effi e' in
piccola quantit, ed ha per le meno un piccolo grado di
coefione; e non ne uscirebbe da' vaf , che un liquore, il quale
appena potrebbe dar colore a' pannilini, od all'acqua (3). Ha
fatto vedere l'offervazione che tale e' lo ftato del fangue in
chi fi da' alla pollution manuale, e tal generalmente e' pure
quello dello perfone indebolite, e cagionevoli. Coloro che
cercano di guarir quefti mali mediante i falaffi, che
paragonino pur il metodo loro con quefti precetti fondati
fulla piu' illuminata teoria, e fulle offervazioni pratiche, le
piu' numerofe, e le meglio ponderate. Quefte fono le bafi,
onde traggo la dottrina di queft' Opera; e ch'effi giudichino
pure degli avvenimenti, che debbono afpettarfi.
I rimedj, che purgano le prime vie, fortificano, quando
fi trovi in quefte parti o un ammaffo di materie si grande,
che merce la loro copia alterano le funzioni di tutte le
vifcere, ovvero quando v'abbia nello ftomaco, e nei primi
inteftini delle materie putride, di cui l'effetto ordinario e'
una grande debolezza. In tal cafi fi poffoco adoperare i
purganti fe non v'e' pero cofa, che lo impedifca, fe
manchino altri mezzi onde fgombrare le prime vie, o fe vi
foffe pericolo a non evacuarle prontamente. Quefte tre
condizioni s'incontrano di rado nelle
___________________________________________________________
(1) On fea voyage, p. 117.
(2) A letter fhevving vvhat in the propter preparation of
perfons for inoculatione, . 4. .
(3) Traite' du coeur. L. 4. c. 1 . 2. t. 11. p. 235.

DEL

S I G. T I S S O T.

121

le perfone, che fieno in uno ftato di' confunzione, poiche la


debolezza, e l'atonia delle prime frade e' fempre una ragione
per rigettare ed efcludere i purganti, e gli emetici. Vi ha il
piu' delle volte un altro modo di procurarne la fucceffiva
evacuazione, ch'e' di adoperare i rimedj tonici non
aftringenti come fono moltiffimi amari, che ridonando
qualche moto agli organi producono il doppio buon effetto
di digerire cio, ch'e' digeribile, e di fcacciare dal corpo il
fuperfluo. Rari finalmente fono i danni, che nafcondo per
non ifcaricare prontamente il ventre; tal danno ha luogo
alcune volte nelle malattie acute; l'acrimonia delle materie,
che l'ardore aumenta, e la prodigiofa reazione delle fibre
poffono cagionare de' fintomi violenti, che non hanno mai
luogo nelle malattie di languore (a), in cui gli evacuanti
propriamente detti non fono per la ftetta ragione giammai o
poco meno si neceffarj; e fono, come io lo ho detto affai
fpeffo, contraindicati. L'atonia, e il mancamento d'azione,
fono la caufa di codefti ammaffi inteftinali: quando li fi
cacciano dal corpo con un purgante, l'effetto diffipato, ma
la cagione, che gli ha prodotti, fi e' di gran lunga aumentata.
Quindi fa d'uopo riparare e il male efiftente, e quello, che il
rimedio ha cagionato; fe non s'arriva a rimediarvi
prontamente, l'effetto torna a riprodurfi piu' prefto ancora
di prima; e qualora fi voglia adoperar di nuovo i purganti,
fi accrefce una feconda volta il male, e fi fa dall'altro canto
contraere a gl'inte.
ftini
____________________________________________________________
(a) Se in tali malattie fuccede, che vi fieno delle materie acri
raccolte nelle budelle, e pure non accadano que' fintomi, che
fono proprj de' mali acuti; fi potrebbe forfe dubitare, che
tali ftimoli non prendano forfe l'indeboliti inteftini Ovvero,
che nelle malattie acute fieno i nervi pi fenfibili, e le fibre
mufculari piu irritabili? Ma e' vero, che ne' mali di
languore fembra l'indebolimento dello ftomaco, delle budelle,
come delle altri part , una fpecie di paralifia; ma appunto
in fiffatte malattie, fe fi ha de' dolori, effi ferocemente
tormentano, e le rigidezze, e le tenfioni pajono capifintomi;
cio' prova fenza dubbio, che le nervofe teffiture fono piu'
fenfibili, e le mufculari piu' facili ad irritarfi.

122

A V V E R T I M E N T I,

ftini una certa lentezza che impedifce loro fino di fare le


proprie funzioni: quindi fi giunge a tal fegno di aver
fempre bifogno dell'arte per ifcaricar il ventre; in una
parola i purganti per le perfone deboli che abbiano
degl'imbarazzi nelle prime ftrade non producono una
diminuzione nell'effetto, che aumentandone la cagione, ne'
follevano fu 'l momento, che peggiorandone la malattia.
Tuttavia non fi fegue che troppo codefto metodo, gli
ammalati lo amano, egli fembra il piu' pronto, ed in effetto,
purche la perdita delle forze non fia troppo grande, effi fi
fentono per alcuni pochi giorni follevati; il male, e' vero,
ritorna piu grande, ma fi ama meglio attribuirlo
all'infufficienza, di quello che all'operazion del rimedio a
cui fi fia affezionati. Dall'altra parte gli ammalati, fi
appigliano al vantaggio prefente, e pochi Medici hanno
l'ardire di opporvifi; importa nulla oftante moltiffimo in
Medicina, come in morale di faper facrificare il prefente
all'avvenire; la trafcuratezza di quefta legge popola il mondo
d'infelici, e di cagionevoli. Sarebbe a defiderarfi che inculcar
fi poteffe a tanti Medici, e a tanti ammalati il belliffimo
pezzo, che fi legge nella Pateologia del Sig. Gaubio fu tutti i
mali, che fi tira feco un abufo fiffatto de' purganti (1).
Non vi ha dunque alcun cafo, dira' taluno, in cui
poffano aver luogo gli emetici, ed i purganti per gli
ammalati di cui fi parla. Ve ne fono fenza dubbio, ma quelli
fono rariffimi, e conviene tener gli occhj ben aperti per non
lafciarfi ingannare da'fegni, che indicar pareffero i
purganti, e che fovente dipendono da una caufa che fi deve
attaccare con tant'altri rimedj. Io non entrero punto a
individuare cotali diftinzioni, poiche cio' farebbe fuor di
proposito; mi bafta folo d'aver avvertito, che gli evacuanti
debbono ufarfi di rado in fiffatte malattie. Il Sig. Levvis
crede, che un dolce emetico poffa utilmente preparare le
prime vie per gli altri rimedi, ma non permette che fi paffi
innanzi: parecchj cafi mi hanno infegnato, che non fi puo',
ne' fi dee adoperarli cosi familiarmente, ed ho riferite piu'
addietro due offervazioni del Sig. Hoffmanno, che provano
tutti i peri
____________________________________________________________
(1) . 483

DEL

S I G.

T I S S O T.

123

ricoli che porta feco un tale rimedio. Senza efperienze, il folo


buon fenfo perfuade, che un rimedio, il quale fveglia delle
convulfioni, dee poco convenire nelle malattie, che fono
l'effetto di reiterate convulfioni.
Il fatto fta, che fi diftrugge il male combattendo la
caufa: per poco, ch'ogni giorno fe ne levi, e' certo che
l'effetto fvanira' fenza timor ch'egli torni. Che fe non
s'agifce, che fu l'effetto, la fatica di cicafcun giorno e' non
folamente inutile per il giorno feguente, ma pure quafi
fempre nocevole.
Dopo di aver indicato -cio', che e' d'uopo sfuggire, cofa
haffi a fare? Io ho fatto offervare piu addietro i caratteri,
che debbono avere i rimedj, che fono di corroborare fenza
irritare. Ve ne fono beniffimo alcuni che poffono fervire a
quefte due indicazioni; e il catalogo loro non troppo lungo;
i due piu efficaci fono fenza contraddizione la Chinachina,
e i bagni freddi (a) . Il primo di quefti rimedj, far quafi un
fecolo, che fi confidera indipendentemente dalla fua forza
febbrifuga, come uno de' piu validi corroboranti, e come
lenificativo; e i Medici moderni i piu' celebri lo riguardano
come uno fpecifico nelle malattie de'nervi. Abbiam veduto,
che la Chinachina entra pure nella ordinazione del Sig.
Boerhave? di fopra riferita, ed il Sig. Vandermonde fe n'e'
fervito con buonffimo evento nella cura di un giovine, che
per l'intemperanza colle donne era ridotto in un
cattiviffimo ftato. (1) Il Sig. Lewis la preferifce a tutti gli
altri rimedj, ed il Sig. Stebelin nella lettura piu volte
menzionata dice, ch'ei la reputa come il piu' efficace di
tutti i rimedj.
Ven____________________________________________________________
(a) I bagni freddi d'acque dolci, in cui bollito aveffe alcun
che di corroborante, ovvero d'acque termali, o le marine, che
porterebbero forfe maggiori vantaggi dell'acque dolci
fchiette. E' forfe il folo freddo in tai bagni, che tanto giova?
L'acqua marina ha un non fo che di corroborante, che forfe
non hanno le dolci: io ho veduto in pochi giorni parecchie
perfone, che erano divenute fmunte e deboli all'efremo,
guarire da oftinate e lunghe foccorrenze coi foli lavativi di
acqua fredda marina.
(1) Recueil periodique d'obfervations de Medicine, &c.
t. 6

124

AVVERTIMENTI

Venti fecoli di efatte e ragionevoli efperienze hanno


dimoftrato, che i bagni freddi poffedevano le medefime
qualita'. Il Dottor Baynard n'ha efperimentato l'ufo ma
principalmente nei difordini prodotti dalle volontarie
polluzioni, e dagli ecceffi venerei; foprattutto in un cafo, in
cui toltane l'impotenza, ed una femplice gonorrea, l'infermo
era giunto a tal grado di debolezza accrefciuta, e' vero,
da'falaffi, e dai purganti, ch'egli fi riguardava come
viciniffimo alla morte. (1)
II Sig. Levvis non teme punto di affermare ancora piu
pofitivamente la loro efficacia. Tra tutti i rimedi, dic'egli,
fia interni fia efterni, non avvene alcuno, che eguagli i
bagni freddi. Effi rinfrefcano e corroborano i nervi, e
aiutano la trafpirazione piu' efficacemente che qualififia
altro rimedio interno; adoperati bene effi fono i pu efficaci
per la confunzione dorfale, che tutti gli altri rimedj prefi
infieme (2) Si dee pure rifletter , che i bagni freddi hanno,
come io lo ho gia' detto dell'aria, un vantaggio particolare,
ed e', che l'azione loro dipende meno dalla reazione, cioe'
dalle forze della natura, che da quella degli altri rimedj.
Imperciocche' quefti non agifcono, che fulle parti vive,
laddove i bagni freddi danno dell'elafticita' alle fibre morte
(a )
L'unio
____________________________________________________________
t. 6. p. 156. fi trova pure nel fecondo tomo di quefta
ftefs'opera la defcrizione d'una malattia cagionata dalla
medefima caufa, che ben merita d'effer letta.
(1) the hyftory of cold. bathing, p. 254. 281.
(2) Pag. 36.
(a) Quefto cosi femplice, e potente ajuto farebbe a mio
credere affai piu' efficace, fe non fvegliaffe triftezza e
malinconia nell'atto appunto, che d'effo s'approfitta. Io
nell'Agofto fcorfo ho consigliata la perfona, di cui il male ho
riferito alla pag. 22 ch'entraffe ogni giorno in un bagno
d'acqua rifcaldata al Sole. Quefta, entrata ech'era, fi fentiva
poco a poco mancare quella buona voglia, di cui n'era di
prima, e cambiarfi in una fomma malinconia, e triftezza
tale, accompagnata da profondi fofpiri, che proruppe alcune
volte in dirotti pianti, ne' a incorraggiarla valevano gli
amici, e tutte le altre cofe, che folite erano di tenerla allegra.
I vantaggi, che ritraeva
da

DEL

S I G.

T I S S O T.

