ANTONIO ARDOLINO
SCALE E SBALZI
CALCOLO ED ESECUTIVI DI SBALZI D’ANGOLO
E SCALE A SOLETTA RAMPANTE
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PARTE PRIMA
Teoria per il calcolo degli sbalzi e delle scale
PARTE SECONDA
Il programma allegato
PARTE PRIMA
CAPITOLO 1
PRINCIPI GENERALI
1.1. PREMESSA
In questo primo capitolo sono riportati i principi fondamentali sui quali si basa
la teoria del cemento armato. Ampio spazio è dedicato alle caratteristiche dei
materiali e al legame costitutivo acciaio calcestruzzo. Per comodità del lettore è
stata riportata integralmente la normativa di riferimento relativa alle strutture in
esame.
1.2.1.1. Il cemento
La scoperta del cemento è avvenuta tra i secoli XVIII e XIX, ma la sua diffusione si è
avuta nella seconda metà dell’800 a seguito di una lunga sperimentazione che ha
portato alla produzione di un legante idraulico con caratteristiche uguali a quelle di
una pietra calcarea esistente nelle isole Portland in Gran Bretagna. Proprio da queste
isole ha preso il nome il cemento portland che è il più diffuso dei leganti idraulici.
Il cemento si ottiene principalmente da materiali quali calcare ed argilla, estratti dal-
le cave, e successivamente trasformati in un prodotto chiamato clinker, il quale, com-
binato con altri componenti, dà luogo a vari tipi di cemento. Il clinker può essere
naturale od artificiale. Il primo si ottiene da materiali (marne) che già contengono i
componenti necessari; il secondo si ottiene da miscele preparate artificialmente.
Per ottenere il clinker si prepara prima la miscela cruda mediante frantumazione,
miscelazione, omogeneizzazione. La seconda fase consiste nella cottura della
miscela, fino ad una temperatura di circa 1450°C, generalmente effettuata in
grandi forni a rotazione.
Il cemento si ottiene con la miscelazione, in proporzioni prestabilite, del clinker
raffreddato e degli altri componenti a secondo del tipo di prodotto finale. Questa mi-
scela viene, infine, macinata fino ad ottenere una polvere finissima ed omogenea.
Nel corso degli anni si è avuto un notevole aumento dei cementi prodotti. Il più
diffuso nel mondo rimane il cemento portland ottenuto dalla macinazione di
clinker con opportune aggiunte di gesso o anidrite. Il Italia è molto diffuso il
cemento pozzolanico anche a causa della larga disponibilità del materiale di base
con cui è ottenuto, la pozzolana, che è di origine vulcanica. Il cemento d’al-
toforno è ottenuto dalla macinazione di clinker con scorie d’altoforno granulate;
il cemento alluminoso è ottenuto dalla macinazione di clinker di calcare e bauxi-
te. Molto importanti sono i cementi speciali il cui impiego è dovuto a particola-
ri necessità, e possono essere prodotti anche su commissione: cementi bianchi,
ferrici, ferrici pozzolanici, per sbarramenti di ritenuta, per pozzi petroliferi.
Il contatto tra cemento ed acqua provoca una reazione di idratazione che fa entra-
re in combinazione i due materiali che formano una massa solida che lega i mate-
riali lapidei. La reazione di idratazione si esplica in due fasi: presa ed indurimento.
La presa è dovuta ad una rapida idratazione di alcuni componenti, mentre l’in-
durimento si deve ad una più lenta idratazione del silicato bicalcico ed alla for-
mazione di idrosilicati gelatinosi, che avvolgono i granuli di cemento, rendendo
più lenta l’idratazione in profondità. La presa dura alcune ore, mentre l’induri-
mento si protrae, è rapido nei primi 28 giorni e più lento nel successivo tempo.
Dopo 7 giorni si raggiungono i tre quarti della resistenza a compressione che il
cemento ha dopo 28 giorni. Durante la presa e l’indurimento si ha un notevole
sviluppo di calore ed una riduzione del volume (ritiro).
