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DISCUSSIONE, APPLICAZIONE E VALIDAZIONE DI UNA PROCEDURA

PROGETTUALE PER LA PROTEZIONE SISMICA DI TELAI TAMPONATI


MEDIANTE CONTROVENTI DISSIPATIVI

A. V. Bergami a, C. Nuti b
a
Dipartimento di Strutture, Università degli Studi Roma Tre, Roma, abergami@uniroma3.it
b
Dipartimento di Strutture, Università degli Studi Roma Tre, Roma, c.nuti@uniroma3.it

ABSTRACT
Existing reinforced concrete frame buildings with non-ductile detailing suffered severe damage and
caused loss of life during earthquakes. Different rehabilitation systems have been developed to
upgrade the seismic performance of this kind of structures. The research discussed in this paper,
carried out under the partial financial support of “convenzione Dipartimento di Protezione Civile-
Consorzio RELUIS, signed 11/07/2005 (repertorio n. 540)”, research line 2, deals with the seismic
protection of frame structures, in particular for the application presented buckling restrained steel
braces (BRB) have been selected. A displacement-based procedure to design dissipative bracing for
the seismic protection of frame structures is proposed. A two-fold performance objective is
considered to protect the structure against the collapse and the non-structural damages by limiting
global displacements and interstorey drifts. As an example a real application on an existing r.c.
frame building, designed on 1969, is presented and discussed.

PAROLE CHIAVE
Controventi dissipativi, telai in c.a., adeguamento sismico

1 INTRODUZIONE

In zona sismica, sia che ci si occupi di un edificio esistente che di una struttura di nuova
realizzazione, è possibile adottare sistemi non tradizionali col fine di ridurre la vulnerabilità sismica
dell’edificio, nel primo caso, o di raggiungere un prefissato livello prestazionale nel secondo. In
questo articolo viene presentata una procedura finalizzata alla progettazione di controventi
dissipativi da inserire all’interno di un telaio strutturale del quale siano note le caratteristiche
geometriche e meccaniche. La metodologia presentata trova la sua più naturale applicazione negli
edifici esistenti che, essendo stati progettati senza l’adozione di criteri antisismici, non garantiscono
un adeguato livello di sicurezza. Le costruzioni realizzate precedentemente all’entrata in vigore
delle attuali normative tecniche richiedono spesso interventi di adeguamento strutturale affinché
possano offrire un adeguato livello di sicurezza in caso di evento sismico. La procedura progettuale
presentata in questo articolo è basata sulla ormai ben nota analisi statica non lineare e consente di
determinare, una volta nota la curva di capacità della struttura, un sistema di controventi dissipativi
tale da garantire il raggiungimento dell'obiettivo prestazionale voluto. Quest’ultimo viene spesso
formulato in termini di risposta in spostamento assoluto o interpiano e dunque può essere
individuato come un punto specifico della curva di capacità della struttura, lo "spostamento
obiettivo". La definizione del livello prestazionale desiderato può essere stabilito in funzione delle
specifiche esigenze del progettista così come il criterio adottato per la redistribuzione dei
controventi all'interno della struttura stessa. In questo articolo, oltre alla descrizione della procedura
progettuale sviluppata, è presentata e discussa una applicazione della procedura per l’adeguamento
di un edificio esistente; altri casi studio e le verifiche dei risultati ottenuti mediante confronto con
analisi dinamiche non lineari sono stati discussi in Bergami et al. (2007-2009).

2 CRITERI DI PROGETTO

2.1 Effetti sulla struttura conseguenti all’inserimento di controventi dissipativi


L’inserimento dei controventi all’interno della maglia strutturale comporta significativi
cambiamenti delle caratteristiche della struttura poiché questi andranno ad aggiungere al telaio
privo di controventi dissipativi rigidezza e capacità dissipativa. Il progetto del sistema di
controventi dissipativi da adottare richiede di tener conto degli effetti strettamente legati alla
risposta strutturale ma anche di quelli architettonici, ovvero dell’impatto che i controventi hanno
sull’architettura e sulla funzionalità dell’edificio. In termini di analisi strutturale l’inserimento dei
controventi influenza la curva di capacità della struttura poiché incrementa resistenza e rigidezza
iniziale, e ne modifica le forme modali. Inoltre ha effetti anche sulla curva di domanda (la curva di
domanda corrisponde con lo spettro elastico di riferimento per il caso in esame) poiché incrementa
la capacità dissipativa della struttura, per effetto dello smorzamento equivalente, e dunque lo spettro
elastico viene ridotto. Anche la scelta della distribuzione spaziale dei controventi è parte integrante
del progetto poiché rappresenta un compromesso tra l’ottimizzazione del sistema dissipativo
addizionale, ed il mantenimento della funzionalità dell’edificio.

