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Porto a Torre Talao?

Nella vita progettare pensando.

SALVIATI

Porto a Torre Talao?


Nella vita progettare pensando.

SALVIATI

Indice
Lespressione progettare pensando riportata nel titolo ripresa da
Carlos Mart Ars nel libro Progetti per lArchitettura della Citt di Valeria Pezza
Electa, Napoli, 2009

Ringraziamenti particolari a:
Alessandro Bergamo, Vincenzo De Vito
Mauro Di Marco, Teresa Liguori
Marcello Nardi, Palmiro Manco
Piero e Ada Leo - Hotel Talao Scalea

Prima edizione 2012


Stampato in Italia - Printed in Italy
Realizzazione editoriale: Salviati - Milano
Progetto grafico, elaborazione foto e stampa: Gridei - Scalea
Studi grafici sulle tavole di progetto: architetti Sergio e Guglielmo Cotrone
Propriet riservata

Perch Scalea 2020?


Serata a Torre Talao - agosto 2010 Osvaldo Cardillo
Il Marina di Torre Talao Carmela e Sergio Cotrone
Studi sulle tipologie portuali
Torre Talao: lo spirito del luogo
(a proposito del Marina di Torre Talao) Sergio Cotrone
Non solo uno scoglio. Non c solo una Torre:
la cultura risorsa di un territorio Giuseppe Andrea Cosentino
La portualit del Tirreno Francesco Cirillo
Una proposta di legge Palmiro Manco

Pagina


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Perch Scalea 2020?

Il Comitato Cittadino Scalea 2020 nasce con lo scopo di mettere a frutto limpegno delle molte persone che aspirano
per Scalea a uno sviluppo sostenibile. lUnione Europea che ci propone questo approccio e alla Calabria destina 4800
milioni di euro, da spendere entro il 2015, per difendersi dalla crisi e raggiungere gli ambiziosi obiettivi di Europa
2020, di crescita economica, occupazione giovanile, innovazione e valorizzazione dei territori. Per capire quali interventi siano davvero utili per lo sviluppo di Scalea sono indispensabili due cose:
Riflettere, con realismo, sui limiti e gli effetti che la crisi economica dellEuropa sta producendo, e produrr, nel
sistema locale; una crisi inedita, che gi comincia a riflettersi sulla riduzione del danaro e degli investimenti privati.
Considerare, con altrettanto realismo, con attenzione, buon senso e prudenza, i punti di forza del nostro
patrimonio bellezze naturali, storia, giovani e su questi dar corpo a strategie intelligenti, di lunga durata, che
mettono in movimento uneconomia competitiva fatta di azioni capillari che coinvolgono lintera collettivit.
Questo processo strettamente dipendente dalla competenza, dallimpegno civile dei governi locali e dalla loro
capacit di lavorare con i cittadini, ma anche legato alla crescita di consapevolezza da parte dei cittadini dei loro
diritti e della loro facolt di partecipazione alle decisioni.
Scalea 2020 ha lo scopo, ambizioso, di informare, sensibilizzare e sostenere la collettivit di Scalea in questo
processo, per tutelare il territorio e incidere sulle scelte progettuali.

Il Comitato Cittadino Scalea 2020

Questa pubblicazione dedicata


alla Rocca di Torre Talao
e al progetto di porto turistico
proposto intorno alla Rocca.

In qualit di tecnici e funzionari pubblici, esperti in analisi di progetti e in


procedure amministrative, abbiamo analizzato con attenzione i documenti sul
Marina di Torre Talao forniti dal Comune di Scalea, il progetto consegnato dalla
societ concessionaria, gli atti della Regione Calabria, della Soprintendenza ai
beni archeologici e di tutti gli altri organismi pubblici che, in questi anni, hanno
espresso i loro pareri sulla proposta; riteniamo perci di fare cosa utile nel fornire
alla collettivit locale le tante informazioni che abbiamo raccolto. Lo facciamo
perch verifichiamo, da parte di molti, la mancanza di dati e informazioni reali
sul progetto: una non conoscenza che non aiuta certo la costruzione di una opinione corretta sulleffettiva influenza del progetto del porto turistico di Torre Talao
sul futuro sviluppo di Scalea.

Serata a Torre Talao - agosto 2010


Osvaldo Cardillo

Antonio Perrone, per nome e per conto di Vita


Azzurra di cui amministratore, mi chiese di presentare una serata che si rivel molto interessante.
Sito, Torre Talao e argomento: recupero grotte paleolitiche. Alcuni amici con me: Alessandro Pepe,
Enzo De Vito, Ennio Ianniello e naturalmente
Antonio Perrone, maestro di cerimonia e padrone
di casa impeccabile. Presente un foltissimo pubblico e presenti le autorit: Sindaco, Vice Sindaco e
Assessori e straordinaria partecipazione della sovrintendente ai beni archeologici della Calabria. La
serata, centrata sulla Torre Talao, fu occasione per
vedere filmati molto belli della nostra martoriata
ma sempre incantevole Scalea e anche foto dei reperti archeologici delle grotte paleolitiche, oggi al
museo di Reggio Calabria. La presenza dei politici
stimol un dibattito serio e civile, ma era vero? E
Antonio, forte dallavere alle spalle una associazione che da anni gestisce in collaborazione con
lamministrazione comunale di Scalea alcune manifestazioni, ci spieg a che stadio fossero i lavori di
recupero delle grotte a cui noi tutti e il pubblico presente eravamo molto interessati; erano iniziati i la-

vori di pulizia e lo smaltimento del terriccio che aveva interrato le stesse grotte,
nonch la preparazione del tracciato del percorso per raggiungerle. Le autorit
fecero la loro parte e le idee di possibile utilizzo di tali lavori si intrecciarono
in modo interessante. La proposta che ebbe successo fu quella di farne un sito
attrezzato per le visite turistiche, ma anche e soprattutto per le visite guidate
da dedicare alle scolaresche. Ma era soltanto una finzione!! Sulla Torre Talao
vedemmo, sognando, un giardino botanico meraviglioso, un viale e postazioni
di riposo per il turista viandante. Il risveglio, cari compaesani e voi sapete che
vi voglio bene e senza chiedervi in cambio nulla e senza retorica, stato brutto
ma veramente brutto. Non si parla pi di grotte ma di un porto megagalattico
che far sognare altri disancorati da una realt che non immaginiamo quanto
mostruosa possa diventare. Delle caratteristiche di questo fantomatico progetto
scriveranno Carmela e Sergio Cotrone che sanno tante pi cose di me e che
meritano la riconoscenza della cittadinanza per averci svegliato da un torpore
a cui noi scaleoti siamo da troppo tempo abituati. Se da fare un porto, che si
faccia, ma veramente utile? Cerchiamo di capire perch. Ragioniamo insieme
e interessiamoci alle cose che avvengono soprattutto quando sono un patrimonio
di tutti (mare, coste, spiagge, territorio).
Vi chiederete dove sto andando a parare!!?? Perch il Sindaco e gli altri
hanno partecipato alla serata di Torre Talao sapendo sicuramente che il progetto del porto era soltanto su una scrivania? Perch questo gioco, senza offesa
per alcuno, stupido? E noi cittadini chi siamo nellimmaginario di questi amministratori? Chi guida oggi il paese ha il dovere di amministrare bene e noi
abbiamo il diritto di sapere e allora esigiamo attenzione e verit.

