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Come far cadere il governo e poi far finta di niente in neanche due settimane

Si feciste, negas. Ci si aspetta che questa massima della realpolitik funzioni soltanto nei coni
d’ombra della stampa ufficiale e nelle trame di palazzo, e non che venga adoperata in piena
luce mediatica . Ci si aspetta che uno che usa La Bestia come strategia di comunicazione
social, voglia almeno prendere all’amo il grande Leviatano e decidere sullo stato
d’eccezione. Salvini, come il dio cabalistico, pare si accontenti di giocarci in qualche ora
buca di #detox dal Papeete, in quel Mediterraneo che Opicino de Canistris definiva
“diabolicum mare”.
Perché nel far cadere il governo, e poi subito dopo cercarne i responsabili nella plutocratica
sicumera del partito di Bibbiano equipaggiato con il panzer dell'europeismo, a mio parere,
c'è un sublime amore per la contraddizione e per il Nulla al fondo di ogni potere costituito.
Penso a Nobert Wiener che nelle sue visioni cibernetiche paragonava l’Informazione al bene
e l’entropia al Male radicale. Mi chiedo se l’entropia prodotta dall’apertura dei sistemi chiusi
dei grandi partiti della prima repubblica non possa che continuare ad aumentare. I nostri
termometri politici segneranno mai la morte termica delle
camere parlamentari? Di certo di esperimenti sulla caduta dei gravi se ne sono fatti nel vuoto
estivo.
Eppure, chiedendo aiuto al cuore immacolato di maria, mi domando davvero come sia
possibile che Salvini ( probabilmente) riuscirà a superare, rinfrancato nello spirito e nei
consensi, questa crisi di governo. Ovviamente, perché il governo rosso-giallo ( leggevo ieri
sul Corriere che giallo-rosso dava fastidio ai romanisti) è un automatismo parlamentare per
scongiurare le elezioni, ma è anche un automa che difficilmente avrà vita lunga, se mai di
vita si possa parlare. Ovviamente, perché Salvini, un po’ come Shakespeare secondo
Coleridge, è un uomo che sa stare nel Negativo, ovvero è perfetto all’opposizione.
Mi piacerebbe andare un po’ più a fondo, e mettere un po’ d’ordine in questo casino
elettorale.
E forse proprio dal Male Radicale bisogna cominciare. Per alcuni Salvini lo incarna ( fascista
sessista razzista ecc, i mali secolari del nuovo millennio), per altri è un Salvatore, una
metafora cristica pronta a portare lo Spirito nella Legge, ed è sceso dal cielo con la spada.

La contrapposizione a me appare in prima istanza teologica, e poi soltanto dopo politica.


Ma ripenso a Feuerbach, in cui la teologia non è altro che la vita estraniata. Forse Salvini ha
macinato consensi proprio perché ha riparato la contraddizione, ha negato la Negazione, e
rimette non tanto la vita nella politica ( come sarebbe desiderabile in un movimento
democratico), quanto la politica nella Vita.
Quello che intendo dire: alla malora la democrazia interna, la rappresentanza, la
partecipazione, l’organizzazione dal basso, i principi U e D di Habermas, quello che conta è
sopprimere violentemente l’ideologia affinché ne emerga l’opaco distillato di una Vita
artefatta, striminzita, iterata nel cattivo infinito, di una ripetizione malsana di peccatucci ( il
cornetto alla nutella, la discoteca, il pane e mortazza, le cubiste), piccole gioie ( le foto di
animali, le foto dei figli), piccole devozioni ( i rosari, le invocazioni), errori da papà troppo
concessivo ( il figlio sul motoscafo della Polizia).
Quasi che, una volta compiuti tutti i peccati minori, ci si sia liberati dal Peccato originale, e
allora si è al riparo da qualsiasi strale perché, se la morale terrestre è benignamente
infranta, quella celeste è santamente preservata.
E ancora, citando il discorso del capitano Ahab alla ciurma: “ Io credo che dietro quella
Balena non ci sia nulla”. Che è un po’ come dire: dietro il mondo pessimo che ci circonda
non ce n’è nessun altro. Crollate le grandi narrazioni, crollati i grandi partiti e le ideologie,
dalle macerie è nato lo strano animale memetico Matteo Salvini

Forse Salvini è un sogno collettivo da cui dobbiamo ancora svegliarci. O forse, riprendendo
l’Empedocle di Hoderlin, tra una partita a racchettoni e una foto in ministero, “Lui è la Vita, e
noi ne siamo il sogno”

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