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In collaborazione con: Megachip
IN QUESTO NUMERO
1 Il maggioritario un furto Di: Giulietto Chiesa [ pag. 1 ] 2 Sos oceani. 10 anni di devastazioni. Quali rimedi? Da: Greenreport.it [ pag. 2] 3 Treno, addio: la decrescita forzata Di: Debora Billi [ pag. 3 ] 4 Il programma che voterei. 36 idee per salvare il nostro futuro Di: Luca Mercalli [ pag. 3/4 ] 5 Giappone, trovate tracce di plutonio allesterno della centrale di Fukushima Da: notizia Ansa [ pag. 4/5 ] 6 Autostrade del mare. Lalternativa per Fincantieri Di: Guido Viale [ pag. 5/6 ] 7 Svolta sostenibile o autodistruzione Di: Ervin Laszlo [ pag. 6 ] 8 Dalla P2 alla P4. La scandalosa Santa Alleanza tra la massoneria deviata, il vaticano e i berluscones Di: Gianni Rossi [ pag. 7/8 ] 9 Monnezza. E una rivoluzione colorata? Di: Debora Billi [ pag. 8 ]
IL MAGGIORITARIO UN FURTO Ciao Giulietto, sono Alex della provincia di Macerata. Ti faccio presente che sta
nascendo un comitato su Facebook per abolire l'attuale legge elettorale. Io credo che, senza imbarcarci in molteplici analisi e proposte, basterebbe attuare ci che gli stessi costituzionalisti propongono, ossia di tornare alla legge elettorale "Mattarellum" che ha funzionato per oltre un decennio. Per riesumare la legge bastano due righe e due giorni per votarla approvando il seguente testo: abrogata la legge numero 270 del 2005, in sua vece si applica la legge numero 277 del 1993. Questa una concretissima proposta fatta dal costituzionalista Prof. Michele Ainis che possiamo recepire. Che ne pensi? Alex Caro Alex, Non so come Ainis si sia schierato quando con un referendum il popolo italiano, gabbato, gabbatissimo, scelse il maggioritario. Io stavo a Mosca ma mi misi le mani nei capelli. Sapevo come sarebbe finita. finita che siamo nel brago. Quella legge del 1993 detta Mattarellum serviva a introdurre il maggioritario al 75%. E la china cominciata l. Io mi batter contro il maggioritario in qualunque forma si presenti. un furto della sovranit popolare che rende diversi i voti di due individui che hanno uguali diritti, e mette nelle mani dei partiti, della casta, dell'oligarchia, la possibilit di costringerti a votare come vogliono loro. un furto con destrezza. In ogni caso un'illusione. Dicevano che era necessario per la "governabilit". Altra truffa. Adesso sappiamo cosa significa la "loro" governabilit: ai nostri danni. Questi intellettuali, che hanno capito poco o niente della societ italiana, tornano sui loro passi per rifare gli stessi errori. Guarda solo come hanno ridotto l'elezione dei sindaci, che sono in quattro a capire come funziona. E guarda la gigantesca fandonia delle primarie. Tutte risciacquature dei sistema americano, che ci fu spacciato come la quintessenza della democrazia e invece la satira involontaria della democrazia. Non sono d'accordo. Per niente. Tornare al proporzionale puro. E lo sbarramento deve essere basso. Giulietto
di
riprende l'allarme partito dal workshop scientifico di Oxford, organizzato da Iucn e International Programme on the State of the Ocean (Ipso ), sull'accumulo di stress che potrebbe innescare una rapida estinzione di massa negli oceani per dire che E' arrivato il momento di dire basta e di chiedere ai Signori del mondo di sedersi ad un tavolo per affrontare, in modo globale, anche il tema dell'ecosistema marino. L'associazione ambientalista invoca Un summit mondiale, "un G20 per il mare", con il fine di disegnare una strategia globale di salvaguardia del mare ed individuare misure di tutela che possano garantire agli oceani di continuare a svolgere il loro ruolo di produzione dell'80% di ossigeno e di assorbire il 30% di anidride carbonica. Un summit mirato ad adottare decisioni comuni, ormai improcrastinabili per la tutela dell'ecosistema marino. E, quindi, per la nostra sopravvivenza: con una superficie che copre il 71% della Terra, il mare fa da "radiatore", assorbendo il 50% del calore prodotto dal genere umano. Inoltre, assorbe 1/3 dell'anidride carbonica, sostiene una complessa e indispensabile catena alimentare e garantisce la qualit della vita dell'uomo. La presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, sottolinea che Il mare, con la sua moltitudine di esseri viventi vegetali e animali, dal fitoplancton alle grandi balene, dalle praterie di posidonia agli squali, deve essere al centro dell'attenzione. E non pu essere dimenticato: se il mare muore, non ci sar pi vita neanche per l'uomo nel pianeta. Mentre, spesso, si ignora l'esigenza di conservare l'integrit e la diversit dell'ecosistema marino, il mare "bolle" sotto il peso del surriscaldamento del pianeta, "soffoca", venendo meno alla sua funzione di polmone del pianeta ed "affoga" a causa dell'inquinamento. Anche l'Ong ambientalista internazionale Oceana molto preoccupata: Il primo decennio del XXI secolo stato un periodo devastante per gli oceani, diceva pochi giorni fa e avveerte che Se non si agisce immediatamente, il danno diventer irreversibile. Secondo l'associazione Dall'inizio del XXI secolo, sono stati catturati, e successivamente scartati morti, 70 milioni di tonnellate di pesci, 110.000 ettari di praterie di posidonia erano la casa per migliaia di organismi sono state distrutti e per il 99% delle specie marine in pericolo di estinzione mancano ancora i piani di salvaguardia. Secondo Oceana i progressi