I cementi più usati si dividono in: tipo normale e tipo ad alta resistenza. Il primo ha
una resistenza minima a 28 giorni di 325 kg ed è il più diffuso; il secondo ha una
resistenza minima a 28 giorni di 425 kg (o 525 kg se è anche a rapido indurimento)
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ABSTRACT
CAPITOLO 1 TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
– Principi generali
1.2.1.2. L’acqua
L’acqua per gli impasti deve essere limpida, priva di sali (particolarmente solfa-
ti e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva.
In genere l’acqua potabile è sempre idonea per confezionare il calcestruzzo, ad
eccezione delle acque sulfuree che, anche se sono potabili, hanno un elevato con-
tenuto di sali. I solfati ed i cloruri, se sono presenti nell’acqua in misura supe-
riore allo 0,5 ÷ 1,0%, provocano una riduzione della resistenza meccanica.
L’acqua di mare può essere utilizzata ma comporta un abbassamento della resi-
stenza meccanica, non può essere adoperata per il cemento armato precompresso.
L’acqua di impasto si divide in acqua di presa, acqua di bagnatura e acqua di
lavorabilità.
L’acqua di presa è la quantità d’acqua necessaria per le reazioni di presa e di
indurimento del cemento ed è funzione della qualità e del dosaggio di cemento
impiegato.
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Si può scrivere:
Ap = ap . C
dove ap è l’acqua di presa unitaria in l/kg, mentre C è il dosaggio di cemento in kg/m3.
In genere l’acqua di presa unitaria varia, in funzione della qualità del cemento,
da 0,23 a 0,33 litri per ogni chilogrammo di cemento.
L’acqua di bagnatura serve a bagnare gli inerti. La quantità d’acqua necessaria
per l’impasto è tanto maggiore quanto più sono fini i grani dell’inerte, ed è diret-
tamente proporzionale alla quantità di inerte. Infatti, aumentando la quantità di
inerte o diminuendo i diametri dei granuli aumenta la superficie di inerte e quin-
di l’acqua di bagnatura.
Per l’inerte fino l’acqua di bagnatura unitaria si può calcolare con il metodo della
parabola: si pesa un chilogrammo di inerte fino e si versa su di essa una piccola
quantità d’acqua, rimescolando il tutto. Si riempie un recipiente col miscuglio e
si pesa. Si svuota il recipiente e si aggiunge la stessa piccola quantità d’acqua
messa in precedenza. E così via sempre la stessa operazione mettendo ogni volta
la stessa piccola quantità d’acqua. Man mano i pesi del miscuglio andranno dimi-
nuendo fino a raggiungere un minimo, dopodiché aumenteranno. L’acqua corri-
spondente al peso minimo è l’acqua di bagnatura unitaria.
Per l’inerte grosso si usa un metodo diverso: si riempie un recipiente di inerte e
si pesa; si versa poi acqua nel recipiente fino al suo riempimento. Svuotato il
recipiente si fa scolare l’inerte e lo si pesa ancora bagnato. A questo peso si sot-
trae il peso dell’inerte iniziale (senza bagnatura) e il risultato ottenuto si divide
ancora per il peso iniziale di inerte, ottenendo l’acqua di bagnatura unitaria.
L’acqua di lavorabilità riduce l’attrito tra i materiali migliorando la fluidità e la
lavorabilità.
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PARTE SECONDA
Il programma allegato
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CAPITOLO 2
SBALZO D’ANGOLO
- TUTTI– IIlDIRITTI
PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
RISERVATI
Solo se si sceglie la verifica agli stati limite sarà possibile inserire i valori di que-
sti coefficienti (uno di riduzione per il calcestruzzo, uno di riduzione per l’acciaio
e due di amplificazione dei carichi). In caso di verifica alle tensioni ammissibili
le caselle dei coefficienti saranno disabilitate.
I dati geometrici riguardano principalmente le lunghezze dello sbalzo, sia dalla
parte dello sbalzo di prosecuzione che dalla parte dello sbalzo laterale. Non è
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CAPITOLO 2 TRATTO
ABSTRACT – Sbalzo d’angolo
DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Figura 2.2
Prima pagina
sessione sbalzi
SCALA DEL DISEGNO Indicare in che scala si stamperà il disegno finale. Inserire
20 per la scala 1:20; 50 per la scala 1:50, ecc. Il valore di
default è 20, che è la scala più adatta per questo tipo di par-
ticolari. Il valore di questo campo agirà esclusivamente sulla
dimensione dei caratteri e dei numeri del disegno. Le linee
saranno disegnate sempre con la scala: 1 unità video = 1 m.
