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Corso di Laurea: LETTERATURA, MUSICA E SPETTACOLO

Insegnamento: LETTERATURA INGLESE


Lezione n°: 89
Titolo: I GIORNALI
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

Il Settecento. Introduzione (II).


1

© 2007 Università degli studi e-Campus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (CO) - C.F. 08549051004
Tel: 031/7942500-7942505 Fax: 031/7942501 - info@uniecampus.it
Corso di Laurea: LETTERATURA, MUSICA E SPETTACOLO
Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89
Titolo: I GIORNALI
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere
Il Settecento. Introduzione (II). 1

Fino agli anni Trenta-Quaranta del Settecento era diffuso e radicato il convincimento che i
canoni di giudizio estetico e morale dell'età fossero i più perfetti cui la mente umana
potesse attingere. Di qui il tono didattico delle opere, e il conformarsi a regole logicamente
dedotte dall'esempio dei classici. Non solo. La celebrazione di sé e del proprio paese, il
dibattito pacato sui temi del giorno, le aperture su altri mondi portate dalle conquiste
militari o dai meravigliosi viaggi di esplorazione e rilevamento scientifico, si traducono di
fatto in alcuni dei generi letterari peculiari del secolo: l'autobiografia, il romanzo, il
giornalismo, la scrittura di viaggio.
I mutamenti economici, sociali e politici e il progressivo miglioramento delle condizioni
igieniche generali favorirono nel corso del secolo un incremento demografico che sarebbe
stato capace di assicurare mano d'opera alle rivoluzioni industriale e agricola.
L'alfabetizzazione delle classi emergenti di mercanti, professionisti e gentry, grazie anche
alle charity schools, garantì nuovi potenziali lettori. A loro si aggiunse un pubblico di donne
lettrici, cui la disponibilità di prodotti della nascente industria di massa consentiva una
gestione quotidiana della casa assai semplificata e quindi più tempo libero.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89
Titolo: I GIORNALI
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

Il Settecento. Introduzione (II). 1

E’ un processo lento ma lineare che porterà, anche nelle lettere, alla nascita del mercato, a
parziale sostituzione del sistema del mecenatismo dei circoli aristocratici da cui provenivano
per lo più gli scrittori e per i quali essi scrivevano. “Mercato librario” significa
regolamentazione dei luoghi di produzione e commercio dei libri e progressiva trasformazione
della carta stampata da oggetto di lusso a bene accessibile, almeno indirettamente, a fasce
sempre più ampie della popolazione. Prende forma una print culture, che segna la graduale
scomparsa della circolazione manoscritta delle opere e la loro riproduzione commerciale,
mentre emerge la figura dello scrittore di professione, che scrive e pubblica per vivere.
L'espressione “Grub Street”, nome della strada dei tipografi, indica per estensione il mondo
sotterraneo degli scrittori prezzolati in balia proprio di quel mercato, che ne fa spesso delle
vittime sfruttate. Fin verso gli anni Ottanta, le cooperative dei librai londinesi costituirono una
sorta di monopolio che difese la proprietà letteraria, imponendo però prezzi assai elevati ai
volumi: il sistema delle biblioteche circolanti servirà, dagli anni Quaranta, a compensare il
costo spesso proibitivo dei libri, contribuendo ad allargare la platea dei lettori.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S1
Titolo: LA PRINT CULTURE
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

Il Settecento. Introduzione (II).


