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Orì, la testa, è un principio divino presente in tutte le persone.

Aldilà del fatto di essere un orixa ha una


natura differente dagli altri orixas. Orì è considerato più importante ed efficace del proprio orixa tulelare,
dal momento che ogni orì è per se un orixa indipendente. Esclusivamente creato per ogni essere umano,
mentre l’orixa tutelare è uno per molti. Orì, inoltre, nasce con l’individuo, mentre l’orixa tutelare si
acquisisce attraverso l’iniziazione al suo culto. Orì non richiede nessuna iniziazione, nasce con ciascun
individuo al momento del suo concepimento. La maggior parte dei sacerdoti afferma che il proprio orixa
tutelare ausilia il fedele in ogni momento della vita, tuttavia l’orixa tutelare non ha l’obbligo di
accompagnare il proprio figlio costantemente, dal momento che può contare su altre entità che lo aiutino.
In ragione della propria natura uni personale, Orì è simpatetico e si preoccupa maggiormente ai problemi
dell’individuo degli stessi orixas: la sua dedizione infatti è esclusiva al proprio devoto e non si estende ad
altro individuo che non sia il devoto assegnato da Olodumare. Per questo si dice:

kò sì alabaàro to ju orì: non c’è intermediario più efficace di Orì.

È innegabile che tutti gli orixas aiutino Orì nello sviluppo del destino degli esseri umani, tuttavia questi non
hanno lo stesso livello di responsabilità né di obbligo che acquisisce Ori essendogli assegnata la protezione
esclusiva di un individuo. Inoltre gli orixas hanno bisogno dell’approvazione di Orì per poter attuare a favore
o contro il proprio devoto. È dunque fondamentale che ogni essere umano si curi del proprio orì ogni
momento della propria vita.

Nella cultura cattolica il concetto di Orì lo troviamo nella figura dell’Angelo Custode, messaggero divino che
vigila sopra il suo protetto durante tutto il percorso della sua vita, in ogni momento. Sia l’Angelo Custode
che Orì non si scelgono, ma vengono assegnati dal Dio Creatore alla nascita.

L’azione di Orì è attiva, protegge ed allerta in caso di pericolo. Attraverso gli oracoli comunica i rimedi
necessari per evitare cadute o la rassegnazione per sopportare l’inevitabile. Orì esorta il devoto a
mantenersi in armonia con le leggi divine e pur lasciando libero di scelta l’individuo agisce in maniera attiva
qualora lo vedesse allontanarsi dal cammino per ritornare al giusto comportamento.

È un orixa che difende, protegge e previene, una sorta di scintilla divina nell’uomo, l’essenza della
personalità, controlla il destino e serve da residenza alle differenti energie che nella cultura yorubà
compongono l’anima umana.

Orì ha una stretta relazione con Eledà, il responsabile dell’esistenza di Orì e che risiede al centro della
corona della testa (atari) e rappresenta il silenzioso testimone del destino scelto ed Emì, il soffio divino
instillato da Olodumare nella sua manifestazione di Elemì, signore del soffio divino, per dargli iyé, ossia vita.
Nel momento in cui il signore della vita ritira il proprio soffio l’essere umano muore e l’anima ritorna al suo
luogo di origine. Emì è il principio vitale e misterioso che anima il corpo umano, ossia il maggior
componente dell’anima, è quello che distingue i vivi dai morti, dal momento che è la forza che anima il
corpo. Emì è quella forza che anima gli individui e definisce la vita umana. Risiede nei polmoni e nel petto,
però si diffonde in tutto il corpo. Secondo alcuni si allontana dal corpo mentre la persona dorme cap 4

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