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2 21mo SECOLO SCIENZA e TECNOLOGIA n.

3-2005

La sistemazione
in sicurezza
delle scorie
nucleari
di V. Romanello*, G. Lomonaco**
e N. Cerullo***

energia nucleare, con una infine il


L’ percentuale di produzione
elettrica nel mondo pari al 17%
reattore stes-
so, giunto a fine
Scopo
di questo
(24% nei paesi OECD, 35% nel- vita dovrà essere articolo è an-
l’Unione Europea) riduce annual- smantellato. Bisogna tut- che quello di evi-
mente l’immissione di 2,4 miliar- tavia notare che i cosiddetti denziare quanto si
di di tonnellate di anidride carbo- “materiali attivati”, ossia quelli fa in questo campo e la
nica[1] nell’atmosfera (la cui con- che originariamente non erano limitata (seppur presente)
centrazione è aumentata sensibil- radioattivi ma lo sono divenuti pericolosità delle scorie nucleari.
mente nell’ultimo secolo[2]), co- nel corso dell’esercizio dell’im- Bisogna tenere innanzitutto
stituendo altresì una forma di pianto per l’effetto dei neutroni presente che i rifiuti nucleari ven-
energia abbondante, poco sogget- (come ad esempio l’acciaio che gono suddivisi in tre grandi cate-
ta alle fluttuazioni dei mercati, e costituisce il recipiente del vessel gorie:
rispettosa dell’ambiente. – contenitore in pressione del • basso livello: sono i più abbon-
Prodotto della fissione del combustibile nucleare), pongono danti e scarsamente pericolosi
combustibile nucleare sono le co- minori problemi a causa della lo- a lungo termine (ad esempio il
siddette scorie nucleari. Con tale ro (relativamente) bassa radioatti- materiale sanitario usato nella
termine si intende indicare prin- vità e rapidità di decadimento. medicina nucleare, gli indu-
cipalmente il combustibile che L’argomento delle scorie nu- menti usa e getta forniti in una
giunto alla fine del proprio ciclo cleari costituisce il cavallo di bat- visita ad un impianto nuclea-
di vita deve essere smaltito, ma taglia di un gruppo di “ambienta- re, etc.) che costituiscono il
anche una serie di materiali dive- listi” nel corso di una decisa 90% delle scorie prodotte ma
nuti radioattivi nel corso del fun- “guerra” all’impiego pacifico del- contengono solo l’1% della ra-
zionamento del reattore nucleare; l’energia nucleare. In realtà quello dioattività di origine antropo-
delle scorie radioattive costituisce genica;
un falso problema in quanto la lo- • medio livello: sono costituiti, ad
* Dott. Ing. Vincenzo Romanello, ro limitata quantità e le grandi esempio, dalle guaine di lega
contrattista presso le Università di precauzioni prese per il loro trat- di zirconio degli elementi
Pisa e Lecce e dottorando in Ingegne- tamento e per la loro conservazio- combustibili del reattore; ri-
ria dei Materiali presso l’Università ne praticamente annullano la loro chiedono una schermatura,
di Lecce. potenziale pericolosità. ma costituiscono solo il 7%
** Dott. Ing. Guglielmo Lomonaco, Comunque qualsiasi attività delle scorie (e contengono il
dottorando in Energetica Elettrica e umana richiede un prezzo e quelli 4% della radioattività);
Termica presso l’Università di Pisa.
*** Prof. Ing. Nicola Cerullo, già ordi-
che accettiamo, anche per molte at- • alto livello: costituiscono il 3%
nario di “Reattori Nucleari Avanza- tività “normali” (compresa la pro- delle scorie ma contengono il
ti” presso l’Università di Genova ed duzione di energia per via conven- 95% della radioattività e sono i
attualmente professore incaricato zionale), sono di gran lunga più più pericolosi a lungo termine.