2.2 Grandezze significative


Poiché la procedura proposta per il dimensionamento dei controventi dissipativi fa riferimento ad
una ormai classica analisi statica non lineare è necessario individuare la curva di capacità della
struttura dotata di controventi dissipativi S+B a partire dalle caratteristiche della struttura S da
adeguare, da quelle del sistema dei controventi B e dalla determinazione dello smorzamento viscoso
equivalente ueq in corrispondenza dei diversi valori di spostamento che caratterizzano la curva di
capacità della struttura sia essa con o senza controventi dissipativi. Come confermano numerosi
studi sperimentali (Black et al. 2004) e prove di qualificazioni delle molteplici tipologie di
controventi dissipativi esistenti, si ritiene ragionevole una modellazione del comportamento forza-
spostamento dei controventi mediante una semplice legge bilineare definita dalla rigidezza assiale
elastica K′b,i, dalla forza di snervamento F′by,i e dal rapporto di incrudimento del controvento
dissipativo βb,i.. Indicando con βd,i il rapporto di incrudimento del dissipatore caratterizzato da una
rigidezza elastica kd,i, con kp,i la rigidezza elastica dell’elemento che connette la struttura con il
dissipatore e assumendo che l’elemento di connessione struttura-dissipatore debba rimanere elastico
(F′by,i << F′dy,i ) allora βb,i può essere determinato mediante la (1).

1 1
+
k p , i k d ,i
β b ,i = (1)
1 1
+
k p , i β d ,i k d ,i

In fase di dimensionamento è comunque ragionevole assumere βb,i=βd,i.


Devono pertanto essere determinate le seguenti incognite:
1. la rigidezza K′b,i di ciascun controvento dissipativo;
2. la posizione plano-altimetrica dei controventi;
3. la forza di snervamento F′by,i o lo spostamento ad essa corrispondente D′by,i;
4. il rapporto di incrudimento βb,i .
I parametri K′b,i , F′by,i , D′by,i e βb,i dipendono dalle proprietà meccaniche dei materiali con cui
saranno realizzati i controventi e dunque, qualora si adottino delle tipologie di controventi
commerciali o comunque realizzati con lo stesso materiale, questi saranno tutti caratterizzati dagli
stessi valori di resistenza allo snervamento fby, modulo elastico Eb e rapporto di incrudimento βb.
Sulla base sia delle caratteristiche geometriche della struttura su cui si interviene sia della
disposizione prescelta si determina la lunghezza lb,i e l’inclinazione θb,i di ciascun controvento
(Figura 1c).
Per considerare l’inserimento del sistema di controventi dissipativi B all’interno della struttura S
(Figura 1a) è utile far riferimento alle componenti orizzontali delle grandezze considerate.
Indicando con Kb , Fby , Dby rispettivamente le componenti orizzontali della rigidezza, della forza di
snervamento e dello spostamento allo snervamento del sistema di controventi B, si ha che:

K b = K b′ cos 2 θ b (2)

Fby = Fby′ cos θ b (3)

′ cos θ b
Dby = Dby (4)

Pertanto, come già detto in precedenza, poiché in fase progettuale appare ragionevole fissare le
caratteristiche del materiale (fby, Eb, βb) essendo queste limitate dai prodotti presenti in commercio
così come la configurazione dei controventi (lb, θb) è vincolata alla geometria ed alla funzionalità
della struttura, il progetto dei controventi dissipativi si riduce quindi al solo dimensionamento della
rigidezza Kb,i che, essendo nota la lunghezza lb,i di ciascun controvento (poiché è nota la geometria
delle maglie strutturali in cui sono inseriti) è dipendente, schematizzando il controvento come una
biella elasto plastica a comportamento simmetrico in compressione e trazione, esclusivamente della
sezione Ab,i del controvento dissipativo.