Il Marina di Torre Talao, a Scalea, il progetto di porto turistico proposto dalla CEM
spa, aggiudicataria nel 2007 del bando effettuato dallAmministrazione Comunale per
laffidamento in concessione della progettazione definitiva ed esecutiva finalizzata alla
realizzazione e gestione del porto turistico.
510 posti barca, scavato intorno alla rocca di Torre Talao, yachting club, un centro
commerciale, attrezzature e servizi e una torre di controllo alta 16,5 metri che si erge sulla
diga foranea.
La Societ investirebbe circa 15 milioni di
euro per la costruzione dellopera, stipulan-

do con il Comune un contratto di gestione per 90 anni.


Nel settembre 2011, il Comune ha annunciato in un convegno
che il progetto ha ottenuto il parere favorevole della Commissione
VIA (Valutazione Impatto Ambientale) della Regione Calabria.
A seguito di questo atto, il progetto si rivelato alla collettivit in
tutta la sua potenziale concretezza, scatenando un acceso dibattito
tra chi pensa che il porto sia necessario per lo sviluppo della citt,
chi pensa che, per quanto rischioso, meglio che niente nel languire
delleconomia locale e chi denuncia lennesimo disastro ambientale.
Un gruppo di cittadini il 28 dicembre 2011 si costituito in comitato per contrastare liniziativa, in base agli studi effettuati, considerata pi come un rischio, che come una opportunit per il territorio.
Italia Nostra si schierata con loro.

Il Marina di Torre Talao


Carmela e Sergio Cotrone

I punti critici. Due aspetti del progetto


vanno innanzitutto chiariti.
Il primo riguarda la sua fattibilit tecnica, cio quanto sia realmente realizzabile un
porto di 510 posti barca in quel luogo e con
quella forma. Gli elaborati forniti dallAmmi-

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Foto 1

nistrazione Comunale, relativi al progetto definitivo, non danno risposte chiare ai quesiti relativi alle influenze negative che linfrastruttura
pu determinare alla rocca e alla linea di costa. Tali influenze negative
vengono di seguito descritte e rappresentate in studi grafici rielaborati.
Il rapporto con la Rocca di Torre Talao. Nei documenti
della Soprintendenza ai beni archeologici vengono date precise disposizioni per la tutela e la salvaguardia della Rocca e delle grotte
paleolitiche esistenti alla base del grande scoglio, di cui si sarebbe
dovuto tener conto in sede di progettazione definitiva. Tali disposizioni, condizionanti per lemissione dei pareri definitivi, riguardano
in particolare: - leffettuazione di un rilievo planoaltimetrico di dettaglio, che definisca lesatto perimetro anche sepolto, non visibile della rocca per evitare che gli scavi manomettano o distruggano
la roccia; a tal proposito la Soprintendenza precisa che ...non sar
consentita alcuna alterazione dellaspetto della collina mediante tagli o asportazioni di rocce o parti di esse; - la predisposizione alla base della rocca, intorno allintero perimetro, di
una fascia di rispetto (anello-cuscinetto) con opere di sostegno, larga
circa 4 metri a protezione delle formazioni rocciose e delle grotte;
tale fascia, nei punti di contatto con i canali consortili Tirello e Salegrino, dovr corrispondere ai margini interni dei due canali e, in
prossimit dellaccesso alla grotta principale, dovr essere pi ampia
fino alla linea di unione dei punti pi avanzati della roccia.
Per recuperare al bacino portuale lo spazio necessario a poter girare intorno alla rocca, il progetto definitivo disegna un perimetro

dellisolotto pi piccolo di quello attuale (visibile nella foto 1 oggi a circa 5 metri sopra il
livello del mare).
Considerato il presumibile andamento
conico della rocca e, in assenza di un adeguato rilievo planoaltimetrico in profondit
(realizzabile anche mediante telerilevamenti
a infrarossi o magnetotermici), impossibile
che linvaso di progetto, profondo circa 6/7
metri dallattuale quota, possa essere realizzato nel rispetto delle disposizioni della Soprintendenza a meno di non manomettere o
distruggere gli scogli interrati di cui la vasta
documentazione fotografica e storica dei luoghi ne dimostra lesistenza (illustrazione 1).
Le trasformazioni della linea di costa
determinate dallinserimento dellinfrastruttura. Il progetto definitivo (illustrazione 1) prevede a mare unimponente diga
foranea curvilinea, lunga circa 300 metri, alta
4 metri, che si estende a circa 200 metri dalla riva con a nord limboccatura di accesso al
porto e il molo sottoflutto, e a sud una darsena
tecnica. Tale infrastruttura a mare determina

Illustrazione 1

la forma del porto a bacino interno, che fu, nel 2002, categoricamente sconsigliata perch potrebbe provocare alterazioni considerevoli alla costa dal prof. ing. Paolo De Girolamo (docente di Costruzioni Marittime presso lUniversit di LAquila e di Napoli), incaricato dal Comune
allo studio di fattibilit dellopera, il quale consigliava un porto a moli
convergenti come unica soluzione possibile.

