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Un Pannello per l’Italia

Scrivo questo articolo perché


stufo, depresso e deluso da ciò che sempre più spesso sento dire in giro in
questi giorni di infervorato dibattito pre-referendum.

Si discute sempre di più


sull’utilità dell’energia nucleare per il nostro paese; a proposito si sono
espressi tutti credo almeno una volta nella vita, e se non l’hanno fatto,
almeno si saranno formati una propria idea a riguardo. Vi aspetterete ora che
io parta con un’apologia sentita dell’energia nucleare, invece no!

L’argomentazione anti-nucleare
che mi viene portata nella maggior parte dei casi è quella che sia meglio
investire tempo, denaro e ricerca nel campo delle energie rinnovabili perché
anche la Germania ha deciso di chiudere le proprie centrali nucleari entro il
2022 e che entro il 2030 l’80% del fabbisogno energetico tedesco sarà prodotto
con energia rinnovabile. ALT! Fermi un secondo… questo dato a me puzza un
pochino non trovate?

Probabilmente un profano del


settore penserà che sia soltanto una questione di soldi e di tempo, il 2030 è
lontano… bisogna soltanto vincere le coscienze e le opposizioni di quei maligni
come me i quali, sfruttatori, infidi, viscidi, assassini, criminali, propongono
un futuro di Carbone, Petrolio e, una volta esauriti questi ultimi, di energia
Nucleare! Ma è davvero possibile un futuro in cui la razza umana rinunci
completamente alle fonti Fossili e all’Atomo? La risposta sicuramente è SI, ma
bisognerà aspettare almeno altri 150 anni, quella data non verrà di certo prima
del 2030! Non ci credete? Dite che sono solo un idiota fossilizzato sulle idee
del secolo passato? Secondo voi fare l’energia con il vapore è una moda
del XX Secolo oramai superata?! Pensate
che entro il 2030 si possa campare soltanto con i pannelli fotovoltaici? Se la
risposta a queste ultime domande per voi è SI, allora seguitemi in questo
articolo, non sarà difficile, vi basterà una calcolatrice (quella che usate per
fare i conti della spesa), un foglio e l’accesso ad internet per poter
verificare i dati che vi fornirò, prendetevi i prossimi 10 minuti, spegnete il
telefono e la TV e concentratevi un pochino. Pronti? Via!

Primo punto: l’energia solare, questa sconosciuta! Tutti avrete sperimentato il


calore che si prova d’estate quando il sole batte forte sulla testa, vero?
Esatto! La radiazione solare è tanta, davvero tanta, ma è influenzata da
moltissimi fattori. Se ad esempio prendiamo il massimo valore di questa
radiazione che arriva sul nostro pianeta la si può misurare al di fuori
dell’atmosfera ed è di circa 1350W/mq (Watt al metro quadro, cioè quanta
potenza arriva su un quadrato di 1 metro di lato). Già questo valore dovrebbe
farci storcere un po’il naso, vediamo che non è poi così tanto! Per farci
un’idea si può pensare che, per far funzionare un ferro da stiro, ci vorrebbero
già un paio di metri quadrati di pannelli che riescano a catturare per intero
questa potenza.

In più dobbiamo tenere conto che, prima che questa radiazione riesca a
raggiungere la terra, i raggi del sole devono attraversare migliaia di
chilometri di atmosfera, la quale assorbe in parte questa energia e la disperde
in altre direzioni. Poi ci sono le nuvole, il vapore di cui sono composte
riesce a schermare la maggior parte di questa radiazione (infatti quando il
cielo è nuvoloso, il giorno ci sembra più scuro, meno luminoso). Ultimo ma non
ultimo c’è anche l’angolo di incidenza che i raggi del sole hanno rispetto al
terreno e questo dipende dalla stagione in cui siamo e dal luogo del pianeta in
cui ci troviamo. Quando siamo lontani dall’equatore infatti, il sole resta per
più tempo basso sull’orizzonte e i suoi raggi devono attraversare molta più
atmosfera prima di giungere a terra, perdendo in questo modo più energia.

