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INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA

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chiude alcun accesso, non sbarra alcun cammino. Le condi~io~
che permettono di avvicinarsi alla realt sono pi fav~re~o~l qui
che non in altro campo. Esse garantiscono fn dal prmCI?lO u~
certo convergere di linee. Soltanto non si devono cer~are 1 punti .. ;..
di convergenza troppo vicini a noi, non si devono rIcercare. nel
proprio pensiero. Ma essi sono ugualmente sullo stesso ~l.an~
di questo e cio sulla linea storica secondo la q~ale le VI.SlOD1
storiche si susseguono. Quest'ultime - quando SIano :agg1Unt~
per mezzo di quei fli conduttori che sono rappresentati da quel
problemi che collegano le epoche e quando nel pr.o?resso p~renne IV
della conoscenza storica rimangono aperte alla cnnca -- SI com-
portano reciprocamente come i tentativi di soluzione dei pro- CI CHE VERO NEL CONOSCERE
blemi sistematici. Tendono perci verso un: collegamento gene-
rale che sempre accenna al di l di esse.
Come ogni storia, cosi anche la storia della filosofia deve Sotto il punto di vista di una genuina storia dei problemi ci
essere sempre riscritta di nuovo. Ci si chiede perci soltanto che ha importanza non quanto generalmente stato posto al
quanto rimanga di utilizzabile del lavoro compiut? An~h~ ~ centro dell'interesse. Con ci il compito si restringe e nello
questo riguardo si trovano, nella storia dei problerr:I, .condizioni stesso tempo si allarga nuovamente. Non tutto ci che uno ha.
relativamente favorevoli. Poich anche nello sforzo di riconoscere, insegnato presenta un valore uguale, non tutto ci che egli
proprio come nella stessa trattazione sistematica dei problemi, ha pensato rilevante filosoficamente. Aristotele insegn
vi differenza tra risultato speculativo ~ semplice opinione, tra che il vouc; proviene dall'esterno; ma l'importanza della cosa
conquiste che rimangono e costruzioni che;cadono. E come l, ~osl si rivela soltanto quando si riconosce il problema a cui la tesi
anche qui le une e le altre si distinguono .per la loro propria Im- rispondeva. E questo.rion il problema di come l'anima sia le-
portanza gi nel processo stesso. . gata a Dio, come in seguito sempre si suppose, ma quello della
Invero noi mutiamo continuamente le nostre cogmzioru, ma indipendenza" o dipendenza delle funzioni spirituali rispetto alle
non altrimenti che sul fondamento di una distinzione sempre funzioni psichiche inferiori. Kant insegn il primato del
pi nuova e pi fine negli apporti della storia tra conoscenza ed pratico, la inconoscibilit della cosa in s, ma questo insegna-
errore. Appunto coloro i quali pensano di poter ,metter.e ~n :uce, mento dice poco, anzi Pu essere interpretato in modi affatto
e registrare puri fatti di pensiero, solo rifiutando una dIst~nzlOne diversi secondo il problema nel quale viene inserito. ESli questo
di tal genere, presuppongono la stabilit dell'oggetto registrato. problema Kant non stato cosi esplicito come si potrebbe desi-
Perci non oltrepassano la comprensione di ci che fieramente derare. Non solo i sistemi; ma anche le singole opinioni dottri- .~
constatabile. Perci non viene loro in mente neppure di chiedersi narie sono opache fnch non si sappia rischisrarle partendo dai
se in generale vedano i problemi di coloro di cui vogliono ripro- loro stessi problemi.
durre il pensiero. Infatti tale domanda pu esser rivolta soltanto In tutto ci che quei pensatori hanno insegnato impor-
da chi ha verso il passato un atteggiamento critico, vivente, tante soltanto ci che essi hanno conosciuto . E poich prima'
raggiunto per amore dei problemi. di tutto questo che deve essere riconosciuto, cosi di primaria
importanza sapere quali problemi abbiano colto -- o forse, sa-
rebbe meglio dire, da quali problemi siano stati afferrati. Perci
non indispensabile che si tratti soltanto di ci che essi hanno
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posto e formulato come problema; pochissimi hanno svolto espli- che .essi offronos~n~ ,dun~ue, anche quando si raggiunge la
citamente un lavoro aporetico come Aristotele. Inoltre raramente massllI~a consequenzialit logica, soltanto soluzioni apparenti. .
tutto lo svolgimento possibile di un pensiero rientra nelle opere ~ l~vers~ellte SI p~o dire: assai probabile che gli ele-
scritte; spesso i risultati si lasciano soltanto indovinare. Ma m~nt1. di ~ens1ero che SI oppongono alle dottrine fondamentili.
qui che si schiudono i problemi. del sisterm o anche soltanto vi si accordano impropriamente,
Agli storici non sono mancati gli occhi per vedere. Dove co?tengono qualche conoscenza originaria - soprattutto quando
era possibile ci si accost alle origini, agli stadi giovanili dei agiscono nel s~stema come incoerenze. Per esse appunto la ten-
pensatori, e dopo si cerc a cosa si riannodassero, quali correnti denza conoscrtrva spezza le barriere erette. Dove la sistematicit
li tenessero prigionieri, quali motivi li dominassero. Ma pure, manca completamente, dove sconvolge completamente un pen-
persi in questa fatica, si in definitiva dimenticata la cosa essen- satore, qut SI affoll.ano quelle conoscenze che sono importanti.
ziale. Infatti importante non tanto sapere come tali influssi fi!0sofi~amente, A:vIene cosi, ad esempio, ogni volta che il pen-
avessero cessato di agire su loro, quanto in che modo si sia SIero SI arresta di tront~ all'incognito, anzi quando ne sia gi
determinata una rottura nel loro pensiero, in che modo una consapevole e lo rispetn - dunque proprio quando la cono-
nuova conoscenza si sia posta contro tutte le assunzioni prece- scenza in apparenza fallisce. Forme di tale sapere sono la coscienza
denti, che cosa fu scoperto o riscoperto. E non era meno impor- problernatica, il. sa~ere ?i n~n sapere , la discussione aporetica,
tante sapere fino a qual punto sia stato valutato ci che fu Il presentarsi di antinorme, di concetti dialettici, ecc.
conosciuto e quale uso se ne sia fatto. Poich vi sono anche ~a grandezza dei grandi pensatori della storia si pu senz'al-
scoperte geniali che furono fatte senza che se ne avesse coscienza tro .rIconoscere dalla irrispettosa audacia con la quale essi hanno
e non furono affatto riconosciute come tali. Questo caso non lasciato scoperto nel proprio pensiero questo apparente fallimento
poi tanto raro. E lo storico ha proprio qui un campo fecondo della conoscenza; e soprattutto guando essi stessi non lo riten-
di riconoscimenti e di scoperte illuminanti. Naturalmente bisogna nero apparente. In tali punti la forza di ci che costituisce l'im-
saper penetrare a fondo nell'opinione, nella dottrina e nel si- pulso verso la verit sostiene la prova del fuoco. Di fronte a ci
stema - poich non si pu sapere anticipatamente dove si tro- sprofonda lo s~len~ore della vertigine metafisica. La grandezza
