3-2005
La sistemazione
in sicurezza
delle scorie
nucleari
di V. Romanello*, G. Lomonaco**
e N. Cerullo***
l’equivalente di dose medio natu- non esistono numeri di per se ni nucleari e quindi l’affidabilità
rale (che assorbiamo senza danni grandi o piccoli, bensì essi sono ta- della soluzione del deposito in si-
da centinaia di migliaia di anni) è li rispetto a qualche grandezza di ti geologicamente stabili.
pari in Italia a circa 300 riferimento. Tale numero
mrem/anno. Come se ciò non ba- è enorme rispetto alla vi-
stasse, recentemente tale lasso di ta di un uomo, ma irriso-
tempo è stato oggetto di critiche, rio rispetto ai tipici tempi
poiché ritenuto insufficiente e si è geologici: basti pensare,
richiesto addirittura una aumen- ad esempio, che il tanto
to di tale periodo fino a 100.000 contestato sito di Scanza-
anni. Tale richiesta si commenta no Jonico è vecchio alme-
da se: è come pretendere da un no 5 milioni di anni, e
ingegnere che realizzi una casa non c’è motivo per pen-
che non solo regga al carico stati- sare che esso non rimarrà
co, ad un terremoto di forte inten- un deposito di sale per
sità o addirittura all’uragano Ivan un uguale lasso di tempo
il terribile, ma che anche, in caso e che quindi le scorie in esso even- Figura 2 – Resti del reattore fossile
di un imprevedibile crollo rovi- tualmente depositate rimarranno numero 15 di Oklo. Sono visibili i residui
noso ed improvviso dell’edificio, ben confinate dal mondo esterno. di colore giallo di ossido di uranio. I
nessuno degli occupanti si faccia Allora riproponiamo ora la do- prodotti di fissione ed il plutonio non sono
alcun male! manda: che numero è 250.000 ri- migrati e sono praticamente rimasti sul
In questo quadro, uno degli spetto a 5.000.000? Tutti risponde- posto[5]
approcci più seguiti oggi è quello rebbero: piccolo!
di calcolare il tempo di ritorno della Inoltre, anche in presenza di Alla luce di quanto detto, la
radiotossicità ai livelli di miniera, di acqua, i prodotti transuranici (in più importante garanzia nello
considerare cioè il tempo necessa- particolare il plutonio) hanno di- smaltimento dei rifiuti nucleari è
rio affinché la radiotossicità per mostrato una scarsa motilità dal- quindi rappresentata proprio dal-
ingestione delle scorie pareggi l’esame dei risultati “sperimenta- la natura dei siti prescelti: trattasi
quella dell’uranio naturalmente li” delle analisi condotte sul terre- di miniere di salgemma vecchie
presente in miniera. Il concetto è no circostante un complesso di milioni di anni (non vi è mai stata
quello di non aumentare il livello reattori nucleari formatisi per un acqua che avrebbe sciolto il sale),
della radiotossicità naturale, o, insieme di cause naturali ad Ok- banchi basaltici o depositi in zone
per lo meno, di controllarlo accu- lo, nel Gabon (Africa), circa 2 mi- desertiche, situati al di sopra del-
ratamente finché questo non de- liardi di anni fa (fig. 2). le falde acquifere. Le scorie ven-
cada. Bisogna sempre considerare Per motivi che saranno spiega- gono in tali casi depositate a
infatti che qualunque sostanza ra- ti meglio in un altro articolo un 500÷1.000 metri di profondità e
dioattiva, in quanto tale, è sogget- giacimento di uranio ha dato vita pertanto nessun danno da irrag-
ta a decadimento, ossia la sua pe- nel corso del tempo a ben 17 reat- giamento diretto è possibile.
ricolosità generalmente diminui- tori nucleari naturali che hanno Come già anticipato, nei depo-
sce nel tempo, al contrario di fissionato circa 5 tonnellate di siti nucleari oltre alle barriere “na-
quanto accade con la tossicità chi- uranio-235 sviluppando appros- turali”, vengono interposte una
mica di sostanze come l’arsenico, simativamente 108 MWh con un serie di significative barriere inge-
che rimane costante. Trattasi di periodo complessivo di funziona- gneristiche (che costituiscono
un approccio teorico ed indubbia- mento dell’ordine di 10 6 an- quindi una ulteriore garanzia di
mente molto cautelativo. Con le ni[4][5]. La composizione delle sicurezza).
ipotesi attuali, tali tempi di ritor- ‘scorie’ trovate nel sito è molto si- La prima barriera ingegneri-
no sono per le scorie non trattate mile a quella dei moderni reattori stica è costituita dalla matrice in
dei reattori esistenti dell’ordine di nucleari. Come già detto, si è rile- cui vengono inglobate le scorie.