Marevivo
tecnologici nel settore della pesca Esauriscono le risorse oceaniche per massimizzare i profitti a breve termine, senza tener conto della sostenibilit e del sostentamento di milioni di persone, n della conservazione degli ecosistemi dell'oceano. Nel frattempo, la maggior parte delle acque profonde rimangono inesplorate, nel senso che in molte aree gli attrezzi da pesca distruttivi sono autorizzati senza nemmeno sapere quale biodiversit venga distrutta. Nel 2010 Oceana scopri una barriera corallina in acque profonde europee ma anche li c'erano attrezzature da pesca impigliate. Ricardo Aguilar, direttore delle ricerca di Oceana per l'Europa, spiega che Al giorno d'oggi, meno dell'1% o della superficie globale degli oceani efficacemente protetta. Inoltre, nel mondo non c' un singolo stock di pesce che venga gestito in modo responsabile. In un certo numero di casi, come per alcuni squali del Mediterraneo, gli stock sono state ridotte fino al 99% della loro popolazione originaria del XX secolo. Le risorse mondiali sono state saccheggiate a beneficio di pochi e i decision maker non sembrano essere disposti a fermare tutto questo. Come ricorda anche Marevivo, mentre gli oceani rappresentano pi dei due terzi del nostro pianeta, Oceana sottolinea che Poco stato fatto per proteggerli, soprattutto se paragonato agli sforzi di conservazione a terra. Gli oceani nel loro complesso sono interessati dall'inquinamento e dal cambiamento climatico, dal momento che assorbono l'80% del calore generato dai gas serra e il 30% delle emissioni globali di CO2. Le attivit di pesca si svolgono nel 94% degli oceani e l'85% degli stock di pesca sono totalmente sfruttati, sfruttati in eccesso o impoveriti, secondo la Fao sono necessarie misure coordinate ed urgenti per fermare questa pericolosa tendenza. Secondo Oceana La situazione non migliore all'interno dell'Unione europea. Tuttavia, quest'anno, la politica comune della pesca sta subendo un processo di riforma, offrendo un'ulteriore opportunit raddrizzare ci che ha fallito in passato. Secondo Xavier Pastor, direttore di Oceana per l'Europa, non tutto perduto: Gli oceani sono in difficolt, la scienza chiara, e le soluzioni esistono. Quello che manca la motivazione politica per cambiare. La Giornata mondiale degli oceani non dovrebbe essere un giorno di festa in Europa, ma piuttosto un grido d'aiuto e un invito ad agire. Mentre il compito da svolgere sembra scoraggiante, la realt che la situazione pu essere invertita. E' importante che le persone capiscano lo stato disastroso dei nostri oceani, in modo
da capire perch cos importante che prevedere quali azioni intraprendere fin da ora. I consumatori possono svolgere un ruolo, ad esempio evitando nei ristoranti (tra le altre), le specie minacciate e in pericolo come il tonno rosso del Mediterraneo e nasello e incoraggiando e rivenditori a rifiutarsi di venderli. Ma, per non girare intorno al problema, il grosso della responsabilit nelle mani dei responsabili politici europei, che devono assicurarsi che le politiche e misure efficaci di gestione vengano messe in atto. Inoltre, devono essere istituite Aree marine protette scelte in base a ricerche scientifiche e ben gestite e monitorate. In alcune zone, le aree marine protette che sono state istituite esistono solo di nome, dato che poco viene fatto per controllare le attivit che si svolgono al loro interno. Se i decision makers nazionali e dell'Ue sono disposti a mettere da parte la politica e a dare priorit ai nostri oceani ed ai milioni di europei che dipendono da loro, non solo per il cibo, ma anche per il loro reddito e svago, saremo in grado di invertire la tendenza. Il recupero dei nostri mari dipende da politiche forti e da una legislazione che metta fine alle sovvenzioni dannose e alla pratica dello spreco dei rigetti in mare, che crei aree marine protette che siano abbastanza grandi, ben gestite e nelle zone giuste, che ponga fine alle pratiche di pesca distruttive e segua i consigli scientifici.
