PASSIVI
Societa’ Italiana di Tecnica Bidimensionale
Mauro Cozzani
Indice
Introduzione
Trattamenti estrattivi
Attacchi auto-leganti
Perché usare la tecnica bidimensionale con gli attacchi auto-leganti?
Conclusione
Introduzione
Gianelly (1) come modifica del Sistema Bimetrico di Shudy (2), per permettere il pieno
controllo dei denti frontali insieme allo scorrimento nei settori posteriori.
Questa tecnica utilizza brackets con slot di due dimensioni nella stessa arcata, uno più piccolo
per gli incisivi (.018 x .025), uno più grande per canini e premolari (.022 x .028) e tubi sui
molari (.022 x .028) (Fig 1) I brackets sono tutti dotati di slot verticale.
Nell’arcata inferiore nessun bracket è preinclinato o pretorquato,ad eccezione del bracket del
canino che ha 5° di tip.
Fili
Per l’allineamento si usano dei fili in nichel titanio, si utilizzano poi, come fili di lavoro, dei fili
in acciaio ad alta tempera che permettono di controllare precocemente la curva di Spee e la
forma dell’arcata: sono archi preformati di dimensione .016x.022 e .018x.022.
Forze
-per la retrazione dei premolari e dei canini molla chiusa da 150 gr.
-per la retrazione del gruppo incisivo o la protrazione dei molari molla chiusa da 300 gr..
Accessori
Uncini chirurgici da pinzare sull’arco: da utilizzare come punto di attacco per l’inserzione di
forze elastiche
La Tecnica Bidimemnsionale oltre ad offrire un ottimo controllo del torque anteriore (3),
rende semplice il trattamento delle asimmetrie (4) e soprattutto facilita il controllo
dell’ancoraggio e la modifica dello stesso seguendo le necessità del caso clinico. La tecnica
bidimensionale è stata definita negli anni ’80 e pertanto, rappresenta storicamente
un’evoluzione dello straightwire. Questa tecnica ha delle caratteristiche uniche rispetto a tutte
le altre presenti in ortodonzia perché è stata sviluppata dal Chairman di una scuola di
specializzazione per i suoi allievi: Gianelly (Fig. 2) ha fatto in modo che il piano di trattamento
fosse semplice, ma non semplificato e che in ogni momento del trattamento fosse possibile
avere pieno controllo del movimento dentale. Inoltre, insieme al piano di trattamento secondo
la Boston University, Gianelly ha dato un quadro più chiaro e una visione d’insieme delle
interazioni tra sviluppo e crescita delle strutture cranio facciali e trattamento ortodontico.
Grazie a questi principi, la tecnica bidimensionale risulta una tecnica che utilizza una
meccanica semplice e che consente controllo, prevedibilità e riproducibilità (5).
-altezza del morso (il morso profondo indica un trattamento non estrattivo,il morso aperto
indica invece le estrazioni).
a) la posizione del labbro superiore che normalmente è al davanti di una linea verticale
passante per il punto di congiunzione tra naso e labbro di 2-3 mm nella donna e di 4-5 mm
nell’uomo.Se questa distanza è normale o diminuita si opta per un trattamento non
estrattivo,se invece è aumentata si sceglie un trattamento estrattivo.
Perché si identifica il modello facciale in base alla posizione del labbro superiore e non in base
alla posizione degli incisivi inferiori rispetto alla mandibola,come avviene nella maggior parte
delle analisi cefalometriche convenzionali?
Si è scelto il labbro superiore come punto di partenza per il piano di trattamento perché di
solito l’osso mascellare si trova in posizione normale,infatti quasi sempre i profili convessi nei
pazienti con una malocclusione di II Classe dipendono da una mandibola retrognatica :quindi
un’analisi basata sugli incisivi inferiori può non essere appropriata quando la mandibola non
è in posizione corretta (come avviene nella quasi totalità delle II Classi).
Per valutare la posizione del mascellare superiore poi si preferisce basarsi sui tessuti molli
anziché su punti di riferimento scheletrici perché quello che si vede e che ha una valenza
estetica diretta sono i tessuti molli e non i tessuti duri.
-Posizione del labbro superiore:si tracciano 2 linee passanti per il punto di congiunzione tra
naso e labbro,una orizzontale parallela al margine orizzontale della foto (scattata con il
paziente in posizione naturale con il piano di Francoforte parallelo al pavimento) ed una
verticale perpendicolare alla prima e si misura la distanza tra linea verticale e parte più
anteriore del labbro.Questa distanza non deve superare i 2-3mm nella donna ed i 4-5mm negli
uomini.