125

L'unione della Chinachina, e de' bagni freddi, viene


indicata dalle fteffe loro virtu; effi operano i medefimi
effetti, ed effendo ad effa accoppiati guarifcono dalle
malattie,
che
____________________________________________________________
da quefti bagni erano troppo grandi per fare, che li
abbandonaffe, e amava di foffrire piuttofto per un'ora delle
triftezze, che per tutto il giorno il male, che ho defcritto.
Quando incominciava a fentire la fua triftezza faceva
giungere al bagno dell'acqua bollente, che baftaffe appena
appena a intepidirlo, e cio' faceva fare quante volte
rinafceva la fua triftezza, che crefceva a mifura del freddo.
Le prime volte i fervi rovesciavano un fecchio d'acqua
bollente nel bagno, ma i vapori d'effa, che tra l'acqua, e la
tela, che il maftello copriva fumavano, facean fudare il
petto, il collo all'infermo, e gl'ifvegliavano un infoffribile
affanno, percio fece, che fi ferviftero, per metter la
neceffaria quantita' d'acqua bollente, di piccoli fecchietti, e
li calaffero ful fondo deftello, ove poi li vuotaffero lafciando
mezzo fcoperto il maftello e quefto modo lo follevava dalla
piu molefta tritezza ed impedivagli l'affanno, il
rifcaldamenco, il fudore; a cagione dei tempi non pote', che
per foli venti giorni continuare i bagni, ne'quali per prova
ho fatto, ch'ei lafciaffe la Chinachina; percio ogni giorno ei
reftava affalito dalla folita tefa ben piu mite flatulenta
colica. La fera quando entrava nel bagno fentiva degli
crepolamenti nel ventre, e a poco a poco effo riacquiftava il
naturale volume: in fomma i bagni freddi gli diftruggevano
quel male, da cui ne' il letto tiepido, ne' i fregamenti, ne' i
panni caldi fapevano follevarlo. Ed a' da offervarfi, che la
Chinachina fedelmente fempre lo ha prefervato da quefti
diftendimenti di ventre, ma non e' giammai arrivata a
neppure fermarglieli, prendendola quando s'erano diggia',
svegliati. I bagni gli rendevano piu' piacevoli le notti, ed il
giorno dietro fentivafi piu' robufto e negli ultimi giorni
s'era liberato interamente dalle tenfioni: ando' poi alla
campagna, ove paffoffela affai bene mangiando molto di piu
di quello, che potea mangiare a Venezia. Ora ch'ei s'e'
ripatriato ritorna a fentire ben piu' leggieri, ma i primi
travagli di ventre, per cui e' cofretto di quando in
quan-

126

AVVERTIMENTI

che tutti gli altri rimedj non avrebbero fatto, che peggiorare.
Corroboranti, fedativi, febbrifughi come fono, reftituifcono
le forze, diminuifcono l'ardore febbrile, o nervofo, e calmano
i movimenti irregolari prodotti dalla difpofizione
fpafmodica del fiftema nervofo. Rimediano alla debolezza
dello ftomaco, e diffipano prontiffimamente i dolori, che ne
fono la conseguenza; rendono l'appetito, facilitano la
digeftione, e la nutrizione; riftabilifcono tutte le fecrezioni,
e principalmente la trafpirazione, ed ecco quello, che li
rende si efficaci in tutte le malattie catarrali, e cutanee. In
una parola fervono effi a guarire le malattie tutte caufate
dalla debolezza, purche l'infermo non fia attaccato ne' da
oftruzioni indiffolubili, ne' da infiammazioni, ne' da
abfeffi, o da ulcere interne; condizioni, che non efcludono
necerfariamente o quali neceffariamente fe non i bagni
freddi, ma che non vietano che fi poffa adoperare fpeffo la
Chinachina.
Io ho veduto, alcuni anni fono, uno ftraniero di
ventitre, o ventiquattro anni, che nella fua piu tenera
fanciullezza era tormentato da mali di tefta crudeli e quafi
continui, attefa la famigliarita, e la lunghezza delle
acceffioni, ch'erano ognora accompagnate da una perdita
totale dell'appetito. Avea il male notabilmente peggiorato
per l'ufo de' falaffi, de' purganti, dell'acque pure purgative,
de' bagni caldi, delle bolliture e d'una folla di altri rimedj.
Io gli ho ordinato i bagni freddi e la chinachina, e in pochi
giorni le acceffioni fi fecero piu' deboli e molto meno
frequenti. In capo a un mefe l'ammalato credette di efferne
perfettamente guarito, e cio bafto' per intermettere la cura i
ma fopravenendo la cattiva ragione gli fi rinnovarono le
acceffioni, ma infinitamente meno violenti di prima. Egli
allora penso' di riprendere gl'intermeffi rimedj; e in effetto
il male divento si lieve, e l'infermo rimafe talmente
follevato^ che credette di non aver piu' bifogno di nulla. Io
fon perfuafo che quefti aiuti quando foffero una o due
volte reiterati fradicherebbero interamente il male.
Un uomo di vent'ott'anni era ridotto agli eftremi per
l'infermit di parecchj anni d'una gotta irregolare che
gli
____________________________________________________________
quando per qualche giorno ufare la folita dofe di
Chinachina.

D E L S I G. T l S S O T.

127

gli dava ognora alla tefta, e cagfonavagli degli fpaventevoli


disordini fulla faccia. Effo avea prefo parere da piu Medici,
e percio tentato moltiffmi rimedj, e in fine un vino
medicato compofto di aromati i pi attivi infufi nel vino di
Spagna. Ma che? tutti quefti rimedj, e particolarmente
l'ultimo, non avevano fatto altro, che accrefcergli il male: gli
fi avevano fino applicati alle cofcie i vefcicanti, i quali gli
avevano cagionati de' fintomi violenti. Quefta e' appunto
l'epoca, in cui fi venne a chiedermi configlio. Io gli
prefcriffi una riftretta bollitura di china-china e di
cammomilla, che fi continuo pef fei fettimane, nel qual
tempo l'infermo acquifto uno ftato di falute che non aveva
goduto per ben molt'anni. Sarebbe inutile il rapportare un
numero piu' grande di esperienze, principalmente foreftiere
alla materia, per provare la facolta corroborante di tali
rimedj cosi ben dimoftrata da tanto tempo, e di cui non vi
ha cofa che non indichi l'ufo in tai forte di malattie, ufo di
cui i piu' felici avvenimenti hanno confermata l'utilita.
Quando io ho adoperata la chinachina in una forma
liquida, ho preferitta la bollitura d'un'oncia con dodici
oncie di acqua, ovvero conforme l'indicazione, di vino roffo,
bollito per dua ore in un vafo ben turato per prenderne tre
volte al giorno tre oncie. I bagni freddi io li riferbo per la
fera quando la digeftione del pranzo e' interamente
compita, poiche' effi contribuirono a proccurare un fonno
tranquillo. Io ho curato un giovane, che procurava la
polluzione, il quale paffava le notti con la piu' inquieta
vigilia, e fi trovava ogni mattina bagnato da'fudori
colliquativi. Mediante i bagni la fefta notte egli ha dormito
fei ore, e fi alzo' la mattina fenza che aveffe fudato, e fi
ftava affai meglio.
Il Marte e' un terzo rimedio troppo adoperato in tutti i
mali di languore, perche fia uopo d'infiftere fopra la fua
efficacia come corroborante; egli non avendo niente
d'irritante, e' confacente molto a'noftri ammalati. Lo fi ds o
in foftanza, ovvero in infufione, ma la miglior preparazione
e' quella dell'acque marziali preparate dlla natura, ed in
particolare quelle di Spa, che e' uno de' piu' validi
attonanti, che io conofca, ed un attonante, che ben lunge
dall'irritare, addolcifce tutto quell'acre che
pof-

128

AVVERTIMENTI

poffono avere gli umori. Le gomme, la mirra, gli amari, gli


aromati piu dolci fono pure adoperabili, e le circoftanze
debbono decidere fulla fcelta di quefti differenti rimedi. I
primi ch'io ho indicato meritano generalmente la
preferenza, ma poffon effervi dei cafi, che ne dimandino
degli altri; percio fi puo fceglierli in generale da tutta la
claffe de' nervini, prendendo per buffola in quefta fcelta le
cautele, che piu addietro ho indicate. Quefta e' una malattia
de' nervi, la fi deve trattar come tale, e fovente lo s'ha fatto,
e vi fi riufci fenza conofcerne la cagione, egli e' veriffimo,
ed offervazioni incontraftabili me l'hanno dimoftrato, che
l'ignoranza di quefta caufa, e quindi la negligenza delle
cautele h'ella richiede, ha altre volte refe inutili le cure
migliori indicate in apparenza fenza che i Medici potettero
penetrare la caufa di si poco buon fucceffo.
Ad un giovane, di cui fi legge defcritto il male e la
fituazione in un frammento di lettera riportata nella
Sezione lV. io ho ordinato delle pillole, di cui bafe n'era la
mirra, ed una decozione con la Chinachina, ch'ebbero il piu
felice fucceffo (1). Io mi accorgo di giorno in giorno , mi
fcriveva egli il fedicefimo giorno dopo d'aver incominciato a
prendere quefti rimedi, del gran vantaggio, ch'effi mi
recano; imperciocch i miei mali di tefta non fono piu ne' si'
famigliari, ni si' forti. anzi non li provo piu, che quando
applico troppo; fto meglio dello ftomaco, e piu non fento, che
di raro i dolori nelle membra. In capo di un mefe fu
interamente guarito, a riferva, chei non aveva, e non avra
forfe giammai le forze, che avrebbe avuto fenza la fua
cattiva condotta. Le fcoffe, che riceve la macchina nell'atto
di crefcere, hanno delle confeguenze, che non fi riparano
giammai. Poteffe pure quefta verita effere ben impreffa
nell'animo de'giovani! La giovent, dice il Sig. Linneo, e' un
tempo importante per formarfi in robufita falute.
____________________________________________________________
(1) R/ Myrrh. elect. unc. ff. gum. galban. extr. trifol. terr.
Japon. an. dr. ol. firup. cort. aur. q.f.f. pil. gr. III. fette, un'ora
prima della merenda, del pranzo e della cena con tre oncie
della prefente bollitura. R/. Cort. peruv. unc. II. cort. rad.
capp. unc. l. cinnam. acut. dr. II. limat, mart. in nodu. lax.
unc. ff. cum aq. font. lib. II. ff. l. a. f. decoct.

DEL

S I G. T I S S O T.

129

to. Non v'e cofa piu da temerfi, quanto l'ufo inmaturo o


ecceffivo de piaceri dell'amore: nafcono delle debolezze di
vifta, delle vertigini, la diminuzione dell'appetito e
medefimamente l'indebolimento dello fpirito, e della
ragione. Un corpo fnervato in gioventu, non fi rimette mai
piu; la fua vecchiezza e' pronta, ed inferma, e corta e la fua
vita (1). Seicent'anni prima di quefto grande Naturalifta,
Plutarco nella fua bell'opera fopra l'educazione de' fanciulli,
aveva raccomandata la formazione del loro temperamento
come una cofa fommamente importante. Non fi dee, dic'egli,
ammetter veruna diligenza, che contribuir poteffe
all'eleganza, ed alla forza del corpo . Gli ecceffi, di cui parlo,
nuocono egualmente e all'una e all'altra; imperciocche,
aggiunge effo, il fondamento d'una vecchiezza felice e' una
buona coftituzione nella gioventu: la temperanza, e la
moderazione in tale et, fono un paffaporto per felicemente
invecchiare (2).
Alla precedente offervazione, in cui il fuccefo parrebbe
dovuto alla Chinachin , ne aggiungero un'altra, nella quale i
bagni freddi furono il principal rimedio. Un giovane di
temperamento biliofo inftruito di un tal male nell'eta di
dieci anni, era fino da quei tempo divenuto debole,
languente, e cacochimico; egli aveva avute alcune malattie
biliofe, a fuperar le quali aveva durata moltiffima fatica;
egl'era fommamente magro, pallido, debole, e mefto. Gli ho
preferitto bagni freddi, ed una polvere con il cremor di
tartaro, la limatura di ferro, e pochiffima cannella, di cui ne
prendeva tre volte al giorno. In meno di fei fettimane
egl'acquifto una forza che per l'addietro non aveva giammai
conofciuta.
Un vantaggio grande dell'acque di Spa, e della Chinachina e' quello, che il loro ufo fa che il latte paffi. L'acque
di Spa dividono quefto vantaggio con alcune altre acque.
Si .e' vedutopiu indietro che il Sig. Hoffmanno ha preferito
il latte di afina con un terzo d'acqua di Seiter, il Sig. de la
Metrie ci ha confervata una bella ofI
fer____________________________________________________________
(1) Quefto pezzo e' tratto da una differtazione di quefto
Naturalifta fur le fondament de la fante; vedafi il Mercure
Danois del mefe di Luglio 1738. p. 95
(2) De puerorum inftit. c. 10.

130

AVVERTIMENTI

fervazione del Sig. Boerhaave, quefto amabile Duca, io


traduco parola a parola, s'era mefto fuori del matrimonio, ed
io l'ho rmeffo dentro con l'ufo delle acque di SpA, e con il
latte (1).
La debolezza dello fiomaco, che rende troppo lenta la
digeftione, gli acidi, la poca attivita della bile,
gl'intaffamenfi nelle vifcere del ventre baffo fono le
principali caufe, che impedifcon la digeftione del latte, e che
non permettono di ufarlo. Le acque, che rimediano a tutte
quefte caufe, non poffono, che facilitarne la digeftione, e la
corteccia peruviana , che adempie le fteffe indicazioni-, dee
beniffino accoppiarfi col latte. Si puo' adoperare quefto
rimedio o prima per preparare le ftrade, cio ch'e' quafi
fempre, ovvero nello fteffo tempo .
Io ho riftabilito perfettamente nel 1735. un foreftiero, il
quale s'era talmente fpoffato con una meretrice, che era
incapace del menomo atto di virilita; il fuo ftomaco pure fi
era fommamente indebolito, e la mancanza di nutrizione, e
del fonno l'avevano ridotto ad un'eftrema magrezza. Alle fei
ore della mattina pigliava fei oncie di decozione di chinachina, a cui li aggiungea una cucchiaiata di vino di Canarie:
un'ora appreffo prendeva dieci oncie di latte di capra
frefchiffimo, cui fi aggiungeva un poco di zucchero, ed
un'oncia d'acqua de' fiori di melarancia. II fuo pranzo era
un pollaftro arrofto freddo, del pane, ed un bicchier di
eccellente vino di Borgogna con altrettanto di acqua. Alle fei
della fera ripigliava una feconda fofe di china china, alle fei
e mezza entrava in un freddo bagno, in cui vi ftava dieci
minuti, e di la' paffava al letto. Alle otto ripigliava la fteffa
quantita di latte, e fi levava dalle nove fino alle dieci ore.
Fu l'effetto di quefti rimedj che in capo a otto giorni
nell'atto ch'entrava nella fua ftanza, fi mife ad efclamare
con molta allegrezza, ch'egli aveva ricuperato il fegno
efteriore della virilita, per fervirmi dell' efpreffione del Sig.
de Buffon. E dopo un
mefe
____________________________________________________________
(1) Supplemento all'opera di Penelope c. p. L. 35.^Amabilis ille
Dux fe potuerat extra matrimonium, ego illum repofui intra.

D E L S I G.

T I S S O T.

