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Il Rischio Di Insuffcienza Tempi Di Ritorno PDF
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Acquedotti e Fognature - A.A. 11-12 - R. Deidda C.3 - Fognature pluviali: le piogge di progetto ( 1 / 24 )
Criteri di dimensionamento delle Fognature pluviali (I)
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Criteri di dimensionamento delle Fognature pluviali (II)
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Tempi di ritorno nei sistemi di drenaggio urbano
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Criteri di dimensionamento delle Fognature pluviali (III)
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Il rischio di insufficienza
N
Alcuni valori del rischio di insufficienza RN = 1 − 1 − T1 (in %) in
funzione della durata N dell’opera e del tempo di ritorno T (in anni).
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Portate di progetto dei collettori pluviali
1 2 3 i N
P(Q) N+1 ; N+1 ; N+1 ... N+1 ... N+1
1 1/T 1
0
1
0
0
1
1
0
1 0
0 1
1
0
1
0
1
0
0
1
0
1
10
1
10
0
1
0
0
1
Qi = massimo annuo i-esimo di portata
1
0
11
00
1−1/T
0
0
1
10
0
1
11
0
1
0
nella tratta considerata
11
00
10
01
0
1
0
0
1
0
1
11
0
1
0
P(Qi ) = probabilità di non superamento
1
0 1
0
1
0
Q1 Q2Q3Q4 Q QN Q della portata Qi
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Informazioni pluviometriche =⇒ stima portate meteoriche
L’informazione pluviometrica è in genere più facilmente reperibile e disponibile:
in forma di dati ”grezzi” (serie storiche dei pluviometri situati in prossimità
del centro urbano), ma più spesso in forma già elaborata statisticamente (curve
segnalatrici di possibilità pluviometrica o climatica)
Si utilizzano modelli che rappresentano la trasformazione degli afflussi meteorici
sul bacino urbano in deflussi su ogni tratta della rete di fognatura. Si possono
quindi determinare le portate di progetto, da utilizzare per il dimensionamento,
con due modalità (in genere si preferisce la seconda):
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Dimensionamento con ietogrammi sintetici o di progetto
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Ietogrammi sintetici o ietogrammi di progetto
Gli eventi meteorici reali manifestano una variabilità della intensità di
precipitazione nello spazio e nel tempo: i(x, y , t).
Le piogge di progetto descrivono in genere molto approssimatamente tale
variabilità: le più semplici rappresentano una pioggia costante nel tempo e nello
spazio.
Le fasi di costruzione di un evento sintetico di pioggia (netta) sono le seguenti:
scelta del tempo di ritorno T
identificazione della curva di possibilità climatica valida per l’area in esame
scelta del tipo di ietogramma sintetico (che descrive la variabilità della
pioggia puntuale nel tempo)
ragguaglio della pioggia puntuale all’area (si mette in conto la variabilità
spaziale)
depurazione delle perdite e determinazione della pioggia netta
In genere, uno ietogramma di progetto riesce a riprodurre, con il tempo di
ritorno assegnato, solo alcune o solo una delle caratteristiche di un idrogramma
osservato (intensità del picco, volume totale, etc.)
Spesso sono dedotti per una corretta valutazione delle portate al colmo.
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Curve segnalatrici di possibilità pluviometrica (o climatica)
h(τ) T3 i(τ) T1 < T2 < T3
T2
T1 T3
T2
T1 < T2 < T3 T1
durate τ durate τ
n(T ) n(T )−1
hT (τ ) = a(T )τ iT (τ ) = a(T )τ
a = a(T ) e n = n(T ) sono parametri che dipendono dalle caratteristiche
climatiche del luogo e dal tempo di ritorno T
τ è una durata di evento pluviometrico (in genere espresso in ore)
hT (τ ) è l’altezza cumulata con tempo di ritorno T degli eventi
pluviometrici di durata τ (in genere espressa in mm)
iT (τ ) è l’intensità media con tempo di ritorno T degli eventi pluviometrici
di durata τ (in genere espressa in mm/h)
T è il tempo di ritorno: in genere tenuto costante, cosichè le curve
diventano h(τ ), i(τ )
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Curve di possibilità pluviometrica: analisi locali e regionali
In Sardegna sono state svolte diverse analisi statistiche di tipo regionale, che
hanno portato ad identificare:
◦ 4 zone omogenee (gruppi di stazioni) con la legge di probabilità lognormale
◦ 3 zone omogenee utilizzando la legge di probabilità TCEV
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Ietogrammi di progetto: Ietogramma costante
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Ietogrammi di progetto: Ietogramma Chicago (I)
(Keifer e Chu, 1957)
t t t
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Ietogrammi di progetto: Ietogramma Chicago (II)
Picco di intensità posto all’inizio dell’evento
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Ietogrammi di progetto: Ietogramma Chicago (III)
Picco di intensità posto in posizione qualsiasi
Si fissa ancora il tempo di ritorno T e si calcolano i coefficienti della curva di
possibilità pluviometrica: a = a(T ) e n = n(T ).
