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Sommario
1. Premessa ................................................................................................ 2
2. Generalità ................................................................................................ 3
3. Inquadramento geografico e mareografico del paraggio ................... 4
3.1 Definizione del settore di traversia ..................................................... 5
3.2 Fetch Geografico ed Efficace ............................................................. 6
4. Valutazione delle Escursioni di Marea ................................................. 9
5. Stima delle Correnti di Gradiente ........................................................ 10
6. Studio delle Caratteristiche del Moto Ondoso ................................... 11
7. Modellazione Idraulica ......................................................................... 13
7.1 I codici “WWWL Editor” .................................................................... 14
7.2 Il codice “WISPH3” ........................................................................... 15
7.3 Il modulo “SPECGEN”...................................................................... 15
7.4 Il modulo GridGenerator................................................................... 17
7.5 Il modulo RCPWave ......................................................................... 17
7.6 Griglia computazionale..................................................................... 18
7.7 Equazioni adoperate dal Modulo ...................................................... 19
8. Interpretazione dei dati ondametrici di largo ..................................... 25
9. Stima dell’onda di progetto ................................................................. 31
9.1 Stima del Periodo di Ritorno ............................................................ 31
9.2 Applicazione del modello Probabilistico e valutazione degli eventi
estremi ......................................................................................................... 33
10. Propagazione delle onde da largo a sotto costa ............................... 36
10.1 Stima delle condizioni estreme ad una profondità di 30m slm ......... 36
10.2 Piani d’onda ..................................................................................... 37
1. PREMESSA
Lo studio idraulico-marittimo viene redatto per la realizzazione di un’opera di
protezione dall’insabbiamento a servizio del Porto di Pescara, in relazione al progetto
esecutivo denominato “Primi Interventi di Adeguamento Strutturale – Lavori di
Realizzazione di una Barriera Soffolta”.
Lo studio è stato condotto in accordo alle prescrizioni della vigente normativa, con
particolare riferimento alle “ISTRUZIONI TECNICHE PER LA PROGETTAZIONE DI
DIGHE MARITTIME” – Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, pubbl. 1490, Roma
1996
2. GENERALITÀ
L’obiettivo del presente studio è quello di caratterizzare il paraggio costiero
d’interesse in termini di:
- Moto ondoso
- Variazione del livello medio del mare
- Correnti litoranee
Il porto di Pescara è un porto-canale del Mare Adriatico situato alla foce del fiume
Pescara, nell'omonimo comune, in latitudine 42°28'04'' Nord e longitudine
14°13'37''Est, ed è classificato, in conformità alle norme vigenti, come porto di II
Categoria, II Classe.
Per il paraggio in esame il settore di traversia risulta limitato verso sud-est dal
Promontorio del Gargano, e verso nord-ovest dal Monte Conero. In figura 3.3 è
riportata la ricostruzione grafica del settore di traversia così descritto.
Il settore di traversia così definito non tiene però in conto degli effetti di rotazione dei
fronti d’onda dovuti ai fenomeni di rifrazione e diffrazione osservati in funzione della
particolare morfologia della costa e delle più o meno complesse batimetrie dei
fondali. In virtù di tale considerazione si è scelto di ampliare il settore di traversia al
range di direzioni comprese tra i 320°N e i 140°N, ottenendo un’ampiezza totale di
180°.
Per la valutazione del fetch, ponendosi al largo del sito in esame e “materializzando”
il cosiddetto “punto di interesse”, vengono delimitati, con un sistema di coordinate
polari, i distinti settori angolari, valutando, per le direzioni medie, le distanze che dal
punto di interesse “traguardano” i margini delle coste opposte allo stesso (che
rappresentano gli estremi della superficie marina). Si è soliti distinguere la traversia
geografica in un settore principale (caratterizzato dalle massime estensioni
geografiche cui risultano solitamente associate le mareggiate più intense) ed un
settore secondario (caratterizzato da estensioni geografiche più contenute
solitamente contraddistinti da stati di mare minori).
Per fetch efficace si intende la lunghezza della porzione di mare sulla quale si esplica
“effettivamente” l’azione del vento responsabile della generazione del moto ondoso.
