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La novella Abraam Giudeo è la 2 novella della prima giornata nella quale la regina è

Pampinea, cioè colei che ha proposto ai ragazzi di lasciare Firenze che lascia che
ciascuno parli di ciò che ognuno preferisce. Il tema quindi è libero, come accadrà anche
nella 9 giornata.
La 2 novella “Abraam Giudeo” raccontata da Neifele parla di 2 mercanti che vivevano a
Parigi e erano molto amici. Uno si chiamava Giannotto di Civignì, era un mercante di
stoffe, leale, onesto e cristiano. L’altro Abraam anche lui era un mercante onesto e leale,
però era ebreo. Giannotto si dispiaceva che il suo amico così saggio e buono si potesse
perdere perché non seguiva la fede cristiana, così cominciò a pregare il suo amico
affinché lasciasse la sua fede che era sempre meno diffusa e seguisse quella cristiana
sempre più prospera.
Ma Abraam diceva che con la sua religione era nato e cresciuto e con quella voleva vivere
e morire. Giannotto passati alcuni giorni tentò ancora di convincerlo, ma Abraam non
cambiava idea. Finché un giorno l’ebreo vinto da tanta ostinazione e insistenza dichiarò
che voleva andare a Roma per vedere il comportamento del clero cristiano e per vedere
se poteva convincersi che la religione cristiana fosse migliore della sua. Quando Giannotto
sentì queste parole pensò che se Abraam avesse visto la corruzione del clero a Roma non
si sarebbe mai convertito. Cosi gli disse che andare a Roma sarebbe stata una grande
spesa e anche un pericolo per lui, poteva benissimo rimanere a Parigi dove avrebbe
potuto essere battezzato e trovare bravi maestri che avrebbero risposto a tutte le sue
domande. Cercò in ogni modo di convincere il suo amico a non andare a Roma.
Ma Abraam gli disse che voleva proprio andare a Roma e Giannotto ormai rassegnato
pensò che non aveva niente da perdere visto che Giannotto gli aveva detto che se fosse
rimasto a Parigi non si sarebbe mai convertito, quindi lo lasciò partire augurandogli buona
fortuna, ma sapendo che dopo aver visto la corte di Roma non si sarebbe mai fatto
cristiano. Abraam partì per Roma e una volta lì, si mise ad osservare il comportamento del
Papa, dei cardinali e degli altri prelati. Subito si accorse che tutti peccavano di lussuria
naturale e sodomitica, tutti erano ubriaconi, golosi, avari, desiderosi di denaro. Cosi tornò
a Parigi.
Non appena Giannotto seppe che il suo amico era tornato gli fece una gran festa e gli
chiese cosa pensasse del papa e dei cardinali. Abraam rispose che pensava tutto il male
possibile perché a Roma non aveva visto nessuna santità, nessuna opera buona, ma solo
lussuria, avarizia e superbia . Però aveva deciso di convertirsi perché aveva capito che, se
nonostante il comportamento del clero, la religione cristiana diventava sempre più
prospera e si diffondeva allora era evidente che lo spirito santo era davvero il fondamento
del cristianesimo e che quindi la religione cristiana era quella vera e santa più di qualsiasi
altra. Cosi Abraam dichiarò che proprio per questo si era convinto a convertirsi al
cristianesimo e a farsi battezzare. Cosi Giannotto, che si aspettava una conclusione ben
diversa, fu l’uomo più felice del mondo; lo accompagnò nella chiesa di Notre Dame dove
Abraam si fece battezzare.
Il motivo dominante delle prime 3 novelle è quello religioso: la 1 è quella di Ser
Ciappelletto (storia di una santificazione), la 2 di Abraam giudeo (storia di conversione) e
la 3 è quella di Melchisedec Giudeo nella quale il protagonista è anche qui un ebreo .
Io penso che si possa confrontare la novella di Abraam giudeo soprattutto con la prima
novella quella di Ser Ciappelletto. Entrambe narrano una vicenda paradossale: nella
novella di Ser Ciappelletto, un uomo totalmente immorale attraverso una falsa confessione
viene creduto santo e anche nella novella avviene qualcosa di paradossale perchè
Abraam dopo aver visto la corruzione del clero a Roma si converte.
Inoltre le due novelle sono ambientate in Francia: Ser Ciappelletto in una città della
Borgogna, Abraam Giudeo a Parigi.
