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APPUNTI DI MACROECONOMIA DA

CORSINI 2020/2021

December 3, 2020

Contents

I MODELLO DI BREVE PERIODO 4

II MODELLO DA - OA 4

1 LE IPOTESI 4
2 L'OFFERTA AGGREGATA 5
3 DOMANDA AGGREGATA 6
3.1 IL CONSUMO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
3.2 IL REDDITO DISPONIBILE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
3.3 GLI INVESTIMENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
3.4 LA FUNZIONE DI DOMANDA AGGREGATA . . . . . . . . . 7

4 L'EQUILIBRIO NEL MERCATO DEI BENI E SERVIZI E


DISOCCUPAZIONE DA INSUFFICIENZA DI DOMANDA 7
5 CONVERGENZA ALL'EQUILIBRIO 8
6 IL MOLTIPLICATORE DELL'EQUILIBRIO 9
7 POLITICA FISCALE 10
7.1 L'EFFETTO DELLA SPESA PUBBLICA . . . . . . . . . . . . 12
7.2 L'EFFETTO DELLE IMPOSTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
7.2.1 L'EFFETTO DELL'ALIQUOTA . . . . . . . . . . . . . . 13
7.2.2 L'EFFETTO DELLA COMPONENTE AUTONOMA . . 13

8 IL TEOREMA DEL BILANCIO IN PAREGGIO 14

1
III MODELLO IS - LM 15

9 LA CURVA IS 15
10 LA CURVA LM 19
10.1 I CASI LIMITE DELLA CURVA LM . . . . . . . . . . . . . . . 22

11 L'EQUILIBRIO NEL MODELLO IS - LM 23


12 POLITICA FISCALE E POLITICA MONETARIA 25
12.1 POLITICA FISCALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
12.2 POLITICA MONETARIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

13 IL MODELLO IS - LM IN ECONOMIA APERTA 29


13.1 LA CURVA IS IN ECONOMIA APERTA . . . . . . . . . . . . . 29
13.2 LA CURVA LM IN ECONOMIA APERTA . . . . . . . . . . . . 30
13.3 LA CURVA BP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
13.4 Il SISTEMA DI CAMBIO E POLITICA FISCALE E MONE-
TARIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
13.4.1 CAMBI FISSI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
13.4.2 CAMBI FLESSIBILI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

IV MODELLO DAE - OA (ADAS) 34

14 CURVA DI OFFERTA AGGREGATA 34


14.1 OA IN CONCORRENZA PERFETTA . . . . . . . . . . . . . . . 34
14.2 OA IN MERCATO CON FRIZIONI . . . . . . . . . . . . . . . . 36
14.3 OA CON MATERIE PRIME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37

15 CURVA DI DOMANDA AGGREGATA D'EQUILIBRIO 38


16 EQUILIBRIO NEL MODELLO DAE - OA 39
17 POLITICA FISCALE E MONETARIA NEL MODELLO DAE
- OA 41
17.1 POLITICA FISCALE IN DAE - OA . . . . . . . . . . . . . . . . 41
17.2 POLITICA MONETARIA IN DAE - OA . . . . . . . . . . . . . 43

18 FLUTTUAZIONI ECONOMICHE IN DAE - OA 44


18.1 SHOCK SUI SALARI NOMINALI . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
18.2 SHOCK SUL PREZZO DELLE MATERIE PRIME . . . . . . . 45

V LA CURVA DI PHILLIPS 45

19 L'EVIDENZA EMPIRICA E LA RELAZIONE DI PHILIPPS 46

2
20 LA CURVA DI PHILLIPS E LA RELAZIONE TRA INFLAZIONE
E DISOCCUPAZIONE 47
20.1 DETERMINAZIONE ANALITICA . . . . . . . . . . . . . . . . 47
20.2 SCELTE DI POLITICA ECONOMICA . . . . . . . . . . . . . . 47

21 IL MODELLO DI PHELPS: CURVA DI PHILLIPS ED EQUI-


LIBRIO NATURALE 49
21.1 ASPETTATIVE ACCELERATIVE . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
21.2 LE 3 PROPOSIZIONI DI PHELPS . . . . . . . . . . . . . . . . . 51

VI LA CRESCITA ECONOMICA 51

22 CONCETTI PRELIMINARI 51
23 MODELLO DI SOLOW DI ACCUMULAZIONE DEL CAPI-
TALE FISICO 52
23.1 LA FUNZIONE DI PRODUZIONE AGGREGATA . . . . . . . . 52
23.2 CAPITALE PER OCCUPATO E INVESTIMENTI . . . . . . . 53
23.3 LIVELLO D'EQUILIBRIO DEL CAPITALE PER OCCUPATO 54
23.4 STATICA COMPARATA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
23.4.1 CAMBIAMENTI NEL SAGGIO D'INVESTIMENTO . . 55
23.4.2 CAMBIAMENTI NEL TASSO DI CRESCITA DEGLI
OCCUPATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
23.5 LA GOLDEN RULE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
23.6 ESEMPIO CON COBB - DOUGLAS . . . . . . . . . . . . . . . 57
23.7 IL PROGRESSO TECNOLOGICO . . . . . . . . . . . . . . . . . 57
23.7.1 IL PROGRESSO TECNOLOGICO ESOGENO . . . . . . 57
23.7.2 IL PROGRESSO TECNOLOGICO ENDOGENO: AC-
CUMULAZIONE DI CONOSCENZA . . . . . . . . . . . 59

24 L'ACCUMULAZIONE DI CAPITALE UMANO 60


25 LE RISORSE NATURALI ESAURIBILI E IL TRADE OFF
INTERTEMPORALE 62

3
Part I

MODELLO DI BREVE PERIODO


Analizzeremo 3 modelli con stock di capitale e di attività nanziarie, reddito
atteso e tasso d'inazione ssi (K, SH, Y a , π a ):

1. DA - OA (domanda aggregata - oerta aggregata): w, P , i; NB P =>


πa = 0 => ra = i

2. IS - LM (Investment/saving - liquidity/money): w, P ; NB P => πa = 0


a
=> r =i
3. DAE - OA (domanda aggregata d'equilibrio - oerta aggregata): w

Part II

MODELLO DA - OA
1 LE IPOTESI

Salari nominali ssi w, dato che:

ˆ Il salario nominale, oltre che a rappresentare una fonte di reddito, indica


anche il livello relativo di ricchezza e di benessere rispetto ai lavoratori di
pari mansioni. Da ciò deriva una didenza verso variazioni al ribasso;

ˆ Esistono contratti di lunga durata in cui il salario è ssato;

ˆ Esistono costi di turn - over, incorporati nel salario nominale;

ˆ Le imprese, in un mercato imperfetto, hanno convenienza a non variare


(diminuire) il salario nominale per evitare di lasciare i lavoratori alla con-
correnza;

ˆ Riette le convenzioni sociali e culturali (es. salario minimo garantito);

ˆ I sindacati e le associazioni delle imprese possono svincolare il salario nom-


inale dalle dinamiche di domanda e oerta;

ˆ Le imprese usano il salario per disciplinare i lavoratori (es. salari di e-


cienza ).
Prezzi costanti P:
ˆ per ragioni di stabilità e incertezza, oltre che di risparmio (di tempo, mon-
etario ecc.) relativamente ai costi per l'individuazione del prezzo ( menù
cost mechanism ).

4
ˆ Presenza di imperfezioni nel mercato (es. prezzi monopolistici)

Tasso d'interesse costante i, che è l'assunzione con maggior ambiguità (cfr. mod-
ello IS − LM ).

Per quanto riguarda, l'equilibrio:

ˆ Domanda aggregata: D =C +I +G
ˆ Oerta aggregata: Y = Da le imprese adeguano oerta alla domanda
aggregata attesa
ˆ Equilibrio: DA = OA => Y =C +I +G

2 L'OFFERTA AGGREGATA

Dall'analisi microeconomica, si ricava che le imprese assicureranno i livelli di


produzione per cui P ≥ CM V e P ≥ CM g.
L'intervallo QR, nei suoi estremi è denito dalle seguenti condizioni:

ˆ Q: P = CM V e P > CM g e determina YM IN , al di sotto il prezzo


non è in grado di compenare nemmeno i costi medi variabili e all'azienda
conviene non diminuire la produzione;
ˆ R: P > CM V e P = CM g e determina YM AX , al di sopra all'azienda
conviene dimnuire la produzione perché la diminuzione dei costi marginali
è maggiore della diminuzione dei prezzi;
ˆ In (Q, R) vale la relazione Y = Da , ovvero l'oerta aggregata delle imprese
segue la domanda attesa aggregata.

5
La funzione di produzione (e di oerta) aggregata, dunque, è:

E' possibile avere un equilibrio per Da > YM AX , detto inazione repressa.

3 DOMANDA AGGREGATA

Partiamo dalla denizione: D =C +I +G

3.1 IL CONSUMO

Dato che prezzi, salari nominali e tasso d'interesse sono ssi, otteniamo la c.d.
funzione del consumo keynesiana :
C = C + cYd

C è la componente autonoma del consumo (in relazione a patrimonio, reddito


atteso e tasso d'interesse) e c= aC
aY ∈ (0, 1) la propensione marginale al consumo
( i consumi aumentano meno che proporzionalmente rispetto al reddito ).
Posso, inne, denire la propensione media al consumo :
C C+cYd C
Yd = Yd = Yd +c
funzione decrescente di Yd

La funzione di risparmio keynesiana è, invece:

S = Yd − C = (1 − c)Yd − C

S C
E la propensione media al risparmio:
Yd =1−c− Yd funzione crescente di
Yd

3.2 IL REDDITO DISPONIBILE

Dato che il reddito non è costante risulta che anche la tassazione e le imposte
variano, in particolare:

T = T + tY

T è la componente indipendente dal reddito e t∈[0, 1] è l'aliquota media di


imposta.
I trasferimenti pubblici:

TR = TR − τY

6
TR è la componente indipendente dal reddito e τ ∈[0, 1] misura la variazione
(negativa) nei trasferimenti all'aumentare del reddito.
Dunque, il reddito disponibile diventa:

Yd = Y − T + T R = (1 − t − τ )Y − T + T R dove t+τ <1

3.3 GLI INVESTIMENTI

La funzione di investimento, inne, diventa: I = I(Ya , i + σ) = I


Da Guerazzi, 2015, p.3 :
1

However, it is well known that in the General Theory the com-


ponent of private expenditure mainly driven by market psychology
instead of economy's fundamentals is not consumption but corpo-
rate investment; indeed, Keynes (1936) coined the term `animal
spirits' just to describe the non - fundamental based behaviour of
entrepreneurs regarding investment spending. Moreover, according
to Keynes (1936), private investment  via the multiplier eect 
was the main driver of business cycles (cfr. Smith and Zoega, 2009).