Piano di trattamento
Nel 1968 è stato messo a punto alla Boston University uno schema di tipo matematico da
utilizzare come guida per la definizione di una malocclusione e per la scelta di una
appropriata meccanoterapia.In corrispondenza di ogni voce si devono scrivere dei numeri
preceduti dal segno più o dal segno meno.
DX SN
1)AFFOLLAMENTO
2)CURVA DI SPEE
3)LINEA MEDIANA
4)PROFILO
5)SPAZIO NECESSARIO
6)ESTRAZIONI/ESPANSIONE
1) L’affollamento dell’arcata inferiore che viene divisa in destra e sinistra dalla linea
mediana dentale;si misura in ogni lato l’affollamento dall’incisivo centrale al primo
molare.In caso di affollamento il numero ricavato dovrà essere preceduto dal segno
meno
Se invece la linea mediana inferiore fosse spostata a destra,rispetto a quella della faccia,di 2
mm si dovrebbero spostare gli incisivi verso sinistra di 2 mm per rendere le linee mediane
coincidenti:alla voce “linea mediana” allora si dovrebbe scrivere il valore –2 a sinistra perché
avremmo bisogno di 2 mm di spazio nell’emiarcata sinistra e +2 a destra perché avremo 2 mm
di spazio nell’emiarcata destra.
Se gli incisivi inferiori dovessero invece essere vestibolarizzati il numero determinato con
l’analisi di Steiner dovrebbe essere preceduto dal segno più perché guadagneremmo spazio in
arcata.
5) Lo spazio necessario è dato dalla somma algebrica delle quattro voci sopradescritte.Se il
numero risultante è preceduto dal segno meno si ha una richiesta di spazio,se invece è
preceduto dal segno più si ha spazio in eccesso.
6) Si indica con questa voce lo spazio guadagnato in caso di estrazioni o in caso di espansione
dell’arcata.
7) Si indica qui il movimento che dovranno fare i molari inferiori,ed il numero sarà preceduto
dal segno più se i molari si muoveranno in avanti oppure sarà zero se dovranno rimanere
fermi.
Classe I molare:discrepanza 0 mm
Classe II testa-testa:discrepanza –3mm
Classe II completa:discrepanza –5mm.
9) Indica il movimento che devono fare i molari superiori per mantenere o per raggiungere un
rapporto di I Classe ed il numero sarà preceduto dal segno più se i molari si devono spostare
in avanti ,dal segno meno se devono spostarsi indietro.
Trattamenti estrattivi.
-l’affollamento
Affollamento
Di solito è il fattore determinante per prendere una decisione estrattiva e più precisamente è
determinante l’affollamento dell’arcata inferiore che si può espandere solo di 1-2 mm per lato
per mezzo di una inclinazione distale dei molari;trasversalmente si può avere un’espansione
di 1-2 mm a livello premolare con l’uso del lip bumper,ma non è un risultato costante e
l’espansione a livello intercanino deve essere evitata perché è instabile. Il filo deve quindi
essere modellato per mantenere la distanza intercanina poiché l’espansione della zona
intercanina torna più o meno alla misura pretrattamento Anche la vestibolarizzazione degli
incisivi inferiori deve essere evitata perché è instabile e perché provoca problemi parodontali.
L’affollamento è poi in rapporto all’età,cioè alla presenza dell’E (il lee way space è di 2-2,5 mm
per lato ).
Un:morso normale è compatibile sia con le procedure espansive che con quelle estrattive.
Un morso profondo depone per un trattamento non estrattivo poiché le estrazioni tendono a
chiudere il morso.Se non si apre adeguatamente il morso non si può avere una buona
occlusione a causa della morfologia degli incisivi.
Se certe analisi basate sulla posizione degli incisivi inferiori,come quelle di Tweed o di
Steiner,indicano una riduzione del profilo che richiederebbe le estrazioni,si preferisce invece
non eseguirle se sono controindicate dall’analisi basata sulla posizione del labbro superiore
(condizione piuttosto frequente in casi di II classe da retrognazia mandibolare).