250.000 anni (da qui le richieste vato che praticamente tutti i pro- Trattasi di cemento, vetro o Syn-
riguardanti il sito di Yucca Moun- dotti di fissione sono rimasti nelle Rock (Synthetic Rock), frutto di
tain). immediate vicinanze dei reattori decennali ricerche. Sulle scorie
All’uomo comune questo las- naturali per quasi due miliardi di così condizionate, vengono effet-
so di tempo può sembrare assolu- anni. Il plutonio presente (2,5 ton- tuate verifiche riguardanti il calo-
tamente inaccettabile: ma è dav- nellate) non si è spostato che di re di decadimento, l’auto-irrag-
vero così? pochissimo (circa 3 metri secondo giamento e l’eventuale azione
Occorre fare qui alcune consi- i tecnici)[6]. Questo esempio na- chimica dell’acqua (possibile nel
derazioni importanti. Intanto chie- turale prova, come meglio non lungo periodo). I modelli via via
diamoci: che numero è 250.000? sarebbe possibile fare, la ridotta sviluppati sono divenuti sempre
Grande o piccolo? Tutti sanno che motilità dei prodotti delle reazio- più accurati e precisi: oggi si pen-
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sa ragionevolmente che la sola base di ossidi di silicio, boro, allu- presenta solo una parte del siste-
vetrificazione possa garantire la minio, sodio e zirconio, fig. 3. ma di isolamento a barriere mul-
tenuta per almeno un milione di I risultati di tali prove sono tiple adottato.
anni[7]. rassicuranti: la variazione percen- Ad esempio, nella soluzione
Il danno potenziale originato tuale di volume è trascurabile adottata dagli svedesi (SKB), il
dall’auto-irraggiamento è dovuto (0.6%), e la resistenza a corrosione combustibile esausto viene rac-
principalmente ai nuclei di rincu- da parte dell’acqua non viene chiuso in opportuni contenitori di
lo nel decadimento alfa (ossia compromessa significativamente. acciaio inossidabile (con spessore
l’espulsione di un nucleo di elio Inoltre non solo il vetro non risul- di 50 mm), a loro volta contenuti
ad alta energia da parte del nu- ta infragilito, ma le sue proprietà in cilindri di rame con spessore di
cleo radioattivo, che quindi viene meccaniche risultano addirittura 50 mm, fig. 4.
violentemente spinto all’indie- migliorate (si ha una fragilità ri- Tali contenitori vengono fab-
tro), che depositano grandi quan- dotta ed un incremento della resi- bricati con le più moderne e sofi-
tità di energia (dell’ordine di 0,1 stenza alla frattura). sticate tecnologie ed il “tappo”
MeV) in piccolissime distanze Tali vetri presentano la favore- (fig. 5) viene saldato elettronica-
(dell’ordine di 30 nanometri), ge- vole caratteristica di ripristinare mente[8].
nerando una cascata di difetti ato- la loro struttura dopo il passaggio L’adozione del rame quale in-
mici che nel lungo termine po- del nucleo di rinculo. Nonostante volucro esterno rappresenta una
trebbero compromettere la strut- si sia dimostrato che la matrice garanzia notevole rispetto a pos-
tura della matrice. Tali effetti so- vetrosa costituisca già di per se sibili, anche se altamente impro-
no stati studiati in vetri opportu- una efficiente e durevole barriera babili, infiltrazioni di acqua. Il ra-
namente “dopati” con curio-244, al rilascio dei radionuclidi, biso- me nativo è risultato essere stabi-
ottenendo dosi integrate nel giro gna sottolineare che questa rap- le fino ad oltre 500 milioni di anni
di pochi anni che ripro- (fig. 6), e gli archeologi hanno
ducono l’effetto che i trovato oggetti di rame risalenti
vetri dovrebbero rice- ad oltre 8.000 anni fa, ancora in
vere nel corso delle buone condizioni. Questo metal-
centinaia di migliaia di lo è duttile, anche a basse tempe-
anni (si parla di 4-5 x rature e quindi conserva le sue
10 18 particelle γ per caratteristiche meccaniche anche
grammo, con una dose nel caso di una eventuale glacia-
di 4÷5 miliardi di zione. Per tali applicazioni si uti-
gray). I francesi hanno lizza puro, privo di ossigeno. La
messo a punto l’R7T7, stessa acqua presente in profon-
di natura simile a quel- dità è priva di ossigeno disciolto,
la dei vetri vulcanici, a quindi una sua eventuale presen-
za, causerebbe una corrosione
molto ridotta.