3.4 LA FUNZIONE DI DOMANDA AGGREGATA

Possiamo scrivere:

D = C + cYd + I + G = C + c[(1 − t − τ )Y − T + T R] + I + G =
C − c(T − T R) + I + G + c(1 − t − τ ) Y , da cui:
| {z } | {z }
Z ĉ

D = Z + ĉY

Z è la componente autonoma della domanda aggregata e ĉ = c(1 − t −


τ )∈(0, 1) la propensione marginale al consumo al netto della politica scale.

4 L'EQUILIBRIO NEL MERCATO DEI BENI E

SERVIZI E DISOCCUPAZIONE DA INSUF-

FICIENZA DI DOMANDA

Considero il sistema

Y = Da


D = Z + ĉY
1 Animal spirits, investment and unemployment: An old Keynesianview of the Great Reces-
sionMarco Guerrazzi, Department of Economics  DIEC, University of Genoa, Available online
27 October 2015, https://www.researchgate.net/publication/283967034_Animal_Spirits_
Investment_and_Unemployment_An_Old_Keynesian_View_of_the_Great_Recession

7
Risolvendo ottengo che la produzione/oerta d'equilibrio è:

Z
YE = 1−ĉ

Naturalmente se Z ↑ (traslazione verso l'alto) e/o ĉ ↑ (rotazione attorno a


E) allora Y E ↑, MA solo quando Y E ≤ YM AX , altrimenti, dato l'esaurimento
della capacità produttiva, si verica solo un aumento dell'eccesso di domanda
(inazione repressa, peché l'economia contiene i germi di un aumento dei prezzi
guidato dall'eccesso di domanda ).
Gracamente:

Tuttavia E rappresenta un equilibrio di sottoccupazione in quanto la do-


manda di beni e servizi non è suciente a generare un oerta d'equilibrio tale
da garantire il pieno impiego. Dato che non esistono forze di mercato che spin-
gono l'economia al pieno impiego ci si trova in un equilibrio di sottoccupazione.
Una possibile soluzione è l'aumento della spesa pubblica (G ↑ => Z ↑ => D ↑).

5 CONVERGENZA ALL'EQUILIBRIO

Supponendo aspettative adattive da parte delle imprese sulla domanda aggre-


a
gata (Dt = Dt−1 ) allore si verica convergenza:

8
Le imprese, per via del difetto di previsione (es. a Y0 risulta D0 > Y0 no
a E), continuano a decumulare scorte, aumentando la produzione. Non è da
escludere, però, la possibilità di cicli delle scorte.

6 IL MOLTIPLICATORE DELL'EQUILIBRIO

La derivata di YE rispetto alla componente autonoma del consumo C viene


denito moltiplicatore keynesiano del reddito :
aY E 1
aC
= 1−ĉ >1

Una variazione di un'unità di consumo autonoma determina una variazione


più che proporzionale nel reddito d'equilibrio 2 .
Impatto: C ↑ => D ↑ => Y ↑ => C ↑ => D ↑ => Y ↑, ovvero l'aumento
dei consumi autonomi ha un impatto diretto sul reddito, che aumenta, e un
impatto indiretto e sequenziale sui consumi variabili, permettendo un ciclo vir-
tuoso di aumento della domanda aggregata e del reddito stesso. L'impatto degli
impulsi diminuisce man mano che la sequenza progredisce.

2 4Y E = aY E 4C =
 
1
1−ĉ
4C > 4C
aC

9
L'eetto complessivo sul reddito è la somma delle singole variazioni:
 
4Y E = 4C + ĉ4C + ĉ2 4C + ... = (1 + ĉ + ĉ2 + ...)4C = 1
1−ĉ 4C
|{z} | {z } | {z }
E0 Q0 R1 Q1 R2 Q2

NOTA BENE: dato che ĉ viene moltiplicato per una potenza sempre più
grande, il peso associato a 4C è sempre più piccolo e gli impulsi sono sempre
meno rilevanti.
aY E 1
Il moltiplicatore della spesa per investimenti è il medesimo:
aI
= 1−ĉ >1

7 POLITICA FISCALE

IL SALDO DI BILANCIO PUBBLICO

SB = T − G − T R − i BPPU B = T + tY − G − T R + τ Y − i BPPU B = (t + τ )Y +
T − G − T R − i BPPU B

Saldo di bilancio pubblico d'equilibrio: SB E = (t + τ )Y E + T − G − T R −


i BPPU B

In merito, a t e τ : maggiore è il reddito e maggiore è la tassazione sugli


individui che lo Stato può permettersi; maggiore è il reddito, minori sono i
trasferimenti da dover fare ai meno abbienti e, di conseguenza, si ha un maggiore

10
risparmio pubblico da trasferimenti non avvenuti. Il saldo di bilancio pubblico è
una funzione crescente del reddito con pendenza t + τ .
Dato che dipende dal reddito corrente, non è possibile partendo da SB E
capire se un governo stia perseguendo una politica espansiva o no, perciò si usa
il cosiddetto:

Saldo di bilancio pubblico di pieno impiego: SB P I = (t + τ )Y LP + T − G −


T R − i BPPU B

Esso è calcolato nell'ipotesi che il sistema economico si trovi in situazione


di piena occupazione e che la legislazione vigente rimanga immutata (che non
vi siano, cioè, nuove entrate e nuove spese). Il saldo risultante indicherà se
si è di fronte ad una politica scale restrittiva o espansiva.La necessità di
un tale strumento è legata alla presenza, in un sistema economico, di stabi-
lizzatori automatici : questi ultimi operano a prescindere da qualsiasi scelta
discrezionale dell'operatore pubblico, per cui un eventuale disavanzo di bilan-
cio potrà vericarsi semplicemente per la riduzione del gettito scale connessa
ad una congiuntura negativa. L'utilizzo del bilancio di pieno impiego presenta
però l'inconveniente di non distinguere fra variazioni delle entrate e quelle delle
spese e di non considerare adeguatamente l'eetto di alcune politiche scali
espansive: essendo calcolato sotto l'ipotesi di pieno impiego, esso non potrà ril-
evare situazioni di disoccupazione né eventuali provvedimenti quali le indennità
di disoccupazione. Per tali motivi al bilancio di pieno impiego si preferiscono
altri indicatori della politica scale quali la leva scale.

Gracamente:

11
7.1 L'EFFETTO DELLA SPESA PUBBLICA

Calcoliamo il moltiplicatore della spesa pubblica:

aY E 1
aG = 1−ĉ > 1, dipende negativamente dall'aliquota t

L'aumento del reddito, dunque, sarà pari a:


 
1
4Y E = 1−ĉ 4G e 4D = 4G

Stessa situazione, ma di segno opposto, in caso di manovre restrittive, in cui


una certa riduzione della spesa pubblica determina una ben maggiore contrazione
del reddito.
Inoltre, bisogna sottolineare che l'eetto del moltiplicare si determina in-
dipendentemente dall'ecienza della spesa pubblica, ovvero riguarda solo l'aspetto
della domanda e non i modi attraverso cui la spesa pubblica incida sull'assetto
produttivo.

L'eetto sul saldo di bilancio pubblico d'equilibrio, invece:

aSB E E
t+τ ĉ−1+t+τ c(1−t−τ )−(1−t−τ )
aG = −1 + (t + τ ) aY
aG = −1 + 1−ĉ = 1−ĉ = 1−ĉ
<0
aSB E (c−1)(1−t−τ )
aG = 1−ĉ <0

Non esiste nel modello DA - OA la possibilità che un aumento di G produca


un aumento del saldo di bilancio pubblico (NON ESISTE PASTO GRATIS).

12
7.2 L'EFFETTO DELLE IMPOSTE

7.2.1 L'EFFETTO DELL'ALIQUOTA


Calcoliamo il moltiplicatore dell'aliquota d'imposta:

aY E cZ
at = − (1−ĉ)2 < 0

L'eetto è negativo, ma decresce al crescere dell'aliquota ():


t ↑=> ĉ ↓=> D ruota verso il basso
t ↑=> T ↑=> Yd ↓=> C ↓=> D ↓=> Y ↓=> C ↓=> D ↓=> ...
Invece, l'eetto sul saldo di bilancio pubblico d'equilibrio:
h i
aSB E c(t+τ )Z Z c(t+τ )Z Z c(t+τ )
at =YE − (1−ĉ)2 = 1−ĉ − (1−ĉ)2 = 1−ĉ 1− 1−ĉ =
h i h i  
Z 1−ĉ−c(t+τ ) Z 1−c(1−t−τ )−c(t+τ ) Z 1−c Z(1−c)
= 1−ĉ 1−ĉ = 1−ĉ 1−ĉ = 1−ĉ 1−ĉ = (1−ĉ)2
>0

Un aumento dell'aliquota porta ad un miglioramento del saldo di bilancio


d'equilibrio. e riduce lo stock di debito pubblico (t ↑ => SB ↑ => BP U B ↓),
senza per forza, però, ridurre il rapporto debito - PIL (t ↑ =>Y ↓=> BP UYB /P ↑).
Inoltre, un aumento dell'aliquota scale potrebbe dar maggior ducia ai mer-
cati nanziari, che abbassano il tasso d'interesse i richiesto per i titoli del debito
pubblico (dato che stiamo considerando il modeLLO DA - OA, i è sso).

7.2.2 L'EFFETTO DELLA COMPONENTE AUTONOMA


Calcoliamo il moltiplicatore:

aY E c
aT
= − 1−ĉ <0

L'eetto sul saldo di bilancio pubblico d'equilibrio:

aSB E c(t+τ )
aT
=1− 1+ĉ >0

Un aumento di T porta ad un miglioramento di SB E .


Concludendo possiamo aermare che ogni manovra di bilancio espansiva,
ossia che porti ad aumenti del livello del reddito di equilibrio, porta anche ad
un peggioramento del saldo di bilancio pubblico di equilibrio. Ovvero che ogni
manovra che miri a diminuire un eventuale decit dello Stato deve passare per
una diminuzione del reddito (e quindi dell'occupazione) di equilibrio.

