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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI “MEDITERRANEA” DI REGGIO CALABRIA

FACOLTÀ DI INGEGNERIA
Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Civile
Orientamento Progettazione Strutturale

FORMULAZIONE DI UN ELEMENTO
FINITO FRAME A PLASTICITA’ DIFFUSA
MEDIANTE DISCRETIZZAZIONE IN FIBRE
ED APPLICAZIONE AL CALCOLO DELLE
SEZIONI IN CEMENTO ARMATO

RELAZIONE SUL MATERIALE VISIONATO NELL’AMBITO DELLA TESI


LAUREA

Diego Bruciafreddo

Anno Accademico 2009/2010


SOMMARIO M
OD
EL
LO
A
FORMULAZIONE DELL' ELEMENTO FINITO FIB
RE
PRESENTAZIONE DI UN ALGORITMO DI PE
R
CALCOLO PER TENERE IN CONTO DELLE NON LE
LINEARITA' DEL MATERIALE SE
ZI
ON
DISCRETIZZAZIONE IN FIBRE DI UNA SEZIONE I
IN
CE
LEGAMI COSTITUTIVI PER LE FIBRE DI UNA ME
SEZIONE IN C.A. NT
O
AR
APPLICAZIONI MA
TO
FORMULAZIONE DELL’ELEMENTO FINITO (1/9) M
OD
EL
In un riferimento tridimensionale un asta compresa tra due LO
nodi ha 12 gradi di libertà: le tre traslazioni e le tre rotazioni A
di ogni nodo. Allo stesso modo si possono considerare 12 FIB
enti forza, vettori omologhi di quelli degli spostamenti. RE
PE
R
LE
SE
ZI
ON
I
IN
CE
ME
NT
O
AR
MA
TO
FORMULAZIONE DELL’ELEMENTO FINITO (2/9) M
OD
Limitando la formulazione alle non linearità del materiale, la EL
relazione forze-spostamenti può scriversi rispetto ai soli di LO
A
gradi di libertà che comportano deformazione dell'asta, in
FIB
particolare due rotazioni per nodo ed una estensione assiale. RE
La torsione non viene considerata in quanto si considerata PE
disaccoppiata dai gdl considerati e non significativa della R
risposta durante un evento sismico. LE
LIVELLO DI ELEMENTO
SE
•Spostamenti deformativi
nodali
ZI
q = [q1 , q2 , q3 , q4 , q5 ]T ON
I
•Forze nodali IN
Q = [Q1 , Q2 , Q3 , Q4 , Q5 ]T CE
ME
LIVELLO DI SEZIONE
NT
•Deformazioni
generalizzate O
d = [χz (x) , χy (x) , ε(x)] T AR
MA
•Sforzi generalizzati TO
Q = [Mz (x) , My (x) , N(x)] T
FORMULAZIONE DELL’ELEMENTO FINITO (3/9) M
OD
EL
Le relazioni verrano scritte secondo il "Two-field mixed LO
method" proposto da Zienkiewicz e Taylor nel 1989. Tale A
metodo consiste nell'adottare contemporaneamente due FIB
RE
funzioni di interpolazione: una per ottenere gli sforzi
PE
generalizzati dalle forze nodali, l'altra per ottenere le R
deformazioni a partire dagli spostamenti deformativi nodali. LE
SE
ZI
ON
RELAZIONE FORZE NODALI- SFORZI I
GENERALIZZATI: IN
CE
D(x) = b(x) Q ME
RELAZIONE SPOSTAMENTI NODALI- NT
DEFORMAZIONI GENERALIZZATE: O
AR
d(x)= a(x) q MA
TO
FORMULAZIONE DELL’ELEMENTO FINITO (4/9) M
OD
EL
Si suppone che la relazione sforzo-deformazione del LO
materiale sia esprimibile in maniera esplicita, a livello di A
sezione , rispetto agli sforzi generalizzati mediante FIB
l'espressione : RE
d(x) = Φ(x,D(x) ) PE
R
LE
In particolare, con riferimento al comportamento non lineare SE
del materiale, per un incremento di sforzo generalizzato ZI
ΔD(x) si considera la relazione linearizzata: ON
I
Δd(x) = f(x) ΔD(x) IN
CE
ME
Che in forma residuale può essere scritta come: NT
β(x) = Δd(x) - f(x) ΔD(x) O
AR
MA
TO
FORMULAZIONE DELL’ELEMENTO FINITO (5/9) M
OD
La relazione in forma residuale deve risultare nulla per ogni EL
