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N O R M A I T A L I A N A CEI

Norma Italiana

CEI 20-22/5
Data Pubblicazione Edizione
1997-09 Quarta
Classificazione Fascicolo
20-22/5 3456 R
Titolo
Prove d’incendio su cavi elettrici
Parte 5: Metodo per la misura dell’indice di temperatura
per i componenti non metallici

Title
Tests on electric cables under fire conditions
Part 5: Method of measurement of temperature index
for non metallic components

CAVI E APPARECCHIATURE PER DISTRIBUZIONE

NORMA TECNICA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Norma descrive una procedura di prova per determinare le caratteristiche di infiammabilità
dei componenti non metallici prelevati o utilizzati nei cavi elettrici: il metodo è basato sulla misura della
temperatura alla quale l’indice di ossigeno del materiale (Parte 4) è uguale a 21.
La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,
della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 2665).

DESCRITTORI
prove d’incendio; cavi elettrici; metodo per la misura; componenti non metallici; temperatura;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali (UTE) CEI 20-22/1:1995-10;
Europei

Internazionali

Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 20-22/5 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.

Stato Edizione In vigore Data validità 1995-11-1 Ambito validità Nazionale


Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. 1973, 1985, 1987 (Fasc. 1025)

Comitato Tecnico 20-Cavi per energia


Approvata dal Presidente del CEI in Data 1995-9-21
in Data

Sottoposta a inchiesta pubblica come Progetto C. 609 Chiusa in data 1995-3-31

Gruppo Abb. 4 Sezioni Abb. A


ICS

CDU

LEGENDA
(UTE) La Norma in oggetto deve essere utilizzata congiuntamente alle Norme indicate dopo il riferimento (UTE)

© CEI - Milano 1997. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
INDICE GENERALE
Rif. Argomento Pag.

1.1 Oggetto e scopo ....................................................................................................................................................................... 1


1.2 Definizione ................................................................................................................................................................................... 1
1.3 Principio del metodo ............................................................................................................................................................ 1
1.4 Attrezzatura di prova ............................................................................................................................................................ 1
1.5 Provini ............................................................................................................................................................................................. 3
1.6 Procedura di prova ................................................................................................................................................................. 3
1.7 Rapporto di prova ................................................................................................................................................................... 5
Tab. 1 Portate della miscela azoto-ossigeno (dm3/min) in funzione della temperatura ...................... 6
Tab. 2 Determinazione dell’indice di temperatura approssimato ......................................................................... 6
Fig. 1 Colonna riscaldante ............................................................................................................................................................... 7
Fig. 2 Dispositivo preriscaldante ................................................................................................................................................. 8
Fig. 3 Portaprovino per provini autosostenentisi ............................................................................................................ 9
Fig. 4 Estrattore ...................................................................................................................................................................................... 10
Fig. 5 Accenditore ................................................................................................................................................................................ 11

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1.1 Oggetto e scopo
Questo metodo descrive una procedura di prova per determinare le caratteristi-
che di infiammabilità dei componenti non metallici prelevati o utilizzati nei cavi
elettrici: il metodo è basato sulla misura della temperatura alla quale l'indice di
ossigeno del materiale (Parte 4) è uguale a 21.

1.2 Definizione
L'indice di temperatura è la temperatura minima, misurata in gradi Celsius, alla
quale l'indice di ossigeno del materiale risulta pari a 21 nelle condizioni di prova
in seguito precisate.
Note: 1 Se l’indice di temperatura di riferimento è maggiore di 350 °C, si ammette un indice di
temperatura uguale o superiore di 335 °C in fase di verifica.
2 Nel caso di alcuni materiali plastomerici, la cui temperatura di rammollimento è inferiore
all’indice di temperatura, non è possibile effettuare la prova in quanto il provino, fonden-
do, perde completamente le sue caratteristiche dimensionali prescritte (es. mescole di PVC).
In questo caso la misura non va eseguita. Se invece il rammollimento causa soltanto una
flessione del provino senza alterarne le dimensioni prescritte, la prova deve essere effettua-
ta adottando la procedura di cui in 1.6.2 della presente Parte.

1.3 Principio del metodo


Si deve misurare in condizioni di equilibrio la temperatura alla quale l'indice di
ossigeno del materiale è uguale a 21.
L'equilibrio è determinato dal rapporto tra il calore prodotto dalla combustione
del provino e il calore disperso nell'ambiente circostante il provino.
Si devono effettuare tre determinazioni e il risultato sarà la media dei tre valori
ottenuti sempreché i singoli valori non differiscano di oltre ±10 °C rispetto alla
media. In caso contrario si devono provare altri due provini e si adotta come ri-
sultato la media dei cinque valori.
Il metodo non può essere utilizzato per materiali aventi valori di indice di ossige-
no inferiori a 22 alla temperatura di 23 °C ±2 °C.

