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Demand Response, Decentralizzazione e Comunità Energetiche: il

quadro generale e il caso italiano.

Federico Pierucci

1. Introduzione

Si stima che nell’anno 2050 al mondo ci saranno quasi 10 miliardi di persone 1. All’incremento
costante della popolazione segue quello del PIL mondiale, a causa dello sviluppo economico e
dell’industrializzazione sempre maggiore dei paesi in via di sviluppo. Questi due fatti hanno come
conseguenza un aumento costante della domanda di energia elettrica. Stando ai dati IEA 2, a partire
dal 1971 si è registrato un continuo aumento del consumo energetico mondiale: se nel 1970 i kW
annui consumati per persona erano circa 1,2 migliaia, nel 2014, in media, una persona ha
consumato 3,1 kW all’anno, triplicando quasi il consumo di energia elettrica. Si stima che nel 2050
ci sarà un incremento dell’83% della produzione elettrica, con le nazioni non OECD che
rappresenteranno la maggior parte della crescita. La crescita dei consumi stimati in Africa, infatti, è
circa il triplo di quella attuale, mentre le regione asiatica e latino americana duplicheranno i loro
consumi.3
Nel 2019, il consumo netto di elettricità in tutto il mondo ammontava a quasi 24 mila terawatt/ora,
con un aumento di oltre il 27% rispetto a un decennio prima 4. Rispetto al 1980, il consumo globale
di elettricità è più che triplicato.
Le disuguaglianze mondiali in termini di consumo energetico si accompagnano al divario nel
consumo di energia elettrica: il consumo medio stimato di un cittadino norvegese nel 2020 è stato di
26 492 kw/h, quello di un cittadino americano nel 2020 è stato di 12.000 kw/h, mentre quello di un
cittadino nigeriano appena 84 kw/h. Nonostante la stagione del Covid abbia portato nel giugno e
luglio 2020 una riduzione della domanda di energia elettrica rispetto ai livelli del 2019 5, si è visto
rapidamente un rialzo della domanda energetica nel momento in cui i lockdown si sono fatti meno
diffusi, trainato dal settore industriale prima e poi da quello commerciale e domestico, vedendo la
Cina come il paese dove si stima la domanda sia cresciuta del 10%. In Europa, nonostante una
stagione di crollo della domanda di energia elettrica dovuto alla presenza del Covid, che nel 2020
ha visto una riduzione media del 4,5%, nel 2021 si è assistito nuovamente ad una crescita ai livelli
pre-pandemia6. Per quel che riguarda la situazione italiana, negli ultimi anni, la domanda di energia
elettrica è rimasta relativamente costante.
Tuttavia, la domanda è scesa drasticamente nel 2020: nella prima metà dell'anno, è infatti diminuita
del 9% rispetto allo stesso periodo del 2019. La domanda di energia ha iniziato a tornare ai livelli
del 2019 ad agosto 2020, e si è gradualmente stabilizzata a settembre, quando l'uso dell'elettricità a
scopi industriali è cresciuto nuovamente. 7
Con il calo della domanda di energia elettrica (in linea con gli altri paesi europei), durante il 2020
anche le importazioni sono diminuite: mentre le importazioni nette mensili non sono mai scese sotto
1
2019 Revision of World Population Prospects, https://population.un.org/wpp/, accesso il 26/03/2022
2
IEA Statistics © OECD/IEA 2014
3
https://eneroutlook.enerdata.net/forecast-world-electricity-consumption.html, accesso il 26/03/2022
4
https://www.statista.com/statistics/383633/worldwide-consumption-of-electricity-by-country/ accesso il 26/03/2022
5
https://www.iea.org/reports/covid-19-impact-on-electricity, accesso il 28/03/2022
6
IEA (2022), Electricity Market Report - January 2022, IEA, Paris https://www.iea.org/reports/electricity-market-
report-january-2022, accesso il 28/03/2022
7
IEA (2020), Electricity Market Report, p.47, Paris
1
i 2,2 TWh nel 2018 e nel 2019, sono scese a 0,8 TWh e 0,5 TWh rispettivamente in aprile e giugno
2020, spinte dalle esportazioni più che raddoppiate nel secondo trimestre del 2020 rispetto allo
stesso periodo del 2019. A fronte di un consumo sempre maggiore di energia elettrica, osserviamo
come circa il 60% della produzione elettrica mondiale provenga da combustibili fossili 8. Rispetto a
questa composizione, nel 2020 quasi il 36% di elettricità prodotta nel mondo proviene dalla
combustione del carbone, il 3% dal petrolio, il 20% dal gas, lo 0,4% dal nucleare. Soltanto poco più
del 10% è stimato provenire da fonti rinnovabili 9. Concentrandoci più precisamente sulle nazioni e
le regioni la cui produzione elettrica è maggiormente dipendente da combustibili fossili (carbone,
petrolio e gas), come quella cinese o quella indiana, vediamo che la produzione elettrica cinese è
composta per il 60% da fonti fossili, quella indiana per il 74%, e quella della regione nord-africana
viene quasi completamente prodotta tramite combustibili fossili.
A fronte di una domanda e di un consumo sempre maggiore di energia, e dell’impatto ecologico
dell’aumento delle emissioni di Co2 e di agenti inquinanti, nel 2015 sono stati stipulati gli accordi
sul clima di Parigi, i leader delle nazioni europee e mondiali si sono accordati sui seguenti punti10:
 mantenere l'aumento della temperatura media globale sotto i 2°C rispetto ai livelli
preindustriali;
 far sì che le emissioni globali raggiungano il picco il prima possibile, riconoscendo che ciò
richiederà più tempo per i paesi in via di sviluppo;
Gli accordi sul clima di Parigi, come l’Organic Action Plan11, il Zero Pollution Action Plan12, e la
Sustainable Blue Economy13 fanno parte di un ecosistema di progetti che vanno a comporre il
