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FULTO N J. SHEEN
IL CAL V ARlO
E LA MESSA
BIBLIOTECA SEMINARIO
SA.1'-.J" VITALIAJ'JO PAPA
BIBUOTECA
Seminario di Torino
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RICHTER
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Nihil obstat:
ARTHUR
J.
ScANLAN,
S.T.D.
Censor Librorum
IL CALVARlO E LA MESSA
Imprimatur:
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FULTON
J. SHEEN
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IN
FILOSOFIA
NELL UNIVERSITA
NELL~UNIVERSITl
CATTOLICA
DI
LOVANIO
D~ AMERICA
.
LA PACE DELL'ANIMA
LA FELICITA. DEL CUORE
COMUNISMO E COSCIENZA DELL'QCCIDENTE
TRE PER S:POSARSI
IL PRIMO AMORE DEL MONDO
LA FILOSOFIA DEL)A RELIGIONE
IL CALVARIO
E LA M'ESSA
RICHTER
PROPRIETA. INTELLETTUALE
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
COPYRIGHT 1958 BY EDIZIONI RICHTER
DEDICATO
CON FILIALE AFFETTO E
GRATITUDINE
MARIA
MADRE DEI SACERDOTI
DEL
SUO DIVIN FIGLIUOLO
STAMPATO IN ITALIA
.,
IN DICE
PROLOGO
Il Calvaria e la Messa
pag. 15
PARTE PRIMA
Il Confiteor
))
25
))
33
))
41
))
51
PARTE SECONDA
L'O:ffertorio
PARTE TERZA
Il Sanctus .
PARTE QUARTA
La Consacrazione .
PARTE QUINTA
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La Comunione
PARTE SESTA
71
PARTE SETTIMA
L'Ultimo Vangelo .
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))
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PROLOGO
15
IL CALVARIO E LA MESSA
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P:fiOLOGO
mon;e.. Lev~to poi il calice del vino, disse: Que.sto, e il mw sangue del nuovo testamento, che
s~ra sparso per molti in remissione dei peccati. "
SICche, ne1 simbolo incruento della spartizione
del Sangue dal Corpo, mediante la consacrazione sepa~ata. del Pane e del Vino, Cristo, al cospetto dr Dw e degli ubmini, S'impegno a morire, .e configura la Sua Morte, .che sarebbe avvenut~ alle tre del pomeriggio seguente 0 Egli Si
offnva come una Vittima da immolare e affinche gli uomini non dimenticassero mai ~he' cc nessuno ~a un a~ore piu grande di questa, di uno
ch~ dra. la vrta per i suoi amici , diede alla
~hiesa il .comandamento Divino: a Fate questo
.
m memona di me.
. 11 giom? dopo, quel che aveva prefigurato e
srmboleggrato venue da Lui tradotto in realta ,
."' La morte ci vieri p;resentata simbolicamente,
medrante codesta sacmmentale sepaTazione del Sangue
?al Corpo; ma, ad tempo s.tesso, la morte e gia sta.ta data
m pelflo a Dio per I'interezza del suo valore, nonche
:t;>eT l ~ter~ della sua temibile realta, atJhmV'el'SIO
1 ~pressr-:o lingu.aggi~ del Sacro Sitnbolo. ll prezzo
der nosm peocruti sa~:a pagato sui Calvano ma qui Ia
respon~abilita viene assunta daJ nostro Redentore, e
co~vahdata . dal Suo S:a ngue stesso. , (Maurice de Ja
Tarll.e, S. ]., La _Pede Cattolica nella Santa Eucarestia).
Cnsto n~n o~n due sacrific~ distinti e completi, uno
nel Ce~aco~o, laltro swl Ca~vano. Ci fu un sacrilicio dur~nte I Ul~rma Cena, ma fu il sacrifido della Reden'z~one; e ~r ~u un sacrificio sulla Croce, rna fu ill medesrmo s.acrificro continuato e completato. La Cena e Ia
C:roce costitu~ono un unico completo sacrificio. (Maunce de la Tar1le, S. ]., Il Mistero della Fede e l'Opinione
Umana).
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PROLOOO
allorche fu crocifisso tra due ladri e il Suo Sangue sgocciolo dal Suo Corpo per la redenzione
del mondo.
_
La Chiesa fondata da Cristo non ha soltanto custodito il Verba da Lui pronunziato e i miracoli da Lui compiuti: ha anche obbedito alle
Sue parole: u Fate questo in memoria di me.