vino le vere conoscenze. necessario anche qualcosa di pi: ci del grandi s.ta 111 e10 ::he ~oco appariscente: in un calmo per-
si deve poter muovere liberamente nel mondo concettuale e men- severare nel problemi, nell accettare le difficolt, nella serena:
tale di un filosofo, imparare a pensare con i suoi concetti. Ma ~odestia di fronte alI'i~p~ssibile. La piccolezza dei piccoli
anche questo soltanto un preludio. Chi ne fa il proprio scopo 1 eccedere nelle afierrnazioni e la mancanza di coscienza della
non riesce tuttavia a raggiungere il nucleo. speculazione.
Filosoficamente centrale soprattutto in ogni pensatore siste- . ~ e rare nel1J a fillOSOfia e-, In
T ' r . sostanza una funZIOne
. della ten-
matico lo spirito problematico, cio quello che ricerca i problemi den~a al si~te~a I> l. una cattiva abitudine degli espositori di
per amore dei problemi stessi. Entro certi limiti fin da prin- OggI quella di spingere a qualunque prezzo i vecchi maestri verso
cipio, improbabile che le casi dette dottrine fondamentali un si~te~a , di renderli dove sia possibile piii coerenti e con-
di un sistema contengano qualcosa di essenziale tilosoficamen- seguenti di come furono. Con ci non si giova affatto alla loro
te - cio vere conoscenze. In generale i sistemi sono delle memoria; ma si cancellano soltanto le tracce di quelle che fu una
costruzioni e ci che in essi entra come fondamento, un fonda- conoscenza vivente; si crede di attribuir loro il maggior valore
mento costruito. Dottrine di questo tipo si muovono nel solco
di problemi apparenti, di problemi che sorgono soprattutto' da
l Co~i la tesi di Balduin Schwarz (Der Irrtum in der Philosophie,
quell'immagine del mondo che si costruita, ma hanno poco
a che fare con i veri fenomeni del mondo reale. Le soluzioni
MunsterL '!l.1934 p'. 126. e sgg.). In questo scritto si trova una pi pre-
eisa mouvazione teorenca di questo principio.
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a prezzo di un misconoscimento, e cos si oscurano le loro sco- sufficiente questa un'altra questione; ma essa non cambia .pi~'
perte e le loro conquiste. nulla n~l valo~e filosofico della posizione di partenza. Quasi sulla'
Per mostrare questo rapporto dovremmo invero prendere in stessa linea SI ~rova l'analisi dello spazio e del tempo, tanto-;
esame tutta la schiera dei grandi pensatori. un compito che ~uella metafisica , quanto quella trascendentale . 'Anch"
viene a coincidere col nuovo modo di scrivere la storia della filo- 11 fatto che d~ q~i derivi il ~ur? carattere intuitivo dello spazio
sofia stessa. Intraprenderlo significherebbe dedicarvi l'intera vita di e .d~l tempo e giustamente indipendente dai presupposti ideali-'
una generazione di ricercatori. Perci per ora non ne stato S~I~I; q~, certamen ~e Kan t pensa di poter affermare qualcosa di'
fatto nulla. Gli uomini che vivono oggi si muovono nell'antica p.l~ e eroe .che. eSSI sono soltanto forme dell'intuizione. Ma'
direzione, per essi, le opinioni dottrinarie sono la filosofia stessa; cio ~on deriva m nessun modo - n dal fatto che il tempo e lo
i pi giovani, le nuove leve, sono rivolti a compiti pi attuali. spazio non sono concetti, n dal fatto che essi sono condizioni
lo devo limitarmi qui a pochi esempi che mi hanno colpito nella del feno:n.en? e neppure dal fatto che l'apoditticit dei giudizi
mia critica dei pensatori del passato. Che una simile scelta non matematlCl S1 fonda su di essi. Perci essi potrebbero benissimo'
possa che essere unilaterale un fatto ovvio. ~sser: anche qualcosa negli stessi oggetti, come questi sono'
Come primo esempio sia qui addotta la filosofia kantiana. :n se . Ora pr~p~io questo punto inconseguente riguarda,
1 Sino dal tramonto del neokantismo, al principio del nostro secolo, m modo carattenstico, una espressa tesi idealistica. Senza alcuno
si resa visibile fino in fondo la debolezza dell' idealismo tra- == si distin~ono qui dunque una consequenzialit proble-
scendentale come punto di vista sistematico. Per un soggetto ma~lca e una derivante dal sistema, una conoscenza, ed un para-
di un ordine pni alto collocato al di l del soggetto empirico non Iogismo.
si potuta mostrare una base fenomenica di nessun tipo e nessun Essi si distinguono con la stessa esattezza anche in alt~i
possibile modo di essere. N la rigida distinzione tra fenomeno punti. Il pensiero che la conoscenza si fonda sulla connessione
e cosa in s, n l'origine soggettiva dei principi, n il carattere di intuizione e pensiero senza alcun rapporto interiore co{'
formale delle categorie e della legge morale, n la pretesa p~nto ~i 'partenza. ~a stessa considerazione vale per quella legge
metafisica della dottrina dei postulati hanno potuto reggere alla di restrizrone che sr trova al termine della deduzione trascenden-
prova della critica. Con ci la filosofia kantiana stata liquidata? tale; ma se da ci si conclude che si pu conoscere soltanto il
Non si pu negare che Kant abbia insegnato queste cose. Ma vi fen.omeno e non .la cosa in s, si viene con questo a presupporre
un problema molto pi serio di questo: che cosa egli ha in- tacitamente .che 11 fenomeno non abbia affatto bisogno di essere
segnato? Si tratta in altri termini di chiederei quali conoscenze fenomeno di qualcosa di sussistente in s e che sia dunque un'ap-
nella sua dottrina, Ed assai probabile che, solo, dopo
~ar~n~a. Co~seguenza che, come facile provare, non affatto
~llJ.VllL..'V1J'<:; del sistema dell'idealismo, queste conoscenze si l ?~lDlOne di Kant. l'idealismo che introduce questa conrrad-.
cogliere in quanto tali 2. d1Zl0ne.',:~
giunge cosi ad una distinzione nella filosofia kantiana tra
" Quanto po~o Kant ~bbia saputo apprezzare le sue conquiste
storico e ci che superstorico. Gli inizi della critica
pu profonde e ben chiaramente dimostrato dal destino che ha
ragion pura sono stranamente indipendenti dall'idealismo.
a:'\ltQ_nella sua opera principale il problema della validit obiet-
dei giudizi sintetici a priori nelle scienze un feno-
t~va delle categorie. La deduzione della prima edizione non'
meno che non si pu confutare, la questione della loro possibilit
t1S~lse il problema, diede soltanto la serie progressiva delle sin-
non la si pu respingere. Se poi Kant vi abbia risposto in-modo
tesi senza neppure discuterne la validit. Kant se ne accorse
troppo tardi, solo la seconda edizione contiene lo svolgimento
2 La dimostrazione di quanto segue si trova nel mio scritto Diesseits del proble~~. Ma ~nche .qui la soluzione proposta - malgrado
von Idealismus und Realismus, Sonderdruck der Kantstudien, Berlin, 1924. la profondit dell'indagine - non una risposta al problema.
82 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte prima - Il pensiero filosofico e la sua storia 8