presso le Università di Pisa e di Ge- elevati di quelli dovuti alla produ- L’ultima categoria è sicura-
nova. zione di energia per via nucleare. mente quella che pone i maggiori
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rischi, dati i periodi di dimezza- A tal proposito, è fondamenta-


mento 1 molto lunghi e la com- le tenere presente che secondo
plessa catena di decadimenti ne- l’attuale filosofia di smaltimento
cessaria per raggiungere la stabi- le scorie nucleari vengono depo-
lità nucleare. sitate in appositi siti (i cosiddetti
I 436 reattori nucleari presenti depositi geologici) dotati di parti-
in 31 nazioni producono annual- colari caratteristiche, durevoli nel
mente migliaia di tonnellate di tempo. Inoltre le scorie, dopo es-
scorie. sere state vetrificate (o comunque
Un reattore ad acqua pressu- inglobate in una opportuna ma-
rizzata da 1000 MWe scarica an- trice inerte), vengono inserite in
nualmente da 40 a 70 elementi appositi contenitori protettivi di
combustibili contenenti 461,4 kg elevata sicurezza (resistenti anche
di uranio ciascuno; tuttavia il 94% alla corrosione a lunghissimo ter-
del combustibile esausto è costi- mine). Il fine di tali barriere natu-
tuito da uranio-238, l’1% da ura- Figura 1 – Volume di scorie vetrificate rali ed ingegneristiche predispo-
nio-235 (elementi già presenti in prodotte nel corso della vita di un uomo ste è quello di ridurre a valori di
che utilizzi la sola energia nucleare per
natura e quindi considerati non soddisfare i propri bisogni. fatto nulli l’equivalente di dose
pericolosi), il 3-4 % da prodotti di che le popolazioni che abiteranno
fissione (quali cesio, stronzio, io- modo tali scorie, per quanto ri- in prossimità di tali depositi geo-
dio, tecnezio, ecc.), pericolosi se dotte in termini di massa (volu- logici potrebbero ricevere in un
liberati in caso di incidente, ma me) possano costituire un perico- futuro remoto.
innocui dopo qualche centinaio lo potenziale attuale o futuro. Gli USA hanno previsto per il
di anni se custoditi in un deposito L’approccio attualmente se- deposito delle scorie nucleari del-
geologico. Gli elementi di mag- guito per effettuare tale valuta- le centrali il sito di Yucca Moun-
giore rischio perché molto più pe- zione (in verità fortemente con- tain, situato nel deserto del Neva-
ricolosi dell’uranio naturale pre- servativa) è quello di considerare da, a circa 100 miglia da Las Ve-
sente in natura sono costituiti per il lasso di tempo necessario affin- gas. Esso è stato sottoposto in-
l’1% da i vari isotopi del plutonio ché, decadendo, tali prodotti rag- nanzitutto dal DOE (Department
e per lo 0,1 % dagli attinidi minori giungano la radiotossicità 2 (che è Of Energy) ad una approfondita
(nettunio, americio e curio; così una misura della pericolosità po- analisi geologica con una spesa di
chiamati perché prodotti in mino- tenziale) dell’uranio originaria- 6 miliardi di dollari[3]. Inoltre
re quantità nei reattori nucleari mente presente in miniera. l’EPA (Environmental Protection
tradizionali). La radioattività è un fenome- Agency), cioè l’ente di controllo
Da una semplice analisi si rile- no fisico complesso, caratterizza- ambientale, ha richiesto che fra
va che un PWR (reattore ad acqua to da diverse grandezze; quello 10.000 anni l’equivalente di dose
pressurizzata) di grossa taglia, che interessa però ai fini della sa- ricevuto dagli abitanti in seguito
annualmente scarica circa 2÷3 kg lute umana è il cosiddetto equiva- ad un eventuale rilascio dei ra-
di plutonio, 0,2÷0,3 kg di attinidi lente di dose, ossia l’energia speci- dionuclidi, sia non superiore a 20
minori. Per avere un termine di fica depositata nel tessuto umano mrem/anno. Per valutare l’eso-
paragone con le fonti tradizionali, corretta da opportuni fattori di sità della richiesta, si noti che
si può rilevare che il volume di ri- qualità. In particolare bisogna
fiuti prodotto da queste ultime considerare la natura delle radia-
per produrre la stessa quantità di zioni, la loro energia, il meccani- 1 Come è noto ogni elemento ra-
energia è milioni di volte maggio- smo con cui un radionuclide può dioattivo decade nel corso del tempo
re. Per meglio visualizzare questo essere assorbito e poi eliminato (ossia si trasmuta in un altro nucli-
dato basti pensare che è stato cal- dal corpo, ecc. de). Un parametro fisico che viene
colato che se un uomo per soddi- Quando si affronta la tematica definito per la descrizione fisica del
sfare i propri bisogni energetici delle scorie nucleari ci si riferisce, fenomeno è il periodo di dimezza-
durante tutta la sua vita usasse la di norma, alla radiotossicità per mento, ossia l’intervallo di tempo ne-
sola energia nucleare[2] produr- ingestione, poiché si ipotizza (an- cessario affinché la metà dei nuclei
rebbe un volume di scorie (già ve- che qui forse con eccessiva pru- radioattivi presenti ad un dato istan-
trificate) minore di quello di una denza) che dopo un certo lasso di te subisca decadimento radioattivo e
quindi si trasmuti.