13
8 IL TEOREMA DEL BILANCIO IN PAREG-

GIO

Consideriamo un aumento della spesa pubblica Ge un aumento delle tasse sse


T.

Il legame è esplicitato dal teorema del bilancio in pareggio:

Una manovra espansiva in pareggio di bilancio pubblico risulta in un aumento


del reddito d'equilibrio pari esattamente alla spesa pubblica
Assumendo: t=τ =0 e c = ĉ, il saldo di bilancio pubblico diventa:

iBP U B
SB = T − T R − G − P

Per farsì che il bilancio non cambi dopo l'aumento di spesa pubblica e tasse
sse deve valere 4G = 4T > 0. Ciò prende il nome di manovra in pareggio di
bilancio.
Determiniamo l'impatto sul reddito:
 
aY E aY E aY E aY E 4G c4G 1−c
4Y E = aG 4G+ aT 4T = aG 4G+ aT 4G = 1−c − 1−c = 1−c 4G =
4G

aY E aY E
NOTA BENE:
aG > aT , poiché il moltiplicatore della spesa pubblica
è maggiore di quello della tassazione ssa, dal livello analitico. Al livello eco-
nomico, si può dire che la spesa pubblica aumenta la domanda aggregata di
4D = 4G in prima istanza e successivamente per eetto del moltiplicatore,

mentre un aumento delle tasse sse riduce il reddito disponibile di 4Yd = 4T ,

14
ma dato che C = C + cYd , l'impatto complessivo sulla domanda aggregata è
c4T < 4G, ovvero non tutte le tasse si traducono in minori consumi.

Le principali ragioni contro una politica espansiva, seppur in pareggio di


bilancio, sono:

1. Inecienza della spesa pubblica;

2. Eccessiva tassazione disincentiva il lavoro, dato che la maggior parte del


reddito individuale è assorbito dallo Stato;

3. Fenomeni di traslazione d'imposta e di resistenza politica nella società.

Se seguo una politica scale in cui 4G = 4T > 0, ma t>0, migliora sia il saldo
di bilancio sia la tassazione (maggiore reddito da tassare).

Part III

MODELLO IS - LM
Versione ampliata del modello DA - OA, considerando il tasso d'interesse i e la
M
moneta . Il tasso d'interesse è determinato endogenamente, considerando i
P
mercati nanziari. Vengono mantenute le ipotesi di prezzi e salari nominali ssi.
Il modello venne sviluppato da John Hicks nel 1937, nell'ambito della sintesi
neoclassica.

9 LA CURVA IS

La funzione di oerta rimane la stessa, mentre nella domanda caratterizzo in


+ −
maniere più precisa il ruolo degli investimenti I = (Y a , i + σ).

Ovviamente se i↓ => I ↑ => DA ↑ => OVVERO per ogni livello


Y E ↑,
del tasso d'interesse ottengo un livello d'equilibrio del reddito diverso. La curva
IS descrive tale relazione, cioè le coppie (i, Y ) che realizzano l'equilibrio nel
mercato dei beni.

15
Possiamo analizzare, allora le dinamiche di aggiustamento dei punti fuori
dalla IS:

16
ˆ In L, a parità di produzione, si registra un eccesso di domanda, trainato
dal tasso d'interesse minore da quello d'equilibrio (maggiori investimenti).
Il sistema converge sulla IS verso destra, attraverso l'aumento della pro-
duzione da parte delle imprese.

ˆ In Q, a parità di produzione, si registra un eccesso di oerta, trainato dal


tasso d'interesse maggiore di quello d'equilibrio (minori investimenti). Il
sistema converge sulla IS verso sinistra, attraverso la diminuzione della
produzione da parte delle imprese.

Bisogna sottolineare, però, che il tasso d'interesse inuenza anche i consumi


C = (Yd , E, Ya , i) sia direttamente sia indirettamente (valore del patrimonio
aggregato).
Non a caso, il tasso d'interesse descrive le preferenze tra consumo cor-
rente e risparmio, pur essendo sottoposto ad un'ambiguità (eetto reddito posi-
tivo/negativo contro eetto sostituzione negativo/positivo ad un aumento/diminuzione
del tasso d'interesse).
Sul patrimonio il tasso d'interesse incide per mezzo del real balance eect,
ovvero un aumento/diminuzione del tasso d'interesse, riduce/aumenta il prezzo
delle azioni e, di conseguenza, il valore del patrimonio e dei consumi.
In particolare, la domanda aggregata si può scrivere come:

αY a
D = C(Y − T + T R − (t + τ )Y, M
P
+ a
i+σ .Y , i) + I(Y a , i + σ) + G

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Si registrano: un eetto negativo e un eetto incerto sui consumi e un eetto
negativo sugli investimenti. Prevalgono gli eetti negativi e si suppone che
l'eetto complessivo del tasso d'interesse sulla domanda aggregata sia negativo:
? −
aD aD aC aD aI
ai = aC ai + aI ai <0

La funzione generale di domanda e la condizione d'equilibrio nel mercato dei


beni e servizi (che denisce la curva IS) diventano:

+ +
− +
αY a
D((1 − t − τ )Y − T + T R, M
P
+ i+σ , i + σ, G) = Y

ˆ Eetto della spesa pubblico è unitario:


aD
aG = 1 (se i = i0 , G ↑ => D ↑ =>
Y ↑ => l'aumento di G fa traslare verso l'alto la IS, portando nel
IS ↑):
punto R un eccesso di domanda e una dinamica di aggiustamento legata
all'aumento del tasso d'interesse (a parità di reddito);
ˆ Eetto del reddito: = ĉ = c(1−t−τ ): l'aumento del reddito determina
aD
aY
un meno che proporzionale aumento della domanda;
ˆ Eetto dell'aliquota d'imposta: l'aumento di t, diminuendo ĉ, aumenta
l'inclinazione di IS e un eccesso di oerta in R e una dinamica di aggius-
tamento legata alla diminuzione del tasso d'interesse.

COEFFICIENTE ANGOLARE DELLA CURVA IS:


Scrivo la IS nel seguente modo:

Y = D(Y, i)

18
Utilizzo il dierenziale totale:

aD aD aD
dY = aY dY + ai di, considerando che aY = ĉ, ottengo:

coeciente angolare IS: ai


aY = 1−ĉ
aD/ai <0

REGOLA: ad un maggior livello di reddito deve corrispondere una maggiore


domanda tramite un più basso tasso d'interesse.

10 LA CURVA LM

La curva LM rappresenta le coppie di interesse e livello di reddito (i, Y ) che


garantiscono l'equilibrio nel mercato della moneta e nel mercato dei titoli, dato
il vincolo patrimoniale aggregato.
L'equazione della curva LM è:

+ − + +
M
P
= L(Y , i , σ, Ya ), notando che nel breve periodo Y 6= Ya

Scrivendo la curva come LM : MP


= L(Y, i),il coeciente angolare si calcola
aL
con il dierenziale totale: 0 = aY dY + aL
ai di, da cui:

ai
aY = − aL/aY
aL/ai > 0

REGOLA: un aumento del reddito porta ad un aumento della domanda di


moneta, che viene controbilanciata da un aumento del tasso d'interesse.

19
ˆ Nel punto Q, al di sopra di LM, c'è un tasso d'interesse più alto a pari
livello di reddito rispetto a R. Di conseguenza, in Q c'è un eccesso di oerta
di moneta che, tramite un eccesso di domanda nel mercato dei titoli, fa
diminuire il tasso d'interesse, portando alla convergenza sulla LM;

ˆ Nel punto L, al di sotto di LM, c'è un tasso d'interesse più basso a pari
livello di reddito rispetto a R. Di conseguenza, in Q c'è un eccesso di
domanda di moneta che, tramite un eccesso di oerta nel mercato dei
titoli, fa aumentare il tasso d'interesse, portando alla convergenza sulla
LM.

La posizione di LM, invece, dipende da:

ˆ L'oerta reale di moneta,


M
M ↑=> M
PP
:↑=> L < M
P
=> T d > T =>
PB , PA ↑=> i ↓=> L ↑=> LM ↓, OVVERO A parità di reddito, se
aumenta (diminuisce) l'oerta reale di moneta, la LM trasla verso il basso
(alto).
ˆ Il grado di rischio, σ, il cui aumento fa traslare verso l'alto la LM (in R
eccesso di domanda di moneta con aumento del tasso d'interesse).

20
21
10.1 I CASI LIMITE DELLA CURVA LM

In dottrina esistono due casi limite nella curva LM, ovvero due modi antitetici
di funzionamento del mercato:

IL CASO CLASSICO
Il tasso d'interesse non inuenza la domanda di moneta, poiché questa è
prevalentemente domanda di moneta per ni transativi. La politica monetaria
è molto ecace.
M
aL
ai =0 => LM : P
= LC (Y )

Curva LM C ha inclinazione innita ed esiste un unico punto che garantisce


l'equilibrio nei mercati nanziari. La domanda di moneta dipende solo dal
reddito, ovvero:
ssato un livello di reddito, possiamo individuare un livello di domanda della
moneta, che rimane tale per qualsiasi tasso d'interesse.
IL CASO KEYNESIANO
Gli operatori non modicano la propria domanda di titoli, in risposta a
variazioni dell'oerta reale di moneta. Il tasso d'interesse è rigido (i = i) e la
domanda di moneta è estremamente sensibile al tasso d'interesse.

aL
ai → −∞

La curva LM è piatta
3 e il tasso d'interesse è indipendente dall'oerta reale
di moneta (la quatità di titoli detenuta dagli operatori rimane costante), ovvero
la politica monetaria è inecace.
Ciò viene denita trappola della liquidità, ed è causata dal fatto che aspetta-
tive molto pessimistiche sul prezzo atteso delle obbligazioni/azioni (PBa (1) < PB )
potrebbero determinare un T IRB = < 0, portando gli operatori
a
b(1)+PB (1)−PB
PB
a una stretta preferenza per detenere moneta, invece che titoli. Ciò porta gli
operatori a detenere tutta la moneta che gli viene oerta.
La probabilità della trappola di liquidità è maggiore in contesti a basso tasso
d'interesse, in cui è improbabile che i prezzi dei titoli possano salire e, di con-
seguenza, c'è maggiore probabilità di perdite in conto capitale.
Gracamente:

3 Tuttavia, oltre una certa soglia di reddito la LM riassume un coeciente positivo. Ciò è
probabile a livelli sucientemente alti di tasso d'interesse.

