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Antonio Labriola

Saggi sul
materialismo storico
a cura di Valentino Gerratana e Augusto Guerra

Editori Riuniti
202 Saggi sul materialismo storico
Discorrendo di socialismo e di filosofia 203

zionaria dell'Occidente, che si derivava già nelle forme del comunismo sopraggiunti impedimenti allo sviluppo, e nelle teste di quelli, che so-
d'indole modernamente proletaria. Che cos'è il Capitale, se non la cri- pra luogo le osservarono, rimasero quasi sempre come involute in varie
tica di quella economia, che, come rivoluzione pratica e come rappre- specie di nebulosità ideologica — nebulosità che muoverebbe a riso i
sentazione teorica di questa stessa rivoluzione, era venuta a piena ma- cronisti fiorentini del secolo X I V .
turità nella sola Inghilterra, fin verso i l '60, e in Germania cominciava
M i son fermato su questi particolari, non per darmi l'aria di con-
appena? Che cosa è il Manifesto dei Comunisti, se non la chiusa e
sigliere della Francia, ma per aver modo di osservare da ultimo, che,
la esplicazione del socialismo, o latente, o palese nei movimenti operai data la forma dei cervelli di lingue latine, non è cosa agevole i l fare
di Francia e d'Inghilterra? Ma tutte queste cose furono continuate entrare in essi le nuove idee, se altri s'indugi a rappresentarle esclusi-
e portate a compimento di critica, la filosofia di Hegel non esclusa, vamente come forme astratte del pensiero; mentre riescono a pene-
con quella critica immanente, che è la dialettica con le sue inversioni; trarvi, con pronto e suggestivo effetto, quando vengano plasmate in
ossia, per via di quel negare, che non è contenziosa e avvocatesca con- racconti e in esposizioni, che in qualche modo rassomiglino ai prodotti
trapposizione di concetto a concetto, di opinione ad opinione, ma che dell'arte.
invece invera ciò che nega, perché in ciò che nega e supera, trova o la
condizione (di fatto), o la premessa (concettuale) del procedere stesso *. Torno per un momento su la questione del tradurre. VAntidiihring
è i l libro che prima di ogni altro conviene che entri nella circolazione
Francia e Inghilterra possono ripigliare, senza parere che compia-
internazionale. Pochi libri io conosco, che possano stargli a paro, per
no un atto di mera imitazione, la loro parte nella elaborazione del
densità di pensiero, per molteplicità di punti di vista, per duttilità di
materialismo storico. Perché i Francesi non avrebbero oramai da scri-
penetrazione suggestiva. Può essere una medicina mentis per la gio-
vere dei libri veramente critici su Fourier e Saint-Simon, in quanto
ventù intellettuale, che di solito si volge, incerta di sé e con criterii
furono, e nella misura in cui furono, veri precursori del socialismo
assai vaghi, a ciò che genericamente ha nome di socialismo: e cosi
contemporaneo? Non c'è occasione a lavorare letterariamente su i moti
fu nel tempo in cui apparve, come ne andò scrivendo un tre anni fa
rivoluzionarii dal 1830 al 1848, in modo si veda, che la dottrina del
il Bernstein, in una specie di commemorazione pubblicata nella Neue
Manifesto non fu la negazione di quelli, ma il loro aboutissant e risol-
Zeit. Nella letteratura socialistica rimane quello i l libro. insuperato.
vente? A riscontro di quel 18 Brumaio di Marx, che, pur essendo uno
scritto genialissimo, e nell'intento suo insuperabile, riman sempre un Ma quel libro non è tetico, anzi è antitetico. Salvo i brani isolabili,
opuscolo di occasione e di tinta pubblicistica, non sarebbe i l caso di come son quelli i quali presero corpo di opuscolo per sé stante, che fa
comporre una meditata storia del Colpo di stato? Ma la Comune non da un pezzo i l giro del mondo (« Del passaggio del socialismo dall'uto-
aspetta ancora la sua definitiva trattazione critica? Ma la Grande Ri- pia alla scienza »), quel libro ha a suo filo conduttore la critica del signor
voluzione, intorno alla quale esiste una letteratura colossale, quanto Dùhring, in quanto ei fu inventore di una filosofia e d'un socialismo
all'insieme, e singolarmente minutissima quanto ai particolari, fu mai a modo suo. Or qual persona, che non viva nella cerchia dei professanti
fino ad ora trattata a fondo in tutto l'intriseco del sommovimento scienza, e quanti non Tedeschi hanno proprio i l dovere d'interessarsi
delle classi che vi presero parte, e come caso esemplare di sociologia del signor Dùhring? Ogni nazione ha, pur troppo, i suoi Dùhring.