131

mefe egli aveva quafi interamente riprefe tutte le fue forze


primiere.
Alcune polveri afforbenti, alcune cucchiaiate di acqua
di menta, fovente la fola aggiunta di un po di zucchero,
alcune pillole, con l'eftratto di china china poffono pure
contribuire a prevenir l'alterazione del latte. Si potrebbe in
oltre adoperare quefta gomma nuovamente introdotta in
alcuni luoghi dell'Inghilterra fotto il nome di Gummi
rubrum Gambienfe, fopra la quale fi trova una piccola
differtazione nell'eccellente Raccolta, che pubblica la nuova
Societa dei Medici formata a Londra : (1) ella corrobora, e
nello fteffo tempo addolcifce: e fono quefte le grandi
indicazioni nelle malattie di cui fi tratta.
Finalmente fe qualunque diligenza, che fi ufa, non e'
capace di far digerire il latte, fi potrebbe fperimentare il
latte di butiro, io lo ho configliato con buon fucceffo ad un
giovane, a cui un principio ipocondriaco che aveva, mi ha
fatto temere di dargli un latte pieno. I biliofi lo beono con
piacere, e ne ritraggono fempre vantaggi. Lo fi dee preferir
al latte tutte le volte, che vi ha gran calore, un po di febbre,
una difpofizione erefipelatofa, e principalmente egli e'
utiliffmo, quando gli ecceffi venerei abbiano prodotto una
febbre acuta, come era quella, di cui mori Rafaele. Malgrado
la debolezza, i corroboranti in tal cafo offenderebbero, e la
cacciata di fangue farebbe dannofa. Il famofo Jonfton, morto
Barone di Ziehendorf, fono piu di ottantanni, che ne li ha
pofitivamente proibiti (2); i rimedj troppo refrigeranti non
riefcono, come il Sig. Vandermonde lo prova, e come lo ho
fperimentato io medefimo; ma il latte di butiro riefce a
maraviglia, purche non fia troppo graffo. Egli calma,
diluifce, addolcifce, diffeta, attempera, e nello fteffo tempo
nutrifce (a), e corrobora, che e' quello che piu' importa in tai
cafi, ne' quali le forze fi perdono con
I2
una
____________________________________________________________
(1) Medical obfervations and. inquiries . I. p. 366.
(2) In febre ex venere cavendum a vene fectione: Syntagma.
L' I. tit, 2. c. I.
(a) ---------------------- acremque molofum
Pafce fero pingui.
Virgilio.

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132

AVVERTIMENTI

una preftezza incredibile. Il Sig. Gilchrift, che nell'etifia non


fa grande eftimazione del latte, loda fommamente il fiero
nella fleffa malattia (1).
Dopo l'ultima edizione di queft'opera fatta quattro
anni fono mi fu dimandato parere da moltiffime perfone
ch'erano fnervate: alcune ne fono interamente guarite;
parecchie ne rimafero notabilmente follevate: ed altre non
hanno punto migliorato. Quando il male e' giunto a un certo
fegno, tutto quel che fi puo fperare egl'e, che i rimedj
ritardino gli avanzamenti del male. Del rimaente altri non
m'hanno dato notizia del fucceffo.
Il latte quafi in tutte le cure ftato il principale
alimento; e la china china, il ferro, l'acque marziali ed i
bagni freddi ne fono ftati i rimedj. Alcuni ne ho trattati
interamente a latte, e ad altri non lo ho fatto prendere, che
una, o due volte al giorno.
L'infermo, di cui fi e' defcritta la malattia nella quinta
Sezione, dove ho promeffo di darne poi la cura, non ha
viffuto per tre mefi, che di latte, di pane ben cotto, di un
uovo o due al giorno appena nato, e di acqua frefca tratta
appena dalla fonte. Pigliava il latte quattro volte al giorno,
due ful punto che fi mungeva fenza pane, ed altre due
fcaldato con del pane. Il rimedio era un oppiato compofto di
china- china, di conferva di fcorze di melarancia, e di
fciroppo di menta. Allo ftomaco gli fi aveva applicato un
empiaftro aromatico; ed ogni mattima gli fi ftropicciava
tutto il corpo con una fanella; effo faceva queft'efercizio,
che poteva a piedi e a cavallo, e fopratutto lo fi faceva
vivere molta parte del giorno in un'aria aperta. La fua
debolezza, ed i fuoi mali di petto m'impedirono di
configliargli allora i bagni freddi, ma il fucceffo de' rimedj
fu tale, che riacquifto le forze, fi riftabili' lo ftomaco, dopo
un mefe egl'era in iftato di poter fare una lega a piedi, i
vomiti gli ceffarono interamente; gli fi diminuirono
notabilmente i dolori di petto, e continuo per piu di tre
anni a godere uno ftato affai tollerabile; come poi il latte
gl'era venuto a noja, cosi a poco a poco fi reftitui'
agl'alimenti ordinarj.
Le parti genitali fono fempre quelle, che riprendono
___________________________________________________________
(1) On fea voyage, pag. 119.

D E L S I G. T I S S O T.

132?

no piu lentamente le loro forze, e fovente non le ricuperano


giammai; quantunque fembri, che il rimanente del corpo
abbia riacquiftate le fue. Si puo predire affolutamente in tal
cafo, che la parte, che ha peccato, far quella, che morir.
Sempre mi riufci piu facile a guarire quelli, che s'hanno
efaufte le forze con degli ecceffi grandi in poco tempo, ma
in un'eta' matura, di quello che coloro i quali fi fono
fnervati piu alla lunga con polluzioni piu' rare, ma
cominciate nella prima gioventu, che hanno loro impedito di
crefcere, e che giammai non hanno loro lafciato di acquiftar
tutte le forze. Si poffono confederar i primi, come fe
aveffero avuta una malattia violentiffima, che abbia loro
confunte tutte le forze; ma che in tanto gli organi loro
abbiano acquiftata tutta la perfezione; quantunque abbiano
moltiffimo fofferto. La ceffazion della caufa, il tempo, il
governo, e i rimedi poffono beniffimo riftabilirli. I fecondi
come non hanno giammai lafciato, che la loro macchina fi
perfezioni, in qual modo potranno mai effi riftabilirfi ?
Converrebbe, che l'arte operaffe negli anni della maturit
quel, ch'effi impedito hanno alla natura di operare nella
fanciullezza, e nella puberta: ognun vede quanto quefta
fperanza fia chimerica. Ben dalle giornaliere offervazioni ho
imparato, che i giovani, i quali s'abbiano abbandonato ad
una tal fozzura nella fanciullezza, quando arrivano alla
puberta; epoca, ch'e' una crifi della natura^ per cui fon loro
neceffarie tutte le fue forze, io ho imparato, diffi, che quefti
giovani non debbono punto fperare d'effer giammai
vigorofi, e robufti, e fono feliciffimi, quando ad effi venga
fatto di godere mediocre falute, efente da gravi malattie, e
dolori.
Quelli, che non fi pentono che tardi in un'eta in cui la
macchina fi conferva, quando fia ben crefciuta, ma in cui
non fi ripara ella che con fatica, non debbono aver piu
grandi lufinghe: fopra il quarantefimo anno e' difficile il
ringiovanire.
Quando prefcrivo la china-china con del vino, io non fon
folito di far che l'ammalato viva unicamente di latte; ma
gli? fo prendere la mattina il rimedio, e il iatte la fera. Ne lo
avuti alcuni, pe'i quali mi convenne camI 3
biare

134

AVVERTIMENTI

biare queft'ordine, poiche il vino prefo la mattiua faceva


coftantemente che vomitaffero.
Quando adopero l'acque minerali fo berne all'infermo
alcune bottiglie fchiette prima di dargliele mefchiale col
latte.
Quando
il
male
e'
invecchiato,
ei
degenera
ordinariamente in una cacochimia, e allora convien penfare
a diftruggerla prima, che d'incominciare a rimetter le forze;
ed ecco la ragione perche in tali cafi gli evacuanti fono
alcune volte indifpenfabilmente ne effarj ed operano con
molta efficacia. I corroboranti, i nutrienti, e il latte, ordinati
in tali circoftanze mettono addoffo una febbre lenta, e
l'ammalato perde le forze a proporzione dell'ufo che ne fa.
Qualora l'ammalato cada per ecceffi frequenti tutto a
un tratto in debolezza si grande che ragionevolmente fi
poffa temer della di lui vita, fa d'uopo ricorrere a' cordiali
di azione, dargli vin di Spagna con un po d! pane, de' brodi
fuccoli con dell'uova frefche, mettendolo a letto, e facendogli
applicare allo ftomaco de'pannicelli bagnati d'un vino
meffo a fcaldare infieme con un po di teriaca.
Che fe gli ecceffi venerei abbiano cagionata una febbre
acuta, non fi dee in tal cafo ufar il falaffo quando pero non
foffe egli indicato dalla pienezza, e dalla curezza del polfo:
ma dovendo fare l'emiffione di fangue e' fempre meglio
farne due piccole che una grande. La bollitura bianca,
l'acqua d'orzo, con un poco di latte, alcune dofi di nitro, de'
ferviziali fatti con una decozione di fiori di buonomo,
alcuni bagni a' piedi tiepidi, e per nutrimento de' brodi di
vitello fecco fono i rimedj veramente indicati, e quelli, che
fono riufciti con molta fpedirezza quando gli ho adoperati.
I fintomi richiedono di raro una cura particolare; effi
cedono anche a una cura generale. Si puo' non oftante unire
alcune volte i corroboranti efterni agl'interni, quando fi
voglia piu' particolarmente fortificare una parte: ed io
fovent ho configliato con un buon fucceffo degli epitemi,
ovvero degli empiftri aromatici fullo ftomaco; e non e'
neppure inutile il chiudere i tefticoli in un finiffimo
pannello bagnato in un qualche liquore corroborante, e
foftenerli per mezzo d'una bracajola.
Si

DEL

S I G. T I S S O T.

135

Si potrebbe qui addurre quello che a tal propofito dice


il Sig. Gotter; io ho alcuni volte, dic'egli, guarita la gotta
ferena cagionata dagli ecceffi venerei, adoperandone i
corroboranti interni, e le polveri marine cefaliche, le quali
mediante l'irritamento leggiero, che producono determinano
fopra il nervo ottico un affluffo, e corfo piu grande di
fpiriti animali. ( 1)
Sarebbe inutile l'entrare in un divifamento piu grande
ful fatto della cura; per quanto io la eftendeffi, ella non
farebbe giammai capace di fervire di guida agli ammalati
fenza l'ajuto di un Medico, quindi ella farebbe affatto
inutile. Io mi fono dilungato di piu fulla dieta, poiche'
quando il male non ha fatto progreffi grandi purch ceffi e
fi rimova la caufa, ella fola bafta per guarire, e pero' fenza
pericolo puo ognun fottometterfi. Nom mi mancherebbe, per
porre fine a queft'articolo che aggiungervi la cura
prefervativa. Quando fi ftampo' la prima volta queft'opera,
ho udito dire che in effetto, quella parte vi mancava, e
ch'egl'era quefto un difetto effenziale. Un uomo Celebre
nella Repubblica delle lettere per le fue opere, e piu
rifpettabile ancora pel fuo talento, per le fue cognizioni, e
qualita perfonali non che pel fuo nome, e per li pofti che si
onorevolmente copre in una delle Citta principali degli
Svizzeri, che e' il Sig. Ifelin Segretario di Stato a Bafilea (egli
non fi fdegnera' ch'io lo nomini) mi ha rimarcato effo nella
maniera piu' pulita codefto mancamento. Io riferiro' il
pezzo della fua lettera con tanto piu' di piacere, quanto che
egli affegna precifamente cio', che bifognerebbe fare. Io
defidererei , mi ferifs'egli, di veder fortire dalle voftre mani
un'opera, in cui voi fpiegafte i mezzi i piu' ficuri, ed i
meno pericolofi, mediante i quali tanto piu' i genitori
durante il tempo dell'educazione, quanto i giovani quando
fono lanciati alla loro propria condotta, poteffero alla meglio
prefervarfi da quella violenza de' defiderj, che portan ad
ecceffi, di cui fono frutti si' orribili malattie, ovvero da
difordini, i quali turbano la felicita e della focieta e di loro
fteffi. Io non dubito gia', che non vi fia una dieta tale, che
poffa particolarmente ajutar la continenza. Un'opera che ce
I 4
la
____________________________________________________________
(1) De perfpir. infenf. p. 541. p. 515.

136 ^

AVVE RTIMENTI

la infegnaffe, unitamente alla defcrizione delle malattiae


cagionate dalla libidine, io credo, che volerebbe affai piu'
che i migliori trattati di morale fu tal materia.
Ed egli ha fenza dubbio ragione; poiche non vi farebbe
cofa piu importante di quefta addizione, ch'ei brama,
benche a volerla feparare dalle altre parti dell'educazione
non folamente medicinale, ma morale non e' poi cofa piu'
malagevole. Per trattar quefto articolo a parte, fe fi voleffe
trattarlo bene, converrebbe ftabilire un gran numero di
principi, i quali allungherebbero anche troppo quella piccola
opera, e che per altre cagioni le farebbero affai ftranieri, e
lontani. Alcuni precetti generali fenza principi, e divifioni
neceffarie non folamente farebbero poco utili, ma potrebbero
pure diventar perfcolofi; quindi meglio riferbar quefto
trattato per farlo parte d'un altro pi grande fopra la
maniera di formare un buon temperamento, e di dare alla
gioventu' una foda falute; materia, che quantunque da
capaci perfone trattata, non fu pero' efpofta perfettamente
come farebbe neceffario, e fulla quale vi ha una folla di cofe
eftremamente importanti d'aggiungervi non meno che fulle
malattie di quefta eta'; percio' mio malgrado non tocchero'
niente quefto articolo. Tutto quello che porto dire, e' che
l'ozio, l'inerzia, lo ftar troppo a letto, un letto troppo molle,
una dieta fucculente aromatica, l'abufo delle cofe falate, del
vino, i fofpetti amici, l'opere licenziofe, effendo i motivi i
piu' proprj a portare a codefti ecceffi, non faranno mai
troppe le cure, che s'impiegheranno per evitarli. La dieta e'
foprattutto d'un'estrema importanza, e pure non fi ufa per
effa molta attenzione. Quelli ch'educano la gioventu',
dovrebbero avere innanzi gli occhi la bella offervazione di S.
Girolamo. Le fucine di Vulcano, i vulcani del Vefuvio, e il
monte Olimpo non ardono, avvampano tanto quanto la
gioventu' nutrita da foftanziofe vivande e abbeverata da
buoni vini. Meniot, uno de' Medici di Luigi il Grande,
migliore fra quanti hanno fiorito fino alla fine dell'ultimo
fecolo, parla di femmine, che gl'ecceffi d'Ipocraffo ha gettato
in un'eftafi venerea. L'ufo del vino, e delle carni e' tanto
piu' molefto, quanto che aumentando effe la forza degli ftimoli

DEL

SIG. T I S S O T.