22
11 L'EQUILIBRIO NEL MODELLO IS - LM

L'equilibrio è dato dall'intersezione tra IS e LM, identicato dal seguente sis-


tema:

+ + − +
αY a E
IS : D((1 − t − τ )Y E − T + T R, Yda , M
P
+ i+σ , i + σ, G) = Y E
+ − +
M +
LM : P
= L(Y E , iE , σ, Ya )
Nel piano vengono inidividuate quattro regioni e la dinamica di aggius-
tamento è a spirale, ma se ipotizziamo che i mercati nanziari convergano
all'equilibrio più velocemente rispetto a quelli dei beni e dei servizi allora il
sistema si muove sulla LM no all'equilibrio:

TUTTAVIA, è possibile trovarsi in situazioni in cui manca l'equilibrio, cioè


il tasso d'interesse è zero, il mercato dei beni è in equilibrio, mentre il mercato

23
della moneta rimane in eccesso di oerta.

Allo stesso tempo, però, i titoli possono presentare tasso negativo, soprat-
tutto laddove abbiano una alto grado di sicurezza (es. i titoli di stato tedeschi o
svizzeri). Inoltre, anche se per gli operatori non sarebbe conveniente acquistare
titoli a tasso negativo, il principale trade o sarebbe i costi di detenzione, ad
esempio, di ampie scorte monetarie.

Sull'equilibrio incide anche il rischio nel mercato azionario, dato che la do-
manda di moneta dipende positivamente dal rischio delle azioni.

M
σ ↑=> L ↑=> L > P
=> T d < T => PB , PA ↓=> i ↑=> I ↓=> D ↓=>
Y ↓=> LM a sinistra

Altrimenti detto, a parità di reddito gli individui vogliono una maggiore quan-
tità di moneta, causando l'aumento del tasso d'interesse. La IS non è toccata,
salvo elevati livelli d'incertezza.

24
12 POLITICA FISCALE E POLITICA MONE-

TARIA

12.1 POLITICA FISCALE

Analizziamo due tipi di politiche scali:

AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA

ESITO: il reddito è aumentato, ma sono diminuiti gli investimenti e si ha


un eetto ambiguo sui consumi (generalmente, però, aumentano). Il grado di
spiazzamento è pari esattamente al segmento RQ.
Calcoliamo il moltiplicatore della spesa pubblica, ricordando che IS : Y =
D(Y, G, i):

Dierenziale totale:

(
IS : dY E = aD aD
aG dG + aY dY
E
+ aD
ai di
E
E aL/aY E
ai di => di = − aL/ai dY
aL
LM : 0 = aY dY + aL
aD aD
Inoltre, onsiderando che
aG =1 e
aY = ĉ e sostituendo:

25
dG + ĉdY E − aD aL/aY
ai aL/ai dY
E
= dY E
 
dG = 1 − ĉ + aD aL/aY
ai aL/ai dY E
− +
aD aL/aY aD aL/aY
Notando che
ai − , ovvero
ai aL/ai >0
aL/ai
dY E 1
dG = aL/aY
1−ĉ+ aD
ai aL/ai
+

aD aL/aY
Dato l'eetto positivo di
ai aL/ai (data l'ipotesi del tasso d'interesse de-
terminato endogenamente), il moltiplicatore della spesa pubblica nel modello di
IS - LM è minore di quello nel modello DAO - OA e, quindi , il tasso d'interesse
frena l'eett espansivo della spesa pubblica.
dY E
ˆ Nel caso classico: − aL/aY
aL/ai → ∞ =>
dG →0 => spesa pubblica ine-
cace

dY E
ˆ Nel caso keynesiano:
ai → −∞ =>
aL
− aL/aY
aL/ai = 0 =>
dG = 1
1−ĉ =>
spesa pubblica massimamente ecace

La conclusione è che la politica scale è tanto più ecace tanto più la domanda
di moneta è sensibile al tasso d'interesse e tanto meno sensibile alla domanda
aggregata.
Ovviamente, come nel modello DAO - OA, un aumento della spesa pubblica
determina inevitabilmente un peggioramento del saldo di bilancio pubblico.

26
DIMINUZIONE DELL'ALIQUOTA D'IMPOSTA

ESITO: il reddito è aumentato, ma sono diminuiti i consumi e gli investi-


menti. La domanda, alla ne, è rimasta invariata, poiché l'oerta reale di mon-
eta non è cambiata. Inoltre, rispetto al modello DAO - OA il reddito aumenta
di meno, perché è presente l'eetto frenante dell'aumento del tasso d'interesse
(diminuzione degli investimenti). Il grado di spiazzamento è pari esattamente
al segmento RQ. Il saldo di bilancio pubblico peggiora, naturalmente.

27
12.2 POLITICA MONETARIA

La Banca Centrale decide di aumentare l'oerta nominale di moneta, M ↑,


distribuendo moneta direttamente agli operatori (helicopter money):

Si arriva al punto E'.


Si verica un meccanismo di trasmissione della politica monetaria, per cui il
cambiamento di una variabile nominale (M ) ha eetti reali (D e Y ). Si possono
immaginare 3 scenari:

1. Gli individui preferiscono detenere la moneta aggiuntiva: A livello indi-


viduale, l'aumento una tantum della quantità nominale di moneta non
cambia le abitudini di consumo degli individui, che, di conseguenza, ten-
deranno a detenere la moneta, invece di spenderla. Ciò determina, a livello
aggregato, un aumento dei depositi e inuisce sul mercato dei titoli, por-
tando a tendenze al ribasso sul tasso d'interesse e, inne, sul livello degli
investimenti e sulla domanda aggregata;

2. Gli individui spendono tutta la moneta aggiuntiva in consumo corrente: Si


può immaginare una situazione inversa, in cui l'aumento una tantum de-
termina solamente per breve termine un aumento dei consumi, che subito
ritornano al livello precedente;

3. Gli individui spendono parte della moneta aggiuntiva: gli individui potreb-
bero decidere di allocare la tantum su un arco di tempo più lungo (es. la

28
loro vita), così da garantire un leggero aumento dei consumi ogni anno.

Se l'aumento dell'oerta nominale di moneta fosse stato eettuato tramite


un operazione di mercato aperto (acquisto di titoli) allora l'aumento dello stock
monetario degli operatori sarebbe stato compensato dalla diminuzione uguale
di titoli e, di conseguenza, la IS non avrebbe cambiato posizione. Il sisteme,
una crescita
dunque, si sarebbe fermato prima (punto E), registrando comunque
(anche se minore) del reddito e una diminuzione (decisamente maggiore) del
tasso d'interesse.
Nel caso keynesiano, un aumento dell'oerta reale di moneta non incide sul
tasso d'interesse e la politica monetaria è inecace. Di conseguenza, l'unico
modo per aumentare il reddito è aumentare la spesa pubblica (politica scale
ecace) e, dato che il tasso d'interesse non varia, tale manovra è particolarmente
ecace.

POLITICA FISCALE VS POLITICA MONETARIA


Ponendoci, però, in un contesto normale, si può ipotizzare che una politica
monetaria sia più conveniente di una politica scale, perché la prima migliora il
saldo di bilancio pubblico, mentre la seconda lo peggiora. Allo stesso tempo, nel
lungo periodo o supponendo un tasso d'inazione non nullo è possibile correre
nelle politiche monetarie rischi inattivi.

In ultimo, una politica scale riguarda variazioni di una grandezza - usso


(es. la spesa pubblica), determinando un'entità che deve essere pagata di anno
in anno. Al contrario, in una politica monetaria si determina la variazione di
una grandezza - stock (la moneta), che rimane tale in maniera permanente.

13 IL MODELLO IS - LM IN ECONOMIA APERTA

13.1 LA CURVA IS IN ECONOMIA APERTA

Ampliamento ed ipotesi della curva:

1. Si considerano importazioni ed esportazioni

2. Paese piccolo e reddito mondiale dato

ePm

3. Le importazioni si esprimono come M =m P Y
! !
− +
4. m = m ePm
P => SBC ePm
P , OVVERO condizioni di Marshall -
Lerner;
5. Il patrimonio degli individui non è inuenzato dall'apertura al resto del
mondo

29
+ ! − !
+ + + −
a
− +
ePm ePm
IS : D((1 − t − τ )Y − T + T R + T RASF , Yda , M
P
+ αY
i+σ + P P N E, i + σ, G, X P , Ym , m P Y )=

1−ĉ+m
La sua inclinazione (negativa):
ai
aY = aD/ai < 0, dato che
aD
aY = ĉ − m.

Da notare che la IS in economia aperta aumenta la propria pendenza.

13.2 LA CURVA LM IN ECONOMIA APERTA

Ipotizzando che gli operatori nazionali acquistino solo moneta e titoli nazionali
e solo obbligazioni estere.

+ − + −
M +
LM : P
= L(Y E , iE , σ, Ya , im + gea )

La sua inclinazione è:
ai
aY = − aL/aY
aL/ai > 0

13.3 LA CURVA BP

La curva BP rappresenta le coppie (i, Y ) che garantiscono l'equilibrio nella bi-


lancia dei pagamenti (SBP = 0).
!
+ + − +
ePm
BP : SBP = SBC P , Ym , Y + SCAF (i − (im + gea )) + T RASF = 0
=X−M

Posso considerare il dierenziale totale:

aSBC aSCAF
aY dY + ai di = 0

L'inclinazione è
ai
aY = − aSBC/aY
+ ≥ 0, ma per le ipotesi di perfetta sosti-
aSCAF/ai
tuibilità tra obbligazioni nazionali ed estere e l'elevata sensibilità dello SCAF al
tasso d'interesse:
→ ∞ => di → 0, BP diventa una retta parallela all'asse delle
aSCAF

ai dY
ascisse denita nel seguente modo:
BP : iE = im + gea => SBC = −SCAF e ad ogni suo punto corrisponde
un diverso saldo della bilancia commerciale, che è prontamente bilanciato da
un saldo del conto delle attività nanziarie di pari entità, ma di segno opposto.
Detto in altro modo, acquistando o vendendo titoli sui mercati nanziari è pos-
sibile compensare gli squilibri della bilancia commerciale.
MODELLO DI MUNDELL - FLEMING O MODELLO IS - LM - BP

30
Notiamo che nel punto E siamo in in presenza di un disavanzo nella bilancia
commerciale. Si ipotizza, inne, che i mercati nanziari si aggiustino istanta-
neamente.