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Studi sulle tipologie portuali


Tav. 1
SOLUZIONE SCONSIGLIATA
A BACINO
STUDIO Prof. DE GIROLAMO
...si sconsiglia lutilizzo di
imboccature portuali del tipo
a bacino le quali inevitabilmente bloccano gran parte del
trasporto solido longitudinale
proveniente dalla direzione
verso la quale viene orientata
limboccatura

Tav. 3
PROGETTO PRELIMINARE
elaborato dal
Comune di Scalea
PORTO
A MOLI CONVERGENTI
STUDIO Prof. DE GIROLAMO
...i risultati degli studi hanno
confermato che le opere progettate avranno un modesto
impatto sulla dinamica costiera
a causa della forma scelta (a
moli convergenti)

Tav. 2
SOLUZIONE PRESCELTA
A MOLI CONVERGENTI
STUDIO Prof. DE GIROLAMO
...limboccatura a moli convergenti facilita il transito dei
sedimenti di fronte alle opere
portuali e non in grado di
bloccare il trasporto solido
longitudinale

Tav. 4
PROGETTO DEFINITIVO
CEM spa
PORTO A BACINO
SOLUZIONE SCONSIGLIATA
(vedi Tav. 1)

Illustrazione 2

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Il decreto VIA si esprime favorevolmente


con prescrizioni sul progetto definitivo a
bacino interno (vedi Tav. 4), ma, con riferimento agli studi di morfodinamica costiera
svolti sul progetto preliminare a moli convergenti (vedi Tav. 3). Forse, nellanalisi dei
documenti, stata fatta un po di confusione... (vedi Foto 2).
Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e la Regione, a ogni buon conto, richiedono la verifica di fattibilit dellopera attraverso le cosiddette prove in vasca, ovvero
un modello fisico in scala del litorale e del
porto, sottoposti, per un certo periodo (anche mesi), alle simulazioni del moto ondoso
delle correnti meteo-marine ecc., attraverso
cui analizzare le alterazioni che la struttura
potrebbe determinare alla linea di costa.

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Nel progetto esecutivo, altre questioni, di


vitale importanza per la vivibilit urbana,
dovranno essere affrontate: trattandosi di un
porto scavato a terra, per esempio, dovranno essere fornite soluzioni convincenti allo

Foto 2 - Sovrapposizione delle due tipologie portuali


in grigio: porto a moli convergenti (soluzione prescelta studio prof. De Girolamo)
in rosso: porto a bacino interno progetto definitivo CEM spa (soluzione sconsigliata studio prof. De Girolamo)

scarso ricambio idrico del bacino, specialmente nel periodo


estivo (per evitare difficolt ambientali come zanzare, stagnazione dellacqua, mucillagini), o allintorbidimento delle acque
in fase di costruzione, o allinquinamento delle acque in fase di
gestione, o alla congestione del traffico lungo la SS18, sia in fase
di costruzione che dopo, o alla copertura del canale Tirello alla
foce, sconsigliata dal Genio Civile, per il rischio di esondazioni
nel centro abitato.

Leggendo, infine, i documenti del progetto definitivo, forti dubbi emergono anche sulla ragionevolezza e sulla validit del dimensionamento del
porto e della durata della concessione dellarea
alla CEM spa: mentre il Consiglio Comunale
di Scalea, nel 2003, stabiliva una concessione di
30 anni per un progetto preliminare di 320 posti
barca, nel 2008, il contratto stipulato dalla Giunta con la societ concede larea per 90 anni e per
un porto di 510 posti barca. Sarebbe come se un
proprietario desse mandato al suo amministratore

Statale 18 e
viabilit principale

di concedere ad altri il proprio immobile per 30 anni e lamministratore lo modifica e lo fitta per 90 anni!

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Il secondo aspetto riguarda la fattibilit economica. Molti vedono la costruzione del Marina di Torre Talao come
il miraggio di uno sviluppo economico
che potrebbe cambiare il volto di Scalea:
la nuova piazza sul porto, il nuovo centro
commerciale, gli yacht e i panfili che arrivano da lontano e si fermano sotto la rocca sono immagini accattivanti, che promettono grandi affari e il ritorno al luogo
pittoresco che ritroviamo nelle vecchie foto.
Piacerebbe, decisamente, anche a noi; ma
un sogno, per diventare realt, ricchezza e
nuovo benessere, va sottoposto ad attente
analisi di dati incrociati, scenari e previsioni
in settori diversi: flussi del turismo, tendenze nel mercato diportistico, programmi regionali e mediterranei.

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Programmare realisticamente un porto per


farne davvero strumento portante dello
sviluppo di un territorio una cosa molto
complessa.
Lo studio di fattibilit socio-economico

consegnato dalla societ promotrice esamina, ahim, in modo


piuttosto sbrigativo largomento e non fornisce nessuna risposta
convincente ai mille dubbi che ci assalgono. Proviamo a sintetizzarli.

Secondo lo studio di fattibilit socio-economico della CEM spa, i 510 posti barca
previsti a Scalea determinerebbero un incremento di circa 60/80 posti lavoro: un dato
ricavato da un indicatore teorico che calcola 1
addetto diretto ogni 6/8 barche.
Dispiace notare che non si fa cenno al fatto che questi posti di lavoro non sono automaticamente determinati dalla quantit di
posti barca costruiti (offerta), ma da quanti
posti barca saranno effettivamente utilizzati
(domanda), n si fa cenno alla relazione fra
posti di lavoro e tipologie di barche che si servono del porto: una cosa ospitare gli yacht
e i motoscafi dalto mare, con certo tipo di
guardiania, servizi tecnici, domanda di manifatture specializzate, assistenza turistica,
unaltra ospitare tipologie pi modeste di
barche e motoscafi, come quelle che gi ora
fanno parte della flotta locale; una cosa
entrare nel network del turismo diportistico
internazionale, unaltra la costruzione di un
parcheggio di natanti per il rimessaggio invernale.

La domanda di posti barca, con la ricchezza economica che ne


consegue, va, come si dice, contestualizzata nel tempo e nello spazio.
Un confronto utile il porto di Cetraro: 500 posti barca provenienti
all80% dal cosentino, occupato per la stragrande maggioranza da
barche che non superano i 9 metri, con un numero di addetti che
non supera le 10 unit e un solo rivenditore di attrezzature e ricambi
nautici.