E l'azione mediante la quale noi ripetiamo la
Sua Morte sulla Croce e il Sacrificio della Messa, in cui commemoriamo cio ch'Egli fece durante !'Ultima Cena quando prefiguro la Propria
Passione 0
Sicche per noi I a Messa il coronamento del
culto cristiano. Un pulpito dal quale vengano ripetute le parole di N ostro Signore non ci unisce
a Lui; un cora nel quale vengano cantati sentinienti soavi non ci conduce pili vicino alla Sua
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PROLOGO
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PROLOGO
IL CALVARlO E LA MESSA
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IL CALVARlO E LA MESSA
IL CONFITEOR
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lL CALVAIUO E LA
~iESSA
portare la Sua sofferenza. L' am ore incarnato dimentica le ingiurie, dimentica le sofferenze, e
in quell' ora di assorta agonia rivela in certa misura 1' altezza; la profondita e 1' ampiezza dello
stupendo amor di Dio, in quanto recita il Suo
Confiteor: cc Padre, perdona lora, perche non
non sanno quel che fanno. n
Egli non disse Perdonami n, rna Perdona
loro n. Il mom en to della morte era certamente
il piu adatto a produrre la confessione dei peccati, perche nelle ultime, solenni ore la coscienza afferma la propria autorita; e, nondimeno, non
un solo sospiro di penitenza fuggi dalle Sue labbra. Egli Si era associate ai peccatori, non mai
)(.al peccato. In morte come in vita. nbn ebbe mai
' coscienza d' esser venuto meno, neanche per una
volta, al Suo compito verso il Padre Suo Celeste. E perche? Perche un uomo senza peccato
nori e soltanto un uomo: e piu d'uri uomo. Noi
ricaviamo : le nostre preghiere dalle profondita
della nostra consapevolezZ'a di peccatori: Egli
i'icavo n Suo silenzio dalla Sua intrinseca innocenza. La sola parJla Perdona basta a pro"
vare che Egli e il Figlio di Dio.
Si osservi il motivo in base al quale Egli chiese al Padre Suo Celeste di perdonarci: Perche
non sanno quel che fanno. n Quando qualcuno
c'in:sulta, o Ci biasima ingi:ustamente, noi diciamo: << Avrebbe dovuto informarsi i:neglio. , Ma
quando pecchiamo contro Dio, Egli trova una
giustificazione che ci valga il per dono : la nostra
ignoranza. .
IL CONFITEOR
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IL CALVARIO E LA MESSA
IL CONFITEOR
Queste parole, e che cio s'incida profondamente nelle nostre anime, non costituiscono una
scusa per continuare a peccare, bensi un motivo
di contrizione - e di penitenza. II perdono non
nega il peccato. Nostro Signore non nega la tremenda realta del peccato, ed e qui appunto che
il mondo moderno si sbaglia. Esso spiega il peccato a questa modo: lo attribuisce a una decadenza nel processo di evoluzione, a una sopravvivenza di antichi tabu; lo identifica con la verbosita psicologica:
In altre parole, il mondo moderno nega il peccato. Nostro Signore ci rammenta che esso e la
)pili atroce di tutte le realta. Altrimenti, perche
crocifigge l'Innocenza? Perche sparge sangue innocente? Perche e associate con condizioni terribili come la cecita, il compromesso, la codardia, l'odio e la crudelta? Perche evade dal regno dell'impersonale e si afferma nel segno della personalita inchiodando l'Innocenza a un patibolo? Cose, queste, che un'astrazione non puo
fare. Ma puo farle il peccatore.
Ecco perche Lui, Che amo gli uomini fin in
punta di morte, permise al peccato di sfogare la
sua vendetta su di Lui, ond'essi potessero, una
volta per sempre, intenderne l'errore che si esprimeva nella crocifissione di Lui Che li aveva,
pili d'ogni altro, amati.
Qui il peccato non viene negato, rna, per
quanta orrendo sia, la Vittima perdona. In quella sola e medesima occasione, c'e il segno della
pili assoluta depravazione e il sigillo del perdono
Divino. Da allora in poi, nessun uomo puo guar-
Chi perdona e appunto la Vittima che ha sofferto: e in codesta combinazione di una Vittima
cos! umanamente bella, cosi divinamente amorevole, cos! assolutamente innbcente, troviamo un
Grande Crimine e un ancor Pili Grande Perdono.
I peggiori peccatori possono rifugiarsi sotto la
protezion.e del Sangue di Cristo, perche questo
Sangue ha il potere di deviare le acque della
vendetta che minacciano di sommergere il
mondo.