13.4 Il SISTEMA DI CAMBIO E POLITICA FISCALE


E MONETARIA

13.4.1 CAMBI FISSI


Dinamiche di aggiustamento:

BC
ˆ SBP < 0, uscita di capitali => M ↓ e RV ↓ =>
M
P
↓, P P N E ↑ =>
i ↑, Y ↓ => SBP ↑; LM trasla verso l'alto per eetto della diminuzione
M
di , mentre la IS non si muove, perché il calo della quantità nominale
P
di moneta detenuta dagli operatori nazionali è compensata dall'aumento
dello stock di obbligazioni estere possedute (cambiamento della compo-
sizione del patrimonio);

BC
ˆ SBP > 0, entrata di capitali => M ↑ e RV ↑ =>
M
P
↑, P P N E ↓ =>
i ↓, Y ↑ => SBP ↓; LM trasla verso il basso per eetto dell'aumento di
M
, mentre la IS non si muove, perché l'aumento della quantità nominale
P
di moneta detenuta dagli operatori nazionali è compensata dalla dimin-
uzione dello stock di obbligazioni estere possedute (cambiamento della
composizione del patrimonio).

In entrambi i casi,il sentiero di aggiustamento prevede un salto immediato sulla


BP, legato al tasso d'interesse, e movimento dell'economia lungo la BP.

31
AUMENTO DELL'OFFERTA NOMINALE DI MONETA (POLITICA MON-
ETARIA)

M ↑=> LM verso basso => i ↓, Y ↑=> i < im => SCAF → −∞ =>


BC
SBP < 0 => M ↓, P P N E ↑=> i ↑=> I ↓=> Y ↓=> LM ritorna a E

Esito: la politica monetaria è inecace ad aumentare il reddito, ma migliora


la posizione patrimoniale netta verso l'estero e peggiora le riserve valutarie.

AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA (POLITICA FISCALE)

G ↑=> IS verso alto a E 0 => i ↑, Y ↑=> i > im => SCAF → +∞ =>


BC
SBP > 0 => M ↑, P P N E ↓=> i ↓=> I ↑=> Y ↑=> LM verso basso f ino a E 00

Esito: la politica scale è ecace ad aumentare il reddito, riserve, consumi


e investimenti, ma a sfavore della PPNE.
Inoltre, una politica scale restrittiva in cambi ssi sarebbe molto ecace,
in quanto l'eetto del moltiplicatore della spesa pubblica è aancato anche
dall'aumento del tasso d'interesse determinato dalla riduzione della quatità nom-
inale di moneta per via della Banca Centrale.

32
13.4.2 CAMBI FLESSIBILI

AUMENTO DELL'OFFERTA NOMINALE DI MONETA (POLITICA MON-


ETARIA)

M ↑=> LM verso basso a E 0 => i ↓, Y ↑=> i < im => SCAF → −∞ =>


SBP < 0 => DV N < OV N =>
=> Deprezzamento e ↑=> ePPm ↑=> X ↑, M ↓=> SBC ↑=> IS verso alto a E 00 =>
i ↑, Y ↑

Esito: la politica monetaria è ecace ad aumentare il reddito (anche se la


si confornta con il modello ad economia chiusa) e indurre un miglioramento nel
saldo della bilancia commerciale. Si tratta del meccanismo delle svalutazioni
competitive, limitatamente, però, a contesti a prezzo sso, ignorando eetti in-
azionistici (molto probabili).

AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA (POLITICA FISCALE)

G ↑=> IS verso alto a E 0 => i ↑, Y ↑=> i > im => SCAF → +∞ =>


SBP > 0 => DV N > OV N => Apprezzamento e ↓
=> ePPm ↓=> X ↓, M ↑=> SBC ↓=> i ↓, Y ↓=> IS verso basso a E

Esito: la politica scale è inecace ad aumentare il reddito e il tasso d'interesse


rimane invariato (invarianza di consumi ed investimenti), mentre cambia la
composizione della domanda aggregata (maggiore spesa pubblica e saldo peggiore
della bilancia commerciale).
Possiamo ricavare, dunque:

Se operiamo in cambi ssi la politica scale risulterà molto ecace e la


politica monetaria inecace; in cambi essibili vale il contrario.

33
Part IV

MODELLO DAE - OA (ADAS)


Considerando un arco di tempo superiore all'anno, è dicile pensare che i prezzi
non subiscano variazioni, quindi il modello DAE - OA si sviluppa come amplia-
mento del modello IS - LM, considerando i prezzi come determinati endogena-
mente (essibilità dei prezzi).
La essibilità dei prezzi, tuttavia, non signica inazione. Infatti, i prezzi
variano, originando fenomeni d'inazione o deazione, solo nella transizione
all'equilibrio per poi stabilizzarsi nuovamente e registrare un tasso d'inazione
nullo. Di conseguenza, il modello DAE - OA non è in grado di spiegare la
presenze persistente e continua dell'inazione nei sistemi economici.

14 CURVA DI OFFERTA AGGREGATA

14.1 OA IN CONCORRENZA PERFETTA

In un mercato perfettamente concorrenziale le imprese presentano la seguente


curva di oerta: P = CM g = w aN
aY . La funzione di produzione, invece, è
Y = AF (K, N ), notando che nel breve periodo la relazione tra produzione e
occupazione è biunivoca. Siccome siamo nel breve periodo e, di conseguenza,
c'è un solo fattore lavoro variabile, la curva di oerta diventa:

costo unitario lavoro


W
P = CM g = aAF (K,N )/aN
prezzo minimo di produzione
unità lavorative per unità aggiuntiva di bene
curva salario di domanda
W D (K,N )

=>
P = aAFaN
P ML

34
La pendenza positiva della OA (curva di oerta aregata eettiva) è giusti-
cata dalla decrescenza del prodotto marginale del lavoro rispetto all'occupazione
(denominatore).
Inoltre: PML decrescente rispetto a N => PML denominatore di P => P
crescente rispetto a N => P crescente rispetto a Y.
− − +
OA : P = Wγ (A, K, Y ), PER IPOTESI si considererà sempre OA come
strettamente crescente.
In realtà, per livelli di prezzi e di produzione superiori a quelli d'equilibrio
la OA torna indietro.

Bisogna distinguere tra OA e OAD. La OA rappresenta il lato corto del



mercato: P < P E, NS U , P > P E, ND
E
Considerando P > P , osserviamo che la produzione realizzabile è denita

35
dal punto R (Y2 ) sulla OA, mentre le imprese vorrebbero produrre Y2D (punto Z
sulla OAD). La OAD rappresenta la curva di oerta aggregata desiderata, cioè
la curva di oerta in assenza di vincoli sul mercato del lavoro e perfettamente
rispecchiante la N D.

14.2 OA IN MERCATO CON FRIZIONI

Per ogni livello di occupazione il salario reale sarà pari alla dierenza tra prodotto
marginale del lavoro e una gradezza dovuta alle frizioni.
Inoltre, all'aumentare dei prezzi aumenta sempre l'occupazione, data la de-
crescenza della curva di occupazione eettiva.

+ −
W aAF (K,N ) (K,N )
P = aN − ϕ(N ) = β̂(N ) aAFaN
+
DOVE: ϕ(N ) misura il minor salario reale dovuto alle frizioni a parità di

36

occupazione e β̂(N ) misura il rapporto tra salario reale e produttività del lavoro.
La curva di oerta è esprimibile, dunque:

W
P = − =>
β̂(N )aAF (K,N )/aN
− − +
Wγ (A,K,Y )
=> OA : P = −
β(Y )
− −
Dato che β(Y ) ≡ β̂(N ) ∈ (0, 1), il prezzo di oerta nel mercato con frizioni è
sempre maggiore rispetto a quello nel mercato perfettamente concorrenziale. Ciò
deriva dal fatto che per ciascun livello d'occupazione (e quindi di produzione) il
+
prodotto marginale del lavoro è più basso di ϕ(N ) in un mercato con frizioni.

14.3 OA CON MATERIE PRIME

Le materie prime incrementano il costo marginale per ogni livello di produzione,


lasciando invariata l'inclinazione della OA.

W
OAM P : P = CM g = aAF (K,N )/aN
+ P M P qM P

cioè per produrre


aQM P
In questo caso opera un ipotesi particolare:
aY = qM P ,
un'unità marginale di produzione devo utilizzare una quantità ssa (rispetto al

37
livello di produzione) di materie prime.
La componente del prezzo legata alle materie prime, dunque, non dipende
dal reddito.

15 CURVA DI DOMANDA AGGREGATA D'EQUILIBRIO

La DAE rappresenta l'insieme delle coppie (i, Y ) che realizzano l'equilibrio nel
mercato dei beni e servizi e nei mercati nanziari, OVVERO
le coppie (P, Y ) = (livello dei prezzi, reddito d0 equilibrio/domanda aggregata d0 equilibrio in IS−
LM ) che garantiscono l'equilibrio.

!
+ + +
M a
Considero la funzione del tasso d'interesse i=φ P , Y , σ, Y che sostitu-

isco nella IS:

 

!
+ + +
αY a ! M
D (1 − t − τ )Y − T + T R, Yda , ,φ , Y , σ, Y a − π a + σ, G =
 

+ + + P
M a
φ P ,Y ,σ,Y −π a +σ

Ottenendo l'equazione della DAE:

+
!
? ? + − − +
− − +
DAE : DAE Y , Yda , M a
P , σ, π , t , τ , G, T , T R =Y

38
Eetto del prezzo nel modello IS - LM: una diminuzione dei prezzi porta
ad un nuovo punto d'equilibrio in cui il tasso d'interesse è più basso (eetto
dell'oerta reale di moneta) e il reddito più alto (eetto degli investimenti).
M
P ↓=> p ↑=> i ↓=> I ↑=> D ↑=> Y ↑=> C ↑

L'esistenza di un eetto diretto dei prezzi sulla moneta è dibattuto. Infatti,


una possibilità sarebbe rappresentata dal real balance eect (eetto dei prezzi
sui patrimonio, quindi sui consumi), che tuttavia non esclude l'eetto (di segno
opposto) della remunerazione dei risparmi.

16 EQUILIBRIO NEL MODELLO DAE - OA

L'equilibrio è identicato dal seguente sistema:

39
− − +

OA : P = Wγ (A, K, Y )


 !
+
? ?

