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Corso di Laurea: LETTERATURA MUSICA E SPETTACOLO

Insegnamento: LETTERATURA INGLESE


Lezione n°: 11
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 1
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

GLI UMANISTI E LA
RISCOPERTA DELLA
TRADIZIONE INGLESE 1

© 2007 Università degli studi e-Campus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (CO) - C.F. 08549051004
Tel: 031/7942500-7942505 Fax: 031/7942501 - info@uniecampus.it
Corso di Laurea: LETTERATURA MUSICA E SPETTACOLO
Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 11
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 1
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 1

Dopo esser stata appena sfiorata dal pensiero umanistico che si era andato sviluppando in
Europa, nel primo periodo del regno di Enrico VIII l’Inghilterra conobbe una fase di
apertura verso i fermenti culturali e letterari che giungevano dal Continente, divenendo
centro di attività umanistiche e sede di numerosi circoli interessati alla riscoperta dei saperi
dell’antichità.
In seguito all’Act of Supremacy, che sanciva la rottura con Roma e la confisca dei beni
ecclesiastici, lo stesso Enrico VIII, che pure aveva promosso in un primo momento quel
movimento, dovette però mutare la propria posizione. Proprio dalle file degli umanisti
cattolici giunsero, infatti, le più aspre critiche contro la nascita di una chiesa anglicana
nazionale, che di fatto infrangeva il sogno di universalità dell’Europa cristiana, e che,
rifacendosi alla dottrina protestante, vanificava gli sforzi di quanti, a partire dai modelli
classici greci e latini, avevano propugnato una nuova idea della dignità e del valore
dell’Uomo.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 11
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 1
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE


INGLESE 1

Nato a Londra nel 1478, Thomas More studiò a Oxford, dove l’influenza dell’Umanesimo si
era già fatta sentire, come testimoniano l’istituzione dell’insegnamento del greco nel 1490
da parte di Thomas Linacre (1460-1524) e William Grocyn (1446-1519). Divenuto avvocato
e poi Lord Cancelliere nel 1529, per volontà di Enrico VIII, More mai abbandonò gli studi
letterari, religiosi e politici, ed è in virtù di questi interessi comuni che ebbe inizio la sua
lunga amicizia con Erasmo da Rotterdam, che a More avrebbe dedicato l’Elogio della Follia.
Anche Erasmo, letterato e filosofo, più volte aveva denunciato gli abusi ecclesiastici,
propugnando un ritorno all’antica fede, senza per questo aderire alle posizioni di Lutero dal
quale anzi prese le distanze, in particolare con il trattato De libero arbitrio. Altrettanto
convinto della necessità di combattere la corruzione nella Chiesa, More riteneva però che
qualsiasi azione riformatrice dovesse procedere dall’interno della Chiesa stessa, e pertanto
rifiutò di accettare lo scisma voluto da Enrico. Per questo fu imprigionato nella Torre di
Londra, processato per alto tradimento e decapitato nel 1535.

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Lezione n°: 11/S1
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 2
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

GLI UMANISTI E LA
RISCOPERTA DELLA
TRADIZIONE INGLESE 2

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Lezione n°: 11/S1
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 2
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE


INGLESE 2

L’opera più famosa di Thomas More è senz’altro Utopia, scritta in latino nel 1516 e
tradotta da Ralph Robynson nel 1551. La storia, che s’ispira alla Repubblica di Platone,
racconta di un viaggio nei Paesi Bassi, nel corso del quale, ad Anversa, Morus (More)
incontra Raphael Hythlodoeus, uno straniero salpato con Amerigo Vespucci alla volta
delle Americhe. Nel nuovo mondo, Hythlodoeus (probabilmente dal greco hythlos,
“frottola”) narra di essersi imbattuto in Utopia, un paese le cui istituzioni gli sono
apparse superiori a quelle europee. A differenza degli inglesi, per esempio, gli oligarchi
di Utopia mostrano più rispetto per la vita umana, anche quella di ladri e malfattori, e
risolvono il problema della povertà con forme di comunione dei beni.
La seconda parte contiene la descrizione accurata degli usi e costumi di Utopia, del suo
ordinamento democratico, dei suoi passatempi, tutti improntati all’umanesimo cristiano.
È interessante notare come More si soffermi anche sulla religione dei suoi abitanti, in
particolare sulla tolleranza che essi mostrano nei confronti di qualsiasi setta, persino
degli atei, ai quali sono vietate soltanto le cariche pubbliche e il proselitismo tra i
giovani, ma non il diritto di esistere.
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Lezione n°: 11/S1
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 2
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 2

Utopia è un paese che sin dal nome rivela tutti i suoi aspetti positivi ma anche ambigui.
“Utopia” può infatti significare sia non-luogo sia luogo del bene, dal greco ou “senza”, o éu
“bene”, e topos, “luogo”. Essa si presenta come una rappresentazione rovesciata
dell’Inghilterra del tempo, una critica alla società inglese che riprende la questione umanistica,
e già platonica, del ruolo dei sapienti, o dei filosofi, nella vita politica di un paese.
Dopo la sua pubblicazione, More divenne Lord Cancelliere, e i suoi interessi si spostarono dalla
satira alle più gravi questioni legate alla diffusione del protestantesimo. Le critiche maggiori
More le riservò a Tyndale, sia per la sua Bibbia luterana, sia per la concezione della sovranità
da lui espressa in The Obedience of a Christen Man del 1528, che di fatto autorizzava Enrico
VIII a sottrarsi alle leggi ecclesiastiche. Nello stesso anno, More pubblicò il primo dei suoi
scritti polemici, Dialogue Concerining Heresies, proprio contro Tyndale. Nella Torre di Londra,
dove era rinchiuso in attesa di essere giustiziato, scrisse infine Dialogue of Comfort against
Tribulation.