In bacini semichiusi di estensione limitata come il Mar Adriatico, l’individuazione dei
fetch efficaci può essere eseguita partendo dal fetch geografico.
Il valore del fetch efficace relativo ad una determinata direzione è funzione anche dei
valori dei fetch geografici associati alle direzioni contigue a quella considerata; in
questo modo i fetch efficaci tengono conto del fatto che alla generazione del moto
ondoso oltre alla superficie marina individuata nella direzione media lungo la quale
spira il vento contribuiscono anche le porzioni di mare delle direzioni comprese in un
settore di ± θ rispetto alla direzione media di azione del vento. Di conseguenza la
lunghezza dei fetch efficaci risulta essere diversa da quella dei fetch geografici. Il
calcolo dei fetch efficaci può essere eseguito in base alla seguente relazione:
∑ ∙
,
∑
In cui:
Secondo il metodo di Saville l’angolo settoriale θ viene posto pari a ±45° mentre il
metodo di Seymour fa riferimento ad un valore di θ = ± 90°. Per quanto concerne al
caso studio si è fatto riferimento al metodo di Saville.
I valori più elevati della lunghezza del fetch geografico si si sono osservati lungo le
direzioni che traguardano la costa veneta (circa 350°N) e la costa albanese (circa
105°N), mentre il settore che si affaccia sulle coste croate (10-80°N) è il più limitato.
Nei diagrammi polari nelle figure 2.4 e 2.5 sono indicati graficamente i valori dei fetch
geografici ed efficaci relativi al punto di analisi. La tabella 2.1 riporta gli stessi valori
in forma numerica. Considerato che nel Mar Adriatico le perturbazioni cicloniche
hanno estensioni massime dell’ordine dei 500 km, i fetch geografici sono stati limitati
a tale dimensione. Il fetch efficace massimo ottenuto risulta pari a circa 297.82 km ed
è riferito al settore di levante.
Figura 3.4 – Fetch geografico del paraggio Figura 3.5 – Fetch efficace del paraggio
Riferendosi allo studio meteomarino del PRP 2008, l'analisi armonica dei livelli totali
misurati alle stazioni mareografiche di Pescara permette di definire un'oscillazione di
marea astronomica compresa tra un minimo di 0,20 m ed un massimo di 0,44 m.
Peraltro, nell'ambito dell'ipotesi di linearità del comportamento del bacino Adriatico
(ipotesi comunemente accettata), è possibile discriminare la componente
meteorologica misurata tramite i mareografi. In tal senso i livelli residui estremi sono
compresi tra un minimo di 20 cm ed un massimo di 80 cm per tempi di ritorno
variabili tra un minimo di 2 anni e un massimo di 100 anni.
Con riferimento alla barriera soffolta oggetto di studio, le oscillazioni di marea non
risultano significativamente influenti da un punto di vista strutturale, ma
esclusivamente dal punto di vista funzionale. Infatti, durante le condizioni di “acqua
alta”, la barriera, essendo a cresta bassa, tenderà a diminuire di efficacia, ovvero
tratterrà maggiore quantità di materiale nelle condizioni di bassa marea.
Figura 5.1 – Regime delle correnti Mar Adriatico Centro – Meridionale, fonte CNR
L'analisi d'insieme della figura 4.1 mostra che, a largo della costa meridionale
abruzzese, i flussi delle correnti di densità sono condizionati dal fenomeno di riflusso
della circolazione d'insieme antioraria del Mar Adriatico e pertanto sono diretti da
Nord verso Sud. In generale, nell'Adriatico centrale la velocità media delle correnti in
superficie è piuttosto modesta, con punte massime non superiori ai 50 cm/s. La
particolare conformazione batimetrica del sito in esame, associata alle modeste
escursioni di marea astronomica, permette di asserire che il regime delle correnti di
gradiente ha effetti irrilevanti sulla dinamica dei sedimenti costieri per il paraggio
costiero in esame, e ancor più irrisorie rispetto alle condizioni di stabilità dell’opera
oggetto di studio.