economica? A farla breve, tutta la storia moderna di Francia e d'In- U n Engels di altra nazione, chi sa quali altri anti-chi sa che cosa
ghilterra non offre essa forse agli studiosi un più largo e sicuro capi- avrebbe scritto o scriverebbe. L'effetto vero di quel libro mi pare debba
tolo d'illustrazioni al materialismo storico, di quello non potessero fino esser questo su i socialisti di altri paesi e lingue, che l i abiliti a fornirsi
a poco tempo fa offrirlo le condizioni della Germania? Queste furono, di quelle attitudini critiche, che giovano per iscrivere tutti gli altri
nel fatto, dalla guerra dei trentanni in poi, grandemente intricate pei anti-x occorrenti a combattere ogni altra qualche cosa, che imbarazzi
od inficii i l socialismo, in nome di tante sociologie pullulanti d'ogni
parte. L e armi e i modi della critica devono, da paese a paese, subire
• Per ciò Hegel e gli Hegeliani, che cosi spesso usarono dei simbolismi verbali,
adoperavano la parola aufheben, che può significare, tanto toglier via e rimuovere, la legge della variabilità e dell'adattamento. Curare i l malato e nor
come -alzare, e quindi elevar di grado. la malattia; — in ciò consiste la modernità della medicina.
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A fare altrimenti di cosi, si rischia d'incorrere nella sorte toccata due miei saggi di materialismo storico, ai quali ora non c'è ragione
agli hegeliani, che vennero su in Italia dal 1840 al 1880, e specie io non ne faccia succedere degli altri. M i domandava più volte: ma
nel Mezzogiorno, anzi a Napoli. Furono in parte dei semplici epi- da che parte devo rifarmi, per dir cose, che ai lettori italiani non
goni, ma alcuni furon pensatori di polso. Nel tutt'insieme rappresen- tornino ostiche, straniere e strane? M i dite che io son riuscito: e
tavano una corrente rivoluzionaria di gran conto, a petto del tra- cosi sia. Non sarebbe un caso singolare di scortesia, che io volessi r i -
dizionale scolasticismo, dello spiritualismo alla francese e della filo- battere, ragionando, da arbitro, di me e delle lodi che voi mi fate?
sofia del cosi detto buon senso. D i tal movimento pur qualcosa s'è « Nel leggere — così scrivevo a un di presso cinque anni fa ad
risaputo in Francia; perché fu uno di questi hegeliani, e non il più Engels — la Heilige Familie, mi son ricordato degli.hegeliani di Na-
profondo e forte di tutti, i l V e r a * , che dette alla Francia appunto poli, in mezzo ai quali io vissi da giovanissimo, e mi pare di avere
le più leggibili traduzioni, con copiosissimi commenti, di alcune delle inteso e assaporato quel libro, più che non possa riuscire a molti, cui
opere fondamentali di Hegel. D i tutto quel movimento s'è perduta mancano al presente i dati proprii e intuitivi di quel curioso umori-
ora da noi la traccia e la memoria, nel giro di cosi pochi anni. G l i smo. M i parea di averla vista io stesso da vicino quella curiosa coterie
scritti di quei pensatori non si trovano che dai rivenditori di anti- di Charlottenburg, da Marx e da voi così singolarmente persiflée.