137

moli della carne, indebolifce quella della ragione, che dee loro
refiftere. Il vino e le carni rendono ftupida l'anima, dice
Plutarco nel fuo trattato del mangiare le carni, opera che
dovrebbe effer letta da tutti. I Medici piu antichi hanno
conofciuta beniffimo la forza, che ha fopra i noftri coftumi
la dieta; anzi avevano effi ideata una medicina morale; e
Galeno ci ha lafciato fu quefta materia una picciol'opera,
che forfe ' la migliore di quante fe n'hanno avuto finora.
Non fi puo' che reftar convinti dopo d'averla letta, della
realita' di quanto egli promette. Coloro che negano, che la
differenza degli alimenti rende gli uni temperanti, gli altri
diffoluti; gli uni cafti, gli altri incontinenti; quefti
coraggiofi, quelli vigliacchi; quefti piacevoli quelli
attaccabrighe, altri modefti, altri in fine arroganti, coftoro,
dico, che negano quefta verita, vengano da me, e feguano
pure i miei configli nel cibarfi, e nel bere, e loro prometto,
che ne trarranno de' grandi ajuiti per la filofofia morale;
fentiranno
aumentarlifi
le
forze
della
lor'anima,
acquifteranno piu' ingegno maggior memoria, e diverranno
affai piu' prudenti e diligenti. Io loro infegnero' pure quai
bevande, quai venti, qual tempera di aria, qual paefe,
debbano effi fchivare o fcegliere (1) "Ippocrate, Platone,
Ariflotele, Plutarco, ci hanno lafciato delle buoniffime cofe
fopra quefta importante materia, e tra l'opere che ci
rimangono del Pitagorico Porfirio, quel zelante anticriftiano
del terzo fecolo, ve n'ha una dell'aftinenza dalle carni, nella
quale egli rinfaccia a Frimo Caftriccio, cui l'indirizza,
d'aver lafciata la dieta vegetabile, quantunque confeffato
aveffe effer ella la piu' atta a confervar la falute, ed a
facilitar lo ftudio della Filofofia; foggiungendogli cosi'; dopo
che voi vi cibate di carni, la voftra propria efperienza v'ha
infegnato, che quefta confeffione era ben fondata: in
queft'opera fi trovano mille cofe buoniffime.
Il prefervativo piu' efficace, il folo infallibile, e' fenza
oppofizione quello, che affegna quel grand'uomo che
me____________________________________________________________
(1) Quod animi mores corporis temperamenta fequantur, c. 9.
Chartertus t. 5. p. 357.

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138

A V VE R T I M E N T I

meglio d'ogn'altro ha conofciuto i fuoi fimili, e tutte le loro


vie, che ha fcoperto non folo quello, ch'effi fono, ma quello
altresi' che fono ftati, quel che dovrebbero effere, e quello
che potrebbero in oltre divenire: che gli ha amati piu
veracemente, che ha fatto i tentativi piu' grandi a favor
loro, che fi e' facrificato per effi e che fu percio piu'
crudelmente perfeguitato. Vegliate, dic'egli, con diligenza ful
giovane fanciullo, non lanciatelo folo ne' giorno, ne' notte,
dormite infieme con lui o per lo meno nella fua ftanza,
Contratto ch'egli avra' cotal abito ch'e' il piu' funefto, cui
un giovane^ poffa affoggettarfi, ei ne portera' per fino alla
tomba i trifti effetti, ed avra' fempre il corpo, ed il cuore
fnervati. Io configlio di leggere l'opera fteffa. chi vuol vedere
quello che vi ha di eccellente fopra codefta materia (1).
La pittura del pericolo fatta a chi fi trovi aggravato dal
male, e' forfe il piu forte motivo per correggerfi; quefto e'
un ritratto terribile ben atto a farlo retrocedere dall'orrore .
Tocchiamone pur i principali lineamenti. Un totale
peggioramento della macchina, l'indebolimento di tutti i
fenfi del corpo e di tutte le facolta' dell'anima, la perdita
dell'immaginazione,
della
memoria,
l'imbecillita',
l'avvilimento, il rofsore, l'ignominia, che fi ftrafcina feco;
tutte le funzioni alterate, fofpefe, e cagione di mille dolori;
delle malattie lunghe, faftidiofe, bizzarre e difguftofe; de'
dolori acuti, che di continuo fi rinovano; tutti i mali della
vecchiezza fofferti nell'eta' della forza; una incapacit a
tutte l'occupazioni, alle quali l'uomo e' nato, la
mortificazione che fi ha a conofcere di effer un pefo inutile
al mondo, i rimproveri a cui fi efpone giornalmente, il
difgufto per tutti i piaceri onefti, la noja, e l'avverfione
tanto per gl'altri che per fe fteffi, che n'e' la confeguenza;
l'orrore della vita, il timore di divenire d'un momento
all'altro fuicida, l'angofcia peggiore de dolori, i rimorfi
peggiori dell'angofcia, rimorfi che giornalmente crefcendo, e
fenza dubbio prendendo della nuova forza. Quando l'anima
non
___________________________________________________________
(1) Della educazione t. 2. p. 232. t. 3. p. 255. &c.^

D E L SIG.

T I S S O T.

139

non e' piu' affievolita per li vincoli del corpo , fervir hanno
forfe d'un eterno fupplizio; ecco in abbozzo la forte
riferbata a coloro, che fi condurranno, come fe non aveffero
nulla a temere (a).
Prima pero di terminar quefto articolo, io debbo
avvertir gli ammalati (e quefto avvifo riguarda egualmente
tutti quelli, che hanno malattie croniche, principalmente
quando fono accompagnate da debolezza) ch'effi non
debbono punto fperare poter in alcuni giorni riparare
a'difordini e mali che fiano il frutto degli errori di qualche
anno. Debbono fottofcriverfi al tedio d'una lunga cura, e
ftarfi fcrupolofamente attaccati a tutte le regole del governo.
Se alcune fiate elle pareffero minuzie fuperflue, e' perche'
eglino non fono in iftato di comprenderne l'importanza;
quindi fa di meftieri, che di continuo fi ricordino, che il
tedio della cura la pi rigida e' inferiore di molto a quello
della malattia la piu leggiera. Mi fia permeffo dirlo; fe
veggonfi delle malattie curabili, le quali non fi guarifcono,
per effere mal trattate, fe ne veggono molt'altre pure che per
l'indocilita' degli ammalati fi rendono incurabili, malgrado i
migliori ajuti dal medico fomminiftrati. Ippocrate richiedeva
per afficurarfi meglio del fucceffo, che l'ammalato, il
medico, e gli affiftenti faceffero egualmente il loro dovere ;
fe quello concorfo foffe meno raro, i felici avvenimenti
farebbero piu' famigliari. L'ammalato, dice Areteo, fia pur
coraggiofo, e colpiti di concerto con il Medico contro la
malattia (1). Io ho veduto le malattie piu' ribelli cedere allo
flabilimento di quefi'armonia; e recentiffime offervazioni
m'hanno dimoftrato, che la ferocia fteffa delle malattie
cancherofe cede a una cura che fia regolata con qualche
prudenza, ma principalmente efequita con una docilita' ed
una regolarit, di cui i fucceffi ne fanno tutto l'elogio.
AR____________________________________________________________
(a) O di poca dolcezza amari frutti.
Impari qui ciafcun, mentr'altri infegna^
A fpefe fue fuggir si' ria fventura,^
E menar vita ognor candida, e pura,
(1) De diut. morb. L. 1. proem. p. 27.

140

AVVERTIMENTI
A R T I C O L O

I V.

^ Malattie ^Analoghe.
S E Z I O N E

Xi.

Le Polluzioni Notturne.
IO ho dimoftrato i danni duna evacuazione troppo
abbondante di fperma, mediante ecceffi venerei, per le
volontarie polluzioni, e ho accennato fin ful principio di
queft'opera, che lo fi perde inoltre tanto per le polluzioni
notturne, che accadono nei fogni lafcivi, quanto per mezzo
di quella fcolazione conosciuta fotto il nome di gonorrea
femplice; io efaminero brevemente tutte e due quefte
malattie.
Tali fono le leggi, che unifcono l'anima al corpo, che
quando appunto i fenfi incatenati fono dal fonno, ella
s'occupa dell'idee, che effi le hanno trafmeffe durante il
giorno.
Res, quae in vita homines cogitant, curant, vident
Quae ajunt vigilantes agitantque, ea fi cui in fomno accidunt
Minus mirum eft.

Un'altra legge di quefta unione e', che fenza turbare


quefto legamento degli altri fenfi, ovvero per togliere ogni
equivoco, fenza render loro la fenfibilita' all'impreffioni
efterne, l'anima puo nel fonno far nafcere i movimenti
neceffarj alla esecuzione dei voleri che le idee, onde s'occupa,
le fuggerifcono. Occupata dalle idee relative a' piaceri
dell'amore, abbandonata a de' fogni lafcivi, gli oggetti,
ch'ella fi dipinge, producono fu gli organi della generazione
que' medefimi movimenti, che n'avrebbero effi prodotti
durante la veglia; e l'atto fi confuma fificamente s'egli fi
confuma nell'immaginazione. Ognun fa quello, ch'e'
accaduto ad Orazio in un alloggio nel fuo viaggio per
Brindifi.
Hic ego mendacem ftultiffimus ufque puellam
Ad mediam noctem expecto: fomnus tamen aufert
Intentum veneri, tum immundo fomnia vifu
^
Nocturnam veftem maculant, ventremque fupinum .
Quefti organi irritati fulle prime non rifvegliano alcune

DEL

S I G.

T I S S O T.

141

cune volte che l'immaginazione, e fufcitano de' fogni, che


finifcono come i precedenti. Quefti principi fervono a
fpiegare le differenti fpecie di polluzioni.
La prima e' quella, che fuccede merce una copia troppo
grande di feme. E quefto accade alle perfone, che fono fu'l
fior della eta', che fono fanguigni, vigorofi, o cafti. Il calore
del letto venendo a rarefar gii umori, ed il liquore
fpermatico effendo piu fufcettibile di rarefazione che
ogn'altro, le vefcichette irritate fi ftrafcinano dietro
l'immaginazione, la quale fpoglia degli ajuti, che le
potrebbero far conofcere l'illufione, vi s'abbandona tutta
interamente; e l'idea del coito ne produce l'ultimo effetto,
che e' la polluzione. In tal cafo quefta perdita non e gia una
malattia; ella e' piutrofto una favorevole crifi, un
movimento, che libera da un umore, ch'effendo troppo
copiofo, e troppo ritenuto potrebbe nuocere, e quantunque
alcuni Medici, i quali non preftano fede, fe non a quello
che hanno veduto, abbiano cio negato, egli non e' tuttavia
men vero, che quefto liquore poffa per la fua abbondanza
produrre delle malattie differenti del priapifmo, o de' furori
uterini.
Mi fia permeffa una breve digreffione fu quefta
queftione; poiche' ella fa beniffimo a quefto propofito.
A femine retento, multos produci morbos, memorat
Galenus (1), & exemplum in hiftoria monftrat. Ille novit
virum, & mulierem, quibus hujufmodi erat natura, qui prae
viduitate a libidinis ufu abfinentes, torpidi, pigrique facti
funt. Homo cibi cupiditatem amifit, atque ne exiguam
quidem ciborum partem concoquere potuit; ubi vero fe
ipfum cogendo, plus cibi ingerebat, protinus ad vomitum
excitabatur, moeftus etiam apparebat, non folum has ob
caufas, fed etiam (ut melancholici folent) circa manifeftam
occafionem: mulier vero praeter caetera mala, nervorum
quoque diftentione vexabatur. Verum, hi quam celeberrime
liberati funt, ad priftinam confuetudinem reverfi. Dum
montis Peffulani eram, obfervationem vere perfimilem vidi.
Mulier valens, quadragefimum aetatis fuae innum complens,
exiguo poft tempore vidua; qua antea cum viri concubitu
gauderet, hoc omnino poft obitum ejus
fue____________________________________________________________
(1) De locis affectis. ^L.6.c.5. Charterio, t.7.p.519.