lattina da 33 cl.! (figura 1) tempo, per quanto lungo, tali 2 La radiotossicità è definita come
Quando si affronta dunque la prodotti vengano disciolti dal- la potenzialità di indurre effetti dan-
tematica dell’energia nucleare, ed l’acqua e trasportati attraverso le nosi (per irraggiamento interno) da
in particolare quella delle scorie, falde acquifere, costituendo que- parte di un radionuclide. Tale termi-
bisogna tenere presenti questi nu- ste quindi una via di ritorno per ne può riferirsi sia all’inalazione che
meri, ma anche considerare in che l’uomo. all’ingestione.
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l’equivalente di dose medio natu- non esistono numeri di per se ni nucleari e quindi l’affidabilità
rale (che assorbiamo senza danni grandi o piccoli, bensì essi sono ta- della soluzione del deposito in si-
da centinaia di migliaia di anni) è li rispetto a qualche grandezza di ti geologicamente stabili.
pari in Italia a circa 300 riferimento. Tale numero
mrem/anno. Come se ciò non ba- è enorme rispetto alla vi-
stasse, recentemente tale lasso di ta di un uomo, ma irriso-
tempo è stato oggetto di critiche, rio rispetto ai tipici tempi
poiché ritenuto insufficiente e si è geologici: basti pensare,
richiesto addirittura una aumen- ad esempio, che il tanto
to di tale periodo fino a 100.000 contestato sito di Scanza-
anni. Tale richiesta si commenta no Jonico è vecchio alme-
da se: è come pretendere da un no 5 milioni di anni, e
ingegnere che realizzi una casa non c’è motivo per pen-
che non solo regga al carico stati- sare che esso non rimarrà
co, ad un terremoto di forte inten- un deposito di sale per
sità o addirittura all’uragano Ivan un uguale lasso di tempo
il terribile, ma che anche, in caso e che quindi le scorie in esso even- Figura 2 – Resti del reattore fossile
di un imprevedibile crollo rovi- tualmente depositate rimarranno numero 15 di Oklo. Sono visibili i residui
noso ed improvviso dell’edificio, ben confinate dal mondo esterno. di colore giallo di ossido di uranio. I
nessuno degli occupanti si faccia Allora riproponiamo ora la do- prodotti di fissione ed il plutonio non sono
alcun male! manda: che numero è 250.000 ri- migrati e sono praticamente rimasti sul
In questo quadro, uno degli spetto a 5.000.000? Tutti risponde- posto[5]
approcci più seguiti oggi è quello rebbero: piccolo!
