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RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA ISSN 2039-4667, E-ISSN 2239-2629

DOI: 10.4453/rifp.2010.0007 Vol. 1 (2010), n. 1-2, pp. 86-95

Temi ed eventi

Il razzismo come strategia di difesa sociale.


Michel Foucault e le forme attuali del biopotere
Maura Simone
Articolo ricevuto il 1 aprile 2010, accettato il 28 ottobre 2010

█ Riassunto Michel Foucault, nelle lezioni tenute presso il Collége de France nel 1976, presenta una genea-
logia dei discorsi concernenti la guerra e la teoria della razza considerate nel loro sviluppo storico a partire
dalla fine del XVI secolo. Il faut défendre la société di Foucault propone un modello specifico relativo alla
funzione svolta dalla teoria della razza, interpretata adesso come tecnica di normalizzazione della diversità
e non più come “evento eccezionale” sviluppata nell’epoca dei totalitarismi del XX secolo. Il presente con-
tributo vuole sottolineare l’attualità dell’interpretazione di Foucault, mostrando come il concetto di bio-
potere, già presente in queste lezioni, conservi un ruolo attivo e vitale nelle società “democratiche” con-
temporanee, in ragione della struttura della loro coesione interna, basata su strategie che sviluppano dina-
miche di “inclusione” ed “esclusione”.
PAROLE CHIAVE: Michel Foucault; Teoria della razza; Biopolitica; Banalità del male; Potere disciplinare.

█ Abstract Racism as a Social Defense Strategy. Michel Foucault and Current Forms of Biopower - During his
lessons held at the College de France in 1976 Michel Foucault presents a genealogy of two types of narra-
tives, concerning respectively war and race theory, considered in their historical development from the
XVIth Century. Foucault’s work Il faut défendre la société outlines a specific model for the function of race
theory, seen as a technique of normalization of diversity, and no longer as an “exceptional event” produced
by the “totalitarian” narratives which arose in the XXth Century. This paper aims to stress the actuality of
Foucault’s position, trying to show how the concept of bio-power, already at work in these lessons, deserves
an active and productive role in analysis of contemporary “democratic” societies, because of the structure
of their internal cohesion, based on strategies developing “inclusion”/“exclusion” dynamics.
KEYWORDS: Michel Foucault; Race Theory; Biopolitics; Banality of Evil; Disciplinary Power.

IN UNA LETTERA DESTINATA A Gershom fungo. Esso sfida il pensiero, perché il pen-
Scholem, redatta il 24 luglio 1963, Hannah siero cerca di raggiungere la profondità, di
Arendt scriveva a proposito del nazismo: andare alle radici, e nel momento in cui
cerca il male, è frustrato perché non trova
il male non è mai radicale, ma soltanto nulla. Questa è la sua banalità. 1
estremo, e non possiede né profondità né
una dimensione demoniaca. Esso può in- Il trascorrere degli anni non ha attenuato la
vadere e devastare il mondo intero, perché sfida che l’evento nazista ancora impone al
si espande sulla sua superficie come un pensiero e il revanscismo delle destre, nonché

M. Simone - Dipartimento di Bioetica Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” ()
E-mail: maura.simone@yahoo.it

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Il razzismo cone strategia di difesa sociale 87

il proliferare dei movimenti giovanili di matri- sgregazione delle categorie socio-culturali che
ce neo-nazista dilaganti nel web dimostrano lo avevano caratterizzato, e che trovava nel
come, a dispetto del tempo, il nazionalsociali- mito del Reich millenario, e nella persona di
smo rimane ancora in gran parte “impensabi- Adolf Hitler la compensazione alle vite sban-
le” e inquietante. Impensabile perché “banale”, date, alla società frantumata, ai sistemi di valo-
perché riguardo allo sterminio l’umanità con- ri perduti inesorabilmente e senza i quali
tinua a porsi domande che non trovano rispo- l’inadeguatezza e il senso di fallimento di
ste soddisfacenti, infine perché molti degli un’intera generazione emergevano inesorabili
aspetti culturali portati in auge dal nazismo e insopportabili?
sembrano ancora oggi capaci di suscitare con- Senza dubbio il nazismo ebbe tra le sue file
sensi ampiamente dimostrati da certi manife- numerosi sadici, ottusi ignoranti incapaci di
sti programmatici caratteristici di taluni mo- senso critico, adulatori del potere e semplici
vimenti politici che, sfortunatamente, riescono arrampicatori sociali pronti a immergere le
persino a entrare nella composizione di gover- mani in quel vaso di Pandora schiuso dal Reich
ni presumibilmente democratici. e nel quale molti trovarono ricchezza, onori e
Per poter spiegare la natura del male scate- prestigio. Tuttavia il nazismo non fu un’escre-
nato dal nazismo si è spesso fatto ricorso alle scenza malata della storia. In realtà esso po-
categorie del patologico: Hitler e i suoi seguaci trebbe costituire il punto di arrivo, lo sviluppo
erano – dopotutto – un manipolo di esaltati parossistico di un certo discorso storico-poli-
con personalità deviate e disturbate, che solo tico iniziatosi già molti secoli prima.
