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I diritti dei lavoratori cinesi interessano chiunque

Una ricerca finanziata dall’UE ha messo in luce il fatto che i lavoratori cinesi dispongono di una
comprensione limitata in merito ai propri diritti. L’impatto esercitato da questa situazione lavorativa si fa
sentire al di là dei suoi confini geografici. (piccola introduzione da poter inserire in prima pagina)

Società
La difficile circostanza dei lavoratori cinesi non si configura strettamente come un problema nazionale, ma
interessa anche l’Europa e il resto del mondo. Noi occidentali dovrebbero preoccuparsene, in quanto i bassi
livelli salariali e le condizioni repressive in Cina spiegano in parte le perdite di posti di lavoro nei nostri
paesi. Al tempo stesso, per le imprese occidentali esiste un interesse finanziario a mantenere lo status quo.

Questo stato delle cose ha indotto all’istituzione del progetto Chinese Labour, con l’obiettivo di definire la
situazione lavorativa in Cina nel dettaglio. Questa ricerca è stata intrapresa con il supporto del programma
Marie Curie. Nello specifico, il progetto ha esaminato le aspettative dei lavoratori domestici migranti di
nazionalità cinese per quanto riguarda ore di lavoro e retribuzioni e il ruolo di vari attori nello sviluppare tali
obiettivi. I ricercatori hanno inoltre preso in considerazione le ripercussioni esercitate da aspettative
crescenti tra i lavoratori cinesi sugli investitori europei.

La ricerca ha previsto lo svolgimento di un’analisi comparativa, effettuata su lavoratori dell’industria tessile


in Cina e Cambogia. Questa ha documentato i salari effettivi e quelli auspicati, la consapevolezza degli
operai per quanto concerne i loro diritti e le attività dei sindacati. I ricercatori hanno intervistato attivisti
impegnati nella difesa dei lavoratori cinesi e si sono basati su documenti politici e notizie di stampa in lingua
cinese. Il team del progetto ha fornito un quadro dettagliato della situazione relativa all’attivismo per la
difesa dei lavoratori in Cina, sia organizzato da ONG impegnate in questo campo, sia direttamente dai
lavoratori.

Repressione politica

I risultati hanno evidenziato che la maggior parte dei lavoratori cinesi conosce i propri diritti in modo molto
superficiale. Generalmente, infatti, essi si concentrano su questioni riguardanti il proprio reddito personale
ma dispongono di una conoscenza dei loro diritti collettivi e in particolare di quelli concernenti il
sindacalismo o gli scioperi, molto scarsa.

«Ciò è legato alla natura stessa del diritto del lavoro cinese», afferma il dott. Ivan Franceschini, ricercatore
principale del progetto, «che, per motivi politici, enfatizza i diritti individuali mettendo al contempo in
discussione quelli collettivi». Il livello di consapevolezza non era associato all’età. Questa scoperta
contraddice le sempre più diffuse credenze secondo cui i lavoratori più giovani sono presumibilmente più
attivi e che vi sarebbe un «risveglio dei diritti» in questa fascia d’età.
Ciononostante, negli ultimi anni un piccolo gruppo di attivisti cinesi ha iniziato a promuovere un approccio
all’attivismo per la difesa dei lavoratori più deciso. Il loro obiettivo era quello di stimolare la contrattazione
collettiva quale modo per offrire maggiori poteri ai lavoratori sul posto di lavoro.

La risposta del governo cinese è stata prevedibile. «Sin dal 2015, abbiamo assistito a una serie di repressioni
estremamente dure nei confronti degli attivisti per la difesa dei lavoratori», riferisce il dott. Franceschini.
«Ciò dimostra il fatto che le autorità cinesi sono determinate a controllare l’attivismo per la difesa dei
lavoratori a livello nazionale in modo ferreo al fine di non minacciare gli investimenti, soprattutto in periodi
di rallentamento dell’economia cinese». Nel corso del 2018 e del 2019 la repressione politica nel paese si è
sensibilmente inasprita, con nuove ondate di arresti.

Una nuova rivista

Tra i risultati del progetto figura anche la fondazione della rivista «Made in China Journal», un periodico a
cadenza trimestrale dedicato a lavoro, società civile e diritti umani in Cina. Tale pubblicazione ha
contribuito a creare una comunità globale di persone interessate alle ultime tendenze per quanto concerne
la società cinese, e in particolare relativamente alle questioni lavorative. La rivista è divenuta popolare, con
1 700 abbonati agli inizi del 2019 e più di 20 000 download di alcuni suoi numeri. La rivista è divenuta
influente, svolgendo un ruolo chiave nell’inquadrare discussioni politiche riguardanti le questioni lavorative
in Cina.

Le questioni lavorative cinesi interessano l’Europa. Il progetto ha contribuito a chiarire gli effetti,
organizzando al contempo una comunità globale di ricercatori, attivisti e responsabili delle politiche allo
scopo di affrontare l’argomento.

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