- Lunghezza di mare libero sulla quale può agire l’azione del vento (fetch)
Il moto ondoso creatosi a largo, avvicinandosi verso riva, subisce delle trasformazioni
energetiche dovute essenzialmente all’interazione con il fondale e/o con eventuali
ostacoli presenti lungo il percorso. Tali mutazioni sono attribuibili ai seguenti
fenomeni:
Lo studio del fenomeno di moto ondoso risulta molto complesso dal punto di vista
computazionale e necessita di opportuni modelli matematici in grado di tener in conto
di tutti i fattori fisici di interesse, a partire dal fenomeni di generazione, fino alla
definizione delle modifiche energetiche sopra citate.
Per il progetto di un frangiflutti, come di ogni altra opera esposta all’ambiente marino,
interessa valutare principalmente le probabili condizioni estreme di sollecitazione
ondosa, mentre per i problemi inerenti la manutenzione dell'opera, o per valutarne il
funzionamento in condizioni operative in relazione agli effetti sulla movimentazione
dei sedimenti, interessano anche le onde di intensità ordinaria.
7. MODELLAZIONE IDRAULICA
Il software è composto da differenti codici di simulazione che concorrono alla
modellazione dei litorali e alla progettazione delle opere di difesa costiera e portuale.
, 2 2 , (6.1)
Equazione 7.1 – Densità spettrale (Hughes, 1984)
In cui:
- g = accelerazione di gravità;
- h = altezza d’onda;
- f = frequenza;
- fp = frequenza di picco;
- 2 , = fattore di frequenza;
- , , = coefficienti dimensionali
In particolare:
,
,
2 , , (6.2)
,
Si riporta a titolo esemplificativo una forma spettrale TMA con i parametri JONSWAP:
L’esempio riportato in figura è relativo alla singola direzione di provenienza del moto
ondoso. Il software genera uno spettro in frequenza per ogni direzione del dominio,
restituendo uno spettro direzionale di frequenza. In particolare il dominio considerato
dal codice computazionale ha un’ampiezza di 170°, ossia ± 85° rispetto ad una
direzione media definita dall’utente. Si riporta a titolo d’esempio uno spettro
direzionale esportato dal modulo SPECGEN, in sistema di riferimento cartesiano e
polare
Il modello, inoltre, contiene un algoritmo capace di valutare le onde nella surf zone.
Questo modello di Wave-Breaking risulta un’estensione del lavoro di Dally, Dean e
Dalrymple (1984) alle due dimensioni orizzontali.
relativa alla modellazione del moto ondoso. Tale parametro è stato spesso
messo in conto tramite un coefficiente dimensionale al fine di ottenere una
corretta analisi dimensionale delle grandezze. Sebbene analiticamente sia
semplice inserire il coefficiente di attrito nel calcoli, risulta molto difficile
stimatelo stesso. Inoltre, essendo le distanze di propagazione molto brevi
(decine di chilometri), la dissipazione d’energia per attrito risulta trascurabile e
comunque si procede a vantaggio di sicurezza.
cg
cc g + cc g + 2 = 0
x x y y c (6.4)
Equazione 7.4 – RCPWAVE - Derivazione dell’equazione ellittica dei processi di trasformazione lineare
(Berkhoff’s 1972,1976)
In cui:
= aeis (6.5)
Nella quale:
1 2a 2a 1
+ + [ a ( cc g )] + k 2 - | s |2 = 0 (6.6)
a x 2
y 2
cc g
| s | sin - | s | sin = 0 (6.7)
x y
x
a cc
2
g | s| cos +
y
a cc
2
g | s| sin = 0 (6.8)
Equazione 7.6 – RCPWAVE - Parte reale dell’equazione ellittica in relazione alle ipotesi di base
Equazione 7.8 – RCPWAVE - Parte immaginaria dell’equazione ellittica in relazione alle ipotesi di base
F F i, j+1 - 2 F i, j + F i, j -1
2
y2 ( y )2 (6.9-2)
F - 3 F i, j + 4 F i+1, j - F i+2, j
(6.9-3)
x 2x
F F i, j+1 - F i, j -1
(6.9-4)
y 2 y
I pedici “i” e “j” rappresentano, in termini generali, la posizione nel dominio spaziale.
In particolate il termine “i” rappresenta la i-esima cella in direzione X, e
analogamente il termine “j” per la direzione Y.