Insomma, dopo questo viaggio travagliato troviamo che dei 1350 e rotti Watt al metro quadro, ci rimane
ben poco: dai 350 W/mq massimi del NordAfrica ai circa 80 W/mq del Nord Europa
(sono valori mediati lungo tutto l’anno). L’Italia si trova circa a metà di
questi valori, con differenze sostanziali dalla Sicilia alla Lombardia (dato
calcolato sulla media annuale 250W/mq).

Secondo problema: la rete


elettrica, questa sconosciuta! Un'altra grande questione che mi crea sgomento è
vedere che la gente comune pensa alle centrali elettriche come delle
grandissime batterie che, collegate ai cavi dell’alta tensione, ci forniscono
l’energia necessaria a far funzionare ogni cosa nella nostra vita. Niente di
più sbagliato! E questo video vi farà avere un’idea del lavoro immane che
bisogna fare per mantenere in funzione la rete elettrica di una Nazione!

http://www.youtube.com/watch?v=zZFn2I-TvjM

Come avete potuto osservare non


esiste nulla di simile ad una batteria! La rete elettrica non fornisce
semplicemente energia, ma deve prima di tutto soddisfare la richiesta di
POTENZA!

Come un’automobile, grazie al proprio motore, riesce a trasformare l’ENERGIA


contenuta nella benzina, in POTENZA alle ruote che poi faranno un lavoro per
farvi arrivare in ufficio, così una centrale termoelettrica, grazie alla
turbina e all’alternatore (che sono il motore di una centrale), trasformerà
l’energia contenuta nel metano o nel carbone in potenza elettrica da fornire
alla rete elettrica che arriverà nelle vostre case.

Quindi ricordatevi che, per ogni


interruttore che premete o per ogni spina che inserite nella presa elettrica,
da qualche parte in Italia qualcuno, al centro di controllo del Gestore della
Rete Elettrica, manderà un dispaccio ad una delle tante centrali disseminate
nel nostro territorio e gli dirà di moderare il carico dell’alternatore in
conseguenza della vostra azione!

Spero che ora sia chiaro a tutti


come l’energia eolica e quella fotovoltaica siano tutto fuorché compatibili con
una rete elettrica che faccia capo ad una qualsiasi utenza! Se vogliamo
accendere la luce dopo che è tramontato il sole? Che si fa? Se vogliamo fare
andare un’azienda per il turno di notte come si fa? Se in ospedale ci sono
macchinari che tengono in vita le persone dovranno pur funzionare anche di
notte, giusto? E se io installo tante pale eoliche in modo da soddisfare il mio
fabbisogno di rete anche in condizioni di una minima corrente d’aria, cosa me
ne faccio di tutta la potenza in eccesso nel caso dovesse iniziare a soffiare
più forte il vento? Tutto questo ci porta alla conclusione che l’eolico ed il
fotovoltaico così come li concepiamo oggi non possono che rimanere un mero
orpello (a volte anche brutto da vedere) che non fa altro che arricchire chi
investe in questo settore a spese dello stato e delle tasse di tutti quei
cittadini che i pannelli sul tetto di casa non se li possono permettere (dato
che, oltre a fare danni, costano pure un occhio della testa!). Perciò
scordiamoci tutte le buffonate sulla salvaguardia del pianeta e il rispetto
dell’ambiente et cetera et cetera… queste cose servono solo a ingolosire chi
può permettersi di spendere migliaia di euro perché il pannello fa molto figo!

La sapete la verità? La Germania,


che viene tanto sbandierata come baluardo delle energie rinnovabili, in tutto
il 2008 ha prodotto lo 6% della sua energia da eolico, lo 0,6% da fotovoltaico,
e ben il 65% da carbone e gas. In due anni le cose non sono molto cambiate,
nonostante gli investimenti miliardari: 7% di eolico e 1,2% da fotovoltaico a
fronte di un aumento dei consumi di un buon 10%.

http://www.terna.it/LinkClick.aspx?fileticket=PgmBzvheblE%3d&tabid=847

Quindi non vi è soluzione? Direte


voi? In realtà la soluzione ci sarebbe. E lo credevo una valida alternativa
anche io fino all’altro giorno: l’Idrogeno! Utilizzando l’energia prodotta dai
pannelli fotovoltaici e dalle pale eoliche per produrre idrogeno, che poi verrà
bruciato nelle centrali o usato nelle celle a combustibile per i trasporti,
avremmo trovato il modo per disaccoppiare dalla rete elettrica quella
fastidiosa variazione casuale della potenza del sole e del vento! Bellissimo!

