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PRIMO SOCCORSO

1. Come si svolge l'azione del massaggio cardiaco

Il massaggio cardiaco, chiamato anche rianimazione cardiopolmonare è una manovra di primo soccorso che
come hanno sottolineato i volontari della croce rossa può salvare diverse vite. Questa manovra ha come
scopo il mantenimento della circolazione sanguigna e di conseguenza dell’arrivo di ossigeno a tutti i tessuti
e organi quando il cuore, per vari motivi (perlopiù arresto cardiaco, infarto o fibrillazione ventricolare) non
è più in grado di contrarsi.

Quando ci accingiamo a qualcuno privo di sensi, prima di iniziare il massaggio cardiaco, è necessario
determinarne lo stato di coscienza e valutarne la respirazione. Il massaggio cardiaco, se fatto ad una
persona sana può portare ad effetti dannosi! Buone prassi quando ci avviciniamo a qualcuno di incosciente
sono:

 valutare l’ambiente circostante assicurandosi di trovarsi in un ambiente sicuro;


 valutare la coscienza della persona scuotendola o al massimo creando degli stimoli dolorosi (botta
sul torace o torsione dei capezzoli);
 se la persona non risponde ed è incosciente, stenderla in posizione supina su un qualcosa di rigido
(pavimento);
 estendere il capo all'indietro e assicurarsi che le vie aeree non siano ostruite;
 valutare il respiro guardando se il torace si alza e si abbassa, ascoltando se l’individuo respira
avvicinando l’orecchio alla bocca della persona;
 in ogni caso chiamare il 118 e seguire le loro indicazioni.

Per eseguire il massaggio cardiaco in modo corretto bisogna:

1. Inginocchiarsi a fianco della persona da soccorrere e scoprirne il torace (in presenza di vestiti
ingombranti tagliarli);
2. Iniziare il massaggio cardiaco eseguendo 30 compressioni toraciche e idealmente eseguirne 100 al
minuto;
3. Evitare di fare respirazioni bocca a bocca sia per il pericolo causato dalla pandemia Covid-19 sia dal
fatto che espiriamo aria rarefatta e povera di ossigeno, quindi poco utile per il paziente anzi
dannosa;
4. Per fare il massaggio, appoggiare il calcagno della mano dominante al centro torace, sulla parte
inferiore dello sterno dell'individuo incosciente;
5. Mettere l'altra mano sopra a quella dominante e intrecciare le dita come mostrato in foto;

6. Mantenendo le braccia ben tese posizionarsi perpendicolarmente sopra il torace della persona
incosciente, comprimere il torace mantenendo le braccia tese e usando la muscolatura forte di
spalle e schiena non delle braccia al fine di abbassare lo sterno di circa 4-5 centimetri, lasciando
tornare lo sterno alla sua posizione fisiologica dopo ogni compressione.

2. Come si svolge l'azione di intervento di soccorso su persona che sta soffocando  

Per soccorrere una persona che sta soffocando viene usata una tecnica di primo soccorso, nota come
posizione laterale di sicurezza. Questa posizione difende l’individuo dal rischio di risalita del contenuto dello
stomaco che può risalire l’esofago e finire nella trachea, soffocando il ferito o del rischio che la lingua scivoli
e ostruisca la faringe. Innanzitutto bisogna chiamare il 118 e mettere in sicurezza il luogo dell’incidente. Le
fasi sono:

1. Inginocchiarsi a fianco dell’infortunato. Allungate il braccio più vicino a voi ad angolo retto con il
palmo della mano rivolto verso l’alto;
2. afferrate l’altro braccio nel punto del polso, piegandolo sul torace;
3. distendete le gambe dell’infortunato in modo che siano una affianco all’altra;
4. ruotate il soggetto sul fianco afferrandolo al bacino, portando a terra l’addome;
5. piegate ad angolo retto il braccio e la gamba che ora si trovano sopra, posizionando la testa della
persona leggermente verso l’indietro. La bocca aperta è rivolta verso il basso.
6. Controllare che il soggetto continui a respirare prestando attenzione ai segni vitali.
7. In caso di donna incinta, posizionarla sul lato sinistro per limitare il rischio di comprimere la vena
cava, interrompendo il flusso sanguigno venoso verso il cuore.
3. A cosa serve il DAE, in che situazione si usa e come si usa.

DAE, acronimo di Defibrillatore Semiautomatico Esterno è una macchina di piccole dimensioni che contiene
al suo interno due piastre adesive in grado di rilevare le alterazioni dell’attività elettrica del cuore ed erogare
una scarica elettrica quando necessario. In ogni caso, tra defibrillazione e massaggio cardiaco c’è un grande
legame: in caso di arresto cardiaco il solo massaggio non permette al ritmo del cuore di essere riconvertito,
ma permette di mantenere un’irrorazione sia del cuore che del cervello. Questo permette l’arrivo dei
soccorsi preservando la salute del paziente. La fibrillazione del ventricolo, che è una alterazione elettrica, ha
bisogno di un intervento di tipo elettrico per essere riconvertita e quindi di un defibrillatore. Infatti il
defibrillatore è di vitale importanza in caso di fibrillazione, anche se non equivale sempre ad un ripristino
immediato dell’attività cardiaca. I defibrillatori moderni hanno raggiunto un grado elevato di precisione
permettendone l’utilizzo anche ad operatori non sanitari e poco esperti. Per usarlo, è sufficiente seguire le
istruzioni che il defibrillatore, dopo aver analizzato le condizioni del paziente dopo l’applicazione degli
elettrodi comunicherà all’utilizzatore. È molto difficile sbagliare anche perché non è possibile erogare uno
shock se il dispositivo stesso non ha stabilito che è necessario, perché il pulsante (di solito contrassegnato da
un lampo) viene automaticamente bloccato. Quando invece ce n’è bisogno, all’operatore è richiesto solo di
premere il pulsante di scarica, accertandosi che nessuno stia toccando il paziente. Secondo la legge italiana,
in caso di emergenza chiunque può utilizzare un defibrillatore semiautomatico esterno, anche senza aver
seguito nessun corso e se si è sprovvisti del patentino.

Commento
L’incontro con i volontari della croce serenissima è stato senza dubbio uno dei più utili di quest’anno. Fa
parte delle conoscenze che ogni cittadino della nostra società dovrebbe avere. È vero che dalla pratica alla
reltà è un passo ampio soprattutto per le conseguenze psicologiche che comporta vedere qualcuno diventare
incosciente nel giro di pochi secondi davanti ai propri occhi ma dopo quest’incontro potremmo avere le
competenze di base quantomeno per non far peggiorare le sue condizioni. Auspico che con il passare degli
anni l’insufficienza culturale riguardante questo genere di formazione venga superata con sempre più
incontri nelle scuole e in generale per diffondere questo tipo di competenze.

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