cosiddetto European Green Deal, che rappresenta una strategia condivisa di ricomposizione del
mercato energetico (non soltanto di quello elettrico) che mira a ricostituire la struttura
dell’economia in una prospettiva completamente rinnovabile, in cui si punta alla decarbonizzazione
della produzione dell’energia (che rappresenta il 75% delle emissioni serra) per il 2030, alla
eliminazione dei gas serra, e ad eliminare completamente la carbon footprint causata dall’uso
massivo di combustibili fossili.14
Sebbene si sia ancora lontani dagli obiettivi stabiliti dagli accordi europei, note positive provengono
dagli ultimi dati disponibili sulla produzione di energia elettrica. L'intensità delle emissioni di gas a
effetto serra della produzione di energia elettrica nell'UE è diminuita continuamente negli ultimi tre
decenni: la produzione di un 1kw/h nel 2020, in media, comporta la metà delle emissioni di CO2
rispetto alla produzione nel 199015. Le politiche energetiche hanno giocato un ruolo importante nel
guidare questo passaggio verso fonti di energia a minore intensità di carbone, in particolare quelle
che affrontano il cambiamento climatico, l'approvvigionamento di energia rinnovabile e l'uso
efficiente dell'energia. Osserviamo, ad esempio, tra i paesi più virtuosi, l’Islanda e la Norvegia, in
cui rispettivamente l’83% e il 77,4% dell’energia viene prodotta da fonti rinnovabili16.
Una delle prospettive più promettenti per un consumo di energia elettrica sostenibile deriva dalle
energie rinnovabili, attraverso la decentralizzazione della struttura energetica. In Italia, a partire
dagli anni 90’, si è cercato di intensificare gli investimenti per la riconversione del panorama
energetico italiano, attraverso una serie di incentivi e liberalizzazioni sull’introduzione di fonti
rinnovabili. In particolare il mercato elettrico, tradizionalmente monopolistico, è stato liberalizzato
8
https://ourworldindata.org/electricity-mix#electricity-production-by-source, accesso il 28/03/2022
9
Ember European Electricity Review (2022), https://ember-climate.org/project/european-electricity-review-2022/
accesso il 28/03/2022
10
Paris Agreement, https://unfccc.int/sites/default/files/english_paris_agreement.pdf, accesso il 28/03/2022
11
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_663, accesso il 28/03/2022
12
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_2345, accesso il 28/03/2022
13
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_2341, accesso il 28/03/2022
14
https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal/energy-and-green-deal_en, accesso il
28/03/2022
15
https://www.eea.europa.eu/ims/greenhouse-gas-emission-intensity-of-1, accesso il 28/03/2022
16
https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Renewable_energy_statistics, accesso il 10/04/2022
2
a partire dal “Decreto Bersani” (d.lgs 79/99) del 1999, separando le attività di generazione,
trasmissione, distribuzione e vendita, in accordo con la Direttiva Europea 96/92/CE.
Tradizionalmente il processo di distribuzione dell’energia elettrica, e il rapporto tra il
cittadino/consumatore e le figure preposte alla trasmissione e distribuzione, come il TSO
(Trasmission System Operator) e il DSO (Distribution System Operator), veniva pensato in maniera
unidirezionale e centralizzata. A partire dalla diffusione delle tecnologie rinnovabili, si sono venute
a creare forme di rapporto alternativo con il sistema dell’energia, in cui la suddivisione dei ruoli non
è così netta come era prima del processo di liberalizzazione. La caratteristica più significativa (che
sarà oggetto di questo contributo) di questo nuovo modo di concepire il sistema dell’energia è
quello della decentralizzazione. Per decentralizzazione intendiamo un modo di concepire la
struttura delle unità di produzione, di distribuzione e di consumo dell’energia elettrica, dove si cerca
di collocare le unità di produzione di energia elettrica in prossimità dei luoghi dove questa viene
consumata, avvicinando dunque sempre più il luogo della produzione al luogo del consumo.
Nel momento in cui, ad esempio, un gruppo di cittadini può sfruttare l’energia rinnovabile generata
dai propri pannelli solari fotovoltaici, auto-producendo parte della propria energia,
il rapporto tra consumatore e produttore di energia elettrica si fa più sfumato.
A seguito di questo processo, si stima infatti che il consumo di energia elettrica proveniente da fonti
rinnovabili rappresenti attualmente il 20% del consumo totale17. Uno dei maggiori cambiamenti
portati dalla trasformazione da un modello centralizzato di produzione e distribuzione di energia, ad
uno decentralizzato, è il ruolo che il consumatore ricopre in questa transizione.
Mentre in altri ambiti la figura del consumatore è stata a lungo studiata da una prospettiva politica,
sociologica ed economica, per quel che riguarda il settore dell’energia, questa è stata una figura che
è rimasta per molto tempo dell’ombra. Carrosio 18 espone tre ragioni principali per questa mancanza
di interesse:
 Dal punto di vista socio-culturale, il consumo di energia è stato considerato come un elemento
poco significativo.
 Per molto tempo il settore energetico ha visto come proprietario monopolista lo Stato. Questo ha
fatto sì che non vi fosse la possibilità da parte del consumatore di decidere il proprio fornitore di
energia
 Sia dal punto di vista geografico, che dal punto di vista psicologico, la produzione di energia è
lontana dal consumo.

