Sei sulla pagina 1di 2

N127 Mikrokosmos:2 strofe di testo, intonazione strofica con piccola introduzione di queste 2 strofe con un

piccolo interludio tra le strofe e un postludio alla fine. 11 sillabe per verso, così come 11 sono le note.
Melodia pentatonica: Re, Mi, Fa#,La e Si. L’articolazione della melodia è data dalle pause. Primo verso
melodia A, secondo verso B, terzo verso B con variazione conclusiva, quarto verso torna A, così anche per la
seconda strofa. L’accompagnamento comincia con gli accordi che si ripetono uguali, accenti ad intervalli
regolari. Quando comincia il motivo B la voce più grave comincia a scendere lentamente, mentre il resto
degli accordi resta identico. Sul terzo verso la voce più grave scende e comnincia a scendere anche parte
della voce intermedia. Con il ritorno di A si mantiene ferma solo la linea superiore di ciascuna mano. Gli
accordi continuano a cambiare mano a mano e si scende in zone più centrali e gravi della tastiera per la
mano destra. Abbiamo quasi un accompagnamento controtempo fino alla ripresa di B che abbiamo la mano
sinistra che si muove ad ottave spezzate. Si scende fino ad arrivare alla fine della seconda strofa. A quel
punto si sale molto velocemente verso la parte più acuta della tastiera.

Berio 1925-2003: scrisse anche un finale della Turandot di Puccini. Ha un rapporto con la musica del
passato. Dopo la seconda guerra mondiale studia con Ghedini a MILANO, uno fissato per l’orchestrazione.
Al conservatorio di Milano fa l’accompagnatore al pianoforte delle classi di canto, dove incontra la sua
prima moglie, Berberian. Per lei scrive molta musica come “La sequenza per voce” ad esempio, scrive per
lei delle canzoni armene, per le sue origini. Aveva una voce parzialmente lirica, c’è una sua incisione
dell’Incoronazione di Poppea. Altra esperienza nel 1954 la Fondazione di istituto di fonologia della Rai con
Bruno Maderna. Qui il lavoro con gli strumenti elettronici e il nastro magnetico, vi collabora anche Umberto
Eco. Nascerà anche una composizione: Tema omaggio a Joyce, verrà usato il canto delle sirene dell’Ulisse di
Joyce, che è un punto di riferimento nelle composizioni di Berio per la stratificazione dei fonemi l’uno
sull’altro. Sinfonia è un lavoro del 1969, la prima pubblicazione a stampa nel 1972 che sostituisce
l’autografo precedente, infatti qui introduce varianti e corregge errori. L’organico è notevole, 4 parti per
ciascuna famiglia. 3 flauti+1 ottavino, 4 clarinetti, 3 sib e uno mib ecc. c’è anche il SASSOFONO ALTO E
TENORE. Ecc. usa come gruppi di cantanti i suingol singer, non si deve cantare in vibrato. Voleva far uscire
fuori un suono solo tra voci e strumenti. È in 5 movimenti, in origine 4, però il quarto sarebbe stata una fine
a spegnersi in piano, poi ci ripensa e scrive un quinto movimento, che è una ricapitolazione di tutta la
Sinfonia. Stratificazione dei materiali propria della sua personalità di composizione. Il quarto movimento
doveva essere l’epilogo sommesso, i primi 3 rappresentano 3 progetti legati alle tematiche dell’acqua e la
morte. Il primo progetto si ispira ad un volume di Levi Stross un antropologo, “il cotto e il crudo” sui miti del
fuoco e l’acqua, per Berio quello dell’acqua. Il secondo movimento è una rielaborazione di una
composizione da camera scritta in precedenza da lui intitolata “Oh king” che fa riferimento all’assassinio di
Martin Luter King nel 1967, nel 1968 viene ucciso e quindi viene rielaborato per la sinfonia come tema della
morte. Il nome di Martin Luter King viene diviso nei vari fonemi e solo alla fine viene pronunciato per
intero. Viene scelta una serie di valori ritmici e ripetizioni delle serie delle altezze, che prende mano a mano
valori diversi. Stratificazione dei materiali. Il terzo movimento legato alla seconda sinfonia, terzo
movimento di Mahler, quello che parla con i pesci Sant’Antonio, legato al tema della morte e dell’acqua.
Questo è il nucleo della sinfonia, in più c’è materiale nuovo e quello già usato. Il filo conduttore è quello
dell’acqua. I motivi principali sono fondamentalmente scale cromatiche. Berio amplifica quello che è di
Mahler e aggiunge i Cluster che sono invenzioni di Berio. Le citazioni sono varie, ci sono alcuni generi che
prevalgono come concerti per violino, l’opera, come la scena dell’annegamento del Wozzek, poi altre prese
da balletti e un gruppo di citazioni da compositori associabili ai seminari di Dautschat come Webbern ecc.
Le citazioni sono in molti casi minuscole e non sempre riprendono gli inizi, e per pochissime battute, è
difficili distinguere le varie imitazioni. Da Becket prende un testo trasformandolo in base ai suoi intrecci,
usando didascalie e parole chiave tratte da varie opere che cita. Oltre alle voci ritrova il solfeggio legato a
Mahler. Riduce Mahler e sostituisce con altro e si allontana sempre di più da lui. Mantiene la struttura
melodica e armonica, non cambia strumento, mantiene alcuni frammenti. Mantiene ad esempio 3 battute,
però le 4 in mezzo le sostituisce e ne rimangono altre 3 di Mahler. Riduce e sostituisce mantenendo la
cornice metrica. Quando sostituisce non mantenendo la cornice metrica, ma riesce a ritrovare un equilibrio
pur non mantenendo la cornice metrica propriamente. Mantiene fedelmente la struttura di Mahler, un
doppio scherzo con doppio trio. La prima sezione ABA e la seconda sezione, il trio è anch’esso nella forma
ABA. Ciascuno di questi è strofico. La sezione A (scherzo) deriva in realtà da un lied di Mahler, la preghiera
di Sant’Antonio ai pesci. Anche questa è rielaborata e poi di nuovo da Berio. La differenza maggiore tra
Berio e Mahler è nel creare l’effetto di climax, Berio pone il Cluster, sostituisce la progressione con poi l’urlo
di orrore con il Cluster.

Potrebbero piacerti anche