1.4 Attrezzatura di prova

1.4.1 Colonna riscaldante


La colonna riscaldante è costituita da due cilindri di vetro concentrici resistenti al
calore aventi rispettivamente diametro di 75 mm e di 95 mm e altezza di 450 mm.
Sulla superficie esterna del cilindro interno deve essere avvolto un filo riscaldan-
te (per es. di nichel-cromo) costituente la resistenza elettrica: la distanza tra le
spire deve essere tale da garantire una temperatura uniforme nella regione di
spazio occupata dal provino.
Alla sommità della colonna riscaldante deve essere posizionato un dispositivo
atto a ridurre il diametro interno della colonna a 40 mm (Fig. 1).

1.4.2 Dispositivo preriscaldante ed omogeneizzante i gas immessi


Tale dispositivo deve essere montato alla base della colonna riscaldante ed è co-
stituito da una resistenza in nichel-cromo e da un setto poroso in materiale non
combustibile.
Sopra tale setto deve essere posto uno schermo di rete metallica per trattenere le
particelle combuste cadenti e mantenere pulita la base della colonna.
È consigliabile che il setto poroso e lo schermo di rete metallica possano essere
rimossi facilmente per consentire un’agevole pulizia del sistema (Fig. 2).

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1.4.3 Dispositivi di regolazione della temperatura
I dispositivi di regolazione della temperatura sono due: il primo della colonna ri-
scaldante, il secondo del preriscaldatore; ognuno di essi è costituito da un circui-
to indipendente controllato tramite potenziometro.
Tali dispositivi consentono di riscaldare la regione occupata dal provino fino alla
temperatura di 400 °C.
Una termocoppia in chromel-alumel, in grado di scorrere liberamente all'interno
della colonna riscaldante, misura la temperatura in prossimità del provino.

1.4.4 Supporto per il provino


È ammesso ogni tipo di supporto, purché di piccole dimensioni, che possa soste-
nere il provino alla sua base mantenendolo in posizione verticale al centro della
colonna.
Per provini autosostenentisi a temperatura ambiente deve essere utilizzato il so-
stegno illustrato in Fig. 3.
Lo strumento di cui alla Fig. 4 può essere utilizzato per inserire ed estrarre il pro-
vino dalla colonna riscaldante.
Altre soluzioni sono comunque accettabili.

1.4.5 Gas di alimentazione


La prova deve essere eseguita utilizzando aria pulita ovvero una miscela di gas
contenente il 21% di ossigeno, preparata usando ossigeno ed azoto di grado
commerciale o migliore (purezza 98%).
Il contenuto di umidità della miscela di gas immessa nella colonna deve essere
inferiore allo 0,1% in massa. La miscela deve essere effettuata prima dell'entrata
nel sistema preriscaldante.
Nota Non si può presumere che l’ossigeno e l’azoto in bombole possano sempre avere un tenore di
umidità inferiore dello 0,1% in peso di acqua, anche se sono abbastanza normali tenori di
umidità compresi tra 0,003% e 0,01%. In particolare, se la bombola è stata caricata in condi-
zioni avverse, una fornitura prelevata dall’ultimo 10% delle bombole può contenere dallo 0,1%
allo 0,5% in peso di acqua, ciò perché la pressione del gas diminuisce in relazione alla pressio-
ne del vapore d’acqua a temperatura ambiente. Ne deriva, di conseguenza, che l’impianto di
alimentazione del gas deve prevedere un essiccatore oppure deve essere resa possibile la misura
del tenore di umidità.

1.4.6 Misura della concentrazione di ossigeno


La concentrazione di ossigeno deve essere misurata con uno dei metodi seguenti:
i) Mediante la misura del paramagnetismo dell’ossigeno.
ii) Mediante dispositivi di misura e controllo dei gas (es. flussimetri). Il sistema
può misurare e controllare la composizione della miscela di gas nella cappa
di prova permettendo la determinazione della concentrazione di ossigeno
con una precisione del ±0,5% in volume della miscela.

Nel caso di controversie dovrà essere utilizzato il metodo i).

1.4.7 Pompa
Una pompa a portata variabile deve consentire di ottenere la velocità di 40 mm/s
± 10 mm/s dei gas all'interno della colonna riscaldante fino alla temperatura di 400 °C.
Tale velocità corrisponde ad una portata di 10,6 dm3/min misurata a 0 °C e 101 kPa.

