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PROVINCIA DI TARANTO
PROGETTO DEFINITIVO
RELAZIONE TECNICA
COMPATIBILITA’ IDROLOGICA E IDRAULICA
Progetto:
Dott. Ing. Luigi Severini
Elaborazioni:
iLStudio.
Engineering & Consulting Studio
74121 Taranto - Via Solito 85
Concept:
NiceTechnology®
The Art of Sustainable Engineering
BelEOLICO s.r.l.
via per S. Giorgio Jonico n. 6900
74121 TARANTO
Rel. 03
Relazione tecnica compatibilità idrologica e idraulica
SOMMARIO
1 PREMESSA................................................................................................................................................. 4
6 ANALISI IDRAULICA................................................................................................................................ 24
7 CONCLUSIONI .......................................................................................................................................... 27
7.1 Normativa di riferimento ................................................................................................................... 27
7.2 Analisi del rischio idraulico ................................................................................................................. 30
7.3 Compatibilità idraulica ed interventi di mitigazione del rischio idraulico .......................................... 33
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Relazione tecnica compatibilità idrologica e idraulica
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1 PREMESSA
La presente relazione contiene lo studio per la valutazione degli effetti previsti sul regime
idraulico nell’area su terraferma interessata dal progetto dell’impianto di generazione
eolica off-shore da erigere nell’area portuale di Taranto. Lo studio è condotto al fine di
verificare la sussistenza delle condizioni di sicurezza idraulica così come definita
dall’art.36 delle N.T.A. del P.A.I.
Questo studio specialistico è stato condotto secondo quanto indicato all’interno del
documento denominato “Principali Indicazioni Metodologiche” ‐ Allegato 3 alla Delibera
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elaborazione della carta delle aree inondabili per i prefissati tempi di ritorno in
ambiente GIS.
L’area interessata dal progetto è stata ampiamente indagata nell’ambito di uno studio
commissionato dal Comune di Taranto e finalizzato all’adeguamento del piano di assetto
idrogeologico nelle località di Lido Azzurro e Tamburi redatto nel Gennaio 2011 dall’Ing.
Michele De Marco.
I risultati del succitato studio sono stati utilizzati nel presente documento.
2 INQUADRAMENTO GENERALE
L’ambito investigato ricade nelle perimetrazioni del P.A.I. delle N.T.A. del P.T.A. e rientra
nella porzione nord‐occidentale del territorio comunale di Taranto in particolare in località
Lido Azzurro. Cartograficamente, è posto nelle Tavole IGM 1:25000 202 I SO, 202 II NO,
202 III NE e 202 IV SE. I bacini idrografici di riferimento sono classificati dal P.T.A. della
Regione Puglia come R16-193 e R16-194.
Di seguito si riportano gli stralci di cartografia utilizzati per lo studio oggetto di studio
idrologico ed idraulico.
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Relazione tecnica compatibilità idrologica e idraulica
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3 ANALISI IDROLOGICA
La valutazione della massima precipitazione al variare del tempo di ritorno è stata svolta,
rifacendosi alla metodologia proposta dal Gruppo Nazionale Difesa delle Catastrofi
Idrogeologiche (GNDCI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’ambito degli studi per
la “Analisi regionale dei massimi annuali delle precipitazioni in Puglia centro‐meridionale”.
Il modello statistico utilizzato fa riferimento alla distribuzione TCEV (Rossi et al., 1984) con
regionalizzazione di tipo gerarchico (Fiorentino et al., 1987).
Per l’individuazione delle regioni omogenee di primo e secondo livello si è fatto ricorso a
generazioni sintetiche Montecarlo in grado di riprodurre la struttura correlativa delle serie
osservate (Gabriele e Liritano, 1994).
