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TESINA

Alunna Marta Nieddu


Classe 5° B

I.T.E Pietro Martini, Cagliari


A.S. 2016/2017
MATERIE TRATTATE E ARGOMENTI

Indice

1. Italiano:
Movimento letterario la Scapigliatura…………..……..... 3

2. Storia:
Il proibizionismo…………………………………………… 4

3. Diritto:
Leggi che regolano l’uso e l’abuso di alcol nella
legislazione italiana............................................................. 6

4. Educazione Fisica:
Il doping nello sport……………………………………… 8

5. Economia Aziendale:
Il bilancio aziendale ………….………………………...... 10

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1. LA SCAPIGLIATURA

La scapigliatura è un movimento letterario che nasce in Italia negli


anni sessanta, nel XIX secolo, e si ispira al movimento bohémien
nato in Francia. L’ideologia e la caratteristica fondamentale di
questa tendenza culturale è l’anticonformismo. I poeti scapigliati
hanno una vita molto trasgressiva, vivono all’insegna dell’alcol,
dell’abuso delle sostanze stupefacenti o facendosi consumare dalla
malattia, assumendo comportamenti irregolari, licenziosi e contrari
alla morale pubblica. Essi infatti vivono alla giornata, mantenendosi
solo grazie alla loro arte poetica, senza dimora fissa e cercano
condizioni insolite per raggiungere una maggiore creatività; essi
inoltre ripudiamo i valori borghesi, quindi si pongono all’estremo
della società, non entrando all’interno del suo meccanismo
vengono per l’appunto isolati e ritenuti “maledetti”.
Una tra le principali mete degli scapigliati era quella di moderare la
cultura ufficiale italiana, scagliandosi verso i dettami romantici, che
consideravano languidi ed esteriori, preferendo la mescolanza di
più lingue con aperture al dialetto e al gergo. Le loro forme
narrative sono la novella in prosa e il romanzo a strutture
composite.
Gli Scapigliati vogliono raccontare la modernità e il vero, anche e
soprattutto se questo coincide con la deformità o l’orrore, infatti
nelle loro opere sono sempre presenti tematiche come la morte o le
malattie; vogliono raccontare la vita, poiché essa è manifestazione
della rivolta e della critica verso la società borghese, incapace di
assimilarli e troppo rigida nelle sue idee. Si può anche osservare la
presenza di un profondo sentimento nostalgico verso alcuni ideali,
come l’Arte e la Bellezza, questo dovuto dalla mancanza di un
pensiero ordinato e alla natura disordinata della manifestazione
letteraria.
Gli esponenti più importanti di questo movimento sono Emilio
Praga, Iginio Ugo Tarchetti, Camillo Boito e Carlo Dossi.

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2. IL PROIBIZIONISMO

Nel 1919, negli Stati Uniti, venne emanato il 18° emendamento della
costituzione che proibiva l’uso delle bevande alcoliche.
Per proibizionismo si intende l’insieme dei provvedimenti
legislativi atti a vietare la produzione, il commercio e il consumo di
bevande alcoliche.
L’emendamento era costituito da tre paragrafi:

- il primo sanciva che entro un anno dalla rettifica dell'articolo


stesso, produzione, vendita, trasporto, importazione ed
esportazione di bevande alcoliche nei territori sotto la giurisdizione
americana sarebbero stati proibiti;

- il secondo specificava che il Congresso e tutti gli stati membri


avrebbero avuto pieni poteri per farlo rispettare;

- il terzo infine dichiarava che l'articolo avrebbe perso di efficacia


solo con la creazione di un nuovo articolo che l'avrebbe dichiarato
“non valido”.

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La questione della limitazione dell’uso di bevande alcoliche era
stata alla base di numerosi movimenti, animati da ragioni di natura
essenzialmente morale e di difesa della salute. Tali movimenti
erano riusciti infine a portare il problema al Congresso, con il
sostegno degli ambienti conservatori e razzisti, visto che soprattutto
i neri e gli immigrati erano accusati di essere inclini all’alcolismo e
di favorire pertanto la diffusione di pericolose forme di
degradazione fisica e morale. Il proibizionismo però ebbe anche
una motivazione economica: si pensava infatti che l’abuso d alcol,
oltre a causare l’insorgere della delinquenza potesse ridurre la
produttività degli operai. Per favorire lo sforzo bellico si era
proibito l'utilizzo di cereali e frutta per la produzione di alcol.