Figura 7.6 – RCPWAVE - Rappresentazione grafica della discretizzazione del dominio spaziale
Sotto tali considerazioni, i sistema di equazioni differenziali 6.6, 6.7, 6.8 assume la
seguente scrittura alle differenze finite:
sin i 1, j
1
s i 1, j
s i , j 1 sin i , j 1 1 2 s i , j sin i , j
(6.11)
s i, j 1 sin i, j 1 wx
2y
s i1, j1 cos i1, j1
(1 - W)x
- | s |i -1, j -1 cos i -1, j -1 - | s |i, j+1 cos i, j+1 | s |i, j 1 cos
2y
2
ai -1, j =
1
a 2
i, j+1 Ai, j+1 + (1 - 2 ) a i, j Ai, j + ai, j -1 Ai, j -1
2 2
(6.12)
Ai -1, j
W x 2
+ ai-1, j+1 Bi-1, j+1 - ai2-1, j -1 Bi-1, j -1+ (1 - W)x ai,2 j+1 Bi, j+1 - ai,2 j -1 Bi, j -1
2 y 2 y
Equazione 7.10 - Equazione 7.11 - Equazione 7.12 – RCPWAVE - Sistema di equazioni alle differenze finite
In cui
A = ccg│s│ cos θ,
B = ccg│s│ sin θ,
W, α = fattori di peso
Al fine della restituzione della soluzione, noti i parametri di input lungo la frontiera del
dominio in termini di altezza d’onda, direzione e periodo nonché i dati geometrici del
dominio spaziale, il codice di calcolo adopera la seguente procedura
computazionale:
(6.13)
(6.14)
d. Nel caso di sola rifrazione, l’altezza dell’onda alla cella di calcolo successiva è
valutata come:
∙ ∙ (6.15)
1/ 2
cos ( o - c )
r = (6.17)
cos ( - c )
Caratteristiche delle Boe Triaxys
Fisiche Oscillazione Direzione
Diametro [m] 0.9 Range [m] ± 20 Range [°] 0 , 360
Peso (con Precisione [%] ≤ 2 Precisione [°] ± 1
[Kg] 197
batterie) Risoluzione [cm] 1 Periodo [s] 1.6 , 33
Peso (senza Periodo [s] 1.6 , 33 Frequenza di
[Kg] 90 [Hz] 4
batterie) camponamento
Tabella 8.1 – Caratteristiche BOA ondametrica ORTONA
Le serie storiche sono state reperite dal sito web dell’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore
per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e coprono un periodo di 21 anni, con step
di registrazione di 3 ore, per i primi 15 anni (dal 1989 al 2003), e di 30 minuti per i
periodi più recenti (dal 2004 al 2009) per un totale di circa 145’915 eventi dei quali
110'511 risultano attendibili (percentuale dati mancanti =24.2%). Di questi 81400
risultano provenienti dal settore di traversia del paraggio, quindi rappresentativi dei
fenomeni d’interesse.
- Hs = altezza d’onda significativa = altezza media del 33% delle onde più alte
osservate durante l’intervallo temporale campione;
NUMERO DI EVENTI
dir h < 0.5 0.5 < h < 1 1 < h < 2 2 < h < 3 3 < h < 4 h > 4 h > 5
320‐340 3661 2520 1627 189 49 11
340‐360 6903 4485 2289 334 149 31 6
0‐20 5605 2027 1582 416 408 103 11
20‐40 4613 1815 1506 408 318 75 7
40‐60 4526 1211 615 86 54 25
60‐80 7088 2279 562 41 9 1
80‐100 7888 3626 1569 90 24 1
100‐120 5073 1486 558 30 6
120‐140 1312 305 131 18 3
Frequenze
dir h < 0.5 0.5 < h < 1 1 < h < 2 2 < h < 3 3 < h < 4 4 < h < 5 h > 5
320‐340 4.590% 3.159% 2.040% 0.237% 0.061% 0.014%
340‐360 8.654% 5.623% 2.870% 0.419% 0.187% 0.039% 0.008%
0‐20 7.027% 2.541% 1.983% 0.522% 0.512% 0.129% 0.014%
20‐40 5.783% 2.275% 1.888% 0.512% 0.399% 0.094% 0.009%
40‐60 5.674% 1.518% 0.771% 0.108% 0.068% 0.031%
60‐80 8.886% 2.857% 0.705% 0.051% 0.011% 0.001%
80‐100 9.889% 4.546% 1.967% 0.113% 0.030% 0.001%
100‐120 6.360% 1.863% 0.700% 0.038% 0.008%
120‐140 1.645% 0.382% 0.164% 0.023% 0.004%
Dall'analisi dei risultati si evince che, a largo di Pescara, gli stati di mare più frequenti
e caratterizzati da altezze d'onda più elevate provengono dal settore di traversia
compreso tra i 320°N e i 60°N. Tale settore, quindi, più essere assunto quale settore
di traversia principale. Peraltro, è identificabile un settore di traversia secondario che
si estende nell'intervallo angolare 60°N-130°N, nel quale ricadono le direzioni di
provenienza delle mareggiate meno intense ma comunque apprezzabili in termini di
frequenza di accadimento.