di calcolare il tempo di ritorno della Inoltre, anche in presenza di Alla luce di quanto detto, la
radiotossicità ai livelli di miniera, di acqua, i prodotti transuranici (in più importante garanzia nello
considerare cioè il tempo necessa- particolare il plutonio) hanno di- smaltimento dei rifiuti nucleari è
rio affinché la radiotossicità per mostrato una scarsa motilità dal- quindi rappresentata proprio dal-
ingestione delle scorie pareggi l’esame dei risultati “sperimenta- la natura dei siti prescelti: trattasi
quella dell’uranio naturalmente li” delle analisi condotte sul terre- di miniere di salgemma vecchie
presente in miniera. Il concetto è no circostante un complesso di milioni di anni (non vi è mai stata
quello di non aumentare il livello reattori nucleari formatisi per un acqua che avrebbe sciolto il sale),
della radiotossicità naturale, o, insieme di cause naturali ad Ok- banchi basaltici o depositi in zone
per lo meno, di controllarlo accu- lo, nel Gabon (Africa), circa 2 mi- desertiche, situati al di sopra del-
ratamente finché questo non de- liardi di anni fa (fig. 2). le falde acquifere. Le scorie ven-
cada. Bisogna sempre considerare Per motivi che saranno spiega- gono in tali casi depositate a
infatti che qualunque sostanza ra- ti meglio in un altro articolo un 500÷1.000 metri di profondità e
dioattiva, in quanto tale, è sogget- giacimento di uranio ha dato vita pertanto nessun danno da irrag-
ta a decadimento, ossia la sua pe- nel corso del tempo a ben 17 reat- giamento diretto è possibile.
ricolosità generalmente diminui- tori nucleari naturali che hanno Come già anticipato, nei depo-
sce nel tempo, al contrario di fissionato circa 5 tonnellate di siti nucleari oltre alle barriere “na-
quanto accade con la tossicità chi- uranio-235 sviluppando appros- turali”, vengono interposte una
mica di sostanze come l’arsenico, simativamente 108 MWh con un serie di significative barriere inge-
che rimane costante. Trattasi di periodo complessivo di funziona- gneristiche (che costituiscono
un approccio teorico ed indubbia- mento dell’ordine di 10 6 an- quindi una ulteriore garanzia di
mente molto cautelativo. Con le ni[4][5]. La composizione delle sicurezza).
ipotesi attuali, tali tempi di ritor- ‘scorie’ trovate nel sito è molto si- La prima barriera ingegneri-
no sono per le scorie non trattate mile a quella dei moderni reattori stica è costituita dalla matrice in
dei reattori esistenti dell’ordine di nucleari. Come già detto, si è rile- cui vengono inglobate le scorie.
250.000 anni (da qui le richieste vato che praticamente tutti i pro- Trattasi di cemento, vetro o Syn-
riguardanti il sito di Yucca Moun- dotti di fissione sono rimasti nelle Rock (Synthetic Rock), frutto di
tain). immediate vicinanze dei reattori decennali ricerche. Sulle scorie
All’uomo comune questo las- naturali per quasi due miliardi di così condizionate, vengono effet-
so di tempo può sembrare assolu- anni. Il plutonio presente (2,5 ton- tuate verifiche riguardanti il calo-
tamente inaccettabile: ma è dav- nellate) non si è spostato che di re di decadimento, l’auto-irrag-
vero così? pochissimo (circa 3 metri secondo giamento e l’eventuale azione
Occorre fare qui alcune consi- i tecnici)[6]. Questo esempio na- chimica dell’acqua (possibile nel
derazioni importanti. Intanto chie- turale prova, come meglio non lungo periodo). I modelli via via
diamoci: che numero è 250.000? sarebbe possibile fare, la ridotta sviluppati sono divenuti sempre
Grande o piccolo? Tutti sanno che motilità dei prodotti delle reazio- più accurati e precisi: oggi si pen-
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sa ragionevolmente che la sola base di ossidi di silicio, boro, allu- presenta solo una parte del siste-
vetrificazione possa garantire la minio, sodio e zirconio, fig. 3. ma di isolamento a barriere mul-
tenuta per almeno un milione di I risultati di tali prove sono tiple adottato.
