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11 gennaio 2019 - 11:34 > Versione online

“Report carceri 2018”: a Fermo 70 detenuti


su 41 posti Nelle Marche il 48,9% ha
problemi di tossicodipendenza

Il carcere di Fermo
Illustrati a Palazzo delle Marche i risultati del lavoro di monitoraggio effettuato dal Garante
regionale dei diritti, Andrea Nobili, nel corso dell’anno appena trascorso. Al centro
dell’attenzione vecchie e nuove criticità. “Tra i problemi sanitari, al primo posto quello delle
tossicodipendenze che – fanno sapere dalla Regione – interessa il 48,9% dei detenuti. Hanno
partecipato all’iniziativa il presidente del Consiglio, Antonio Mastrovincenzo, il consigliere
Gianni Maggi e diversi rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria.
La fotografia degli istituti penitenziari marchigiani attraverso il “Report 2018”, predisposto dal
Garante dei diritti, Andrea Nobili, è frutto della costante azione di monitoraggio messa in campo
nel corso dell’anno appena trascorso. A sostanziare il lavoro svolto, decine di interventi, colloqui
con i detenuti e con i rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria, nonché iniziative e
sopralluoghi che hanno registrato anche la partecipazione di alcuni parlamentari marchigiani, così
come richiesto dallo stesso Garante per permettere una lettura più immediata della situazione.
Accanto a tutto questo non è mancata una riflessione generale sul sistema penitenziario
largamente inteso, che ha trovato un momento di confronto nel corso del convegno ‘Diritti dietro
le sbarre’.

TRA VECCHIE E NUOVE CRITICITA’


Nel corso della presentazione ufficiale del report, ospitata a Palazzo
delle Marche – aggiungono dalla regione Marche – Nobili non ha
mancato di confermare alcune delle maggiori criticità. In primis quella
del sovraffollamento che, seppure non con percentuali elevatissime,
continua a destare preoccupazione, considerate anche le oscillazioni delle presenze registrate in
alcuni particolari periodi. A questo vanno rapportate le più volte denunciate carenze negli
organici, sia sul fronte della polizia penitenziaria, sia su quello di tutte le altre figure chiamate a
garantire gli adeguati percorsi di sicurezza, trattamento, reinserimento dei detenuti, di mediazione
culturale (considerato il significativo numero di stranieri) e di assistenza sanitaria e psicologica,
anche in considerazione dell’aumento di alcune patologie come quelle di carattere psichiatrico.
Sempre in relazione all’aspetto sanitario, resta comunque in prima linea il problema delle

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tossicodipendenze che annovera la più alta percentuale (48,9%) tra i detenuti dei sei istituti
marchigiani.
Una situazione complessa, aggravata dalla crisi economica e dal taglio dei fondi previsti, che
spesso ha determinato difficoltà nel garantire i servizi primari. A risentirne anche le attività
trattamentali, che, seppur ben avviate in alcuni istituti, hanno dovuto fare i conti con l’esiguità
delle risorse regionali ed i ritardi nella loro assegnazione.

Il supporto del volontariato, come ribadito nel terzo tavolo di confronto organizzato recentemente
dal Garante con le associazioni di settore, ha permesso di far fronte ad alcune emergenze,
riempiendo i vuoti che si sono inevitabilmente creati.
Altro capitolo quello legato ai problemi strutturali con lavori finanziati, ma che ancora tardano a
partire. Al centro dell’attenzione soprattutto i penitenziari di Villa Fastiggi e Fossombrone, che è
anche sede del Polo Universitario, nato dall’accordo tra Prap (Provveditorato amministrazione
penitenziaria), Garante e Università di Urbino. Infine, le difficoltà che attualmente deve
fronteggiare l’Utepe (Ufficio per l’esecuzione penale esterna), che vede incrementare le
competenze, ma deve fare i conti con l’esiguità del personale.
Nel suo intervento il presidente Antonio Mastrovincenzo ha ricordato l’impegno del Consiglio

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regionale sul fronte delle problematiche legate al sistema carcerario, non mancando di evidenziare
l’importanza del confronto diretto attivato dal Garante attraverso gli incontri con le
rappresentanze della polizia penitenziaria, del volontariato, dei settori sanitario e sociale”. “Non
posso che ribadire – ha aggiunto Mastrovincenzo – l’importanza delle attività trattamentali, per le
quali nel bilancio preventivo 2019 abbiamo previsto uno stanziamento di 260.000 euro. E’ una
risorsa ovviamente non sufficiente, ma sta a confermare la nostra attenzione nei confronti di
questo settore”. Da ultimo il presidente ha rivolto “un ringraziamento particolare al mondo del
volontariato per il suo prezioso ed insostituibile supporto”.
Presenti all’incontro diversi rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria ed il consigliere
regionale Gianni Maggi.
I DATI RELATVI AI SEI ISTITUTI MARCHIGIANI
“Passando ai dati concreti – continuano dalla Regione – i detenuti presenti nelle Marche sono 929
(fonte Ministero Giustizia, dicembre 2018), a fronte dei 934 del 2017, di cui 314 stranieri rispetto
ai 310 del precedente anno.
Sulla base dei dati raccolti dal Garante, risultano effettivamente in servizio 590 agenti di polizia
penitenziaria (su 655 assegnati), 18 educatori e 14 psicologi. Per quanto riguarda la situazione
sanitaria, le tossicodipendenze mantengono sempre il primato con 454 detenuti (pari al 48,9%),
segnalati dall’area sanitaria, che presentano problemi di droga, mentre a seguire figurano le
patologie di tipo psichiatrico, con 98 casi accertati.
L’esame delle singole realtà vede al primo posto la casa circondariale di Montacuto con 316
detenuti (di cui 132 stranieri) per una capienza di 256 (per quanto riguarda la stessa capienza la
fonte è quella ministeriale). Le sezioni di alta sicurezza a tutt’oggi ospitano 65 persone (tutti
italiani). Segue la casa circondariale di Pesaro – Villa Fastiggi con 219 detenuti (di cui 90
stranieri e 20 donne) per una capienza complessiva di 153 unità. Nella sezione sex offender
risultano 46 presenze.
Si passa poi a Fossombrone con 161 detenuti (22 stranieri) a fronte di 202 posti disponibili;
Marino del Tronto con 101 (24 stranieri e 79 presenze nella sezione dell’alta sicurezza, creata
dopo la chiusura del 41 bis) su 104; Barcaglione con 78 (30 stranieri) su 100; Fermo 70 (22
stranieri) su 41.
Per quanto riguarda la Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Monte
Grimano Terme, al momento ancora ubicata nella struttura “Case Gemelle”, si registrano 21
ospiti (4 donne), di cui 18 provenienti dalle Marche”.

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