Tuttavia un mio esimio collega mi


ha invitato a provare a farmi due conticini sulle dimensioni che dovrebbe avere
la gestione di una rete di idrogeno che supporti una nazione come la nostra.
Proviamo a farli assieme: seguitemi.

Supponiamo che dobbiamo fare quel


benedetto fabbisogno italiano soltanto con i pannelli fotovoltaici. Abbiamo
capito che dobbiamo ricorrere all’idrogeno per ovviare al problema della notte
e dell’imprevedibilità metereologica. Come si fa questo benedetto idrogeno? Lo
si ottiene tramite elettrolisi dall’acqua, dividendo le molecole in idrogeno e
ossigeno che le compongono, oppure dal gas metano o dalla gassificazione del
carbone, ma noi abbiamo detto che non vogliamo questo tipo di fonti energetiche
inquinanti e fuori moda, quindi ci limiteremo al primo sistema. L’elettrolisi è un procedimento molto
costoso
e che raggiunge efficienze di conversione tra il 50 e il 70%, prendiamo come
riferimento un valore medio del 60% (trascuriamo i costi elevati perché lo
facciamo solo per salvare il pianeta e non per ricavarne un guadagno… Come
siamo bravi!).

Il fabbisogno di energia primaria


italiano del 2009 secondo stime ENEA è stato di 180,2 MTep. Quindi si intende
il consumo di energia comprensivo di: energia elettrica, riscaldamento,
trasporti, industrie. Con 1MTep (milioni di tonnellate equivalenti di
petrolio)=11,62TWh.

http://www.fulm.org/public/Allegati/ENEA-rapporto%20energia%20e%20ambiente%202009.pdf

Per cui il fabbisogno dell’Italia


nel 2030 potrà verosimilmente essere di 200MTep (è cresciuto da 160 a 180 MTep
dal 1990 ad oggi) cioè l’equivalente di 2324 TWh all’anno.

http://exposyte.altervista.org/didattica/Radiazione_ENEA.pdf

Da questi rilevamenti fatti dall’ENEA


tra il 1995 e il 1999 sull’insolazione media annua in Italia ricaviamo valori
(mediati tra Sicilia e Valle d’Aosta):
5000 MJ/mq annui che equivalgono a 1388KWh/mq annui. Supponendo che i
nuovi sviluppi della nanotecnologia ci permettano di avere nel 2030 pannelli
dal fantasmagorico rendimento del 15% otteniamo che da un metro quadrato di
pannelli, mediamente in Italia si potrà ricavare un quantitativo di energia
pari a: 208KWh/mq all’anno. Se però con questa energia dobbiamo produrre dell’idrogeno
per i nostri scopi, bisogna inserire il rendimento dell’elettrolisi e del
trasporto dell’Idrogeno (che avevamo stimato a 60%). Per cui, per soddisfare
tutti i fabbisogni degli Italiani ci vorranno: 2324000000000/(208*0,6)=18621794871
metri quadrati di pannelli, cioè 18622Km quadrati. Questa è però semplicemente
la quantità di pannelli necessaria, come ben sapete (avrete tutti visto almeno
una volta un campo di pannelli fotovoltaici, e se non li avete mai visti ecco
il link: http://massimo.delmese.net/9847/salerno-progetta-un-parco-fotovoltaico-sui-monti-di-eboli/)
la superficie a terra occupata è ben maggiore, solitamente nella progettazione
di impianto si tiene conto di un fattore 1,8; quindi arriviamo a 33519 km
quadrati di terreno occupato (più del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta messi
insieme!).