In anni recenti osserviamo invece un interesse rinnovato per quella che è la figura del consumatore
di energia come prosumer: mentre il consumatore tradizionale nel mercato energetico si limita a
ricevere energia dalle varie utilities, il prosumer, grazie all’uso di impianti fotovoltaici a livello
domestico, industriale e cittadino, può produrre in maniera indipendente parte della propria energia.
All’interno di questo meccanismo di decentralizzazione e di co-generazione dell’energia, si
introduce il meccanismo del demand response e di flessibilità della domanda (demand side
flexibility).
Per demand response intendiamo “la disponibilità a ridurre o aumentare i propri consumi energetici
in risposta a picchi di domanda o di offerta del mercato elettrico, ricevendo in cambio di questa
disponibilità una remunerazione”19. Realizzare questo servizio di demand side flexibility (in cui il
consumatore modifica i propri consumi in maniera dinamica) è possibile grazie alle innovazioni
tecnologiche che permettono, ad esempio, di stimare con maggiore esattezza i consumi futuri
utilizzando l’intelligenza artificiale, oppure di misurare con precisione il consumo di energia
elettrica grazie all’uso di misuratori intelligenti (smart meters).

17
https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Renewable_energy_statistics, accesso il 10/04/2022
18
Giovanni Carrosio, “Energia e scienze sociali: stato dell’arte e prospettive di ricerca”, Quaderni di Sociologia,
66 | 2014, 107-116.
19
https://www.enelx.com/it/it/faq/cosa-e-il-demand-response-perche-conviene, accesso il 28/03/2022
3
Queste tecnologie e servizi sono possibili grazie ad un nuovo modo di concepire il sistema di
comunicazioni tra utenti e produttori di energia, la smart grid: una serie di innovazioni nella rete
elettrica (dalle centrali fino alle cabine e ai misuratori nelle case) che può integrare in modo
intelligente le azioni di tutti gli utenti connessi ad essa - generatori, consumatori e coloro che fanno
entrambe le cose - al fine di fornire in modo efficiente forniture elettriche sostenibili, economiche e
sicure. La smart grid è un sistema di tecnologie integrate che garantisce una connessione bi-
direzionale tra utenti e produttori/distributori di energia, in grado di adattarsi ad un metodo di
generazione dell’elettricità distribuita e permette di abilitare la conversione “verde” grazie alle
capacità di comunicazione che vengono messe a disposizione. Quello che tuttavia maggiormente
rappresenta l’elemento innovativo nella produzione e distribuzione dell’energia è la comunità
energetica.
Una comunità energetica si realizza attraverso l’organizzazione spontanea di individui che
compiono azioni di trasformazione energetica collettive, guidate da cittadini che aiutano a facilitare
il percorso per una transizione energetica pulita. Esse contribuiscono ad aumentare l'accettazione
pubblica dei progetti di energia rinnovabile e rendono più facile attrarre investimenti privati nella
transizione verso la produzione di energia pulita. Allo stesso tempo, hanno il potenziale per fornire
benefici diretti ai cittadini facendo progredire l'efficienza energetica e riducendo i costi delle loro
bollette elettriche.20 Oltre all’inserimento di migliorie tecnologiche all’interno della griglia
energetica, affinché essa goda delle proprietà che abbiamo elencato sopra e porti risultati sufficienti
allo scopo di ridurre le emissioni, è necessario realizzare un forte coinvolgimento del consumatore,
nella responsabilizzazione così come nei nuovi processi di auto-consumo e di costruzione di
comunità energetiche. Questo è realizzabile, in primo luogo, costruendo quella che Ingrid Ballo 21
definisce come un “immaginario socio-tecnico”: una serie di postulati che connotano
l’implementazione di una tecnologia nella società. Da un punto di vista socio-politico, è della
massima importanza riflettere sui diversi approcci che possono essere utilizzati per analizzare una
tecnologia. Sarebbe sbagliato considerare la tecnologia come un elemento neutro, ma ogni
tecnologia è impiegata e dispiegata in un preciso sistema di relazioni sociali. Quella del demand
response e delle comunità energetiche, infatti, è l’immagine sociale di una serie di comunità in cui
l’individuo viene posto al centro della riflessione e della definizione del sistema dell’ energia. In
questo contributo verranno esposti gli elementi principali del processo di decentralizzazione dal
punto di vista tecnologico, legale e sociale (2), e verrà offerto un focus sulla situazione italiana
rispetto al demand response, alle comunità energetiche e alle iniziative di autoconsumo, facendo
accenno brevemente anche al ruolo del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) nel suo
elemento di incentivazione alla sostenibilità (3). Verrà dunque offerto un quadro, seppure
abbozzato, della situazione italiana rispetto alla decentralizzazione, di modo che il lettore possa
avere un idea di quale immaginario socio-tecnico viene descritto dalle recenti direttive nazionali ed
europee sulla transizione verde.