Il valore Pd,T del massimo annuale di precipitazione di assegnato tempo di ritorno per una
prefissata durata, viene espresso come prodotto tra il suo valore medio XT ed una quantità
KT, detta fattore probabilistico di crescita, funzione del periodo di ritorno T, definito dal
rapporto:
La curva di distribuzione di probabilità data dal precedente rapporto corrisponde alla curva
di crescita, che ha caratteristiche regionali in quanto è unica nell’ambito della regione nella
quale sono costanti i parametri della TCEV legati al coefficiente di asimmetria e al
coefficiente di variazione.
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ricercano eventuali legami esistenti tra i valori medi dei massimi annuali delle piogge di
diversa durata ed i parametri geografici significativi (ad esempio la quota sul livello del
mare) delle diverse località, consentendo in definitiva di proporre la stima dei valori medi
dei massimi annuali di precipitazione anche in siti sprovvisti di stazioni di misura o con
serie storica di lunghezza ridotta.
Nell’analisi delle piogge orarie, in analogia ai risultati classici della statistica idrologica, per
ogni sito è possibile legare il valore medio XT dei massimi annuali della precipitazione
media di diversa durata t alle durate stesse, attraverso la relazione:
essendo “a” ed “n” i parametri caratteristici della curva di probabilità pluviometrica, variabili
da sito a sito.
L’analisi di terzo livello ha portato alla individuazione, oltre alle quattro zone omogenee in
Claps et al. (1994), di altre due zone e delle rispettive curve di possibilità climatica.
dove:
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Noto il valore di XT è possibile ricavare il valore della pioggia massima per prefissato
tempo di ritorno a partire dalla conoscenza del fattore probabilistico di crescita K T. Per la
valutazione del fattore di crescita si è utilizzata la seguente relazione:
KT = a + b lnT
Dove a e b sono due parametri che variano in funzione della zona considerata e per la
Puglia centro‐meridionale (zone 5 e 6) assumono i valori riportati nella tabella seguente:
Zona omogenea a b
Puglia centro-meridionale 0.1599 0.5166
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Si riporta nel seguito una rappresentazione grafica dei raggruppamenti dei bacini
idrografici (nell’immagine non è mostrata la parte di monte dei bacini 2 e 2.1).
I valori assunti dal fattore di crescita calcolati per i tempi di ritorno di 30, 200 e 500 anni
sono riportati nella tabella seguente.
Tempo di ritorno KT
30 anni 1.92
200 anni 2.90
500 anni 3.37
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4 ANALISI GEOMORFOLOGICA
In questo capitolo viene esposta la metodologia utilizzata per la determinazione dei bacini
idrografici delle aste oggetto di studio.
Al fine di poter associare ogni bacino o sottobacino alla propria asta, prima di procedere
con il criterio di analisi, si sono gerarchizzate le aste e si è attribuita una denominazione
ad ogni singolo tronco delle stesse.
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Il criterio appena descritto ha portato alla denominazione delle seguenti aste principali per
la parte di interesse al presente progetto.
Per meglio chiarire la metodologia adottata, viene riportata nel seguito una
rappresentazione grafica della gerarchizzazione adottata.
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Per la determinazione dei bacini idrografici delle aste del reticolo oggetto di studio si è
utilizzato il modello digitale del terreno (Digital Elevation Model – DEM).
Tale DEM è stato elaborato dalle informazioni altimetriche contenute dalle curve di livello e
dai punti quotati ricavati dalle Carte Tecniche Regionali (CTR), fonte SIT‐Puglia,
opportunamente estese, in modo da comprendere l’intera superficie dei bacini idrografici
oggetto di studio.
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Una volta disponibile il DEM, utilizzando la procedura di calcolo descritta nel seguito è
stato possibile ottenere un modello distribuito delle pendenze sul quale sono stati applicati
successivamente gli algoritmi che hanno consentito di ottenere le informazioni idrauliche
del territorio.
Uno dei possibili risultati di questo calcolo può essere una matrice di valori che esprime la
pendenza in percentuale oppure in gradi.
In pratica l’algoritmo utilizzato esegue una media quadratica della massima variazione di
quota nelle quattro direzioni del piano parallele al grigliato considerando le otto celle che
contornano la cella in questione.