142

AVVERTIMENTI

fuerit privata, incidit tam violenter in affectu hyfterico, ut


deficere viderentur actiones fenfuum; cum nullum
remedium in ea acceffus tolerare potuerat, nifi titillationem
partium genitalium (veluti per coitum ufu venire folet). Inde
agitabatur toto corpore, & a copiofa pollutione feminis
evacuabatur; quo facto liberata eft mulier a moleftia fua.
Aliam obfervationem Zacutus refert (1): ex eadem caufa
patiebatur puella; quae ex intervallis paroxyfmo ita
convellebatur, ut accedente difficili refpiratione, tota
convulfa, fine fenfu ullo, oculis diftortis, nimio dentium
ftridore precedente cum lingua tremula, animam efflare
videretur. Cui cum plurima auxilia qua in hac acceffione
utilia funt, non juvarent; peffaria ex acri confecta, utero
applicanda curavit, ex quorum admotione, titillatione,
fervore quodam in utero concitato, copiofum femen
excernens, ab acceffione faeva fuperftes remanfit.
Hiftoriam monialis Hofmannus enarrat, qua ob
eamdem caufam ab eadem evacuatione, aliquoties
paroxyfmum folvebat.
Homines duo, inquit Zicutus, quum concubitu quo
antea creberrime utebantur, privarentur; in graviffima
damna incurrere: alter in otio, &^mollitie educatus cum tabi
effet propinquus, a coito cum ceffarit, huic fenfim, & fine
fenfu umbellicui intumuit. Nuptus & ad concubitum
reverfus, fanitatem recuperavit. Alter vero nobiliffimus, adeo
erat coitus ftudio deditus, ut laffatus, & debilis cogeretur hac
de caufas ad tempus lecto quiefcere. Ecce poft fex menfes,
naufea correptus, vertigine concutitur, & poft paucos dies
epilepfia faeva opprimitur. Ab acceffione auxiliorum ope
levatus, medicoritm praefidia expoftulat. Hi lymphaticam
epilepfiam a vitio ventriculi fubortam rati tonum &
ventriculum a vitiofis humoribus expurgans, & roborant; fed
fruftra. Nam malo ferocius infeftante, poft paucas horas
velut fideratus extinctus elt. Diffecto corpore nullum vitium
in ftomacho, cerebro, reliquifque partibus inventum,
praeterquam in cavitate vafis femen in penem deferentis,
ulceribus fordidis ab hac virulenta fubftantia retenta
concretis.
Dom. Zindel differtationem Bafileae publicavit, jam
quin-___________________________________________________________
(1) Prax.^Admiran. l. 2.

D E L S I G. T I S S O T.

143

quindecim ab hinc annis , ubi obfervattones morborum. a


femine retento arci productis in unum colligit quae lectu
non indigne funt. (1)
Hic fubjici poteft, quae Dom. Sauvages dixit, de
mulierum caftitate, quae pudori litant, fed tanta veneris
cupiditate incenduntur, eo ardentius ac miferabilius
flagrant; quo ardorem fuum tegunt accuratius, inde moeror
agrypnia, anorexia, macies, po!lutiones frequentes. Ille
celebris Medicus puellam novit huiufcemodi, quae ad fenis
putidi, inficeti pedes proftrata, acerrime fuam calamitatem
deplorans, interea hifce invitis feminis profluviis erat
obnoxia, duobus annis bis miferiis cruciata, & caftimoniam
mentis intemeratam fervans, immane patiebatur veneris
defiderium
fenfitivum,
cui
conftanter
relufcabatur
voluntas .
Un rifpettabile Medico pel fuo fapere , e per la fua eta'
il quale per piu' anni ha feguito l'Auftriaca armata in
Italia, mi racconto' d'aver offervato, che quei foldati
Tedefchi, che non erano ammogliati; e che prudentemente
vivevano, erano fovente attaccati da epileffia, da priapifmo,
o accadevano loro delle polluzioni notturne, accidenti che
loro provenivano da una fegregazione troppo copiofa di
feme, e forfe perche' tal liquore doveva effer piu' acre in un
clima piu' caldo della loro patria, ed ove la dieta era affai
piu' fugofa.
Il Dottor Jacques, che ho citato gia altrove, fece una tefi
fulle malattie prodotte (2) dalla privazione de' piaceri
venerei. Il Sig. Reneaume n'ha fatta un' altra fopra la
verginita' clauftrale, che tratta dello freffo foggetto.
Finalmente fenza parlare di alcuni altri, il Sig. Gaubio
mette la continenza ecceffiva nella claffe delle cagioni delle
malattie. Egl' raro, dic'egli, ch'ella produca alcun
___________________________________________________________
(1) Nicolaus Zindellus, de morbis ex caftitate nimia oriundis.
Bafileae 1745.
(2) Convien qui avvertire, che la tefi del Sig . Jacques non fu
gia' foftenuta. Effa fu dal Parlamento fofpefa, ed
interdetta . Il Sig. de la Metrie ha tradotto in Francefe
quefta tefi, o piuttofto la fece ftampare; poiche ella era di
gia' tradotta, e la inferi in quella Satira crudele, ed odiofa
de' Medici di Parigi: opera ch'egualmente oltraggia la verit,
che il fuo fpirito.

144

AVVERTIMENTI

cun male, nulladimeno fi e' veduto beniffimo efferne


attaccati da malattie molti, foprattutto formati d'un
temperamento forte, e robufto, i quali feparavano una
buona copia di fperma, come pure alcune femmine (1). Ei ne
fa in feguito l'enumerazione di quefti mali. Non bifogna
adunque negar che quefte malattie non fi diano, ma bensi'
dire che fiano affai rare principalmente in quefto fecolo che
fembra effer quello della debolezza, ficcome pure s'inganna
giornalmente a voler attribuire indiftintamente a quefta
caufa tutte le malattie, che affalifcono le perfone nubili del
bel feffo, e configliar loro per rimedio il matrimonio:
rimedio fovente mal indicato; poiche egli non puo
diftruggere i vizj, che fvegliano la malattia, e non fa, che
aggiungere ai mali paffati quelli, che la gravidanza, e il
parto cagionano per ordinario nelle perfone languide.
Torniamo alle polluzioni .
Si e' veduto che la prima fpecie cagionata da una
foprabbondanza di feme ch'ella fparge non e' in fe fteffa un
male; ma puo' ben diventar tale facendofi troppo famigliare,
e fpecialmente quando non vi fia piu' quella
foprabbondanza nocevole. Io ho di gis' offervato che una
perdita poteva difporre a un'altra, si' grande e' la forza del
coftume il quale fa che la reiterazione dell'atto renda i
movimenti pi facili, che fi riproducono per la piu' leggiera
cagione; offervazione ch'e' di grande vantaggio per conofcere
l'economia animale, fu cui Galeno, e principalmente il Sig.
Maty ci ha lafciato delle belliffime cofe (2) #
ma
____________________________________________________________
(1) Inftitutiones Pathologicae . 563.
(2) Galenus L. de confuetudinibus, Charterio t. 6. p. 541.
Il Sig. Maty Differtatio de confuetudinis efficacia in
corpus humanum. Leiden 1740. Anche il Sig. Pujati ha
pubblicato delle buoniffime rifleffioni fopra quefta materia
nel trattato della dieta de' febbricitanti p. 57. ec I Metafifici,
che fembrano aver meglio trattato quefto argomento, fono il
Sig. Locke, Effai &c. L. 2. c. 32. il Sig. de Candillac Traite' des
animaux p. 2. c. 2. c. 9. e l'Autore Anonimo degli Elementi di
Pficologia c. 61. 62. 64. Io conofco un uomo, che effendo ftato
una volta fvegliato, fono piu' di vent'anni, un'ora dopo la
mezza notte per lo ftrepito
di

D E L S I G. T I S S O T.

145

ma che nulla di meno non fu ancora pienamente trattata.


Donde ne rifulta l'inconveniente, che le evacuazioni ne fono
una confeguenza indipendentemente dal bifogno quando
ancora quefto non efifteffe. Allora e' quando elleno fon
molefte, e recano tutti gli fvantaggj proprj della
ftrabocchevole perdita procurata per altri mezzi. Satiro
chiamato con foprannome Gripalopece, dimorando in Tarfo,
ebbe nell'et di 25. anni delle frequenti polluzioni notturne
ed alcune fiate ne perdeva il feme anche di giorno, giunto
che fu al trentefimo anno ei mori di confunzione. (1)
Il Sig. Zinmerman mi rende conto d'un uomo di un
belliffimo ingegno, a cui le polluzioni hanno fatto perdere
ogni attivita' del fuo fpirito, e ch'era ridotto quanto al
corpo in quello ftato che ci ha defcritto il Signor Boerhaave .
Nella prima Sezione fi ha veduto i mali, che il Sig.
Hoffmanno ha offervato fuccedere alle polluzioni. I fintomi
i piu ordinarj, quando il male non ha fatto ancora troppo
grandi progreffi, fono una continua oppreffione, e fulla
mattina ancora piu' grande, e de' vivi dolori ne' reni. Mi fu
dimandato parere molti mefj fa per un vignaiuolo di 50.
anni, che per l'innanzi era robuftiffimo e che dopo tre o
quattro mefi con le frequenti polluzioni era caduto in cotal
debolezza, che capace non era di lavorare, fe non pochiffime
ore del giorno; anzi veniva fpeffo tolto dal lavoro da' dolori
de' reni, che lo obbligavano al letto, e per cui di giorno in
giorno effo dimagrava. Io gli ho dati alcuni fuggerimenti, ma
non ebbi giammai rifcontro, fe gli abbia efeguiti, e quale ne
fia ftato l'effetto.
Ho conofciuto un uomo divenuto fordo per alcune
fettimane dopo un lungo raffreddore poco curato, il qua- le
quando gli accadeva una polluzione notturna diventava il
giorno addietro molto piu fordo, ed era in oltre di maliffimo
umore; ed un altro indebolito per piu' cagioni, il quale dopo
la polluzione fi svegliava con una si grande oppreffione, ed
un intormentimento si' uniK
ver___________________________________________________________
di un incendio, coftantemente da una tal epoca ogni notte fi
fvegliava con precifione alla ifteffa ora.
(1) Epidem. L. 6. f. 8. n, 51. Foef . 1201.

146

AVVERTIMENTI

verfale, che per un'ora intiera rimaneva com paralitico, e


per venti quattro fortemente abbattuto.
Si poffono mettere in quefta prima claffe le polluzioni
di coloro, che accoftumati a far delle frequenti perdite di
feme, tutto a un tratto le intermettono. Tali erano quelle di
una femmina, di cui parla Galeno; ella era da qualche tempo
vedova, e la ritenzione dello fperma le aveva tirate addoffo
delle malattie di utero; nel fonno ella foffriva degli
fcuotimenti convulfivi ne'lombi, nelle braccia, e nelle gambe,
i quali erano accompagnati fempre da una emiffione
generofa di feme bendenfo, ed aveva una fenfazione uguale
a quella del coito. (1) Una Ballerina fu a cafo ferita
leggermente nella finiftra mamella; il Chirurgo le prefcriffe
una feveriffima dieta, e le vieto affatto l'ufo de' piaceri cui
el!a era folita di goderfi fpeffo; ma la terza notte di tale
aftinenza, cui s'era fottomeffa, pero' tra fcurandone la
dieta, ebbe una polluzione, che piu volte rinnovandofi anche
nelle notti feguenti la confumava a vifta d'occhio, e le
cagionava de' violenti mali di reni. In tanto la ferita non
lafciava di rimarginarfi, ed ella farebbe intieramente
guarita, quando meglio s'aveffe guardata dagli alimenti, e
dalle bevande. Il Chirurgo fermo ne' fuoi principi continuo'
a fargliene gli fteffi divieti, le apri' la vena, e la purgo', ma
ella annoiata, ed indebolita lafcio' i rimedj, roprefe l'antica
fua ufanza, e ben prefto fvanirono e la debolezza, ed i
dolori .
Ma non cadeffe percio' a taluna in penfiero da quefta
offervazione di conchiudere effer inutile quefto precetto de'
Maeftri i piu' grandi in Chirurgia, i quali da altre
offervazioni
fpalleggiati
feveramente
interdicono
l'accoppiamento a' feriti; e non v'ha Pratico , che non poffa
efferfi convinto da se medefimo quanto egli fia nocivo e
fatale. Io ne riferiro' un folo efempio, in cui la volontaria
polluzione ha cagionato la morte, e di cui G. Fabritio de
Hilden ci ha confervata l'iftoria. Cofimo Slotan avea tagliata
la mano ad una giovane che l'aveva mal acconciato con un
colpo di piflola; come effo lo conofceva, per un uomo affai
ardente e libidinofo, cosi' gli proibi' ogni
com____________________________________________________________
(1) De femino L. 2. c. 1. Chart. t. p. 215.

DEL

S I G. T I S S O T.

147

commercio con fua moglie, avvertendo lei pure de' pericoli, e


danni che gliene potrebbero derivare. Vi fi aftenne ful
principio fin tanto che gli accidenti di maggior rifleffo
fvanirono tutti, ma tofto che la guarigione avea prefo buona
piega, fvegliandofegli de'defiderj, cui la moglie non volea
compiacere, fenza anche il coito, ei fi procuro' un'emiffione
di feme che fu immediatamente feguita dalla febbre, dal
delirio, da convulfioni, e da altri violenti fintomi, pe' quali
mori' in^ capo di quattro giorni (1).
Io ho veduto un giovane, ammogliato, il quale
inconfideratamente con un falto gettandofi da una fedia, vi
cadde appreffo, cosi' che la ruota di dietro gli pafso' fopra
un piede tra le calcagna, e la cavicchia; e benche' non foffe
feguita ne' frattura, ne' infrazione, avevagli fatta pero' una
gagliarda contufione. In capo a cinque giorni fentendofi
meglio fi dirigeva talmente, come fe non gli foffe niente
accaduto. Ma che ? Due ore dopo la polluzione fe gli gonfio'
tutta la gamba con de' dolori indicibili e con una febbre
gagliarda che dur quafi trent'ore. Ma ritorniamo al foggetto.
Quello che ho detto ful principio di quefta Sezione fulla
conneffione che vi ha tra i fogni e l'idee, onde l'anima fi
occupa il giorno, ferve a fpiegare perche' le perfone dedite
all' onania fiano coi' foggette alle notturne polluzioni; la
loro anima tutto il giorno occupata da Veneree immagini, fi
rapprefenta anche la notte i medefimi oggetti, ed il fogno
lafcivo e' feguito da uno fpargimento ch'e' fempre pronto a
fuccedere, quando gli organi abbiano acquiftato un grado
notabile d'irritabilita'.
Studiar conviene di prevenir di buon ora i progreffi
d'un abito si' fatto, e qualunque fia la cagione primiera
delle polluzioni, guardar foprattutto di non lafciarla
invecchiare, imperciocche fe mai effe fi familiarizzano fono
difficiliffime a guarire. Non v'e' malattia, dice il Sig,
Hoffmanno, che travagli piu' gli ammalati, e rechi piu'
pena ai Medici che le polluzioni, le quali continuano da
lungo tempo, e#che fiano divenute abituali principalmente
fe accadano ogni giorno. Si adoperano per effe
K3
quafi
___________________________________________________________
(1) Obfervat. Chirurg. cent. 1. obferv. 22.