- Gli stati di mare con altezza d’onda compresa tra 0.5 e 2m rappresentano il
37.8% degli eventi ondosi, di cui il 65.2% con direzione di provenienza
appartenente al settore 320°- 60°N e il 34.8% proveniente dal settore di
traversia secondario;
- Gli stati di mare con altezza d’onda superiore a 3 m sono per intero
provenienti dal settore di traversia principale e rappresentano l’1.619% degli
eventi. In particolare l’1.279% è relativo ad un’altezza d’onda inferiore ai 4m,
lo 0.31% all’intervallo 4-5m ed il restante 0.03% è riferito ad altezze d’onda
maggiori di 5m che interessano esclusivamente il sotto settore 0-20°N con
picco di altezza d’onda pari a 6.2m.
Primi interventi di adeguamento strutturale Provveditorato. Interregionale per le OO.PP. per
Lavori di realizzazione di una barriera soffolta il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna
Relazione Idraulico-marittima pag. 28 di 45
Nelle figure 6.8 e 6.9 sono riportati in forma diagrammare i risultati descritti, con
riferimento anche al periodo dell’onda:
In particolare è stato considerato una direzione media di incidenza degli stati di mate
pari a 225°N, in modo da rappresentare nel dominio tutti gli eventi appartenenti al
settore di traversia, e un passo di discretizzazione delle frequenza pari 0.05. Per la
taratura del modello sono stati adoperati i parametri spettrali JONSWAP (Eq 6.3),
adatti agli stati di mare limitati per fetch, quindi ben rappresentativi del caso studio.
L’implementazione dati ha permesso di semplificare la serie storica in 173 stati di
mare elementari di assegnata frequenza di accadimento, equivalenti in termini di
Primi interventi di adeguamento strutturale Provveditorato. Interregionale per le OO.PP. per
Lavori di realizzazione di una barriera soffolta il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna
Relazione Idraulico-marittima pag. 29 di 45
57.30
0.00
-57.30
-85.00
0.70 1.00 1.50 2.00 2.15
Frequency (hz)
Figura 8.4 – Spettro direzionale in frequenza - Sistema di riferimento cartesiano (SRL: θ = 225°)
90.0
120.0 60.0
150.0 30.0
0.0
180.0 0.942 1.183 1.425 1.667 1.908
210.0 330.0
N 240.0 300.0
270.0
Figura 8.5 – Spettro direzionale in frequenza - Sistema di riferimento polare (SRL: θ = 225°)
Da questa si evince che, in termini energetici, gli eventi provenienti dal settore di
traversia principale risultano molto più significativi. Le frequenze di picco, infatti, si
osservano per direzioni di incidenza del moto ondoso comprese tra i 0° e 60° del
sistema di riferimento locale che si traducono in direzioni di provenienza del moto
ondoso comprese tra i 345°N (60°SRL) e i 45°N (0°SRL), ossia la fascia centrale del
settore di traversia principale. Le frequenze di picco sono comprese tra i 0.9 – 1.1
Hz, con picco massimo corrispondente ad una frequenza di 0.981Hz.