anni[7]. rassicuranti: la variazione percen- Ad esempio, nella soluzione
Il danno potenziale originato tuale di volume è trascurabile adottata dagli svedesi (SKB), il
dall’auto-irraggiamento è dovuto (0.6%), e la resistenza a corrosione combustibile esausto viene rac-
principalmente ai nuclei di rincu- da parte dell’acqua non viene chiuso in opportuni contenitori di
lo nel decadimento alfa (ossia compromessa significativamente. acciaio inossidabile (con spessore
l’espulsione di un nucleo di elio Inoltre non solo il vetro non risul- di 50 mm), a loro volta contenuti
ad alta energia da parte del nu- ta infragilito, ma le sue proprietà in cilindri di rame con spessore di
cleo radioattivo, che quindi viene meccaniche risultano addirittura 50 mm, fig. 4.
violentemente spinto all’indie- migliorate (si ha una fragilità ri- Tali contenitori vengono fab-
tro), che depositano grandi quan- dotta ed un incremento della resi- bricati con le più moderne e sofi-
tità di energia (dell’ordine di 0,1 stenza alla frattura). sticate tecnologie ed il “tappo”
MeV) in piccolissime distanze Tali vetri presentano la favore- (fig. 5) viene saldato elettronica-
(dell’ordine di 30 nanometri), ge- vole caratteristica di ripristinare mente[8].
nerando una cascata di difetti ato- la loro struttura dopo il passaggio L’adozione del rame quale in-
mici che nel lungo termine po- del nucleo di rinculo. Nonostante volucro esterno rappresenta una
trebbero compromettere la strut- si sia dimostrato che la matrice garanzia notevole rispetto a pos-
tura della matrice. Tali effetti so- vetrosa costituisca già di per se sibili, anche se altamente impro-
no stati studiati in vetri opportu- una efficiente e durevole barriera babili, infiltrazioni di acqua. Il ra-
namente “dopati” con curio-244, al rilascio dei radionuclidi, biso- me nativo è risultato essere stabi-
ottenendo dosi integrate nel giro gna sottolineare che questa rap- le fino ad oltre 500 milioni di anni
di pochi anni che ripro- (fig. 6), e gli archeologi hanno
ducono l’effetto che i trovato oggetti di rame risalenti
vetri dovrebbero rice- ad oltre 8.000 anni fa, ancora in
vere nel corso delle buone condizioni. Questo metal-
centinaia di migliaia di lo è duttile, anche a basse tempe-
anni (si parla di 4-5 x rature e quindi conserva le sue
10 18 particelle γ per caratteristiche meccaniche anche
grammo, con una dose nel caso di una eventuale glacia-
di 4÷5 miliardi di zione. Per tali applicazioni si uti-
gray). I francesi hanno lizza puro, privo di ossigeno. La
messo a punto l’R7T7, stessa acqua presente in profon-
di natura simile a quel- dità è priva di ossigeno disciolto,
la dei vetri vulcanici, a quindi una sua eventuale presen-
za, causerebbe una corrosione
molto ridotta.
Le ipotesi di resistenza del ra-
me sono suffragate dal ritrova-
mento di un cannone della nave

Figura 3 – Il vetro di
classe nucleare R7T7
(sulla destra) può essere Figura 4 – Rappresentazione
considerato l’analogo di un contenitore cilindrico per
del vetro vulcanico rifiuti nucleari lungo circa 5
(sulla sinistra) metri e del diametro di 880 mm.
Il contenitore interno di acciaio
inossidabile ha uno spessore di
50 mm, ed è a sua volta
contenuto in un cilindro di rame
dello spessore 50 mm . Il peso
totale, compreso il combustibile è Figura 5 – Lavorazione del coperchio di
di circa 15 tonnellate[8] rame[8]
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Figura 6 – Questo esemplare di rame


nativo è stato rinvenuto in Arizona (USA)
e si stima abbia un’età di circa un miliardo
di anni. Può servire come analogo rispetto
ai rivestimenti dei contenitori [8]

Figura 8 –
da guerra svedese Kronan, affon- Barriere multiple in
data nel XVII secolo. un deposito geologico.