Le ipotesi di resistenza del ra-
me sono suffragate dal ritrova-
mento di un cannone della nave
Figura 3 – Il vetro di
classe nucleare R7T7
(sulla destra) può essere Figura 4 – Rappresentazione
considerato l’analogo di un contenitore cilindrico per
del vetro vulcanico rifiuti nucleari lungo circa 5
(sulla sinistra) metri e del diametro di 880 mm.
Il contenitore interno di acciaio
inossidabile ha uno spessore di
50 mm, ed è a sua volta
contenuto in un cilindro di rame
dello spessore 50 mm . Il peso
totale, compreso il combustibile è Figura 5 – Lavorazione del coperchio di
di circa 15 tonnellate[8] rame[8]
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Figura 8 –
da guerra svedese Kronan, affon- Barriere multiple in
data nel XVII secolo. un deposito geologico.
Tale nave, affondata nel giu- 1: Contenitore di acciaio e rame.
gno 1676 (oltre trecento anni fa), è (la stessa natura ceramica del
rimasta fino ad epoche recenti sui combustibile costituisce una prima efficace
barriera)
fondali del Mare Baltico. 2: Blocchi di bentonite. L’argilla protegge
Il cannone (fig. 7) è stato ana- ulteriormente i contenitori dall’acqua (con
lizzato, ed è stato trovato in per- la quale forma un gel impermeabile) e ne una eccellente fonte di conoscen-
fetto stato di conservazione: mi- impedisce il movimento za al fine della progettazione di
sure accurate hanno consentito di 3: Misto di bentonite e sabbia che riempie i un deposito permanente. Per pre-
stimare che la corrosione del ra- tunnel vedere quello che avverrà fra cen-
4: Roccia che offre un ambiente protettivo
me nell’argilla è dell’ordine di po- sia dal punto di vista meccanico che
tinaia di migliaia di anni possia-
chi millimetri in 100.000 anni [8]. chimico. Agisce inoltre quale filtro per mo fare riferimento a quello che è
Per quanto riguarda il conteni- l’acqua[8] successo nel passato. Possiamo
esaminare il comportamento del
rimarranno integre per un sito, risalendo a milioni di anni fa,
periodo praticamente in- ottenendo così informazioni di
finito, comunque superio- valore insostituibile ai fini della
re ad un milione di anni. determinazione delle sue caratte-
Infine, nel caso svede- ristiche. Gli studiosi parlano, in
se, i contenitori vengono questo caso, di “analoghi natura-
sepolti a 500÷1.000 metri li”. Ad esempio possiamo studia-
di profondità in una strut- re il comportamento dei giaci-
tura di bentonite situata menti naturali di uranio, risalenti
nel banco basaltico, fig. 8. a milioni di anni quali, ad esem-
Tale materiale, assieme al- pio, il già citato caso di Oklo. La
la roccia, agirebbe da ‘fil- natura ha altresì dimostrato come
tro’ in caso di una quanto sia possibile isolare alti livelli di
mai improbabile fuoriuscita dei radioattività in un sito senza al-
Figura 7 – Il cannone ricuperato dalla
nave da guerra svedese Kronan, rimasto
radionuclidi. cun impatto ambientale: in Cana-
per circa trecento anni in fondo al mare [8] In un deposito chiuso di tal ti- da, nel deposito di Cigar Lake, si
po non è richiesta ulteriore sorve- trova una concentrazione di ura-
glianza e/o manutenzione per nio naturale che arriva al 55% del
tore interno di acciaio, esso, oltre garantirne la sicurezza. Comun- minerale. Tale miniera si è forma-
a costituire una barriera aggiunti- que la natura e la quantità del ta 1.300 milioni di anni fa ed è si-
va, serve a sopportare le sollecita- materiale stoccato è opportuna- tuata a 430 metri di profondità;
zioni meccaniche. mente documentata. contiene più di un milione di me-
Sulla base delle suddette con- Per rafforzare le affermazioni tri cubi di uranio. L’argilla ha iso-
siderazioni, si può dedurre che le precedenti, si può constatare che lato il deposito. Non ci sono trac-
barriere utilizzate nel contenitore la stessa natura si è dimostrata ce in superficie (quali radiazioni,
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