IL PROGRAMMA CHE VOTEREI 36 idee per salvare il nostro futuro - di Luca Mercalli*
Un estratto da "Prepariamoci. A vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza... E forse pi felicit" di Luca Mercalli, in questi giorni in libreria per le edizioni Chiarelettere. Principi generali Obiettivo primario della politica: non lo sviluppo economico fine a se stesso bens la qualit della vita, dellambiente e delle relazioni umane. Le 8R di Latouche: Rivalutare, Riconcettualizzare, Ristrutturare, Ridistribuire, Rilocalizzare, Ridurre, Riutilizzare, Riciclare. Favorire pi che la ricchezza economica anche altre forme di ricchezza sociale, come la salute delle persone e degli ecosistemi, lefficacia della giustizia, le buone relazioni tra i componenti di una societ, la solidariet sociale. Abbandono del paradigma della crescita continua dei consumi e delle risorse, verso il raggiungimento di uno stato stazionario dei flussi demografici, di materia e di energia. Riconoscimento e gestione dei limiti fisici del territorio e delle persone. Oltre al diritto di un popolo di eleggere i propri rappresentanti, vi sia anche la possibilit di vigilare sul loro operato e di ritirare loro la fiducia qualora venga tradita, con interruzione anticipata del mandato. Territorio, edilizia, energia Invece dellinaugurazione, manutenzione, manutenzione, manutenzione! 1) Immediato freno al consumo di suolo: piano regolatore a crescita zero, blocco delle nuove costruzioni residenziali o industriali su terreni agricoli e forestali salvo comprovati motivi di utilit pubblica
(il rilascio di nuove licenze per la costruzione di edifici deve comunque essere subordinato allinstallazione di pannelli fotovoltaici e solari termici e fabbisogno energetico non superiore a 50 kWh/m2 anno). 2) Promozione della ristrutturazione e riqualificazione estetica ed energetica dei centri storici e recupero di aree dismesse o degradate da destinare a nuove funzioni edilizie o ricreative. 3) Redazione dellaudit energetico comunale e costituzione di un gruppo misto esperticittadini che produca un piano di transizione globale verso la sostenibilit energetica del comune. 4) Incentivo allefficienza energetica degli edifici, isolamento termico di edifici pubblici e privati in parallelo alla riqualificazione estetica, anche attraverso una Esco (Energy Service COmpany) o Global Service in servizio energia con Ftt (Finanziamento Tramite Terzi: capitolato per una gara dappalto che obblighi la societ vincitrice ad effettuare gli interventi di risanamento energetico). 5) Facilitazione amministrativa nellimpiego di energie rinnovabili: solare (termico e fotovoltaico), idroelettrico da acquedotto o canali gi esistenti. Introduzione delle energie rinnovabili e/o di impianti a elevata efficienza energetica (pompe di calore, trigenerazione) su edifici pubblici (municipio, centri culturali e teatri, scuole, impianti sportivi). 6) Ripristino (qualora caduto in disuso) del diritto duso di legnatico per il prelievo familiare di legna da ardere sui boschi comunali, e conseguente manutenzione forestale. Campagna informativa per la sostituzione delle vecchie stufe a legna inefficienti con nuove stufe dotate di
controllo dellaria comburente e sistemi di postcombustione per la riduzione delle emissioni. 7) Razionalizzazione dellilluminazione pubblica, freno alla proliferazione di nuovi punti luce se non strettamente necessari, utilizzo di lampade a basso consumo e riduzione di flusso luminoso nelle ore notturne meno frequentate. Eventuale accensione a richiesta per strade periferiche a traffico minimo (esperienze a Drentrup, Germania). 8) Immenso e straordinario impegno collettivo per il miglioramento dellarredo urbano, lotta al degrado lungo le strade, rimozione microdiscariche abusive, sostituzione di segnaletica obsoleta (anche attraverso luso di lavoro socialmente utile o tempo libero di pensionati-cassintegrati). Netta riduzione della pubblicit stradale. 9) Abbandonare i progetti di grandi opere di scarsa o nulla utilit e dai grandi costi e impatti ambientali/sociali, a vantaggio di un aumento capillare dei servizi e della qualit di vita a scala locale. Preferire alla nuova costruzione di infrastrutture la manutenzione continua e capillare di quelle esistenti. 10) Scoraggiare laumento demografico oltre la capacit di carico del territorio per mantenere la qualit di vita degli abitanti. Favorire la ridistribuzione demografica tra zone sovrappopolate ed eventuali borgate spopolate, caso tipico dei comuni montani. Rifiuti Non sporcare meglio che pulire. 11) Campagna per la riduzione della produzione di rifiuti anche in collaborazione con gli esercizi commerciali (riduzione imballaggi e ritiro degli stessi ai punti
vendita, prodotti di consumo in confezioni ricaricabili, sacchetti in tela multiuso, incentivo alla vendita di beni durevoli invece che usa e getta, servizi collettivi leasing o di quartiere). 12) Raccolta differenziata spinta porta a porta con tariffa puntuale calcolata sul peso e in base alla ripartizione differenziato/indifferenziato, promozione della filiera di riciclo materie prime con nuova occupazione e imprenditoria locale. Scoraggiamento dellincenerimento dei rifiuti, salvo opzione residuale e per alcune categorie (per esempio rifiuti sanitari), come da normativa europea. 13) Compost da rifiuti organici obbligatorio nelle case dotate di orto-giardino, con riduzione della tariffa di raccolta rifiuti. Ove possibile compost collettivo nelle zone sprovviste di aree verdi individuali. Tentativo di limitare o evitare in alcune zone del comune la circolazione del mezzo di raccolta dei rifiuti organici. 14) Incentivo alla diffusione dei distributori automatici alla spina di latte, detersivi, cereali o di altri prodotti sfusi, anche posizionati allinterno di supermercati o di negozi e servizi di ristorazione collettiva, con i quali dovranno essere studiati programmi di riduzione delluso di imballi plastici. 15) Subordinare la concessione di contributi per feste o manifestazioni varie, in base alluso di stoviglie ceramiche o metalliche lavabili o materiale biodegradabile (esperienza di Vienna). Commercio e turismo I piccoli negozi sono lanima di un paese. Imprenditoria e artigianato locale arricchiscono il tessuto sociale. 16) Freno alla costruzione di nuovi grandi centri commerciali e rivalutazione del piccolo commercio locale, anche tramite incentivi e diminuzione del carico normativo, soprattutto nei centri storici. 17) Promozione e rivalutazione dellartigianato locale con punti vendita consortili per agevolare i produttori (modello delle Maisons de produits de pays francesi). 18) Nuova occupazione di qualit ottenibile tramite la promozione delle energie rinnovabili e della riqualificazione energetica in edilizia e nellindustria. 19) Incentivazione del turismo a basso impatto ambientale e miglioramento dellofferta di ospitalit diffusa (hotel, B&B, agriturismi). Scoraggiare linsediamento di megastrutture turistiche. 20) Ristrutturazione e apertura al pubblico del patrimonio architettonico, archeologico e culturale sottoutilizzato o trascurato. Acqua Bene rinnovabile ma non infinito. 21) Tutela e sovranit pubblica del ciclo dellacqua. Mantenimento delle fontane pubbliche.