Non va al di l di una delimitazione del contenuto. Invece alcuni natura, una parte delle tesi (riuscite troppo brevi) sull'idea dell,
capitoli dopo, si presenta la soluzione in tutta la sua chiarezza, storia e parecchie altre 4.
formulata come principio supremo di ogni giudizio sintetico . Se si riunissero tutte queste cose si troverebbero le linee
Ha la forma di una tesi dell'identit e quale condizione dell'og- fondamentali di una visione d'assieme della filosofia kantianr
gettivit esige semplicemente che i principi dell'esperienza deb- che si discosta sostanzialmente da quella dei testi scolastici. Essa
bano essere gli stessi di quelli degli oggetti. Ci che qui rappresenta il tentativo di raccogliere il risultato conoscitivo du~a.
pi interessante il fatto che questa soluzione non ha minima- turo del lavoro di Kant su quelli che sono i grandi problem
mente a che vedere con la complicata impalcatura dell'idealismo fondamentali della filosofia, staccandolo dai pregiudizi del sue
trascendentale, anzi si fa senz'altro beffe del macchinoso - ed tempo e dalle sue proprie tendenze metafisiche: e non potrebbe
inutile - apparato di quella deduzione 3. essere casuale il fatto che i singoli elementi di quest'immagines.
Avviene proprio cosi in Kant ogni volta che conoscenze ge- raccogliessero benissimo in una unit, anche senza I'irnpalcaturr
niali cercano di farsi strada. E di queste ve ne sono molte. Cosi del sistema idealistico. Forse questa persino l'unit migliore
nell'idea dell' oggetto trascendentale vi un grandioso avvio sebbene non sia altrettanto vasta. Per il tentativo di rendere
al superamento della scissione tra cosa in s e fenomeno; l'og-
getto empirico si mostra qui come un ritaglio conoscibile, tolto 4 ovvio che i cenni qui riportati non bastano a chiarire quanto t
da una totalit che noi non conosciamo. Anche questo rompe stato detto. Si dovrebbero discutere a questo proposito punto per punto
seguendo il loro verificarsi nella storia stessa (per ci che stato detto."
l'idealismo. - Lo stesso rapporto si esprime ancora pi acuta- proposito dell'aminomia causale posso rimandare ancora alla sua discussione
mente nella soluzione dell'antinomia causale. Kant introduce nella mia Ethik, II ed., Berlin, 1935, cap. 68-71); ci potrebbe avvenire
l'idealismo trascendentale come soluzione: ci che come feno- solo in un'opera su Kant che realmente si ponesse i compiti sopra deli-
neati. Ed indiscutibile a mio vedere che il nostro tempo abbia urgente-
meno legato causalmente, pu benissimo essere libero come mente bisogno di una tale opera su Kant. Le ricerche kantiane degli ultimi
ci che in s . Ha bisogno soltanto di questa doppia natura. decenni sono molto lontane dall'assolvere questo compito. Esse hanno per-
corso il cammino inverso, hanno cercato di mettere in luce gli sfondi _me-
A Kant sfuggi che questa doppia natura poteva essere altret- tafisici nel pensiero di Kant e perci non hanno fatto altro che riportare
tanto bene anche un'altra che non l'in s ed il fenomeno. La po- ancora la sua filosofia ad una opinione dottrinaria che relativa alla sur
sizione centrale del concetto della libert nell'intelletto posi- epoca; anzi ci si pu chiedere se questi sfondi non debbano piuttostc
. valere come una semplice superficie - sia essa eli tipo tradizionale, c
tivo ci persuade c!i ci in modo affatto inequivocabile. La solu- :iffatto popolare - contro la quale era il senso profondo di quelle conoscenze
zione che egli trov. non era dunque in realt una soluzione idea- che nel pensiero kantiano dovevano trionfare. Non si deve per sminuire
il valore storico-culturale di questi lavori. Ma essi non appagano I'esigenzs
listica; quindi costringendola nel sistema che aveva costruito, di chi voglia sapere cosa abbiamo da imparare da Kant. Naturalmente non
egli ne ha soltanto oscurato il significato. pu mancare il caso in cui gli storici della vecchia scuola riprendano, contrc
questo tentativo di soddisfare a tale esigenza, l'antica obiezione che Kam
Cosi in Kant si trova ancora una lunga serie di conoscenze non abbia insegnato, pensato, voluto nulla di questo genere. Questa obiezione
rivoluzionarie delle quali si pu ogni volta mostrare chiaramente presa alla lettera giusta; soltanto non un'obiezione. Non si pu neppure
come non corrispondano all'idealismo proclamato, ma piuttosto pensare che lo storico possa chiedersi qualcosa d'altro se non che cosa
Kant abbia insegnato o pensato; e nemmeno potrebbe venirci l'idea che
lo contraddicano, e che in ogni caso sussistono indipendentemente un interesse filosofico per Kant possa porsi una domanda diversa. Invece
da esso. A ci appartiene la scoperta del rapporto tra la legge facile ricordarsi in ogni momento come i neokantiani costruissero uri'imma-
gine di Kant in cui non ci si poneva neppure la domanda di quale fosse
etica e la libert, l'analisi del bello, la critica della teleologia il pensiero di Kant, e si pensa che ora sar di nuovo cosi. Ma con ci
nelle scienze biologiche, il fondamento dinamico della filosofia della non.si approfondisce il significato della situazione e cio non si comprende
come l si trattasse di concezioni sfocianti in un sistema, ideate anticipata-
mente e supposte coscientemente, le quali non avevano nulla a che fare
n col pensiero di Kant n con le sue conoscenze , mentre qui s:
3 Cfr. qui Metaphysik der Erkenntnis, 4a ediz., Berlin, 1949, cap. 46 tratta soltanto di presentare una raccolta eli conquiste la cui connessione ir;
e 47. un sistema non ha qui nessuna funzione.
Parte prima - Il pensiero filosofico e la sua storia 85
84 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA

indipendente da essa il valore di quelle conoscenze sarebbe sba- siero sistematico; il pensiero storico tenne dietro assai malamente
gliato. Le conoscenze come tali stanno, fin dall'inizio in un rap- e ancora oggi lascia a desiderare. .>
porto diverso; criteri e limiti di quest'ultimo non stanno nel Si tratta qui, in prima linea, di una serie di conoscenze 'ch~
mondo di pensiero di un singolo pensatore, ma nel progresso della riguardano l'essenza e la costruzione del mondo spirituale, cono-
conoscenza al di l di esso. scenze che gi da lungo tempo si sono mostrate feconde e hanno
Un secondo esempio Hegel. Si dovrebbe ritenere qui che la saputo mantenere la loro validit di fronte alle critiche pi di-
, scissione di conoscenza e speculazione si dovesse imporre gi verse - di conoscenze dunque la cui indipendenza dalla sistema-
" attraverso il destino drammatico della filosofia hegeliana. Per un tica hegeliana non permette pi equivoci, sebbene non sia stata
momento pot sembrare anche cosi quando una trentina di anni affatto compresa dalla storia della filosofia e aneor meno messa
fa l'interesse per Hegel incominci a risorgere di nuovo; era in valore. La Fenomenologia , la Filosofia del diritto come
ormai troppo evidente che la sua filosofia della natura era, fin i cicli di lezioni abbondano di queste conoscenze. Ma ci che le
dall'inizio, un fallimento, il suo ottimismo teleologico della ra- 0.scura ancor oggi la smania di inserirle nel sistema. il pen-
gione un pio sogno. Ma il processo della rinascita hegeliana ha SIero dello spirito obiettivo quello che dovrebbe avere tra
preso un altro corso. Invece di ricercare ci che duraturo, q:leste la posizione centrale. A fondamento di esso sta la scoperta
e dovunque affiora in mezzo agli errori speculativi, ci si imbrogli di un fenomeno base di tutta la vita spirituale, fenomeno che
di nuovo nei fili dialettici del sistema; si prese a disputare in- Hegel ha descritto per il primo, ma che ha di nuovo reso equi-
torna al sistema e al metodo come se entrambi sussistessero voco attraverso un'interpretazione metafisica nel senso del suo'
stesso idealismo razionale. Fino ad oggi la confusa rappresenta-

I
per se stessi. Si fece come se questo sistema non fosse mai caduto,
questa dialettica non fosse mai stata posta sotto accusa per suo zione di una sostanza spirituale generale s'innesta nel con-
formalismo e questo dogmatismo razionale per la sua distanza cetto dello spirito obiettivo e ha seriamente impedito quella
dalla realt. Si gettarono via le esperienze di un secolo, si con- chiarificazione dei fenomeni dello spirit.o storico che fu iniziata
fuse di nuovo quanto, da lungo tempo, si era cominciato a distin- da Hegel in grande stile. E fino ad oggi ozni serio tentativo
guere, e cio ci che vivo e ci che morto nel patrimonio he- f di chiarire questa situazione e di apprezzare lab scoperta di Hegel,
geli ano di pensiero, si cerc di rimettere in piedi il grande ca- ~ deve sopportare. questo' peso metafisica. Perci oi nel modo
stello di carta del suo sistema e di adattarsi ad esso. Sono stu- di lavorare proprio di H~gel viene chiaramente alla luce l'indi-
diosi di gran nome che hanno preso patte a questo gioco. pen?enza dalla sua veste speculativa di ci che egli ha veduto
e dimostrato concretamente; anzi questa indipendenza si mostra
Si potrebbe dire: habeant sibi, il gioco non rovina nessuno.
gi ad una lettura non prevenuta - ad esempio della Feno-
Ma completamente vero? Non vi sono grandi conoscenze 'che