2. Generazione distribuita e il D/R

Contrariamente all’immagine di una griglia elettrica “obsoleta” in cui la tutta l’energia viene
prodotta da grandi impianti, la tendenza odierna (a partire, come abbiamo visto, dagli anni 90) è
quella di orientare il sistema di produzione dell’energia verso un modello votato alla
decentralizzazione. Per decentralizzazione, come abbiamo notato, si intende un ecosistema di
risorse per produrre l’energia, dall’eolico fino al fotovoltaico, che producono meno energia di
impianti di dimensioni maggiori (di solito sotto ai 30MW) e che possono essere collocati vicino ai
https://energy.ec.europa.eu/topics/markets-and-consumers/energy-communities_en, accesso il 28/03/2022
20

Ballo, Ingrid Foss (2015): “Imagining energy futures: Sociotechnical imaginaries of the future Smart Grid in
21

Norway.” Energy Research & Social Science, 9: 9-20


4
luoghi in cui l’energia viene consumata. I vantaggi di un modello distribuito di generazione
dell’energia sono sia di carattere ambientale che di carattere economico: in una prospettiva
ambientale, decentralizzare la produzione di energia attraverso l’installazione di risorse rinnovabili
permette di evitare l’installazione di grandi impianti di produzione (ad alto impatto ambientale). Dal
punto di vista economico, generatori di minore capacità permettono di compiere investimenti
minori, ed in un mercato maggiormente liberalizzato permette ad un numero maggiore di attori di
entrare e generare varietà di offerta e profitto.
Tuttavia, una maggiore integrazione di energie rinnovabili nel parco energetico porta ad alcuni
problemi per quel che riguarda la tenuta del voltaggio, ed è necessario che questo venga
costantemente tenuto sotto controllo22. A questa necessita si aggiunge quella di un corretto sistema
di controllo: mentre i modelli precedenti di griglia si orientavano ad un meccanismo uni-
direzionale, attualmente si tende a costruire modelli in cui l’informazione circola bi-direzionalmente
attraverso l’uso di smart-meters: non soltanto la compagnia elettrica è in grado di avere
informazioni sui consumi, ma può anche inviare informazioni in tempo quasi reale, facilitando una
tipologia di consumo flessibile e partecipe da parte dell’utente.
Rispetto alla grid tradizionale, l’ammodernamento della griglia elettrica coincide con sistemi
integrati dal lato utente, come i già citati smart meters, e in generale con un processo di
tecnologizzazione della domotica automatizzata (Internet of Things) dove nello spazio domestico
vengono installati dei dispositivi connessi ad internet e tra di loro. Oltre a questo, la smart grid
possiede le seguenti proprietà:

a) permette una comunicazione a due direzioni,


b) è strutturata per facilitare la generazione distribuita,
c) possiede capacità di auto-monitoraggio,
d) possiede la funzione di “self-healing”, ovvero ha la capacità di identificare errori nel network e
correggerli,
e) permette di controllare da remoto le tecnologie presenti.

L'uso di internet e dei big data, come l’uso dell’intelligenza artificiale per l'acquisizione e l’analisi
dei dati, può fornire una maggiore precisione e ridurre la quantità di tempo necessario a compiere le
misurazioni. Gli oggetti connessi all'IoT non solo comunicano, ma sono anche in grado di percepire
l'ambiente e rispondere rapidamente alla situazione attuale grazie alla tecnologia delle reti di
sensori. La rete di sensori wireless è vista come la parte principale dell'IoT in quanto si connette ai
dispositivi in un'area osservata per creare un sistema di rete con dispositivi integrati. Questi
permettono di trasmettere in maniera costante informazioni, e di misurare in tempo reale i consumi
che vengono fatti, riuscendo a dare all’utente informazioni accurate su quanto questi effettivamente
ammontano. La capacità di catturare i consumi in tempo reale (capacità abilitata dalla nuova
generazione di smart meters) favorisce quello che viene definito demand response.
ll demand response può essere visto come un meccanismo di autoregolazione dei consumi da parte
dei consumatori, attraverso un sistema di incentivi che promuove una forma di consumo più
partecipe e consapevole. Questa regolazione spontanea di individui e comunità avviene attraverso
22
C. D. Iweh, S. Gyamfi, E. Tanyi, and E. Effah-Donyina, “Distributed generation and renewable energy integration into the
grid: Prerequisites, push factors, practical options, issues and merits,” Energies, vol. 14, no. 17, 2021, doi:
10.3390/en14175375.

