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Prenda ora il solito bicchiere, già utilizzato nelle precedenti esperienze,


e lo riempia d'acqua potabile.
Versi quindi in esso l'intero contenuto della bustina di solfato di rame
e rimescoli bene il liquido, con un bastoncino di legno o di altro materiale
purché non sia metallico, in modo da sciogliere bene il solfato. La soluzione
deve acquistare un bel colore blu.
L'oggetto da ramare sarà costituito dalla lastrina di lamiera lucida rice­
vuta; essa Le è stata inviata appunto per tale scopo. Naturalmente, potrà ra­
mare qualsiasi altro piccolo oggetto metallico, purché non sia di alluminio.
Condizione essenziale affinchè la ramatura possa avvenire è che l'oggetto da ricopri­
re sia ben pulito e sgrassato. Pulisca quindi accuratamente, con carta vetrata, la lastrina di
lamiera lucida, e ripeta la stessa operazione con la lastrina di rame.
Prenda i due spezzoni di filo per collegamento muniti di coccodrillo ad
un'estremità, ricuperati dalla precedente esperienza; spelli ancora per circa
3 cm le estremità libere dei due fili.
Avvolga poi l'estremità spellata di uno dei due fili di collegamento attor­
no alla parte ripiegata della lastrina di rame; avvolga infine l'estremità spella­
ta del secondo filo attorno all'oggetto da ramare.
Tutto è cosi pronto per effettuare l’esperienza.
Immerga nella soluzione di solfato di rame la lamina di rame e serri con
il coccodrillo posto all'altra estremità del filo collegato ad essa il polo positivo
della batteria.
Immerga nella soluzione l'oggetto da ramare, facendo attenzione che non
venga a contatto con la lamina di rame, e serri con il coccodrillo del filo adesso
collegato il terminale negativo della batteria.
Il semplice voltametro realizzato è rappresentato nella fig. 19.
Osservi: dopo pochissimo tempo la lastrina di lamiera si ricopre di un
sottilissimo strato di rame; per favorire la ramatura agiti leggermente l'ogget
to da ramare nell'elettrolito. Naturalmente, la ramatura ottenuta in questo
modo è tutt'altro che perfetta; infatti per potere effettuare la galvanostegia
occorrono speciali accorgimenti per quanto riguarda la concentrazione dell'e
lettrolito, la sua temperatura,nonché la densità della corrente elettrica, tutti
elementi controllabili solamente in sede industriale.
Constatato ché l'oggetto da ramare si è ricoperto di uno straterello di ra
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me, è bene interrompere l'esperienza per non esaurire inutilmente la batteria.


Tolti i collegamenti della batteria dall'oggetto ramato e dalla lastrina di
rame che funge da anodo, può fare un'interessante osservazione.
Prenda un altro piccolo oggetto di ferro o d’acciaio (ad esempio, un chio­
do od un lamierino) e, dopo averlo pulito bene, lo introduca direttamente nel­
la soluzione di solfato di rame: noterà che sull’oggetto si deposita uno strate
rei lo di rame anche senza l'ausilio del voltametro.
La spiegazione di questo fenomeno è che il metallo dell'oggetto viene a
formare, con gli ioni positivi di rame contenuti nella soluzione e l'azione aci­
da della soluzione stessa, una rudimentale pila.
Sull'oggetto metallico che costituisce il polo negativo della pila vengono
a depositarsi gli ioni positivi di rame formando su esso un rivestimento.
La ramatura cosi ottenuta ha però due gravi inconvenienti: innanzitutto
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il deposito di rame sull'oggetto non è resistente e quindi può staccarsi facil­


mente; in secondo luogo non è possibile aumentare lo spessore della pellicola
di rame poiché quando l'oggetto è interamente ricoperto dallo straterello di
rame il processo di deposito si interrompe automaticamente.
Invece con la galvanostegia il rame depositato aderisce intimamente al­
l’oggetto ed inoltre si può fare assumere alla pellicola di rame lo spessore vo­
luto.
Vediamo ora di spiegare semplicemente come avviene il processo di gal­
vanostegia ed in particolare la ramatura.

La soluzione di solfato di rame (elettrolito) è composta di ioni negativi


formati da zolfo ed ossigeno e di ioni positivi di rame, come indicato nella fi­
gura 20.
Al passaggio della corrente elettrica nel voltametro gli ioni positivi ven­
gono attirati dal catodo (oggetto da ramare) e qui ridiventano atomi di rame,
aderendo tenacemente al catodo stesso e ricoprendolo a poco a poco di uno
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straterello di metallo. Gli ioni negativi vengono invece attirati dall'anodo (ra­
me) e reagiscono con esso ripristinando il solfato di rame che passa in soluzione.
Il peso del rame depositato sul catodo (oggetto da ramare) corrisponde
esattamente al peso del rame perduto dall'anodo, per cui si ha un trasporto di
rame dall’anodo al catodo.

La seconda lezione è cosi terminata. Nella prossima, con la quale riceve­


rà la seconda serie di materiali, avrà modo di fare la conoscenza con il più im­
portante attrezzo necessario per il montaggio dei circuiti elettronici: il saldato­
re .
Inoltre effettuerà il montaggio dei primi circuiti elettrici. Sarà anche a-
nalizzato il meccanismo del passaggio della corrente elettrica nei solidi ed il
diverso comportamento di questi agli effetti della corrente.

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