caglie e di bagattelle librarie. Cotcsta dispersione nel nulla di tutta Mi si ripresentava allo spirito, più che tutti gli altri, un professore di
una attività scientifica, non certo irrilevante, non è solo dovuta alle estetica, originalissimo e genialissimo uomo, che deduceva i romanzi
vicende non sempre belle e laudabili della vita universitaria, né al di Balzac, costruiva la cupola di S. Pietro e dispondeva in serie ge-
Solo dilagare epidemico del Positivismo, che manda qua e là frutti netica gl'istrumenti musicali; e pian piano, di negazione in negazione,
che paiono scienza da demi-monde, ma a ragioni più intrinseche. e con la negazione della negazione, giunse da ultimo alla metafìsica
Quegli hegeliani scrissero, e insegnarono, e disputarono come se stes- dell'inconoscibile, che, ignaro come ei fu sempre dello Spencer, e
sero, non a Napoli, ma a Berlino, o non so dove. Conversavano men- anzi a guisa di uno Spencer non glorificato, chiamò l'innominabile.
talmente coi loro Camarades d'Allemagne**. Rispondevano dalla cat- Anch'io da giovane vissi in quella specie di palestra, e non me ne
tedra o negli scritti alle obiezioni di critici noti a loro soltanto; fa- rincresce; vissi per' anni con l'animo diviso fra Hegel e Spinoza:
cendo cosi un dialogo, che a lettori e uditori parea monologo. Non riu- di quello difesi, con giovanile ingenuità, la dialettica contro lo Zeller
scirono a plasmare le loro trattazioni e la loro dialettica in libri, che iniziava i l neokantismo; di questo sapevo a memoria gli scritti,
che apparissero qual nuovo acquisto intellettuale della nazione. Co- e ne esposi, con intendimento di innamorato, la teoria degli affetti e
testo non piacevole e non lusinghiero ricordo mi stava innanzi alla delle passioni 2 2 . O r a tutte coteste cose mi tornano nella memoria come
mente, quando, quasi repugnante, m i misi a scrivere il primo dei
lontanissima preistoria. Avrò subita anch'io la mia negazione della
negazione? V o i mi spronate a scrivere di comunismo: ma io temo
• Il VERA scriveva ancora nel 1870 una Filosofia della Storia di hegeliano
sempre di far cosa di nessun valore quanto alle forze mie, e di poco
letterale della stretta osservanza. E quanto io lo tartassai nella recensione che ne scrissi effetto quanto all'Italia > 2 S .
nella Zeitschrift fiir exacte Philosophie, voi. X, pag. 79 e seg. 1872 ! 2 1
* • Di fatti ROSENKRANZ. uno dei corifei dell'epigonismo hegeliano, scriveva un E lui a rispondermi...; ma qui faccio punto. M i pare sia cosa
apposito libro intitolato: Hegel's Naturphilosophie und die Bearbeitung derselben presso che incivile i l riprodurre senza urgente ragione di pubblico in-
durch den italienischen Philosophen A. Vera, Berlin, 1868. Stralcio da quel libro teresse, le lettere private, specie a breve tempo dalla morte di chi le
alcuni brani, che fanno al caso mio. < È urto spettacolo interessante l'osservare come
il tedesco Hegel rinasca nella lingua italiana. I signori... (e qui una infilzata di scrisse. I n tutti i casi, anche stralciando da tali lettere private ciò che
nomi)... e tanti altri rendono i pensieri di Hegel con tale precisione e facilitò, che può esservi di puramente occasionale, e serbandone solo ciò che è di
dieci anni addietro sarebbe parsa in Germania cosa impossibile » (pag. 3). « Vera è
dottrina e di scienza, esse fan sempre poca fede e son di poco peso,
il più rigoroso sistematico che Hegel abbia mai avuto, che lo segue passo passo con
piena devozione > (pag. 5). « A chi d'ora innanzi adducesse le difficolti d'intendere a fronte degli scritti meditatamente destinati alla pubblicità. Col cre-
Hegel in tedesco, si potrò dar consiglio di leggerne la traduzione di Vera. Questa dovrò scere dell'interesse per il materialismo storico, e nel difetto di una
pur comprenderla, purché abbia, s'intende, l'intendimento indispensabile alla cognizione
filosofica » (pag. 9).
letteratura, che estesamente e partitamente lo illustri, s'è dato i l caso

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