Porto di Cetraro

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18

Lo studio della CEM spa, a nostro avviso,


dovrebbe fornire motivazioni e analisi pi
approfondite e convincenti a sostegno della capacit ipotizzata del Marina di Torre
Talao di generare posti di lavoro e sviluppo,
poich su questo aspetto, come ovvio, che
si fonda molta parte del consenso cittadino.
Le nostre preoccupazioni riguardano tale
aspetto in particolare e sono suffragate dai
seguenti fattori:
nel Sud Italia, su ogni 100 posti barca esistenti i valori della domanda oscillano tra 25
e 34 unit (dati 2008 del Ministero dei Trasporti): quale il bacino di utenza del Marina
di Scalea? La domanda locale? La domanda
proveniente dal Nord Italia o dallEuropa?
Quale, secondo la CEM spa, il fattore competitivo del Marina di Torre Talao?
La Regione Calabria ha approvato,
nellottobre 2011, il Masterplan per la
portualit regionale: un sistema portuale
di circa 15.000 posti barca, di cui circa
10.000 nuovi. Sulla costa dellalto Tirreno,
da Praja a Vibo Valentia, in oltre 150 km,

sono previsti 13 tra porti e approdi turistici (uno ogni circa 12 km).
Per ragioni di sicurezza, i porti dovrebbero essere distanziati da 20
a 40 miglia marine (ca 35-70 km) e lopportunit di ridurre queste
distanze determinata dalla domanda; se lattuale domanda oscilla tra 25 e 34 barche ogni 100 posti, siamo davvero sicuri che c
un mercato per i 510 posti barca di Scalea in una programmazione territoriale in cui in 150 km sono previsti 5000 posti barca?
In Calabria esiste attualmente un gran numero di porti turistici
realizzati nellultimo trentennio, che, lontani dai grandi bacini di
utenza, poco sicuri, mal collegati, poveri di infrastrutture, di servizi, di produzioni di supporto, non hanno mai rappresentato la
ricchezza annunciata. Quali sono le proposte della CEM spa che
garantiscono che il Marina di Scalea non segua la stessa sorte dei
marina di Cariati, marina di Schiavonea, Isca Marina, Amantea,
e molti altri?

Porto di Amantea

Masterplan per lo sviluppo della portualit calabrese X-2011


Tipologia

Porto

Esistente/
in previsione

Tipo

N. Posti
barca

N. Posti barca (Stima)

Esistenti

In fase
di progetto

300

300

400

400

53

300

Previsione

Totale

300

300

Litorale tirrenico
Tortora - Praia a Mare

Porto turistico

In previsione

Scalea

Porto turistico

In previsione

Diamante

Porto turistico/peschereccio

Esistente

Belvedere Marittimo

Porto turistico

Esistente

247

Cetraro

Porto turistico/peschereccio

Esistente

500

Paola

Porto turistico

In previsione

San Lucido

Approdo turistico

Esistente

Longobardi

Porto turistico

In previsione

Amantea

Porto turistico/peschereccio

Esistente

Nocera Terinese

Porto turistico

Lamezia Terme

500
477

477

110

110
200

200

280

80

In previsione

500

Porto turistico

In previsione

450

450

Pizzo

Pontile

Esistente

35

265

300

Vibo Valentia

Porto industr./
commerciale/turistico

Esistente

576

Tropea

Porto turistico

Esistente

513

137

650

Nicotera

Porto turistico

In previsione

300

300

Gioia Tauro

Darsena in Porto industr. commerciale

Esistente

120

Palmi

Porto turistico/peschereccio

Esistente

200

100

300

Bagnara

Porto turistico/peschereccio

Esistente

60

180

240

Scilla

Porto turistico/peschereccio

Esistente

100

Villa S. Giovanni

Banchina in Porto
commerciale/
passeggeri

Esistente

Catona (RC)

Porto turistico

In previsione

Reggio Calabria

Darsena in Porto turistico/


commerciale/passeggeri

Esistente

50

In previsione

360
500

576

120

100
360

360
230

450

230
450

450

500

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Torre Talao: lo spirito del luogo (a

proposito del Marina di Torre Talao)

Sergio Cotrone

La Rocca di Torre Talao, monumento


dindubbio interesse archeologico, storico,
antropologico e paesaggistico, con la sua torre cinquecentesca, per gli scaleoti quello
che la Torre Eiffel per i parigini, il Tower
Bridge per i londinesi, la Sagrada Familia
per i barcellonesi: emerge come un monumento, solitaria e dignitosa, sulla citt, percepita come unentit familiare e amica e, nello
stesso tempo, come il simbolo tacitamente
riconosciuto della sua identit storica e culturale.

Il costruendo porto di Diamante

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Riportiamo infine un dato della manovra


economica Salva Italia, che prevede, dal
1 maggio 2012, una tassa annuale di stazionamento per le imbarcazioni da diporto ancorate nei porti italiani. Secondo lAssociazione Italiana Porti Turistici, questa norma
provocher una fuga generale dai nostri porti e si rifletter negativamente su tutti i porti
in costruzione, che non saranno in grado di
completare e collocare sul mercato i posti

barca oggi in corso di realizzazione.


Ci chiediamo se la societ concessionaria, di fronte a questi scenari futuri, sia ancora sicura di voler fare questo investimento. E
se s, ci chiediamo come mai. Ci chiediamo, con maggiore preoccupazione, se la comunit di Scalea sia davvero sicura di fare un
buon investimento cedendo per 90 anni a imprese private lultimo
prezioso frammento del suo territorio, con il rischio di ritrovare, per
sempre, la Torre Talao recintata e circondata da un desolato, spoglio
parcheggio di barche o, peggio ancora, da uno squallido e deserto
cantiere abbandonato.

Dopo aver attraversato, indenne, secoli di


storia, e assistito alle naturali trasformazioni del paesaggio circostante, oggi la Rocca
posta di fronte a unardua ennesima prova: diventare lopera architettonica centrale,
obelisco, mausoleo, tempio commemorativo
di un porto turistico, in base a unipotesi progettuale che propone laccattivante immagine oleografica dei luoghi allepoca in cui la
Rocca era un isolotto.
Se proprio ci affascina il ritorno al pas-

sato perch non proporre allora la rimozione del rudere addossato


alla Torre, e tornare alla Torre nella sua forma cinquecentesca originaria, purificata da inutili orpelli? Ma ci non possibile, dir
qualche storico, poich anche quel rudere ha valore e va conservato e trasmesso al futuro come unulteriore testimonianza del nostro
passato. A quale periodo del passato ci riferiamo quando pensiamo
di mettere la Torre in un catino? Ci sembra davvero che lapprodo
naturale di qualche secolo fa sia oggi riproponibile come una con-

