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Anche le decisioni della comunità europea sui piani di salvataggio, seppur importanti, sono passate in buona
parte in secondo piano.
I mercati infatti sono entrati in modalità “panico” per buona parte della settimana con gli indici in caduta libera
fino a mercoledì. Giovedì e venerdì, con lo stabilizzarsi della situazione giapponese (non risolta però) e con il
cessate il fuoco libico di venerdì, rispettivamente con un intervento del G7 per stabilizzare lo JPY, le cose si
sono un po' calmate.
I mercati azionari hanno però dovuto sopportare la seconda settimana in perdita, accompagnate dal più
classico ribasso dei tassi di interesse.
Le valute hanno forse sopportato i maggiori movimenti con una “fuga” verso il CHF, rimasta la moneta più
neutrale, mentre lo JPY, si voglia per gli speculatori (come dicono alcuni), più probabilmente per il rapido
rimpatrio dei capitali, come dicono altri, si è rafforzato fino a toccare i 78.30 contro USD. Poi l'intervento del
G7 lo ha riportato sopra 80.
Gli indicatori di rischio credito hanno approfittato, soprattutto nel settore finanziario, delle decisioni della
comunità europea, mentre, ovviamente, l'indicatore di rischio azionario VIX è salito rapidamente oltre 25,
arrivando, al momento peggiore della crisi, oltre i 30.
Commodity in ordine sparso. Le tensioni in Libia dovrebbero riportare i costi dell'energia a livelli più normali,
ma le aumentate necessità del Giappone portano richiesta tanto di industriali, quanto di energia.
Matteo Nobile 20110319
Alcuni investitori hanno deciso di vendere per limitare il rischio che potesse succedere qualcosa.
Altri investitori hanno considerato che il mercato era sceso troppo, e hanno acquistato nuove posizioni.
Molti altri sono invece rimasti fermi e non hanno né comprato né venduto posizioni a rischio.
Difficile dirlo, soprattutto perchè i forti movimenti di questa settimana dipendono solo molto marginalmente
da fattori economici, in parte da fattori finanziari, sicuramente da tanta emotività.
Quando però il mercato si comporta in modo emotivo, gli analisti finanziari e gli economisti non possono fare
altro che vedere i prezzi di mercati troppo bassi (o troppo alti) e indicare quindi di acquistare (o di vendere),
senza però poter tenere in considerazione il reale movimento del mercato.
Una eventuale nube radioattiva che dovesse sfuggire al reattore, porterebbe probabilmente i mercati ad un
nuovo forte ribasso, mentre il successo nel contenimento del reattore (si parla ora di sommergerlo di sabbia
e cemento, à la Chernobyl) dovrebbe normalizzare la situazione con relativa positività sui mercati, o per lo
meno la possibilità di fare un'analisi meno emotiva.
Evidentemente è possibile posizionare il portafoglio su una o l'altra soluzione. Chi dovesse credere che
salterà tutto in aria, potrà posizionarsi su obbligazioni del governo tedesco e USA, chi dovesse credere che
tutto andrà a posto potrà comprare una valanga di Nikkei, magari direttamente la Tokyo Electric Power.
Ma uso il termine “posizionamento” e non “investimento” proprio perchè la scelta non dipende da fattore
finanziari o economici. È una scommessa, pura e semplice. Un po' come il rosso e il nero alla roulette.
Soprattutto, nessuno mi venga a dire, una volta che è uscito il nero, “io lo sapevo”.
Il che porta ad altri ragionamenti... una volta che mi sono fatto un'idea della direzione del mercato, magari
anche della portata, come faccio a prendere in considerazione la fiducia che ho nella direzione scelta ?
Generalmente i portafogli vengono costruiti sui rendimenti attesi, le volatilità e le correlazioni tra le varie
classi. Difficilmente si utilizza anche l'idea che i rendimenti attesi possono o meno essere affidabili.