in virtù di precise contingenze storico-eco- A proporre questo tipo di analisi cercando
nomiche hanno potuto irretire un intero popo- di adoperarla come griglia d’intelligibilità stori-
lo al punto di asservirlo e renderlo complice di ca, è stato Michel Foucault nel corso da lui
azioni, quali lo sterminio pianificato di milioni tenuto al Collége de France a cavallo del 1976 e
di individui, che restano in larga misura in- successivamente pubblicato con il titolo Il faut
comprensibili. défendre la societé. 2
Numerose sono state le analisi condotte Qui ritroviamo una definizione di “nazi-
sulle personalità di spicco del regime: deviati smo” come punto di convergenza dello svilup-
sessualmente, piccolo-borghesi frustrati e asse- po dei nuovi meccanismi di potere bio-politico
tati di rivalsa, avventurieri senza altri talenti se e, al tempo stesso, come espressione parossisti-
non la totale identificazione nella persona e ca di un discorso storico elaborato per la prima
nella volontà del loro capo. I diversi gerarchi volta durante il XVI secolo e successivamente
processati a Norimberga, con poche eccezioni, recuperato in forme diverse fino al XX secolo.
giustificarono il proprio operato asserendo di Il nazismo sarebbe l’ibridazione meglio riuscita
aver semplicemente obbedito a degli ordini, tra l’antico potere sovrano, che deteneva tra le
ovvero di aver compiuto quello che ritenevano sue prerogative il diritto di dare la morte, e il
essere il loro dovere di soldati e uomini del potere disciplinare e normativo, che Foucault
Reich. chiama bio-potere, la cui peculiarità consiste
La domanda che si pone è dunque la se- nella gestione della vita intesa come nuda vita
guente: può il nazismo essere spiegato solo organica.
attraverso la categoria del patologico? Ciò che Tale ibridazione tra «un bio-potere gene-
avvenne in Germania e specialmente nei cam- ralizzato e una dittatura assoluta» costituisce
pi di sterminio, fu un evento storico ecceziona- la specificità del nazismo e la conseguente ca-
le, provocato da fattori specifici e circoscritti e pacità che questo ha avuto di radicarsi pro-
perciò irripetibili? Il nazionalsocialismo era il fondamente e illimitatamente nel tessuto so-
frutto corrotto sbocciato dalla catastrofe con- ciale, facendo della popolazione tedesca l’ema-
seguente alla Grande Guerra, che segnò la fine nazione quasi corporea della volontà del Füh-
di un certo sistema politico con relativa di- rer, capace di riprodurre fino ai giorni nostri
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l’inquietante attrattiva che ha come risultato l’accoppiamento delle conoscenze erudite e


non solo l’adesione di molti rappresentanti delle memorie locali: accoppiamento che
delle nuove generazioni alle dozzinali propa- permette la costituzione di un sapere stori-
gande divulgate da certi esponenti politici e in co delle lotte e l’utilizzazione di questo sa-
generale diffuse soprattutto attraverso la co- pere all’interno delle tattiche attuali. 3
municazione informatizzata, ma anche la ne-
cessità di sottoporre a continui ripensamenti il In questo senso – e nella volontà di Fou-
concetto di “razzismo”, che oggi appare piut- cault – la genealogia funziona come “un’anti-
tosto scivoloso e sfuggente. scienza” 4 perché cerca i suoi campi d’indagine
Per comprendere il genere di analisi che laddove il sapere storico unitario evita di sof-
Foucault applica alla teoria della razza così fermarsi: nei fatti locali, nei saperi marginali,
come essa è venuta formandosi verso la fine nelle lotte e nelle rotture epistemologiche. Uti-
del XVI secolo, occorre tener presenti alcune lizzare il metodo genealogico all’interno del-
precauzioni metodologiche. È nota la diffiden- l’analisi del potere significa in primo luogo
za nutrita da Michel Foucault nei riguardi del- cogliere questo stesso potere alle sue estremità,
la nozione repressiva del potere, legata a laddove esso diventa capillare, ramificato, dif-
un’analisi politico-psicologica derivata in mas- fuso. Si prenderanno in considerazione perciò
sima parte dal freudo-marxismo. Tale analisi le istituzioni e le tattiche di intervento mate-
presuppone sempre il soggetto come principio riale, violente o meno, che agiscono sui singoli
fondatore dell’unità essenziale del potere che a individui in quanto detentori di corpi.
sua volta si sviluppa nell’elemento preliminare Conseguentemente si cercherà di localizza-
della legge. Il potere è qualcosa che si detiene, re il potere a partire dall’analisi degli effetti
che si esercita da parte di una figura sovrana o prodotti da pratiche reali, “micro-fisicamente”
di una classe sociale a svantaggio di un’altra. diffuse, il cui scopo precipuo è l’individuazione
Nell’interpretazione economicista ciò che ri- e la normalizzazione degli individui attraverso
sulta fondamentale per la definizione del pote- la gestione della loro corporeità. Poiché il po-
re è la sua funzionalità economica, il ruolo che tere agisce in primo luogo su ciò che è vivo,
esso svolge nel mantenimento dei rapporti di esso va interpretato come qualcosa che circola,
produzione e per la riproduzione della domi- che transita attraverso gli individui in forme
nazione di classe resa possibile dall’appropria- reticolari, prendendo in carico la gestione dei
zione delle forze produttive. loro corpi, della sessualità, della salute e della
Nella concezione giuridico-filosofica che, malattia, di tutto ciò che ha a che fare con la
pur con certe differenze, trova numerosi punti loro vita biologica.