ascissa della sezione, il che è equivalente a considerare che LO
l'integrale sullo sviluppo dell'asse dell'elemento del residuo A
per un arbitraria funzione di sforzo sia zero, quindi: FIB
RE
PE
R
LE
Utilizzando le funzioni di interpolazione risulta: SE
Δd(x) = a(x) Δq ; ΔD(x) = b(x) ΔQ ; ZI
ON
δD(x)T=δQT b(x)T
Quindi: I
IN
CE
ME
Si definisce: NT
O
Matrice dipendente dalle funzioni di
AR
interpolazione
MA
Matrice di Flessibilità dell'elemento TO
FORMULAZIONE DELL’ELEMENTO FINITO (6/9) M
OD
Si ottiene la relazione tra incremento di spostamento nodale EL
ed il corrispondente incremento delle forze corrispondenti: LO
A
FIB
RE
Per ottenere il valore delle forze nodali applicate (P) in PE
equilibrio con le forze resistenti comprensive dell'incremento R
di sforzo ΔD(x) , si può applicare il principio dei lavori virtuali LE
utilizzando come statica equilibrata il sistema reale e come SE
ZI
schema congruente un insieme δq ed i corrispondenti ON
δd(x)= a(x) δq. Per tanto si ha: I
IN
CE
Sostituendo le relazioni di interpolazione per le quantità a ME
livello di sezione si ottiene: NT
O
AR
MA
TO
TT TT
FORMULAZIONE DELL’ELEMENTO FINITO (7/9) M
OD
In definitiva un incremento di spostamento nodale è legato al EL
valore dei carichi applicati ai nodi mediante il seguente LO
A
sistema:
FIB
RE
PE
R
Da cui si ricava: LE
SE
ZI
ON
I
IN
Che rappresenta la relazione tra incremento di carico ai nodi CE
e corrispondente incremento di spostamento. ME
NT
O
AR
MA
TO
FORMULAZIONE DELL’ELEMENTO FINITO (8/9) M
OD
LA FUNZIONE DI INTERPOLAZIONE DEGLI EL
SPOSTAMENTI a(x) LO
Se si considera per la trave un modello alla Eulero-Bernoulli,
A
con sezioni infinitamente rigide nel loro piano e che ruotano FIB
mantenedosi ortogonali alla linea d'asse, le forze Q applicate RE
ai nodi moltiplicate per gli spostamenti danno il lavoro PE
esterno. Per cui applicando il PLV si ha: R
LE
SE
ZI
Che implica T=I , ovvero la funzione di interpolazione degli ON
spostamenti ha la forma: I
IN
CE
ME
NT
O
AR
MA
TO
FORMULAZIONE DELL’ELEMENTO FINITO (9/9) M
OD
LA FUNZIONE DI INTERPOLAZIONE DELLE FORZE b(x) EL
LO
La funzione di interpolazione delle forze b(x) è nota A
direttamente dall'equilibrio dell'elemento, quindi essa non FIB
dipende dalla natura del materiale ne dal comportamento RE
della sezione. PE
R
RELAZIONI DELL'ELEMENTO LE
Relazione incremento di forze nodali incremento di SE
spostamento per una trave alla Eulero-Bernoulli: ZI
ON
I
Con: IN
CE
ME
NT
O
La relazione costitutiva viene linearizzata nella forma AR
incrementale MA
TO
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (1/12) OD
EL
Si riporta sinteticamente l'algoritmo del metodo di Newton- LO
Raphson per la risoluzione di sistemi non lineari del tipo: A
FIB
RE
Si linearizza l'equazione nel modo seguente: PE
R
In cui: LE
SE
ZI
Con PRi forze resistenti dell'elemento soggetto agli ON
spostamenti nodali
Rigidezza pi
tangente in corrispondenza degli spostamenti qIi
IN
Incremento di spostamento nodale CE
ME
NT
Il metodo consiste nell'adottare come valori di partenza O
spostamenti e forze resistenti note (stato iniziale), rigidezza AR
tangente iniziale ed iterare il pedice "i" fin quando il valore di MA
una determinata norma del vettore ΔP è minore di una TO
fissata tolleranza.