Dallo Slope Model con un opportuno algoritmo, gestito sempre in ambiente GIS, è
possibile ricavare la griglia delle direzioni di flusso.
Questa griglia contiene in ogni cella il valore codificato della direzione di massima
pendenza tra la cella stessa e le celle circostanti.
Al numero che compare in ogni cella della griglia è associato univocamente una direzione
cartesiana secondo lo schema seguente:
1 Est 2 Sud‐Est
4 Sud 8 Sud‐Ovest
16 Ovest 32 Nord‐Ovest
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Di seguito è riportato un esempio di una rappresentazione del passaggio dal DEM ad una
griglia di flusso.
78 72 69 71 58 49 2 2 2 4 4 6
74 67 56 49 46 50 2 2 2 4 4 6
69 53 44 37 38 48 1 1 2 4 8 4
=
64 58 55 22 31 24 128 128 1 2 4 8
68 61 47 21 16 19 2 2 1 4 4 4
74 53 34 12 11 12 1 1 1 1 1 16
Definita la griglia delle direzioni di flusso, un algoritmo gestito in ambiente GIS, conta il
numero di celle tributarie di ogni singola cella e ne attribuisce il valore alla corrispondente
cella in una nuova griglia denominata di accumulo così rappresentata:
2 2 2 4 4 6 0 0 0 0 0 0
2 2 2 4 4 6 0 1 1 2 2 0
1 1 2 4 8 4 0 3 7 5 4 0
=
128 128 1 2 4 8 0 0 0 20 0 1
2 2 1 4 4 4 0 0 0 1 24 0
1 1 1 1 1 16 0 2 4 7 35 2
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I valori dei parametri morfometrici dei vari bacini sono esposti nelle tabelle seguenti.
Per la determinazione delle portate attese sono stati applicati modelli idrologici afflussi–
deflussi basati sulle caratteristiche del bacino in forma globale.
In particolare l’analisi degli eventi critici è stata affrontata applicando due differenti
metodologie1 allo scopo di effettuare un confronto dei valori di portata al colmo di piena:
Metodo SCS
Metodo Razionale
Il metodo del Soil Conservation Service dà la possibilità sia della determinazione del
volume della piena o della sua portata al colmo sia della completa ricostruzione
dell’idrogramma di piena.
Per la determinazione del volume di piena il metodo si fonda sull’ipotesi che sia sempre
valida la seguente relazione:
1
rif. “La sistemazione dei bacini idrografici”, Vito Ferro, McGraw‐Hill – 2006
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in cui i termini sono espressi in millimetri e si è indicato con V il volume di deflusso, con P n
la precipitazione netta, con W l’invaso del suolo, cioè il volume idrico effettivamente
immagazzinato nel suolo, e con S il valore massimo del suddetto invaso.
Pn= P − Ia
Tenendo conto che le perdite iniziali possono essere correlate all’invaso massimo del
suolo mediante la seguente relazione:
a = 0.2S
Pn= V +W
in cui figura in parametro CN, denominato curve number, che assume valori compresi tra
100 e 0.
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Per quanto riguarda le caratteristiche idrologiche dei suoli, l’ SCS ha effettuato una
distinzione in quattro classi:
Il metodo tiene conto delle condizioni di umidità del suolo antecedenti all’inizio dell’evento
(Antecedent Moisture Conditions, AMC) e a tal fine va precisato che i valori di CN riportati
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in tabella si riferiscono a condizioni medie del parametro AMC denominato per questo
AMCII.
A ciascuna area omogenea, di nota superficie, viene attribuito l’appropriato CN sulla base
di quelli riportati nella tabella; il valore di CNb dell’intero bacino si ottiene come media
pesata, con peso la superficie, dei valori stimati per la singole aree omogenee.
L’individuazione, delle aree omogenee per destinazione d’uso e condizione idrica è stata
svolta in ambiente Gis, intersecando gli shape_file di uso del suolo e permeabilità dell’area
oggetto di studio.
Il calcolo del CN medio di ogni singolo sottabacino e mostrato nell’Allegato 1 “Calcolo del
CN medio del bacino idrografico”.