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Lezione n°: 11/S2
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 3
Attività n°: 1

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GLI UMANISTI E LA
RISCOPERTA DELLA
TRADIZIONE INGLESE 3

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Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE


INGLESE 3

Uno dei capisaldi del movimento umanista era l’importanza attribuita alla formazione
dell’individuo, da perseguire attraverso lo studio approfondito dei classici greci e latini, ma
anche di autori riscoperti come Dante, Petrarca o Pico della Mirandola. La pedagogia
divenne così una questione cruciale, e non è un caso se alcune delle figure di maggior
rilievo del periodo furono tutori della Corona o dell’aristocrazia, come Elyot e Ascham.
Thomas Elyot (1490-1546) visse alla corte di Enrico VIII, al quale è dedicata l’opera The
Book Named the Governour (1531), in cui si pone l’accento sull’importanza di una
accurata formazione dei giovani nobili, visto che loro sarà il compito di ben governare. La
sua concezione di un Principe accentratore di ogni potere e garante della pace e della
giustizia si basava su ideali quali la wisdom, espressi nell’opera Of the Knowledge Which
Maketh a Wise Man (1533). In realtà, i propositi umanistici di Elyot non interferirono mai
con le dinamiche reali del potere, ma fornirono utilissimi spunti di riflessione sui princìpi
morali legati al suo esercizio, contribuendo al dibattito intorno alle teorie sullo Stato di
Machiavelli, Erasmo, Bodin, Bacon e Hobbes.
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Lezione n°: 11/S2
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 3
Attività n°: 1

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GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE


INGLESE 3

L’interesse diffuso in Inghilterra per i fermenti culturali dell’Italia, erede del patrimonio
latino, si tradusse, come prevedibile, in una massiccia diffusione di testi appartenenti ai
più diversi campi di studio, che misero a dura prova le capacità dei traduttori, e in
generale la “barbara” lingua inglese (cfr. lezione 26).
Il fenomeno, soprattutto per le sue dimensioni, non piacque a Roger Ascham (1515-
1568), tutore di Elisabetta I, preoccupato dell’influenza negativa che essi esercitavano
sulla società inglese, anche in termini di identità nazionale. In realtà, come dimostra The
Scholemaster (1563-1568), Ascham era un profondo ammiratore della cultura classica e
aveva in mente un serio programma di educazione per gli aristocratici. Tuttavia, anche a
causa dell’immagine corrotta dell’Italia e di Roma che la Riforma diffondeva, il
protestante Ascham decise di imprimere agli studi pedagogici una svolta in chiave
nazionalista, sottolineando l’importanza di coltivare la lingua inglese e certe virtù
autoctone del carattere, già sottolineate nel dialogo Toxophilus del 1546.

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Insegnamento: LETTERATURA INGLESE
Lezione n°: 11/S3
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 4
Attività n°: 1

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GLI UMANISTI E LA
RISCOPERTA DELLA
TRADIZIONE INGLESE 4

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Lezione n°: 11/S3
Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 4
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 4

L’atteggiamento di Ascham non era l’espressione di un orientamento esclusivamente


individuale, perché, parallelamente al recupero dei classici, nella cultura inglese di primo
Cinquecento si manifestò un interesse altrettanto vivo verso la tradizione autoctona,
soprattutto quella poetica, ereditata dal passato, che cominciò a essere guardata con un
crescente orgoglio nazionalista.
In effetti, i progressi compiuti dalla stampa se da un lato favorirono la diffusione di una
cultura pan-europea, dall’altro sollecitarono una riscoperta produzione in volgare. Grande
attenzione suscitarono le opere del “nobile” Chaucer e dei suoi seguaci, ma a mostrare una
propria vitalità fu anche un tipo di letteratura più popolare: in particolare i fabliaux e le
ballate.
In Francia i fabliaux appaiono già nel XII e XIII secolo; in Inghilterra sono invece rari prima
del Quattrocento. Ne esistono di vario tipo: alcuni sono cronache di vita cittadina scurrili e
oscene; altri sono racconti satirici di beffe e intrighi amorosi; vi sono poi le storie d’animali,
di tono anch’esse comico-satirico; altri ancora si presentano come ammonimenti o raccolte
di exempla.
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Titolo: GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 4
Attività n°: 1

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GLI UMANISTI E LA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE INGLESE 4

Le ballate, invece, sviluppatesi sin dal tardo-medioevo, ma attestate solo a partire dal XVI
secolo, sono dei poemetti anonimi dalla narrazione vivace e dinamica. Alcune delle più
suggestive trattano temi propri della tradizione popolare e in genere mostrano una singola
situazione il cui motivo centrale è la vendetta, la gelosia, il ritorno dalla tomba di uno
spirito, il senso di inesorabilità della morte.
Nel periodo elisabettiano fioriranno soprattutto le ballate storiche, centrate per lo più sui
sanguinosi conflitti nella zona di confine tra Scozia e Inghilterra (il Border). La più
notevole, The Battle of Otterburne, fu forse quel Song of Percy and Douglas, che, ricorda
Praz (p. 47), commosse Sidney, e che probabilmente, in una versione oggi perduta, dette
origine al famoso Hunting of the Cheviot, meglio noto sotto il titolo di Chevy Chase.
Questa ballata narra lo scontro tra Percy of Northumberland e Douglas di Scozia, dovuto al
voto fatto da Percy di cacciare per tre giorni nelle terre del nemico: l’affronto provoca la
reazione di Douglas, sfociando in un duello nel corso del quale entrambi i contendenti
resteranno uccisi.

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