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Lettera al Presidente della Repubblica per salvare il Ponte Morandi

Al Signor Presidente della Repubblica


On. Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale
00187 – Roma

Egregio Signor Presidente,

i firmatari della presente lettera Le scrivono per sollecitare un Suo intervento al fine di scongiurare il
completamento della demolizione di quel che resta del viadotto Morandi sul Polcevera a Genova,
programmata per giugno 2019, e di salvare le opere rimanenti in ragione del loro valore di
straordinaria, unica e preziosa testimonianza storica del ponte autostradale della rivoluzione
industriale italiana del ‘900 più grande, conosciuto e ammirato nel mondo, immagine delle capacità
costruttive dell’Architettura, della Scienza, dell’Ingegneria e dell’Imprenditoria del nostro Paese.

Ci appelliamo a Lei anche per la città di Genova. La decisione della demolizione è stata presa
senza il supporto di qualsiasi perizia tecnica esperta che abbia provato la perdita di funzionalità
strutturale di queste opere o l’impossibilità di salvaguardarne o incrementarne le prestazioni statiche
e funzionali. Soprattutto, tale decisione è incomprensibilmente priva del supporto di una fondata
analisi della fattibilità e convenienza tecnica delle diverse opzioni progettuali – tra cui il restauro e il
reintegro del viadotto esistente e l’individuazione di tracciati autostradali alternativi maggiormente
rispondenti ai flussi di traffico odierni – nonché priva di analisi di tempi, costi e benefici per la città
di Genova e per l’economia del Paese. La decisione di demolire non prende adeguatamente in
considerazione gli ingenti danni diretti e indiretti derivanti dalla demolizione con le sue ripercussioni
paralizzanti sulla cittadinanza genovese (stimati in cifre anche superiori a 100 milioni di euro al
mese), e derivanti dall’uso di esplosivi e dalla produzione di rifiuti quantitativamente imponenti e
scorie potenzialmente tossiche. Non è stata inoltre presa in considerazione l’opzione di svincolare la
costruzione di nuove e maggiormente ponderate soluzioni di viabilità per la città di Genova dalla
frettolosa demolizione di quel che resta del ponte Morandi conducendo all’ennesimo ricorso a
deroghe al codice degli appalti che, peraltro, il passato recente ha mostrato produrre inefficienze nella
determinazione trasparente delle offerte economicamente più vantaggiose e terreno fertile per episodi
corruttivi.
Facciamo appello alla Sua massima carica anche e soprattutto per ragioni conoscitive: per non
consentire la cancellazione di opere e la distruzione di prove che sono uniche – in particolare la pila
10 gemella della crollata pila 9 – nel fornire elementi conoscitivi preziosi per comprendere le cause
della perdita di 43 vite umane, a seguito di un collasso strutturale singolarissimo, in quanto avvenuto
con il ponte sostanzialmente scarico, e che in ragione di tale singolarità richiama la comunità
scientifica al proprio dovere di ricerca e di salvaguardia di ogni fonte e reperto documentale. Queste
opere sono, peraltro, una fonte di conoscenze preziose sullo stato delle tantissime strutture del nostro
Paese costruite nella stessa epoca del viadotto sul Polcevera con tecnologie costruttive analoghe, e
sono una risorsa di informazioni utili per la migliore manutenzione di questo patrimonio di opere e
per impedire che disastri simili possano ripetersi nelle reti stradali e ferroviarie italiane.

I firmatari della presente lettera si appellano dunque a Lei, Signor Presidente, per impedire che
un “fondamentalismo armato” dell’emergenza, reminiscente della demolizione dei Buddha della valle
di Bamiyan in Afghanistan, porti a compimento la decisione peggiore possibile: la demolizione di
un’opera d’Arte monumento e icona del migliore passato italiano. Bisogna salvare il Ponte Morandi
e con esso la giusta norma che le decisioni politiche procedano celermente, ma rette dall’acquisizione
di tutte le necessarie valutazioni specialistiche, e non mosse da paure e strumentalizzazioni, nel
riconoscimento reciproco di ruoli e funzioni e nel rispetto delle procedure. Bisogna salvare il Ponte
Morandi anche affinché le valutazioni tecniche procedano dalla conoscenza approfondita dei
documenti, e non da informazioni incerte o visioni di parte, e affinché l’accertamento della verità
proceda dalla verifica delle ipotesi, e non da tesi precostituite, dalla conservazione delle prove e non
dalla loro distruzione.

Confidiamo, Sig. Presidente, nel suo intervento a difesa dell’interesse pubblico ed a


salvaguardia di un’opera considerata dalla comunità internazionale parte del patrimonio culturale del
XX secolo.

Con osservanza,

28 maggio 2019 I sottoscrittori dell’appello

(segue elenco alla pagina successiva)


Elenco dei sottoscrittori dell’appello

Roberto Serpieri
Marcello Savorani
Enzo Siviero
Patrizia Berardi
Antonio Badalà
Gianluca Belviso
Angelo Troia
Giovanni Andronico
Michele Contaldo
Serena Pellegrino
Enzo Di Giacomo
Michele Fabio Granata
Giovanni Spalla
Carmelo Russo
Marino Donada
Alessandro Pignagnoli
Laura Anania
Nicola Spadavecchia
Marcello Arici
Cesare Prevedini

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