II mondo vi dara una spiegazione del peccato, rna soltanto sul Calvaria sperimenterete la
Divina contraddizione del peccato perdonato. Il
supremo e Divino amore che si sacrifica sulla
Croce trasforma l' atto pili peccaminoso nell' azione pili nobile e nella preghiera pili dolce che
mai il mondo abbia vista o udita, vogliamo dire
il Confiteor di Cristo: it Padre, perdona loro,
perche non sanno quel che fanno.
La parola Perdona , che risuono dalla Croce in quel giorno in cui il peccato assurse alia
pienezza della sua forma e indi cadde sconfitto
dall'Amore, non mori con la sua eco. Non era
trascorso molto tempo dal giorno in cui quello
stesso misericordioso Salvatore aveva provveduto a prolungare il perdono attraverso lo spazio
ed il tempo, fino alia consumazione dei secoli.
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Radunando intorno a Se il nucleo della Sua Chiesa, aveva detto agli Apostoli: << Perdonati saranno i peccati di coloro ai qua:li voi perdone~
rete."
Sicche oggi, in qualche sito del inondo, i successori degli Apostoli hanna il potere di perdonare. Non dobbiamo chiedere: << Ma come puo
l'uomo perdonare i peccati? ", in quanta l'uomo
non puo perdonare i peccati. Dio, invece, puo
perdonare i peccati attraverso l'uomo, giacche
appunto questo e stato il modo in cui Egli ha
perdonato ai Suoi crocifissori, in altri termini
attraverso la fun.zionalita della Sua natura
urn ana.
Perche dunque non e logico aspettarsi ch'Egli
continui a perdonare i peccati attraverso altre
nature umane cui ha conferito tale potere? E
dove si trovano queste nature umane?
Conoscete certamente la storia della scatola
che per lungo tempo fu trascurata e perfin volta in ridicolo perche creduta priva di valore e
che poi, un giorno, fu aperta e vi si trovo il
gran cuore di un gigante. In ogni chiesa cattolica esiste questa scatola: noi la chiamiamo confessionale. Vien trascurata e me3sa in ridicolo
da parecdhia gente, rna in essa appunto si trova
il Sacra Cuore del perdonante Cristo Che perdona ai peccatori mediante la mana sollevata
del Suo sacerdote, cos come, una volta, Egli
ha perdonato mediimte le Proprie mani sollevate
sulla Croce. Non c'e che un perdono: il Perdono 11
di Dio. Non c'e che un perdona : il Perdona di tin eterno Atto Divino con cui veniamo II
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IL CONFITEOR
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'::'':
:i noi a -produrgliele. Dal che puo salvarci il Confiteor, perche in tal modo ammettiamo di aver
.qualcosa da farci perdonare - e piu di quanto
non sapremo mai.
Si narra di una monaca che, un giomo, mentre era intenta, nella -cappella, a spolverare una
statuetta del N ostro Signore Benedetto, la fece
involontariamente cadere per terra, la raccolse,
illesa, la bacio e la rimise al suo posto dicendo:
Se non fossi caduta, non avresti ricevuto questa. '' Mi chiedo se il Nostro Signor Benedetto
non la pensi allo stesso modo nei nostri confronti, poiche, se non avessimo mai peccato, non potremmo mai chiamarlo Salvatore ''.
pARTE
L'OFFERTORIO
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SECONDA
Questo
e adesso
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gettato nel fuoco si trasforma in una cosa splendente e ardente, cos:l l'anima nera di quel ladro, gettata nelle .fiamme della Croci.fissione, arse d'amore per il Sacro Cuore.
Mentre il ladro di sinistra diceva Se tu sei
il Cristo, salva te stesso e noi , il ladro pentito
lo riprese e disse: Neppure tu temi Dio, tu
che ti trovi qui a subire lo stesso supplizio? Per
noi, esso e giustizia, perche noi riceviamo la pena dei nostri delitti, rna lui non ha fatto nulla
di male. , Questo stesso ladro invoco poi, non
gia di ottenere un posto fra i seggi dei potenti,
rna soltanto di non essere dimenticato: Signore, ricordati di me, quando sarai giunto nel tuo
regno. ,
Tanta afflizione e tanta fede non devono rimanere senza ricompensa. ,Mentre il potere di Roma non era riuscito a farLo parlare, mentre i
Suoi amici credevano che tutto fosse perduto e
i Suoi nemici credevano che tutto fosse guada~
1 gnato, Nostro Signore ruppe il silenzio. Da aci cusato, divenne Giudice: da crocifisso, divenne
il Divino Assessore delle anime, allorche al ladro
pentito disse con voce squillante: '' Oggi sarai
meco in paradiso. '' Oggi: cioe quando hai recitato la tua prima ed ultima preghiera; oggi
sarai meco: e dove sono io, iV'i e il paradiso.