148

AVVERTIMENTI

quafi tutti i migliori rimedj inutilmente, anzi fpeffo


fann'eglino piu' male che bene. (1)
Tutti i Medici, che hanno fcritto fopra quefta malattia
hanno giudicato efferne difficiliffima la guarigione, e tutti i
Medici, che hanno avuta occafione di trattarla, effi pure ne
la provarono tale anche in pratica, e non bifogna di cio'
ftupirfi. Fin tanto che non riefco di reftituire la forza agli
organi, e diminuir la loro irritabilita' durante il tempo, che
paffa traa due polluzioni, cio' ch'e' impoffibile, ovvero
d'impedire tutto ad un tratto il ritorno de' fogni lafcivi, che
non e' punto piu' facile, fi dee dar certi, che ne ritornera' la
polluzione, ch'ella diftruggera' quafi tutto quel bene, che
puo' aver operato una piccola dofe del rimedio, che dopo
l'ultima fi e' adoperato; non fi puo' adunque tra una
polluzione e l'altra guadagnare che miglioramenti infimi,
tamente piccioli, e fa di meftieri accumularne un numero
grande prima d'ottenerne un fenfibile effetto.
Celio ^Aureliano ha raccolto tutto cio', che di meglio gli
antichi hanno detto intorno alla cura. Egli vuole 1. che
l'ammalato sfugga piu' che gli e' poffibile tutte l'idee
eccitanti i piaceri. 2. Ch'ei giaccia fopra un letto di materia
dura, e refrigerante, e ch'ei tenga fu i reni una fottile
piaftra di piombo, ed applichi a tutte le parti, ove e la fede
del male, delle fpugne tuffate in acqua, in aceto, ovvero in
altre materie rinfrefcanti, come farebbero i balaufti, l'acacia,
e l'ipocifta, lo pfilio. 3. Ch'ei non faccia ufo d'altri alimenti,
e bevande, che di quelli, che rinfrescano e che aftringono . 4.
Gli configlia i corroboranti. 5. L'ufo de'bagni freddi. 6. Di
non dormire giammai fupini, ma fempre fui lati, o ful
ventre. Quefto configlio e' pieno di buoniffime cofe;
veggiamo piu' diftintamente qual e' la indicazione che fi
apprefenta. Ella e' di diminuire la quantita' dello fperma, e
prevenire il fuo riproducimento .
La dieta, e un buon governo generale fono affai piu'
proprj ad adempierla, che ogni altro rimedio. Gli alimenti,
che piu' convengono, fono appunto quelli, che fi traggono
dal regno de' vegetabili; i legumi, e le frutta,
tra
____________________________________________________________
(1) Conf. 102.

DEL

S I G.

T I S S O T.

149

tra le vivande quelle, che hanno meno fottanza; nell'una, e


nell'altra claffe bifogna fceglier quelle che non hanno alcuna
acrimonia. Di fopra fi e' gia' veduto quanto quefto governo
giovi alla tranquillita' de' fonni; egli non fi puo'
raccomandare mai a fufficienza alle perfone dalle notturne
polluzioni travagliate; cui quefta tranquillita e' cotanto
neceffaria. Quefti foprattutto debbono aftenerfi dalla cena; o
per lo meno prendere un leggieriffimo cibo: quefta fola
attenzione contribuifce piu' a recarne la guarigione, ch'ogni
altro rimedio.
Parecchj anni fa, ho conosciuto un giovane, che quafi
tutte le notti foffriva una polluzione, e che di gia' aveva
avute alcune acceffioni di quella oppreffione, che fuccubi ci
rende. Un Chirurgo barbiere gli ha ordinato, di prendere
nell'atto di andar a letto alcuni bicchieri di acqua calda, ma
quefta fenza fcemare le polluzioni accrebbe l'ultima
malattia, coficche s'unirono tutti e due quefti mali e tutte le
notti nuovamente lo tormentarono. Il fantafma di quefta
oppreffione era una femmina, che gli cagionava nel tempo
fteffo la polluzione. Indebolito da quefta doppia malattia e
per la privazione di un fonno tranquillo s'incamminava a
gran paffi ad una confunzione. Io gli prefcriffi, che nella
cena andaffe affai parco non pigliando fe non un po di
pane e qualche frutto crudo, di cenare di buon'ora, e di
prendere andando a letto un bicchier d'acqua frefca con
quindici gocciole di liquore anodino minerale d' Hoffmanno.
Egli non iftette molto a riprendere la tranquillita de' fuoi
fonni-, fe gli diffiparono al tutto le due malattie, e ne
ricupero ben prefto le forze.
Le vivande indigefte, come le carni affumicate
maffimamente la fera, fono per quefto male un veleno, ed io
lo ripeto, fenza aftenerfi dalla cena e fopra tutto dalle carni
gli altri rimedi non recano veruna utilita'. Il vino, i liquori,
il caffe nuocono per pi pi ragioni. La miglior bevanda e'
quella dell'acqua fchietta di cui in ciafcheduna bottiglia
potrebbefi con buon fucceffo fciogliere una dramma di nitro.
1o ho nulloftante veduto, non e' gran tempo, un ammalato, a
cui nuoceva il nitro, procurandogli le piu frequenti
polluzioni: a due caufe io ho attribuito tal effetto. La prima
e' ch'egli aveva i nervi deK3
bolif.

150

AVVERTIMENTI

boliffimi, e in quelli temperamenti il nitro agifce come foffe


un irritante; l'altra e' che effo gli aumentava notabilmente
le orine; cosi che la notte gli fi riempiva piu prontamente la
vefcica, e fi fa, che la tenfione della vefcica e' una delle
cagioni determinanti la polluzione .
Il precetto, onde Celio cerca di proibire i molli letti, e'
pure della piu' grande importanza; egli e' d'uopo ftar lunge
dalla piuma, e in tal cafo la paglia e' preferibile fempre ad
un letto di crine, ed io ho veduto degli ammalati a paffarfela
bene avendofi coperto il materaffo di cuojo. Il configlio di
non dormire fupino e' egualmente neceffario. Nuoce una tal
pofitura contribuendo a rendere il fonno piu' inquieto e
rifcaldare oltre modo le parti genitali. Finalmente come il
coftume ha in cio' una grandiffima forza, e come giova
molto il veder di diftorfi, la feguente offervazione potra
fomminiftrar un modo di riufcirvi. Di quefta ne fono
debitore ad un Italiano per le fue virtu rifpettabile, ed uno
de' piu' eccellenti uomini ch'io mi ricordi d'aver conofciuto.
Egli
mi
domandava
parere
fopra
una
malattia
differentiffima; ma perche meglio comprendeffi il fuo ftato,
egli mi racconto' tutta l'iftoria della fua falute. Era ftato
cinque anni prima, incomodato da polluzioni frequenti che
lo avevano all'ultimo fegno sfinito. Egli per guarire ha prefo
una forte rifoluzione di rifvegliarfi tofto che una donna gli
aveffe ferita in dormendo l'immaginazione, e la fera prima
di addormentarli fi fermo lungo tempo in cotal idea. Il
rimedio ebbe il piu felice fucceffo; poiche l'idea del
pregiudizio, e la ferma volonta di rifvegliarfi che s'erano
combinate ftrenamente infieme nell'atto della veglia, tofto
che nel fonno gli fi affacciava l'immagine d'una femmina fi
riproducevano, e quindi egli fi deftava a tempo, e una tal
precauzione reiterata piu' volte bafto' a diffipargli
intieramente il male.
Ma quefti due ultimi cafi non danno troppa ficurezza;
ve ne fono alcuni contro a' quali i migliori rimedj perdono
ogni loro forza, e quello, che riporta il Sig. Hoffmanno (1),
n'e' un efempio. Debbofi in oltre dar agli ammalati
quell'avvertimento, che dava egli al fuo, ed
e', che
________________________________________________________
(1) ^Caf. 102.

DEL

S I G.

T I S S O T.

151

e', che fenza un lungo, e continuato ufo de' rimedi non fi


dee fperare alcun effetto, o piuttofto in cafo che il rimedio
effenziale ne fia la dieta, non fi puo confeguire alcun
fenfibile follievo, che offervandola per molto tempo. Se
adoperafi alcun rimedio, egli dee effer fondato falla fteffa
indicazione, fu cui n'e' fondata la dieta. Non e' gran tempo,
che ho veduto una cacciata di fangue affai copiofa fuperare
il male: le polveri nitrate, l'acque di limone, gii fpiriti acidi,
le lattate di mandorle (a) poffono beniffimo ufarfi.
Il Sig. Hoffmanno per uno, che fi proccurava le
polluzioni e che dopo di aver lafciata queft'opera infame,
cadde nell'infermita' di effer travagliato da non volute
polluzioni, adopero' la feguente polvere: R.C,C.ppbice, ppeti,
offis fepiae aa.unc. f. fuccini cum inftillat.olei tart. per
deliquium ppat. dr. II. cafcar. dr. l. di cui ne faceva pigliare
una dramma la fera nell'acqua di cera fenere; la mattina
l'acque di Selter, ed il latte, per bibita una tifana di fandali,
di radice di Cina, di cicoria, di fcorzonera, e di cannella.
Merce tali ajuti, ed una conveniente dieta, in alcune
fettimane ne guari' l'ammalato. Il Sig. Zimmermann ha
guarito pure con l'ufo della medefima polvere un giovane di
vent'anni il quale da parecchi anni foffriva delle polluzioni
affai frequenti, e accompagnate dai foliti languori . Non e'
cosi facile di fpiegare come tal polvere, che non e' altro che
un femplice afforbente, abbia recato tanto giovamento; ma
io ho veduto in oltre produr de' buoni effetti anche la
canfora.
V'e' un altra fpecie di polluzioni, e fono quelle
degl'ipocondriaci. La circolazione in quefti fi fa lentamente;
K4
maffi___________________________________________________________
(a) Un mio amico aveva il coftume di prendere la fera due
oncie di mandorle, e con effe mangiava quattro, o fei oncie
di pane, e bevea due, o tre libbre di acqua frefca: quefta era
alcune volte la fua cena, dove gli altri giorni con quefta
fteffa quantita' di pane mangiava alcun poco di carne, o
pochi frutti, od una mineffrella d'erbe. Ma egli ha fatto
offervazione, che ogni qualvolta ei prendeva la fera le
mandorle, gli veniva moleftato il fonno da fogni lafcivi
accompagnati da copiofe polluzioni. Lafcio' di pigliarle,
e^guari.

152

AVVERTIMENTI

maffime nelle vene del baffo ventre; e quindi fuccede ,


che le parti , dond* effe ne hanno il fangue , fono di foveate intanate; i nervi loro fono facilismi a rifentirfi; gli
umori hanno una certa indole di acrimonia che atti/lima a farvi degP irritamenti ; il fonno viene loro
per ordinario turbato da' fogni ; ed ecco moltitfme cagioni che poflbno loro produrre la polluzione ,* e in effetto elfi ne fono moltiffimo foggetti . V immaginazione , dice iJ Sig. Boerbaave , produce fovtnte duranti H
fcnno degli fpargmenti del feme . / Letterati pi afftdui 3
e quelli che nella milza travagliano , vanno foggetti a
quello accidente , e la perdita dello [pernia e Joventg s
notabile , che ejji danno nel tab 'tco ( 1 ) .
Quelfta malattia ha quanto ad effi delle conseguenze
tanto piu molefte, quanto ch'effi non fi danno giammai a
qualche ecceffo di tal genere fenza reftarne fommamente
incomodati, e il Sig. Fleming lo ha ben felicemente efpreffo;
Non Veneri crebro licet unquam impune litare
Non vi ha per guarirla che un mezzo folo, ed e'
d'attaccare la malattia principale. Incominciafi dal
diftruggere gl'intaffamenti, in feguito fi adoperano li bagni
freddi, e quella falutevole fcorza, che piaccia a Dio pure di
confervare. Queft'e' veramente il cafo, in cui hanno luogo
quefti due validi rimedj, ai quali alcune fiate fi puo' unire
anche il marte. Se in tutti i cafi fa d'uopo di attenzione per
la fcelta degli alimenti, egli bifogna ufarla foprattutto in
quefto. Gl'ipocondriaci fanno generalmente maliffimo le loro
digeftioni; gli alimenti male digeriti producono delle
flatulenti gonfiezze, che alterandone il circolo in due maniere difpongono alla polluzione : primamente difficoltandone il ritorno del fangue nelle vene generali ; iecondariamente turbandone la tranquillit de* fornii 1 * e
difponendo per la ragione (ttta al fogno. Quindi fi
comprende la cagione perche' Pitagora faceffe a' fuoi
difcepoli la proibizione di mangiare de cibi flatulenti,
ch'effo con ragione riguardava come nocevoli tanto per
rifpetto alla politezza, ed alla forza delle funzioni
dell'anima, quanto
rap____________________________________________________________
(1) Inftitut, p. 776.

DE L

S I G.

T I S S O T.