di convergenza con la prima, il potere politico In questo senso le discipline, le istituzioni
riflette nello scambio e nella circolazione dei diffuse, l’uso strategico dei saperi sosterranno
beni il suo modello formale e nell’economia la un discorso che non è più quello della sovrani-
sua ragion d’essere storica, il modello che regola tà e della legge, bensì quello derivato dalla re-
il suo funzionamento dandogli forma concreta. gola naturale, la norma. Il potere è ciò che re-
Ne risulta in entrambi i casi una visione del po- gola e normalizza la vita applicandovi strategie
tere di tipo repressivo, ovvero il potere è qual- e tecnologie di controllo che non necessaria-
cosa che taluni possiedono e altri subiscono. mente devono estrinsecarsi attraverso i soli
Foucault propone come alternativa a questi sistemi repressivi e violenti.
due modelli interpretativi quello fondato sulla Fatte tali premesse si può fare un passo in-
genealogia che, applicata ai saperi storici, per- dietro e tornare al discorso della lotta delle
mette l’emergere degli avvenimenti, dei saperi razze. Di che discorso si tratta? Non certo del
e delle strategie di potere generalmente tenute tradizionale discorso giuridico-filosofico. A
ai margini delle strutture unitarie riconosciute declinarlo non è un soggetto universale, quan-
come scientifiche: la genealogia sarebbe to piuttosto una pluralità di soggetti in lotta.
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Storicamente, Foucault lo fa derivare dal tratta del diritto della famiglia, della stirpe o
rovesciamento della formula di Clausewitz che della razza, ancorato a una storia che è sempre
definisce la politica come la guerra continuata decentrata rispetto all’universalità giuridica.
con altri mezzi. Compare per la prima volta sul Esso afferma una “verità-arma”, marcata
finire del XVI secolo, all’inizio dei conflitti poli- dalla dissimetria e che risale dal basso, vale a
tici inglesi. Lo si vede funzionare alla fine del dire dalla violenza e dalla guerra, perché
XVII secolo durante le lotte dell’aristocrazia all’origine della storia non ci sarebbe mai una
contro l’accentramento politico-amministra- ragione universale né un diritto riconosciuto
tivo iniziato da Richelieu e portato alla massi- ma sempre fattori elementari, “naturali” quali
ma espressione da Luigi XIV. Ricompare alla possono essere la forza fisica, la predisposizio-
vigilia della Rivoluzione Francese, questa volta ne alla lotta, il vigore di una razza, e fattori
come strumento della borghesia contro il pri- psicologici come paura, viltà, coraggio, audacia
mo e il secondo stato e costituirà lo sfondo e così via.
delle lotte di classe lungo tutto il XIX secolo. Con questo discorso irrompono perciò sul-
Contemporaneamente agirà da impalcatura la scena della storia, utilizzati come sua griglia
ideologica per le analisi dei biologi razzisti e d’intelligibilità, i corpi e le passioni, i casi for-
per giustificare i colonialismi. Infine lo si ritro- tuiti, le predisposizioni di una razza e le debo-
va, in forme particolarmente esasperate, tanto lezze di un’altra La verità che esso proclama è
nello stato nazista quanto in quello sovietico. frutto dell’irrazionalità bruta dei fatti storici e
Di cosa parla precisamente questo discor- proviene dal basso. Il suo antagonista è il potere
so? Di guerra, di lotte tra razze, di dominazioni che ha conquistato il vertice in virtù di una
subite e privilegi perduti. Contrariamente a menzogna, perché proclama se stesso come ve-
quanto sostenuto dalla teoria filosofico-giu- rità celando il fatto di essere figlio dell’abuso.
ridica, esso interpreta il potere politico come Si capisce perché questo sia un discorso
continuazione della guerra, e ciò per la sempli- che, almeno fino ad un certo punto, ha potuto
ce ragione che è dalla guerra che esso deriva, e funzionare come una contro-storia e soprat-
alla guerra deve la propria costituzione. La tutto come una formidabile ibridazione tra
legge quindi, non si fonda affatto su deleghe o realtà e mitologia, strategia di lotta e mistica
contratti, ma sulle battaglie, sui saccheggi, sulle venata di profetismo biblico, elementi questi
invasioni e sull’arbitrio dei vincitori. che hanno contribuito a farne il fondo opaco
La legge non è un elemento pacificatore delle grandi rivoluzioni e delle lotte di libera-
perché è sempre frutto della conquista e, no- zione contro il potere dei re, perché questo è il
nostante la sua presenza e il suo vigere, le armi discorso che fino a un certo punto ha sempre
non sono mai deposte del tutto. La guerra con- avuto – sostiene Foucault – come proprio
tinua surrettiziamente a determinarne il fun- obiettivo quello di “decapitare” il sovrano.