Per il calcolo della portata al colmo Qp [m3/s] con il metodo SCS, si è considerato un
idrogramma approssimato di forma triangolare rappresentato nella figura seguente,
che ha una fase crescente di durata ta ed una fase di esaurimento di durata t e e il cui
volume, espresso in m3, ha la seguente espressione:
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e cioè:
Sostituendo quest’ultima nella espressione che lega il volume a tb, esprimendo il volume di
deflusso V (porzione di precipitazione netta che defluisce dalla sezione di controllo) in
millimetri, l’area del bacino in chilometri quadrati e il tempo ta in ore; si ottiene:
[m3/s]
Poiché la precipitazione critica per il bacino è quella avente una durata pari al tempo di
corrivazione (tc), la durata dell’evento meteorico di riferimento tp viene imposta pari a tc:
2
rif. “La sistemazione dei bacini idrografici”, Vito Ferro, McGraw-Hill – 2006, pag. 202
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Per la consultazione dei calcoli effettuati per la determinazione delle portate appena
esposte, si rimanda a quanto riportato nell’Allegato 2 “Calcolo delle portate di piena con il
metodo del Soil Conservation Service”.
Alla base di tale metodologia vi è l’assunzione di una pioggia costante nel tempo ed
uniforme nello spazio avente una durata pari ad un valore critico per il bacino e cioè il suo
tempo di corrivazione ( tc ).
Infatti, se la durata della pioggia t è minore di tc, non tutto il bacino contribuirà
contemporaneamente alla formazione del deflusso; alla fine della precipitazione (istante t)
tutte le parti più distanti del bacino non avranno ancora contribuito al deflusso nella
sezione di controllo e quando questo avverrà (dopo un intervallo di tempo tc – t) le zone
più vicine alla sezione di chiusura avranno cessato di impegnare la stessa.
In cui, A è la superficie del bacino espressa in [Km 2], hc è l’altezza di pioggia, determinata
dalla curva di possibilità climatica, per una durata pari al tempo di corrivazione del bacino,
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C è il coefficiente di deflusso; che tiene conto della riduzione dell’afflusso meteorico per
effetto delle caratteristiche di permeabilità dei suoli ricadenti nel bacino, e 3.6 è un fattore
di omogeneizzazione delle unità di misura.
La formula di Giandotti è utilizzata frequentemente in Italia, valida per bacini idrografici con
superficie A variabile fra 170 e 70.000 km2 e l’espressione è la seguente:
[ore]
Di seguito si riportano i valori delle portate di piena determinate con le formule appena
esposte:
BACINO 2 TEMPO DI RITORNO PORTATA
3
Fiume Tara [anni] [m /s]
30 106.81
Bacino 2 (Foce) 200 161.41
500 187.77
30 102.93
Bacino 2.1 (Canale Gennarini) 200 155.55
500 180.95
30 15.53
Bacino 2.2 (Sorgente) 200 23.47
500 27.31
I valori delle portate definiti mediante l’applicazione del metodo Razionale, con l’utilizzo
della formula di corrivazione di Giandotti e di Tournon, sono riportate rispettivamente
nell’Allegato 3 “Calcolo delle portate di piena con il metodo Razionale: Giandotti” e
nell’Allegato 4 “Calcolo delle portate di piena con il metodo Razionale: Tournon”.
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6 ANALISI IDRAULICA
Il modello adottato fornisce come risultato l’altezza del pelo libero, calcolata sotto l’ipotesi
di moto permanente.
In primo luogo sono state fornite le informazioni relative alla geometria del corso d’acqua
in un’apposita sezione (geometric data), all’interno della quale si devono definire il corso
del fiume (reach), la geometria delle sezioni (cross section geometry), la distanza fra le
sezioni (reach length) e il coefficiente di scabrezza, rappresentativo delle perdite di carico,
secondo la formulazione di Manning.