Divergenza mandibolare
Anche se la letteratura non attribuisce alle estrazioni la creazione di profili troppo piatti è
evidente che durante la chiusura degli spazi si deve evitare di arretrare troppo gli incisivi per
non avere effetti indesiderati sul profilo.Il sistema bidimensionale è stato sviluppato proprio
per controllare la posizione degli incisivi durante la chiusura degli spazi nei trattamenti
estrattivi.
Un affollamento di 4-5 mm per lato depone per l’estrazione dei primi premolari,al contrario
con un affollamento di 1-2 mm per lato si estraggono i secondi premolari poiché i canini
devono arretrare solo di 1-2 mm.
-II Classe con affollamento > 3 mm per lato nell’arcata inferiore o con biprotrusione.
-II Classe con affollamento < 3 mm per lato e con profilo buono.
-III Classe per mantenere ancoraggio sul gruppo frontale dell’arcata superiore.
-quando l’affollamento non è lo stesso in ogni emiarcata (linea mediana dentale deviata).Per
correggere una linea mediana dentale deviata è necessario creare spazio nell’emiarcata
controlaterale,ma si liberano 2 mm di spazio omolateralmente;dal lato con poca richiesta di
spazio si estrae il quinto,dal lato con molta richiesta il quarto.
-I Classe con affollamento incisivo nell’arcata inferiore e con l’arcata superiore senza
affollamento e con i laterali piccoli.Si deve sempre fare un set up per valutare se è necessario
fare stripping o estrarre un incisivo.La quantità di affollamento deve corrispondere alla
dimensione dell’incisivo da estrarre.
.Estrazioni seriali
Attacchi auto-leganti
Gli attacchi auto-leganti (self-ligating) sono attacchi che permettono di mantenere l’arco nello
provvisti di uno sportello rigido passivo che, una volta inserito l’arco, chiude semplicemente
lo slot rendendolo un tubo che idealmente non interagisce con l’arco (Fig. 3a) e attacchi attivi,
provvisti di uno sportello flessibile che, oltre ad assicurare l’arco, interagisce con questo
Gli attacchi auto-leganti sono presenti dagli anni ’30: nel 1933 J.W. Ford inventò il “Ford Lock”
e sempre nel 1933 C.E. Boyd e S. Richardson chiedevano di brevettare il loro “Orthodontia
band bracket” (fig 4). Gli attacchi auto-leganti sono però entrati nell’uso comune solo a fine
anni ’90 per una spinta del marketing basata su concetti che si sono rivelati solo in parte
mentre ulteriori studi hanno dimostrato che le condizioni studiate in vitro non potevano
essere applicate in vivo. In particolare gli studi eseguiti in vitro sulla frizione non avevano
tenuto conto delle funzioni orali come la masticazione, la deglutizione, la fonazione e di come
queste potessero influenzare i meccanismi di frizione. Studi che simulano l’ambiente della
cavità orale e il suo effetto sulle forze di frizione dimostrano in realtà, che le forze frizionali
sono molto ridotte ogni volta in cui si verificano dei movimenti all’interfaccia tra l’arco e il
bracket (7) e che diminuiscono anche grazie alle forze occlusali. Swartz ML in un suo articolo
trattamento sono state basate su credenze a proposito delle forze frizionali che potrebbero
essere sbagliate”(8).
Oltre agli studi sulla frizione, non vi sono evidenze che dimostrino un miglioramento dato
dall’uso degli attacchi auto-leganti nel ridurre le forze, ridurre i tempi di trattamento,
velocizzare la fase di allineamento e la chiusura degli spazi, diminuire il dolore del paziente
occlusali (9,10). Infine, non vi è alcuna evidenza scientifica che dimostri la teoria dello
Nonostante gli attacchi auto-leganti non riducano la frizione in modo clinicamente rilevante, e
nonostante molte delle affermazioni espresse in loro favore si siano rivelate non provate, vi
sono due motivi importanti e supportati da evidenza scientifica che ne suggeriscono l’uso.