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ferma, una esaltazione e un rispetto per la


sua identit? Considerando gli innumerevoli
problemi dordine tecnico, archeologico, storico e culturale che questa ipotesi comporta,
perch non riflettere sulle ragioni per le quali, nei secoli passati, mai a nessuno sia venuto
in mente di forzare la natura e di trasformare
il nudo approdo, che vediamo in alcune vecchie foto, in un vero porto? Forse gli antichi,
molto pi saggi di noi, sapevano interpretare
e non contrastare le leggi della natura? Perch, oggi, scavare proprio l intorno?
Per le antiche culture ogni luogo aveva
una propria identit irripetibile e universale;
ma linsediamento di edifici, soprattutto se
rappresentativi o celebrativi, o la realizzazione di grandi infrastrutture, era scelto in base
allesperienza, a una conoscenza fondata
sullosservazione attenta e paziente degli eventi naturali e della forma dei luoghi: la
sacralit, il genius che il luogo esercitava, era
una forza spirituale e simbolica enorme, ma
non esulava mai, anzi si consolidava, intorno
alla forma fisica e alle leggi divine che go-

vernavano gli eventi naturali in quel luogo i quali diventavano parte


determinante nelle scelte dellabitare. I luoghi avevano una vita che,
cos, non si esauriva nella loro forma fisica, nella loro realt geografica; diventavano immagine, immediatamente percepibile, di una
sacralit e di un mistero che si celavano dietro le apparenze, uno spirito che avvolgeva quei luoghi in unaura di distinzione e di unicit.
Luomo aveva capito che la sua identit legata al luogo, per ci che
di magico o arcano esso gli evoca, indissolubile da una fisicit che ha
imparato, nel corso del tempo, a conoscere e a rispettare, per ci che
al luogo gli uomini hanno affidato.

Preservare la Rocca (non soltanto la Torre) significa preservare il nostro genius loci e la
nostra identit da interventi che potrebbero
modificare irreparabilmente il suo legame
storico e simbolico con la citt e il paesaggio:
un dovere di cittadino. Che cosa farebbero
i parigini se qualcuno proponesse di manomettere la Torre Eiffel, o i londinesi se qualcuno volesse tagliare alla base pezzi del Big
Ben?
Lipotesi che ci possa verificarsi per la
Rocca ci lascia confusi e scettici, non solo per
le difficolt tecniche, quanto per la contraffazione di un simbolo, per lartificialit di un
ritorno al passato che, pi che idea forte di
progetto, appare come la consueta, ordinaria strategia del consenso, costruita toccando
le corde sensibili dellidentit culturale di un
paese. Far passare per valorizzazione del passato la grossolanit e banalit di un intervento che infila la rocca in un catino o un atto,
audace e generoso, in ossequio del suo genius
loci, o una azione spregiudicata e arrogante
di mero sfruttamento mercantile.

Ricordi d a Turra i mare


Fra gli ultimi anni Venti e i primi anni Trenta, i tempi indimenticabili per
noi bambini li trascorrevamo a contatto col mare, particolarmente nelle lunghissime belle stagioni. Uno dei luoghi pi frequentati era a Turra i mare,
con le sue estese scogliere. Ricordo che durante le mareggiate le onde provenienti
da sud da arreta a Turra e quelle provenienti da nord da sutta a Turra si congiungevano e in quei momenti lo scoglio tornava a essere isola. Noi
bambini e ragazzi misuravamo le nostre capacit natatorie nellinoltrarci fra
gli scogli e ricordo in particolare che, a partire dalla punta di nord-est, quella
che guarda il centro storico, vi erano cinque grotte che venivano nominate semplicemente dalla prima a prima grutta alla quinta a quinta grutta che
avevano una grandezza crescente. Subito dopo vi era la punta, uno scoglio
alto da dove cimentavamo le nostre capacit di tuffatori.
Antonio Cotrone

23

Non solo uno scoglio. Non c solo una Torre: la cultura risorsa di un territorio
Giuseppe Andrea Cosentino

Le grotte di Torre Talao costituiscono il


complesso musteriano1 pi rilevante della
Calabria che ha segnato linizio delle ricerche
sul Paleolitico Calabrese. Il sito, per quanto
definito come il pi importante dEuropa, ha
anche avuto la triste sorte di essere pressoch
sconosciuto.
Bisogner attendere gli anni Duemila per
acquisire importanti elementi riguardanti
lex isolotto. Infatti solo in Nuove indagini a
Torre Talao (Scalea, CS) si possono evincere i rilevamenti degli ultimi centanni di paleontologia nella regione Calabria promossi
dallIIPP, dalla Soprintendenza archeologica

24

1 Musteriano un nome dato dagli archeologi a un periodo in cui venivano usati attrezzi prevalentemente di
selce, associato principalmente con lHomo neanderthalensis e risalente al Paleolitico medio, la parte centrale del
Paleolitico. Gli attrezzi musteriani venivano prodotti
dai Neandertaliani e risalgono a 300.000-30.000 anni
fa. NellAfrica settentrionale e nel vicino Oriente erano
prodotti anche da umani anatomicamente moderni.
XXXVII Riunione Scientifica dellIstituto Italiano di
Preistoria e Protostoria di Firenze (IIPP), settembreottobre 2002, Scalea - Praia a Mare (CS) (E. Cerilli,
I. Fiore, A. Tagliacozzo).

della Calabria e dalla Soprintendenza speciale al Museo Nazionale


Preistorico Etnografico Pigorini.
La relazione del dottor Arturo Palma del Museo Civico del Monte
Cetona (SI), componente del comitato scientifico, ha avuto il merito, in quella sede, di rendere un quadro esaustivo della storia delle
ricerche e degli studi del giacimento di Torre Talao, oggetto di segnalazioni, ricerche e scavi sin dallOttocento fino agli anni Trenta
e agli anni Settanta del secolo scorso. Tale quadro pu essere cos
riassunto.
Dalla met dellOttocento insigni archeologi di fama internazionale (Domenico Lovisato, Michele La Cava, Giovanni Patroni,
Aldobrandino Mochi, R. Vaufrey, Domenico Topa, Luigi Cardini, A.C. Blanc) a pi riprese (1879, 1891, 1897, 1912, 1914, 1928,
1932, 1933, 1937, 1957, 1958, 1961) hanno eseguito scavi e raccolto
manufatti litici, resti fossili di grandi pachidermi e carnivori, associati a selci, depositati in alcune grotte lungo la parete rocciosa nellarea
Nord ed Est della Rocca. I ritrovamenti definiscono un quadro molto complesso che sinteticamente pu essere cos riassunto: 11 strati
con spessori variabili da metri 2,27 a metri 0,30 strutturati in brecce
con ossami senza presenza di industria litica; formazioni stalagmitiche; brecce con resti faunistici e schegge atipiche; ossa rarissime.
Nello strato 4 furono raccolti una ventina di strumenti (sensu Bordes), comprendenti 2 schegge Levallois tipiche, una punta pseudolevallois, una punta musteriana, 17 raschiatoi, tra semplici, trasversali
e convergenti. Appena pi abbondante linsieme dello strato 10: una

trentina circa di strumenti, comprendenti 5


elementi Levallois, 20 raschiatoi di tipi diversi, 1 coltello a dorso, 2 incavi e 3 denticolati.
Vi si associano 90 avanzi di lavorazione. La
maggior parte dellindustria proviene dallo
strato 8: 219 strumenti, accompagnati da