In entrambe poi i protagonisti sono mercanti anche se Ciappelletto è disonesto e immorale
mentre Giannotto e Abraam rappresentano alti valori morali: sono molto ricchi, ma anche
leali, onesti e legati da una vera amicizia.
Il mondo mercantile e l’ambientazione in Francia erano certo ben conosciuti da Boccaccio
visto che il padre era un ricco mercante e c’erano molti traffici commerciali tra Firenze e la
Francia.
Inoltre come nella novella di Ciappelletto anche in quella di Abraam c’è da una parte la
bontà di Dio e dall’altra l’indegnità degli uomini, soprattutto degli ecclesiastici.
Infatti in Ser Ciappelletto c’è la stupidità degli uomini di chiesa che rendono santo un
grande peccatore, in Abraam c’è la corruzione del clero romano.
La bontà di Dio in Ciappelletto è dimostrata dal fatto che Dio ci concede i miracoli anche
se noi preghiamo santi che non furono proprio tali (come appunto Ciappelletto) e in
Abraam vediamo che Dio è buono perché nonostante la corruzione del clero, fa diffondere
la religione cristiana e convertire Abraam.
In entrambe le novelle si vede il senso pratico tipico dei mercanti, infatti Ser Ciappelletto
pur in punto di morte riesce a mantenere la sua freddezza e a costruire la falsa
confessione di fronte al pericolo di essere sepolto come un cane nei fossi.
Anche Giannotto nella novella di Abraam dimostra il suo senso pratico; infatti anche se
prevede che Abraam vedendo i costumi corrotti del clero di Roma non si convertirà, lo
lascia andare perché appunto con mentalità pratica da mercante dice che in fondo non c’è
niente da perdere: rimanendo a Parigi Abraam non si convertirebbe lo stesso, tanto vale
lasciarlo partire.
Anche Abraam con la concretezza del mercante vuole andare a Roma per vedere con i
suoi occhi come si comporta il clero cristiano e poi decidere, in ugual modo Giannotto
usando argomenti da mercante tenta di dissuaderlo: gli dice che andare a Roma gli
farebbe spendere molto e poi rischierebbe di trovarsi in pericolo, tanto vale rimanere a
Parigi visto che lì c’erano i grandi teologi dell’università coi quali avrebbe potuto parlare
della religione cristiana. Ma alla fine quando capisce di non riuscire a convincerlo lo lascia
andare. Infatti è convinto che Abraam dopo aver visto i costumi corrotti del clero romano
non si convertirà mai, ma visto che il suo amico gli ha preannunciato che se rimane a
Parigi non si convertirà, pensa con mentalità pratica che in fondo non c’è niente da
perdere tanto vale lasciarlo partire per Roma
Un altro elemento che lega le prime 2 novelle della 1 giornata è il rovesciamento della
situazione: nella novella di Ciappelletto, il finale è un ribaltamento paradossale della
situazione perché un grande peccatore viene considerato un santo. Nella novella di
Abraam c’è ancora un ribaltamento: fino alla fine Giannotto è convinto che Abraam non si
convertirà mai dopo aver visto la corruzione del clero a Roma e invece proprio perché ha
visto la corruzione del clero a Roma Abraam finisce per credere che solo la religione
cristiana sia quella vera e inaspettatamente decide di convertirsi.
Altro tema di questa novella di Abraam è la corruzione del clero di Roma che si ritroverà
anche in alcune novelle di tema religioso della 3 giornata. Nella quale ben 4 novelle sono
protagonisti frati e monache che cercano in ogni modo di soddisfare i loro desideri
sessuali. Un accenno alla ricchezza al desiderio di denaro del clero c’ è anche in
Andreuccio da Perugia, infatti in questa novella l’arcivescovo di Napoli che è morto è stato
seppellito con ricchissimi ornamenti e con un anello di rubino e inoltre alla fine tra i ladri
che arrivano per derubare anche loro l’arcivescovo c’è proprio un prete. Quindi anche in
questa novella ci veniva presentato un clero molto legato al denaro.
Il lessico della novella è più semplice e colloquiale nella parte in cui ci sono i dialoghi tra
gli amici, invece è più complesso nella parte in cui viene descritta la corruzione e tutti i
peccati del clero romano

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