http://www.isaac.supsi.ch/isaac/energia%20nella%20costruzione/formazione/Formazione%20continua/Co
rso%20DACD%20E01%20-
%20Basi%20di%20meteorologia/materiale%20corso/07_nozioni%20di%20base%20sull'irraggiamento%20s
olare_testo.pdf

Considerando che la superficie del nostro


paese (esclusi fiumi e laghi) è di 294100 km quadrati circa, di cui però il 35%
è costituito da terreno montuoso dove difficilmente si potrebbero costruire
grandi impianti fotovoltaici, rimangono solamente i terreni pianeggianti e
quelli collinari che insieme coprono 191167 km quadrati. Di questi 132 000 kmq
sono di terreno agricolo, quindi, a meno di morire di fame ed eliminare
agricoltura ed allevamento dal nostro paese, rimangono a disposizione dei
pannelli solari solamente 59167Kmq. Secondo dati degli ambientalisti (non delle
lobby del nucleare) in Italia sarebbero “cementificati” 22344 kmq. I restanti
59167-22344=36823 Km quadrati sono di territorio naturalistico o boschivo.
Quindi non basterebbe ricoprire ogni singolo tetto, tettoia, strada, ponte,
ferrovia, parcheggio, capannone, centro sportivo, aeroporto, piazza, chiesa,
condominio per soddisfare il fabbisogno del nostro paese, ma bisognerebbe
andare a ricoprire di pannelli ulteriori 33519-22344=11175 km quadrati di aree
verdi (cioè l’equivalente di due volte la superficie della Liguria!).

http://www.oilcrash.com/italia/italia_a.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Italia#Economia

http://magazine.quotidiano.net/ecquo/ecquo/2011/03/04/rapporto-legambiente-italia-ogni-anno-
cementificati-500-chilometri-quadrati-di-territorio-unestensione-pari-alla-superficie-del-comune-di-milano/

OK, ora che credo abbiate capito


l’utopica impresa di un economia basata interamente sulle energie rinnovabili,
andiamo a vedere quanto costerebbe tutto questo! Prendiamo l’impianto fotovoltaico
più grande d’Italia che si trova a Montalto di Castro. Il primo pacchetto di 70
000 moduli fotovoltaici disposti su 80 ettari è in grado di produrre 24MW di
picco ed è costato 267 milioni di €. Sullo stesso sito ci dicono che i costruttori
vantano di produrre 40GWh all’anno da questo impianto. A noi ne servivano 2324
TWh, cioè 58100 volte tanto. Il che porterebbe a costi di investimento per
soddisfare tutto il fabbisogno energetico italiano di 267*58100= 15512700
milioni di €, ovvero 15512,7 Miliardi di €. Dato che il PIL Italiano è di circa
1800 miliardi di $, cioè 1242 miliardi di €. Bisognerebbe investire tutto il
prodotto interno lordo della nostra nazione in acquisto di pannelli
fotovoltaici da qui a 13 anni! Contando che dopo 20 anni ogni pannello andrebbe
sostituito con uno nuovo…

http://www.infobuildenergia.it/notizia.php?id=951

Direi che così può anche bastare.


Come vedete non c’è bisogno di essere Einstein per capire che i pannelli
fotovoltaici sono soltanto una truffa bella e buona, e che quello che dicono i
telegiornali sono solo buffonate.

Tanti saluti e buon Referendum (io


me ne andrò in gita quel week-end)!

Francesco Aiolfi

Limiti Fisici del Fotovoltaico


Immaginiamo un elettrone che si fa i fatti suoi in un atomo di silicio.