zionamento. Perciò non esiste un soggetto Esso si oppone all’utilizzo della storia come
neutrale, ma sempre e soltanto due schiera- strumento di intensificazione del potere, si
menti contrapposti e pronti a darsi battaglia. propone come antagonista della storia di tipo
La società è organizzata secondo una struttura romano che sanciva e proclamava l’unità, la
binaria e il suo fondamento costitutivo è dato continuità e la legittimità del potere sovrano.
dal diritto derivato dalla conquista degli uni a Alla storia dei re e del loro diritto oppone una
discapito degli altri. visione profetica di tipo biblico che preannun-
Il discorso della guerra è il primo che se- cia la liberazione, l’affrancamento dei vinti,
condo Foucault possa definirsi storico-politico, l’irruzione del “barbaro biondo” in opposizio-
pronunciato da chi si batte per riottenere pri- ne all’antico lignaggio risalente alla Roma dei
vilegi perduti o mai posseduti, perciò procla- Cesari, a cui contrappone il mito pagano degli
mato in nome di una vittoria che abbia anche eroi, degli imperatori germanici che dormono
valore di rivincita e riaffermazione di verità. Si nelle caverne, della guerra millenaristica, la
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promessa dell’avvento di tempi nuovi, il mito strumento di lotta per campi decentrati, che
del Führer, del duce, del Reich. aveva proclamata sempre in primo luogo la
Discorso questo decisamente ambiguo il necessità di affrancamento dal potere sovrano,
quale, almeno fino all’inizio del XIX secolo non dalla sua legge e dalla sua volontà accentratri-
funziona mai in un solo senso, ma gioca su ce, improvvisamente viene ri-centrato per ser-
fronti opposti e serve di volta in volta vire la nuova forma disciplinare assunta dal
l’aristocrazia, la borghesia e la lotta di classe. Al potere.
suo interno ritroviamo il problema della razza Ci sarà dunque da una parte la razza auten-
che pur non avendo in origine connotazioni tica, sana, titolare e rappresentativa della nor-
specificatamente biologistiche, non è mai un ma; dall’altra parte prolifererà invece la sotto-
concetto assolutamente neutro. Serve a defini- razza, gli Untermenschen, la massa dei degene-
re due gruppi che si contrappongono e che pur rati, degli anormali, di tutti coloro che minac-
condividendo la stessa lingua e i medesimi co- ciano la società, la purezza e la sanità della po-
stumi sociali non hanno la stessa origine, per- polazione. Ciò che occorrerà difendere in pri-
ché ad averli uniti è stata la conquista, il sac- mo luogo sarà il patrimonio biologico, dalla
cheggio da parte di un gruppo a prezzo della cui conservazione deriva il benessere sociale e
libertà e dell’autonomia di un altro. culturale di una razza.
Il discorso della razza in fondo sottolinea Da questo nuovo discorso prendono avvio
un fatto essenziale: non c’è nessuna continuità tutte le elaborazioni teoriche sul razzismo, sul-
con il mondo classico, ma una netta, insanabile la degenerazione e sull’anormalità ed è per ri-
distinzione tra genti del Nord e genti del Sud, spondere alla nuova richiesta di sicurezza che
tra mondo classico e mondo barbaro, tra colo- si faranno funzionare precisi meccanismi,
ro che invasero e coloro che subirono l’inva- nuove istituzioni volte alla separazione, segre-
sione: a partire da questo postulato, ne conse- gazione e normalizzazione della sotto-razza e
gue che la presunta legittimità dei sovrani non del suo rappresentante più emblematico, il
è che il frutto di un’usurpazione. degenerato.
Questo discorso sulla razza e sulle lotte ad La tematica razzista non si configura più
essa legate subirà nel XIX secolo due trascri- all’interno della lotta di un gruppo contro il
zioni differenti, una esplicitamente biologica, potere, ma diventa il fondo sostanziale di una
che peraltro si declinerà in modo ambiguo strategia globale dei conservatorismi sociali.
perché servirà tanto ai movimenti delle nazio- Da ciò deriva il concetto di purificazione per-
nalità in Europa, quanto alla giustificazione manente come dimensione entro cui iscrivere il
delle politiche di colonizzazione. L’altra gran- processo di normalizzazione sociale.
de trascrizione sarà quella che fonderà la teoria Anche il vecchio discorso sulla guerra mu-
della guerra sociale e si definirà come lotta di terà linguaggio. Si parlerà della guerra come
classe. dello strumento di differenziazione della spe-
Il tema del razzismo biologico è la deriva cie, selezione del più forte, purificazione e con-
del discorso della guerra e della lotta tra le raz- servazione della razza meglio adattata. E nel
ze. Esso afferma che l’altra razza non è quella momento in cui comincia a configurarsi il bio-
che giunge da terre straniere, non è l’invasore potere, il razzismo viene da questo utilizzato
che occupa con la forza un territorio che non come meccanismo strategico fondamentale di
gli appartiene. Si tratta invece dell’elemento messa in sicurezza della società dal pericolo
che permanentemente si infiltra e si riproduce biologico che la minaccia permanentemente
all’interno del corpo sociale. dal suo interno.