1.4.8 Misuratore di portata


Vedere punto 1.4.6.

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1.4.9 Dispositivo di accensione
Il bruciatore dovrebbe essere costituito da un cannello a gas butano con accesso-
ri come mostrato nella Fig.5.
La lunghezza della fiamma deve essere approssimativamente di 30 mm, misurata
in aria, a partire dalla parte superiore dello schermo del cannello.
Nota Un’adatta sorgente di calore è costituita dal modello “Ronson Butane Blowtorch” munito di ac-
cessori “Stanton Redcroft” (Rif. N. 9234).

1.4.10 Cronometro
Il cronometro contasecondi deve essere adatto ad indicare almeno fino a 20 min
con precisione di 1 s.

1.4.11 Aspiratore
Per assicurare la rimozione di fumo, fuliggine ed esalazioni tossiche, il dispositi-
vo deve essere situato sotto una cappa da laboratorio avente efficienti dispositivi
di aspirazione e scarico tali da non influire con i risultati delle prove.

1.5 Provini

1.5.1 I provini sono costituiti da strisce piatte rettangolari


aventi le dimensioni seguenti:
lunghezza compresa tra 70 mm e 150 mm
larghezza 6,5 mm ±0,5 mm
spessore 3,0 mm ±0,5 mm

1.5.2 I provini possono essere ricavati mediante molatura, taglio o lavorazione a parti-
re dai componenti del cavo da provare. Quando ciò non è possibile, per es. nel
caso di materiale reticolato, deve essere utilizzata una piastra, molata e reticolata,
preparata con materiale campionato durante il processo produttivo dalla stessa
fornitura utilizzata per la produzione del cavo.

1.5.3 Le superfici dei provini devono essere lisce, esenti da asperità o sbavature di ma-
teriale proveniente dalla lavorazione o dalla molatura.

1.6 Procedura di prova

1.6.1 Condizionamento
I provini devono essere precondizionati a 23 °C ±2 °C e ad una umidità relativa
di 50% ±5% per 24 h.

1.6.2 Montaggio del provino


Ciascun provino deve essere segnato con due linee di fede rispettivamente a
8 mm e a 58 mm dal bordo superiore. Per rendere facile la visibilità, ciascuna li-
nea deve essere segnata almeno su due facce adiacenti.
Per provini bianchi o colorati può essere usata una normale penna a sfera. Per
provini neri deve essere usato un inchiostro bianco. Si deve lasciar asciugare l'in-
chiostro prima della prova.
I provini devono essere posizionati verticalmente e fissati per la base nell'adatto
sostegno. Un filo di rame del diametro di 0,04 mm viene quindi avvolto attorno
al provino in modo regolare per evitare che, a temperature elevate, il provino ri-
pieghi su se stesso. Non sono ammesse più di 10 spire.

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1.6.3 Posizionare la termocoppia nella regione di spazio che verrà occupata dal provino.

1.6.4 Regolare i potenziometri per il controllo delle resistenze del preriscaldatore e del-
la colonna riscaldante in modo da ottenere la temperatura desiderata.
Nota È consigliabile effettuare una prova in bianco per stabilire i valori di corrente necessari per ot-
tenere la temperatura desiderata.

1.6.5 Regolare la portata della pompa in modo da ottenere, alla temperatura desidera-
ta, la velocità di 40 mm/s ±10 mm/s dei gas (vedi Tab. 1).
La concentrazione dell'ossigeno nella miscela ossigeno / azoto deve essere del 21%.
Nota In alternativa la portata della pompa può essere mantenuta costante a 10,6 dm3/min indipen-
dentemente dalla temperatura.
In caso di contestazione, tuttavia, farà fede il valore di indice di temperatura ottenuto mante-
nendo costante la velocità dei gas all'interno della colonna riscaldante.

1.6.6 Stabilizzata la temperatura, controllare che essa sia pressoché costante nella re-
gione che verrà occupata dal provino. È considerata soddisfacente una variazione
di ±2 °C per temperature inferiori a 125 °C e di ±3 °C per temperature superiori.

1.6.7 Inserire il provino al centro della colonna riscaldante e posizionare la termocop-


pia in modo da sfiorare il provino a circa 20 mm dalla sommità.

1.6.8 Se la temperatura della colonna è minore o uguale a 200 °C il provino dovrà es-
sere mantenuto a tale temperatura per 10 min ±0,5 min mentre se la temperatura
è maggiore di 200 °C il provino dovrà essere mantenuto a tale temperatura per
15 min ±0,5 min.
Il tempo è inteso dal momento dell’introduzione del provino nella colonna riscal-
dante.