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- TUTTI– IIlDIRITTI
PARTE SECONDA
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CAPITOLO 2 TRATTO
ABSTRACT – Sbalzo d’angolo
DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
ORDITURA SOLAIO In questo campo sono ammesse solo due lettere. Inserire la
lettera O se l’orditura del solaio è orizzontale rispetto al
disegno visualizzato. Inserire la lettera V se è verticale.
SPESSORE SOLETTA Indica lo spessore della soletta dello sbalzo. Questa dimensio-
ne è utile per l’analisi dei carichi sullo sbalzo laterale, visto
che il programma considera lo sbalzo d’angolo come zona
tutta piena di calcestruzzo, senza alleggerimenti con laterizi.
PESI SPECIFICI Nelle caselle dei pesi specifici sono già indicati i valori
tipici per i materiali che completano lo sbalzo, quali into-
naco, pavimento, massetto.
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- TUTTI– IIlDIRITTI
PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
RISERVATI
Figura 2.3
Seconda pagina
sessione sbalzi
Anche i dati del solaio servono per definire i carichi necessari al calcolo. In un
normale solaio si è soliti utilizzare, in un metro, due travetti da 10 cm e due late-
rizi di 40 cm. Se la casella dello spessore del solaio è vuota, nel momento in cui
si inserisce lo spessore dello sbalzo sarà calcolato automaticamente anche quel-
lo del solaio pari a 4 cm più grande. Nel riquadro DATI DEL SOLAIO si hanno i
seguenti campi, riferiti ad un metro di solaio.
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CAPITOLO 2 TRATTO
ABSTRACT – Sbalzo d’angolo
DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
INCIDENZA TRAMEZZI In genere, per tener conto del peso dei tramezzi si conside-
ra un carico di 100 kg/mq spalmato sul solaio.
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PARTE SECONDA
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CAPITOLO 2 TRATTO
ABSTRACT – Sbalzo d’angolo
DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Figura 2.4
Pagina
correzione
armature sbalzi
carpenteria della zona dello sbalzo d’angolo e dai particolari di tre sezioni con
relativa distinta ferri: una sezione sullo sbalzo d’angolo; una sezione sulla trave
di contrappeso; una sezione sullo sbalzo laterale.
I colori utilizzati nel disegno sono tre: il rosso per le linee più sottili (general-
mente pennino 0,25); il verde per le linee intermedie (generalmente pennino
0,35); il nero per le linee doppie (generalmente pennino 0,50).
Comunque, ogni particolare del disegno è posto in layer (piani) differenti, in
modo che il suo colore può essere modificabile facilmente cambiando il colore
del layer corrispondente. I layer creati dal programma sono i seguenti:
– LIN-EST per le linee esterne delle sezioni;
– LATERIZI che contiene le linee dei laterizi;
– FERRI che contiene i disegni dei ferri;
– RIPART per la rete di ripartizione;
– TRATPUNT per le linee tratto-punto;
– TESTO1 per le scritte più grandi;
– DIMENS per le linee di dimensione;
– TESTO2 per le scritte del tipo di ferro;
– TESTO3 per le dimensioni dei ferri;
– DESCRIZ per le indicazioni.
Selezionando il comando RELAZIONE TECNICA, si aprirà una finestra con la rela-
zione creata dal programma. È possibile modificarla e stamparla. Volendo usare
un word processor più completo si può salvare la relazione in un file e ripren-
derla con qualche altro elaboratore testi.
È conveniente salvare le modifiche effettuate in un file anche quando si ritorna
alle schermate precedenti, in quanto ogni volta che si eseguirà il comando RELA-
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- TUTTI– IIlDIRITTI
PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
RISERVATI
ZIONE TECNICA ci sarà una nuova elaborazione e saranno perse le modifiche effet-
tuate in precedenza.
Una volta creati il disegno e la relazione il lavoro è concluso. A questo punto si
possono salvare i dati inseriti, si può tornare alle pagine di inserimento dati oppu-
re si può chiudere il programma. Se dalla finestra INDICAZIONE E CORREZIONE
DELLE ARMATURE si ritorna a quelle di inserimento dati e si cambiano alcuni valo-
ri i comandi ESPORTA GRAFICO IN DXF e RELAZIONE TECNICA saranno di nuovo disa-
bilitati. Per abilitarli nuovamente sarà necessario rieffettuare il calcolo.