Tipo dell'opera Livello di sicurezza richiesto
1 2 3
Vita di progetto (anni)
Infrastrutture di uso generale 25 50 100
Infrastrutture ad uso specifico 15 15 50
Tabella 9.1 – Durata minima di vita per opere e strutture di carattere definitivo
Fonte: “Istruzioni Tecniche per la progettazione delle dighe marittime”
25
Danneggiamento Incipiente Rischio per la vita umana
Riperussione economica Limitato Elevato
Bassa 0.50 0.30
Media 0.30 0.20
Alta 0.25 0.15
Distruzione totale Rischio per la vita umana
Riperussione economica Limitato Elevato
Bassa 0.20 0.15
Media 0.15 0.10
Alta 0.10 0.05
Tabella 9.2 – Massima probabiltà di danneggiamento ammissibile nel periodo di vita operativa dell’opera
Fonte: “Istruzioni Tecniche per la progettazione delle dighe marittime”
Per strutture rigide (dighe a parete verticale), per le quali è estremamente difficile
riparare il danno, si assume la probabilità di distruzione totale.
0.5
22
1
1
Equazione 9.2 – Distribuzione di probabilità di Rayleigh
Nella quale:
- = Probabilità di successo (o di non superamento dell’evento di
progetto), valutabile in funzione del periodo di ritorno come:
1
1
Equazione 9.4 – Correlazione tra Altezza d’onda significativa e altezza quadratica media
In cui:
Tale modello è stato applicato per ogni sotto-settore della traversia principale. La
scelta è stata condizionata dall’osservazione dello spettro direzionale (§6.2) da cui si
evince che i picchi in frequenza sono limitati proprio a tale settore.
TR [anni] Pvr [‐]
22 0.955
2
Dir [°N] N. eventi Σ Hi Hrms [m] Hs [m] Hp [m]
[320;340] 7891 7088.26 0.95 3.60 4.48
[341;360] 14179 12657.80 0.94 3.59 4.46
[1;20] 10697 15139.82 1.19 4.52 5.62
[20;40] 8739 12798.94 1.21 4.60 5.72
[41;60] 6515 3608.72 0.74 2.83 3.52
Tabella 9.3 – Altezze d’onda di progetto
Mediante modellazione numerica (§6.1.5) sono stati elaborati i piani d’onda che
riproducono l'andamento dei raggi d’onda dal largo fino alla costa, tenendo in conto
di tutti i fattori che concorrono alla loro modifica. Tale studio è stato effettuato al fine
di indentificare le sollecitazioni di progetto in corrispondenza dell’opera soffolta
oggetto di studio, adoperando dunque come forzante di largo gli eventi di progetto
stimati al capitolo precedente.
1) Stima delle onde di progetto ad una profondità verso riva pari a -30m s.l.m.
2) Creazione dei piani d’onda dai -30m s.l.m. fino alla costa
Adoperando come input ondametrico gli stati di mare di progetto valutati al capitolo
precedente, il codice di calcolo ha riscontrato le seguenti modifiche dei fronti d’onda:
D = ‐70m slm D = ‐30m slm
Dir [°N] Hp [m] Tp [s] Dir [°N] Hp [m] Tp [s]
330 4.48 3.27 339.9 3.91 3.27
350 4.46 3.41 353.1 4.32 3.41
10 5.62 3.62 10.4 5.61 3.62
30 5.72 3.73 30 5.72 3.73
50 3.52 3.45 50 3.52 3.45
Tabella 10.1 – Onde di progetto alla profondita di 30m slm
Dall’osservazione dei risultati si evince che i fronti d’onda provenienti dai settori di
direzioni medie 330 e 350 °N subiscono modifiche apprezzabili sia in termini di
direzione di provenienza che di altezza d’onda, a differenza degli stati di mare
provenienti dai settori di direzione media 10, 30 e 50°N, per i quali si osservano
modifiche minime sia in termini energetici che direzionali. Tale circostanza è causata
dalla maggiore inclinazione dei primi rispetto alla direzione ortogonale alle batimetrie
(≈ 45°N), la quale causa, da un lato la deviazione dei treni d’onda (fenomeno della
rifrazione) e dall’altro una maggiore dissipazione energetica.
I dati topografici del paraggio sono stati reperiti dalle carte topografiche presenti nel
geo-portale della Regione Abruzzo.