22) Favorire la diffusione di cisterne per raccolta acqua piovana per irrigazione orti e giardini o altri usi secondari (obbligatorio su nuove costruzioni). 23) Recupero della fruibilit dei corsi dacqua o laghi a fini turistici e di svago (rive degradate, inquinamento). Incentivazione, dove sia possibile, degli impianti di fitodepurazione. 24) Realizzazione e manutenzione di servizi igienici pubblici (parcheggi, aree mercato, zone turistiche), anche con il metodo delle toilettes sches, cio senzacqua, con compostaggio in loco. Verde e agricoltura 25) Pi alberi sul territorio, piantumazione in aree marginali (parcheggi, svincoli stradali), pi orti, anche con assegnazione pubblica di piccoli lotti agricoli. 26) Promozione filiera corta prodotti agricoli e accordi tra aziende agricole locali e punti vendita: Farmers Market. Istituzione di Gruppi dacquisto solidale e comunale. Last Minute Market su cibo e altri oggetti con scadenza per limitare lo spreco (distribuzione a enti sociali o fasce deboli). Promozione dei mercatini dellusato. 27) Nei comuni montani e collinari incentivo alla manutenzione di boschi, muretti a secco, aree di agricoltura marginale, anche con limpiego di personale per lavori socialmente utili. Incentivo al reinsediamento di professioni agro-silvopastorali in aree abbandonate, con formazione di giovani nuclei famigliari. Cultura Meno televisione, pi relazione. 28) Corsi per la diffusione della conoscenza del territorio locale e delle sue bellezze naturali e architettoniche, geografia, cultura agraria e enogastronomica, uso dellacqua e delle risorse energetiche, formazione di una cultura del limite e della comunit sostenibile. Rivitalizzazione della scuola con maggiori interazioni comunit locale/ insegnanti. 29) Promozione di attivit culturali e musicali a basso costo. Iniziative di aggregazione per un uso intelligente del tempo libero a servizio della collettivit locale l dove le risorse economiche pubbliche non sono sufficienti. Favorire la fruizione delle biblioteche pubbliche (anche come luogo di studio e aggregazione dei giovani) e ampliare la loro dotazione libraria. 30) Corsi destinati a tutti i cittadini per la prevenzione dei rischi naturali e artificiali: nozioni ed esercitazioni di protezione civile in caso di terremoto, alluvione, frana, incendio, incidente dauto o sul lavoro. Informazione ed educazione sanitaria e nozioni di pronto soccorso nelle scuole. 31) Favorire lintegrazione etnica: attivit culturali per la condivisione di culture diverse (corsi di lingue, cucina etnica, musica, geografia, artigianato dei paesi
di provenienza dei cittadini stranieri). Trasporti e telecomunicazioni 32) Miglioramento del trasporto pubblico (navette con orari coordinati con scuole e ferrovie) e del trasporto ciclistico privato con la realizzazione di piste ciclabili o la limitazione del traffico in alcune strade, introduzione del pedibus per i bambini che vanno a scuola. 33) Incentivo alla diffusione della banda larga e al telelavoro. Sperimentazione della filiera corta anche nei posti di lavoro: privilegiare per le professioni ove ci sia possibile le assunzioni dei residenti limitrofi per ridurre i tempi di trasferimento. Rapporti amministrazione-cittadini 34) Miglioramento dellassistenza ai cittadini negli uffici pubblici. Facilitare il rapporto con i cittadini tramite posta elettronica e procedure informatiche automatizzate in rete (pagamento tributi, certificati, normativa, pratiche edili, rifiuti, ecc.) 35) Utilizzo del sito internet del Comune per rendere trasparente lattivit della pubblica amministrazione. 36) Superamento dei localismi e stretta cooperazione con livelli geografici e amministrativi superiori al Comune. Coordinamento integrato sul territorio per il miglioramento della fruizione turistica, la lotta allinquinamento e allabuso edilizio, la promozione dei prodotti agricoli e dellartigianato locale. * una riflessione di Luca Mercalli con i contributi del gruppo di pensiero ASPOItalia (Associazione per lo studio del picco del petrolio, www.aspoitalia.it) e con utili suggerimenti da parte delle liste civiche per Forl e Bussoleno (To).