La razza a questo punto (e siamo in pieno Il razzismo serve ad introdurre una separa-
XIX sec.), si sdoppia in una sovra-razza e in zione tra ciò che deve vivere e ciò che deve
una sotto-razza e attraverso questa frattura il morire, laddove per morte si dovrà intendere
discorso storico-politico che era servito come ogni gesto di esclusione, segregazione e limita-
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zione delle individualità ritenute pericolose. logico”, stabilendo nelle figura di Hitler non
Esso servirà a stabilire una cesura di tipo bio- solo il vertice del potere ma l’espressione stessa
logico che recupera, riscrivendolo nell’ambito della volontà di un popolo intero.
della gestione della vita, l’antica funzione del Del resto, la politica economica del Reich
potere sovrano di dare la morte. non fu che una preparazione sistematica allo
Il razzismo assume perciò due funzioni scatenamento della guerra, data la sua articola-
precise: da un lato sancisce un discrimine zione in tre punti fondamentali che determina-
all’interno del continuum biologico di una po- rono il fulmineo “miracolo” del raggiungimento
polazione (distinguendo tra ciò che deve vive- della piena occupazione già nel 1937: una quasi
re e ciò che deve morire); secondariamente totale autarchia economica; l’indebitamento
instaura una relazione positiva con l’antica dello stato quadruplicato tra il 1933 e il 1939;
funzione del potere sovrano di esercitare il l’incremento massiccio della produzione milita-
diritto di dare la morte. Nel contesto bio- re che nel 1939 aveva raggiunto il 25% dell’in-
politico che pure per sua stessa natura tende ad tera produzione industriale.
esiliare la morte, il razzismo è la condizione di La guerra era già da sempre configurata
accettabilità della messa a morte e dello scate- nell’economia del Reich e doveva servire in
namento della guerra: «a partire dal momento primo luogo a garantire e potenziare le risorse
in cui lo stato funziona sulla base del bio-potere, di un popolo le cui velleità consistevano nel
la funzione omicida dello stato stesso non può riprodurre illimitatamente il proprio Le-
essere assicurata che dal razzismo». 5 bensraum, e stabilire la supremazia della razza
Inversamente anche un potere sovrano, se “ariana”. Era quanto lo stesso Hitler aveva
si avvale dei meccanismi e delle tecnologie del- esplicitamente dichiarato alla vigilia del con-
la normalizzazione (è il caso per esempio del flitto: «qual è dunque il problema? Semplice-
nazismo), dovrà ricorrere al razzismo per po- mente che noi abbiamo bisogno di grano e
ter esercitare il diritto di messa a morte. E la legname». 6 E tuttavia era anche necessario che
guerre stessa, funzionando come sistema di il popolo tedesco mettesse alla prova se stesso
protezione biologica della razza, dovrà conte- in quanto razza, esponendosi alla morte per
nere in se il paradosso inevitabile dell’espo- poi poter riemergere ritemprato e purificato.
sizione alla distruzione della stessa razza che si Di fronte alla catastrofe, poco prima di
prefigge di proteggere. emanare l’ordine dell’aprile 1945 con il quale
Il razzismo è l’elemento che permette una imponeva di fare “terra bruciata” dinanzi
ri-trascrizione biologica dell’antico discorso all’avanzata nemica, fu sempre Hitler ad
storico-politico e in tal senso più che come esprimere il significato che la guerra aveva
ideologia, esso tende a funzionare come una avuto, o avrebbe dovuto avere, per il Reich:
vera e propria tecnologia di controllo e norma-
lizzazione sociale, ed è in questa forma che è se la guerra sarà persa, sarà condannato an-
stato utilizzato dal nazismo, a cui ha reso pos- che il popolo. Non è necessario tener conto
sibile tanto di esercitare un potere di tipo so- della pace di cui il popolo ha bisogno per la
vrano e assoluto, quanto la contestuale messa sopravvivenza. Al contrario, è meglio di-
in pratica di una rigorosa e ferrea gestione bio- struggere persino questo. Perché il popolo
logico-disciplinare della popolazione. tedesco si è rivelato quello più debole, e il
Nella fusione di entrambe queste funzioni si futuro appartiene al popolo dell’Est che ha
trova l’origine della eccezionalità dell’evento dimostrato di essere più forte. 7
nazista che riattivando il vecchio discorso stori-
co politico della guerra come lotta di espansione La totale identificazione, prodotta dalla ca-
e riaffermazione dell’identità originaria della pillare propaganda di regime, tra popolo e
razza, interpreta se stesso come il movimento di Führer spiega perché i tedeschi precipitarono
liberazione della razza stessa dal “pericolo bio- nell’abisso insieme al loro capo senza tentare
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nessuna reazione che potesse porli al riparo propria strada. Chi sarei io per chiamarmi
dalle conseguenze più catastrofiche. Spiega fuori, conosco forse qualcosa di meglio?
