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PLURALITA’ DELLE GEOMETRIE

L’800 fu un secolo di profondi cambiamenti soprattutto dal punto di vista fisico-matematico. Fino a quel
periodo la geometria occupava una posizione privilegiata rispetto alle altre scienze, poiché vista come un
qualcosa alla quale non serviva l’esperienza, ma che si limitava ad imporre le proprie leggi. Tuttavia agli
inizi del 900 questo sistema entra in crisi con la nascita di nuove geometrie dette “non euclidee”. I primi ad
elaborare tali modelli furono Gauss, Lobaceski e Bolyai, Gauss non pubblicò mai i suoi risultati mentre gli
altri due in maniera indipendente svilupparono la “geometria iperbolica”, secondo la quale la somma degli
angoli di un triangolo è minore di 180 gradi e data una retta ed un punto passeranno esattamente due rette
(invece che una). Il matematico Riemann invece elaborò la “geometria ellittica”, secondo la quale la
somma degli angoli di un triangolo è maggiore di 180 gradi e inoltre non esistono le rette parallele. Il tedesco
Hilbert concentra la sua riflessione non sugli elementi che compongono le geometrie (rette, punti, spazi),
piuttosto sulle relazioni che intercorrono tra gli assiomi ( teorie evidenti per se e che non hanno bisogno di
essere dimostrate).
UNA NUOVA FISICA
Elettromagnetismo
La rivoluzione scientifica che colpì la fisica del 900 parte con la “Teoria del campo” attribuita a Maxwell.
Faraday prima di lui aveva formulato una prima teoria del campo che fu poi modificata da Maxwell. Per
Faraday infatti l’interazione elettromagnetica si propagava attraverso delle particelle corpuscolari che
unendosi tra loro davano vita alla materia e allo spazio. Per Maxwell invece una carica elettrica è in grado di
modificare lo spazio, da ciò la teoria secondo cui al variare di un campo elettrico si genera un campo
magnetico che a sua volta genera un secondo campo elettrico ecc… Da qui nasce un impulso
elettromagnetico che propagandosi in maniera ondosa genera onde elettromagnetiche. La teoria del campo
di Maxwell consiste dunque in quattro equazioni fondamentali che hanno il compito di misurare e spiegare le
onde elettromagnetiche, tuttavia per il fisico queste equazioni restano invariate anche in sistemi di
riferimento diversi (fisica classica), ponendo le basi per la rivoluzione della fisica del 900.
Relatività
Nel 900 viene dunque a crearsi un altro scontro tra teorie fisiche (già in precedenza Newton e Cartesio ecc..),
in particolare troviamo l’opposizione tra il modello della materia ponderabile (molecole e atomi) e il
modello dell’etere luminoso proposto da Maxwell. In assenza di una soluzione intervenne Lorentz che nel
suo modello suddivideva la realtà in 3 entità: la materia ponderabile, l’etere e gli elettroni (quanti
fondamentali per le relazioni tra la materie e l’etere). Da queste teorie e dalle nuove scoperte avvenute in
quegli anni (raggi gamma, alfa,,,) nel 1911 Rutherford elaborò un nuovo modello di atomo visto come un
sistema solare in miniatura ( nucleo e cariche positive attorno ai quali ruotano gli elettroni), ma questo
sistema andò in crisi e verrà in seguito corretto da Bohr. Nel 1905 viene pubblicato il lavoro di Albert
Einstein “Sull’elettrodinamica dei corpi in movimento” che segnò l’inizio della teoria della relatività
ristretta , la prima differenza con il relativismo classico (secondo il quale determinati esperimenti meccanici
erano relativi solo a sistemi in moto) sta nel fatto che Einstein decise di estendere tale principio ai fenomeni
di ogni natura. La teoria della relatività ristretta dunque è racchiudibile in due postulati
1) Principio relativistico galileiano esteso ai fenomeni elettromagnetici, estendendo la teoria di
Maxwell anche ai corpi in movimento poiché Einstein ritiene che i fenomeni elettromagnetici non
abbiano un vero e proprio stato di quiete.
2) La velocità della luce rimane costante per qualunque osservatore.

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