2.3 Scelte progettuali


Affinché i controventi dissipativi possano esplicare la propria funzione dissipativa, è necessario che
questi plasticizzino prima della struttura stessa (Dby<Dsy). Considerando una struttura sostitutiva
equivalente, il comportamento del sistema S+B può essere schematizzato con una curva di capacità,
somma di quelle dei singoli sistemi S e B, costituita dai seguenti segmenti (Figura 1b). Si ipotizza
pertanto che a seguito dell’inserimento dei controventi dissipativi il contributo dovuto alla sola
componente strutturale S si mantenga lo stesso anche a seguito dell’inserimento dei controventi B.

Figura 1. (a)Schematizzazione di una struttura dotata di controventi dissipativi. (b) interazione struttura–
controventi; (c) deformata di una maglia di telaio con controventi dissipativi.

Il primo segmento della curva di capacità S+B individua un campo di spostamenti della struttura
inferiori al punto di primo snervamento del sistema di controventi (D<Dby); per primo snervamento
del sistema di controventi è possibile intendere il raggiungimento della fase plastica in uno qualsiasi
dei controventi dissipativi inseriti nella struttura. In questa condizione sia la struttura sia i
controventi sono in campo elastico e dunque, lo smorzamento del sistema S+B, coincide con quello
intrinseco νI della sola struttura (νS+B=νI)
Invece, nel secondo ramo della curva di capacità S+B, almeno uno dei controventi è in campo
plastico mentre la struttura risulta essere ancora elastica (Dby<D≤Dsy); in questa fase allo
smorzamento intrinseco νI si somma lo smorzamento νB offerto dal sistema di controventi
(νS+B=νI+νB).
Se infine, accettando che la struttura possa subire qualche danno, anche la struttura ha raggiunto
spostamenti tali da farla entrare in campo plastico (D>Dsy) allora lo smorzamento complessivo del
sistema S+B è costituito dalla somma di quello intrinseco, di quello offerto dai controventi e di
quello νS dovuto all’escursione plastica struttura (νS+B=νI+νB+νS).
Ai fini progettuali è utile far riferimento ad una generica condizione limite corrispondente ad un
valore di spostamento D* che la struttura non deve superare e che rappresenta l’obiettivo
prestazionale a cui tendere per dimensionare i controventi dissipativi.

2.4 Calcolo dello smorzamento equivalente


Come anticipato nel paragrafo precedente a ciascun livello di deformazione raggiunto dalla
struttura, sia essa nuda o dotata di controventi dissipativi, corrisponde un livello di energia che la
struttura ed i dissipatori sono in grado di dissipare; tale energia la si può tenere in conto mediante lo
smorzamento viscoso equivalente. Adottando la relazione proposta da A.K.Chopra (2001), lo
smorzamento viscoso equivalente della sola struttura ueq,S in corrispondenza ad un generico
spostamento D può essere espresso con la formulazione:

1 ED ,S
ν eq ,S = (5)
4π ES ,S

Le grandezze che compaiono all’interno della (5) possono essere ricavate dalla relativa curva di
capacità essendo ED,S e ES,S rispettivamente l’energia dissipata e l’energia di deformazione
corrispondenti ad un ciclo isteretico di ampiezza D. Tali energie possono essere valutate facilmente
a partire da una rappresentazione bilineare elasto-plastica incrudente della curva di capacità della
struttura ed ipotizzando un comportamento ciclico ideale da cui risulta:
E Dbilinear
,S = 4 ( Fsy D − Dsy Fs ( D ) ) (6)

1
ES , S = DFs ( D ) (7)
2
dove D è lo spostamento raggiunto dalla struttura ed a cui corrisponde la forza Fs(D) mentre Dsy e
Fsy sono rispettivamente lo spostamento e la forza corrispondenti allo snervamento; una volta
determinata la schematizzazione in bilineare elasto-plastica incrudente della curva di capacità,
mediante uno dei criteri esistenti in letteratura, la determinazione dei parametri Dsy, Fsy e Fs(D) è
banalmente ottenuta. Poiché il procedimento descritto si avvale della curva di capacità ottenuta
eseguendo una analisi statica non lineare della struttura, adottando una specifica distribuzione di
forze o spostamenti orizzontali variabili incrementalmente, il valore dello spostamento D
corrisponde con la componente di spostamento, lungo la direzione di applicazione delle forze, del
nodo di controllo prefissato mentre il valore della forza Fs(D) è la componente del taglio alla base
nella direzione dello spostamento D. Come noto il ciclo isteretico compiuto da una generica
struttura differisce dal ciclo corrispondente ad una bilineare elasto-plastica, pertanto tale
discordanza può essere limitata mediante l’utilizzo di un coefficiente calibrato per la specifica
tipologia di struttura considerata e che riduce l’area del ciclo ideale a quella reale; nell’applicazione
contenuta in questo articolo è stato utilizzato il coefficiente κS così come indicato in ATC40, 1996:
E D, S = k S E Dbilinear
,S (8)