+ − + − +
, Yda , M a, t , −
 DAE : DAE Y , σ, π τ , G, T,TR =Y

P

Possiamo analizzare le dinamiche di aggiustamento. Fissiamo un livello dei


prezzi P0 > P E :
ˆ Se la produzione è pari a Y R , eccesso di oerta nel mercato dei beni (Q0 R):
D < Y => P ↓, Y ↓
ˆ Se la produzione è pari a Y Q, mercato dei beni e servizi in equilibrio di
sottoproduzione. La produzione può aumentare e i prezzi possono scendere
se:

 Le imprese aumentano la produzione accettando la diminuzione del


prezzo;

 Gli alti protti stimolano l'entrata nel mercato di nuove imprese.

40
17 POLITICA FISCALE E MONETARIA NEL

MODELLO DAE - OA

In generale, sia le politiche scali che quelle monetarie seguono l'obiettivo di


aumentare reddito e occupazione, anche se questo avviene a spese di salario
reale e livello dei prezzi.

17.1 POLITICA FISCALE IN DAE - OA

N.B. La DAE trasla di EQ = 4YIS−LM


E
, cioè nella misura dell'aumento
del reddito nel modello IS - LM, ma reddito aumenta solo di ER a causa
dell'aumento dei prezzi.

41
dY aDAE/aG
Moltiplicatore di G:
dG = 1−aDAE/aY

Esito: Da notare che il peggioramento del saldo di


N E ↑ contro PWE ↓, SB ↓.
bilancio pubblico è maggiore in DAE - OA, perché il reddito aumenta di meno
rispetto a IS - LM, determinando così un minor aumento delle entrate scali.
Una politica scale restrittiva, invece, tramite un'aumento dell'aliquota d'imposta:

M
t ↑=> Yd ↓=> C ↓=> D ↓=> Y ↓=> P ↓=> P ↑=> i ↓=> I ↑

42
17.2 POLITICA MONETARIA IN DAE - OA

Non possiamo stabilire esattamente se prevalga l'eetto dell'aumento della


quantità nominale di moneta o dell'aumento dei prezzi. Allo stesso tempo, però,
se il reddito è aumentato signica che deve aver prevalso l'eetto espansivo,
quindi l'eetto sulla quantità nominale di moneta.
N.B. La DAE trasla di EL = ∆YIS−LM
E
(per bassi livelli di prezzo potrebbe
essere maggiore), ma il reddito aumenta solo di EZ a causa dell'aumento dei
prezzi.
dY aDAE/a M
Moltiplicatore: = P
1−aDAE/aY
dM
p

Esito: N E ↑ contro PWE ↓. Da notare che nel nuovo punto d'equilibrio

43
l'oerta reale di moneta è maggiore.

18 FLUTTUAZIONI ECONOMICHE IN DAE -

OA

18.1 SHOCK SUI SALARI NOMINALI

2 scenari:

1. Prezzi rigidi nel brevissimo periodo (punto Q): Y ↓ f ino a Q => D >
Y => P ↑=> Y ↓
2. Prezzi essibili nel brevissimo periodo (punto R): P ↑ f ino a R => D <
Y => P ↓=> Y ↓
Nel mercato del lavoro, in entramibi i casi, osserviamo: N E ↓ contro PWE ↑
Inoltre, per i lavoratori che mantengono il posto oltre al salario nominale
aumenta anche quello reale. Ciò permette di dire:

44
ˆ I sindacati, operando per mantenere troppo elevati i salari nominali o per
ottenere cospicui aumenti salariali, possono dar benecio soprattutto ai
lavoratori già occupati;

ˆ Per i sindacati può risultare conveniente determinare un riduzione dell'occupazione,


se ciò viene più che compensato dall'aumento dei salari reali.

18.2 SHOCK SUL PREZZO DELLE MATERIE PRIME

L'aumento dei prezzi delle materie prime determina un aumento dei prezzi
e una diminuzione della produzione, dell'occupazione e del salario reale.
Ovviamente solo una parte del prezzo delle materie prime viene scaricato sui
prezzi.

45
Part V

LA CURVA DI PHILLIPS
Nel medio periodo non è possibile mantenere l'ipotesi di invarianza dei salari
nominali. Nel 1958, Alban Phillips propone l'idea di una relazione inversa tra
tasso di crescita dei salari monetari e tasso di disoccupazione, ponendola come
strumento per formulare prescrizioni di politica economica caratterizzate dal
seguente trade o: un governo per diminuire (aumentare) la disoccupazione
deve accettare un aumento (diminuzione) dell'inazione.
L'utilità della curva di Phillips è la possibilità di poter spiegare la presenza
dell'inazione nel sistema economico. Infatti, il modello DAE - OA, pur ac-
cettando l'ipotesi della essibilità dei prezzi, spiega solo un'inazione tempo-
ranea nella transizione all'equilibrio.

19 L'EVIDENZA EMPIRICA E LA RELAZIONE

DI PHILIPPS

Articolo del 1957 sulla relazione tra tasso d'inazione e tasso di disoccupazione
nel Regno Unito nei periodi 1861 - 1913 e 1913 - 1948.

Il tasso di crescita dei salari nominali è riportato sulle ascisse, mentre il tasso
di disoccupazione sulle ordinate. I graci precedenti descrivono la relazione di
Philipps (tasso di crescita dei salari nominali - tasso di disoccupazione), che è:
decrescente, concava e asintotica. L'intercetta orizzontale è pari a u = 5, 5%.

46
Inoltre la funzione è robusta, cioè non risente degli assetti istituzionali del mer-
cato del lavoro e dai cambiamenti dell'economia.

20 LA CURVA DI PHILLIPS E LA RELAZIONE

TRA INFLAZIONE E DISOCCUPAZIONE

La curva di Phillips rappresenta la relazione inversa tra tasso d'inazione e


tasso di disoccupazione.

20.1 DETERMINAZIONE ANALITICA

Si osservi il salario reale in equilibrio, supponendo come costante il solo stock


di capitale:

W aAf (K,N )
P = aN

Il tasso di variazione del salario reale per ogni livello di occupazione è allora:

aAt+1 f (K,N )
Wt+1 /Pt+1 |N =N
Wt /Pt = aN
aAt f (K,N )
aN |N =N

Da cui:

1+gW
1+π = 1 + gA

Utilizzando l'approssimazione logaritmica:

π = gW − gA

Per ogni livello di occupazione il tasso d'inazione (π) è pari alla dierenza
tra tasso di crescita dei salari nominali (gW ) e il tasso di crescita del progresso
tecnologico (gA ).

20.2 SCELTE DI POLITICA ECONOMICA

In eetti se crediamo al modello di lungo periodo sappiamo che ad un aumento


dei prezzi dovrà far seguito un aumento dei salari ed in generale di tutte le
variabili monetarie tale da lasciare invariato nell'equilibrio il livello delle vari-
abili reali. Quindianche il poter d'acquisto delle famiglie non dovrebbe essere
inuenzato dal tasso di inazione. Tuttavia abbiamo studiato come l'inazione
rappresenti un'imposta sulle scorte monetarie, e quindi come tutte le imposte
diminuisce il potere d'acquisto degli individui soggetti dell'imposta. In generale,
si ritiene che famiglie ed imprese modichino le proprie scelte di consumo ed in-
vestimento al cambiare dell'inazione, introducendo distorsioni nell'allocazione

47
delle risorse (specialmente dal punto di vista intertemporale) e sopportando un
costo ogni volta che l'inazione costringa loro cambiare le loro scelte (menù
cost). Inne, è importante ricordare che l'inazione ha eetti redistribuivi
del reddito e della ricchezza perché, come abbiamo già discusso, rappresenta
un'imposta a carattere regressivo.
Possiamo dire allora che la curva di Phillips rappresenta l'insieme di scelta
dell'autorità di politica economica di fronte al trade o minore inazione - mag-
giore occupazione.
Consideriamo la seguente funzione di benessere sociale, di cui tracciamo le
curve d'indiereza:
− −
U S = U S π, u

aU S
1.
aπ,u < 0: aumento di inazione e disoccupazione riduce benessere sociale

a2 U S
2.
aπ 2 ,u2 < 0: aumento unitario di inazione e disoccupazione provoca
perdita crescente di utilità

Il tasso di disoccupazione ottimo u∗ non annulla completamente l'inazione,


ovvero il governo accetta un'inazione più alta pur di diminuire la disoccu-
pazione.

48
21 IL MODELLO DI PHELPS: CURVA DI PHILLIPS

ED EQUILIBRIO NATURALE

Assunzioni:

W

1. I lavoratori richiedono una variazione del salario reale , in ogni peri-
PA
odo, che dipenda dal tasso di disoccupazione (basso = aumenti salariali;
alto = tagli salariali; intermedio = salari costanti).

2. I lavoratori non si aspettano aumenti nei prezzi: P A = Pt


3. Assenza di progresso tecnico: gA = 0 => π = gW
L'ipotesi (1) può essere scritta come:

Wt+1 /P A −Wt /Pt


Wt /Pt = f (ut )

dove f 0 (ut ) < 0 e (tasso di disoccupazione ottimo che rende


u∗ | f (u∗ ) = 0
accettabile il livello corrente del salario reale).
Risolvendo:

rapporto tra prezzi


Wt+1 /Wt
P A /Pt
− 1 = f (ut ) dato che Wt+1 /Wt = 1 + gW
PA
gW = Pt [1 + f (ut )] − 1 dato che ipotesi (2): P A = Pt e ipotesi (3): gA = 0

πt = gW = f (ut )

tasso di inazione e tasso di crescita dei salari nominali dipendono diretta-


mente dal tasso di disoccupazione.
RAPPRESENTAZIONE LINEARE:

πt = φ(u∗ − ut )

In u∗ i lavoratori non chiedono aumenti salariali e il tasso d'inazione rende


costante il livello dei prezzi e corrette le aspettative dei lavoratori.

21.1 ASPETTATIVE ACCELERATIVE

Modichiamo l'ipotesi (2), supponendo che i lavoratori si aspettino che i prezzi


aumentino del medesimo tasso in ogni periodo : P A = Pt (1 + πt−1 ) e πa = πt−1 .
Wt+1 /P A −Wt /Pt
Wt /Pt = f (ut )
PA
gW = Pt [1 + f (ut )] − 1
gW = Pt (1+πPt
t−1 )
[1 + f (ut )] −1

49
1 + gW = (1 + πt−1 )(1 + f (ut ))

πt = gW = πt−1 + f (ut )

RAPPRESENTAZIONE LINEARE:

πt = πt−1 + φ(u∗ − ut )

In u∗ i lavoratori non chiedono aumenti salariali e il tasso d'inazione è


costante e sono corrette le aspettative dei lavoratori.
u∗ è tasso di disoccupazione di equilibrio.
Nello spazio cartesiano (πt , ut ):

Se l'autorità decide di perseguire un tasso di disoccupazione uB < u∗ può


scegliere tra due alternative:

1. Continuare a mantenere un livello di disoccupazione più basso, accettando


(in aspettative accelerative) un incremento dell'inazione;

2. Tornare al livello di disoccupazione naturale, diminuendo l'occupazione e


garantendo l'invarianza dell'inazione.