Giappone, trovate tracce di plutonio all'esterno della centrale di Fukushima Le amministrazioni locali preparano piani
di evacuazione. Il governo valuta l'ampliamento dell'area proibita oltre i 20 km ROMA - Una piccola quantit di plutonio stata rilevata fuori dall'impianto di Fukushima per la prima volta da quando scoppiata la crisi nucleare in Giappone conseguenza del terremoto e dello tsunami dell'11 marzo. Lo annuncia Masayoshi Yamamoto, professore dell'universit di Kanazawa, secondo cui il livello del plutonio trovato nei campioni di terreno prelevati nella citt di Okuma, a meno di due chilometri dal cancello principale della centrale, inferiore al livello medio di plutonio osservato dopo i test delle bombe nucleari. Tre giorni fa alti livelli di radiazioni erano stati rilevati nell'impianto, aveva annunciato l'operatore Tokyo Electric Power (Tepco)
spiegando che un robot nel sito del reattore 1 aveva rilevato fino a 4mila millisievert nella zona sud-est dell'edificio. La contaminazione del suolo intorno alla centrale nucleare comparabile ai livelli riscontrati dopo la catastrofe di Cernobyl. Secondo Tomio Kawata, ricercatore presso l'ente nazionale per la gestione delle scorie nucleari (Numo), un'area di 600 km quadrati, principalmente a nordovest dell'impianto, ha probabilmente assorbito pi di 1,48 milioni di becquerel per metro quadrato di cesio radioattivo, soglia che durante l'emergenza di Cernobyl fece scattare l'evacuazione obbligatoria permanente. In Giappone le quantit di plutonio rilevate erano state collegate finora al rilascio di materiale radioattivo dopo esperimenti con ordigni nucleari, come quelli fatti dalla Corea del Nord. In base alle ricerche guidate da Yamamoto, stata effettuata la comparazione delle proporzioni di 3 tipi di isotopi di plutonio, grazie alla quale l'origine della fuga di radiazioni stata individuata nella centrale di Fukushima, dove i reattori dall'1 al 3 hanno subito pesanti danni, inclusa la fusione parziale, comwe ammesso dalla stessa Tepco solo a fine maggio. Il reattore n.3 funzionava con una pericolosa miscela di uranio e plutonio. I campioni di suolo intorno alla centrale sono stati prelevati da un team di ricercatori dell'Universit di Hokkaido prima del 22 aprile. Il governo di Tokyo aveva imposto un'area di divieto assoluto di accesso nel raggio di 20 km dall'impianto. Nuovi timori per la salute dei tecnici che operano nella zona di Fukushima: due operai che stavano installando dei cavi nei pressi di un impianto per le scorie nucleari sono stati ricoverati con sintomi di disidratazione dopo aver avvertito un malore ieri mattina. Altri nove tecnici sono stati curati dall'inizio della crisi nucleare per colpi di calore. La Tepco, societ che gestisce l'impianto, ha assicurato che adotter maggiori misure di sicurezza a tutela dei lavoratori. Le amministrazioni dei centri abitati nelle vicinanze di Fukushima preparano piani di evacuazione volontaria, sulla scia dei timori dei residenti per l'alto livello di radioattivit. Le iniziative riguardano le persone che abitano subito fuori dalla zona di evacuazione programmata, che si estende in un raggio tra 20 e 30 km dall'impianto, dove si potrebbero avere anche 21,7 millisievert d'esposizione annua, oltre la soglia massima di 20 millisievert fissata dal governo. Le citt di Date e Soma intendono offrire alloggi e strutture di supporto per chi decider di andarsene, anche se molti preferiscono restare. L'Agenzia per la sicurezza nucleare ha promesso di aumentare i controlli e informare subito la popolazione delle zone pi a rischio, confidando che il progressivo abbassamento della radioattivit non renda necessarie evacuazioni di massa oltre l'area a 30 km dalla centrale. Il governo giapponese valuta di ampliare la portata dell'ordine di evacuazione. Ci sono alcune zone oltre quelle soggette a evacuazione - si legge in un messaggino diffuso via Twitter dall'ufficio del premier nipponico - che presentano alti livelli di radiazioni. Abbiamo rafforzato i controlli perch non ci siano impatti sulla salute della gente e continueremo a tenere sotto vigilanza la situazione in base alle situazioni individuali. Il governo discuter con i comuni che soffrono di esposizione a radiazioni oltre i 20 millisievert nel corso di un anno.
quasi esclusivamente attraverso la compressione del costo e dei ritmi di lavoro e il ricorso al lavoro precario o a quello in nero. L'idea di utilizzare di pi e meglio le autostrade del mare italiane non una grande trovata: se ne parla da decenni e la prospettiva aveva preso una dimensione concreta con il Piano nazionale dei trasporti messo a punto dal primo governo Prodi sotto la direzione della professoressa Vittadini. Ma poi non se ne fatto quasi nulla e oggi il traffico di cabotaggio via mare copre una percentuale infima di quello che da Nord a Sud - e viceversa - intasa le nostra autostrade e satura il numero sempre pi ridotto di convogli che trasportano merci "su ferro". Se le autostrade del mare italiane venissero attivate, quand'anche, come giusto, gradualmente, gli impianti di Fincantieri avrebbero lavoro assicurato per almeno i prossimi vent'anni, e anche oltre. Gli operai e i tecnici di Fincantieri le navi le sanno costruire; di tutti i tipi. Oggi la loro azienda si concentrata su quelle da crociera, e sta perdendo il mercato; perch la domanda debole e il lavoro per questo tipo di navigli si fa quasi tutto fuori dai cantieri; e sulle navi da guerra, perch il mercato dei massacri invece "tira". Ma in un segmento di mercato come questo i paesi committenti, giustamente, hanno detto: se le navi sapete farle, venite a farle da noi; cos Fincantieri ha portato all'estero i suoi cantieri, ma non i loro operai; questi, caso mai, li importa dai paesi dell'Est: costano meno, sono pi ricattabili e ce ne si pu sbarazzare pi facilmente. Eppure, uno dei