Con queste parole Nostro Signore, Che al Padre Suo Celeste offriva Se Stesso sotto la specie
della grande Ostia, unisce adesso a Se, sulla pateria della Croce, la prima piccola ostia che sia
mai stata offerta durante la Messa: !'ostia del
ladro
penitente, un tizzone sottratto al fuoco, un
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L'OFFERTORIO
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L' OFFERTORIO
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IL CALVARIO E LA MESSA
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L'OFFERTORIO
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PARTE TERZA
IL SANCTUS
Cinque giorni prima, il Nostro Signor Benedetto era entrato trionfalmente nella citta di Gerusalemme: grida trionfali erano riruonate ai
Suoi oreochi e rami di palme erano stati sparsi
a:l Suo passaggio, mentre 1'aria echeggiava d'i
osanna al Figlio di Davide e di lodi al Santissimo d'Israele. A colora che volevano soffocare
la dimostrazione organizzata in Suo onore, No- ~
stro Signore rammento che se la folia si fosse
taciuta, perfino le pietre avrebbero gridato. Fu
l'atto di nascita delle cattedrali gotiche.
Quelli che Lo acclamavano non sapevano )
propriamente perche Lo chiamavano santissimo,
e neppure capivano perche Egli accettasse il
tributo delle loro lodi. Credevano di proclamare
in Lui una sorta di re terreno. Ma Egli accetto )
la loro accoglienza percM era sul punto di diventare il Re di un impero spirituale. Accetta
i loro tributi, i loro osanna, i loro inni di lode \\
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perche stava andando alia Sua Croce in qualita ~ '' \
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IL CALVARIO E LA
IL SANCTUS
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affetto. Nostro Signore aveva gradatamente alienato n, diciamo, i Suoi sentimenti affettivi
dalla Madre Sua, non nel senso ch'ella doveva
amarLo meno, o ch'Egli dovesse amarla meno, ' ->:rna solo nel senso ch' ella doveva amarci di piu. \( I
Ella doveva staccarsi dalla maternita nella carne, solo per approfondire una maggiore materni- 1
ta nello spinto. Di qui la parola cc Donna n. Ella
doveva fare di noi degli altri Cristi, percM, come Maria aveva allevato il Santo di Dio, soltanto cosf poteva allevarci quali santi in funzione
cl,i Dio, degni di dire Sanctus,. Sanctus, Sanctus
nella Messa di quel Calvaria prolungato.
La storia della preparazione alla sua parte di
Madre del Corpo Mistico di Cristo viene narrata in tre scene della vita del suo Divin Figliuolo, 3-(! ~cen ..
oiascuna delle quali implica la lezione che il )
Calvaria stesso ebbe a rivelare: e cioe ch'ella
er-a chiamata ad essere non soltanto la Madre di
Dio rna anche la_Madre degli uomiri.i: non soltanto 1-a Madre dei Santi rna anche la Madre di
tutti quanti aspirassero ad esser santi.
La prima scena si svolse nel Tempio dove g
Maria e Giuseppe trovarono Gesu dopo tre giorni di ricerca. La Madre Benedetta Gli fa presente quanto fossero stati contristati durante la
lunga ricerca, ed Egli risponde: cc Non sapete
che io devo attendere a cio che riguarda il Padre
mio? n I1 che equivale a dire: cc Madre, ho altre faccende oltre a quelle concernenti la bottega di falegname. Il Padre Mio Mi ha mandato
in questo mondo per assolvere il supremo compito della Redenzione, ossia per ~are di tutti gli
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IL SANCI1JS
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IL SANGrUS
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Iarmente ascoltato da N ostr~~i o VIenX partico- .