2

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S1
Titolo: LA PRINT CULTURE
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere
Il Settecento. Introduzione (II). 2

Per riassumere: l’ideale classico, che si era venuto formando sotto la Restaurazione,
in un ambiente aristocratico, si attua durante il regno della regina Anna (nel così
detto periodo augusteo) e poi degli Hannover in una società di basi più larghe,
poiché la borghesia, nella sua rapida ascesa, sostituendo la mistica del commercio a
quella della monarchia, investe dei suoi ideali morali, retaggio del puritanismo, le
forme favorite dal gusto aristocratico.
Per un periodo piuttosto lungo due principi contrari quali l'intellettualità d'un
classicismo tutto di testa e l'emotività religioso-sentimentale borghese giungono a
combinarsi in un compromesso, anche se i germi della differenziazione, e dunque
della disgregazione, agiscono dall’interno per tutto il secolo, fino all’esplosione del
Romanticismo.
La migliore riuscita di tale compromesso si ha al principio del secolo nell'opera di
Steele e di Addison, vera sintesi della cultura aristocratica e della morale borghese.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S1
Titolo: LA PRINT CULTURE
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere
Il Settecento. Steele. 1

Richard Steele (1672-1729), irlandese, apparteneva per temperamento alla razza dei Cavaliers
e dei rakes: fu ufficiale dei Life Guards e amava i piaceri.
La sua prima opera, però, The Christian Hero (1701), è tutt’altro che una professione di
cinismo o di libertinismo. Significativo è il sottotitolo che recita: An Argument proving that no
Principles but those of Religion are Sufficient to make a great Man. Steele afferma di averla
composta perché imprimesse nell'animo un ideale di virtù e di religione così da contrastare
l’umana inclinazione verso “i piaceri illeciti”. La Bibbia è dichiarata superiore agli antichi filosofi
come guida morale; non il desiderio di gloria, ma la coscienza deve regolare la condotta; alle
donne va riservato un cavalleresco rispetto. L'ideale classico è insomma interpretato alla luce
della morale cristiana. Titoli egualmente significativi hanno i suoi drammi. Steele tratteggiò le
prime forme della commedia sentimentale con: The Tender Husband (1705) e The Conscious
Lovers (1722). Un identico scopo edificante doveva avere il giornale da lui lanciato sotto lo
pseudonimo di Mr. Isaac Bickerstaff nel 1709: The Tatler, il chiacchierone, strutturato in
rubriche i cui titoli riprendevano le insegne dei vari caffè londinesi. Abbiamo così White's
Chocolate House, per le cronache dei divertimenti, Will's Coffee-House, per quelle di poesia,
St. James's Coffee-House, per le notizie domestiche e internazionali, ecc.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S2
Titolo: STEELE
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

Il Settecento. Addison. 1

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S2
Titolo: STEELE
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere
Il Settecento. Addison. 1

Improvvisatore versatile, Steele avrebbe trovato nel suo coetaneo ed ex compagno di scuola,
Joseph Addison, il collaboratore ideale per dare sostanza e ponderazione alla sua vivace
espansività.
Joseph Addison (1672-1719), figlio d'un ecclesiastico, brillante latinista, al punto da attirare
l'attenzione di Dryden, sembrava destinato a una carriera di intellettuale ed erudito. Nel 1699,
ventottenne, lascia l’Inghilterra per intraprendere il suo viaggio di istruzione sul Continente. A
due anni dal ritorno in patria, nel 1705, esce a Londra Remarks on Several Parts of Italy, &c. in
the Years 1701, 1702, 1703. Il libro, che copre i viaggi in Italia e in Svizzera e l’avvicinamento a
Vienna, ebbe immediata fortuna, con tre edizioni nel giro di vent’anni, anche se, appena una
generazione dopo, già Walpole e Fielding lo accusavano di aver fatto solo un excursus tra i
poeti, di essere stato un “commentatore dei classici”, non un vero scrittore di viaggio.
Una volta rientrato in patria, Addison abbandona l'idea di prendere gli ordini e desideroso di
trovare patroni si avvicina ai Whigs, di cui diviene dapprima portavoce poetico con i distici eroici
di The Campaign (1704), in cui si celebra la vittoria di Marlborough a Blenheim; poi loro
portavoce politico, in qualità di Sottosegretario di Stato, nel 1706, e primo segretario di lord
Wharton, viceré d'Irlanda, nel 1709.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S2
Titolo: STEELE
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere
Il Settecento. Addison. 1