cardini della riconversione produttiva del sistema economico costituito da una mobilit che riduca il suo impatto sul territorio (e sul pianeta), il passaggio modale dalla strada al mare una soluzione irrinunciabile. Ma allora, perch non la si imbocca con maggiore determinazione? I tracciati - i mari - ci sono gi: a farli ci ha pensato la Natura, mentre quelli stradali e ferroviari bisogna costruirli a caro prezzo, devastando il paesaggio. Mancano i convogli: cio le navi Ro-Ro (roll in-roll out), che sono quelle che possono attraccare senza rimorchiatore, caricando e scaricando in pochissimo tempo i mezzi. Quali mezzi? Tecnicamente, nel trasporto merci, sufficiente far viaggiare i rimorchi, senza imbarcare anche le motrici con l'autista al seguito; anche se la cosa, come vedremo, alquanto complicata. Poi mancano i caselli autostradali, cio porti adeguatamente attrezzati per smistare grandi volumi di questo traffico. Realizzarli darebbe molto lavoro alle citt portuali e, soprattutto, contribuirebbe a riqualificare la loro attivit. Perch se le merci viaggiano in container, o anche sfuse, possono essere caricate su un convoglio ferroviario per proseguire il loro cammino. Ma se viaggiano su un bilico, un autorimorchio, sarebbe opportuno che il rimorchio venisse sganciato dalla motrice al momento dell'imbarco e riagganciato da un'altra motrice, con un altro autista, quando riprende il viaggio via terra. Far viaggiare motrici e autisti su una nave raddoppia inutilmente i vettori e il personale viaggiante; e con essi i costi, anche se comunque sempre pi economico del
trasporto su strada. Ma perch lo stesso rimorchio sia preso in carico da due motrici diverse - una prima dell'imbarco e l'altra dopo lo sbarco bisogna che i loro autisti siano d'accordo e se non sono entrambi dipendenti da una grande impresa di trasporto, ma sono dei "padroncini", come oggi in Italia succede nel novanta per cento dei casi, bisogna che a metterli d'accordo sia un'organizzazione comune: per esempio una delle multinazionali di logistica che ha in carico l'intero itinerario del carico. Ma questa, se e quando c', si avvale per lo pi di imprese di spedizione in subappalto; e sono queste, a loro volta, a reclutare i "padroncini", che non sono che il terzo o anche il quarto anello di questa catena; quando non sono loro a farsi reclutare sulla piazza, insieme al loro camion, come dei braccianti a giornata ingaggiati da un padrone saltuario ogni volta diverso. La grande impresa, per, preferisce beneficiare dei vantaggi offerti dalla concorrenza selvaggia tra una miriade di operatori, dove lo spazio offerto a mezzi fuori norma e ad autisti spericolati dell'Europa dell'Est in continua crescita. L'alternativa allora un consorzio - magari obbligatorio, o, meglio, l'affiliazione al quale sia vincolante per l'accesso alle navi Ro-Ro che provveda, con il ricorso alle tecnologie pi moderne, a coordinare imbarchi e sbarchi, a ottimizzare i carichi e i percorsi, a garantire i carichi di ritorno, a contrattare le tariffe con le controparti e con i vettori navali, a escludere i mezzi fuori norma e gli autisti che mettono a rischio la propria e l'altrui vita con orari di guida troppo lunghi e tempi di percorrenza troppo corti. Gli autisti - tutti, autonomi o dipendenti - ci guadagnerebbero in soldi e salute; il paese in qualit dell'ambiente e in sicurezza sulle strade; il "sistema delle imprese" in competitivit e autonomia.
Ma chi pagher tutto questo? Se solo i fondi destinati a due opere totalmente inutili come il Tav Torino-Lione e il ponte sullo Stretto fossero destinati a un programma del genere (per esempio alla ristrutturazione dei porti e del loro hinterland) un buon tratto di questo percorso sarebbe gi garantito. Inoltre, a promuovere il passaggio al trasporto intermodale lungo le autostrade del mare potrebbe concorrere un graduale aumento delle tariffe autostradali (purch a incassarle non sia Benetton e servano a finanziare il nuovo sistema) e i fondi dell'Unione europea destinati (come il programma Marco Polo) al finanziamento del trasporto a minore impatto ambientale. Ma il problema prioritario quello di affrontare due delicati passaggi, evitando che i diktat del liberismo annientino i vantaggi che si possono ricavare da questa soluzione; garantire con accordi di programma le transazioni tra Fincantieri, che dovr costruire le navi, e l'armatore - o, meglio, un consorzio di armatori - che dovr gestire la flotta Ro-Ro; e poi, le transazioni tra questo e il consorzio, o i consorzi, di autotrasportatori che quella flotta dovranno utilizzarla. L'uno non si tiene senza l'altro: se gli armatori non avranno un mercato garantito dagli autotrasportatori non potranno a loro volta offrire un mercato garantito a Fincantieri perch avvii questa nuova linea produttiva. questa una violazione della normativa europea sulla concorrenza? Pu darsi, ma non detto. Se una potenza come la Volkswagen ha potuto fare non solo un accordo di programma, ma una vera e propria societ con un'azienda di distribuzione dell'energia elettrica per assicurare un mercato captive, cio garantito, ai propri microcogeneratori, senza doversi esporre alla concorrenza
di altri produttori di impianti analoghi, non si vede perch, all'interno di un programma finalizzato alla salvaguardia dell'ambiente e della sicurezza stradale, non si possano stringere accordi per garantire un mercato a una cos importante riconversione produttiva. Dunque la palla in mano ai centomila e pi autotrasportatori italiani che intasano le strade e le autostrade del belpaese: un popolo indisciplinato peggio di un'assemblea di condomini e tendenzialmente conservatore almeno quanto i camioneros che quarant'anni fa avevano messo alle strette il Cile di Allende; ma anche un popolo che si trova sempre pi con l'acqua alla gola e che governi di destra e di sinistra hanno cercato di "tener buono" con gli sconti sulle accise del gasolio messi al bando dall'Unione europea (e la cui abolizione potrebbe essere un'altra possibile fonte di finanziamento di un loro associazionismo ambientalmente consapevole). La palla passa dunque alla politica. E purtroppo non , o non solo, una politica che si possa promuovere dal basso, senza una prospettiva complessiva a livello almeno nazionale. Ma per concretizzare e consolidare l'appoggio e la solidariet con i lavoratori di Fincantieri da parte di tutte le categorie sociali che in questi giorni si manifesta nelle citt colpite dai piani di ristrutturazione dell'azienda non c' altra strada. E ancora una volta tocca alla Fiom fare da punto di riferimento di un'aggregazione sociale che vada al di l della protesta. La posta in gioco talmente alta, e il rischio per i lavoratori coinvolti nel settore (le maestranze di Fincantieri; ma certo non solo loro) talmente grande, che un impegno nel merito dovrebbe e potrebbe coinvolgere molti altri soggetti. L'importante cominciare.
