Sei sulla pagina 1di 29

Alimentatore stabilizzato

Ingegneria Fisica
Prof. Alberto Vallan
Generalità
• Apparecchiatura utilizzata per alimentare circuiti elettronici o
altri carichi con tensioni continue e regolabili
– Può essere assimilato ad un generatore di tensione ideale
• La resistenza equivalente d’uscita è dell’ordine dei milliohm e può essere
trascurata nella maggior parte delle applicazioni
– E’ un generatore di tensione isolato da terra
– E’ regolabile
• Valori tipici da 0 V a 30 V
• Esistono anche alimentatori a tensione fissa
– Può erogare correnti fino ad alcuni ampere
• Esistono alimentatori per alte tensioni e alte correnti
– Non sono utilizzati nel laboratori didattici di elettronica
– Esistono alimentatori che permettono di selezionare più combinazioni
di tensione/corrente
• Esempio:
– campo 1: 0-6 V , max 3 A
– campo 2: 0-36 V, max 0.5 A
• È costante la potenza elettrica che può erogare
Modello e caratteristica
• Generatore di tensione ideale e isolato da terra
– La tensione ai suoi morsetti non dipende dalla corrente
assorbita
• Piccole cadute dovute alla resistenza interna non nulla
• La tensione può presentare instabilità, disturbi (ripple) e rumore
– Trascurabili nella maggior parte della applicazioni
• Ogni alimentatore presenta una massima corrente erogabile
Esempi
• Alimentatore regolabile singolo
• Alimentatore regolabile triplo
• Alimentatore fisso
Morsetto di terra
• Quasi tutti i modelli presentano un morsetto di
terra
– E’ collegato al telaio (chassis) dell’alimentatore e al
filo di terra dell’impianto elettrico del laboratorio
– Può essere usato per riferire a terra il generatore di
tensione
• In questo modo si collegherà a terra anche il circuito che
si sta alimentando
– La corrente erogata dell’alimentatore non percorre
il morsetto di terra se non in caso di guasto
• Il circuito si alimenta utilizzando i morsetti rosso e nero
Impostazioni di tensione e corrente
• La regolazione principale è quella di tensione
(set point di tensione)
– Regola la tensione presente ai morsetti d’uscita
• I modelli superiori hanno anche una
regolazione di corrente (set point di corrente)
– L’alimentatore garantisce la tensione ai suoi
morsetti purché la corrente erogata non superi
quella impostata
• Se il carico cerca di assorbire una corrente superiore a
quella impostata allora l’alimentatore riduce la tensione
– in questo modo non eroga mai una corrente superiore a
quella impostata
– La regolazione di corrente ha due finalità
• Protezione del carico
• Uso dell’alimentatore come generatore di corrente
Esempio con carico variabile
• Impostazioni R (Ω) E (V) I (A)
– E= 10 V 1000 10 0.01 Tensione
100 10 0.1 costante
– I=1 A
10 10 1
– Carico: R variabile da 1000 Ω a 0 Ω Corrente
5 5 1
costante
• Due modalità di funzionamento 1 1 1
– Tensione costante (anche detta di 10 10 1 Tensione
controllo della tensione, VC Voltage 1000 10 0.01 costante
Control)
– Corrente costante (controllo di
corrente, CC)
Esempio con carico variabile
 l’alimentazione si comporta come un generatore di
tensione quando la corrente erogata è inferiore a quella
impostata
 l’alimentazione si comporta come un generatore di
tensione quando la tensione erogata è inferiore a quella
impostata
Strumenti di misura
• Gli alimentatori variabili hanno una manopola di
regolazione graduata in volt oppure uno voltmetro
(analogico o digitale) che misura la tensione
effettivamente erogata
• Spesso è anche presente un amperometro
– Generalmente strumenti poco accurati ma utili per avere una
indicazione qualitativa della corrente erogata
Protezioni
• Alcuni alimentatori dispongono di sistemi di protezione
del carico
– Disattivano l’alimentatore in caso di anomalia
• Limite di corrente
– Anche detto Over Current Protection
– Se la corrente supera il limite impostato la protezione
interviene e disattiva l’alimentatore
• Osservare la differenza con l’intervento del set point di corrente che
non spegne l’alimentatore ma ne riduce la tensione
• Limite di tensione
– Attivo quando l’alimentatore funziona in controllo di corrente
Alimentatori con più canali
• Configurazione tipica degli alimentatori da laboratorio
– 2 canali variabili
– 1 canale fisso o variabile ma con
tensioni più piccole (es. 5 V)
• Con due canali si possono realizzare alimentazioni duali
– Esempio +/- 12 V