Tramite l’utilizzo del codice GridGenerator, i dati in questione sono stati discretizzati
a mezzo di una griglia computazionale a maglie quadre di lato 10m, orientata
secondo sistema di riferimento locale, coì come descritto al §6.1.4.
Piano d’onda 1:
Hp(d=30m) = 3.93 m
T = 3.27 s
Dir = 65° (340°N)
Piano d’onda 2:
Hp(d=30m) = 4.32 m
T = 3.41 s
Dir = 52° (355°N)
Piano d’onda 3:
Hp(d=30m) = 5.60 m
T = 3.62 s
Dir = 34.5° (10.5°N)
Piano d’onda 4:
Hp(d=30m) = 5.72 m
T = 3.73 s
Dir = 15° (30°N)
Piano d’onda 5:
Hp(d=30m) = 3.52 m
T = 3.45 s
Dir = -5° (50°N)
St X Y d Progressiva H1 H2 H3 H4 H5
[m] [m] [m] [m] [m] [m] [m] [m] [m]
1 436382.90 4702111.10 0.5 50 0.390 0.407 0.219 0.299 0.194
2 436401.80 4702150.90 1 99.5 0.525 0.567 0.088 0.212 0.596
3 436442.90 4702253.70 1.5 270.5 0.919 1.080 1.320 0.220 1.260
4 436451.85 4702289.40 2 380 1.080 0.772 0.381 0.236 0.694
5 436462.10 4702326.30 2.5 413 0.974 0.558 0.155 0.200 0.165
6 436496.00 4702445.80 3 460 0.345 0.152 0.091 0.069 0.230
7 436520.02 4702527.60 3 510 0.104 0.096 0.087 0.121 0.167
8 436554.62 4702603.80 2.5 590 0.091 0.087 0.084 0.170 0.153
Dalla presa visione dei risultati consegue che la massima altezza d’onda risulta pari
a 1.32 m ed è relativa ad una profondità di 2.0m, in corrispondenza della progressiva
dell’opera dalla linea di riva pari a 270.5m. Questa è relativa all’evento di progetto 3,
caratterizzato da un’altezza d’onda di largo pari a 5.60m proveniente dal settore di
direzione media pari a 10°N.
Figura 3.4 – Fetch geografico del paraggio - Figura 3.5–Fetch efficace del
paraggio…………………………………7
Figura 5.1 – Regime delle correnti Mar Adriatico Centro – Meridionale, fonte CNR .............................................. 10
Figura 6.4 – sistema di rierimento STWAVE Figura 6.5 – Griglia computazionale STWAVE ............................... 18
Figura 6.6 – RCPWAVE - Rappresentazione grafica della discretizzazione del dominio spaziale ........................ 22
Figura 6.7 – Diagramma polare di frequenza del clima ondoso di largo ................................................................ 26
Figura 6.9 – Block diagram H-DIR del clima ondoso di largo ................................................................................. 28
Figura 6.10 – Spettro direzionale in frequenza - Sistema di riferimento cartesiano (SRL: θ = 225°) ..................... 29
Figura 6.11 – Spettro direzionale in frequenza - Sistema di riferimento polare (SRL: θ = 225°) ........................... 29
Tabella 6.2 – Durata minima di vita per opere e strutture di carattere definitivo Fonte: “Istruzioni Tecniche per la
progettazione delle dighe marittime” ...................................................................................................................... 31
Tabella 6.3 – Massima probabiltà di danneggiamento ammissibile nel periodo di vita operativa dell’opera Fonte:
“Istruzioni Tecniche per la progettazione delle dighe marittime” ............................................................................ 32
Equazione 6.4 – RCPWAVE - Derivazione dell’equazione ellittica dei processi di trasformazione lineare
(Berkhoff’s 1972,1976) ........................................................................................................................................... 20
Equazione 6.6 – RCPWAVE - Parte reale dell’equazione ellittica in relazione alle ipotesi di base ........................ 21
Equazione 6.8 – RCPWAVE - Parte immaginaria dell’equazione ellittica in relazione alle ipotesi di base ............ 21
Equazione 6.10 - Equazione 6.11 - Equazione 6.12 – RCPWAVE - Sistema di equazioni alle differenze finite .... 23
Equazione 6.21 – Correlazione tra Altezza d’onda significativa e altezza quadratica media ................................. 34