Quanto detto con riferimento ad una struttura generica può essere esteso al caso di una struttura
dotata di controventi dissipativi adottando però un differente coefficiente di struttura κS per la
struttura e per i controventi κB. In virtù delle specifiche tecniche del controvento dissipativo
adottato è possibile stabilire un opportuno valore per κB; generalmente i prodotti commerciali
esistenti sul mercato sono caratterizzati da un ciclo isteretico molto regolare e pertanto è possibile
assumere κB≈1.Lo smorzamento viscoso equivalente della struttura controventata ueq,S+B è dunque
determinato mediante la relazione:

k S E Dbilinear
,S + ∑∑ k Bi ,n E D , Bi , j
1 ED,S + B 1
= =
j i
veq, S + B (9)
4π E S ,S + B 4π E S ,S + B

dove ED,Bi,j è l’energia dissipata dell’i-esimo controvento dissipativo disposto al j-esimo livello
dell’edificio ed a cui viene associato il corrispondente κBi,j.
L’espressione (9) tiene conto della possibilità di adottare controventi dissipativi differenti sia in
pianta che in elevazione dell’edificio. Infatti, nel caso di edifici caratterizzati da irregolarità nella
distribuzione di masse e/o rigidezze oppure qualora le maglie del telaio non fossero regolari,
potrebbe essere necessario adottare controventi con differenti caratteristiche anche all’interno di
uno stesso piano dell’edificio. Assumendo che gli impalcati siano infinitamente rigidi e qualora
venga adottato uno stesso κB, per tutti i dissipatori la (9) può essere semplificata:

k S E Dbilinear
,S + k B ∑ ED,B, j
1 ED,S + B 1
= =
j
veq, S + B (10)
4π E S , S + B 4π E S ,S + B

Il contributo alla dissipazione della sola struttura ED,Sbilinear che compare nella (9) e nella (10), può
essere valutato facendo riferimento alla curva di capacità della sola struttura priva di controventi.
Il termine ED,B è quindi funzione sia delle caratteristiche dei controventi sia, tramite lo spostamento
assiale del controvento D′bj,, della deformata della struttura controventata in corrispondenza dello
spostamento D che, nell’ottica dei metodi statici non lineari, coincide con lo spostamento obiettivo
D*. Lo spostamento assiale del controvento dissipativo collocato al piano j-esimo D′bj può essere
valutato in funzione dello spostamento di interpiano δj=Dj-Dj-1 e della geometria del controvento
stesso (Figura 2b).

2.5 Posizionamento dei controventi dissipativi


La procedura progettuale proposta consente di adottare un qualunque criterio di distribuzione dei
controventi fornendo sempre un dimensionamento dei dissipatori. Nelle applicazioni fatte è stata
scelta una distribuzione altimetrica delle rigidezze di piano dei controventi Kbj proporzionale, agli
spostamenti di interpiano δj col fine di linearizzare la deformata e regolarizzare la struttura
migliorando l’accuratezza dell’analisi statica non lineare; la rigidezza complessiva del sistema di
controventi è stata redistribuita in elevazione mediante il vettore cbj come riportato nella (11).

δj
K bj = K b cbj ; cbj =
max j δ j { } (11)
3 PROCEDURA PER LA PROGETTAZIONE DEI CONTROVENTI