139 schegge di rifiuto, 10 schegge di ravvivamento e 11 nuclei, di cui


uno discoidale. La fauna associata al Musteriano, raccolta dal Mochi
nel 1914, comprende resti di grandi pachidermi: il rinoceronte di
Merk, lelefante antico, le specie di foresta e di macchia presenti in
tutti gli strati, in particolare il Daino, il Cervo e il Capriolo; un po
pi raro il Cinghiale. Tali specie sono accompagnate da Uro, Bisonte
e Cavallo. Da notare lassenza assoluta di Caprini come Stambecchi
e Camosci. I Carnivori sono rappresentati dallOrso bruno, Orso
speleo, Iena e Leopardo.
Nel 1928 R. Vaufrey, nel suo volume sul Paleolitico italiano (1928),
dedica un intero paragrafo al Musteriano di Scalea e ne presenta alcune figure.
In seguito alle osservazioni di Cardini e Blanc, lo spessore del deposito fu valutato attorno ai 10 metri e alla sua base venne segnalata
lesistenza di una spiaggia tirreniana (1957). Furono progettati scavi,
ma purtroppo non vennero mai realizzati. Il riesame del giacimento
consent di identificare un lembo di spiaggia fossile, attribuibile verosimilmente allultimo periodo interglaciale, sul quale insiste una
serie di strati di notevole potenza e dettaglio che ben si presta a uno
scavo. I due studiosi, in pratica, affermarono che la maggior parte del deposito era ancora in posto e ben scavabile per continuare
le ricerche. Nel settore Nord-Est del sito di Torre Talao presente
un deposito pluristratificato costituito da alternanze classiche (limi,
sabbie, ghiaie, brecce pi o meno cementate) contenenti resti fossili
faunistici e industria musteriana. Molto probabilmente questo depo-

25

La portualit del Tirreno

26

sito si era accumulato allinterno e nellarea


prospiciente di una grotta, della quale attualmente rimangono solo le pareti perimetrali;
la volta stata erosa nel corso degli eventi
geotettonici quaternari. Detta grotta si apriva
sul versante nord-orientale del piccolo rilievo
calcareo, attualmente in corrispondenza di un

terrazzamento artificiale di fattura recente, a quota 15-17 metri sul livello del mare. Questo rilievo ha una forma ellittica orientata NordestSudovest (con asse NE-SO di circa 250 metri e asse NO-SE di circa
100 metri), e quota massima di circa 25 metri sul livello del mare.
Molto probabilmente gli eventi glaciali del Pleistocene hanno disegnato la morfologia attuale del rilievo calcareo e ne hanno determinato le alterne connessioni con la costa interna. Sui fianchi della
collina si aprono altre cavit pi o meno grandi e profonde, attualmente con riempimento scarso o assente. Per cercare di definire le
attuali consistenze e possibilit di studio offerte dal deposito, stato
effettuato un intervento di scavo esplorativo nellarea. Il saggio 1 ha
permesso di mettere in luce, a una profondit di 2,20 metri dal piano
campagna, la superficie di un suolo bruno-rossastro cementato ricco
di resti fossili animali. Il saggio 2, localizzato nellarea dei vecchi
scavi Mochi e Topa, ha permesso di mettere in luce un grosso blocco
di crollo delle pareti e della volta, poggiato su una spessa stalagmite,
che copre un deposito ricco di ossa e industria. Circa a 1,5 metri a
est di questo blocco, in un piccolo saggio di un metro di lato, stato individuato un livello nerastro ricco di carboni e ossa combuste
contenenti abbondanti resti faunistici e di industria; queste evidenze indicano che sono ancora in posto parti consistenti di deposito
antropico, il cui scavo permetterebbe di avanzare nuovi contributi
allo studio delle comunit musteriane del versante tirrenico della
Calabria, realizzando nello scoglio di Torre Talao un vero e proprio
laboratorio archeologico e ambientale.

Francesco Cirillo

Il dibattito tra opposizione e maggioranza,


aperto a Scalea sul porto da costruire attorno
alla Torre Talao, ripropone un tema vecchio
di almeno trentanni, non solo a Scalea, ma
in tutto il Tirreno cosentino. Un tema che
viene legato inopportunamente allo sviluppo,
alloccupazione, al turismo, che dovrebbero
provenire dalla costruzione di porti a catena lungo tutte le coste meridionali solcate da
migliaia di immaginari yacth, panfili, barche,
barconi, navi, traghetti. La richiesta di un
porto oramai non si nega a nessuno. Lo stesso Scopelliti, in una recente visita a Scalea,
ne ha sparati nove di nuovi porti da costruire,
fra gli applausi e gli entusiasmi del popolo
pidiellino tirrenico riunito ad hoc, nella sala
consiliare, dal sindaco Basile. Le opposizioni
scaleote, attualmente, sono contro il porto
attorno alla Torre Talao, ma solo perch lo
vorrebbero in un altro luogo, chi alla foce
del fiume Lao, che come impatto sarebbe
identico, chi lungo la spiaggia. Nessuno che
dica che un porto a Scalea, cos come in altri
paesi della costa, non serve. Cos come non

Sibari - 390

servono in nessunaltra parte della Calabria. Anzi, non solo non servono, ma danneggiano oltre a non essere produttivi. Quando si parla
di portualit si mettono sul tavolo una serie di argomentazioni che
non trovano riscontro pratico in nessun luogo. Sono gli stessi luoghi
comuni che si ripetono per tutte le grandi opere, qualsiasi essa sia.
Potrebbe essere un inceneritore, o un cementificio, o una pista da
sci, o una teleferica. Escono sempre gli stessi argomenti quali quelli
delloccupazione, dello sviluppo turistico, dellindotto, ma quando
si prendono ad esempio altri porti funzionanti questi occupati non