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (2/12) OD
La figura successiva mostra uno schema delle iterazioni per il EL
calcolo della soluzione q di un sistema non lineare. LO
A
FIB
RE
PE
R
LE
SE
ZI
ON
I
IN
CE
La convergenza del metodo di NR non è garantita in ogni ME
circostanza, ma normalmente si verifica se il vettore q di NT
partenza non è molto discosto dal vettore soluzione. Per O
questo motivo si è soliti procedere discretizzando il carico AR
MA
esterno in gradini di carico sufficientemente piccoli.
TO
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (3/12) OD
Il calcolo delle forze resistenti in un sistema strutturale EL
comporta la determinazione elemento per elemento delle LO
A
medesime e successivo assemblaggio nel vettore dei carichi FIB
a livello di struttura. RE
PE
In un elemento finito STIFNESS BASED il calcolo delle forze R
resistenti a livello di elemento è un passaggio immediato, LE
SE
difatti noti gli incrementi di spostamento nodale a livello di
ZI
elemento Δq, estratti dal vettore globale Δp, mediante le ON
funzioni di interpolazione sugli spostamenti si può risalire alle I
deformazioni nell'elemento e, tramite il legame costitutivo, al IN
computo delle forze resistenti. CE
ME
NT
Nell'elemento in esame il passaggio non è immediato, in O
quanto la funzione di interpolazione sugli spostamenti AR
a(x)=f(x) b(x) F-1 dipende dal valore stesso delle MA
deformazioni tramite f(x). La determinazione delle forze TO
resistenti segue quindi un altro ciclo per l'ottenimento
dell'esatto stato deformativo e le corrispondenti forze nodali.
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (4/12) OD
La soluzione di un sistema composto da elementi basati sulla EL
"Mixed Formulation" per travi alla Eulero-Bernoulli a LO
A
comportamento reologico non lineare avviene mediante tre FIB
cicli denominati con i pedici k,i,j RE
PE
-k pedice che identifica a livello strutturale il gradino di R
carico ΔPk per cui si cerca la risposta. LE
SE
ZI
-i pedice che identifica all'interno del gradino di carico ΔP k ON
le iterazioni per l'ottenimento della risposta. I
IN
-j pedice che identifica, all'interno del gradino di carico ΔP k CE
ME
e dell'i-ma iterata del NR , le iterazioni a livello di sezione per
NT
la ricerca delle forze resistenti per un un incremento di O
spostamento nodale Δqi. AR
MA
TO
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (5/12) OD
EL
LO
A
FIB
RE
PE
R
LE
SE
ZI
ON
I
IN
CE
ME
NT
O
AR
MA
TO
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (6/12) OD
All'interno dell'i-ma iterata del NR è necessario quali sono le forze EL
resistenti nodali rispetto ai corrispondenti spostamenti nodali LO
A
Ciò viene fatto mediante il ciclo denominato "j" che utilizza come FIB
partenza i seguenti parametri: RE
PE
R
LE
SE
Mediante la funzione di interpolazione delle forze b(x) si ottiene il ZI
ON
corrispondente incremento di sforzi generalizzati
I
IN
Adottanto la corrente matrice di flessibilità della sezione si ottiene CE
l'incremento di deformazione, che si sarebbe potuto, ME
equivalentemente, ricavare direttamente applicando la a(x) agli NT
spostamenti O
AR
MA
TO
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (7/12) OD
In corrispondenza delle EL