Dalla P2 alla P4. La scandalosa Santa Alleanza tra massoneria deviata, Vaticano e i berluscones
di Gianni Rossi - articolo21.it.
del vecchio centrosinistra, guidata dal CAF (Craxi, Andreoti, Forlani); ma sarebbe restato solo un filone di inchiesta di quel manipolo di giornalisti, visti come i soliti rompiscatole, i dietrologi, dai partiti del cosiddetto arco costituzionale. Dopo lo scandalo, il Parlamento istitu una Commissione dinchiesta, presieduta dalla democristiana, ex-partigiana , Tina Anselmi, che nel 1984 decret la loggia P2 come unassociazione segreta, costituita per sovvertire lordine democratica e costituzionale e ritenne gli elenchi veritieri. Alcuni degli iscritti furono perseguiti, specie nelle forze armate e dellordine. La maggior parte, per, ricorse alla giustizia civile e ai tribunali amministrativi. Riuscirono a rifarsi una verginit. La P2 e i suoi elenchi furono immersi in una nube solfurea di oblio. La stragrande parte di quei personaggi ritornarono ai loro affari di sempre, mentre si andava riorganizzando e rafforzando la rete circolare della Santa Alleanza, tra quelli scampati al dileggio mediatico degli elenchi taroccati di Gelli, e i nuovi emergenti. La Rete, che alcuni di noi consideravamo la P1, senza documenti cartacei e senza un vero responsabile si stava di nuovo allargando sui destini del nostro paese, approfittando del declino dei partiti tradizionali, con le inchieste su Tangentopoli, e lo strapotere mediatico del partito berlusconiano. Questa volta, per non cera pi il ragionier Gelli, troppe volte ritenuto un millantatore di credito, un burattinaio di secondo livello, lo stilatore di elenchi, ma un nugolo di personaggi per lo pi di estrazione cattolica, molto addentro alle ovattate stanze del Vaticano e ben inseriti nelle societ a partecipazione statale, un tempo gestite dallIRI (Finmeccanica, Alitalia, Fincantieri, Finmare, SME-GS, Autostrade, Breda, Tirrenia, ecc.). Grand commis di stato che avevano pi capacit di relazioni che di gestione manageriale, ancora oggi una generazione di ultrasettantenni, affiancati da new entries pi giovani, che tesse rapporti tra i potenti del Vaticano, dalla Segreteria di Stato fino allanticamera del Papa, e il mondo della politica governativa, delle grandi societ ancora partecipate dal Tesoro (ENI, ENEL, Ferrovie dello stato, ecc.). luigi Bisignani era finora una delle "giovani risorse", altro che un millantatore o un gran "parolaio", come alcuni testimoni (tra questi proprio Gianni Letta) vorrebbero far credere ai magistrati e ai media. A suo tempo il professor Prodi, presidente dellIRI, parl di essere stato come in un Vietnam, per la guerriglia che gli veniva condotta da queste personalit sia in Via Veneto, dentro le mura arcigne dellIRI, sia tra i palazzi delle societ controllate, poi privatizzate. Tutto ci che lui discuteva,
organizzata, stilava, veniva riportato in altre stanze segrete, a cominciare dal Vaticano per finire in alcuni archivi sei servizi, della Guardia di finanza e in faldoni di qualche giudice aderente alla Santa Alleanza. Uno di quei top manager pubblici antiprodiani era stato cacciato dalla P2 di Gelli, perch si era messo in concorrenza con il Maestro venerabile, ma tuttoggi gode di prestigiosi incarichi imprenditoriali e stabili alleanze in Vaticano e nella magistratura e, sembra, anche di tante carte in mano per determinare le scelte di molti potenti. La Rete nasce agli inizi degli anni Settanta, quando le due famiglie massoniche, quella laica di Palazzo Giustiniani e quella cattolica di Piazza del Ges, decidono di riunificarsi e di scremare la parte pi nobile dagli elenchi pubblici delle logge, dirottando gli iscritti coperti e allorecchio del Gran Maestro, verso la P2. Altri, per, furono inseriti in due logge dalla parvenza regolare: la Lira e Spada e la Giustizia e Libert. Su queste 2 logge n la magistratura, n i commissari della Commissione dinchiesta indagarono mai. Come sul Capitolo segreto del Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato, la crme della massoneria. Sta di fatto che in questi elenchi appartenevano personalit tuttora operative e, soprattutto, pontieri tra gli ambienti cattolici oltranzisti del Vaticano, dello IOR, la banca del Papa, e quelli tradizionalmente laici di Mediobanca, IRI, EFIM. Nellera di Internet e dei supertelefonini cellulari, Bisignani e i suoi, non avevano bisogno certo di brogliacci ed elenchi dattiloscritti. Basta una fornita mailing list, un programma di archiviazione compresso e securizzato nel proprio computer. Ecco perch sar molto difficile ripetere laccusa per la P4 del reato di organizzazione segreta contro lo stato, come fu per la P2. Semmai si dovr costituire una Commissione dinchiesta che faccia luce su ambienti, aziende, personaggi che da decenni ne fanno e disfano sorti e fortune. Nomi di personaggi che sono stati gi toccati dallinchiesta sulla cricca e la P3, facevano parte fino al 2010 dellelenco prestigioso e riservato dei Gentiluomini di Sua Santit, come Angelo Balducci (dal 1995), ex-presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, implicato dello scandalo G8. E come non dimenticare Umberto Ortolani (Gentiluomo dal 1963 al 1983), piduista, legatissimo al Cardinal Giacomo Lercaro, per molti anni arcivescovo di Bologna? Ci sono poi Associazioni senza nessun rapporto con le istituzioni finanziarie, della politica o del governo, ma dentro le quali
