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31 Arte tra provocazione e sogno

31.1 
I Magazzini Fair
di Chicago in
costruzione. In
questa stampa
del 1891 è ben
evidenziato il sistema
di applicazione degli
elementi di facciata
alla gabbia metallica
di Le Baron Jenney.
31.2 
Particolari costruttivi
della struttura
d’acciaio a prova
d’incendio di William
Le Baron Jenney.

itinerario
nella città 31
La scuola N el 1871 Chicago fu quasi totalmente
distrutta da un incendio che divampò
Travi verticali
in acciaio
Pavimento in legno
Gettata in cemento

di Chicago
Rivestimento Tubazioni
violento e indomabile, divorando case per la in malta del gas
ignifuga
maggior parte ancora in legno e con struttu-
e la nascita re in materiali comunque vulnerabili, come
la ghisa. In quel momento la città – princi-
del grattacielo pale nodo commerciale dell’asse Est-Ovest
tra New York e San Francisco – attraversa-
va una fase di crescita economica che aveva
dato origine a una fervida attività edilizia,
soprattutto nella zona centrale (il cosiddet-
to Loop ❚), con un conseguente aumento dei Solaio
in laterizio Travi orizzontali
prezzi dei terreni. Si rendeva dunque neces- in acciaio
sario ricostruire rapidamente edifici che, al-
lo stesso tempo, fossero più sicuri e consen- sociale: gli ultimi – maggiormente luminosi
tissero di sfruttare al massimo le costose aree e lontani dai rumori della strada – divennero
del Loop. L’esigenza di concentrare grandi pertanto i più prestigiosi.
edifici, destinati soprattutto ad attività com- Dal punto di vista strutturale, le costru-
merciali e uffici, su aree di superficie limi- zioni in legno e in muratura tradizionale
tata portò necessariamente alla definizione non consentivano di superare una certa al-
di una nuova tipologia edilizia: il grattacielo. tezza: più l’edificio era alto e più le pareti do-
La soluzione di aumentare il numero dei vevano essere spesse ai piani bassi, cosicché,
piani degli edifici venne resa possibile da re- oltre una certa altezza, la perdita di spazio
centi invenzioni tecnologiche – prima fra tut- in pianta rendeva l’operazione antieconomi-
te l’ascensore elettrico – e dall’introduzione ca. Per superare questo ostacolo le pareti in
della struttura in travi e pilastri d’acciaio in muratura furono sostituite da travi e pila-
sostituzione, parziale o totale, della muratu- stri in acciaio imbullonati, in modo da for-
ra portante e della struttura a balloon frame. mare uno scheletro metallico relativamente
Proprio l’ascensore, del resto, a­vrebbe di sottile, identico per ogni piano. Le facciate,
lì a poco rivoluzionato l’uso e il carattere di perduta qualsiasi funzione portante, pote-
tutta l’edilizia urbana. In precedenza, infatti, vano allora essere realizzate semplicemente
i livelli di maggior pregio di un edificio erano agganciando dei pannelli di chiusura all’os-
il primo e il secondo, perché più agevoli da satura strutturale.
raggiungere con le scale; quelli alti, dalla sa- Home Insurance Building La tecnologia
lita più lunga e faticosa, erano invece di scar- dell’edificio alto sostenuto da un telaio me-
❚ so valore commerciale e riservati perciò alle tallico rivestito da un materiale resistente al
Loop famiglie meno abbienti. Questa stratificazio- fuoco fu messa a punto da William Le Ba-
In inglese, anello. Nel 1894 Chicago, che già dispo- ne sociale si rifletteva anche nel disegno delle
neva della più lunga rete elettrificata di trasporti al
ron Jenney (1832-1907), un ingegnere diplo-
mondo, si dotò – come Vienna – anche di una cir- facciate: infatti il primo piano (o «piano nobi- matosi all’École Polytechnique di Parigi, già
convallazione tranviaria sopraelevata che circonda- le») e il secondo erano i più ricchi di elemen- attivo nel Genio militare durante la Guerra
va come un anello il mezzo miglio quadrato del suo
centro. Il termine Loop, da allora, è diventato sino- ti decorativi. La possibilità di accedere facil- di Secessione e operante a Chicago dal 1867
nimo del centro stesso. mente ai piani alti ribaltò la loro destinazione [Figg. 31.1 e 31.2]. L’Home Insurance Building,
Itinerario nella città La scuola di Chicago e la nascita del grattacielo C73