Innanzi tutto, gli attacchi auto-leganti attivi forniscono un maggior controllo del torque
incisivo (6, 9): questa è la diretta conseguenza della clip attiva che agisce sul filo spingendolo
nello slot; gli attacchi auto-leganti attivi esprimono valori di torque più elevati rispetto agli
efficace può essere realizzato utilizzando un bracket con uno slot da .022 inches con una
torsione del filo metallico che va da 15 a 31 gradi per attacchi attivi auto-leganti e da 23 a 35
gradi per attacchi passivi con un filo di .019 x .025 inches in acciaio inox (14). Si consideri
inoltre che in questi lavori non è stata analizzata l’espressione del torque quando il filo
Secondariamente, gli attacchi auto-leganti permettono di risparmiare tempo alla poltrona (10,
15): gli attacchi ortodontici tradizionali devono essere fissati con legature, siano queste
metalliche o elastiche, che, durante il trattamento, devono essere rimosse e sostituite. Con gli
Vi sono anche altri motivi che suggeriscono l’uso di attacchi auto-leganti, che non sono
allineamento e livellamento di denti fuori arcata (Fig. 6a, 6b, 6c, 6d), la diminuzione del
numero di emergenze (Fig. 7) e un miglior controllo delle rotazioni degli incisivi utilizzando
I denti diatorici, differenziandosi per funzione e morfologia dai denti non diatorici, richiedono,
durante il trattamento ortodontico, che gli sia dedicato uno specifico attacco e che a tale
Bidimensionale utilizza attacchi diversificati per ogni gruppo di denti a seconda dell’effetto
che si vuole ottenere. In particolare, sugli incisivi è consigliabile avere un attacco attivo dove
si possa avere pieno ingaggio del filo nello slot che permetta il pieno controllo del torque e
delle rotazioni; sui canini e sui premolari al contrario è meglio avere un attacco passivo per
far scivolare meglio il filo nello slot. Sui molari infine, è preferibile mettere un tubo: i molari
cambiano fisiologicamente il loro grado di torque a causa dei mutamenti che avvengono
nell’arcata a seguito dell’età. I molari superiori erompono con un torque vestibolare mentre i
molari inferiori erompono con un torque linguale; con l’età tendono a raddrizzarsi (11).
dall’inclinazione del piano occlusale determinata dai rapporti cuspide-fossa. Per questo
motivo risulterebbe inutile mettere un attacco attivo per il controllo del torque sui denti
Attacchi:
denti Attacco
è la fase di livellamento e allineamento delle arcate; solitamente si utilizza un filo .014 NiTi ma
in caso di denti dislocati o arcate particolarmente affollate è preferibile utilizzare un filo .012
NiTi. Al contrario per arcate che non presentano affollamento si può utilizzare un filo .016
NiTi.
consiste nel controllo delle rotazioni e nell’iniziale controllo del torque e del tip. Il controllo
delle rotazioni avviene tramite il pieno ingaggio del filo nello slot in senso orizzontale. Viene
Questo filo permette inoltre un controllo iniziale di torque e tip, infatti lo slot .018x.025 viene
si utilizzano fili .018 x .022 in acciaio inossidabile temprato perché permettono un pieno
ingaggio nei settori anteriori, pertanto un controllo di torque e tip, e un buono scorrimento
• Fase di finitura:
si utilizzano gli stessi fili utilizzati per la fase di lavoro ed eccezionalmente dei fili .016 x .022
Beta Ti
.016 x .022 (.017 x .025)
Nella tecnica Bidimensionale gli attacchi con slot verticale sono indispensabili perche' questi
- Molle di uprighting
- Power arm
- Ganci chirurgici
Molle di uprighting.
Le molle di uprighting sono utilizzate normalmente in bracket non gemellari con slot verticali
resisenza allo scorrimento dello stesso: cio' permette in maniera reversibile di aumentare o
diminuire l'ancoraggio del dente, infatti la corona di un qualsiasi dente, sottoposto alla
applicazione di una molla di uprighting, si inclina fino a che gli angoli opposti dello slot
contattano il filo creando un effetto di frizione. Le molle di uprighting sono alternative meno
costose ed invasive sia alle miniviti che vengono normalmente utilizzate come ancoraggio
esempio utilizzando una molla di uprighting oraria nel III quadrante) (fig. 10a). La
protrazione viene effettuata con molle elicoidali chiuse di Nichel Titanio estese dal molare al
gancio sul filo inserito distalmente all’incisivo laterale mentre l’ancoraggio dei denti anteriori
viene mantenuto tramite la molla di uprighting (le molle di uprighting sono inserite nello slot
verticale dei canini orientate a produrre una componente di forza mesiale) e il torque (10-15
°) corono-vestibolare inserito nel tratto del filo (.018 "× .022" altamente temperato in acciaio)
forza intrarcata della molla elicoidale in Nichel-Titanio e si ottiene come effetto di "bruciare"
utilizzato per migliorare l'ancoraggio anteriore durante una protrazione molare asimmetrica.