Per restare nell’ambito delle lettere, dopo aver realizzato un libretto d'opera (Rosamond, 1707), Addison
godette di un immenso successo con la tragedia Cato (1713). Il suo vero mezzo d'espressione letteraria
l’avrebbe però trovato proprio collaborando con Steele alla redazione del Tatler, nel quale portò la
discrezione, il riguardo all'opinione del mondo, la tendenza a una via media, a un equilibrio estraneo a
partigianerie ed eccessi. Con Addison il classicismo non si attuava soltanto nelle regole della composizione
letteraria, diveniva norma di vita morale. Tuttavia non è al Tatler che Addison diede l'impronta della sua
personalità di censor morum, bensì al nuovo giornale che egli fondò con Steele quando il Tatler cessò le
pubblicazioni, nel 1711, in quanto inviso alla corte e al governo per l’eccessivo spazio offerto sulle sue
colonne alle posizioni Whig. Con lo Spectator (1711-12, 1714) ogni traccia di partigianeria politica è
eliminata, come dichiara il titolo, che indica un imparziale e neutro osservatore. Il giornale si costruisce
sull’idea di illustrare le opinioni del “mondo” attraverso la presentazione di “tipi” (sul modello dei
Caractères dello scrittore francese La Bruyère, a sua volta ispiratosi a Teofrasto). Mr. Spectator è il centro
d'un club di personaggi insieme curiosi e istruttivi: un caratteristico gentiluomo di provincia, sir Roger de
Coverley; un ricco negoziante della City, Sir Andrew Freeport, nemico della guerra; un ecclesiastico dotto e
virtuoso; un prode soldato, il capitano Sentry; un uomo di mondo pieno d'innocente frivolezza, Will
Honeycomb.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S3
Titolo: ADDISON
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

Il Settecento. Addison. 2

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S3
Titolo: ADDISON
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere
Il Settecento. Addison. 2

In pratica tutta l'Inghilterra sarebbe stata rappresentata nei modi e nei discorsi dei
componenti il club dello Spectator. Di questa galleria che poteva diventare un correlativo
settecentesco di quella creata da Chaucer nel Medioevo con i Canterbury Tales, soltanto il
ritratto di sir Roger de Coverley, però, riesce a raggiungere una piena caratterizzazione.
Non a caso, alla creazione di questo personaggio collaborarono sia Steele che Addison,
ciascuno conferendogli una coloritura specifica. Steele aveva in mente un gentiluomo che,
dopo una vita spesa tra spensieratezza e piaceri, sotto la Restaurazione, con l’età si era
fatto saggio, prendendo a moraleggiare: critico schietto della società moderna e cantore
della vita semplice. Addison voleva invece costruire attraverso di lui l’immagine di un
conservatore bonario e caritatevole, ingenuo e bizzarro, le cui stranezze provenivano dal
suo buon senso: in contrasto con i costumi moderni solo perché convinto che i moderni
fossero nel torto. Sir Roger tende a divenire nelle mani di Addison uno strumento per
mostrare il contrasto tra la vecchia Inghilterra e la nuova, che soprattutto si esprime per
bocca del negoziante whig, sir Andrew Freeport.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S3
Titolo: ADDISON
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere
Il Settecento. Addison. 2