31.3  31.5 
William Le Baron Louis Sullivan,
Jenney, Home Insu­ Guaranty Building,
rance Building, 1885 1894-1896. Buffalo.
(demolito). Chicago. 31.6 
31.4  Louis Sullivan,
Daniel H. Burnham e Grandi magazzini
John Root, Reliance Schlesinger & Mayer
Building, 1891-1896. (poi Carson, Pirie &
Chicago. Scott), 1885-1903.
Chicago.

un grattacielo di dieci piani del 1885, è tra i ricorso agli stili. L’aspetto formale del gratta- di gerarchia fra i diversi piani dell’edificio.
primi edifici da lui realizzati con questa tec- cielo non doveva più derivare dall’applicazio- Il problema della forma è affrontato in sede
nica [Fig. 31.3]. La ricerca del superamento ne di un apparato decorativo desunto dalla teorica soprattutto da Louis Sullivan, il mag-
del limite di altezza fu ripresa dagli allievi di tradizione architettonica, ma scaturire diret- gior esponente della Scuola di Chicago. Nel suo
Le Baron Jenney, William Holabird (1854- tamente dalla funzione dell’edificio stesso e saggio The Tall Building Artistically Considered
1923), Martin Roche (1855-1927) e Louis dall’espressione sincera della struttura. (1896), Sullivan descrive il grattacielo come un
Sullivan (1856-1924). Il forte carattere uni- Reliance Building Particolarmente signifi- organismo costituito da tre parti funzional-
tario delle realizzazioni di questi architetti e cativa in questo senso è la storia del Reliance mente distinte: un basamento, cui è affidata la
di altri, come Daniel Burnham (1846-1912), Build­ing, realizzato da Burnham & Root tra funzione rappresentativa, un corpo centrale di
John Root (1850-1891) e Dankmar Adler il 1891 e il 1896 [Fig. 31.4]. Al di sopra di un uffici identici e indifferenziati, un coronamen-
(1844-1900), ugualmente impegnati nella ri- basamento di due piani, l’edificio ripete tre- to contenente i locali tecnici. Ne è un esempio il
costruzione del Loop di Chicago, ha condot- dici piani identici in vetro e maiolica bian- Guaranty Building, costruito da Sullivan a Buf-
to alla definizione di «Scuola di Chicago». ca, animata da una sottile trama decorativa. falo nel 1896 [Fig. 31.5].
Gli architetti della Scuola di Chicago do- Tuttavia il progetto iniziale prevedeva solo Grandi Magazzini Carson, Pirie & Scott
vettero anche affrontare il problema della for- cinque piani. L’ampliamento del 1896 avven- Nel 1903 Sullivan completa i Grandi Magaz-
ma ottimale da dare al grattacielo. I più in- ne aggiungendone altri dieci del tutto ugua- zini Carson, Pirie & Scott, all’angolo dell’in-
novativi fra essi procedettero a una drastica li ai sottostanti: un’operazione meramente crocio più trafficato di Chicago [Fig. 31.6].
semplificazione delle facciate, rifiutando il additiva resa possibile dalla totale assenza Anche in questo caso l’architetto utilizza la
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31.7  31.8 
Lewis Edward Hickmott, La Daniel H. Burnham, Proposta di
corte d’onore dell’Esposizione facciata per il Conway Building,
Colombiana, 1894. Olio su 1895. Acquerello su carta, 96x44
tela, 130×203,5 cm. Chicago, cm. Chicago, Collezione privata.
The Chicago Historical Society.
Particolare.