Come già detto in precedenza la procedura per la progettazione di controventi dissipativi, proposta
in questo articolo, si basa sull’utilizzo dell’analisi statica non lineare e quindi sulla determinazione
della curva di capacità che descrive la risposta strutturale all’azione sismica. Come noto
l’inserimento di elementi aggiuntivi, come i controventi dissipativi, all’interno della struttura ne
modifica rigidezza, resistenza e distribuzione e valore delle sollecitazioni agenti sugli elementi
strutturali. E’ pertanto necessario che la procedura sia iterativa.
Essendo il livello prestazionale desiderato espresso in termini di spostamento obiettivo, è utile
affrontare il problema del dimensionamento avvalendosi del metodo dello spettro di capacità CSM
(Freeman, 1998). Nel metodo dello spettro di capacità l’azione sismica è rappresentata dallo spettro
di risposta e la struttura mediante la curva di capacità; la risposta della struttura alla’azione sismica
viene espressa sotto forma di punto di funzionamento. Il punto di funzionamento rappresenta sulla
curva di capacità lo spostamento cui sarà sottoposta la struttura in caso di evento sismico avente
quello specifico spettro di risposta. Noto il punto di funzionamento della struttura è necessariamente
noto anche il valore dello smorzamento viscoso equivalente ad esso corrispondente.
Nella procedura proposta il processo che generalmente viene adottato per la determinazione del
punto di funzionamento della struttura viene invertito imponendo che la struttura, per quella
specifica curva di domanda, abbia un punto di funzionamento coincidente con lo spostamento
obiettivo. Di conseguenza è possibile ricavare quale deve essere il valore dello smorzamento
necessario affinché ciò avvenga: allo spostamento obiettivo viene fatto dunque corrispondere uno
smorzamento obiettivo.
In generale, in presenza di azioni sismiche severe la struttura può manifestare deformazioni
plastiche il cui contributo dissipativo non deve essere trascurato se si intende ottimizzare il
dimensionamento dei controventi dissipativi. Nel metodo dello spettro di capacità lo smorzamento
efficace di una struttura dotata di dispositivi dissipativi νeq,S+B viene espresso in termini viscosi
equivalenti come combinazione lineare dello smorzamento viscoso equivalente della sola struttura
νeq,S, dello smorzamento viscoso equivalente dei dissipatori νeq,B, e dello smorzamento viscoso
equivalente intrinseco alla struttura νI : valori comunemente adottati per νI sono il 5%, per strutture
in c.a., e il 2% per strutture in acciaio.

ν eq ,S + B = ν eq ,S + ν eq , B + ν I (12)

Note le caratteristiche della struttura è noto νI e dunque, una volta definito l’obiettivo prestazionale
ossia lo spostamento massimo che la struttura può raggiungere in presenza di una certa azione
sismica, è fissato anche lo smorzamento viscoso equivalente complessivo νeq,S+B che deve essere
ottenuto sommando i contributi dissipativi.
Nell’ipotesi in cui la componente di smorzamento νeq,S, dovuta alla plasticizzazione della struttura S
appartenente al sistema S+B,possa essere determinata sulla base della curva di capacità della sola
struttura S allora l’unica incognita da determinare è proprio lo smorzamento viscoso equivalente
νeq,B che deve essere offerto dal sistema di controventi dissipativi B.
Sulla base allo smorzamento viscoso equivalente νeq,B , così determinato, si dimensionano i
controventi da inserire nella struttura in base alla distribuzione plano-altimetrica scelta.
Si ottiene pertanto una nuova struttura dotata del sistema di controventi dissipativi dimensionato al
passo precedente; questa struttura sarà caratterizzata da una propria curva di capacità e quindi da un
nuovo punto di funzionamento che, a partire dalle prime iterazioni e fino al raggiungimento della
convergenza, tenderà a convergere con quello obiettivo.
La procedura si articola nei seguenti passi:
1. Definizione dell’azione sismica: l’azione sismica viene rappresentata mediante un qualsiasi
spettro di risposta elastico in accelerazione;
2. Scelta dello spostamento obiettivo: si stabilisce uno spostamento obiettivo, ad esempio lo
spostamento in sommità Dt*, compatibile con l’obiettivo prestazionale desiderato;
3. Definizione delle curva di capacità della struttura priva di controventi: mediante analisi
statica non lineare, viene determinata la curva di capacità della struttura S;
4. Determinazione della bilineare equivalente della curva di capacità della struttura S: la
curva di capacità ottenuta viene approssimata come una bilineare equivalente, definita dal punto di
snervamento (Ds,y, Fs,y) e dal rapporto di incrudimento βs;
5. Definizione del sistema ad un grado di libertà equivalente: la struttura a più gradi di
libertà MDOF viene convertita in un equivalente sistema ad un grado di libertà SDOF convertendo
la curva di capacità ottenuta con l’analisi statica non lineare sul piano (Sdt ;Sat);
6. Valutazione dello smorzamento viscoso equivalente richiesto: obiettivo della
progettazione è che il punto di funzionamento della struttura, ovvero del SDOF, coincida in termini
di spostamento con lo spostamento obiettivo, ovvero con Sdt(Dt). In fase progettuale la curva di
domanda, ovvero lo spettro di progetto, è nota a meno del valore dello smorzamento viscoso
equivalente ν*eq,S+B non essendo stato ancora dimensionato il sistema di controventi dissipativi, che
rimane essere pertanto l’unica incognita. Lo smorzamento viscoso equivalente ν*eq,S+B viene
determinato imponendo il raggiungimento dell’obiettivo prestazionale ovvero che la curva di
capacità Cc(D) intersechi la curva di domanda Cd(D,νeq,S+B ) in corrispondenza dello spostamento
obiettivo Dt*.
7. Valutazione dello smorzamento viscoso equivalente della sola struttura: lo smorzamento
viscoso equivalente prodotto da eventuali deformazioni inelastiche della sola struttura ν*eq,S al
raggiungimento dello spostamento obiettivo si determina calcolando l’energia dissipata ED, sulla
base della curva di capacità della struttura S, e l’energia di deformazione elastica ES sulla base della
curva di capacità del sistema S+B.
*
1 ED , S ( Dt )
v eq , S ( D ) = k S
* *
(13)
4π ES , S + B ( Dt* )
t