Successivamente è stata impostata la sezione relativa alle condizioni di moto (steady flow
data), definendo la portata di riferimento per le diverse sezioni fluviali e le condizioni al
contorno (boundary conditions).
I valori sezione per sezione e le condizioni al contorno sono riportati nella figura seguente:
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L’ipotesi alla base delle formulazioni per la determinazione del profilo idraulico è che il
moto dell’acqua nel canale si considera uniforme. Questo significa che tutte le grandezze
caratterizzanti la corrente (altezza idrica, velocità media nella sezione, portata, ecc.)
risultano costanti nel tempo e nello spazio.
Sotto questa ipotesi, la pendenza media disponibile im, definita come il rapporto fra la
differenza di quota e la distanza fra la sezione di monte e quella di valle, è esattamente
pari alla pendenza piezometrica J, che rappresenta le dissipazioni energetiche per unità di
lunghezza. La relazione im = J costituisce l’equazione fondamentale del moto uniforme.
Nelle prove la condizione imposta è stata l’altezza critica (tirante idrico iniziale nella
sezione in corrispondenza della velocità critica), calcolata automaticamente dal software
mediante l’equazione di moto uniforme, noto l’andamento delle pendenze lungo il tratto e
la portata che vi fluisce.
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7 CONCLUSIONI
La normativa idraulica di riferimento è costituita dal Piano di Bacino - Stralcio per l’Assetto
Idrogeologico (PAI) approvato con Delibera del Comitato Istituzionale dall’Autorità di
Bacino della Puglia N. 39 del 30 novembre 2005. Il Piano Stralcio per l’Assetto
Idrogeologico della Regione Puglia è composto dalla Relazione Generale, dalle Norme
Tecniche di Attuazione e dagli elaborati grafici.
Le Norme Tecniche di Attuazione del PAI sono organizzate secondo il relativo campo di
applicazione, di seguito esposto:
Assetto Idraulico;
Assetto Geomorfologico;
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Nel dettaglio, le disposizioni generali per le aree a pericolosità idraulica in merito agli
interventi ammissibili sono disciplinate dall’Art. 4 delle Norme Tecniche, in cui viene
specificato quanto segue:
“…
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10. I vincoli e le prescrizioni di cui agli artt. 6, 7, 8, 9 e 10 relativi alle aree di cui
al comma 1 (Art.4) non si applicano per le opere pubbliche per le quali alla
data di adozione del Piano siano iniziati i lavori. L’uso e la fruizione delle
predette opere è comunque subordinato all’adozione dei Piani di Protezione
Civile ai sensi della Legge 225/92 e del relativo sistema di monitoraggio e
allerta.”
Gli interventi consentiti nelle aree ad alta probabilità di inondazione e/o aree
allagate (A.P.), sono disciplinate dall’Art. 7. In tali aree le Norme Tecniche di
Attuazione del Piano consentono
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Alla luce delle verifiche e dell’analisi del rischio idraulico descritte nei paragrafi precedenti,
di seguito si riportano alcune considerazioni circa la compatibilità idraulica delle opere in
progetto dato che secondo le Norme del PAI:
le opere in oggetto rientrano fra quelle consentite previa valutazione del rischio ad
esse associato e analisi degli effetti indotti sulle aree limitrofe;
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Scarsamente
2'176'640.16 Frutteti e frutti minori 72 81 88 91 C 191'544'333.69
permeabili
Scarsamente
290'915.56 Seminativi in aree non irrigue 52 61 68 71 C 19'782'258.18