153

rapporto alla caftita'. Oltre le due ragioni allegate, non


potrei forfe arrifchiare d'affegnarne una terza, che io ho
avuti de' forti motivi di fofpettare in due ammalati?
Queft'e' la rarefazione dell'aria fviluppata da' fluidi ne'
corpi cavernofi, che produceva un'erezione, ed un prurito
venereo. Non v'ha chi ignori, effere tutti i noftri liquori
ripieni di un tal fluido; ma fin tanto ch'eglino fono
perfettamente fani, effo v'e' come imprigionato, e privo
d'ogni fua elafticita'. Avevano opinione alcuni grandi Fifici,
che non vi foffe altro, che due modi di rendergli quefta
forza: un grado cioe' di calore piu' notabile, che non lo fi
offerva giammai ne' corpi degli animali, e la putrefazioni.
Ma una folla di offervazioni fatte fopra malattie che aveva
prodotte l'aria in tal guifa rarefatta, provarono che
indipendentemente da quefte due cagioni v'erano ne' fluidi
delle altre alterazioni, le quali operavano l'effetto medefimo;
e
quefte
alterazioni
fembravano
piu
famigliari
agl'ipocondriaci. Quindi non e' da ftupirfi, che i corpi
cavernofi fieno la fede di quefto fviluppamento d'aria
morbofa; al contrario non avvi alcuna parte, che fembri
dover effervi piu efpoffa, e fe prima d'ora non fe n'e' fatta
la dovuta attenzione, cio' e' verifimilmente piuttofto per
difetto d'offervatori che di offervazioni (a). Quefte
dimoftrano tutta la neceffita' di aftenerfi da tali alimenti, i
quali carchi d'aria piu degli altri, offendono, non tanto per
quella che fi fviluppa nelle prime ftrade, quanto altresi per
quella che v'introducono pofcia nel fangue. Sa ognuno, che la
nuova birra, ch'e' fommamente flatuofa move, e cagiona
delle forti erezioni, ed io ho veduto dopo l'ultima Edizione
di queft'opera, che il Sig. Tiery uno de' piu dotti Medici, e
de' piu celebri Pratici della Francia, ha conofciuto beniffimo
quefte erezioni flatuofe .
K 5
Qui
__________________________________________________________
(a) Le timpanitidi non fono gia cosi facili da guarirfi. E fe
tali fviluppamenti dell'aria, che accadono ne' corpi
cavernofi, si prefto non fi diftruggeffero, volontieri mi
perfuaderei, che quefti si frequenti , ed agli ipocondriaci
famigliari fviluppi d'aria in effi foffero una terza cagione
delle loro notturne polluzioni, cui tofto la guarigione di una
tal timpanitide fuccede.

154

AVVERTIMENTI

Qui annicchiarfi potrebbe come analoga a queft'ultima


fpecie di polluzioni, ed attacante principalmente i
malincolici, una malattia, che appellarfi potrebbe furore
genitale; ella e' differente dal priapifmo, e dalla fatiriafi;
io !a defcrivero mediante una offervazione, che aveva di gia
pubblicata nella prima edizione latina di queft'opera, ma
che erafi omeffa nella francefe. Un uomo di cinquant'anni,
che n' era ftato colto fino dal vigefimoquinto della fua eta'
provava tanti ftimoli che non ha potuto in tutto quel tempo
si lungo ftar ventiquattr'ore fenza ufar colla donna o valerfi
dell' Onanifmo, e folea ripetere ordinariamente l'atto
parecchie volte a! giorno. Il fuo fperma era limpido, acre,
fterile, e^prontiffimo allo fpargimento. Egli avea i nervi
fommamente indeboliti; gli accadevano delle acceffioni
melanconiche, e vaporofe molto violenti; erano divenute
ftupide le fue facolta, difficiliffimo il fuo udito, e gli occhj
fommamente deboli: cosi che mori in uno ftato il piu
miferabile. Io non gli ho giammai fuggerito alcun rimedio;
n'aveva bensi prefo moltiffimi; ma la maggior parte fenza
profitto di forte; tutti quelli, ch'erano caldi gli avevano
recato de' nocumenti; e l'unico follievo glielo avea dato la
chinachina infufa nel vino che eragli ftata preferita dal Sig.
Albino e ben l'autorita' di quefto gran Medico e' un nuovo
teftimonio affai rifpettabile a favore di un tal rimedio. Si
trova tra i confulti del Sig. Hoffmanno un cafo quafi fimile:
i venerei ftimoli erano quafi continui; e l'anima, ed il corpo
erano egualmente fnervati (1).
S E Z I O N E

X I I.

La femplice Gonorrea.
LA gonorrea, dice Galeno, che altra non ne conofcea fuor che
la femplice, e' un gemitio di feme fenza erezione. Parecchj
Autori d'ogni fecolo di effa ne parlano, e fin Moise fteffo il
piu antico di tutti. Nelle offervaziono d' Ippocrate fe ne
trova l'efempio d'un montagnaro di cui la malattia fembra
effere ftata un marafmo, ed era travagliato da un gemitio
involontario d'orina, e di feme
___________________________________________________________
(1) Confult. cent. 2. & 3. oper. t. 3. p. 214.

D E L S I G. T I S S O T.

155

me (1). II Sig. Boerhaave pare tuttavia che metta quefta


malattia nel numero delle cofe dubbiofe. Leggefi, dic'egli, in
alcuni libri di medicina, chi lo fperma abbia alcune fiate
ftillato fenza che fe ne accorga. Ma quefta malattia dev'effer
affai rara, ed io non fo, che il feme abbia mai ftillato fenza
qualche folletico, altrimente quello non era vero feme ne'
tefticoli
feparato, e raccolto nelle vefcichette feminali;
avvegnache io abbia veduto ftillare il liquore delle proftate
(2). Una tale autorita fuor di dubbio e' ben rifpettabile, ma
oltre che Sig. Boerhaave non da una pofitiva decifione, fono
contro di lui i Medici, e per non fortire dalla fua fcuola, uno
de' fuoi piu' illuftri difcepoli il Sig. Gaubio ammette, che lo
fperma fi poffa fpargere fenza alcuna fentazione. Le mie
proprie offervazioni non mi lafciano dubitare dell'efiftenza
dell'una, e dell'altra malattia. Io ho conofciuti degli uomini,
che dopo una gonorrea virulenta, in feguito agli ecceffi
venerei, ovve- ro alle proccurate polluzioni, avevano un
continuo gemitio dalla verga, ma che non li rendeva incapaci
di erezione, e di lanciare lo fperma; effi ben fi lamentavano,
che una fola polluzione gl'indeboliva affai piu^ che il
gemitio di alcune fettimane; prova evidente, che il liquore di
quefte due perdite non era gia lo fteffo, e che quello, che
efce per la gonorrea , non viene, che dalle proftate, e da
alcun'altre glandule, che l'uretra circondano, dai follicoli
fparfi in tutta la loro lunghezza, o finalmente da' vafi
efalanti dilatati. Io ne ho veduti degli altri, che avevano
come i primi un gemitio, il quale li rendeva incapaci di
qualfifia prurito venereo, d'ogni erezione, e percio ancora di
ogni jaculazione, comeche i tefticoli non fembraffero fuori di
ftato d'adempiere alle loro funzioni. Sembrami dimoftrato,
che in queft'ultimi il vero feme tefticolare ftillaffe fenza
fenfazione alcuna. E quando conofcafi la ftruttura delle
parti genitali, fi perfuadera facilmente, che la prima
malattia dev'effere molto piu famigliare che l'ultima, ma
comprenderaffi beniffimo che fi d pure anche quella. Dagli
autori efatti fi chiama gonorrea vera quella, nella quale
hanno avuto
opinio___________________________________________________________
(1) Epidem. L. 6. 13. n. 13. Foef. 1163
(2) Ibid. La Mettrie, t. 7. p. 214. .

156

AVVERTIMENTI

opinione, che la materia del gemitio foffe il vero fperma, e


l'altra gonorrea fpuria , ovvero catarrale.
I danni di tal gemitio fono notabiliffimi, ed haffi
veduto nella prima Sezione i! ritratto, che ne ha fatto Areteo:
come, dic'egli nello fteffo luogo, e' mai poffibile non effer
deboli, quando quello, che forma la forza della vita, di
continuo fi perde ? Il Folo feme e' cio', che coftituifce
all'uomo la forza. Celfo, che viveva prima d'Areteo
pofitivamente dice, che il gemitio del feme fenza venereo
folletico mena alla confunzione (1). Giovanni Figlio di
Zaccheria affai meglio conofciuto fotto il nome di Attuario
nell'opera che fcriffe a pro dell'Ambafciatore, che
l'Imperadore di Conftantinopoli inviava ai Paefi del Nord,
feguita l'opinione degli autori, che ho di fopra citati: fe il
gemitio dello fperma, che' fenz'alcuna erezione, e folletico
fuccede, dura alcun tempo, neceffariamente produce la
confunzione, o la morte; poiche la parte piu balfamica degli
umori, e gli fpiriti animali ne vengono cosi diffipati (2)
Gli autori i piu moderni hanno la fteffa opinione degli
antichi. Tutto il corpo fi dimagra, dice Sennerto, e
principalmente il dorfo; gl'infermi divengono deboli fecchi,
pallidi; effi languifcono; e fi provano de' dolori ne' reni; e
loro s'infocano gli occhi (3) Il Sig. Boerhaave annicchia una
tal gonorrea tra le cagioni della paralifia, ed offerveraffi che
in quefto luogo egli ammette la gonorrea di vero fperma. La
paralifia, dic'egli, che viene dalla gonorrea, e' incurabile;
poiche il corpo ha diftrutte le fue forze (4)". In una
buoniffima differtazione del
Sig.
____________________________________________________________
(1) De Medicina l. 4. c. 21.
(2) Medicus, five de methodo medendi lib. I. cap. 22.
(3) Praxis Medica l. 3. part. 9. fect. 2. c. 4.
(4) De morbis nervorum p. 717 Queft'opera raccolta dalle fue
lezioni dopo il 1730. perfino al 1735. e posteriore per la fteffa
ragione di alcuni anni alle lezioni compendiate dal Sig.
Haller, prova, che il Sig. Boerhaave avea cangiata opinione
quanto alla fcolazione di vero feme, e fi fa, beniffimo che
quefto grand'uomo era ognora facile a ridirfi delle fue
antiche idee per adottarne delle nuove, qualora convinto
foffe che l'ultime foffero piu ragionevoli.

DEL

S I G.

T I S S O T.

157

Sig. Kempf fi trovano delle offervazioni molto intereffanti


(1).
Quefta malattia puo' aver origine da parecchie caufe
ben lontane. La cagione proffima e' quafi fempre un vizio
dei liquori, che ftillano, i quali fono troppo tenui, e fovente
troppo acri, unitamente a un rilaffamento grande delle
parti. Il vizio degli umori denota un difetto di elaborazione,
che dipende da una generale debolezza, che richiede gli
attonanti rimedj indicati dalla fpoffatezza fteffa degli
organi; le diverfe circoftanze decidono poi fulla fcelta.
Sarebbe fuor di propofito l'entrar qui a bella pofta in un
tale divifamento, fu cui troveranfi delle buoniffime cofe in
parecchj autori, e maffimamente in Sennerto autore del
miglior Compendio che s'abbia di Medicina pratica.
I medefimi rimedj fuggeriti nel Corfo di queft'opera
contro le altre confeguenze della polluzione giovano pure
anche per quefta; effi fono i bagni freddi, la chinachina, il
ferro, e gli altri corroborant . Il Sig. Boerhaave afferma, che
l'epatica produce degli eccellenti effetti ( egregios fane
praeftat ufus) nella invecchiata gonorrea, che ha origine dal
rilaffamento degli organi (2). Alcune volte per togliere
l'inclinazione, che il coftume ha fatto prendere agli umori
verfo la medefima parte, fi puo incominciare da alcuni
lenitivi. Vi fono pure dei Medici illuftri, che loro hanno
attribuita un'efficacia quafi fpecifica contro fiffatta
malattia; l'efperienza tuttavia piu ancora della ragione
m'ha dimostrato il contrario. E quelli che darannofi la briga
di leggere gli autori, che di fopra ho citati, conosceranno,
ch'effi non hanno giammai prefcritto alcun laffativo.
Attuario preferive delle cofe, che corroborano fenza
rifcaldare (3).
Areteo, che vuole, che vi fi rimedj tofto, confiderati i
pericoli, ch'ella minaccia, non prefcrive che i corroboranti,
l'aftinenza dai piaceri venerei, ed i bagni freddi (4) .
Cel___________________________________________________________
(1) G. L. Koempf de morbis ex atropbia Bafil. 1736.
(2) Hiftoria plantarum &c. p. 51.
(3) Ibid. l. 4. c. 8.
(4) P. 131

158

AVVERTIMENTI

Celfo, dell'opere di cui l'uno, e l'altro fi hanno fervito,


ordina delle fregagioni, e principalmente i bagni d'acqua
fommamente fredda, (natationefque quam frigidiffimae; ) ci
vuole, che tutto quel, che fi mangia, e beve, s'abbia a
prenderlo freddo, che fi evitino gli alimenti, che generar
poffono delle crudezze, e de' fiati, ed accrefcere allo fperma
l'acrimonia. Fernellio prefcrive degli alimenti fuccofi, facili
a digerirfi, e degli elettuarj rinforzanti (1).
Se vera e' la promeffa del Langio, che ardiva di giurare,
che i purganti, e la dieta guarirebbero una tale malattia , cio
non puo effere fe non quando ella foffe cagionata da una
dieta mal regolata, che aveffe fatta ftrada a delle oftruzioni
nel ventre baffo, e fatto aveffe alterare tutti gl'umori, fenza
che i folidi ricevuto aveffero ancora un nocumento molto
notabile, ed egli certamente non ha avuto in villa altro cafo,
fuorch s'effi ricevuto aveffero un attacco un poco
confiderabile; i purganti neceffariamenie dovrebbero effere
aiutati dai corroboranti. Tal era la gonorrea, che il Regis ha
offervato, e di cui il Cradnen ci ha confervato la
particolarita'. Vn uomo, dic'egli, di temperamento pituitofo
avendo per molto tempo fatto ufo de' cibi umettanti, fu
attaccato da un gemitio di un liquore acquofo, crudo,
appiccaticcio, che fortiva fenza folletico alcuno. Egli andava
dimagrendofi, gli occhj gli s'avevano infocati, e di giorno in
giorno perdeva le forze. Regis incomincio dai purganti per
ifcacciare dal corpo quegli umori pituitofi; in progreffo gli
ha prefcritti de' corroboranti, de' cibi diffeccanti, e
finalmente quando quefto non aveffe baftato, lo configliava
a farfi aprire ad ambe le cofcie un cauterio (2) . Ma un tal
metodo de' purganti non puo giammai convenire, quando
quefta malattia e' un effetto degli ecceffi venerei, e che ha
origine come dice Sennerto, dalla debolezza, che le vefcichette
feminali hanno contratta per le alternative si frequenti di
riplezione, e d'inanizione.
La defcrizione di alcuni cafi fervira meglio a far che fi
ftabilifca la vera cura.
Timeo
____________________________________________________________
(1) Opera omn. p. 544.
(2) Vedafi I. J. Mangeti Biblitheca Medico practica t. 2. p. 625.
1.