Occorre in questo caso definire la durata tp della pioggia. Keifer e Chu hanno
posto la durata della pioggia pari al tempo di corrivazione. Altri autori
suggeriscono di adottare valori maggiori per non sottostimare i volumi totali.
Si fissa un valore per il parametro r (0 ≤ r ≤ 1) che rappresenta la posizione
relativa del picco. Il picco di intensità sarà posto ad un tempo rtp dopo
l’istante di inizio della pioggia (r = 0 picco all’inizio della pioggia, r = 1 picco
alla fine della pioggia). Vari autori suggeriscono valori di r fra 0.35 e 0.40;
talvolta si pone r = 0.5 per semplicità di calcolo.
Lo ietogramma Chicago ha equazione:
i(t)
n−1
rtp − t
i(t) = na t < rtp (prima del picco)
r
n−1
t − rtp rtp
t
i(t) = na t > rtp (dopo il picco) tp
1−r
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Ragguaglio all’area: coefficienti di riduzione ARF (I)
La precipitazione presenta, oltre che una variabilità temporale, anche una
variabilità spaziale. In particolare si osserva che gli eventi di precipitazione
mostrano una (o più) zone di intensa attività meteorica (centro di scroscio): la
precipitazione diminuisce quanto più ci si allontana dal centro di scroscio.
Per tenere conto (mediando) di questa variabilità spaziale della precipitazione,
possiamo introdurre un coefficiente di riduzione (ragguaglio) all’area (Areal
Reduction Factor):
hr (τ, A)
ARF = <1
h(τ )
h(τ ) = altezza di precipitazione (puntuale) nel centro di scroscio, in genere
dedotta dalle curve di possibilità pluviometrica
hr (τ, A) = altezza di precipitazione ragguagliata (mediata) su un’area A che
contiene il centro di scroscio (hr (τ, A) < h(τ )).
L’ipotesi implicitamente assunta è che il centro di scroscio fosse localizzato in
prossimità del pluviometro quando questo ha misurato i massimi annui di
precipitazione utilizzati poi per ricavare le curve di possibilità pluviometrica.
NOTA: Il ragguaglio all’area non si effettua per aree minori di 1 km2 .
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Ragguaglio all’area: coefficienti di riduzione ARF (II)
f1 = 0.0394A0.354
f2 = 0.4 − 0.0208 ln(4.6 − ln A) A < 20km2
f2 = 0.4 − 0.003832(4.6 − ln A)2 20km2 < A < 100km2
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Ragguaglio all’area: modifica parametri delle curve di
possibilità pluviometrica
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Valutazione delle perdite
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Perdite: Metodo percentuale - I
Il metodo percentuale assume le perdite proporzionali all’intensità di pioggia:
in (t) = ϕi(t)
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Perdite: Metodo percentuale - III
Alcune formule forniscono il valore del coefficiente di afflusso ϕ in funzione
dell’aliquota Im delle aree impermeabili (Am ) del bacino effettivamente connesse
alla rete di drenaggio.
Posto A = area totale del bacino, definiamo Im = Am /A.
Wisner & P’ng (1983):
ϕ = 0.2(1 − Im ) + 0.9Im
contribuisce al deflusso solo il 20% della pioggia che cade sulle superfici
permeabili ed il 90% di quella che cade su superfici impermeabil.
Il gruppo italiano di ”Deflussi Urbani” ha recentemente proposto (1997)
una formula di struttura analoga, ma meglio calibrata, valida per Im > 0.3:
ϕ = ϕperm (1 − Im ) + ϕimp Im
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Perdite per ritenzione nelle depressioni superficiali
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