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PARTE QUARTA
LA CONSAGRAZIONE
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IL CALVARIO E LA :MESSA
LA CONSACRAZIONE
.,
stenza di Dio; l'isolamento dell'uomo che baratta la fede con le cose terrene, e la disperaiione
di tutti i peccatori che, perche senza Dio, avvertono un senso di nostalgia. Giunse perfino a redimere tutti quelli che si rifiutarono di credere,
quelli che nella sofferenza e nell'infelicita bestemmiano e abbandonano Dio, esclamando :
a Perche questa morte? Perche devo perdere i
miei beni? Perche devo soffrire? ll . Espio tutte
queste case, rivolgendo un " Perche a Dh
Ma per meglio rivelare l'i.ntensita di que! sen.- \
so di ll!bbandono, la manifesto con un segno esterno. Poiche l'uomo si era separato da Dio,
Lui, nel corso d~ll'espiazione, permise al Suo
Sangue di separarSi dal Suo Corpo. Il peccato
era penetrato nel sangue dell'uomo; e, come se
Egli fosse responsabile dei peccati del mondo,
vuoto del Suo Sacra Sangue il calice del Suo
Corpo. Possiamo quasi udirLo mentre die~:
a Padre, questo e il Mio Corpo, e questo e il ~
Mio Sangue. Essi si separano l'un dall'altro, come l'umanita si e separata da Te. Tal'e la consacrazione della Mia Croce. ,,
Cio ohe, quel giorno, accadde sulla Croce
accade adesso nella Messa, con questa differenza: sulla Croce il Salvatore era solo, nella )' ).,e.o ---~_ -.
Messa e con noi. Egli, dunque, non puo mai piu I ~ to'<' "0. \
soffrire nella Sua natura umana: come puo allora la Messa essere la ripetizione del Calvaria?
Come puo Cristo rinnovare la Croce? Egli non ~
puo tornare a soffrire nella Sua natura umana,
che e nei cieli ove fruisce della beatitudine, rna \
puo torn-are a soffrire nelle nostre nature umane.
~.
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Non puo rinnovare il Cal'vario nel Suo corpo fisico, rna puo rinnovarlo nel Suo gorpo M istico:
r la Chiesa. Il Sacrificio della Croce puo ripetersi
t a condizione che noi diamo a L. ui il nostro cor(1/ po e il nostro sangue, e cos! completamente col m'Egli ha dato il Suo 1Corpo e il Suo Sangue,
ond'Egli possa offrirSi di nuovo al Suo Padre
Celeste per la redenzione del Suo Corpo Mistico: la Chiesa.
Cos! il Cristo va nel mondo raccogliendo altre nature umane che vogliono essere altrettanti
Cristi. Affinche i nostri sacrifici, le riostre sofferenze, i nostri Oolgota, le nostre crocifissioni,
non abbiano a essere isolati, disgiunti, sconnessi, la Chiesa li mette insieme, li raccoglie, li unifica, li fonde, li ammassa, e questo ammasso di
tutti i nostri sacrifici delle nostre umane nature
individuali si unisce nella Messa al Grande Sa---------- crificio di Cristo sulla Croce.
Quando assistiamo alia Messa, noi non siamo
soltanto individui terreni o unita solitarie, rna
parti viventi di un grande ordine spirituale nel
quale l'Infinito penetra e avviluppa..-il finito, l'Eterno irrompe nel temporale, e lo spirituale si
veste di materialita. Non v'e sulla terra di Dio
niente di piu solenne del terribile momenta della Consacrazione, perche la Messa non e una
preghiera, ne un inno, ne alcunche di recitato, .
bens1 un Atto Divino con cui veniamo a contatto in un determinato momenta.
Un esempio, sia pure imperfetto, puo esser
dato dalla radio. L'aria e piena di sinfonie e discorsi; noi non vi mettiamo ne parole ne musica,
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LA CONSACRAZIONE
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IL CALVARIO E LA MESSA
- voi, tutti voi - dateMi il vostro corpo, dateMi il vostro sangue. DateMi tutto di voil Io
( non posso soffrire piu. Son passato attraverso la
Mia Croce, ho vissuto le sofferenze del Mio
corpo fisico, rna non ho vissuto le sofferenze di
cui ha bisogno il Mio Corpo Mistico, di cui voi
fate parte. ta Messa e il momento in cui ciascuno di voi puo adempiere alia lettera la Mia
ingiunzione: 'Prendete la vostra croce e seguitemi'.
Su:Ua Croce il N ostro Signor Benedetto guardava a voi, sperando che, un giorno, Gli avreste
dato voi stessi nel momento della corisacrazione:
oggi, nella Messa, tale speranza, dal Nostro Signor Benedetto corrcepita nei vostri confronti,
si traduce in realta. Quando aS'si!stete alia Messa,
Egli Si aspetta il dono effettivo del vostro essere.