anche il suicidio di molti dei gerarchi, e No! Io posso provare, a seconda delle mie
l’ostinazione con cui quelli che sopravvissero forze, a condurlo fin lì, dove vorrei vederlo,
difesero caparbiamente l’ideologia nazista da- ma qualora non mi riuscisse, resterebbe il
vanti al tribunale di Norimberga. mio popolo. Popolo vuol dire molte cose! È
È il caso per esempio di Alfred Rosenberg. in primo luogo a questo popolo che devo la
Il suo Der Mythus des 20. Jahrhunderts 8 con- mia esistenza spirituale ed economica, la
tiene tutti gli aspetti caratterizzanti della “mi- mia lingua, la mia vita, le mie relazioni per-
stica” nazionalsocialista: il principio secondo sonali, tutto ciò che è il mio cervello. Dal
cui Hitler deteneva la volontà del popolo, ed popolo discendono gli avi e a esso ritorna-
era nello stesso tempo l’espressione suprema di no i figli. E poiché sono cresciuto su questa
questa volontà; l’affermazione dell’incontro- terra e con queste greggi, so anche cos’è la
vertibile superiorità razziale dei popoli nordici Patria. Metropoli, industrialismo, intellet-
e la necessità dell’allargamento dello “spazio tualismo, tutte ombre gettate da quest’epo-
vitale” per quello tedesco; la visione del nazio- ca sui miei pensieri, tutte potenze di questo
nalsocialismo come di una nuova religione secolo cui mi presto nella mia produzione,
volta a rimpiazzare non solo i dogmi cristiani ma ci sono momenti in cui tutta quest’an-
ormai sterili, ma anche ad arrestare le azioni gusta vita sprofonda e non resta nient’altro
cospiratrici di stampo semitico; la necessità di che pianure, distese, stagioni, terra, parole
un razzismo di stato che garantisse la purezza e semplici: popolo. 9
la “divina essenza” dell’uomo nordico; infine la
convinzione, mai ricusata da Rosenberg, che Queste affermazioni rendono l’esatta misu-
Hitler fosse dotato di poteri mistici in grazia ra dell’intimo e profondo convincimento che
dei quali egli soltanto poteva guidare il popolo molti nutrivano a proposito della giustezza e
tedesco verso lo splendore e il predominio che della legittimità della base razziale del nuovo
gli spettava di diritto. ordinamento, e quindi anche a proposito delle
Certo Rosenberg fu un fanatico, i suoi scrit- conseguenti azioni persecutorie che colpirono
ti farraginosi sono colmi di assurdità storico- ebrei, zingari, slavi e omosessuali, fino a giun-
antropologiche, tuttavia corrispondono al di- gere alla politica delle deportazioni. Il razzismo
scorso storico-politico che un tempo era stato non era che l’unica strategia praticabile per
declinato da coloro che si sentivano eredi di proteggere la razza ariana e la sua presunta
culture e genti espropriate del loro buon dirit- superiorità, protetta e perpetrata da meccani-
to da razze di invasori. Tutta la mitologia pa- smi di normalizzazione biologica che trovaro-
gana e millenaristica, l’epopea dei germani e no nel programma T4 prima, e nella “soluzio-
dei loro imperatori, confluisce all’alba del XX ne finale” poi, la più compiuta espressione.
secolo nelle parole barocche di questo piccolo Agamben ha affermato che il “campo” co-
borghese nato sul Baltico. stituisce il paradigma del biopolitico, «lo spa-
Del resto, in una lettera aperta a Klaus zio che si apre quando lo stato di eccezione
Mann e agli intellettuali tedeschi emigrati, un comincia a diventare la regola», 10 tuttavia è
personaggio pubblico del calibro di Gottfried lecito affermare che tale stato di eccezione era
Benn non esita a dichiarare con orgoglio tutta diffuso già all’interno del funzionamento so-
la sua personale approvazione per il “nuovo ciale del Reich, in cui convergevano un bio-
Stato”: potere generalizzato e capillarmente diffuso
attraverso un insieme di regole e istituzioni
Io mi dichiaro personalmente in tutto e per (una delle tante fu la Hitlerjugend creata per
tutto favorevole al nuovo Stato, poiché si l’educazione e l’indottrinamento dei giovani,
tratta del mio popolo che si costruisce la ma anche per manipolarne i corpi secondo i
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parametri della purezza ariana), e una dittatu- evidente che non si è esaurito con il concluder-
ra assoluta che non solo si esercitava su tutto il si dei totalitarismi fascisti, i quali hanno invece
corpo sociale ma giungeva ad identificarsi con prodotto un modello, quello del “campo”, re-
esso al punto che la parola di Hitler era qual- cuperato e riadattato in varie forme anche da
cosa su cui non era possibile esercitare alcuna governi democratici, come ad esempio il fami-
obiezione morale. gerato e contestato campo di Guantanamo,
La diffusione del potere di uccidere data ai dove sono stati rinchiusi gli esponenti di quel
vari corpi militari e para militari (SS, SA, Ge- terrorismo islamico diventato per l’Occidente
stapo), garantiva non solo che tale potere ve- il nemico par exellance, e per difendersi dal
nisse esercitato fin negli angoli più riposti del quale molti dei temi caratterizzanti il discorso
tessuto sociale, ma anche il coinvolgimento della guerra e della razza come tecnica di dife-
totale dei singoli nell’attuazione dei program- sa e protezione della società sembrano tornati
mi razziali. Da una parte tutti potevano de- in auge.