+12 V -12 V
Collegamento serie/parallelo
• Permette di avere tensioni o correnti superiori a quelle
della singola sezione
• In alcuni alimentatori sono presenti pulsanti per
realizzare i collegamenti serie/parallelo
– Se non sono presenti si possono usare collegamenti esterni
• Nel caso di collegamento serie bisogna prestare
attenzione a non superare la massima tensione, rispetto
a terra, sopportabile dall’alimentatore
Esempio: Rigol DP832
• 2 canali variabili fino a 30 V , 3 A
– A passi di 10 mV e 1 mA
• 1 canale variabile fino a 5 V, 3 A
• Limiti di corrente e tensione e temperatura
– OVP, Over Voltage Protection
– OCP, OTP
• Misuratori di tensione, corrente potenza
– Incertezza voltmetro: 0.05% Lettura + 10 mV
– Incertezza amperometro: 0.2 % lettura + 10 mA
• Ripple di tensione: 2 mVpp
• Interfacce di comunicazione per gestione remota
• Peso: 10.5 kg
Descrizione comandi

G L
H

E
A B C

D
• A, B: morsetti canale 1 e 2, regolabili max 30 V
• C: morsetti canale 3, regolabile max 5 V
• D: morsetto di terra

I morsetti sono predisposti


per connettori a banana
(ingresso A)ma possono
ricevere semplici, svitando
il morsetto (ingresso B)
• E: tasti per impostazione parametri
– Set point di tensione e corrente
– Abilitazione protezioni di tensione e corrente e i limiti di intervento
– Attivazione funzione track (imposta la stessa tensione nei canali 1 e 2)
• F: diplay dei set point e dei limiti (protezioni)
• G: display dei misuratori di tensione, corrente e Potenza
erogata
• H: tasti di selezione dei canali
– Sul canale selezionata si potranno cambiare i parametri
• I: tasti di attivazione dei canali
– Attiva l’uscita
• L: tastierino numerico con manopola per impostare i
valori e le unità di misura
Uso
• Controllare che le uscite siano disattivate o i cavi
scollegati
• Impostare tensione e corrente
• Impostare eventuali limiti di intervento (OCP, OVP)
• Attivare le uscite
• Verificare sul display i valori di tensione e corrente
erogati
– Se la tensione misurata è inferiore a quella impostata significa
che è intervenuto il controllo di corrente
• La corrente richiesta all’alimentatore è superiore a quella impostata
• Per avere la massima stabilità delle grandezze erogate
bisogna rispettare un warm-up di 1 ora
Collegamento serie/parallelo
• Esempio di collegamento serie
– Il canale 1 e lasciato isolato da terra
– Il canale 2 è stato riferito a terra
• Max tensione verso terra = 60 V

• Esempio di collegamento in
parallelo
• Osservare le tensioni misurate
Generatore di segnali
Generalità
• Apparecchio che permette di generare i segnali
tipicamente impieganti nell’elettronica
– Sinusoidi, Onde quadre, Rumore bianco, Forme d’onda
arbitrarie
– Con e senza offset
– Sono detti anche generatori di funzioni

• Caratteristiche dei segnali erogati


– Ampiezza di picco: da 100 mV 10 V
– Corrente: 100 mA max
– Frequenza: dai microhertz alla decina di megahertz
Resistenza d’uscita
• Il generatore di segnali non è progettato per erogare potenza
come l’alimentatore ma per garantire «l’integrità» del segnale
generato fino all’utilizzatore
– Si deve rispettare la condizione di adattamento di impedenza
– La resistenza d’uscita del generatore è pari a 50 Ω
• Garantisce l’adattamento di impedenza quando si utilizzano i comuni cavi
coassiali
• Anche l’utilizzatore deve avere impedenza d’ingresso pari a 50 Ω per
garantire adattamento di impedenza