Tale nave, affondata nel giu- 1: Contenitore di acciaio e rame.
gno 1676 (oltre trecento anni fa), è (la stessa natura ceramica del
rimasta fino ad epoche recenti sui combustibile costituisce una prima efficace
barriera)
fondali del Mare Baltico. 2: Blocchi di bentonite. L’argilla protegge
Il cannone (fig. 7) è stato ana- ulteriormente i contenitori dall’acqua (con
lizzato, ed è stato trovato in per- la quale forma un gel impermeabile) e ne una eccellente fonte di conoscen-
fetto stato di conservazione: mi- impedisce il movimento za al fine della progettazione di
sure accurate hanno consentito di 3: Misto di bentonite e sabbia che riempie i un deposito permanente. Per pre-
stimare che la corrosione del ra- tunnel vedere quello che avverrà fra cen-
4: Roccia che offre un ambiente protettivo
me nell’argilla è dell’ordine di po- sia dal punto di vista meccanico che
tinaia di migliaia di anni possia-
chi millimetri in 100.000 anni [8]. chimico. Agisce inoltre quale filtro per mo fare riferimento a quello che è
Per quanto riguarda il conteni- l’acqua[8] successo nel passato. Possiamo
esaminare il comportamento del
rimarranno integre per un sito, risalendo a milioni di anni fa,
periodo praticamente in- ottenendo così informazioni di
finito, comunque superio- valore insostituibile ai fini della
re ad un milione di anni. determinazione delle sue caratte-
Infine, nel caso svede- ristiche. Gli studiosi parlano, in
se, i contenitori vengono questo caso, di “analoghi natura-
sepolti a 500÷1.000 metri li”. Ad esempio possiamo studia-
di profondità in una strut- re il comportamento dei giaci-
tura di bentonite situata menti naturali di uranio, risalenti
nel banco basaltico, fig. 8. a milioni di anni quali, ad esem-
Tale materiale, assieme al- pio, il già citato caso di Oklo. La
la roccia, agirebbe da ‘fil- natura ha altresì dimostrato come
tro’ in caso di una quanto sia possibile isolare alti livelli di
mai improbabile fuoriuscita dei radioattività in un sito senza al-
Figura 7 – Il cannone ricuperato dalla
nave da guerra svedese Kronan, rimasto
radionuclidi. cun impatto ambientale: in Cana-
per circa trecento anni in fondo al mare [8] In un deposito chiuso di tal ti- da, nel deposito di Cigar Lake, si
po non è richiesta ulteriore sorve- trova una concentrazione di ura-
glianza e/o manutenzione per nio naturale che arriva al 55% del
tore interno di acciaio, esso, oltre garantirne la sicurezza. Comun- minerale. Tale miniera si è forma-
a costituire una barriera aggiunti- que la natura e la quantità del ta 1.300 milioni di anni fa ed è si-
va, serve a sopportare le sollecita- materiale stoccato è opportuna- tuata a 430 metri di profondità;
zioni meccaniche. mente documentata. contiene più di un milione di me-
Sulla base delle suddette con- Per rafforzare le affermazioni tri cubi di uranio. L’argilla ha iso-
siderazioni, si può dedurre che le precedenti, si può constatare che lato il deposito. Non ci sono trac-
barriere utilizzate nel contenitore la stessa natura si è dimostrata ce in superficie (quali radiazioni,
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Figura 9 – Pezzo di legno ed approfondimenti (al di la di un


proveniente da una foresta certo ”accanimento ecologico”
vecchia 1.5 milioni di anni. Il imperante sull’argomento). In
ritrovamento è avvenuto a
Dunarobba (Italia, Umbria) dove particolare, oltre alla necessità
sono stati ritrovati circa una della nostra protezione immedia-
ventina di alberi sepolti ta, si pone il problema di non la-
nell’argilla: il deterioramento del sciare delle pesanti eredità ‘ra-
legno è stato visibilmente dioattive’ alle generazioni future,
prevenuto dalle sue eccellenti fatto di per se moralmente inac-
proprietà protettive[8]
cettabile. Le soluzioni attuali però
consentono una custodia sicura
per centinaia di migliaia di anni
(più realisticamente per milioni
sostanze radioattive, calore) che zione però non costituisce un’al- di anni), senza alcuna necessità di
indichino la presenza della minie- ternativa al deposito geologico, sorveglianza/controllo. La docu-
ra. L’argilla ha dimostrato di po- bensì una tecnologia legata al ci- mentazione esistente potrebbe
ter resistere a temperature del- clo del combustibile che lo com- consentire alle generazioni future
l’ordine del centinaio di gradi pleta; si ha però l’effetto del bru- di rivedere le nostre decisioni e
centigradi per milioni di anni (co- ciamento del plutonio, molto fa- scegliere una diversa destinazio-
me dimostrato nel sito di Hamra, vorevole sia da un punto di vista ne per le scorie, soprattutto qua-
sull’isola di Gotland, nel corso di ambientale che energetico. Con lora queste fossero ritenute in
trivellazioni petrolifere[8]). Ha tale processo, per ogni tonnellata quel momento ancora utilizzabili
inoltre l’eccellente capacità di di combustibile esaurito, si ricu- e vi fosse la necessità di energia.