navigano sempre le stesse persone, alcune oggi allonore della cronaca, come quella prestigiosa musicale di Roma, dove vi si trovano personalit quali: Cesare Geronzi, ex-patron di Mediobanca, Generali, Banca di Roma, e grande amico di Bisignani; il fratello del Papa, monsignor Georg, celebre organista; il parlamentare berlusconiano, editore e patron di cliniche private, Antonio Angelucci e suo figlio Giampaolo; il solito Antonio Balducci; ex- presidenti e direttori generali dellIRI; il capo di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini e quello di Fintecna, Maurizio Prato, anche lui Gentiluomo; il plenipotenziario di Berlusconi dentro Palazzo Chigi e in Vaticano, Gianni Letta; un influente senatore del PD ed altri top manager pubblici e privati. Questi benemeriti appassionati di musica barocca, e non solo, non sono certo dei golpisti o degli esponenti di una cricca, ma la loro vicinanza ad ambienti cos paludati il sintomo di una trasversalit che pu spingersi a segnalare persone per incarichi in societ ex-pubbliche o, ancora, intavolare discorsi su strategie politiche, su opportunit di tessere alleanze, di stringere o meno rapporti per aiutare in determinati affari amici o conoscenti. E questa trasversalit tra cattolici ben introdotti in Vaticano, al soglio di San Pietro come nella Segreteria di Stato, e personalit filomassonicche, grand commis, top manager che passano per tecnici indipendenti, buoni per i governi di centrosinistra come per quelli berlusconiani, che come cerchi concentrici, come una matassa elettrica, generano sempre nuova energia per s stessi e per coloro che vi entrano a far parte. Si pu essere stati segnalati da un cardinale, da un vescovo, o da un plenipotenziario di una potente organizzazione cattolica italiana o spagnola, o ancora dai salotti buoni, in cui si muovono a loro agio professori universitari di chiara fama, top manager pubblici e privati, finanzieri e banchieri, gerarchie militari o delle forze dellordine. E si fa strada, tanta strada! Questo sistema, che ultimamente parte da settori dei Gentiluomini di Sua Santit per arrivare a quelli pi propriamente politici del Bisignani, non ha bisogno di sedi, di elenchi, di riunioni semiriservate, ma si svolge con telefonate, magari con reti criptate, via email, in incontri conviviali, serate musicali, cene private. La RAI, da sempre nodo nevralgico di questi giochi potere non pu che essere una delle prede preferite dalla Santa Alleanza. Si spiegano cos nomine e avanzamenti di carriera impensabili un tempo o anche definizioni di contratti per appalti di programmi e fiction o di coproduzioni di film. E si capisce anche
la preponderante influenza degli ambienti vaticani sulle scelte di alcuni vertici e nelle decisioni di politica industriale, oltre che nella strana trasversalit per le nomine di livelli intermedi, da destra a sinistra. La politica, finch avr le mani sulla RAI, user questa Rete parallela per continuare a gestire le sorti della pi grande azienda pubblica multimediale europea, per determinarne le sorti, facendo finta di non interferire direttamente. Ma la trasversalit di questa Santa Alleanza la vera cancrena che rischia di affossare il Servizio pubblico. Servirebbe una leggina veloce e con pochissimi articoli, che dovrebbe introdurre criteri di valutazione oggettivi come i CV e una commissione esterna, europea, per selezionare nelle varie aziende dellorbita pubblica assunzioni e scelte di manager, fino ai pi alti livelli. Servirebbe una nuova "governance" per gestire l'azienda e un regolamento per evitare che la quasi totalit delle produzioni finiscano in mano a 4/5 societ private, che monopolizzano il mercato anche loro legate al mondo Mediaset e ai salotti vaticani. Un anno fa scrivemmo di condividere una proposta formulata dal magistrato Giancarlo De Cataldo, autore di Romanzo criminale, ovvero che: per uscire da questa crisi di cui percepiamo i pericoli, ma non ancora scorgiamo la luce per uscire dal tunnel, ci vorrebbe una Commissione parlamentare d'inchiesta, senza potere sanzionatorio, per far luce su questi ultimi anni terribili e, quindi, lasciare una via d'uscita a coloro che verrebbero coinvolti politicamente. E perch non pensare ad un salvacondotto per Berlusconi e i suoi "dignitari" del Califfato? Forse l'unica strada da percorrere per riportare l'Italia nel novero delle nazioni democratiche, liberali e costituzionalmente affidabili. A meno che non si voglia ritornare ad essere un paese " a sovranit limitata", vassallo degli Stati Uniti, i quali, come "Lord protettore", ultimamente hanno per iniziato a lanciare avvertimenti all'establishment italiano e fatto trapelare i primi dossier scandalistici, pur di scompaginare i settori ancora invischiati nella Santa Alleanza. I tempi stringono, la crisi politica, economica, istituzionale sta portando alcuni nodi al pettine dell'orologio della storia patria. Anche questa volta verremo etichettati dagli ambienti della sinistra come "visionari", adepti della "fantapolitica" o il Vento del Nord sta davvero cambiando laria della politica? Il triste paese dei poteri occulti - di Nicola Tranfaglia / Il palinsesto Bisignani-Rai- di Loris Mazzetti*
No,