deformazioni attuali LO
A
Si può calcolare il livello di sforzo FIB
attivato DR ed aggiornare la RE
matrice di flessibilità a livello si PE
sezione e di elemento (j=1). Se R
LE
non si è in corrispondenza della
SE
soluzione gli sforzi attivati saranno
ZI
squilibrati rispetto a quelli attivati,e
ON
si avrà: I
Per l'equilibrio della sezione è IN
necessario che vi siano delle CE
Duj=1 deformazioni aggiuntive (residuali) ME
pari a: NT
O
AR
MA
TO
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (8/12) OD
Ad un incremento di deformazione EL
interna corrisponde un incremento LO
di deformazione ai nodi che può A
ottenersi con il PLV: FIB
RE
PE
Qj=1 R
LE
SE
ZI
Per la congruenza delle ON
I
deformazioni nodali e necessario
IN
che il residuo s sia nullo, per cui si
CE
Duj=1
applica un vettore di carichi ΔQ ME
pari a: NT
Ciò comporta una diminuizione
dell'incremento di carico O
precedentemente stimato, difatti il AR
MA
nuovo valore delle forze nodali è:
TO
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (9/12) OD
Adesso possono aggiornarsi tutte le EL
quantità a livello di sezione LO
A
FIB
RE
PE
R
LE
SE
ZI
ON
Con questi nuovi valori di
I
deformazione si aggiornano le IN
matrici di flessibilità e si calcola il CE
livello di sforzo generalizzato ME
sollecitato e lo squilibrio : NT
O
Si corregge con delle deformazioni AR
aggiuntive ottenibili tramite la MA
matrice di flessibilità a livello di TO
sezione:
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (10/12) OD
Si può calcolare quindi EL
l'incongruenza con gli spostamenti LO
nodali imposti e reiterare il A
processo finchè non si raggiunge la FIB
convergenza, ovvero una RE
determinata norma del vettore s PE
risulta minore di una certa R
LE
quantità.
SE
Applicando questo processo ad
ZI
ogni elemento si possono ricavare ON
le forze resistenti al passo "i" e si I
può procedere con il NR a livello di IN
struttura fino all'ottenimento della CE
convergenza. ME
NT
O
AR
MA
TO
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (11/12) OD
EL
A titolo di maggior chiarezza si LO
riporta un diagramma di flusso A
riferito alla determinazione FIB
della risposta in campo non RE
i=1 lineare di una struttura in cui il PE
carico esterno sia stato R
discretizzato in k gradini di LE
carico. SE
ZI
ON
I
IN
CE
ME
NT
O
AR
MA
TO
ALGORITMO PER LA SOLUZIONE DI SISTEMI NON M
LINEARI (12/12) OD
EL
Ed il diagramma di flusso delle LO
iterazioni a livello di elemento A
indicate con il pedice "j" FIB
RE
PE
R
LE
SE
ZI
ON
I
IN
CE
ME
NT
O
AR
MA
TO
DISCRETIZZAZIONE IN FIBRE DI UNA SEZIONE M
(1/3) OD
EL
La trave viene discretizzata in un numero finito di fibre longitudinali LO
non interagenti tra di esse e per ognuna delle quali viene assegnato A
un determinato legame costitutivo come meglio definito in seguito. FIB
RE
PE
R
LE
SE
ZI
ON
I
IN
CE
ME
Nell'ipotesi che le sezione piane restino piane e normali all'asse NT
longitudinale le deformazioni stanno su un piano, per cui è O
possibile ottenere la deformazione longitudinale di ciascuna fibra AR
MA
mediante la relazione seguente
TO
DISCRETIZZAZIONE IN FIBRE DI UNA SEZIONE M
(2/3) OD
Applicando il principio dei lavori virtuali alla generica sezione è EL
possibile ottenerne la rispettiva matrice di rigidezza. LO