• In molte applicazioni non è necessario garantire


l’adattamento di impedenza. Tuttavia i generatori nascono
con questa predisposizione
Analogici e digitali
• I generatori di segnali analogici sono realizzati a partire da
circuiti oscillatori
– Ancora usati per generare segnali ad alta frequenza o con elevata
purezza spettrale
• I moderni generatori da laboratorio sono digitali
– Le ampiezze del segnale da generare sono stati preventivamente
calcolate in un numero finito di punti; i valori sono stati memorizzati
nel generatore
– La memoria viene scansionata e letta in modo regolare grazie ad un
oscillatore (base tempi del generatore)
– Un convertitore digitale-analogico (DAC, Digital to Analog Converter)
genera una tensione proporzionale ai valori numerici via via letti dalla
memoria
• Grazie ad una particolare tecnica di scansione della memoria (DDS, Direct
Digital Synthesis ) è possibile variare la frequenza del segnale generato in
modo particolarmente fine (microhertz)
Forme d’onda
• La memoria del generatore contiene i campioni di forme
d’onda prestabilite
– Sinusoidi, Onda quadra, Triangolari, Dente di sega, Impulso, ECG,
rumore
• Permette di modificare l’ampiezza del segnale
– Indicativamente da 100 mV a 10 V (valori di picco)
• Permette di introdurre un offset
– generalmente non superiore al picco del segnale, ma dipende dai
generatori
• Permette di cambiare i parametri di alcune forme d’onda
– Duty cycle delle onde quadre
– Larghezza dell’impulso
• È possibile caricare forme d’onda arbitrarie tramite
un’interfaccia di comunicazione (USB, LAN, etc.)
Forme d’onda
• Permette di modulare i segnali
– Ampiezza, frequenza e fase
• Permette di generare segnali a frequenza variabile
– Sweep
• Permette di generare burst
– genera un singolo periodo del segnale memorizzato
– Ripete ad intervalli predefiniti
Altre informazioni
• La qualità con cui vengono generati i segnali dipende
– Dal numero di campioni con cui sono state rappresentate le forme
d’onda in memoria
• Valori tipici: 4096 campioni per rappresentare un periodo del segnale
– Dalla frequenza dell’oscillatore locale
• Valore tipici: da 10 MHz a 100 MHz
– Dalla qualità del DAC
• Valore tipico: 12 bit
• L’accuratezza della frequenza generata dipende
dall’accuratezza della base tempi del generatore
– I generatori dispongono di una base tempi interna (oscillatore al
quarzo di frequenza 10 MHz)
– inoltre consentono di utilizzare una base tempi esterna, più accurata,
da collegare al generatore tramite un cavo coassiale
• L’uso della base tempi esterna consente di condividere la stessa base tempi
tra più strumenti per eseguire misure in condizioni di sincronismo
Generatori multi-canale
• La sezione di generazione è replicata su più canali
• I canali possono generare segnali indipendenti
– Forma d’onda , ampiezze, frequenze
• Posso anche generare segnali isofrequenziali
– stessa frequenza per i due canali
• Esattamente la stessa perché la base tempi è la stessa
– Mantiene la relazione di fase
• Un opportuno comando permette di «allineare» i segnali o di impostare
uno sfasamento noto tra i due
Esempio: Rigol DG1022
• 2 canali, forme d’onda predefinite e arbitrarie
• DAC: 100 MHz (MSa/s), 14 bit
• Memoria: 4096 punti (4 kpts)
• Frequenza d’uscita: 1 Hz  20 MHz (5 MHz per le onde
quadre)
• Ampiezza: da 4 mV a 20 V picco su alta impedenza
Pannello posterioe
• Ingresso per base tempi esterna
– Segnale ad onda quadra di frequenza 10 MHz
• Ingresso per segnale di modulazione
• Uscita di sincronismo
– Genera un’onda quadra sincrona con il segnale erogato
• Ingresso di trigger
– Avvia la generazione
Note sull’ampiezza del segnale
• Il generatore permette di imposta l’ampiezza del segnale da
erogare. L’ampiezza impostata può essere letta sul display e
può essere espressa in vari formati
– Valore di picco, pico-picco, efficace
• Lavorando in condizioni di adattamento di impedenza la
tensione effettivamente presente ai morsetti di uscita, e
quindi ai capi dell’utilizzatore, è la metà di quella generata
– Partitore Rg e Ru di pari valore
• L’operatore può impostare il generatore affinché visualizzi
direttamente il valore presente all’uscita
– Ricordarsi di questa impostazione quando si visualizza il segnale con
un oscilloscopio, strumento avente alta impedenza d’ingresso

Potrebbero piacerti anche