5
una serie di meccanismi di incentivazione, che passano da una configurazione efficace di alcuni
sistemi di mercato, intesi come tipologie di tariffe che aiutano ad incentivare la cosiddetta demand-
side flexibility, ovvero la capacità dell’utente di adattare dinamicamente il proprio consumo a partire
da alcuni segnali ed informazioni che gli vengono trasmesse dal distributore. I benefici di questo
adattamento derivano da alcune proprietà della energy grid: essendo difficile stoccare l’energia
elettrica, nel momento in cui la domanda di energia non è in equilibrio con la produzione, l’energia
in eccesso viene scaricata a terra, rappresentando un costo non soltanto in termini economici, ma
anche in termini ambientali, poiché una generazione costante di energia da parte delle centrali
elettriche (necessaria per soddisfare il fabbisogno energetico complessivo di un territorio), richiede
un forte consumo di risorse fossili23. Nel caso in cui, diversamente, si costruisce un mercato ed un
sistema che permette agli utenti di modulare il proprio consumo in rapporto a quelli che sono i
picchi (di domanda e di produzione), è possibile pensare ad un guadagno sia in termini individuali,
nel momento in cui l’utente viene compensato per la deviazione e per l’aumento di efficienza
prodotto, che in termini ambientali. Il demand response, oltre ad offrire vantaggi di carattere
economico e ambientale, permette di fornire una serie di benefici definiti come “servizi ancillari”,
ovvero una serie di servizi che garantiscono la sicurezza del sistema elettrico, tra i quali:
 la possibilità di regolare la frequenza della griglia, che deve essere mantenuta all’interno di
un certo intervallo,
 la capacità di prevenire i blackout causati dal sovraccarico,
 la capacità di evitare la congestione di alcuni nodi.
Altri servizi che possono essere migliorati dal demand response sono il controllo del voltaggio, le
funzioni di monitoraggio della griglia, il controllo della frequenza e il supporto al mantenimento del
giusto voltaggio. Nel momento in cui l’utente modifica il suo consumo, posticipando ad esempio
l’uso di determinati elettrodomestici o di determinate azioni (o nel momento in cui uffici, aziende o
fabbriche decidono di applicare pratiche di risparmio energetico) l’utente viene compensato per
questa operazione.
La modificazione del comportamento può avvenire o alla base di un incentivo economico indiretto
(nel momento in cui ad esempio il costo del consumo per kw è maggiore), o di uno diretto, in cui
viene inviato un segnale di controllo all’utente (tramite una notifica o un sms), dove alla ricezione
del segnale di controllo i consumatori possono regolare la domanda di energia posticipando alcune
attività che richiedono grandi quantità di energia elettrica, o possono decidere di pagare un prezzo
più alto per la loro elettricità. Una volta che una richiesta di cambiamento è esplicitamente o
implicitamente inviata ai clienti, ci sono due modi per implementare un controllo DR.
Nella prima implementazione, un segnale di prezzo può essere inviato ad ogni residenza, e i clienti
sono informati che i prezzi variano secondo un certo programma. Sta al cliente determinare come, e
se, dovrebbe cambiare il modo in cui usa attualmente l'elettricità.
In un secondo modo per implementare il demand response, l'utility, o un aggregatore di terze parti,
invia ugualmente un segnale di prezzo ai clienti, che però viene ricevuto da dispositivi come gli
smart meters che rispondono al segnale di prezzo in base ai set point interni e ai set point
determinati dal cliente stesso. Questi segnali di prezzo vengono utilizzati per incentivare la
variazione del comportamento del consumatore, e vengono definiti attraverso diverse forme di
tariffazione24. Qui di seguito, uno schema di quali tipo di tariffe vengono solitamente utilizzate nel

https://www.betterenergy.org/wp-content/uploads/2018/03/DR-Fact-Sheet-2-Environmental-Benefits-of-
23

DR.pdf#page=1&zoom=auto,-265,798, accesso il 3/04/2022


24
P. Du, N. Lu, and H. Zhong, Demand Response in Smart Grids. 2019
6
DR:

Time of use Vengono create due o tre tipologie di prezzo


per fascia oraria, e l’utente può scegliere come
organizzare il proprio consumo.
Critical Peak Pricing In caso di picco di domanda o di un evento
critico, il prezzo viene aumentato
(disincentivando i consumi)
Critical Peak Rebate In caso di picco di domanda o di un evento
critico, il prezzo viene mantenuto stabile, e
l’utente viene compensato per la variazione del
consumo
Direct load control La utility può controllare centralmente i
consumi dell’utente (ad esempio controllando i
sistemi di riscaldamento). L’utente viene
premiato economicamente per il controllo che
lascia alla utility.
Real Time Pricing L’utente riceve informazioni sulle variazioni
del prezzo dell’energia durante il giorno, e può
adattare dinamicamente il suo consumo.
Questo è possibile grazi agli smart meter che
permettono di dare informazioni in tempo reale
sul prezzo dell’energia, permettendo una
maggiore flessibilità da parte dell’utente

Questi regimi di prezzo e di offerta permettono di trovare sistemi più efficienti di realizzazione
dello spostamento di consumo di energia dalle fasce critiche, garantendo che l’impatto ambientale
ed economico dei consumi sia ridotto, offrendo maggiori possibilità di flessibilità al consumatore, e
andando ad avvantaggiare globalmente la stabilità della griglia elettrica.