composizione tripartita: al basamento, con 1922, quando il quotidiano «Chicago Tri- destinati a ridisegnare il volto della città. È
un’esuberante decorazione in ghisa, si so- bune» bandisce un concorso internazionale soprattutto Mies van der Rohe (1886-1969),
vrappongono un corpo centrale, caratteriz- per la sua nuova sede, con un proponimen- stabilitosi a Chicago già nel 1937, ad attua-
zato da ampie vetrate ripartite da sottili pan- to dichiaratamente ambizioso: erigere «the re una radicale semplificazione della forma
nelli di terracotta bianca, e un coronamento most beautiful office building in the world», del grattacielo, esibendo in facciata esclusi-
loggiato, ottenuto arretrando leggermente le il più bel palazzo per uffici del mondo. For- vamente gli elementi della struttura portan-
aperture dell’ultimo piano. se proprio per questa dichiarazione di in- te. L’“ossatura” in acciaio è completamen-
L’esperienza della Scuola di Chicago tenti la maggior parte dei 263 progetti pre- te rivestita da grandi pannelli di vetro, che
sembra esaurirsi nel 1893, anno in cui la cit- sentati – in particolare quelli degli architetti vengono così a formare una sorta di “pelle”
tà ospita l’Esposizione Colombiana. Gli edifi- americani – fa ricorso agli stili del passato, dell’edificio: a questa levigata superficie vi-
ci dell’Esposizione, realizzati da un gruppo dal romanico al gotico, dall’egizio al rina- trea viene dato il nome di curtain wall (let-
di architetti coordinati da Daniel Burnham, scimentale [Fig. 31.9]. I princìpi di semplicità teralmente «muro-tenda», per via del suo
segnano infatti un ritorno alle forme classi- compositiva della Scuola di Chicago sem- esiguo spessore), ma alcuni critici battezze-
che [Fig. 31.7]. Il clamoroso successo di pub- brano dimenticati: solo alcuni europei, tra ranno ironicamente «pelle e ossa» tali edifici.
blico ottenuto dai padiglioni espositivi bolla cui Gropius, presentano progetti «moder- Lake Shore Drive Apartments Nel 1951
inequivocabilmente come perdente il tenta- ni». Loos propone, in polemica con il ban- Mies applica il rivestimento in curtain wall
tivo di rinnovamento attuato dalla Scuola do del concorso, una gigantesca colonna a due grattacieli gemelli che si affacciano su
di Chicago, dando inizio a un processo in- dorica. Vincitori sono così due architetti di Lake Shore Drive, il lungolago di Chicago
volutivo che coinvolge la tipologia stessa New York, John Mead Howells (1868-1959) e che, in quegli anni, stava diventando la zona
del grattacielo. Nei progetti per il Conway Raymond Hood (1881-1934): il loro gratta- residenziale più prestigiosa della città, poco a
Building del 1912-1917, ad esempio, Bur- cielo è in perfetto stile gotico, con una coro- Nord del Loop: due edifici residenziali quin-
nham torna a nascondere la struttura me- na di archi rampanti ispirata alla cattedrale di, benché nulla, nell’aspetto, li identificasse
tallica dietro un rivestimento in pietra e un francese di Rouen [Fig. 31.10]. come tali [Fig. 31.11]. Mies ha così creato una
monumentale coronamento di tre piani con Nella seconda metà del Novecento, tutta- forma semplice pressoché indipendente dal-
ordini classici [Fig. 31.8]. via, la lezione della Scuola di Chicago verrà la destinazione d’uso, basata su un metodo
La vicenda più emblematica si svolge nel ripresa dalle nuove generazioni di architetti costruttivo che sarebbe stato largamente uti-
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31.9 
Alcuni dei progetti
presentati al
concorso per la
sede della «Chicago
Tribune».
31.10 
John Mead Howells e
Raymond M. Hood,
Chicago Tribune
Tower, 1923-1925.

[a] [b] [c]

a. Gordon Beecher
(Baltimora)
b. William Drummond
(Chicago)
c. Henry Hornbostel
e Erich F. Wood
(Pittsburgh)
d. Eliel Saarinen
(Finlandia, secondo
classificato)
e. Walter Gropius
(Germania)
f. Adolf Loos (Austria)
[d] [e] [f]
31.11 
Ludwig Mies van der
Rohe, Lake Shore
Drive Apartments,
1949-1951, Chicago.
31.12 
Skidmore, Owings
& Merrill (architetto
progettista: Bruce
Graham), Sears
Tower, 1968-1974,
Chicago.

lizzato, con poche varianti, soprattutto nei matica, da questo punto di vista, è la Sears tutte le facciate. Proprio per evitare un tozzo
grattacieli per uffici nel corso della seconda Tower, costruita a Chicago nel 1974 dallo e anoni­mo parallelepipedo il volume è stato
metà del XX secolo e che avrebbe finito per studio Skidmore, Owings & Merrill [Fig. 31.12]. scomposto in pianta in nove prismi di altezze
dar luogo a edifici sempre più anonimi, di- Questo grattacielo di 442 metri (il più alto di diverse. È questa asimmetria volumetrica che
stinguibili l’uno dall’altro principalmente in Chicago e, per un quarto di secolo, di tutto dà slancio e carattere alla costruzione, diffe-
virtù della loro altezza. il mondo) ha una pianta quadrata ed è com- renziandola in modo significativo dal pano-
Sears Tower La realizzazione più emble- pletamente realizzato con curtain walls su rama edilizio circostante.

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