8. Valutazione dello smorzamento viscoso equivalente richiesto ai controventi dissipativi:


essendo noti sia ν*eq,S,, sulla base della curva di capacità della struttura S sia νI, lo smorzamento che
deve essere fornito dai dissipatori (14a), affinché lo spostamento massimo della struttura
controventa non superi lo spostamento obiettivo, può essere determinato a partire dall’espressione
(12) ovvero per differenza tra lo smorzamento obiettivo, la cui espressione compare nella (15), e la
somma tra quello offerto dalla sola struttura, al raggiungimento di uno spostamento pari allo
spostamento obiettivo Dt* (14b), più quello intrinseco.
* *
1 ED , B ( Dt ) 1 ED , S ( D )
v eq , B ( D ) = k B
* *
; v eq , S ( D ) = k S
* *
(14)
4π ES , S + B ( Dt* ) 4π ES , S + B ( D* )
t

1 k S ED , S ( Dt ) + k B ED , B ( D )
* *

v *
eq , S + B (D ) =
*
(15)

t
ES , S + B ( Dt* )

Nelle espressioni (14-15) il vettore D* rappresenta gli spostamenti di piano corrispondenti allo
spostamento del nodo di controllo al raggiungimento del punto di funzionamento Dt* mentre ED,B ed
ES,S+B sono rispettivamente l’energia dissipata dal solo sistema di controventi (l’energia dissipata è
calcolata tenendo conto del ciclo isteretico effettivamente compiuto da ciascun controvento sulla
base dell’andamento della deformazione interpiano di ciascun livello) e l’energia elastica del
sistema S+B;
9. Dimensionamento dei controventi dissipativi: si determina la rigidezza assiale dei
controventi necessaria per ottenere il valore di smorzamento aggiuntivo richiesto a partire
dall’espressione dello smorzamento viscoso equivalente offerto dal sistema composto dagli i
controventi inseriti nei j livelli della struttura.

1
∑∑ E D , Bj ,i ( D)
1
4∑∑ ( DS , j ,i FSy , j ,i − DSy , j ,i FS , j ,i )
v eq , B ( D ) = k B = kB
* j i j i
(16)
4π ES , S + B ( D ) 4π 1
DS , S + B FS , S + B
2

Assumendo che siano installati nella struttura controventi, identici all’interno di ciascun piano, con
comportamento bilineare caratterizzato da un coefficiente kB=1, tensione di snervamento fbyj,
modulo elastico Ebe rapporto di incrudimento βbj risulta:

f byj f byj
1
∑ (1 − β Bj ) K bj' (lbjδ j cos θbj − lbj2
Eb Eb
)
v*eq , B ( D) = j
(17)
π 1
FS , S + B ( D* ) ⋅ DS* , S + B
2

dove Dj e δj rappresentano rispettivamente lo spostamento di piano e lo spostamento di interpiano al


livello j-esimo (ricavati dall’analisi di spinta in corrispondenza dello spostamento in sommità D*t) e
lbj è la lunghezza del controvento al livello j-esimo. Stabilita la disposizione dei controventi
dissipativi nel telaio compatibilmente con i vincoli architettonici, sia Cb=[cb1, cb2, …, cbj, …, cbn] il
vettore che definisce l’andamento delle rigidezze di piano dei controventi secondo la distribuzione
adottata. Le rigidezze assiali di piano dei controventi sono quindi descritte dal vettore K′b=[K′b1,
K′b2, …, K′bj, …, K′bn]=Kb,sum Cb θb, dove Kb,sum è il contributo in termini di rigidezza orizzontale
offerto dal sistema di controventi inseriti all’interno della struttura con un’inclinazione θb=[cos2 θb
2 2 2
1, cos θb2, …, cos θbj, …, cos θbn]. Ipotizzando che i controventi vengano realizzati tutti con lo
stesso materiale e quindi abbiano le stesse caratteristiche meccaniche, fbyj=fby e βbj=βb dalla (11) si
ricava K’b (unica incognita da determinare);

