Nel Vangelo di oggi Gesù si trova nel tempio coi suoi discepoli.
Questi esprimono tutta la loro
meraviglia per la bellezza della costruzione. Ma Gesù dice che "verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". Gesù prevede che il Tempio sarà distrutto. Cosa che effettivamente accadde, Infatti nell’anno 70, l’esercito romano guidato da Tito raderà al suolo il Tempio, lasciando in piedi solo un muro, che sarà chiamato il "muro del pianto". Ma Gesù va oltre e facendo propria una lunga tradizione profetica che troviamo in Isaia, Geremia, Ezechiele ed altri profeti, vede nella distruzione del Tempio il segno, il simbolo di un altro evento, il Giudizio di Dio, che porrà fine alla storia umana. La storia umana infatti non è destinata a durare per sempre. Essa è come una linea che tende verso un punto, una strada verso una meta finale. Questa meta finale, questo momento che porrà termine a tutta la vicenda umana è il Giudizio del Signore: è il giorno in cui il Signore giudicherà tutte le genti. La prima lettura, parlando del Giudizio del Signore, dice che "sta per venire il giorno rovente come un forno". Dunque, immaginiamoci un giorno con una temperatura così rovente che nessuno può resistere. Tutto questo ha effetti contrastanti. Il primo: "tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà in modo da non lasciare loro né radice né germoglio". Il secondo: " Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia ". Nella storia umana si incrociano ingiustizia e giustizia; in essa convivono oppressori ed oppressi, prepotenti ed umiliati. La morte non sarà una spugna che cancella tutto, trattando tutti allo stesso modo. Alla fine ci sarà un giudizio definitivo ed inappellabile che metterà in ordine tutto. L’ingiustizia non sarà l’ultima parola della storia, i giusti e gli ingiusti non saranno trattati nello stesso modo. Il Giudizio di Dio quindi è giustizia e misericordia. Se fosse solo misericordia, Dio non darebbe risposta alla nostra ragionevole domanda di giustizia. Se fosse solo giustizia, Dio sarebbe solo da temere. Gesù però non vuole dire quando finirà il mondo, ma ci dice qualcosa di più importante. Il tempo che ora stiamo vivendo è il tempo della lotta, in mezzo a difficoltà e persecuzioni; è il tempo del coraggio e della pazienza mentre viviamo rivolti verso il Giorno del Signore. Il senso del nostro essere nel tempo è l’eternità, e per poter vivere nel tempo rivolti verso l’eternità, occorre la perseveranza: "Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime", dice il Signore. Chiediamo allora proprio questo alla Vergine Maria, di sforzarci sempre con tutte le nostre a chiedere la grazia della perseveranza nella fede e nella grazia. Sia lodato Gesù Cristo!