1.6.9 Applicare il dispositivo di accensione in modo che la porzione di fiamma che


viene in contatto con l’estremità superiore del provino sia lunga approssimativa-
mente 6 mm. Il dispositivo d’accensione dovrà poi essere spostato verso il basso
in modo da non modificare la lunghezza di fiamma che investe il provino, se-
guendone il progressivo accorciamento causato dalla combustione mantenendo
la fiamma ad una distanza di almeno 6 mm dalla sommità del provino.
La concentrazione di ossigeno non deve essere modificata dopo l’accensione del
provino.
Il dispositivo di accensione deve essere applicato fino al momento in cui la bru-
ciatura del provino raggiunga la linea degli 8 mm. Deve quindi essere rimosso e,
contemporaneamente, avviato il cronometro.

1.6.10 i) Se il provino non si autoestingue entro 3 min o brucia per una lunghezza
maggiore della distanza tra le linee di fede, la temperatura è troppo alta e deve
essere abbassata. Registrare la temperatura.
ii) Se il provino si autoestingue prima di 3 min o brucia per una lunghezza mi-
nore della distanza tra le linee di fede, la temperatura è troppo bassa e deve es-
sere aumentata. Registrare la temperatura.

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1.6.11 Impostare una nuova temperatura, cambiare il provino e ripetere le operazioni
da 1.6.5 a 1.6.10 (ii) effettuando una sola determinazione per ciascuna tempera-
tura fino ad individuare:
a) la temperatura minima alla quale il provino non si autoestingue entro 3 min o
brucia per una lunghezza maggiore della distanza tra le linee di fede;
b) la temperatura massima alla quale il provino si autoestingue entro 3 min o
brucia per una lunghezza minore della distanza tra le linee di fede.

Le due temperature non devono differire di oltre 10 °C. La temperatura corri-


spondente a 1.6.11 a) viene assunta come il valore approssimato di indice di tem-
peratura a questo stadio.
Nota È consigliabile effettuare la prima determinazione a 50 °C e le successive ad intervalli regolari
fino ad individuare la temperatura che soddisfi 1.6.11a). Diminuire la temperatura di 50 °C e
ripetere la procedura indicata incrementando la temperatura di 10 °C per volta fino ad indivi-
duare la nuova temperatura che soddisfa 1.6.11a).

1.6.12 Vengono quindi effettuate prove di conferma utilizzando i seguenti criteri:


a) Per ciascuna temperatura a cui si effettua la prova si considera risultato valido
il valore ottenuto in almeno due determinazioni su tre.
b) La prima prova deve essere effettuata alla temperatura corrispondente all’indi-
ce di temperatura approssimato. Le prove devono continuare con intervalli di
10 °C in funzione del risultato ottenuto.
c) Quando due provini su tre rispondono alle prescrizioni dei punti a) e b) di
1.6.11 la prova viene sospesa.
d) Il valore di temperatura corrispondente a 1.6.11a) è preso quale valore esatto
di indice di temperatura(1) del materiale sottoposto alla prova.

1.7 Rapporto di prova


Il rapporto di prova deve contenere:
i) la descrizione del materiale;
ii) il metodo di preparazione del provino;
iii) i valori di indice di temperatura;
iiii) una descrizione di qualsiasi comportamento irregolare osservato durante
la prova;
iiiii) quando il valore di indice di temperatura supera 350 °C si indica l.T. >350.
La temperatura di 350 °C è in genere la massima consentita dall'apparec-
chiatura.

(1) In Tab. 2 è illustrato un esempio di tale determinazione.

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Tab. 1 Portate della miscela azoto-ossigeno (dm3/min) in funzione della temperatura

Temperatura (°C) Portata (dm3/min)


0 10,6
25 9,7
50 9,0
75 8,3
100 7,8
125 7,3
150 6,9
175 6,5
200 6,1
250 5,5
300 5,1

Tab. 2 Determinazione dell’indice di temperatura approssimato

Temperatura (°C) Risultato


50 Ex
100 Ex
150 Ex
200 B
150 Ex
160 Ex
170 B

indice di temperatura approssimato: 170 °C

Determinazione dell’indice di temperatura finale

Temperatura (°C) Risultato


170 B
160 Ex
170 Ex
180 B
170 B
160 Ex

indice di temperatura finale: 170 °C


Nota Ex = Estinto
B = Brucia

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Fig. 1 Colonna riscaldante

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Fig. 2 Dispositivo preriscaldante

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Fig. 3 Portaprovino per provini autosostenentisi

Dimensioni in millimetri

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Fig. 4 Estrattore

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Fig. 5 Accenditore

Dimensioni in millimetri

Fine Documento

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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. E. Camagni

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