DEL

S I G. T I S S O T.

159

Timeo ne fomminiftra uno, che non puo cader meglio a


proposito. Un giovane, dic'egli, ftudente di legge, di un
temperamento fanguigno proccurava^ manualmente due, o
tre volte al giorno la polluzione, ed alcune volte piu di
fovente. Fu colto da una gonorrea accompagnata dalla
debolezza di tutto il corpo. Io ho riguardata la fcolazione,
come un effetto del rilaffamento cagionato de' vafi
fpermatici, e l'indebolimento nafceva dalla frequente
perdita di feme, che aveva diffipato il calor naturale,
aggrumolato delle crudezze, offefo il fiftema nerveo,
inftupidita l'anima, ed allaffato tutto il corpo . Ei gli ha
prefcritto un vino attonante con degli aftringenti, e
degl'aromatici medi in infufione nel vino roffo puro, ed un
unguentino compofto d'oglio di rofe, e di maftici, di nitro,
di bolo armeno, di terra figiilata, di balaufti, e di cera
bianca. Guari l' ammalato in capo di un mefe di quefto
vergognofo male, ed io l'ho ammonito di ftarfene lontano
per l'avvenire da quefta infamoa diffolutezza, e di
ricordarfi della minaccia di Dio, che efclude dal regno de'
cieli gli effemminati. Cor. 1. c. 6. (1).
Uno dei migliori Medici, che abbiamo negli Svizzeri ,
fcrive il Sig. Zimmermann, M. G. M. VVepfer de Schaffoufe,
di cui l'autorita non puo effere, che di un gran pefo, accerta
di aver guarito un gemitio continuo di feme, effetto
dell'onania, col folo ajuto della tintura di Marte di Lodovico.
Il Sig. Weslin, de Zurzach, mi ha confermata la medefima
cofa colla fua propria efperienza. Quanto a me, mi fcrive
l'amico, io non ne ho veduti mai de cosi buoni effetti.
II Sig. Profeffore Stebelin parla d'un letterato, ch'era
travagliato da un involontario fpargimento di feme fenza
idee veneree, e ch'effo ha guarito con l'ufo di un vino
acciaiato, e colla chinachina. I rimedj, e tra gli altri l'acque
di Swalbach, ed i bagni freddi fulla pube, e il perineo non
ebbero il medefimo fucceffo in un giovane, che avevafi
tirato addoffo tal male con le volontarie polluzioni. Egli
foggiunge, che il Sig. Dottore Bongars famofo Pratico a
Mafeyck ha guarito due perfone attaccate da una debolezza
nelle vescichette feminali facendo loro pigliare tre volte al
giorno otto o dirci gocciole del Laudano
____________________________________________________________
(1) Ibid. p. 624.

160

AVVERTIMENTI

dano liquido del Sydemhamio in un bicchier di vino di


Pomac, e facendo loro bere una bollitura di fa! (apariglia. 11 $\g.St$b*lin o (Ter va, che quantunque 1* oppio (la
un rimedio contrario alle indicazioni nulla di meno etto
era ftaio ce n figliato da Etmullero contro il lanciamento
dtil Jeme troppo pronto , chi ha origine da un f$m$ troppo
Jpirito/o. Mi venga permetto d'aggiungere, cheefaminando attentamente il parere d quello famofo Pratico , e
paragonandone la natura del male in certi caO , con l*
effetto dell'oppio , facilmente comprenderai , che alcune
fiate un tal rimedio pu eiTer utile, ma non gi nsl calo, in cui tifo lo configlia Ei diflingue con fomma diligenza le differenti fpecie di gemiti , ne attegna a eia*
fchedunolecaufe , e la cura , e palfando pofciaalla jacuiazione , che fuccede nel comncamento dell* erezione , nims citanti ne adegna due caufe ; la prima il rilaffamonto delle vefeichette fem inali ; la feconda un li*
quorefpermatico troppo fervido > fpiritofo , e troppo abbondante ; appunto in tal cafo egli ordina l'oppio ( i ).Ma
con qual titolo ? L'oppio , di cui la virt afrodifaca
s benedimoflrata , virt, che Io fletto EtmutUro g\\ aflegna e nella piccola fua opera fcritta fopra quefto rimedio, e nel luogo fletto, ov'ei lo confglia , non pu
che aggrandire la caufa della malattia , e per la fletta
cagione aggravarne i fntomi. Il cafo in cui egli vai*
taggiofo, all' oppoflo, quando fono gli umori crudi, tenui , acquo fi , ed i nervi pure eccettvamente fenGbili
S i fa beni (lmo , eh* ei rimedia a quelli divert accidenti ,
ch'ei fofpende l'irritabilit, ch'egli arrefla tutte l'evacuazioni, toltane la traf pi razione; ma non puofl raccontarle tutte; fa d'uopo aver l'attenzione di non ordinarlo, che
dov'ei convenga, altrettanto ei diverebbe nocevole, II Sig.
Tralles nella fua eccellente opera fu quefto rimedio ci
fomminiftra una ottervazione, e fe ne trovano pur altrove di
fomiglianti, la quale dee renderci molto circofpetti. Un
uomo, dic'egli, nella fua gioventu avevafi dato alle
polluzioni volontarie, cio che aveva contribuito a renderlo
eftremamente debole, non pigliava giammai l'oppio fia per
moderare una toffe, o una
diar___________________________________________________________
(1) Colleg. pract. fpeciale c. 2. t. 1. p. 459.

DEL

S I G. T I S S O T.

161

diarrea, o qualche altra ufcita, che aveva la notte in mezzo a


de' fogni lafcivi con perdite copiofe di feme (1). Siami
permeffo di far qui un'offervazione, che naturalmente fi
prefenta, ed e', che l'errore di Etmullero prova
evidentemente 1. quanto una teoria efatta abbia d'influenza
fulla pratica, che fenza il fuo ajuto non puo effere che
frequentiffimamente falfa, ed erronea: 2. quanto per la
fteffa cagione una perfona, che unifca l'una all'altra, debba
aver di vantaggio fopra colui che non fi lafcia guidare fe
non da alcune offervazioni, o che fi riporta ad una teoria
fiftematica; finalmente quanto la lettura de' migliori Autori
di pratica, che non hanno avuta quefta efatta teoria dovuta
al noftro fecolo, poffa ingannar coloro, che leggendoli, non
poffono avere che una implicita fede, e che ignorano que'
principi, i quali debbono fervire di pietra da paragone per
difcernere in Medicina quello, che v'e' d'i buono, o di
cattivo.
Io finiro quefto trattato adducendo due mie
offervazioni, giacche un numero piu grande farebbe affatto
fuperfluo.
Un giovane di vent'anni, che per fua difgrazia aveva
avuto coftume di procurarfi le polluzioni, fu colto dopo due
mefi da un gemitio mocciofo, continuo, e da notturne
polluzioni accompagnate di tempo in tempo da un notabile
perdimento di forze; veniva di frequente travagliato da'
forti mali di ftomaco, fentivafi il petto fommamente debole,
e faciliffimamente fudava: io gli ho prefcritto il feguente
oppiato.
R/ Condit, rofar. rubr. unc. III. condit. anthof. cort. peruv.
an. unc. I. Maftic. dr. II. cath. dr. I. olei cinnam gut. III. firup.
aur. a. f. j. ele ct. folid.
Ne prendeva due volte al giorno un quarto d'oncia, e in
capo a tre fettimane comincio a ftarfi meglio, non
travagliandolo piu il gemitio fe non dopo le polluzioni
notturne, le quali pero erano divenute meno frequenti ma
effo continuo a prendere lo fteffo rimedio e dopo quindici
giorni ne fu intieramente riftabilito.
Due
____________________________________________________________
(1) Ufus opii falubris & noxius p. 131

162

AVVERTIMENTI

Due fpofi foreftieri, che non ho potuto mai faper chi fi


foffero, affaliti quafi nello fteffo tempo da una gonorrea
accompagnata da debolezza, e da dolori lungo la fpina
dorfale, e ben certi di non aver niun di loro mal celtico, non
fapevano attribuirne la colpa che agli ecceffi matrimoniali;
il gemitio del marito era, molto piu copiofo di quello della
moglie. Effi avevano prefi diverfi rimedi fenz'alcuniffimo
vantaggio, e tra gli altri delle pillole mercuriali, che avevano
loro accrefciuta la fcolazione. Si rifolfero finalmente di
farmi chiedere il mio parere. Io ho prefcritto loro i bagni
freddi, un vino acciajato, e medicato con la Chinachina, e coi
fiori di rofe roffe: pigliarono effi regolarmente i rimedj:
queft'era nella State del 1758. Le continue pioggie rendevano
difficiliffimi i bagni di riviera; la donna non v'era ftata che
due o tre fiate e dodici in circa il marito; in capo a cinque
fettimane mi fecero dire, ch'eglino eran quafi intieramente
riftabiliti; io loro prefcriffi di continuarne la cura fineo alla
perfetta guarigione, la quale veramente non tardo molto.
Quefti tali avvenimenti felici non poftono gia fervire a
ftabilir generalmente un favorevole pronoftico, poiche
quefta malattia per lo piu e' fommamente oftinata, e alcune
volte ancora incurabile. Io non daro', che un folo efempio,
ma dimoftrativo. Uno de' Pratici piu' eccellenti che ai di
d'oggi abbia l'Europa, il quale ha arricchita la Medicina con
delle opere fingolari, e' travagliato da quindic'anni, e piu da
una Semplice gonorrea, che tutta l'arte fua e quella ancora
di alcuni altri Medici, a cui ha domandato parere, non valfe
giammai a diffiparla. Quefto incomodo in tanto lo confuma
a poco a poco, e fa temere, che lo perdiamo molto prima di
quel tempo, cui farebbe a defiderarfi ch'egli arrivaffe, ed a
coi potrebbe arrivar beniffimo fecondo il corfo ordinario
delle cofe.
Egli farebbe inutile, che mi ftendeffi di vantaggio.
Mi fono propofto di non omettere alcuna cofa che
poteffe far aprir gli occhj alla gioventu fu gli errori
dell'abiffo a cui ella s'incammina. Ho affegnati i metodi i
pi propri per rimediare al male, che s' aveffe

DEL

S I G. T I S S O T.

163

fe tirato addoffo; Finiro dunque con ripeter cio, che ho di


gia detto nel corfo di queft'opera, che alcune cure felici non
debbono far illufione a veruno, poiche' quello ancora che
foffe ftato curato nel miglior modo difficilmente ricupera il
fuo primo vigore; e non fi gode, ne fi conferva una tollerabil
falute, che' mediante un fommo governo; il numero poi di
coloro, che continuano nel loro languore e' decuplo per lo
meno a quello di chi guarifce; ed alcuni efempj di perfone, le
quali o non erano ftate, che poco ammalate, o che hanno
piu' facilmente potuto rimetterfi per un temperamento piu
vigorofo, non debbono giammai confiderarfi come regole
generali.
Non bene ripae creditur
Ipso aries etiam nunc vellere ficcat.

E.

164
N O I

R I F O R M A T O R I
Dello Studio di Padova.

AVendo veduto per la Fede di Revifione, ed Approvazione


del P. F. Filippo Rofa Lanzi Inquifitor General del Santo
Officio di Venezia nel Libro intitolato : L'Onanifmo ovvero
Differtazione fopra le malattie cagionate dalle Polluzioni
volontarie ec. MS. non v'effer cofa alcuna contro la Santa
Fede Cattolica; e parimente per Atteftato del Segretario
Noftro, niente contro Principi, e buoni coftumi, concediamo
Licenza ad Antonio Graziofi Stampator di Venezia che poffi
effer ftampato offervando gli ordini in materia di Stampe, e
prefentando le folite Copie alle Pubbliche Librarie di
Venezia, e di Padova.
Data li 28. Gennaro 1757. M. V.
( SEBBASTIAN GIUSTINIAN RIF.
( ALVISE VALARESSO RIF.
( FRANCESCO MOROSINI 2. KAV. PROC. RIF.
Regiftrato in Libro a Carte 337. al Num. 2364.

Davidde Marchefini Seg.


Regiftrato al Mag. alla Beftemmia in Libro a Car. 3.

^Andrea Gratarol Se^


N O I

R I FO R M A T O R I
Dello Studio di Padova

Concediamo Licenza ad .Antonio Graziofi Stampator di


Venezia di poter riftampare il Libro intitolato: L'Onanifmo
ec. offervando gli ordini foliti in materia di Stampe, e
prefentando le Copie alle Pubblici Librarie di Venezia, e di
Padova.
Data li 25. Maggio 1774.
( ANDREA QUERINI RIF.
( GIROLAMO GRIMANI RIF.
( SEBASTIAN FOSCARINI KAV. RIF.
Regifrato in Libro a Carte 162. al Num. 66.
Davide Marchefini Seg

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