π υeq , B FS ,S + B ( D ) DS , S *B
* * *
f by  f by 
v*eq , B ( D ) = ; C1 = (1 − βb ) ∑ j cbj  lbjδ j cosθbj − lbj2  (18)
2 C1 Eb  Eb 

10. Controllo di convergenza: la rigidezza K’b, non è in genere la soluzione finale poiché
differente da quella utilizzata nella costruzione della curva di capacità. Si ripetono quindi i passi
precedenti a partire dalla determinazione della nuova curva di capacità della struttura dotata dei
controventi dimensionati al passo precedente; la curva di capacità ottenuta viene approssimata come
una bilineare equivalente definita dal punto di snervamento (Ds+b,y, Fs+b,y) e dal rapporto di
incrudimento βs+b;
Si ottengono delle nuove dimensioni per i controventi e proseguendo iterativamente il
dimensionamento dei controventi ha un impatto meno rilevante sulla curva di capacità della
struttura già controventata sulla base del precedente passo e dunque si raggiunge la convergenza
con spostamento obiettivo.
A convergenza raggiunta, si progetta la sezione trasversale dei controventi dissipativi.
11. Determinazione delle caratteristiche del controvento dissipativo: la procedura descritta
conduce alla determinazione delle caratteristiche di un controvento dissipativo schematizzato come
una biella elastoplastica di sezione Ab* disposta lungo la diagonale della maglia del telaio. Tale
ipotesi consente di determinare con semplicità la forza di snervamento Fyb che deve caratterizzare il
dissipatore:
E b Ab* K l
K b = K b′ cos 2 θ b = ; Fyb = f yb Ab* = f yb b b (19)
lb Eb

Una volta nota la forza di snervamento del dissipatore è possibile dimensionare l’intero
controvento dissipativo assemblandolo in modo tale da ottenere la rigidezza voluta.

4 APPLICAZIONE SU DI UN EDIFICIO ESISTENT


ESISTENTE

La procedura
edura progettuale trova la sua più naturale applicazione nel caso di interventi di
adeguamento sismico di strutture esistenti. Una delle applicazioni eseguite è stata fatta su di un
edificio scolastico a telaio in c.a. di cinque piani, di cui uno seminterr
seminterrato, realizzato
real alla fine degli
anni ’60, con una distribuzione regolare di masse e rigidezze sia in pianta che in elevazione.
L’intervento di adeguamento è consistito nel garantire che l’edificio fosse in grado di sostenere un
evento sismico severo caratterizzato
erizzato da un ag,SLV=0.284. Per l’adeguamento è stata applicata la
procedura discussa in questo articolo per dimensionare un sistema dii controventi dissipativi ad
instabilità impedita tipo BRAD (buckling restrained additional dampers)
dampers).
I controventi dissipativi sono stati distribuiti su tutta ll’altezza
’altezza dell’edificio (figura 2a)
2a ad eccezione
del livello seminterrato che è stato irrigidito con setti in c.a c.a.. in modo da garantire una ottimale
redistribuzione delle forze in fondazioni di cui si avevano poc poche
he informazioni.
informazioni Il progetto dei
controventi è stato eseguito fissando come spostamento obiettivo D* lo spostamento ultimo
dell’edificio Du (D* = Ds,u = 62 mm)mm). L’applicazione della procedura ha condotto sin dalla prima
iterazione ad ottenere un dimensiona
dimensionamento
mento compatibile con i livelli prestazionali desiderati;
l’ultima iterazione eseguita (Iter4) rappresenta la verifica del sistema di controventi commerciali
effettivamente inseriti nel progetto esecutivo sviluppato,, scelti per analogia con le caratteristiche
caratteristi
teoriche ottenute
ute al passo precedente (Iter3)
(Iter3). In figura 2b è rappresentato un dettaglio della
connessione tra controvento e telaio in c.a. sviluppata per questo intervento e che svolge anche la
funzione di rinforzo del nodo su cui insistono i controve
controventi.