. Giunto il momento della consacrazione, il sacerdote, in obhedienza alla parola di Nostro Signore, Fate questo in memoria di me ,. prende il pane e dice: ({ Questo e il mio corpo ; poi
leva il calice del vino e dice: Questo e il calice
del mio sangue e del nuovo ed eterno testamento. Non consacra contempor.aneamente il pane
ed il vino, rna separatamente. La consacrazione
in due tempi del pane e del vino e la rappresentazione simholica della separazione del corpo
dal sangue, e, giacche la Crocifbsione ci ha le1
. )gato in eredita questo mistero, il Calvario si ripete quindi sui nostro altare. Ma, come abbiamo detto, Oisto non e solo, sul nostro altare:
con Lui siamo noi. Onde le parole della consa-
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LA CONSACRAZIONE
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LA CONSACRAZIONE
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PARTE QUINTA
LA OOMUNIONE
Ho sete.
n -
11 N ostro Signor Benedetto giunge alia comunione della Sua Messa quando dalle profondita
del Sacro Cuore scaturisce il grido: Ho sete.
Non aveva Egli, certamente, sete di acqua, perohe Sua e la terra e tutto quanto essa contiene;
ne aveva sete di alcuna deLle rinfrescanti bevande terrene, perche aveva placato la furia
prorompente dei mari. Quando gli avevano offerto da bere, non aveva accettato. Di ben altro
genere era la sete che Lo torturava: era ass etato delle anime e dei cuori degli uomini.
' Era un grido di comunione, quello: rultimo
d'una lunga serie degli appelli pastorali di Dio
ana ricerca degli uomini. 11 fatto stesso che si
manifestava con la piu atroce di tutte le sofferenze umane, ossia con la sete, clava la misura
della sua profondita ed intensita. Gli uomini
possono aver fame di Dio, ma Dio ha sete degli
uomini. Egli aveva avuto sete dell'uomo nella
Creazione quando lo aveva chiamato a spartire
con Lui Ia divinita nel giardino del Paradiso;
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LA COMUNIONE
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IL CALVABJO E LA
Comunione, pertanto, non implica :wlo una a ricezione rna an~-donazione , . Non si
puo ascendere a una v1ta superiore se prima non
si sia mortf a una vita inferiore. La Domenica
\ di Pasqua non presuppone forse il Venerdi Santo? Forse che ogni amore non implica una donazione reciproca, donde consegue una conquista
reciproca? Cio ammesso, non dovrebbe forse la
balaustrata della Comunione essere un luogo di
scambio, invece che un luogo di e.>clusiva rice~
zione? Forse che la Vita e soltanto quella che
passa da Cristo a noi, e non gia anche l'inverso?
Dobbiamo vuotare il calice, e non contribuire in
alcun modo a riempirlo? Dobbiamo ricevere il
pane senza fornire il grano da macinare, dobbiamo ricevere il vino e non dare i grappoli da vendemmiare? Se durante tutta la nostra vita ci limitassimo ad andare alla Comunione per rice'
vere la Vita Divina e portarcela via senza dar
1
1 nulla in cambia, saremmo i parassiti del Corpo
Mistico di Cristo.
L'ingiunzione di Paolo ci invita a colmare il
nostro corpo delle sofferenze occorrenti alla Pa.>sione di Cristo. Alla mensa eucaristica noi dobbiamo quindi portare uno spirito di sacrificio:
dobbiamo portare la mortificazione della parte
pili indegna di noi, le croci pazientemente sopportate, la crocifissione del nostro egotismo, la
morte della nostra concupiscenza, e perfino la
difficolta con cui ci avviciniamo alla Comunione. Allora la Comunione diventa quale si e sem\\ pre intesa che fos.>e, cioe un commercia tra Cri1 sto e l'anima, nel quale noi diamo la Sua Marte
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LA
~ESSA
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CO~UNIONE
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LA COMUNIONE
Ed e appunto questa che fa dell'uomo un cosi gran mistero! Perche l'uomo dev'essere amato
non e un mister a: il grande mistero e perche egli
non debba amare a sua volta. Perche Nostro Signore dev'essere il Grande Non-Amato? Perche
!'Amore non dev'essere amato? Perche, insomma, ogni volta ch'Egli dice: " Ho sete n, noi
Gli diamo aceta e fiele?
69
PARTE SESTA
L'
E finito.
Il Nostro Salvator Benedetto giunge adesso all Ite, missa est della Sua Messa, mentre prorompe nel grido di trionfo: '' E finito. >>
Finita e l'opera di salvazione, rna quando ha
avuto inizio? Ha avuto inizio nella non-eta del- \
h eternita, allorche Dio valle creare l'uomo.