I
menologia - nel fatto che il pensiero aderisce spontanea-.
Hegel ha avu to e che vale la pena riacquisire? E si possono
mente a quei particolari che sono descritti intuitivamentem'h~
riacquisire senza liberarle dalle macerie del sistema, dai lacci in-
tre il loro legame con il tutto metafisica urta contro la' difesa
sidiosi della dialettica?
d~l pensiero spassionato. Qui lo storico ha ancora un vasto campo
Gi il poco che la filosofia del nostro tempo ne ha riacquisito

I
di lavoro per uno schietto riconoscimento filosofico di ci che
e che, fino ad un certo grado, ha chiarito, di tale straordinaria
stato conosciuto 5.
grandezza che ci si meraviglia come ci si sia potuti arrestare a
delle particolarit, come non si sia fatto di questa Iiberazioneun
compito essenziale e non lo si sia affrontato per se stesso. Ma . 5 Come prova o,:Ua accessibilit di un tale cammino basti citare qui
la verit che anche coloro che con un piglio geniale portarono ~ di nuovo I mrei proprI tentativi: Die philosophie des deutscben Idealismus,
vo~', II, Hegel, Berlin, 1929, parte IV, cap. II; Concetto e teoria dello
alla luce le conoscenze indelebili di Hegel, non ebbero coscienza

I
spinto obI~ttlvo soprattutto pp. 299-303; come Das Problem des geistigen
del compito che si erano assunti. Quella iniziativa riusci al pen- Seins, Berlin, 19.3.3,parte II Lo spirito obiettivo , soprattutto cap. 18
86 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA

prove dell'immortalit fornite da Platone, che attendesse la sal-


Un simile compito, ma molto pi difficile, rappresenta la
vezza degli uomini da un'utopia statale o anche soltanto ponesse
dialettica hegeliana. Essa non in Hegel un tema accanto ad
un regno delle idee accanto al mondo reale. Da tempo da queste
altri, ma attraversa piuttosto come metodo tutto il suo sistema
e simili dottrine fondamentali di Platone stata sceverata
e perci difficile che possa venir considerata al di fuori della
ura cerchia pi ristretta di pensieri che si sono confermati come
sua connessione con questo tutto. Tuttavia evidente il pro-
conoscenze e sono diventati uri'acquisizione stabile della filosofia.
blema che essa pone agli epigoni: da un lato certo che per
Di questo tipo la fondazione dell'etico attraverso norme ideali
mezzo di essa, Hegel ha saputo penetrare in campi difficilmente
del bene e del male, che si sono liberate dall'opinione privata,
accessibili, in modo veramente meraviglioso, con sorprendenti
intuizioni che si sono dimostrate intuizioni da pioniere; d'altra la dottrina dell'unit della coscienza (~\)X~) dietro la moltepli-
.'~parte con essa ha portato a termine quell'edificio costruttivo cit delle opinioni (nel Teeteto ), la acuta distinzione del sa-
del sistema che, come tale, stato il primo a cadere. A questi pere e dell'opinione e la creazione per la prima volta di un ade-
due aspetti della dialettica corrisponde il doppio significato della guato concetto della scienza. Ma ancora pi importante di que-
sua natura; essa si presenta da un lato come movimento del ste conquiste la scoperta di un elemento apriorico nella cono-
pensiero, dall'altro come movimento dell'oggetto. In quest'ultima scenza, soprattutto se vi si aggiunge il fatto che Platone non si
pretesa hanno origine le difficolt che essa presenta. In cosa con- limit qui alla constatazione del fatto, ma con ripetute aggiunte
siste il fatto che 'una volta essa palesa qualcosa che era nascosto ci ha Jato una descrizione esattissima del procedere rispettivo
e un'altra volta innalza costruzioni precarie? evidente che anche della scienza e nello stesso tempo ha tracciate le linee fonda-
qui si deve distinguere: un filo conduttore di genuina conoscenza mentali di una fondazione gnoseologica dell' apriorismo".
e un elemento di seduzione speculativa si intersecano nella dia- Questi sono soltanto particolari. La quantit di conoscenze
lettica. Hegel non li ha affatto distinti come non ha distinto di cui andiamo debitori a Platone non facilmente esauribile,
nello spirito obiettivo il fenomeno osservato dalla metafisica della Forse le pi significative si trovano proprio l dove sorgono
sostanza. Gli hegeliani della vecchia e della nuova scuola hanno le maggiori difficolt per l'interprete (come nel dialogo Par-
reso ancora peggiore la confusione. Il che ha impedito di apprez- menide con la sua profonda dialettica dell'essere); di questi
zare le conquiste di Hegel. Ma questo il punto in cui neces- tesori non scoperti non si pu parlare per ora. Ma gli esempi
saria una chiarificazione, che ancora manca, per distinguere ci portati sono sufficienti a farci vedere come il patrimonio di cono-
. che vivo e ci che morto nell'eredit hegeliana. scenza di Platone che duraturo e continua ad operare filosofi-
La distinzione diviene pi facile quando i pensa tori si tro- camente, non si identifichi con il sistema speculativo dei due
vino a una maggior distanza storica rispetto a noi, quando sul mondi, che nelle opere di storia della filosofia viene fatto valere
loro mondo di pensiero siano passati le diverse critiche, l'apprez- tradizionalmente come la filosofia di Platone.
zamento, il misconoscimento e la riconquista. Come esempi pos- Aneor meno in Aristotele la pienezza delle sue conquiste
sono servire a questo scopo i pensatori classici dell'antichit, conoscitive si lascia risolvere nell'immagine del sistema che venne
Platone e Aristotele. fissata nel corso del tempo dai suoi interpreti. Infatti egli il
Sarebbe difficile che Oggi qualcuno prendesse sul serio le primo nel quale troviamo chiaramente tracciate le linee fonda-

6 1.0 vedo la descrizione di questo processo nella dottrina della vrr66Ecrt


Presa di pOSJ~IOnenei co~ronti delle tesi hegeliane , Per il capoverso
seguente che riguarda la dialettica cfr. la prima delle opere sopra citate come vien posta nel Menone, nel Pedone, e nel VI libro della Repubbli-
parte IlI, cap. II Senso e problema della dialettica e cap. III La legcr~ ca. - La fondazione teoretica dell'apriorismo richiede una dimostrazione
formale della dialettica ; inoltre Hegel und das Problem der Realdialektik pi estesa; ho tentato di darne una in questo punto nella mia relazione
Bldtter [r deutsche Philosophie, 1935, fase. I; come il saggio di W. Se: dell'anno scorso Das Problem des Apriorismus in der Platoniscben Phila-
semann, Zum Problem der Dialektik . sopbie, Sitzunsber. d. Preuss. Akad. phil.-hist. Klasse, 1935, XV.