nunciare chiunque facesse mostra di agire al di Il discorso della razza ha conosciuto, con la
fuori dei meccanismi del partito, e nello stesso globalizzazione, ulteriori trascrizioni legate alla
tempo permetteva loro la quasi totale de- società iper-tecnologizzata, al crescente diva-
responsabilizzazione nelle azioni più efferate, rio tra Nord e Sud del mondo, tra coloro che
giustificate attraverso la necessità di difendere producono e coloro che invece dalla produzio-
il Reich, e quindi il popolo tedesco, dai pericoli ne sono esclusi, tra chi abita le metropoli e chi
ai quali lo esponevano gli Untermenschen. popola territori rurali sempre più impoveriti e
Si consideri in questa luce tutta la termino- del tutto inadatti a garantire il tenore di vita
logia medico-igienica riferita in primo luogo che l’Occidente ritiene accettabile.
agli ebrei, ma applicata a tutti coloro ritenuti Il risultato sono quelle vite di scarto di cui
inferiori, impuri o sotto-sviluppati. Hitler, che parla Baumann, quelle vite che non possiedo-
amava particolarmente le similitudini pseudo- no né i mezzi né le capacità richieste per
mediche, così si esprimeva a proposito degli l’adattamento a uno stile di vita che esige co-
ebrei: «essi sono come vermi che si annidano stante mobilità, perenne capacità di assorbire
nei cadaveri in dissoluzione» 11 e Rudolf Höss, mutamenti sempre più rapidi, di consumare
che fu comandante ad Auschwitz, paragonava un numero sempre maggiore di prodotti, di
al cospetto dei giudici di Norimberga il pro- accettare una condizione di flessibilità per la
prio operato a quello dei derattizzatori. quale il nemico principale è il concetto di sta-
Senza il biologismo razzista del XIX secolo, bilità e durata.
sarebbe stato impensabile lo sterminio di mi- Gli slums sono il nuovo modello di “cam-
lioni di individui umani mediante l’impiego po”dove si ammassano corpi ai quali non viene
dei gas; e altrettanto impensabile sarebbe stato riconosciuta altra identità se non quella
il rifornimento a favore delle industrie farma- dell’eccedenza. Essi sono infatti il sotto-
cologiche del Reich di “cavie” umane prove- prodotto del capitalismo globale e, nello stesso
nienti dai campi di concentramento, pratica tempo, ciò che ne ostacola il funzionamento.
questa ritenuta perfettamente accettabile sul Questi corpi che non producono, che non con-
piano morale e plausibile su quello scientifico. sumano, che non viaggiano, che non possono
La collusione tra sapere medico e nazismo è far parte della comunità virtuale dei sistemi
in fondo il punto di convergenza di due saperi, informatici sono i moderni Untermenschen sui
l’uno scientificamente regolato e l’altro diffuso quali, tuttavia, si preferisce non esercitare più
ai suoi margini nella forma del razzismo biolo- alcuna forma di controllo né di rieducazione
gico, utilizzato per legittimare precise pratiche che ancora erano velleità del potere disciplinare.
di normalizzazione ed eliminazione dei sogget- Tra l’elites “globalizzata” e l’eterogenea mas-
ti “pericolosi”. sa di rifiutati non c’è più nessuna comunicazio-
Cosa ne è oggi di questo discorso? Appare ne, i ghetti urbani sono considerati il fertile ter-
94 Simone

reno sul quale proliferano criminalità e devian- La lotta delle razze non è più una contro-
za, nessuno dopotutto si scandalizza se su que- storia, e forse ha perduto anche la funzione,
sto focolaio di pericolo si abbatte, periodica- espressa dal razzismo, di separare ciò che può
mente, una sommaria procedura di “bonifica”. vivere da ciò che deve morire. Resta tuttavia
Per chi si trova ai vertici, o in ogni caso nella forma di una strategia di potere, perché
nell’enclave protetta del benessere, non esiste, garantisce il mantenimento della sensazione
virtualmente, molta differenza tra il terrorista d’insicurezza diffusa che trova nell’estraneo la
islamico, l’abitante delle banlieu e il clochard figura caratteristica. E riconferma la necessità
che cerca la sua sussistenza tra i rifiuti. della norma sociale per cui la “vita nomade”
Ognuno di loro ha in comune il fatto pecu- resta il pericolo principale.
liare di essere un dis-adattato, e di costituire La “democratizzazione” delle funzioni di po-
perciò stesso il pericolo contro il quale erigere tere non deve rassicurare dall’eventualità che
un numero sempre più grande di sistemi di possano riprodursi, sia pure in forme diverse, le
sicurezza, che sono ormai il punto cruciale sul aberrazioni naziste (e non solo naziste). Occor-
quale convergono l’urbanistica e la gestione re forse rammentare che «i nazionalsocialisti
degli spazi pubblici. […] erano tanto più sicuri di non essere sma-
Non deve stupire perciò se la politica torna scherati quanto più l’orrore cresceva e dilagava
in troppi casi a sbandierare tematiche esplici- senza limiti». 13 E questo non solo perché
tamente razziste, né che queste riscuotano fet- l’inconscio può spesso trovare più accettabile
te sempre maggiori di consensi. Il “respingi- l’occultare a se stesso ciò che pure è evidente,
mento” delle masse di disperati è visto forse ma anche perché i regimi totalitari sono para-
come un male, ma un male necessario dal dossalmente meglio disposti di quelli democra-
momento che ad essere respinto è il pericolo di tici ad ammettere il principio del dominio.