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CAPITOLO 3
SCALA A SOLETTA RAMPANTE
SCALA DEL DISEGNO Indica in che scala si stamperà il disegno finale. Inserire 20
per la scala 1:20; 50 per la scala 1:50, ecc. Il valore di default
è 20 che è la scala più adatta per questo tipo di particolari. Il
valore di questo campo agirà esclusivamente sulla dimen-
sione dei caratteri e dei numeri del disegno. Le linee saran-
no disegnate sempre con la scala: 1 unità video = 1 m.
- TUTTI– IIlDIRITTI
PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
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Figura 3.1
Come indicare
il numero di
partenza
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CAPITOLO 3 TRATTO
ABSTRACT – Scala a soletta rampante
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I dati della scala elencati all’interno del riquadro GEOMETRIA DELLA SCALA riguardano:
SPESSORE
PIANEROTTOLO Indica in centimetri l’intero spessore del pianerottolo di riposo
DI RIPOSO
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PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
RISERVATI
PUNTO DI PARTENZA Inserire in questo campo i numeri ‘1’ oppure ‘2’. Se, guar-
PRIMA RAMPA dando dall’appoggio sinistro all’appoggio destro della
trave continua, si vede la prima rampa sulla destra, inseri-
re ‘1’; se la si vede sulla sinistra inserire ‘2’. Vedere la
figura 3.1 per maggior chiarimento: con ‘1’ si indica che il
senso di salita è antiorario; con ‘2’, invece, che il senso di
salita è orario.
Figura 3.2
Prima pagina
sessione scale
CARICHI FISSI La campata della scala può, in alcuni casi, essere compresa in
SOLAIO una trave continua. I carichi sui solai delle campate diverse da
quella della scala avranno valore differente dal carico della
scala stessa. Per la risoluzione dello schema di trave continua
è necessario indicare (con calcolo a parte) il carico fisso del
solaio. Per gli usuali solai di 20 cm formati da due travetti e
laterizi, il carico fisso è in genere di 500 kg/m. Naturalmente
se lo schema di trave continua è formato dalla sola campata
della scala il valore di questo campo non verrà considerato.
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CAPITOLO 3 TRATTO
ABSTRACT – Scala a soletta rampante
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PESI SPECIFICI Nelle caselle dei pesi specifici sono già indicati i valori tipici
per i materiali che completano la scala, quali intonaco, pavi-
mento, massetto.
PESO SPEC. Indica il peso specifico del materiale col quale sono formati i
MAGRONE gradini riportati. In genere si utilizza il magrone che ha un
peso specifico di 2200 kg/mc.
All’interno della finestra è inoltre possibile scegliere il tipo di verifica tra quello
alle tensioni ammissibili e quello agli stati limite.
Nell’ambito degli stati limite è possibile un’ulteriore scelta tra le equazioni adi-
mensionalizzate e il metodo semplificato (vedere il capitolo 4 della prima parte
per le differenze). È preferibile usare il secondo metodo, in quanto quello delle
equazioni adimensionalizzate non va bene per spessori troppo esigui della solet-
ta rampante; il programma comunque avverte qualora non sia possibile usarlo.
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PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
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Figura 3.3
Schematizzazione
in trave continua
Figura 3.4
Seconda pagina
sessione scale
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CAPITOLO 3 TRATTO
ABSTRACT – Scala a soletta rampante
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AUTOMATICA DEI DATI DEL PIANO CORRENTE. In tal caso nel passaggio alla pagina
successiva il programma provvederà direttamente alla copia dei dati del piano.
LUCE CAMPATA Indica in centimetri le luci delle campate della trave continua.
Nella sezione DIMENSIONI DEGLI ELEMENTI DELLA SCALA si trovano i seguenti campi:
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PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
RISERVATI
NUMERO PEDATE
Indica quante pedate sono previste per la prima rampa.
PRIMA RAMPA
NUMERO PEDATE
Indica quante pedate sono previste per la seconda rampa.
