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ASSUNZIONE DELLA SACRA VERGINE

Ap 11, 19a;12, 1-6a.10ab; Sale 44, 10bc.11-12.15b-16; 1Cor 15, 20-27; Lc 1, 39-56

1. “Vergine che il Sole più pura; gloria dei mortali, luce del cielo; in cui la pietà è
come l'altezza: gli occhi rivolgi al suolo, e guarda un miserabile in duro carcere, circondato
di tenebre e tristezza”.

Oggi è il giorno in cui tutta la Chiesa celebra il trionfo della Prima Redenta, il primo
fiore della Redenzione di Cristo, il primo frutto di tutta l'impresa della salvezza di nostro
Signore che fu sua Madre Santissima.

Il giorno di oggi è tanto glorioso per la nostra Madre del Cielo, che quasi ci
scoraggeremmo volendo esprimere degnamente le nostre lodi per questo gran evento. Gli
stessi Santi Padri ce lo notano: “Non esiste mortale che possa lodare degnamente il transito
della Madre di Dio” (San Giovanni Damasceno). E Sant’Agostino: “Che cosa siamo noi,
che azioni sono le nostre, affinché la lodiamo, quando benché tutte le parti del nostro corpo
si trasformassero in lingue, non saremmo sufficienti per innalzarla”. È più alta del cielo
QuLei di chi parliamo, e più bassi dell'abisso quelli che cerchiamo di lodarla.” Come
potremo dire abbastanza sulle grandezze di Maria in questo giorno tanto glorioso? Lei è il
tempio di Dio, la fonte bollata, la porta chiusa del Signore. Alla sua anima scese lo Spirito
Santo e l'Eccelso la riempì della sua forza. Lei è Immacolata nella sua Concezione, Vergine
pura, e fecondissima nel suo parto. Diede a luce allo stesso autore della luce e della vita,
preparando al mondo la straordinaria vittoria della Redenzione, e perciò, con troppa ragione
esce da questo mondo incoronata di allori e circondata di angeli.

Come lodarla sufficientemente in questo giorno di vittoria tanto glorioso per Lei?
Come torna a dire Sant’Agostino: “Ti chiamerò cielo? Tu sei più in alto del cielo. Madre
degli uomini? È poco per te che fosti Madre di Dio. Figura di Dio? Lo sei molto degna.
Regina degli angeli? Lo dimostri molto bene! Che cosa dirò, dunque, degno di te, che cosa
riferirò, essendo la lingua umana incapace di narrare le tue virtù? No, la lingua non può
esprimere quello che lo spirito proferisce fervorosamente nell'interno”.

Nonostante, dopo queste lapidarie sentenze, sono loro stessi quelli che ci
incoraggiano, dicendo: “Tuttavia, essendo gradevole a Dio quanto ridondi in onore di sua
Madre, e compiacendo a questa quanto sia dare gusto a suo Figlio, compiamo il debito di
lodare Maria, che quanto più si paga, più cresce. Che Lei stessa ci sia propizia”.

2. Oggi finisce il suo passo per questa terra la nuova Madre che riparò le stragi della
prima Madre: Maria che riparò i danni di Eva. La prima donna portò al mondo la condanna
per il genere umano; la Madre di nostro Signore portò al mondo la Salvezza. Eva,
peccatrice; Maria, piena di grazia. Per Eva entrò la morte e l'oscurità nel mondo, e per Maria
entrò la vita e la luce in esso. Eva ed Ave, un gioco di parole, che esprime una profonda
realtà.

Dio lanciò dal paradiso ai primi genitori, perché disubbidirono. Ed ora? Non riceverà
il paradiso a colei che respinse ogni peccato e diede solo frutti di obbedienza, insegnando la
vita al genere umano? Non aprirà il cielo le sue frontiere e spalancherà le sue porte, affinché
Lei faccia la sua entrata? Eva ascoltò al serpente ingannatrice, e lusingati i suoi sensi portò
con sé la sentenza di amarezza e di dolore nel parto. Oserà il serpente divorare Maria che,
sottomessa a Dio, concepì senza diletto, né per opera di uomo, ma per opera dello Spirito
Santo?

Chi potrà mai immaginare che gloriosa andrebbe oggi la Regina del mondo, e con
quanto affetto di devozione uscirebbe al suo incontro tutta la moltitudine dagli eserciti
celestiali? Con che cantici sarebbe accompagnata fino al trono di gloria, con che espressione
tanto gioiosa; con che allegria sarebbe ricevuta dal Signore e innalzata su ogni creatura...,
con l'amore che una Madre tanto sublime meritava, e quella gloria che era degna di tanto
grande Figlio?

