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Il robot è uno strumento estremamente efficace per l’attività didattica, è un errore credere che sia destinato
solo a lezioni scientifiche. La componente principale è il coinvolgimento, il Teachable moment, che genera
nei bambini. L’attività viene riconosciuta come significativa e gli alunni si mostrano motivati ad apprendere
(Bybee, 2016). Superata la fase di apprendimento delle funzioni del robot, esso acquisirà per gli studenti la
stessa familiarità di un righello, fino a divenire ambiente. In una classe prima primaria, dove si studiano parole
bisillabiche, i bambini hanno programmato il robot perché raggiungesse le caselle del piano di gioco e
selezionasse i foglietti utili. La classe ha partecipato ad una lezione di lingua italiana e il robot ha favorito il
raggiungimento dell'obiettivo. In una classe di Kindergarten è stato sperimentato l’uso dei robot come attori
di una storia inventata dai bambini, che hanno lavorato in gruppo con l’obiettivo di sceneggiare la loro storia:
chi ha creato i costumi per i robot, chi ha scritto il testo, chi ha programmato, chi ha costruito gli elementi
scenografici. Il robot MTiny di Makeblock favorisce l’interazione e l’apprendimento e perfino l’espressione
delle emozioni, di stati d’animo e sentimenti personali, grazie agli occhi programmabili direttamente dai
bambini. Motivare gli studenti ad intraprendere attività di costruzione, invenzione e sperimentazione
(Papert, 1984), in situazioni dove il gioco sia una situazione dinamica (Bateson, 1996) genera un effetto
trasformativo. L’artefatto tecnologico evolve in simbolo della persona, linguaggio e rappresentazione
dell’umano, che promuove la comprensione (Benanti, 2016). Non si tratta quindi di risoluzione di equazioni
e metodi, ma di un esercizio di pensiero critico, da sviluppare in una comunità di pratica inclusiva.
Promuovere ambienti educativi orientati contemporaneamente all’autonomia e alla cooperazione supera le
barriere dei sistemi educativi (Resnick, 2020).
Bibliografia