3. Il caso italiano
Nel caso italiano, il demand response sta recentemente prendendo piede, anche grazie alla continua
modernizzazione della energy grid, con installazione di misuratori di nuova generazione 25. La
funzione del consumatore, in questo caso, sta nella partecipazione ai servizi di dispacciamento
(l’attività di gestione e di bilanciamento dei flussi di energia attraverso la griglia, necessario per il
buon funzionamento di esso e per il bilanciamento di domanda e offerta). A partire dalla delibera
ARERA 300/2017, il Trasmission System Operator (TSO) italiano, Terna, ha aperto il mercato
energetico a piccoli impianti di produzione, aggregandoli attraverso le Unità Virtuali Abilitate
Miste (UVAM). Le UVAM sono unioni di uno o più consumatori, vicini geograficamente, che
vengono gestiti dall’Aggregatore (o Balance Service Provider), che si occupa dell’aggregazione e
del bilanciamento delle fluttuazioni di domanda da parte degli utenti, favorendo l’agevolazione di
tariffe competitive sul mercato energetico. Le capacità offerte dalla decentralizzazione del mercato
e del parco energetico rinnovabile non soltanto garantiscono una maggiore responsabilizzazione e
libertà di scelta per il consumatore, ma abilitano anche forme politiche di associazione, attraverso

25
https://www.arera.it/allegati/operatori/elettricita/smartgrid/Relazione%20Finale%20ACEA%20D.pdf, consultato il
5/04/2022
7
l’autoconsumo e le comunità energetiche, attraverso due importanti direttive previste dal Clean
Energy for all Europeans, quali:
 La Renewable Energy Directive 2018/2001 (RED II), del dicembre 2018, che definisce le
«Renewable Energy Community» (REC, comunità energetiche rinnovabile) e i «jointly-
acting renewable self-consumers» (autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono
collettivamente);
 La Directive on common rules for the internal market for electricity 2019/944 (Direttiva
IEM), pubblicata a giugno 2019, in cui vengono definite le «Citizen Energy Community»
(CEC, comunità energetiche di cittadini).
Realizzate a pieno in Italia attraverso il Decreto Milleproroghe (162/2019), le comunità energetiche
sono una nuova forma di associazione di prosumers che condividono l’energia prodotta in maniera
spontanea attraverso l’uso delle rinnovabili, finanziate da fondi nazionali e europei, e spesso con la
collaborazione di aziende, università, fornitori di servizi elettrici e associazioni di consumatori.
L’autoconsumo collettivo nelle comunità energetiche è economicamente incentivato attraverso una
tariffa vantaggiosa che vede l’ energia condivisa in autoconsumo collettivo (nello stesso edificio o
condominio) valutata a 100 €/MWh, e l’energia condivisa nell’ambito delle comunità energetiche
rinnovabili (all’interno della stessa cabina elettrica di media/bassa tensione) a 110 €/MWh 26.
Inoltre, vengono applicati dei meccanismi di incentivo ulteriori, come le detrazioni fiscali al 110%
dell’ecobonus sull’installazione del fotovoltaico (Decreto Legge n.34/2020).
A partire da queste direttive (anche se le realtà di condivisione energetica esistono da prima degli
articoli summenzionati) sono state introdotte nella legislazione italiana realtà giuridiche e socio
politiche innovative, proprio per venire incontro alla domanda di cambiamento verso il rinnovabile
(e verso la decentralizzazione) da parte della comunità europea. Le CER (Comunità Energetiche
Rinnovabili) rappresentano un soggetto di diritto autonomo, prodotto dall’aggregazione di persone
fisiche, piccole e medie imprese, autorità locali, attraverso impianti e tecnologie di condivisione
dell’energia27. Stando alla regolamentazione Renewable Energy Directive (2018/2001):

“Gli Stati membri dovrebbero avere la possibilità di scegliere una qualsiasi forma di entità per le
comunità di energia rinnovabile a condizione che tale entità possa, agendo a proprio nome,
esercitare diritti ed essere soggetta a determinati obblighi. Per evitare gli abusi e garantire
un'ampia partecipazione, le comunità di energia rinnovabile dovrebbero poter mantenere la
propria autonomia dai singoli membri e dagli altri attori di mercato tradizionali che partecipano
alla comunità in qualità di membri o azionisti, o che cooperano con altri mezzi, come gli
investimenti. La partecipazione ai progetti di energia rinnovabile dovrebbe essere aperta a tutti i
potenziali membri locali sulla base di criteri oggettivi, trasparenti e non discriminatori.”