Il provvedimento, tuttavia, non solo non ottenne gli effetti voluti,


ma addirittura provocò il traffico illegale di alcolici, praticato da
numerose e ben organizzate bande criminali, passate poi alla storia
con il nome di “gang”, il più famoso gangster fu Al Capone. Basti
pensare che ogni città era divisa in territori controllati da diverse
famiglie mafiose, le quali non esitavano ad assalirsi per le strade
quando una avesse invaso un territorio dell’altra. Pertanto ben
presto l’applicazione del proibizionismo si trasformò in una vera e
propria guerra senza quartiere contro le gang mafiose, combattuta
dalle forze dell’ordine con scarsa efficacia. Il proibizionismo
statunitense, durò per circa 14 anni, ma in tutto quel periodo le
bevande alcoliche non cessarono di essere prodotte, vendute e
consumate fino al 1933, anno nel quale venne abolito.

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3. LEGGI CHE REGOLANO L’USO E L’ABUSO DI ALCOL
NELLA LEGISLAZIONE ITALIANA

In Italia, attualmente, le leggi sulle bevande alcoliche sono regolate


dal Codice Penale che ne regolamenta non solo la somministrazione
ma anche l'aspetto della imputabilità dello stato di ebbrezza.

Le pratiche del bere sono state per molto tempo regolate da norme
sociali trasmesse tra le generazioni all’interno di una cultura
dell’alcol centrata prevalentemente sul vino come bevanda che
accompagna i pasti quotidiani. L’interesse per i problemi alcol-
correlati nasce alla fine degli anni ’70, fino a quel momento gli
alcolisti erano rinchiusi negli ospedali psichiatrici.

La regolamentazione inizia nel 1889 con il Codice Zanardelli.


Qualche anno dopo nasce la “Lega Italiana di Temperanza” che si
preoccupa al bere del proletariato urbano, alle conseguenze
negative dell’alcol per la salute e al rischio di criminalità.
La prima condanna penale per ubriachezza viene emessa in epoca
fascista con il Codice Rocco del 1931 che condanna l’ubriachezza in
pubblico e i reati commessi in stato di ebbrezza. Inoltre, per la
prima volta viene posta l’età minima di 16 anni per l’acquisto di
alcol e il divieto di somministrazione a minori di 18 anni nel luogo
pubblico. In epoca fascista si ha la più grande produzione di leggi
per il controllo dell’alcol.
Con la fine del fascismo, l’alcol torna ad essere poco regolamentato
attraverso limitate e passive politiche di prevenzione e di controllo.

Bisogna attendere gli anni ‘80-‘90 per assistere alla crescente


attenzione mediatica sull’abuso di alcol e sostanze stupefacenti da
parte dei giovani rappresentati dalla TV in modo drammatico e,
grazie anche alla pressione da parte dell’UE, si cominciano ad
attivare e promuovere politiche di prevenzione contro l’abuso.

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Dalla fine degli anni ‘80, vi sono norme che disciplinano la
presentazione del prodotto, le licenze di alcolici, le pubblicità in
televisione o di programmi televisivi ,guida e alcol , leggi in materia
di condanne per crimini di alcolisti, restrizioni nella vendita di alcol
a minori di 18 anni.

Nel settore della produzione di alcolici e del marketing,


storicamente non esiste un intervento restrittivo da parte dello
Stato, ma piuttosto forme di auto-regolamentazione delle industrie
dell’alcol che tuttavia seguono la logica di non raggirare il
consumatore per vendere, anzi, seguono una logica basata sul
limitare il consumo o sponsorizzare un consumo moderato. Ad
ogni modo, è reso esplicito l’obbligo di non incoraggiare l’abuso di
alcol o presentarlo con qualità positive. Infine, sempre nello stesso
anno, la Società Italiana auto-strade proibisce la vendita di alcolici
con più di 21° dalle 22.00 alle 6.00 presso le aree di servizio.

Nel 2001 il Parlamento approva la cosiddetta “Legge Quadro


sull’alcol”, con l’obiettivo di assicurare luoghi di lavoro sicuri e
protetti dalle conseguenze dell’abuso di alcol, promuovere l’accesso
ai servizi, promuovere educazione ai danni, promuovere la ricerca e
la preparazione di professionisti sul tema, supportare qualsiasi ente
che lavori nella prevenzione e ristrutturare i servizi per l’azione
preventiva.

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4. IL DOPING NELLO SPORT

“Doping” è ormai una parola che da qualche anno è al centro


delle cronache sportive. Purtroppo, spesso non si parla più di
vittorie, successi, nuovi record stabiliti, bensì di inchieste per
doping, squalifiche, raggiri. Per doping si intende l'assunzione di
sostanze stimolanti vietate, e l'utilizzo di pratiche illecite, per
ottenere risultati sportivi migliori a quelli fisiologici.
Nel campo sportivo vengono utilizzate sostanze come ormoni
peptidici, glicoproteici e anabolizzanti.

