Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
di Aristide Viero
Presidente Onorario A.R.I.S
La cronistoria della scala Bovis e le sue migliorie eseguite nel 1999 da A.
Viero e Enrico Rudelli (allora presidente A.I.R.) che negli ultimi 18 anni è
stata impiegata dagli allievi.
L’Ing. Alfred Bovis (foto n.1) nacque a Nizza nel 1871 e vi morì nel 1947.
Lui stesso amava definirsi un “radioestesista - inventore”, infatti costruì
diversi apparecchi: pendoli paradiamagnetici, radioscopi e biometri.
2
(Foto n.2) Il biometro concepito dell’Ing. Bovis con il suo pendolo
paradiamagnetico
Mediante questa invenzione Alfred, oltre un centinaio di anni fa, era riuscito
ad ideare e costruire questo speciale biometro impostato su lunghezze d’onda
riconosciute dalla fisica. Nelle quali ogni numero della scala corrispondeva ad
una radiazione misurabile in Ångström, che in quei tempi era un'unità di
misura non appartenente al sistema internazionale, e corrispondeva ad un
valore di 0,1 nanometri o a 1x10-10 metri.
3
Questo valore dell’Ångström prese il nome dal fisico e scienziato svedese,
nato a Stoccolma, Anders Jonasn Ångström, uno dei padri della spettroscopia.
Questa misura in quei tempi, fu poi impiegata per specificare le dimensioni
delle molecole e degli atomi e delle polveri interstellari. Successivamente fu
anche inserita per determinare l’unità di misura delle lunghezza d’onda
impiegate nel campo dell’ottica, il cui raggio di convessione delle lenti varia
tra 0,25 e 3 Å, e inoltre per specificare nella fisica quantistica le dimensioni
molecolari dei legami chimici propri delle strutture atomiche tipicamente
compresi tra gli 1 e 2 Å.
Egli per dimensionare il suo biometro aveva preso anche come campione il
colore rosso dello spettro cromatico della luce, la cui lunghezza d’onda era
in quei tempi definita dalla fisica in una dimensione vibratoria di 0.65
Micron che, rapportata al suo strumento, aveva un valore di 6.500
Ångström.
Quella ETERICA, da 10.000 a 13.500 unità, che coglieva le sfere del corpo
energetico, che si esprimevano anche con colori luminosi, dall’azzurro, al blu
fiamma, all’arancio, e al rosso scarlatto (vedi uso della camera Kirlian); in
base allo stato di salute del soggetto-oggetto ed alla sua forza vitale.
4
Pertanto secondo la concezione dell’Ing. Bovis, le intensità vibrazionali
registrate sull’unità 6.500, di una persona, indicavano nella medesima
un’ottima forza vitale stabile o se di un luogo l’assenza di perturbazione
ambientale.
5
Per ciò che mi riguarda, per una ventina di anni ho impiegato questi biometri
ed altro, con grande precisione, trovando sempre dei dati comparati, ripetibili
e sicuri. Ma nel 1998 tenendo corsi, mi resi conto che pochi allievi riuscivano
a lavorare con “IL MENTALE-VISUALIZZANDO”, e quindi tra loro
esisteva una vera difficoltà nel testare, con una notevole diseguaglianza di
valori trovati.
Fig. n .4
Il primo biometro VIERO-RUDELLi sperimentato
6
Fig. 5 Il biometro definitivo
7
Foto n. 6
Aristide Viero
8
Tratto dal testo “ Cromoterapia” di A. Viero (Ed. Delfino, Milano 2009)