Fin dall'inizio del mondo c' era una Divina
lmpazienza a restituire l'uomo alle braccia di j
Dio.
Nei cieli il Verba era impaziente d'essere
l' Agnello sgozzato fin dall' inizio del mondo n
Era impaziente nei modelli e simboli profetici,
mentre il Suo viso . agonizzante veniva riflesso
in centinaia di specchi punteggianti l'intera storia dell'Antico Testamento. Era impaziente di
essere effettivamente l'lsacco che trasporta la
legna del Suo sacrificio in obbedienza agli ordini del Suo Celeste Abramo. Era impaziente
di tradurre in realta il mistico simbolo dell'Agnello della Pasqua ebraica, che veniva ucciso
senza che un solo osso del suo corpo si rompes71
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IL CALVARIO E LA MESSA
se. Era impaziente d'essere il nuovo Abele, ucciso dai suoi invidiosi fratelli della stirpe di
Caino, onde il Suo Sangue potesse invocare il
perdono dal Cielo. Era impaziente nel grembo
materno, quando saluto il Suo precursore Giovanni. Era impaziente nella Circoncisione, quan{ do anticipo lo spargimento del Suo Sangue e ricevette il nome di a Salvatore . Era impaziente
a dodici anni, quando alla Madre rammento come Egli dovesse attendere alle cose del Padre
Suo. Era impaziente nella Sua vita pubblica,
quando disse che doveva essere ancora battezzato con un battesimo e che era angustiato finche esso non si compisse >> 0 Era impaziente
nel Getsemani, quando ricuso d'essere consolato
da dodici legioni di ange!i per arrossare le radici
degli ulivi col Suo Sangue. redentore. Era impaziente durante l'Ulti:ma Cena, quando anticipa
la separazione del Suo Corpo dal Suo Sangue
sotto l'apparenza del pane e del vino. E si accrebbe quindi l'impazienza allorche, alla fine
dell'Ultima Cena, si avvicino l'ora delle tenebre:
ed Egli canto. Fu la sola volta che canto: nel
momento in cui andava a morte.
11 mondo sarebbe rimasto indifferente se le
stelle si fossero infiammate di lruce, o le montagne si fossero erte come simboli di perplessita,
o i colli avessero pagato il loro tributo alle valli
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L'ULTIMO VANGELO
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L'ur;TI;MO VANGELO
IL CALVARlO E LA MESSA
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Gesu e gli disse: ' Maestro, noi sappiamo che sei venuto da parte di Dio, come un dottore,
perche nessuno puo fare i miracoli che tu fai, se Dio
non e con lui. ' Gesu gli rispose: ' In verita, in verita ti
dico che se uno non nasce di nuovo, non puo vedere il
regno di Dio. ' Nicodemo gli domando: 'Come mai puo
un uomo nascere, quando e vecchio? Puo forse entrare
una seconda vo1ta nel seno di sua madre e nascere di
nuovo? ' Gesu rispose: ' In verita, in verita ti dico
che se uno non rinasce dalfacqua e dallo Spirito Santo,
non puo entrare nel regno di Dio.' (N. d . T .)
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di notte a trovare
ad aver quindi firmato, nell'accettarlo o nel respingerlo, il mandata del suo destino eterno.
Come le vendite vengono registrate su un libro-cassa in vista del termine della nostra giornata commerciale, cos! i nostri pensieri, le nostre
parole e le nostre azioni vengono registrati in
vista del Giudizio finale. Ma se avremo vissuto
solo all'ombra della Croce, la morte non sara
una fine, rna il principia della vita eterna. lnvece che una separazione, sara un incontro; invece che una partenza, sara un arrivo; invece
che una fine, sara un Ultimo Vangelo : un ritorno al .princirpio. Quando una voce sussurrera:
( '' Devi dipartirti dalla terra , la voce del Padre
dira: cc Vieni a me, figlio mio. "
In questa mondo siamo stati mandati come
figli di Dio, per assistere al Santo Sacrificio
(
' \ della Messa. Dobbiam preri:der posto ai piedi
della Croce e, come quelli che ivi stettero il
prima giorno, verr'emo richiesti di far la nostra
dichiarazione di lealta. Iddio ei ha dato il grano e l'uva della vita, e noi, come quegli uomini
cui, nel Vangelo erano stat~ dati i talenti, dovremo dimostrare di saper ricambiare codesto dono
\ divino ~ .