permeabili
Scarsamente
17'695.50 Aree industriali o commerciali 81 88 91 93 C 1'610'290.14
permeabili
7'805.33 Seminativi in aree non irrigue 52 61 68 71 Impermeabili D 554'178.24
20'531.19 Seminativi in aree non irrigue 52 61 68 71 Impermeabili D 1'457'714.34
Aree prevalentemente occupate da colture
574.75 62 71 78 81 Impermeabili D 46'554.96
agrarie con presenza di spazi naturali
638'579.98 Vigneti 72 81 88 91 Impermeabili D 58'110'778.30
20'922.52 Seminativi in aree non irrigue 52 61 68 71 Impermeabili D 1'485'498.98
Colture annuali associate a colture
663'520.78 62 71 78 81 Impermeabili D 53'745'183.07
permanenti
Colture annuali associate a colture
59'910.56 62 71 78 81 Impermeabili D 4'852'755.73
permanenti
Colture annuali associate a colture
87'953.31 62 71 78 81 Impermeabili D 7'124'217.73
permanenti
Colture annuali associate a colture
598'992.77 62 71 78 81 Impermeabili D 48'518'414.33
permanenti
Colture annuali associate a colture
81'408.31 62 71 78 81 Impermeabili D 6'594'073.45
permanenti
Colture annuali associate a colture
854'474.03 62 71 78 81 Impermeabili D 69'212'396.46
permanenti
193'062.80 Vigneti 72 81 88 91 Impermeabili D 17'568'714.62
Colture annuali associate a colture
267'755.10 62 71 78 81 Impermeabili D 21'688'162.93
permanenti
128'454.90 Tessuto urbano discontinuo 88 88 88 88 Impermeabili D 11'304'031.04
13'838.97 Tessuto urbano continuo 98 98 98 98 Impermeabili D 1'356'219.31
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Relazione tecnica compatibilità idrologica e idraulica
96'446'771.34 5'806'490'659.01
CN= 60.20
ELEVATA PERMEABILITA’ (CLASSE A) 0.59
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Relazione tecnica compatibilità idrologica e idraulica
Scarsamente
141'144.77 Frutteti e frutti minori 72 81 88 91 C 12'420'739.60
permeabili
Scarsamente
213'139.62 Seminativi in aree non irrigue 52 61 68 71 C 14'493'493.87
permeabili
86'060'936.71 5'102'417'703.15
CN= 59.29
ELEVATA PERMEABILITA’ (CLASSE A) 0.64
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Relazione tecnica compatibilità idrologica e idraulica
Scarsamente
1'818'662.09 Frutteti e frutti minori 72 81 88 91 C 160'042'263.95
permeabili
Scarsamente
77'775.95 Seminativi in aree non irrigue 52 61 68 71 C 5'288'764.41
permeabili
9'342'954.48 620'574'621.98
CN= 66.42
ELEVATA PERMEABILITA’ (CLASSE A) 0.22
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9 ALLEGATO 2: Calcolo delle portate di piena con il metodo del Soil Conservation Service
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BACINO SUPERFICIE QUOTA [m] LUNGHEZZA MAX TEMPO DI COEFF. DI TEMPO DI ALTEZZA
PORTATA
MAX- MED- CORR.NE DEFLUSSO RITORNO PIOGGIA
N [m2] [ha] [Km2] MIN MAX MEDIA [m2] [Km2] [m3/s]
MIN MIN [ore] [‐] [anni] [mm]
30 82.22 106.81
Bacino 2
96'521'000.00 9652.10 96.52 0.00 521.29 294.107 521.3 294.1 30'438.00 30.44 6.19 0.30 200 124.26 161.41
(Foce)
500 144.55 187.77
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Bacino 2
96.52 30.44 0.07546 0.12953 0.30 54.060 0.230 81.700 0.230 95.040 0.230 7.98 87.17 228.30 331.41 87.82 230.01 333.88
(Foce)
Bacino 2.1
(Canale 86.08 28.91 0.08106 0.13590 0.30 54.060 0.230 81.700 0.230 95.040 0.230 7.28 85.34 227.19 331.04 84.08 223.84 326.15
Gennarini)
Bacino 2.2
(Sorgente 9.35 8.29 0.03081 0.03647 0.30 64.600 0.190 97.630 0.190 113.580 0.190 4.34 85.39 227.28 318.45 15.31 40.76 57.11
Tara)
iLStudio .
Engineering & Consulting Studio Pag. 45
Relazione tecnica compatibilità idrologica e idraulica
iLStudio .
Engineering & Consulting Studio Pag. 46