50
21.2 LE 3 PROPOSIZIONI DI PHELPS

Dall'analisi dell'equilibrio naturale nella curva di Phillips in aspettative accel-


erative, Phelps ricava 3 proposizioni:

1. Se esiste, il livello di disoccupazione u∗ tale per cui le aspettative sui prezzi,


sull'inazione e sui salari reali sono realizzate, è unico e rappresenta il
tasso di disoccupazione di equilibrio naturale; in corrispondenza di tale
equilibrio il livello del reddito ed il salario reale sono costanti ed al loro
livello di equilibrio naturale;

2. Se l'autorità di politica economica vogliono perseguire un obiettivo di tasso


di disoccupazione inferiore (superiore) a quello di equilibrio naturale, de-
vono sopportare un tasso di crescita dei salari monetari e di inazione
crescente (decrescente);

3. Se l'equilibrio naturale esiste ed è stabile, allora nell'equilibrio deve valere


che π = gM .

Part VI

LA CRESCITA ECONOMICA
22 CONCETTI PRELIMINARI

La teoria della crescita si occupa essenzialmente dell'andamento del PIL pro


capite, individuando i fattori che ne determinano la crescita:
 
Y Y 1

P OP = O (1 − u) (T P ) 1−DR

DOVE:

ˆ Y
O produttività del lavoro

ˆ ueTP tasso di disoccupazione e tasso di partecipazione

ˆ DR tasso di dipendenza =>


1
1−DR peso delle coorti in d'età lavorativa
sulla popolazione

Uno dei principali fattori che inuenzano la crescita di un paese è la spesa pub-
blica (corrente, cioè al netto di spesa pubblica per investimenti, spesa militare
e spesa in conto capitale), che presenta contenuto eetto sulla crescita (prima
positivo a bassi tassi di crescita, poi negativo ad alti tassi).
Inoltre esiste anche una relazione positiva tra tasso di crescita del reddito
e imposizione scale, dato l' eetto Wagner, in cui i paesi che diventano man
mano più ricchi destinano una percentuale sempre maggiore di PIL al sistema
di protezione pubblico.

51
La crescita riguarda non solo l'aspetta quantitativo del PIL, ma anche la sua
composizione. Il fenomeno, infatti, di passaggio da un PIL legato prevalente-
mente all'agricoltura a uno legato prevalentemente ai servizi, con il passaggio
intermedio dell'iniziale crescita e successsivo declino del peso del settore indus-
triale, prende il nome di cambiamento strutturale.
La crescita registra anche un notevole impatto sulla distribuzione dei redditi.
In particolare, il maggior tasso di crescita della produttività nel settore indus-
triale rispetto a quello agricola determina forti disparità salariali, le quali rien-
trano con il graduale passaggio della forza lavoro dall'agricoltura all'industria e
ai servizi.Nella teoria economica è stata avanzata l'ipotesi della necessità di una
certa disuguaglianza per la crescita, perché gli individui con redditi elevati sono
maggiormente propensi a risparmiare e, quindi, investire. Allo stesso tempo,
interventi redistributivi dello Stato possono causare inecienze e distorsioni
nell'allocazione delle risorse.
Tuttavia, è empiricamente vericata la relazione inversa tra indice di Gini
e tasso di crescita del PIL pro capite. Ciò dipende dal fatto che in società più
egalitarie esistono minori conitti sociali e che in economia con mercati dei cap-
itali imperfetti le dotazioni iniziali contano di più nelle decisioni di investimento
(non vericato empiricamente).

23 MODELLO DI SOLOW DI ACCUMULAZIONE

DEL CAPITALE FISICO

23.1 LA FUNZIONE DI PRODUZIONE AGGREGATA

Y = AF (K, N )

Tale funzione è crescente, convessa e presenta rendimenti di scala costanti:


λY = AF (λK, λN ) con λ>0

La costanza dei rendimenti di scala è anche denibile come Teorema di esaus-


tione del prodotto, cioè l'intero output è distribuito nell'economia e la remuner-
azione dei fattori è al margine 4 .
1 Y
=> y = Af (k) detta funzione di
K

Fissando λ= N ottengo N = Af N,1
produzione in termini intensivi, che esprime il PIL pro capite y come funzione
del capitale per occupato k.

4 La funzione di produzione aggregata, quindi, dovrebbe diventare: Y = rK + wN

DIMOSTRAZIONE:

λY = Af (λK, λN ) che derivo in entrambi i membri per λ


aλY

aF aλK
= aλK aλ
aF aλN
+ aλN aλ
aF
= aλK aF
K + aλN N = rK + wN , dato che aF
aK
= r; aF
aN
=w

52
Proprietà della funzione di produzione intensiva:

1. f 0 (.) > 0
2. f 00 (.) < 0
3. f (0) = 0
4. Date la (1) e la (2) il prodotto marginale e medio del capitale per occupato
 
f (k)
è decrescente. Gracamente è individuato dal raggio congiunte O
k
e il punto sul graco (k, f (k)).

23.2 CAPITALE PER OCCUPATO E INVESTIMENTI

Gli aumenti di capitale avvengono attraverso gli investimenti:

K(t+1) = K(t)−I(t)−δK(t) dove δ è tasso di deprezzamento/obsolescenza


del capitale

Si assume il risparmio frazione costante del reddito, quindi indipendente da


patrimonio netto e tasso d'interesse, e siccome nel lungo periodo deve vericarsi
il bilanciamento tra risparmi e investimenti (SB = 0):

I(t) = S(t) = sY (t)


Y (t)
Sostituendo nell'equazione del capitale e considerando
N (t) = A(t)f (k(t)):

53
K(t + 1) − K(t) = I(t) − δK(t)
∆K(t) = sY (t) − δK(t)
∆K(t) = sN (T )A(t)f (k(t)) − δK(t) dividendo per K(t)
∆K(t)
K(t) = gK =
sN (T )A(t)f (k(t))
K(t) − δ ottenendo il tasso di crescita del capitale
Calcolo il tasso di crescita del capitale per occupato, assumendo come costante
∆N (t)
il tasso di crescita dell'occupazione
N (t) = n (ut = ut−1 ; T Pt = T Pt−1 ):
k(t+1)
k(t) = 1 + gk = K(t+1)/N (t+1)
K(t)/N (t) = K(t+1) N (t)
K(t) N (t+1) = 1+gK
1+n e applicando
l'approssimazione logaritmica

gk ≈ gK − n
K(t)
Ricordando che k(t) = N (t) :

∆k(t) sA(t)f (k(t))


gk = k(t) = gK − n = k(t) −δ−n

∆k(t) = A(t) ∗ sf (k(t)) − (δ + n)k(t)


tecnologia ef f etto investimenti ef f etto obsolescenza

Il capitale per occupato dell'economia cresce grazie gli investimenti e decresce


per l'obsolescenza e per la diluizione del capitale al crescere dell'occupazione.

23.3 LIVELLO D'EQUILIBRIO DEL CAPITALE PER


OCCUPATO

L'equazione ∆k(t) = sA(t)f (k(t)) − (δ + n)k(t) può essere rappresentata gra-


camente così:

54
Il punto E rappresenta un equilibrio stabile. Infatti per k1 < k E , l'economia
registra una aumento del capitale per occupato pari a AB = AC −
investimento
BC e il sistema sis sposta no ad E in cui l'eetto degli investimenti
obsolescenza
bilancia l'eetto dell'obsolescenza. Al di sopra di E, invece, il capitale per
occupato diminuirebbe.

Nel punto E, dunque:

∆k
k= 0 => ∆K ∆N
K − N = 0 =>
∆K
K = ∆N
N =n
E E
=> y = Af (k ) => gy = n

∆c (1−s)4y


gc = c =  = gy
(1−s)y
 

L'ipotesi di rendimenti di scala costanti permette in equilibrio, quando il


tasso di crescita del capitale per occupato è nullo, di far crescere il reddito, il
capitale, il consumo e l'occupazione allo stesso tasso positivo:
CONDIZIONE D'EQUILIBRIO:
gk = 0 => gK = gc = gy = n

Possiamo intuire, quindi, che in k1 < kE il reddito cresce ad un tasso mag-


giore di quello d'equilibrio, cioè maggiore di quello degli occupati.

23.4 STATICA COMPARATA

23.4.1 CAMBIAMENTI NEL SAGGIO D'INVESTIMENTO

Un maggiore saggio d'investimento s determina un maggiore reddito e un


maggiore capitale per occupato d'equilibrio, che crescono però a tassi decres-
centi. Nella fase di transizione il tasso di crescita di y è positivo, ma decrescente.
Nonostante la relazione positiva tra s e gy , una tasso d'investimento positivo
non implica necessariamente tasso di crescita positivo del PIL pro capite. Solow
determina un'altra condizione per assicurare ciò: per bilanciare l'obsolescenza
del capitale e il tasso di crescita degli occupati serve un tasso d'investimento
almeno del 15%.

55
23.4.2 CAMBIAMENTI NEL TASSO DI CRESCITA DEGLI OC-
CUPATI

Il tasso di crescita degli occupati n può variare in risposta ad un aumento


della popolazione. Un aumento di n determina una diminuzione sia del reddito
che del capitale per occupato.
Si può stabilire, quindi, l'esistenza di una relazione negativa tra tasso di
crescita del PIL pro capite e tasso di crescita della popolazione (che approssima
la crescita degli occupati).

23.5 LA GOLDEN RULE

Il modello di Solow fornisce la dinamica del capitale per occupato, ma non il


livello ottimale del capitale nel lungo periodo. Edmund Phelps ipotizzò che il
capitale ottimale fosse quello che nel lungo periodo massimizzasse il consumo
per lavoratore.
Consideriamo il consumo per occupato:

c = y − sy = Af (k) − sAf (k)

Siccome siamo in equilibrio: ∆k = 0; sAf (k E ) = (δ + n)k E :

cE = Af (k E ) − (δ + n)k E

Massimizziamo cE rispetto a k E : Af 0 (k GR ) = δ + n

k GR è la golden rule, cioè il livello del capitale per cui il tasso di crescita del
prodotto per occupato è pari al tasso di crescita dell'occupazione maggiorato del
tasso di deprezzamento del capitale.
Detto altrimenti, il punto per cui la curva della funzione di produzione in
termini intensivi ha inclinazione δ + n.