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28

escono mai fuori. Si parla di economia e


sviluppo e non se ne vedono risultati in altri
luoghi dove i porti esistono da anni. Nellalto
Tirreno, a pochi chilometri dal confine calabro, precisamente in Basilicata, esiste da
decenni il porto di Maratea e basta andarci
in un giorno qualsiasi da settembre a giugno
per rendersi conto della desolazione in cui
versa. Il porto funziona a pieno regime solo
nei 20-25 giorni fra luglio e agosto. Nello Ionio calabrese basta andare ai laghi di Sibari
e vedere anche qui il vuoto esistente. Qui si
palpa con mano il fallimento totale di questa grande opera che doveva essere il rilancio
della sibaritide, con annessi villaggi turistici
e alberghi e ben 3000 posti barca. Il grande
porto di Sibari diventato una grande palude piena di zanzare e i poveri proprietari di
case, abbagliati dallacquisto qualche decina
di anni fa, ora cercano di vendere la propria
abitazione a qualche altro allocco.
Ma non solo le zanzare sono il cruccio per
chi gestisce questa struttura, c anche la sabbia che ogni tre-quattro anni chiude limboc-

Montebello Ionico

catura del porto bloccando chiunque vi si trova dentro e impedendo


lingresso a chi vuole entrarvi. Il punto che la Regione ogni volta
deve sborsare centinaia di migliaia di euro, e cio soldi pubblici, nostri per intenderci, per ripulire dallinsabbiamento il porto. E se non
lo si fa immediatamente scattano le proteste dei sindaci, degli assessori, degli imprenditori turistici, con le solite litanie che abbiamo
gi descritto. Nel Tirreno cosentino, pi o meno le problematiche
sono identiche. Esiste da diversi anni un solo porto, ed quello di

Cetraro, escludendo quello di Belvedere che


non altro che una piccola darsena ricavata
dai blocchi di pietra messi a difesa della linea
ferroviaria costruita troppo vicina al mare.
Risulta a qualcuno una grossa occupazione in questi paesi? Risulta un rilancio
delleconomia proveniente da questi porti?
Certamente il porto di Cetraro stato utile
ai pescatori che ne usufruiscono con i loro
pescherecci per lintero anno, ma, oltre questi, dal punto di vista turistico non ha mosso
una sola lira verso il paese se non guadagni
per chi lo gestisce. Il punto fondamentale
di tutta la discussione sulla portualit che
questa, nel Tirreno cosentino, cos come in
tutta la Calabria, viene, da sempre, sganciata dalle peculiarit di carattere ambientale.
Il porto viene visto come qualcosa che resta in aria, che non determina nulla nel suo
inserimento nel contesto ambientale. Cose
che i costruttori di porti, gli amministratori
sempre favorevoli, i supporters vari, eludono
sempre dai loro ragionamenti. Come fanno
anche in quei ministeri che concedono le au-

Porto di Isca Marina

torizzazioni, o negli uffici della regione e della provincia e al Genio


Civile Marittimo. Tutti conoscono la situazione ambientale, ma la
macchina di soldi che produce un porto riesce sempre a oliare bene
i gomiti di chi deve mettere i timbri su foglietti di carta, o confezionare presunti studi batimetrici o delle correnti da allegare ai progetti. Lancio una sfida a tutti. Perch non si fa uno studio in vasca,
di tutta la costa tirrenica, in un centro specializzato come quello di
Genova o come ce ne sono in Francia e vediamo cosa ne viene fuori.

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30

Daltra parte tali studi sono stati gi fatti, in


altro modo, dalla stessa Regione Calabria e
dal Ministero dellAmbiente. Studi che stabiliscono che la Calabria la regione dItalia
con il pi alto rischio di erosione costiera e di
sparizione di spiagge fino al 70%. Una percentuale che dovrebbe allarmare tutti coloro
che parlano appunto di sviluppo e turismo.
Perch, di questo passo, non ci sar una sola
spiaggia in tutta la Calabria.
Certamente lerosione costiera non solo
dovuta alla portualit. Ci sono altre cause
ma sono tutte concatenate. La prima causa
proviene dal saccheggio delle spiagge negli
anni Settanta-Ottanta. Allepoca della grande speculazione edilizia, ogni fiume aveva il
suo impianto di prelievo della sabbia. Milioni
e milioni di metri cubi di spiaggia sono stati trasformati in cemento. A questo prelievo
selvaggio si sono aggiunti la cementificazione
dei fiumi, lo strascico con la distruzione della
posidonia, la cementificazione delle spiagge
e per ultima la posa in opera di massi a mare
per la difesa della ferrovia. Una catastrofe

Porto di Cetraro: trasformazioni della fascia costiera

ampiamente prevista dagli ambientalisti e, come al solito, non ascoltata in nome dello sviluppo. A Scalea, come a Diamante o a Paola,
non si parla di queste cose. Se si costruisce il porto a Diamante e la
spiaggia sparisce al nord del paese cosa vuoi che importi al costruttore, allimprenditore, al faccendiere? E se si fa a Scalea e sparisce
a sud lo stesso. A proposito basterebbe vedere quanto successo a
Campora San Giovanni: un porto, sponsorizzato da tutti gli amministratori locali e regionali con una montagna di finanziamenti,

finito insabbiato e ha bisogno di continui investimenti e interventi con un grande spreco


di risorse pubbliche. Ma la cosa pi grave
di cui non si parla il fatto drammatico che
sono sparite le spiagge a sud verso Falerna e
gli operatori turistici che vi operavano sono
rimasti senza lidi balneari e ora chiedono alla
Regione interventi per 3 milioni di euro per
ripascere la spiaggia. Il classico cane che si
morde la coda. Quelle stesse persone che prima gridavano allo sviluppo volendo il Porto
di Campora ora gridano al finanziamento
pubblico per le loro strutture danneggiate
dal porto. Chi non crede a queste storie si
faccia una passeggiata fino a Campora e se
ne potr rendere conto sia con i propri occhi
che parlando con gli albergatori e i proprietari dei lidi balneari. A Scalea e a Diamante
siamo sulla stessa strada. A Diamante il porto fermo perch tutti gli studi sulla costruzione del molo a mare sono risultati sbagliati
e vanno completamente rifatti utilizzando
materiali diversi da quelli previsti nel primo
progetto. Chi paga i soldi spesi? la Regione

Porto di Amantea

o il privato? A Diamante se lo chiedono in molti, in quanto i lavori


sono iniziati nel marzo del 2010 e dovevano essere terminati entro
21 mesi e cio a dicembre del 2011, quindi c un forte ritardo sulla
tabella di marcia, e questo nonostante vi sia stata una ricontrattualizzazione fra Regione e privato avvenuta nellottobre dellanno scorso.
Nel contratto era stato scritto che il 15 novembre scorso avrebbero
dovuto cominciare i lavori, il privato avrebbe dovuto assumere 5-10
unit, e il 15 gennaio di questanno doveva iniziare la messa in opera

31

Una proposta di legge

Palmiro Manco

32

dei blocchi di massi nel soprafflutto, innalzando le unit lavorative a 15 persone.