3. Noi possiamo approfittarci di questa festa nella Maria salì al cielo, per sapere come
dobbiamo essere preparati noi, quando ci arrivi il momento di lasciare anche questa terra,
questa valle di lacrime.

Conveniamo che comunemente sono tre cose quelle che fanno amara la morte per
una persona: l'attaccamento alla terra, il rimorso dei peccati e l'incertezza della salvezza.
Tuttavia, l'Assunzione di Maria fu del tutto esente di queste amarezze, ed invece, molto al
contrario, accompagnata da tre ammirabili privilegi che la fecero molto dolce e preziosa.

In primo luogo, l'attaccamento ai beni terreni ci fa amara e miserabile la morte. Ma


per i Santi, che muoiono staccati dalle cose del mondo, invece di esserli amareggia la morte,
li è dolce e soave. Quelle anime passano all'eternità trovandosi già staccate e come morte a
tutti gli affetti delle cose terrene. E che anima più staccata del mondo e più unita a Dio che
la Santissima Vergine? Maria visse staccata dai beni e dagli affetti, e solamente unita a Dio.
Pertanto, non le era amara la morte, bensì molto dolce e gradevole, perché l'univa più
strettamente a Dio nel posto eterno del cielo.

In secondo posto, quello che fa preziosa la morte dei santi è la pace delle loro
coscienze. I peccati commessi in vita sono quei vermi che più affliggono e rodono il cuore
degli infelici peccatori moribondi, i quali dovendo presentarsi alla brevità davanti al
tribunale divino, si vedono circondati in quei momenti dei loro peccati, che li atterriscono e
come dice San Bernardo, esclamano intorno loro: “Siamo opere tue, non ti
abbandoneremo”. Maria Santissima non potè essere certamente afflitta nell'ora della sua
morte per nessun rimorso di coscienza, perché Lei fu sempre santa, sempre pura e sempre
esente di ogni ombra di colpa attuale ed originale, come lo esprime la Sacra Scrittura: Tu sei
tutta bella, e in te non c'è macchia alcuna. Quando arrivò il momento di lasciare questo
mondo, la Santissima Vergine si vide senza dubbio circondata di tutte le virtù della sua
bellissima anima, che le causarono gran consolazione, tranquillità ed allegria.

In terzo posto, la certezza della salvezza eterna dolcifica la morte. Come tutti
sappiamo, la morte è il passo di questa vita breve, temporale, caduca, alla vita eterna,
duratura, che non avrà fine. Perciò, così come è molto grande la paura di coloro che
muoiono incerti della sua salvezza e si avvicinano al momento supremo con giusta paura di
passare ad una morte eterna; così, al contrario, è molto grande l'allegria dei Santi nel fine
della loro vita, perché possiedono la speranza quasi certa di entrare nella gloria per sempre.
Che allegria, quindi, non dovette sperimentare allora la Santissima Vergine vedendo che il
suo passo per questa terra arrivava alla sua fine, e che tornava a riunirsi in breve tempo con
suo Figlio Santissimo nella Gloria di Dio? Chi è Questa che sale per il deserto, come una
colonna di fumo, formata di profumi, di mirra e di incenso e di ogni tipo di aromi? È la
Santissima Vergine che si alza verso la dimora eterna di Dio, verso la casa celestiale del suo
Creatore, di suo Figlio, di suo Sposo.

4. Perciò, pieni di gioia in un giorno di festa tanto grande, chiediamo alla Santissima
Vergine che ci assista sempre, e molto specialmente, quando sia il nostro momento di
lasciare questa terra e passare per la porta della morte. Come preghiamo nell'Ave Maria: ora
e nell'ora della nostra morte. Che in quell'ora Lei stia al nostro lato, e sia il nostro scudo, la
nostra difesa, ed il nostro passaporto sicuro. Della nostra parte, prepariamoci ad ogni istante
per quel momento, sapendo che ognuno muore come ha vissuto. Non ci sono misteri, non ci
sono ragioni nascoste: si muore come si è vissuto. Viviamo allora sempre vicini a Cristo e a
Maria Santissima, cerchiamo di servirli ad ogni istante con tutte le nostre opere ed il nostro
cuore intero, e così saremo sicuri che non ci mancherà protezione quando ci troveremo
definitivamente davanti alle porte dell'ineludibile eternità.

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