.... :
':-':-'

88 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte prima - Il pensiero filosofico e la sua storia

mentali di un sistema del mondo, ma ci che fn dal principio pliato in essa, ma l'impalcatura ancora la stessa. meno c()n~='
egli ha raggiunto nella sua opera di ricercatore non si esaurisce sciuto che anche la teoria della scienza della seconda Analitica
in questo sistema, anzi ne rompe continuamente i limiti ed rimasta immutata nei suoi tratti fondamentali; soprattutto ..ci.',
rimasto saldo storicamente quando il sistema, dopo un dominio vale per quelli che sono i gradi della conoscenza e per il raggiun-: .
di molti secoli, si sfasci. gimento dell'universale. Forse ancora pi evidente - soprat-
Ci che croll furono le dottrine fondamentali metafi- tutto nell'et moderna - il valore duraturo della dottrina di ci
siche, La dottrina dei fini immanenti e con essa tutta la teleo- che primario per noi e in s. Se si riflette che su di
logia dell'd~o nei processi reali del mondo caduta; il dualismo essa si fonda il concetto dell'opposizione traratio cognoscendi
della forma e della materia si dimostrato assai relativo; la ed essendi, si vede come qui sia stato spezzato anche lo schema
forma sostanziale ormai completamente fuori gioco; potenza di sistema dell'identit Iogico-ontologica.
ed atto non sono piii i modi decisivi; il riferimento dell'indi- Pi importante di queste cose, ma fino ad oggi non ancora
vidualit alla materia naufrag gi nel n secolo; la supposizione apprezzata, sarebbe la sua concezione del problema antologico
di un'identit tra la struttura logica e quella antica pot mante- fondamentale. La domanda dell' 0\1 h 0\1 certo posta formal-
nersi pi a lungo, finch cedette definitivamente davanti alla filo mente nel Medio Evo, ma nello stesso tempo, mediante il deprez-
sofia kantiana. zamento del mondo reale a favore di una sfera di pure essenze,
Ma che significato pu avere questo superamento delle dot- le fu tolta tutta la sua importanza, l'et moderna sotto l'alta
trine fondamentali di tipo metafisica, dopo una trasformazione pressione della problematica gnoseologica l'ha per confusa con
casi mutevole nello stato delle scienze, se lo confrontiamo ai il problema dell'oggetto. Il che ha preso la sua rivincita in.
frutti maturi di quelle conoscenze che egli per il primo raggiunse, ~ Christian Wolff, perch l'essere non si risolve nell'essere oggetto.
e quali le sue opere ancora oggi offrono a chi vuole imparare! La concezione aristotelica del problema la sola che soddisfi
Gi sopra fu accennato al potente lavoro aporetico di Aristotele lilIl e che sia realmente antologica. Essa solo riguarda l'ente non come
Il
che sparso in tutti i suoi scritti e, in innumerevoli parti, supera li., .oggetto .- nemmeno come essentia o existentia -, ma come
di molto in contenuto ci che egli ha anche soltanto tentato ente . Il destino dei tentativi di oggi, che intendano riconqui-
~
positivamente di risolvere , Oso sostenere che questo grande stare il terreno del pensiero ontologico, dipende essenzialmente
materiale stato trascurato fino ai nostri giorni e aspetta ancora da come si riesca a cogliere la domanda iniziale di Aristotele ed a
r la sua valorizzazione. Non soltanto gli storici, ma anche teste estenderlo nell'allargata cerchia dei problemi di oggi.

l sistematiche realmente congeniali come Leibniz ed Hegel sono


=='~"'-o::l~~~"-",,,.,.-,,-,;accanto
a questa immane miniera di originario lavoro
E come nel grande casi nel piccolo. Una duratura conquista
fu la distinzione dei due tipi di infinit e la sua applicazione - ad
. senz'accorgersene, anch'essi si attennero troppo a ci esempio nei paradossi di Zenone. Un'intuizione geniale fu nell'Eti-
positivamente afferrare di quelle formulazioni che

.~Iiiiili
ca nicomachea la concezione della virt come fLEcrOTI)<;;; si trova
a maturit 7. qui il concetto di una sintesi di valori in quanto l'atteggiamento
noto come la logica di Aristotele abbia continuato a valido eticamente sempre tale di fronte a due cattiverie ,
_ fino ai nostri giorni immutata. Parecchio stato am- quindi corrispondentemente ad esse devono anche bastare due
~ ..
modi di essere buoni 8. Un risultato conoscitivo assai significativo
~_..

r 7 Un bell'esempio
86voq.r.t
eli siffatto svolgimento di problemi quello deY~
nel libro O della Metafisica. In parte essa va ben oltre il con-
cetto di potenza proprio eli Aristotele, anticipa non poche delle dottrine
8 A proposito della fondazione di questo rapporto cfr. la mia Btbik,
Berlin, -19.35, (Il ed.) cap. 61 d. Per le virni etiche, possibile estrarre
molto pi tarde del complementum possibilitatis e accenna al eli l di queste completamente con l'analisi le due componenti del valore dalla loro oppo-
a un concetto della possibilit puramente modalontologica che ancora oggi sizione con le xcxx(ca. Del resto cfr, per ci che precede Aristoteles und
t- Hegel, II ed., Erfurt, 1933.
I non filosoficamente compiuto.
;
-----------------'--'------"---