Se ritengo che il titolo (o la classe di investimento) A salirà del 20% nel prossimo mese, e ne sono sicuro,
probabilmente converrà posizionare tutto il portafoglio su quella posizione.
Sullo stesso titolo, con la stessa previsione, ma con tanti dubbi, se e ma, probabilmente converrà
posizionarsi con un peso molto minore.
Matteo Nobile 20110319
Funds
ISIN Name Price 1 week 1 month 3 month YTD Vola30 Vola90
BE0943877671 PETERCAM B FUND-BONDS EUR-B 61.01 1.06 0.03 0.15 -0.03 4.15 4.07
LU0128490280 PICTET-EUR BONDS-P 397.86 0.39 -0.42 0.24 -0.20 3.52 3.19
LU0106258311 SCHRODER INTL GL CORP BD-AAC 8.64 0.12 0.70 1.89 1.29 2.67 3.19
LU0189893018 SCHRODER INTL GLB HI YD-A$ 31.69 -0.50 -0.16 4.14 3.39 2.69 3.82
LU0170994346 PICTET-GLOBAL EMERG DEBT-HP€ 187.85 0.09 1.05 0.45 0.09 5.16
LU0340553949 PICTET-EMERG LOCAL CCY-HP€ 119.17 0.04 1.71 1.84 0.45 10.62
Nota: i fondi BSI Global Dynamic Bond e BSI Absolute Daily sono passati dalla classe Multiopportunity alla
classe Multi Invest, cambiando il loro ISIN. Non è quindi possibile avere uno storico e li rimuovo dalla griglia.
Il movimento dei tassi di interesse governativi al ribasso (panico e paura), rispettivamente la pressione sugli
spread di credito (a parte i finanziari) hanno “rovesciato” la situazione sui fondi obbligazionari. Per una volta
Petercam surclassa i concorrenti, mentre mano mano che si sale nel rischio credito, i rendimenti settimanali
sono inferiori fino a registrare una perdita di 0.5% sullo schroder global high yield.
La situazione va comunque seguita da vicino. Anche i tassi di interesse e gli spread obbligazionari non sono
immuni alla situazione economica. Una rinnovata crisi spingerà i tassi ulteriormente al ribasso e gli spread al
rialzo. Viceversa, una normalizzazione tornerà a spingere al rialzo i tassi e al ribasso gli spread.
Il templeton è più esposto ai rendimenti high yield di quanto non sia il pimco. Lo si nota nella volatilità. La
situazione favorevole alle posizioni con poco rischio ha quindi permesso al Pimco di passare una buona
settimana, mentre il templeton ha dovuto pagare pegno.
Nel mondo long/short di Pleiade la presa delle decisioni in una situazione irrazionale non permette di fare
utile... anzi... nuova settimana in perdita. La stessa situazione si presenta sul BSI Flex che soffre una perdita
di 0.94% avendo posizioni long/short non solo sull'azionario ma su buona parte delle classi di investimento.
Infine la situazione sugli azionari. Non poteva essere molto differente visto quanto visto sui mercati.
Carmignac continua a soffrire per le posizioni dollari (che questa settimana si è deprezzato ulteriormente
contro l'EUR), ma si dice convinto che Bernanke non potrà continuare all'infinito a buttare liquidità nel
sistema USA, rispettivamente che non sarà facile per Trichet muovere i tassi, soprattutto dopo gli eventi
Giapponesi.
Gli emergenti sono rimasti un po' più “immuni” alla situazione Giapponese, essendo già stati penalizzati dai
problemi inflazionistici, mentre un encomio al Fidelity Real Asset che è riuscito a stare a galla in una
settimana piuttosto terrificante per i mercati azionari.
Bene le materie prime che dopo la rapida discesa di assestamento sono tornate a prezzare una crescita
economica e probabili richieste in aumento da parte del Giappone per la ricostruzione.
Matteo Nobile 20110319