L'UL'!'LMO VANGELO
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anche quel poco che non ha. E questa servo inutile gettatelo fuori, nelle tenebre: ivi sara pian to e stridor di
denti. , Dove il significato e chiarissimo quando si sottolinei la spiegazione del pad:rone ritomato dal via-ggio:
" Servo iniquo e inngardo, sapev:i cihe io mieto dove non
ho seminato e raccolgo dove non ho sparso: dovevi dunque portare il mio danaro ai banchieri, e al mio ritorno
avrei ritirato il mio con l'interesse. (N. d. T.)
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n.
CALVARIO E LA MESSA
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E ora che la Messa e finita, ed Egli ha raccomandato lo Spirito Suo a1 Padre, Si prepara,
Lui, a restituire il Suo Corpo alia . Madre Sua
Benedetta ai piedi della Croce. Ancora una volta, quindi, la fine sara il principia, perche .al
principia della Sua Vita terrena Egli Si e abbandonato, a Betlemm~, nel grembo di lei, e ora,
sui Calvaria, tornera ad abbandonarvisi.
La terra era stata crudele con Lui; i Suoi pie~
di -avevano inseguito Ia pecorella smarrita e noi
li . trafiggemmo col ferro ; le Sue mani avevano
distribuito il ~ane della vita eterna e noi le fiisammo con chiodi; le Sue lab-bra avevano pr~
riunziato la Verita e noi le sigillammo con la
polvere. Egli era venuto a darci Ia Vita e noi
sopprimemmo la Sua. Ma fu q uesta il nostro
error~ fatale, che in effetti non la sop'primemmo,
benSI tentammo soltanto di sopprimerla. Egli
vi rinunzio di Sua volonta. Gli Evangelisti, in- ~
fatti, non dicono mai ch'Egli mor:L Dicono: Rese lo spirito. Volontariamente, deliberatamente, &li abbandono la vita.
Non fu la morte ad avvicinarsi a Lui rna Lui \
ad avvicinarSi alia morte. Ecco perch6, all'approssimarsi della fine, il Salvatore ordina al partale della morte di spalancarsi ond'Egli pa.>sa
accedere alla presenza del Padre. II calice e stato gradatamente vuotato del prezioso vino rosso
della salvezza. Le rocce della terra aprono le 1
lora avide bocche per here, q uasi che siano piu
assetate della bevanda della salvezza che non :
gli aridi cuori degli uomini; la terra stessa e per- 1
corsa da un tremito di orrore perche gli uomini 1
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L'ULTIMO VANGELO
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IL CALVARlO E LA MESSA
u Quando questo calice si abbandona nel tuo
grembo, sembra quasi che sia totnato il tempo
di Betlemme, percM Egli di nuovo ti appartiene. Ma ' sembra' solamente, che in Betlemme
Egli era il calice il cui oro doveva subire la pro"va del fuoco; mentre adesso, sul Calvaria, Egli
e il calice il cui oro e passato attraverso i fuochi
del Golgota e del Calvaria. In Betlemme Egli
era bianco perohe proveniva dal Padre; adesso
e rosso perche proviene da noi. Ma tu sei sempre il Suo Sacrestano! E, in quanto Madre lmmacolata di tutte le ostie che vanno all' altare, o
Vergine Maria, mandaci all'altare puri, e puri
conservaci, fino al giomo in cui entreremo nel~
la celeste Sacrestia del Regno dei Cieli, ove tu
sarai il nostro eterno Sacrestano ed Egli sara il
nostro eterno Sacerdote.
E a voi, amici del Crocifisso, diremo che il
vostro Sommo Sacerdote ha lasciato la Croce ma
ci ha lasciato 1'altare. Sulla Croce era solo, nella
Messa e con rioi. Sulla Croce ha sofferto nel Suo
Corpo fisico, sull' altare soffre nel Corpo Mistico,
o:>sia in noi. Sulla Croce era l'unica ostia, nella
Messa noi siamo le ostie piccole e Lui 1' ostia
grande che riceve il Calvaria attraverso noi.
Sulla Croce Egli era il Vino, nella Messa noi
siamo la goccia d'acqua mescolata al vino e consacrata con Lui. In questa sensa Egli e tuttora
sulla Croce, recita tuttora il Confiteor con noi,
tuttora ci perdona, tuttora ci raccomanda a Maria, tuttora ha sete di noi, tuttora ci trae verso
il Padre, perche fin quando sulla terra rimarra
il peccato vi rimarra la Croce.
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L'UL'I'IMO VANGELO
FINE
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