SECONDA RAMPA
DIMENSIONE
PEDATA
Indica in centimetri la dimensione della pedata.
LARGHEZZA
TROMBINO
Indica in centimetri la larghezza del trombino.
Man mano che si inseriscono i valori in questi campi saranno calcolati in automa-
tico la dimensione dell’alzata e la quota e la larghezza del pianerottolo di riposo.
In questa finestra è possibile, infine, scegliere i diametri dei tondini di ferro che
il programma deve tenere in considerazione nel calcolo; ad esempio se si vuole
che l’armatura della scala debba avere tutti tondini almeno di diametro 14, basta
togliere il segno di spunta dalle caselle di controllo DIAMETRO 10 e DIAMETRO 12.
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CAPITOLO 3 TRATTO
ABSTRACT – Scala a soletta rampante
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Figura 3.5
Pagina correzione
armature scale
della finestra
indicazione e
correzione
armature
del nome del file e sarà creato il file dxf del disegno esecutivo formato dalla
sezione dell’intera gabbia scala, e, per ogni piano, dalla pianta della scala con le
sezioni eseguite sui travetti per la distinta dei ferri, sia per la prima che per la
seconda rampa. Saranno indicate le quote dei vari pianerottoli e tutte le dimen-
sioni che occorrono per caratterizzare e piegare esattamente i ferri in cantiere.
I colori utilizzati saranno anche qui il rosso, il verde ed il nero per i tre diversi
spessori di linea. Ciascun particolare sarà inserito in un layer con possibilità di
cambiare facilmente il colore per qualsiasi componente del disegno.
I layer creati sono:
– LIN-EST per le linee esterne;
– SEZION per le linee sezionate;
– FERRI per il disegno dei ferri;
– INVISTA per le linee delle parti in vista nelle sezioni;
– TRATPUNT per le linee tratto-punto;
– TESTO1 per le scritte più grandi;
– DIMENS per le linee delle dimensioni;
– TESTO2 per le scritte del topo di ferro;
– TESTO3 per le dimensioni delle piegature dei ferri;
– TESTODIM per il testo delle dimensioni e delle quote;
– FRECCDIM per le frecce delle dimensioni.
Selezionando il comando RELAZIONE TECNICA si aprirà una finestra con la rela-
zione creata dal programma che è possibile modificare e stampare. Volendo usare
un word processor più completo si può salvare la relazione in un file e ripren-
derla con qualche altro elaboratore testi. È conveniente salvare le modifiche
effettuate in un file anche quando si ritorna alle schermate precedenti, in quanto
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- TUTTI– IIlDIRITTI
PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
RISERVATI
ogni volta che si eseguirà il comando RELAZIONE TECNICA ci sarà una nuova ela-
borazione e saranno perse le modifiche effettuate in precedenza.
Una volta creati il disegno e la relazione il lavoro è concluso. A questo punto si
possono salvare i dati inseriti, si può tornare alle pagine di inserimento dati oppu-
re si può chiudere il programma. Se dalla finestra INDICAZIONE E CORREZIONE
DELLE ARMATURE si ritorna a quelle di inserimento dati e si cambiano alcuni valo-
ri i comandi ESPORTA GRAFICO IN DXF e RELAZIONE TECNICA saranno di nuovo disa-
bilitati. Per abilitarli nuovamente sarà necessario rieffettuare il calcolo.