Nel caso italiano, diverse iniziative erano già presenti sul territorio precedentemente all’abilitazione
fatta dalla normativa, come quelle del quartiere San Giovanni a Teduccio a Napoli, nel comune di
Magliano Alpi, quello del porto di Savona o il tech-park di Bolzano28. Alcune pienamente
realizzate, altre ancora in realizzazione, tutte mirano a trasformare la produzione e il consumo di
energia locale per renderlo ecologico e sostenibile. Di seguito, una tabella che riporta lo stato
attuale delle comunità energetiche (e rinnovabili) italiane:

26
https://www.enea.it/it/seguici/pubblicazioni/pdf-volumi/2020/guida_comunita-energetiche.pdf, accesso il 3/04/2022
27
https://www.rse-web.it/wp-content/uploads/2022/02/OrangeBook-22-Le-Comunita-Energetiche-in-Italia-DEF.pdf,
accesso il 3/04/2022
28
https://www.comunirinnovabili.it/wp-content/uploads/2021/05/CR2021-1.pdf, accesso il 3/04/2022
8
Nome Tipologia Comune Produzione Prosumers
CE San Giovanni a Solare Fotovoltaico Napoli 53KW 40 famiglie
Teduccio
Energy City Hall Solare Fotovoltaico Magliano Alpi 20KW 5 famiglie,
biblioteca,
scuola,
palestra
Porto di Savona Solare Fotovoltaico Savona 4MW Terminalisti
autosufficiente e operatori
portuali
Noi Techpark Solare Fotovoltaico Bolzano 60kW Vari
CER Macerata Solare Fotovoltaico Macerata Feltria Fino a 1,5 MW Utenti dei
Feltria servizi
comunali
Università Solare Fotovoltaico Chieti Da definire Personale
d’Annunzio accademico
CER Biccari Solare Fotovoltaico Biccari 200kW Cittadini
CE TITO Solare Fotovoltaico Tito 20kW Cittadini

CE dell’Angitola Solare fotovoltaico Filadelfia 1.000kW Cittadini


CER Common Solare Fotovoltaico Ferla 20kw 5 cittadini e
Light 1 impresa
CER Ussaramanna Solare Fotovoltaico Ussaramanna 60kW 90 famiglie
CER Solare Fotovoltaico Villanovaforru 54,4kW Palestra,
Villanovaforru cittadini
CER Alpina di Teleriscaladamento Tirano 20mW Cittadini
Tirano e biomassa
CE del Pinerolese Biogas,idroelettrico, Torino Termico: 18,8 Vari tra
solare e fotovoltaico gW/h utenti
Elettrico: 17,1 pubblici,
gW/h residenziali,
Idroelettrico: aziendali ed
450kW industriali
CE Agricola Solare fotovoltaico Veneto / Puglia 668 tra utenti
1.811 mW/a possessori e
consumatori
CER Pilastro e Solare Fotovoltaico, Bologna Biogas (20kW) Residenziale
Roveri (Bologna) Biogas Fotovoltaico e Industriale

Figura 1 - CER italiane, elaborazione dei dati dal report “Comunità rinnovabili 2021” di Legambiente

Un’altra forma possibile è quella dell’autoconsumo, in cui i cittadini sono in grado, in autonomia, di
produrre energia grazie ai propri impianti solari fotovoltaici. La direttiva RED II definisce
l’autoconsumatore come il cliente finale che, operando in propri siti entro confini definiti o, se
consentito da uno Stato membro, in altri siti, produce energia elettrica rinnovabile per il proprio
consumo, e può immagazzinare o vendere energia elettrica rinnovabile autoprodotta. Stando infatti
alla normativa:

9
“Gli Stati membri provvedono affinché gli autoconsumatori di energia rinnovabile, individualmente
o attraverso aggregatori, siano autorizzati a:
a) produrre energia rinnovabile, anche per il proprio consumo; immagazzinare e vendere le
eccedenze di produzione di energia elettrica rinnovabile, anche tramite accordi di compravendita
di energia elettrica rinnovabile, fornitori di energia elettrica e accordi per scambi tra pari, senza
essere soggetti […]
b) installare e gestire sistemi di stoccaggio dell'energia elettrica abbinati a impianti di generazione
di energia elettrica rinnovabile a fini di autoconsumo senza essere soggetti ad alcun duplice onere,
comprese le tariffe di rete per l'energia elettrica
immagazzinata che rimane nella loro disponibilità;
c) mantenere i loro diritti e obblighi in quanto consumatori finali;”29
Inoltre, il caso italiano è attualmente ricco di esperienze di autoconsumo, come possiamo vedere
dalla seguente tabella:

Nome Produzione Comune Produzione Tipologia/prosumers


Pinerolo Solare Pinerolo Solare Condominio
Fotovoltaico, Fotovoltaico:
20kW,
Solare Termico:
83 -71kW
Via Solare Torino 255kW Condominio
Bardonecchia Fotovoltaico
RE[Y], Retail Pompa di calore Venezia Pompa di calore: Centro commerciale
Efficiency Fotovoltaico 240kW
Venezia
Fotovoltaico:
249kW
NzeB (Nearly Pompa di calore Prato Pompa di calore: Social Housing
Zero Energy Solare 152 kW (Condominio)
Building) Fotovoltaico Solare termico:
Solare termico 64,86
Solare
Fotovoltaico;
32,7

Cooperativa Solare Candiolo Solare Cooperativa Agricola


Agricola Fotovoltaico Fotovoltaico:
Speranza 221 kW
Biogas
Biogas
990kW e 998
Dobbiaco-San Biomassa Dobbiaco Biomassa 18.000 Centrale di
Candido kW Teleriscaldamento