Tra queste possiamo ricordare la corticotropina, ormone secreto


dall’ipofisi in grado di stimolare le ghiandole surrenali per la
produzione di ormoni necessari a mantenere l’equilibrio idrico e
metabolico. Viene utilizzata principalmente a scopi diagnostici per
verificare le funzionalità surrenali. In ambito sportivo il suo utilizzo
deriva unicamente dalla convinzione che possa migliorare le
prestazioni grazie agli effetti anabolizzanti, che tra l’altro non sono
mai stati dimostrati scientificamente.

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I suoi effetti collaterali possono portare a ritenzione idrica,
iperglicemia, problemi gastrointestinali, aumento dei peli corporei e
acne.

L’eritropoietina, più nota come EPO, è un altro ormone che ha la


funzione di stimolare la produzione di globuli rossi. Viene
comunemente utilizzato dagli sportivi per aumentare la
disponibilità di ossigeno nei tessuti e favorire il recupero fisico
durante sforzi prolungati, come nel ciclismo.
Questo innalzamento di globuli rossi nel sangue può portare a
gravi conseguenze come l’ipertensione arteriosa, infarto del
miocardio e ictus celebrale.

Tra gli atleti di potenza come i sollevatori di pesi e i body-builder


sono assai diffusi gli steroidi anabolizzanti, farmaci che agiscono
similmente al testosterone, con funzione stimolante, regolatoria e di
mantenimento dello sviluppo fisico e sessuale.
Vengono utilizzati per potenziare la forza muscolare, aumentare la
resistenza allo sforzo e facilitare l’aumento del peso senza far
aumentare il grasso corporeo.
Numerosi sono i rischi degli anabolizzanti causando spesso danni
irreversibili; nei casi più gravi si possono verificare casi di trombosi,
rottura dei tendini, infarto del miocardio e morte improvvisati per
arresto cardiaco.

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5. IL BILANCIO AZIENDALE

Azienda: Martini & Rossi, Gruppo Bacardi-Martini S.p.A.


Settore: Alimenti e Bevande
Sede: 10123 Torino (TO), Piemonte

La storia dell’azienda inizia a Torino nel 1847 con la costituzione di


una Distilleria Nazionale che dopo varie ristrutturazioni nel 1879
prende definitivamente il nome di Martini & Rossi. Nel 1993 il
Gruppo Martini si fonde con il gruppo Bacardi, di origini cubane,
dando vita al Gruppo Bacardi-Martini.
Da anni al vertice della classifica delle grandi società italiane, con
un fatturato di circa 1.524,1 milioni di euro, è il III° player mondiale
nel settore del beverage alcolico. Con un portafoglio di brand
internazionali distribuiti in tutto il mondo la Martini & Rossi offre
sul mercato il più completo portafoglio di prodotti alcolici.

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SITUAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA CONSOLIDATA
AL 31/12/2016 DEL GRUPPO MARTINI & ROSSI.

CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO

I risultati economici conseguiti dal gruppo nel 2016 evidenziano


una crescita delle vendite del 13.7% e una crescita limitata per il
reddito operativo dello 0,6% con un conseguente calo della
marginalità (ROS, cioè (reddito operativo/ ricavi di vendita)*100)
che passa dal 21,4% nel 2015 al 19.0% nel 2016.
Le vendite nette dell’anno sono state pari a € 1.524.1 milioni, in
crescita del 13,7%, grazie a una forte componente esterna, pari al
15,6%. La marginalità riportata dal Gruppo nel 2016 è stata
influenzata dal forte aumento dell’incidenza percentuale del costo
del venduto sulle vendite, che passa dal 42,6% al 46,8% nel 2016.

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SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA CONSOLIDATA

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MARGINI DI STRUTTURA:
Anno 2016 Anno 2015
Margini:
(Milioni) (Milioni)
Patrimonio circolante netto
(Attivo corrente - passività correnti) 772.8 759.2
Margine di tesoreria
(disp. liquide + disp. finanz) -passività correnti 330.2 325.1
Margine di struttura primario
(capitale proprio – attivo non corrente) - 647.6 - 690.3
Margine di struttura secondario
(capitale permanente – attivo immobilizzato) 773.8 770.2

ANALISI PER INDICI:

Indici della redditività: Anno 2016 Anno 2015

ROE
(utile netto d’es/capitale proprio) *100 19.74 % 19.73 %
ROI
(reddito operativo/totale impieghi) *100 8.8 % 8.4 %
ROD
(oneri finanziari totali/ capitale di debito) *100 3.1 % 2.5 %
ROS
(reddito operativo/ ricavi di vendita) *100 19 % 21.4 %
Rotazione degli impieghi
(ricavi di vendita/ totale impieghi) 0.46 0.39
Leverage
(totale impieghi/capitale proprio) 2.83 2.84

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Stampa luglio 2017
Alunna Marta Nieddu
A. S. 2016/2017

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