Nel genere di saggio che si fissò con lo Spectator vennero a confluire tutte le varie tendenze di questa
antichissima forma letteraria: quella etica, che risaliva alle epistole morali di Seneca (e le lettere reali o
immaginarie inserite nello Spectator paiono quasi attestare l'origine epistolare del saggio); quella
umoristica, fiorita nel Cinquecento italiano; quella “moderna”, più intima e autobiografica che portava
l'impronta di Montaigne. L'impalcatura erudita, l'aspetto di centone di citazioni, propri del saggio
umanistico, sono scomparsi da questi essays che si collocano tra il “carattere” (La Bruyère, Teofrasto) e il
romanzo d'osservazione morale. Vi predomina un tono d'affabile intimità col lettore, di dignità, di serenità,
di giudizio illuminato e arguto.
La grande novità intuita da Addison risiede nella scelta del tono medio, lo stile medio. Imparziale tra i
Whigs e i Tories, bilanciato tra arguzia e moralità, tra l'utile e il dilettevole, tra il cielo e la terra,
predicatore laico e umorista in abito talare. A trionfare nello Spectator è il buon senso, il senso comune, la
semplicità che viene dalla Natura. Potremmo dire: il principio della via media, dell’aurea mediocritas.
Lo Spectator ebbe grande fortuna sul Continente e naturalmente in Italia, dove si diffuse soprattutto nella
traduzione francese. Allo Spectator si ispirarono: la Gazzetta Veneta e l’Osservatore di Gozzi, il Caffè di
Verri, la Frusta letteraria di Baretti, il Parlamento Ottaviano di Carlo Denina, per citarne solo alcuni, fino a
Foscolo che, nel Parere sulla istituzione d'un grande giornale letterario, proponeva lo Spectator quale
modello da imitare.

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Corso di Laurea: LETTERATURA, MUSICA E SPETTACOLO
Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S3
Titolo: ADDISON
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere
Il Settecento. Addison. 2
Sia il Tatler sia lo Spectator ebbero anche versioni femminili: The Female Tatler, per esempio,
diretto dalla assai chiacchierata commediografa e romanziera Delarivière Manley (ca. 1663-
1724) e distribuito per 50 numeri, a partire dal 1709, nei giorni in cui non usciva il Tatler di
Steele; o il più interessante mensile Female Spectator, curato da Eliza Heywood (1685-
1756), dal 1744 al 1746, in cui si affrontavano, dal punto di vista delle donne, i temi della
moderazione, della praticità, dell'educazione in un contesto morale e attraverso una forma
narrativa coinvolgente.
Forse l'esito più notevole dell'impostazione filosofica dei periodici di Addison e Steele si ebbe,
però, con il Rambler (1750-52) che Samuel Johnson (1709-1784) fece uscire due volte la
settimana, affrontando gli stessi temi dei suoi predecessori e offrendo numerosi esempi di
scrittura allegorica, critica letteraria e racconti orientali, e creando una figura fittizia che
somiglia molto alla persona che Johnson stesso diventò negli anni successivi. Non destinato
alla lettura pubblica nei club e nei caffè, il Rambler ebbe circolazione limitata. La
pubblicazione in volume di questo e dell'altro periodico di Johnson, il settimanale Idler, più
leggero e flessibile del Rambler, contribuì alla fine del genere: la lettura si spostò dallo spazio
pubblico a quello privato e anche lo stile si modificò per adattarsi al silent reader.

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Corso di Laurea: LETTERATURA, MUSICA E SPETTACOLO (D.M. 509/99)
Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S3
Titolo: Il Settecento (II)
Attività n°: 2

Facoltà di Lettere

Esercitazione – tempo a disposizione 15 min.

Lo studente è invitato a svolgere l’argomento proposto utilizzando un massimo di 200 parole. Il tempo
previsto per il completamento dell’esercizio è di 15 minuti.

Una volta completata l'esercitazione, il docente rimane a disposizione per fornire feedback allo studente,
previo upload dell'elaborato sul suo e-portfolio e relativo avviso al docente dell'avvenuto caricamento.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 89/S3
Titolo: Il Settecento (II)
Attività n°: 2

Facoltà di Lettere

Esercitazione – tempo a disposizione 15 min.


Lo studente illustri in maniera sintetica, e comunque utilizzando non più di 200 parole, le
innovazioni sul piano dello stile e dei contenuti introdotte da Addison e Steele con (e in)
The Spectator.

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