90
INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte prima - Il pensiero filosofico e la sua storia 91"

dovrebbe contenere anche lo scritto Sull'anima nella sua In complesso se la sono cavata molto meglio i pensa tori
analisi del rapporto dei tre gradi o funzioni della ~ux.~.Que- meno profondi. Non si pu dire che Locke e Hume non siano
st'ordine di gradi la prima esatta costruzione di una teoria stati valutati a fondo. Ma gi con Descartes la situazione di-
della stratifcazione, che noi possediamo; essa mostra gi le due versa. I rigiri metafisici delle Meditazioni sulla conoscenza
leggi fondamentali della stratificazione antica: quella della di- del mondo reale, che gi nel suo tempo, non parliamo di oggi,
pendenza dello strato superiore da quello inferiore, e quella del- non riuscirono a convincere, si trovano in primo piano in tutti
l'autonomia (indipendenza) del superiore nella sua dipendenza. gli espositori; la validissima analisi della coscienza problematica
Se si guarda pi attentamente si possono vedere sparse negli nelle Regulae , che in parecchi punti rimasta insuperata,
scritti filosofici di Aristotele le tracce di una estensione di questo passata in seconda linea e soltanto pochi hanno riconosciuto
principio di stratificazione a tutto il mondo reale, dal Q'(0fLC( i suoi importanti risultati. Il significato gnoseologico della dot-
(J)u(nx.6'1 su fino al \10\)<;.
trina delle due sostanze, nella quale la problematica conoscitiva
, Questi pochi accenni possono bastare. La reale ricchezza dell'et moderna si proprio veramente approfondita, non stata
delle conquiste di Aristotele non facilmente esauribile. Il modo assolutamente apprezzata da lui stesso come anche dalla storia
di vedere della scolastica vi si per secoli sovrapposto velandole. della filosofia. Delle conquiste speculative di Arnold Geulingx
Esso fino ad aggi, non stato dennitivamente eliminato. Casi noi stato posto in luce quasi solo il cosidetto occasionalismo - il
ci troviamo in questo particolare rapporto di fronte ad Ariste- lato notoriamente piii debole della sua metafisica. Questo ismo fu
tele, che le sue acquisizioni conoscitive risorgono per noi lenta- soltanto un tentativo di soluzione: dietro ad esso si trova la
mente, e quasi ogni conoscenza, che sia pionieristica da un punto comprensione pienamente matura e assai significativa di un pro--
di vista sistematico, ci insegna a vederlo sotto un nuovo aspetto blema fondamentale, che si fonda sulla scoperta dell'iato tra le
anche storicamente. Poich anche storicamente possiamo riconosce- due sostanze cartesiane. Geulingx ha insuperabilmente formulato
re soltanto ci per cui gli occhi ci si sono aperti sistematicamente. l'incolmabilit di questo iato nel suo axioma. inconcussae veritatis.
Ma la storia della filosofia ha dimenticato 'ljuesto assiorna, essa
La serie degli esempi si pu estendere a piacere. Forse non'
non pensava a comprendere il problema, si attenne a ci che
vi alcun pensatore nella storia, per il quale non si potrebbero
vi era di affermativo nelle costruzioni metafisiche,
riconquistare preziose conquiste conoscitive, una volta ab~attuti
gli involucri speculativi. Cosi i maestri della scolastica hanno Non si possono misurare le conseguenze di siffatte omissioni
sviluppato nel conflitto sugli universali una problematica del- e misconoscimenti. Quanto pi ci si approfondisce in essi tanto
l'universale e dell'individuale nel mondo, che comprende, nello pi si vede che quasi dappertutto il vero e proprio lavoro ancora
stesso tempo, quella dell'ideale e del reale, come quella dell'esserci da compiere per liberare dietro alla storia dei sistemi la storia
e dell'esistenza. Al loro livello questa problema tic a si interrompe, della conoscenza filosofica.
la grande lotta non giunta alla conclusione, i problemi che essa Se, come avvenuto qui, si scelgono soltanto dei particolari,
coinvolge sono rimasti abbandonati sebbene siano implicitamente invece di una connessione storica delle conoscenze ne risulter
contenuti in quasi tutte le grandi ricerche dell'et moderna. Gli necessariamente soltanto un mosaico di problemi. Ma se si riesce
storici ne hanno salvato e trasmesso alla nostra et poco piii a trattare la schiera dei pensatori nel modo richiesto allora
di un paio di distinzioni, di frasi significative e di ismi; non rico- le conquiste filosofiche si legano assieme e forniscono da' s una
nobbero i problemi di cui si trattava, rimasero troppo colpiti visione complessiva, la cui coerenza, anche fra tutte le lacune,
dai sistemi, dalle questioni metafisiche e popolari-teologiche,~per evidente. Ma ci significa: in quelle conquiste si attua appunto
poter vedere che qui si trattava di schietti problemi fondamen- ci che nei sistemi e nelle opinioni dottrinarie non si pu mai
tali antologici. E come avrebbero potuto vederli dopo che il attuare. Infatti le conoscenze non si oppongono reciprocamente;
senso della problema tic a antologica era andato perduto? soltanto dove l'errore vi contraddizione e smarrimento.
92 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRlTICA Parte prima - Il pensiero filosofico e la sua storia
.~
Questa allora una visione storica della filosofia intorno se si sce1to il metodo conveniente allora esso appare.semplice~!:
alla quale merita di affaticarsi in un senso affatto differente dal e chiaro.
perditempo intorno alle arbitrarie oscillazioni del pensiero. Una Ci vale anche per quella stessa conoscenza che riduce a :t
tale visione storica non pi la disperazione di chi insegna proprio oggetto la filosofia dei tempi passati. Anche questo-st
e di chi impara, non fatta di una quantit confusa di fatti, non oggetto ha i suoi ben determinati punti di appiglio e anche
presenta un brancolare privo di direzione, ma ci offre una ques ti possono essere mancati o raggiunti con il modo di pro-
grande linea coerente. E con ci risorge anche quel valore didat- cedere. Non si pu riconquistare una conoscenza filosofica, in
tico che a ragione ci si attende da uno studio storico della filosofia. qualunque modo, ma soltanto in uno. Non vi sono qui altre vie
Di fronte a questa prospettiva dovrebbe anche sparire l'obie- di accesso se non quelle dei problemi filosofici, i quali uniscono
zione che allora non si tratta piti di storia, ma di filosofia. In il nostro cercare e il nostro indagare ai tempi passati. E soltanto
ogni accadere importa ci che in divenire; nella storia partendo da essi si pu misurare come conoscenza e speculazione
della filosofia la filosofia in divenire. Allo sguardo retrospet- si distinguano nella storia.
tivo la storia si presenta sempre come il divenire di qualcosa Questa la ragione per cui un processo che tenda a ricon-
che divenuto. Ma in quanto lo storico stesso si trova nel mezzo quistare i problemi storicamente - e non sia solo rivolto a com-
del corso del divenire, deve prendere, come ogni sistematico, prendere ci che semplicemente opinione dottrinaria - ci d
le mosse da questo fatto, che qui la direzione naturale del pen- la chiave per comprendere quella che una visione storica della
siero filosofico tracciata preliminarmente. Dunque anche per lui conoscenza filosofica. il metodo che si attiene al solo modo con
non si deve trattare di altro che di filosofia - di null'altro che cui le conoscenze possono diventar realmente conoscibili. Perci
del divenire delle conoscenze, ma niente affatto di quelle escre- anche il solo metodo che ci permette di indicare uno svolgi-
scenze della fantasia che non meritano il nome di filosofia. mento coerente ed unitario dell'indagine nella storia della filo-
Se da dove siamo giunti volgiamo indietro lo sguardo, si vede sofia.
che questa idea della storia presenta ormai un aspetto stranamente
semplice - come se le difficolt attraverso le quali essa dovette
aprirsi il cammino non le appartenessero. Esse sembrano averla
abbandonata e averle reso libero un cammino che in opposizione
a tutti quei giri viziosi si dimostra quello giusto. Cos' il mistero
di questa semplicit?
Non ~ altro che quello del metodo conveniente. Il metodo.
il modo di afferrare un oggetto; conveniente un metodo che
lo afferra l dove esso presenta i propri punti di appiglio. A chi
lo afferra diversamente esso scivola tra le dita. un errore pen-
sare che si possa por mano ad una cosa in un modo o nell'altro;
lo si pu certamente, ma non si giunge ad afferrarla.
Il metodo che deve condurre alla conoscenza non pu essere
scelto arbitrariamente. Esso prescritto dalla natura dell'oggetto;
nel proprio modo di procedere si pu raggiungerlo o mancaflo.
Lo si pu mancare in molti modi, ma coglierlo in uno solo. Se ci
si avvicina all'oggetto con metodi a lui estranei e quindi non si
riesce ad andar avanti, il compito appare complicato e confuso;