conservare nel tempo gli oggetti pera, attraverso il bruciamento Riassumendo possiamo dire
che ricopre, fig. 9. del fissile recuperato, un’energia che:
Accenniamo infine che la tec- pari a quella sviluppata da • la soluzione attuale riguardan-
nologia presentata rappresenta 100.000 barili di petrolio. Fino ad te il deposito in siti geologici
soltanto una delle tante a disposi- oggi nel mondo sono state ripro- delle scorie nucleari appare
zione. cessate circa 75.000 tonnellate di del tutto affidabile, adeguata e
Negli USA ad esempio i conte- combustibile nucleare[12]. sicura;
nitori, oltre ad inglobare le scorie • attualmente, per minimizzare
già sotto forma di vetri al borosili- Conclusioni ulteriormente la consistenza
cato (ampiamente collaudati), so- delle scorie, sono in corso di
no costituiti da un rivestimento Si può concludere che la tecno- studio in tutto il mondo ricer-
esterno di Hastelloy C22, lega logia dei depositi permanenti del- che di tecnologie adatte a “bru-
molto resistente alla corrosione le scorie nucleari è stata analizza- ciare” il waste (ossia a riportare
(si stima un valore del danneggia- ta e messa a punto, nei suoi mol- la sua radiotossicità ai livelli
mento per questa via di circa 0.8 teplici aspetti, attraverso ricerche naturali dell’uranio da cui so-
mm in 10.000 anni!), e da uno in- condotte in più parti del mondo no state originate) in poche
terno di titanio (Grade 7), che hanno visto la collaborazione centinaia di anni, e tali tecnolo-
anch’esso molto resistente alla attiva di università, istituti tecno- gie saranno commercialmente
corrosione (stimata in circa 2 mm logici, di ricerca ed esperti del set- mature entro pochi anni;
dei 15 a disposizione in 10.000 an- tore. • al contrario dei rifiuti pericolo-
ni). Secondo le proiezioni al mas- Sono state effettuate lunghe e si convenzionali, quali il mer-
simo l’1% dei contenitori potreb- complete esperienze ed è stata curio o l’arsenico, che sono
be perdere la propria integrità en- valutata la solubilità e la migra- “stabili”, quelli radioattivi so-
tro i primi 80.000 anni[6]. zione dei radionuclidi: si è visto no soggetti a decadimento:
Altri paesi, come Francia, che, in particolare, il plutonio pre- questo implica che la loro peri-
Giappone e Regno Unito adope- sente nel combustibile presenta colosità decresca continua-
rano la tecnologia del “riprocessa- una solubilità molto bassa (i livel- mente nel tempo.