Figura 2. (a) Distribuzione dei controventi all’interno dei telai interni all’edificio, (b) dettaglio connessione dei
d
controventi con la struttura

6000

5000
taglio alla base [kN]

4000

PP
3000
Obiettivo
Esistente
2000 iter1
iter2
1000 iter3
iter4
0
0 20 40 60 80 100 120

Spostamento in sommità [mm]

Figura 3. Curve di capacità della struttura esistente ed ai vari stadi del dimensionamento (su ciascuna curva
sono evidenziati i punti di funzionamento e lo spostamento obiettivo)
Come mostrato in figura 3 la struttura esistente ha un punto di funzionamento caratterizzato da uno
spostamento in sommità ed un taglio alla base che valgono rispettivamente DS,pp = 100 mm (la
condizione ultima è raggiunta per uno spostamento Ds,u = 62 mm) e VS,pp = 4299 kN mentre, per la
struttura dotata di controventi dissipativi ottenuta con l’ultima iterazione di dimensionamento
(Iter3), si ha DS+B,pp,3 = 61 mm e VS+B,pp,3 = 3857 kN. Risulta pertanto che l’inserimento dei
controventi dissipativi è in grado di incrementare lo smorzamento (lo smorzamento viscoso
equivalente della struttura nuda e di quella dotata dei controventi dissipativi ottenuti all’iterazione 3
valgono rispettivamente uS=0,21 e uS+b,3=0,43) senza incrementare le sollecitazioni in fondazione.
L’adozione di dissipatori commerciali del tipo BRAD ha modificato la risposta della struttura, il
sistema ottenuto all’iterazione 4 raggiunge comunque l’obiettivo prestazionale desiderato a fronte di
un modesto incremento del taglio alla base ed una riduzione dello smorzamento rispetto al
dimensionamento ottimale (DS+B,pp,4 = 61,5 mm VS+B,pp,4 = 4590 kN, uS+b,4=0,37).
Del progetto di adeguamento sviluppato sono stati valutati i costi (Tabella tenendo conto sia degli
interventi puramente strutturali sia degli interventi necessari per interventi di ripristino e miglioria
di elementi strutturali, non strutturali ed impianti.

Tabella 1. Incidenza voci di costo dell’intervento di adeguamento dell’edificio

Voci di costo [-] Spesa [€] Incidenza [€/m2] Incidenza [€/m3]


Controventi dissipativi 199779 61,1 23,5
Altri interventi di rinforzo delle strutture 1022569 312,7 120,5
Interventi di ripristino e miglioria 204016 62,4 24
Opere provvisionali 30815 9,4 3,6
Costo complessivo 1462179 447,1 172,4

5 CONCLUSIONI

A seguito delle applicazioni fatte si ritiene che il metodo proposto sia valido e contestualmente
caratterizzato da una non trascurabile semplicità di applicazione. In particolare i risultati ottenuti,
sia dai casi studio descritti in precedenti pubblicazioni (Bergami et al. 2009) sia dall’applicazione
qui descritta, evidenziano che il metodo raggiunge la convergenza con rapidità garantendo un
limitato onere computazionale rendendolo idoneo per applicazioni in ambito professionale. Il
metodo si presta ad essere utilizzato per il dimensionamento di qualsiasi tipologia di controvento
dissipativo e consente l’utilizzo di qualsiasi criterio di distribuzione delle rigidezze o metodo più
sofisticato per l’esecuzione dell’analisi statica non lineare.
Insert the acknowledgements.

6 BIBLIOGRAFIA

Kim J., Choi H. (2004), “Behavior and design of structures with buckling-restrained braces”, Engineering
Structures, Vol. 26, p. 693-706.
Bergami A.V. (2008).“Implementation and experimental verification of non linear models for masonry
infilled r.c. frames”, Ph.D Thesis, Università degli Studi Roma Tre, Rome, Italy.
Albanesi T., Bergami A.V., Nuti C. (2008), “Design procedure for buckling restrained braces to retrofit
existing r.c. frames”,14th World Conference on Earthquake Engineering, Beijing, China.
Bergami A.V., Nuti C. (2009). “Discussione, applicazione e validazione di una procedura progettuale per la
protezione sismica di telai tamponati mediante controventi dissipativi”, I convegno di ingegneria
forense IF CRASC ’09, Naples, Italy.

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