56
Con il modello di Solow possiamo dire solo che k GR ≷ k E . Il caso rapp-
GR E
resentato nel graco è quello k > k (sovraccumulazione di capitale), che
l'autorità di politica economica può risolvere aumentando la tassazione e des-
tinare il ricavato alla fornitura di beni di consumo pubblici.

23.6 ESEMPIO CON COBB - DOUGLAS

ˆ Funzione di produzione: Y = AK α N 1−α

ˆ Funzione di produzione in termini intensivi: y = AK α


ˆ Variazione di k: ∆k = sAK α − (δ + n)k
 1
 1−α
ˆ Livello d'equilibrio di k: kE = sA
δ+n

 1
 1−α
ˆ Golden rule: k GR = αA
δ+n

ˆ Aliquota compatibile con la golden rule: τ GR = 1 − α


s

23.7 IL PROGRESSO TECNOLOGICO

23.7.1 IL PROGRESSO TECNOLOGICO ESOGENO


Solow concepiva il progresso tecnologico, cioè il miglioramento dei metodi di
produzione, come essenzialmente frutto del caso e dell'attività (non nalizzata
al protto) dei ricercatori. Inoltre, Solow assume che il tasso di progresso tec-
nologico sia costante nel tempo:
∆A(t)
gA = A(t) ∀t

57
Da cui:

sAf (k)
∆k ≈ sAf (k) − (δ + n)k => gk = k −δ−n

ATTENZIONE: il modello con progresso tecnologico non presenta un equi-


librio costante in capitale per occupato, maun equilibrio in cui il capitale per
occupato cresce con tasso costante, a causa degli aumenti di produttività eso-
gena.
gk è costante e positivo solo se Afk(k) è costante e superiore ad un certo
livello. Per dimostrare quest'ultima aermazione utilizziamo una funzione di
Cobb - Douglas:
y = Ak α
gk ≈ sAk α−1 − (δ + n)
gk = cost. => Ak α−1 = cost.
α−1
At+1 kt+1
At ktα−1
= (1 + gA )(1 + gk )α−1 = 1
gA + (α − 1)gk ≈ 0
gA
gk ≈ α−1
α
y(t+1) At+1 kt+1
y(t) = 1 + gy = α
At kt = (1 + gA )(1 + gk )α
gy ≈ gA + αgk
gA gA
gy ≈ gA + α α−1 ≈ 1−α
ct+1 (1−s)y
 t+1 y(t+1)
ct = t =
(1−s)y
  y(t)

58
gA
CONCLUSIONE: g E = gk = gy = gc ≈ 1−α

1. Il prodotto per occupato cresce sia per l'aumento del progresso tecnologico
sia per l'accumulazione di capitale, ma questa seconda componente rimane
positiva solo se il prodotto medio del capitale per occupato rimane costante
(eetto del progresso tecnologico).
2. L'accumulazione di capitale è, dunque, un eetto del progresso tecnologico
piuttosto che una causa.
3. E' possibile rilevare dierenze in equilibrio nel reddito per occupato per
via di dierenza di s e n (convergenza condizionata), ma non nei tassi di
crescita che dipendono esclusivamente da gA . Tuttavia, ciò è confutato
empiricamente dalla notevole dierenza dei tassi di crescita nei diversi
paesi, da cui la necessità dell'elaborazione di modelli di crescita endogena
(inclusione anche di variabili economiche).

23.7.2 IL PROGRESSO TECNOLOGICO ENDOGENO: ACCU-


MULAZIONE DI CONOSCENZA
Il modello di crescita endogena per accumulazione di conoscenza è stato proposto
da Paul Romer nel 1986:

ˆ Il progresso tecnologico consiste nella conoscenza accumulata nel tempo


applicata al settore produttivo;

ˆ La conoscenza è accumulata non intenzionalmente ( learning by doing );


ˆ La conoscenza è frutto di un'esternalità positiva nella produzione di beni;

ˆ La conoscenza è un bene pubblico (non rivalità e non escludibilità).

Tradotto in termini quantitativi:

A = A(k) (1) tecnologia come funzione della produzione passata


Si stabilisce un ρ>0 , frazione della produzione per occupato esprimente lo
stock di conoscenza, da cui:

Pt Pt
∆A(t) = ρy(t) => A(t) = i=0 ∆A(i) = ρ i=0 y(i)
(2) il livello tecnologico è proporzionale alla somma delle produzioni passate
Assumiamo δ = n = 0 => ∆k(t)
Pt = sy(t) da cui:
P t
=> k(t) = i=0 ∆k(i) = s i=0 y(i)
Pt
=> i=0 y(i) = k(t)
s
(3) la somma delle produzioni passate è proporzionale allo stock di capitale
per occupato corrente.
A(t) = ρ k(t)
s

59
(4) lo stock di conoscenza è proporzionale allo stock di capitale per occupato.
Inoltre dato la (1) possiamo scrivere la funzione di produzione in termini
intensivi come:

y = A(k)f (k)

Derivando y rispetto a k otteniamo il prodotto marginale sociale del capitale :


ay
ak = A(k)f 0 (k) + A0 (k)f (k)
P rM gSoc | {z } | {z }
P rM gP ri EstP rogT ecn

Il PrMgSoc del capitale può essere non decrescente rispetto a k grazie alle
esternalità positive (legate all'accumulzione di conoscenza).

Ipotizzandolo costante:

P rM gSoc = B => y = sB => ∆k ≈ sBk − (δ + n)k

In equilibrio risulta:

g E = gk = gy = gc ≈ sB − (δ + n)

CONCLUSIONE:

1. sB > δ + n, l'economia sperimenta una crescita del reddito e del capitale


per occupato senza la necessità di alcun progresso tecnologico esogeno;

2. P rM gP ri < P rM gSoc: tendenza a sottoinvestire in capitale sico, da


cui la necessità di incentivi all'investimento da parte dello Stato;
+ −
3. g E s, n : le variazioni di s e n generano eetti permanenti e spiegano

l'esistenza di tassi di crescita dierenti tra i paesi.

24 L'ACCUMULAZIONE DI CAPITALE UMANO

Il ruolo del capitale umano, cioè le conoscenze (competenze, qualiche ecc.)


incorporate nella forza lavoro, nella crescita economica venne sottolineato per
primo da Theodor Schultz nel 1961.
La funzione di produzione, sia in termini normale che intensivi, si rappresenta
nel seguente modo:

Y = AF (K, hN ) = F (K, H) =>


Y
=> hN = Af K N ,1 =>
k
=>y = hAf
h 1
,

60
Da cui ricaviamo:

∆k ∆h ∆h ∆y
k = h => h = y => y(h)

(1) Se il capitale per occupato e lo sotck di capitale umano per occupato


crescono allo stesso tasso, allora il reddito per occupato è proporzionale allo
stock di capitale umano per occupato.
Detto altrimenti: g E = gh = gy = gy

(2) Le variabili crescono allo stesso tasso, delineando un sentiero di crescita


bilanciato.
(3) gE dipende da come si accumula il capitale umano
Formalizziamo meglio la (3) costruendo una funzione della variazione dello
stock del capitale umano nel tempo:

!
+ + +
+ h
∆h = φ e, s y, h, y − δh h

Elementi:

ˆ e: tempo dedicato dagli individui ad accumulare capitale umano

ˆ s h
: saggio di investimento in istruzione rispetto al reddito

ˆ h: inuenza dell'ambiente sull'individuo

ˆ y: processo di apprendimento ( learning by doing )


ˆ δh : deprezzamento del capitale umano (pensionamento dei lavoratori più
anziani + obsolescenza tecnica)

Esplicitando y e supponendo ∆h = φ(.) funzione omogenea di grado 1 nelle


ultime 3 variabili:

!
+ + +
+ h k
 k

∆h = φ e, s hf h − δh h =>
, h, hf h
!
+ + + 
+
=> λ∆h = φ e, λsh hf hk , λh, λhf hk

− λδh h =>
!
+  + 
+ h
=> gh = λλ ∆h k k
h = φ e, s f h , 1, f h − δh

(3.bis) il tasso di crescita del capitale umano è tanto maggiore quanto mag-
giore è il tempo e e le risorse dedicate all'istruzione sh , a parità di hk (costante
in equilibrio).

61
25 LE RISORSE NATURALI ESAURIBILI E IL

TRADE OFF INTERTEMPORALE

Consideriamo una funzione di produzione comprensiva dell'impiego di risorse


naturali non rinnovabili consumate secondo una quota costante:

T 1−α−%

Y = AK α H % T 1−α−% => y = Ak α h% N
dove α + % < 1; T (t) = dRN (t)

Il reddito per occupato cresce secondo:

  α  %  1−α−%  −1+α+%
yt+1 At+1 kt+1 ht+1 Tt+1 Nt+1
yt = At kt ht Tt Nt =>
=> (1 + gy ) = (1 + gA )(1 + gk ) (1 + gh ) (1 + α %
gT )1−α−% (1 + n)−1+α+%

RN (t + 1) = RN (t) − T (t) = RN (t) − dRN (t) = (1 − d)RN (t) =>


=> 1 − d = RN (t+1) dRN (t+1)
RN (t) = dRN (t) = 1 + gT => gT = −d
LP
Inoltre in equilibrio: g = gh = gy = gy , da cui:
1
(1−d)(1+gA ) 1−α−%
1 + g LP = 1+n

gA
g LP = 1−α−% −d−n

(1) Le risorse naturali rappresentano un freno alla crescita di lungo periodo;


(2) Ciò che rileva ai ni della crescita nel lungo periodo sono le risorse
naturali per occupato NT = dR, che vanno a diminuire approssimativamente al
tasso di d + n;

62
(3) L'autorità politica
 scegliendo un d basso assicura maggior tasso di crescita
di lungo periodo gLLP , ma un minor livello di reddito per occupato corrente
(yL ). Dato che nei meccanismi di decisione politica non sono comprese le gen-
erazioni future, l'autorità politica ha la tendenza a scegliere un d alto a scapito
delle generazioni future (trade o intertempolare).

63

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