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PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
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Esempio di relazione realizzata dal programma
RELAZIONE DI CALCOLO
DIMENSIONI
Numero di piani: 2
Larghezze delle rampe [m]: 1,1
Numero di travetti per rampa : 3
Larghezza dei travetti [cm]: 10
Spessore della soletta delle rampe [cm]: 12
Spessore pianerottolo di partenza [cm]: 20
Spessore pianerottolo di riposo [cm]: 20
Carico accidentale sulla scala [kg/m]: 400
Piano n. 1
Interpiano [m]: 3,2
Numero di pedate della prima rampa: 9
Numero di pedate della seconda rampa: 9
Dimensione della pedata [cm]: 30
Dimensione dell’alzata [cm]: 16,00
Larghezza pianerottolo di partenza [m]: 1,2
Larghezza pianerottolo di arrivo [m]: 1,2
Larghezza trombino [cm]: 10
Quota del pianerottolo di riposo [m]: 1,60
Larghezza del pianerottolo di riposo [m]: 1,40
Piano n. 2
Interpiano [m]: 3,2
Numero di pedate della prima rampa: 9
Numero di pedate della seconda rampa: 9
Dimensione della pedata [cm]: 30
Dimensione dell’alzata [cm]: 16,00
Larghezza pianerottolo di partenza [m]: 1,2
Larghezza pianerottolo di arrivo [m]: 1,2
Larghezza trombino [cm]: 10
Quota del pianerottolo di riposo [m]: 1,60
Larghezza del pianerottolo di riposo [m]: 1,40
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CAPITOLO 4 TRATTO
ABSTRACT – Esempi pratici
DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
CARICHI
Piano n. 1
Peso proprio della soletta rampante = 221,20 kg
Sovraccarichi permanenti + gradini = 304,04 kg
TOTALE carichi permanenti g = 525,24 kg
Il carico da applicare sulla trave continua va diviso per la larghezza della rampa, per cui nella
campata della scala vanno applicati i seguenti carichi:
g= 477,49 kg/m
p= 400,00 kg/m
che vanno moltiplicati per gli opportuni coefficienti per ottenere le azioni di calcolo.
Piano n. 2
Peso proprio della soletta rampante = 221,20 kg
Sovraccarichi permanenti + gradini = 304,04 kg
TOTALE carichi permanenti g = 525,24 kg
Il carico da applicare sulla trave continua va diviso per la larghezza della rampa, per cui nella
campata della scala vanno applicati i seguenti carichi:
g= 477,49 kg/m
p= 400,00 kg/m
che vanno moltiplicati per gli opportuni coefficienti per ottenere le azioni di calcolo.
CONDIZIONE DI CARICO N. 1
CAMPATA N. 1
DATI INIZIALI
Lunghezza = 4,20 m
Carico = 1000,00 kg/m
TAGLIO
T1d = 1518,47 T1s = -2681,53
Taglio = 0 per X = 1,52
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 0
M = 0 per Xo = 3,036
CAMPATA N. 2
DATI INIZIALI
Lunghezza = 5,60 m
Carico = 668,49 kg/m
TAGLIO
T2d = 2307,91 T2s = -1435,62
Taglio = 0 per X = 3,45
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- TUTTI– IIlDIRITTI
PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
RISERVATI
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 1,304
M = 0 per Xo = 5,599
MOMENTI REAZIONI
M1 = 0,00 R1 = 1518,47
M2 = -2442,41 R2 = 4989,44
M3 = 0,00 R3 = 1435,62
CONDIZIONE DI CARICO N. 2
CAMPATA N. 1
DATI INIZIALI
Lunghezza = 4,20 m
Carico = 700,00 kg/m
TAGLIO
T1d = 635,97 T1s = -2304,03
Taglio = 0 per X = 0,91
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 0
M = 0 per Xo = 1,817
CAMPATA N. 2
DATI INIZIALI
Lunghezza = 5,60 m
Carico = 1268,49 kg/m
TAGLIO
T2d = 4177,28 T2s = -2926,24
Taglio = 0 per X = 3,29
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 0,986
M = 0 per Xo = 5,599
MOMENTI REAZIONI
M1 = 0,00 R1 = 635,97
M2 = -3502,91 R2 = 6481,31
M3 = 0,00 R3 = 2926,24
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CAPITOLO 4 TRATTO
ABSTRACT – Esempi pratici
DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
CONDIZIONE DI CARICO N. 3
CAMPATA N. 1
DATI INIZIALI
Lunghezza = 4,20 m
Carico = 1000,00 kg/m
TAGLIO
T1d = 1198,47 T1s = -3001,53
0 per X= 1,20
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 0
M = 0 per Xo = 2,396
CAMPATA N. 2
DATI INIZIALI
Lunghezza = 5,60 m
Carico = 1268,49 kg/m
TAGLIO
T2d = 4227,91 T2s = -2875,62
Taglio = 0 per X = 3,33
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 1,066
M = 0 per Xo = 5,6
MOMENTI REAZIONI
M1 = 0,00 R1 = 1198,47
M2 = -3786,41 R2 = 7229,44
M3 = 0,00 R3 = 2875,62
CONDIZIONE DI CARICO N. 4
Si considera solo la trave incastrata della campata della scala depurata delle luci delle travi.