mento del combustibile”: essa consi- li sono talmente bassi che sono Alla luce di queste considera-
ste nella separazione per via chi- difficili da misurare!). zioni, si può concludere che le
mica (processo Purex) dell’uranio e Appare chiaro che le attuali scorie radioattive non costituisco-
del plutonio (che costituiscono tecnologie mettono a disposizio- no un reale problema ai fini della
circa il 96% del combustibile ne delle valide soluzioni alla que- produzione di energia per via nu-
esausto) dai prodotti di fissione, stione dello smaltimento sicuro cleare.
che vengono quindi isolati, vetri- delle scorie nucleari di alto livel- Si può inoltre osservare che
ficati, e stoccati in siti geologici lo. La tematica è sicuramente de- sono oggi in fase avanzata di stu-
con le tecniche già viste. Tale op- licata e merita accurate riflessioni dio impianti nucleari di IV gene-
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razione sicuri e con caratteristiche sa.gov/apod/ap021016.html Plutonium Exploitation” – N. Ce-


particolarmente favorevoli ri- [6] – OCRWM (Office of Civilian Ra- rullo, D. Bufalino, G. Forasassi, G.
guardo ai costi di realizzazione dioactive Waste Management) – Lomonaco, P. Rocchi, V. Roma-
ed alla produzione di scorie. http://www.ocrwm.doe.gov nello – Proceedings of ICONE12,
[7] – “Glass packages guaranteed for 12th International Conference on
Ad esempio sono in corso una
millions of years” – CEA Clefs n. Nuclear Engineering, 25-29 April
serie di studi anche nel quadro di 46 2004, Arlington, Virginia, USA
attività di ricerca comunita- [8] – “Activities 1994 – The Swedish [11] – “An additional performance of
rie [10][11] sui reattori a gas ad al- system for radioactive waste” – HTRs: the waste radiotoxicity mi-
ta temperatura (i reattori del futu- SKB (Swedish Nuclear Fuel and nimization” – Proceedings of
ro), in grado di utilizzare le scorie Waste Management Company) – ICRS10, 9-14 May 2004, Madeira,
per produrre energia, riducendo- http://www.skb.se Portugal, to be also published on
ne drasticamente nel tempo la pe- [9] – “Scienza ed emergenze planeta- Radiation Protection Dosimetry
ricolosità. rie” – Antonino Zichichi – BUR [12] “Nuclear Energy Institute” –
Possiamo pertanto ritenere [10] – “The Capabilities of HTRs to NEI – http://www.nei.org
che l’utilizzo pacifico dell’energia Burn Actinides and to Optimize
nucleare rappresenta una valida
quanto necessaria alternativa alle
fonti tradizionali (in particolare
quelle fossili).
L’aumento dei consumi ener-
getici su scala mondiale ed il con-
seguente rapido esaurirsi delle
scorte con le conseguenti temati-
che riguardanti gli equilibri geo-
politici, nonché i reali problemi
ambientali, ci pongono oggi di
fronte a delle scelte delicate ed
urgenti che richiedono, partico-
larmente per l’Italia, un riesame
di affrettate ed immotivate deci-
sioni che si sono già dimostrate
gravide di negative conseguenze.
Molto del nostro futuro e di
quello dei nostri discendenti di-
penderà dall’equilibrio, dalla sag-
gezza e dalla lungimiranza delle
nostre decisioni attuali.
Orizzonti tecnologie nucleari
Bibliografia
[1] – Uranium Information Centre
Ltd. – http://www.uic.com
[2] – “Analisi di alcune peculiari po-
tenzialità degli HTR: la produzio-
ne di idrogeno ed il bruciamento
degli attinidi” - V. Romanello -
Tesi di laurea in Ingegneria Nu-
cleare, relatori prof. N. Cerullo,
prof. G. Forasassi, prof. B. Monta-
gnini, ing. G. Lomonaco, Univer-
sità di Pisa - Ottobre 2003
http://etd.adm.unipi.it/theses/a
vailable/etd-10152003-181233/
[3] – “Yucca Mountain – Looking ten
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2000 – Roger C. Eckhardt
[4] – “Introductory Nuclear Physics”
– Kenneth S. Krane – Wiley &
Sons
[5] – NASA – http://antwrp.gsfc.na-

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