Se ne stà li a bearsi, facendo il meno possibile, questo stato di non conduzione lo possiamo definire stato di
"Valenza"

Adesso, questo elettrone viene colpito da un fotone, questo fotone gli trasmette una certa quantità di
energia a seconda dell'energia che esso possiede (colore della luce)

Questo elettrone che stava li tranquillo a farsi i fatti suoi, improvvisamente si trova pieno di energia, se
questa energia è sufficiente, improvvisamente diventa per lui possibile "muoversi", esso passa da uno stato
di "valenza" ad uno stato di "conduzione", ha eseguito un "salto quantico"

L'energia necessaria ad eseguire questo "salto quantico" e ben precisa e definita per ogni materiale, nel
silicio essa è pari a 1,1 eV, questo è il valore del gap energetico del silicio!

I fotoni in arrivo hanno ovviamente diverse energie, nello spettro visibile andiamo da poco piu di 1,5eV per
il rosso sino a poco meno di 3,5 eV per il violetto.
Ovviamente, tutti i fotoni che hanno energia inferiore a 1,1 eV non fanno cambiare di stato al nostro
elettrone, tutti i fotoni che hanno l'energia superiore ad 1,1 eV permettono il salto quantico e la
conduzione del nostro atomo, l'energia superiore alla quota di salto (1,1eV nel silicio) si trasforma in calore
e non aumenta minimamente il numero di elettroni che conducono energia, anzi, li fa diminuire!

Vista l'energia dei fotoni che arriva dal sole (luce visibile) si puo calcolare quale dovrebbe essere questa
energia necessaria per effettuare il salto per avere la maggiore efficienza.

H.Ehrenreich e J.H.Martin in "Solar Photovoltaic Energy" in Physics Today nel 1979 lo hanno calcolato.

Questa energia ottimale è di circa 1,3 eV e darebbe un efficienza massima "teorica" non superiore al 40% !

Si, questo è il primo ed assoluto limite fisico di qualunque tecnologia fotovoltaica, il limite massimo
"teorico" di efficenza è il 40%.

Nella realtà, le cose vanno peggio.

Ricordate il valore di questo "gap" del silicio?

1,1 eV, questo valore corrisponde ad un efficienza massima teorica del 29%.

Vorrei rimarcare questo valore, utilizzando il silicio, l'efficienza massima teorica che si potra mai
raggiungere nella conversione di energia non potrà mai essere superiore al 29%

Attualmente, nella realtà i panneli fotovoltaici viaggiano con efficienze reali del 10%, ipotizziamo in un
futuro di arrivare al 15 o 20% ma, sinceramente, raggiungere un'efficienza del 20% per un pannello
fotovoltaico commerciale sarebbe gia una scommessa non da ridere!

Sorge spontanea una domanda, è possibile utilizzare altri elementi per costruire i pannelli fotovoltaici, in
maniera di arrivare piu vicini al limite teorico del 40% se non ora in futuro?

La risposta è altrettanto disarmante, la risposta è si, esiste un materiale che possiede un gap energetico piu
vicino al gap ottimale di 1,3 eV.

Questo materiale è L'arsenurio di gallio, è copmposto dalla combinazione di Arsenico e Gallio, formula
chimica GaAs.

Questo Arsenurio di Gallio ha un gap di 1,4 eV e quindi, sempre in via teorica, potrebbe raggiungere un
efficienza massima del 36%, molto piu del silicio quindi.

C'è un piccolo problema, il costo!

Mentre il Silicio è praticamente da tutte le parti, il Gallio è molto piu raro.

Praticamente, detti pannelli fotovoltaici all'arsenuruio di Gallio andrebbero venduti in gioielleria!

Finisco qui il mio scritto.

Ricordo la massima efficienza teorica possibile in un pannello fotovoltaico al silicio, questa efficienza è pari
al 29%, nella realtà siamo al 10/14%, se qualcuno espone cifre maggiori, sta dicendo sciocchezze!

Questi, non sono dei limiti tecnologici ma sono dei limiti fisici!

Se fossero dei limiti tecnologici si potrebbe sperare in un futuro piu o meno prossimo di aggirare questi
limiti al fine di superarli ma, essendo dei limiti fisici, a parità di materiali non potranno mai essere superati!
Vi invito a leggere il libro "L'illusione dell'energia dal sole" di Franco Battaglia, vi troverete questi ed altri
dati interessanti!

Andreoli Fabrizio

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