Il momento sui due appoggi della campata della scala dovuto a questa condizione è:
M = kgm -2969,32
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- TUTTI– IIlDIRITTI
PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
RISERVATI
CONDIZIONE DI CARICO N. 1
CAMPATA N. 1
DATI INIZIALI
Lunghezza = 4,20 m
Carico = 1000,00 kg/m
TAGLIO
T1d = 1518,47 T1s = -2681,53
Taglio = 0 per X = 1,52
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 0
M = 0 per Xo = 3,036
CAMPATA N. 2
DATI INIZIALI
Lunghezza = 5,60 m
Carico = 668,49 kg/m
TAGLIO
T2d = 2307,91 T2s = -1435,62
Taglio = 0 per X = 3,45
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 1,304
M = 0 per Xo = 5,6
MOMENTI REAZIONI
M1 = 0,00 R1 = 1518,47
M2 = -2442,41 R2 = 4989,44
M3 = 0,00 R3 = 1435,62
CONDIZIONE DI CARICO N. 2
CAMPATA N. 1
DATI INIZIALI
Lunghezza = 4,20 m
Carico = 700,00 kg/m
134
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CAPITOLO 4 TRATTO
ABSTRACT – Esempi pratici
DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
TAGLIO
T1d = 635,97 T1s = -2304,03
Taglio = 0 per X = 0,91
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 0
M = 0 per Xo = 1,817
CAMPATA N. 2
DATI INIZIALI
Lunghezza = 5,60 m
Carico = 1268,49 kg/m
TAGLIO
T2d = 4177,28 T2s = -2926,24
Taglio = 0 per X = 3,29
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 0,986
M = 0 per Xo = 5,599
MOMENTI REAZIONI
M1 = 0,00 R1 = 635,97
M2 = -3502,91 R2 = 6481,31
M3 = 0,00 R3 = 2926,24
CONDIZIONE DI CARICO N. 3
CAMPATA N. 1
DATI INIZIALI
Lunghezza = 4,20 m
Carico = 1000,00 kg/m
TAGLIO
T1d = 1198,47 T1s = -3001,53
Taglio = 0 per X = 1,20
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 0
M = 0 per Xo = 2,396
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CAMPATA N. 2
DATI INIZIALI
Lunghezza = 5,60 m
Carico = 1268,49 kg/m
TAGLIO
T2d = 4227,91 T2s = -2875,62
Taglio = 0 per X = 3,33
SEZIONI dove M = 0:
M = 0 per Xo = 1,066
M = 0 per Xo = 5,6
MOMENTI REAZIONI
M1 = 0,00 R1 = 1198,47
M2 = -3786,41 R2 = 7229,44
M3 = 0,00 R3 = 2875,62
CONDIZIONE DI CARICO N. 4
Si considera solo la trave incastrata della campata della scala depurata delle luci delle travi.
Il momento sui due appoggi della campata della scala dovuto a questa condizione è:
M = kgm -2969,32
con gli schemi precedenti vanno divise per il numero di travetti presenti nella rampa.
Piano n. 1
Il momento massimo in campata per un travetto è: kgm 1237,59
ottenuta con la condizione di carico n. 2
Il momento massimo sull’appoggio sinistro per un travetto è: kgm -1388,35
ottenuta con la condizione di carico n. 3
Il momento massimo sull’appoggio destro per un travetto è: kgm -1088,75
ottenuta con la condizione di carico n. 4
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CAPITOLO 4 TRATTO
ABSTRACT – Esempi pratici
DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Piano n. 2
Il momento massimo in campata per un travetto è: kgm 1237,59
ottenuta con la condizione di carico n. 2
Il momento massimo sull’appoggio sinistro per un travetto è: kgm -1388,35
ottenuta con la condizione di carico n. 3
Il momento massimo sull’appoggio destro per un travetto è: kgm -1088,75
ottenuta con la condizione di carico n. 4
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- TUTTI– IIlDIRITTI
PARTE SECONDA
ABSTRACT TRATTO DA WWW.DARIOFLACCOVIO.IT programma allegato
RISERVATI
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