Di tutto questo non si visto niente nonostante lassessore Gentile si sia impegnato
pubblicamente a un nuovo finanziamento
di 1 milione e mezzo di euro per opere che
dovrebbero fungere da corollario allopera
stessa, e cio la costruzione di una strada di
collegamento larga nove metri, due ascensori, il rifacimento di magazzini a uso commerciale. Ed allassessore Gentile che il sindaco
di Diamante, Ernesto Magorno, si rivolto
nei giorni scorsi perch la situazione si sblocchi e i lavori riprendano. Anche la Regione
tramite fax ha sollecitato limprenditore Santoro, vincitore dellappalto del porto, perch
rispetti gli impegni presi pena da parte della
Regione stessa della salvaguardia dei propri
interessi. Ma fra Comune, Regione e privato
non si parla di ambiente, n dei rischi che le
spiagge del paese corrono. Cos come non si
parla di erosione costiera in un altro Comune a rischio erosivo, e cio quello di Paola.
Anche qui c la corsa per la costruzione del

Oggetto: Modifica della LEGGE REGIONALE


n. 26 del 7 dicembre 2009 Stazione Unica
Appaltante ed integrazione dellart. 23, commi
4 e 5, d.l. 201/2011 convertito in legge 214 del
23/12/2011 decreto Monti Salva Italia.

Sibari - Mucillagini e scarso tasso di utilizzazione

porto. Anche qui le stesse argomentazioni, gli stessi ragionamenti,


le stesse richieste di finanziamenti, senza vedere i guai provocati dal
Porto di Campora a pochi chilometri pi a sud di Paola, o quelli
provocati dal Porto di Cetraro a pochi chilometri a nord di Paola.
Conservate questo articolo, ne riparleremo fra qualche anno.

Durante la discussione animata, questione Porto di Torre Talao a Scalea,


struttura portuale dove la spesa prevista
di 15.963.000,00 euro, che prevedeva una
partecipazione di capitale pubblico pari a
3.410.000,00 euro, a valersi sui fondi POR
somma gi revocata dal Presidente Giuseppe Scopelliti (gara espletata solo dai
funzionari comunali).
Il Consigliere Comunale Palmiro Manco di
Scalea (Cs) e Dirigente regionale di Alleanza
per lItalia, in merito alla questione appalti interviene con la proposta di modifica della LEGGE REGIONALE n. 26 del 7 dicembre 2009 Stazione Unica Appaltante che
Vi inviamo in allegato indirizzata a tutti i
consiglieri regionali della Regione Calabria.
Ufficio Stampa ApiScalea

Proposta di modifica Legge regionale n. 26 del 7 dicembre 2007 Stazione Unica Appaltante.
Alla cortese attenzione di tutti i Consiglieri Regionali della Regione Calabria
Premessa
La Regione Calabria, durante la Presidenza di Agazio Loiero nel
2007, stata la prima regione ad istituire e poi nel 2009 ad adottare
un sistema di centralizzazione per lacquisizione di beni e servizi con
lobiettivo di contrastare le infiltrazioni mafiose, previsto nellart.13
della legge 136/2010 (Piano straordinario contro le mafie), al fine di assicurare trasparenza, regolarit ed economicit della gestione dei
contratti pubblici. Lorganismo denominato Stazione Unica Appaltante regolamentata dal decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 30 giugno scorso, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del
29 agosto 2011. Il decreto in argomento finalizzato a promuovere
listituzione in ambito regionale di una o pi stazioni uniche appaltanti con lobiettivo di rendere pi penetrante lattivit di prevenzione e contrasto ai tentativi di condizionamento della criminalit
mafiosa, favorendo la celerit delle procedure, lottimizzazione delle
risorse e il rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro.
Ritenuto che con legge regionale n. 26 del 7 dicembre 2007
stata istituita dalla Regione Calabria la Stazione Unica Appaltante Autorit regionale che garantisce ed assicura la correttezza,
la trasparenza, lefficienza della gestione, lattivit di preparazione,

33

indizione e di aggiudicazione dei contratti


pubblici di lavori, servizi e forniture della Regione e degli Enti, Aziende, Agenzie ed Organismi da essa dipendenti, vigilati o ad essa
collegati e degli enti del servizio sanitario regionale. Per le procedure di affidamento di
contratti pubblici aventi un importo uguale o
superiore a 150.000 (euro centocinquantamila).
OBBIETTIVI E COMPITI DELLA SUA
a) La trasparenza del ciclo dei contratti pubblici anche al fine di un efficace contrasto
della penetrazione mafiosa e di qualsiasi
forma di corruzione;
b) la qualificazione delle stazioni appaltanti
e degli operatori economici operanti nel
territorio regionale;
c) il contrasto del lavoro nero e dellevasione
contributiva;
d) la salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori nella fase di esecuzione
dei contratti pubblici.
Come noto, la SUA pu avere un ambito

di operativit regionale, provinciale e interprovinciale, comunale e


intercomunale, e ladesione degli Enti alla stazione unica appaltante
attualmente facoltativa in quanto basata sul presupposto che,
affinch lo strumento possa essere veramente utile e funzionale, occorre che vi sia una spontanea e convinta adesione da parte dellAmministrazione interessata, basata sulla consapevolezza dei vantaggi
che laffidamento delle procedure di gara a una struttura specializzata comporta.
Al fine di consentire il risanamento delle istituzioni locali condizionate dalla criminalit organizzata, si presenta alla S.V. la presente
proposta di modifica della legge regionale n. 26 del 7 dicembre 2007
che intende ripristinare pi legalit e controllo verso tutte le amministrazioni comunali della Calabria.
Di conseguenza, si propone di limitare lautorit regionale e modificare la sua struttura della SUA in due aspetti:
a ) LAmbito di operativit sia solo Regionale/Provinciale;
b ) Di rendere obbligatoria, anzich facoltativa, ladesione alla SUA a
tutti i comuni calabresi; di conseguenza, per tutti i progetti, appalti e gare con procedure di affidamento aventi un importo uguale
o superiore a 150.000 (euro centocinquantamila) dovranno avvalersi obbligatoriamente della Stazione Unica Appaltante.
Palmiro Manco
(Consigliere comunale e Dirigente regionale di Alleanza per lItalia)

La conoscenza scientifica della topografia dei


luoghi in cui si opera elemento indispensabile
per un progetto sostenibile
Carlos Mart Aris

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