La statica reale è k(x) ovvero l'insieme di forze cui corrisponde A
FIB
Δd(x)=I , la cinematica congruente della sezione è δd(x) ed i
RE
corrispondenti δε(x,y,z)
PE
R
LE
SE
ZI
ON
I
Per inversione si può ottenere la matrice di flessibilità a livello IN
di sezione f(x). CE
Con un procedimento simile è possibile il computo delle forze ME
NT
resistenti interne
O
AR
MA
TO
DISCRETIZZAZIONE IN FIBRE DI UNA SEZIONE M
(3/3) OD
Le relazioni precedenti possono essere espanse in sommatoria EL
per la risoluzione numerica. In particolare si utilizza un LO
adattamento al caso multidimensionale del metodo dei A
FIB
rettangoli. Per ogni fibra si computa il valore di tensione e
RE
deformazione nel rispettivo baricentrico geometrico che, data
PE
la planarità della deformazione, costituisce il valore medio R
della funzione integranda nella generica fibra. Si ha: LE
SE
ZI
ON
I
IN
CE
ME
Le relazioni mostrano come l'accuratezza del risultato risulti
NT
influenzata dal numero di strisce in cui si discretizza la sezione. O
AR
MA
TO
LEGAMI COSTITUIVI PER LE SEZIONI IN C.A (1/5) M
OD
CALCESTRUZZO EL
L'adozione di un modello costitutivo che tenga conto del LO
contributo del solo calcestruzzo, ignorando l'interazione con le A
FIB
armature presenti nella sezione in c.a., porta a risultati
RE
attendibili nel campo di deformazioni molto piccole. Se si vuole
PE
valutare la risposta sotto azioni cicliche maggiori è necessaria R
l'adozione di modelli meglio calibrati, che permettano di LE
portare in conto il grado di confinamento della sezione, poiché SE
le evidenze sperimentali hanno messo in luce come questo ZI
parametro incida consistentemente sulla deformazione ultima ON
e sulle caratteristiche di deformabilità. I
Un modello adottabile è quello di Kent e Park (1973) modificato IN
da Scott et al. (1982). CE
ME
NT
O
AR
MA
TO
LEGAMI COSTITUIVI PER LE SEZIONI IN C.A (2/5) M
OD
EL
ε0 deformazione per sforzo massimo LO
εr deformazione nel generico punto A
FIB
di scarico
RE
εp deformazione alla fine dello
PE
scarico R
εu deformazione ultima LE
K fattore di aumento della resitenza SE
dovuto al confinamento ZI
fc' resistenza cilindrica del ON
calcestruzzo I
IN
Z pendenza base della curva di
CE
softening
ME
NT
O
AR
MA
TO
LEGAMI COSTITUIVI PER LE SEZIONI IN C.A (3/5) M
OD
Il calcolo della deformazione ultima può ottenersi con la seguente, EL
legata al grado di confinamento dovuto a staffe trasversali: LO
A
FIB
RE
L'equazione del tratto di scarico sono le seguenti
PE
R
LE
SE
ZI
ON
I
IN
CE
ME
NT
O
AR
MA
TO
LEGAMI COSTITUIVI PER LE SEZIONI IN C.A (4/5) M
OD
BARRE D'ACCIAIO EL
Per descrivere il comportamento non lineare per l'acciaio delle LO
barre di armatura si puù adottare il modello di Menegotto e A
FIB
Pinto (1973) modificato da Filippou et al. (1983), che include la
RE
deformazione isotropa per incrudimento.
PE
R
LE
SE
ZI
ON
I
IN
CE
ME
NT
O
AR
MA
TO
LEGAMI COSTITUIVI PER LE SEZIONI IN C.A (5/5) M
OD
EL
LO
A
FIB
RE
PE
R
LE
SE
ZI
ON
I valori delle costanti da utilizzare sono state espresse da vari I
ricercatori, in particolare i valori proposti da Filippou sono: IN
R0= 20; a1=18.5; a2=0.15. CE
ME
NT
O
AR
MA
TO
Grazie per l'attenzione

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