Azienda Solare Rovigo Solare Azienda Agricola


Agricola Valier Fotovoltaico Fotovoltaico:
108kW,
29
Direttiva europea RED II 2001/2018, art 22, L328/121
10
Biomassa
Biomassa:
kW350
Azienda LA.M. Solare Comune di Villa kW 585 Azienda di
Plastic srl fotovoltaico del Conte produzione materiali
plastici
Ecovillaggio Solare Castelnuovo Solare Ecovillaggio (80
montale fotovoltaico fotovoltaico: famiglie)
kW 103
“Comunità Solare San Lazzaro di Solare
Energetica” fotovoltaico Saveno fotovoltaico: kW Scuola elementare
20
Giglio smart Solare Isola del Giglio Solare Pensilina
island Fotovoltaico fotovoltaico: Fotovoltaica
kW 1403
Circolo over 60 Solare Santa Marinella kW 9 Associazione per
Santa Marinella Fotovoltaico Anziani
Figura 2 Autoconsumo in Italia, elaborazione dei dati dal report “Comunità rinnovabili 2021” di Legambiente

Allo stato attuale, molte delle iniziative di comunità energetica e autoconsumo che sono state qui
presentate sono ancora in fase di sviluppo, non essendo ancora operative. Guardando al futuro, se
vogliamo capire lo sviluppo della decentralizzazione e dell’aumento delle rinnovabili in Italia, è
necessario far riferimento a quanto presente nel PNRR. Il Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza prevede una serie di finanziamenti per incentivare l’autoproduzione e l’autoconsumo
(come stabilito dalle normative). Con un investimento di oltre 2,2 miliardi di euro, il piano varato
dal governo mira a garantire 2000mW di capacità di generazione elettrica, attraverso la rete
distribuita e grazie all’uso dell’autoconsumo e delle rinnovabili. In particolare, alla missione due,
nell’investimento 3.2 sulle “green communities”, vediamo l’obiettivo di incentivare territori rurali e
di montagna, così come le risorse locali, per quelle comunità che vogliono sfruttare le risorse a loro
disposizione. L’investimento ha come scopo quello di far crescere le comunità locali attraverso il
supporto e il finanziamento di piani di sviluppo sostenibile (da una prospettiva ecologia, ambientale
e sociale). In particolare, verranno incentivate30:
a) la gestione del patrimonio agro-forestale;
b) la gestione delle risorse idriche;
c) la produzione di energia da fonti rinnovabili locali, come i micro-impianti idroelettrici, le
biomasse, il biogas, l’eolico, la cogenerazione e il biometano;
e) la costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture di montagna;
f) l’efficienza energetica e l’integrazione intelligente degli impianti e delle reti;
g) lo sviluppo sostenibile delle attività produttive.

Il piano inoltre fa riferimento anche alla smart grid31, con un intervento che mira ad accrescere la

30
https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf, p. 127
31
https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf, p. 135
11
flessibilità, la sicurezza e la resilienza del sistema energetico nazionale, aumentando la quantità di
energia prodotta dalle rinnovabili. Le linee guida sono due:
a) incrementare la capacità di generazione distribuita attraverso fonti rinnovabili (aumentandola a
4.000 MW),
b) incentivare l’uso di energia elettrica pulita, sostituendo progressivamente le altre fonti di energia.
Assisteremo dunque ad una maggiore diffusione di realtà di produzione e di consumo alternativo,
che aiuteranno a combattere la povertà energetica e favoriranno lo sviluppo di modelli di abitare
ecologici e circolari.

4. Conclusione

In questa scheda abbiamo visto come un nuovo modo di concepire il rapporto degli individui e delle
comunità segua un percorso di decentralizzazione e di localizzazione del consumo e della
produzione di energia elettrica. Per far fronte alle esigenze di un parco energetico che, a causa degli
impatti ambientali prodotti da un sistema basato sui combustibili fossili, deve essere modificato, è
necessario ripensare a come sia possibile integrare l’individuo all’interno di un meccanismo co-
partecipatorio. In conclusione, è importante citare il “Decalogo della Comunità Energetica”, dove
si fa riferimento ad un abitare sostenibile, un “Vivere gli spazi in maniera responsabile utilizzando e
gestendo le risorse a disposizione in modo intelligente, attraverso l’uso di materiali ecologici e
soluzioni ad alta efficienza energetica, nel rispetto della salute e dell’ambiente. [Vivere] le risorse
disponibili attraverso la loro condivisione, di modo da ridurre l’impatto ecologico e aumentare la
socialità”32 Gli obiettivi di de-carbonizzazione che le nazioni europee si sono posti possono essere
raggiunti soltanto con un coinvolgimento attivo del prosumer all’ultimo nodo della produzione di
energia.
In futuro, assisteremo probabilmente ad un progressivo decentramento, in cui una maggiore
interconnessione permetterà la costruzione di mercati virtuali e di nuove figure di riferimento, in cui
la periferia dell’utente (agli estremi della energy grid) rappresenterà effettivamente il nuovo centro.

32
https://www.enea.it/it/seguici/pubblicazioni/pdf-volumi/2020/guida_comunita-energetiche.pdf, p.33, Accesso il
08/04/2022
12

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