Le molle di uprighting possono anche essere usate per contrastare le forze mesiali esercitate
di Spee inversa, un “toe-in” sui molari di 10° in combinazione con molle di uprighting inserite
nello slot verticale dei premolari orientate in modo da creare un movimento distale della loro
I pazienti ortodontici si lamentano spesso riguardo al fatto che i ganci a palla dei brackets
sono fastidiosi sia dal punto di vista estetico che di comfort che di igiene orale. Negli slot
verticali si possono inserire “Power pin”, in questa maniera, risulta meno probabile che si
inseriscano gli elastici in una configurazione errata, infatti i “Power pin” vengono inseriti
I “Power pin” possono anche essere utilizzati come sostituti dei ganci chirurgici saldati o
“crimpable”, per questi, infatti, e’ necessario, oltre ad estrarre il filo dalla bocca del paziente,
un lavoro lungo e preciso applicarli prima di inviare il paziente in sala operatoria per
inseriti facilmente nello slot verticale senza necessita di estrarre dalla bocca del paziente il filo
uno splint, inoltre potranno essere utilizzati dopo la chirurgia per inserire degli elastici (fig
12) e, quando non piu’ necessari, possono essere facilmente rimossi senza necessita’ di
estrarre il filo dalla bocca del paziente ne di dover preparare un altro filo.
I “Power arm” permettono di esercitare una forza ortodontica vicino al centro di resistenza
del dente in oggetto, soprattutto quando vengono utilizzate delle miniviti per ancoraggio (fig.
11).
Fili da legatura.
Lo slot verticale puo' essere utilizzato anche quando vi sia un unico dente particolarmente
fuori arcata e non si voglia diminuire il diametro del filo che si sta utilizzando quando un
bracket si sia staccato ed il dente corrispondente sia ritornato fuori allineamento, pertanto il
filo puo’ essere avvicinato al dente e non ingaggiato completamente nello slot, facendo
passare il filo da legatura nello slot verticale e questa legatura puo’ essere riattivata ad ogni
visita fino a quando il filo non potra’ essere inserito completamente nello slot.
Bandaggio indiretto
Durante un trattamento ortodontico vi sono pochi passaggi tecnici più importanti del
posizionamento dei brackets perché la posizione finale dei denti, viene determinata dalla
apparecchiatura. Un filo allinea i brackets secondo la sua forma: se questi sono posizionati
correttamente sui singoli denti, i denti si allineeranno in modo ideale. Se invece vengono
commessi errori nel posizionamento, non sarà possibile un allineamento ideale, a meno di
non eseguire delle pieghe sul filo (3). Queste però richiedono tempo, capacità e se non fatte in
Si consiglia dunque una tecnica di bandaggio indiretta: Gianelly aveva già proposto una
tecnica indiretta nel 1990 (12); oggi esistono anche altre tecniche che permettono di
eliminare gli eccessi di composito (13). L’ortodonzia moderna si sta spostando anche verso la
costruzione di brackets linguali e archi su misura attraverso la robotica e i software CAD (16),
è molto probabile che queste tecniche vengano a breve utilizzate anche per il bandaggio
vestibolare.
Conclusione
La tecnica bidimensionale è una tecnica semplice, prevedibile e riproducibile che consente un
buon controllo dei movimenti dentali durante tutta la terapia. In particolar modo permette il
controllo del torque sugli anteriori se c’è completo ingaggio del filo nello slot. L’utilizzo degli
attacchi auto-leganti associati alla tecnica bidimensionale consente di ridurre i tempi alla
poltrona e soprattutto di migliorare ulteriormente il controllo del torque sui denti anteriori
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726-7.
Figure
Fig. 1: slot di due dimensioni, uno più piccolo per gli incisivi (.018 x .025), uno più grande per
canini e premolari (.022 x .028) e rapporti con un filo .018x .022
Fig. 5: per il controllo del torque è necessario un filo .018 x .022 per un pieno ingaggio del filo
nello slot in senso verticale
Fig. 6a: la tecnica bidimensionale con attacchi auto leganti offre una maggiore facilità nella
fase di allineamento e livellamento dei denti fuori arcata.
Fig. 9: Cambiamenti del torque del primo molare superiore e inferiore a seconda dell’età e dei
contatti occlusali.