portarsi in casa criminali, accattoni, individui Ci si può ben rassicurare istituendo “gior-
non-identificabili e quindi incontrollabili. nate della memoria” per le vittime del nazi-
Certamente oggi il razzismo non si fonda smo. Tuttavia il problema non è se quello che è
più sui vecchi presupposti storici della lotta al stato possa accadere ancora, ma come esso po-
potere, e nemmeno sulle elucubrazioni biologi- trebbe manifestarsi nel mondo della globalizza-
stiche sfociate nei genocidi nazi-fascisti. Diffi- zione, e soprattutto se tutto questo, in modi
cile pensare che il grottesco apparato sceno- ancora opachi che sfuggono alle maglie
grafico di cui si ammantarono Hitler e i suoi dell’analisi critica, non stia forse già accadendo.
seguaci possa riproporsi nelle stesse forme.
E tuttavia, se condividiamo l’affermazione █ Note
della Arendt secondo cui il male è un fatto
“banale”, cioè non radicale e tuttavia estremo, 1
H. ARENDT, G. SCHOLEM, Eichmann in Jerusa-
dobbiamo allora ripensarlo nelle forme che lem (epistolario), in: «Encounter», gennaio 1964,
esso sta assumendo nell’era della globalizza- pp. 51-56 (trad. it. Eichmann a Gerusalemme. Uno
zione. Un esempio tra tutti potrebbero essere scambio di lettere tra Gershom Scholem e Hanna
quegli adolescenti che trovano un antidoto alla Arendt, in: H. ARENDT, Ebraismo e modernità, a
noia nel dare fuoco al barbone o all’extra- cura di G. BETTINI, Feltrinelli, Milano 20014, pp.
215-228, citazione a p. 227, corsivo mio).
comunitario. 12 2
Cfr. M. FOUCAULT, Il faut défendre la société,
Episodi simili proiettano luci inquietanti Seuil-Gallimard, Paris 1997 (trad. it. Bisogna di-
sulla percezione che i più giovani hanno della fendere la società, a cura di M. BERTANI, A. FON-
vita, specialmente della vita “altra”, avvertita TANA, Feltrinelli, Milano 1998).
non soltanto come pericolosa, minacciosa e 3
M. FOUCAULT, Il faut défendre la société, cit.
opaca come ancora era l’Ebreo per il nazista (trad. it. p. 17).
ma superflua, senza reale consistenza se non 4
Riporto qui la definizione formulata dallo stesso
quella dell’essere-di- scarto, quindi in-utile. Foucault.
Il razzismo cone strategia di difesa sociale 95

5
M. FOUCAULT, Il faut défendre la société, cit. 12
Beninteso, la noia non costituisce la ragione prima-
(trad. it. p. 221). ria di certe azioni poste in essere dai cosiddetti
6
Il passo è riportato in J.C. FEST, Hitler. Eine Bio- “branchi” metropolitani. Nell’aggressione perpetrata
graphie, Ullstein, Berlin 1973 (trad. it. Hitler. Una sul barbone, o sull’extra-comunitario agiscono sem-
biografia, traduzione di F. SABA SARDI, Garzanti, pre il rifiuto e la paura evocati dal diverso. In tal sen-
Milano 2005, p. 612). so simili gesti hanno chiaramente una matrice che
7
Ivi, (trad. it. p. 959). può essere definita razzista, tuttavia la crescente per-
8
Cfr. A. ROSENBERG, Der Mythus des 20. Jahrhun- dita di consapevolezza, l’abitudine alla spettacolariz-
derts, Hoheneichen, München 1930. zazione della violenza, l’incapacità di agire su se stessi
9
G. BENN, “Ich erkläre mich ganz persönlich für come individui proiettati in un divenire storico e
den neuen Staat”. Gottfried Benn an Klaus Mann sociale, e infine la percezione di un vuoto esistenziale
und die emigrierten deutschen Schriftsteller e culturale determinano tra gli adolescenti quella
(25.05.1933), in: R.M.G. NICKISCH (Hg.), “Wer “noia” che altro non è se non incapacità di radicarsi
schweigt, wird schuldig”: offene Briefe von Martin nel mondo, e che può trasformarsi in violenza gratui-
Luther bis Ulrike Meinhof, Wallstein, Göttingen ta, quando non in vero e proprio atto omicida.
2007, p. 146. 13
Th.W. ADORNO, Minima moralia. Reflexionen
10
G. AGAMBEN, Homo Sacer. Il potere sovrano e la aus dem beschädigten Leben, Suhrkamp, Frankfurt
nuda vita, Einaudi, Torino 1995, p. 188. a.M. 1951; (trad. it. Minima moralia. Meditazioni
11
Il passo è riportato in J.C. FEST, Hitler. Eine della vita offesa, a cura di L. CEPPA, traduzione di
Biographie, cit. (trad. it. p. 214). R. SOLMI, Einaudi, Torino 20062, p. 100).

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