l_

l
jl-
I

PARTE SECONDA

Filosofia sistematica

1.1
l

I
i

l
i

';

r,
...... __ ._-_.~--------------_...._""""------~

I L'abbozzo che segue contiene una scelta di pensieri di filo-


sofia sistematica come mi si sono presentati nel corso dei miei

I
lavori. Per non affatto l'esposizione di un sistema, ma soltanto
del senso e dei compiti dell'indagine sistematica quale, a mio
avviso, si impone ai nostri giorni. Esso deluder tutti coloro
che hanno voluto vedere nei miei lavori una tendenza al sistema

I e non hanno risparmiato le definizioni; l'arsenale dei concetti


speculativi che si scelgono come titoli ricco, e per tutto si trova

I un ismo pi o meno adatto. 'La cosa sar diversa per coloro


che, seguendo un istinto filosofico, sono divenuti parchi di ru-
I briche correnti.
Costoro sono quelli che non sono subito smaniosi di rag-
~ giungere risultati tangibili, che non disdegnano di seguire un
~.

.~ cammino faticoso di indagine e di 'tentativi, dovunque questo

i
I
I: possa condurre. Chi si personalmente misurato nella ricerca
i t
trover che questo cammino quello naturale e non si affretter
a decisioni che non possono esser mature data la situazione dei
t problemi del nostro tempo.

I
~l
Il pensiero sistematico non si incontra oggi in coloro che
costruiscono sistemi. L'ambito del pensiero costruttivo ristretto.
La scienza progredita in tutti i campi. Chi disprezza i suoi
risultati ha, fin dal primo momento, partita perduta. Non si '
tratta, pi, come ai vecchi tempi, di prendere come base una

I
determinata visione del mondo e di condurla fino ai limite della
sua sostenibilit.
... ;~,::

98 INTRODUZIONE ALL'aNTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 99

Non si tratta pi di un primo orientamento in un caos di Il pensiero sistematico di oggi batte un'altra strada. Non
fenomeni. I fenomeni stessi sono vagliati, elaborati, molto di pi pensiero-sistema, lo si deve piuttosto chiamare pensiero-pro-

ll
f
quello che il loro ordine naturale gi stato loro carpito. Il modo
in cui noi li vediamo gi penetrato dalle categorie. E queste
categorie sono esse stesse molteplici, ogni sfera di fenomeni ha
le sue proprie, non scambiabili. Chi volesse oggi raggiungere
blema. Il pensiero-problema non asistematico. Mira anch'esso
a una visione complessiva. La sua meta gli dovr sempre balenare
innanzi come sistema. Solo ch'esso non prefigura il sistema.
Vuole, semmai, esservi trascinato. Esso sa ch'esiste nl mondo
I'aspetto unitario del sistema valendosi di un determinato una coesione universale, ma sa anche ch'essa non affiora con faci-
gruppo di categorie, dovrebbe far violenza alle altre sfere. Rag- lit, che i fenomeni non la rispecchiano direttamente, che dob-
giungerebbe una unit artificiale a spese della molteplicit natu- biamo cercarla attraverso una continua indagine. I sistemi co-
rale e fallirebbe a limine la comprensione del mondo cOSIcome struttivi ponevano a fondamento del mondo uno schema anti-
esso . Spiegare lo spirito partendo dalla materia, o la materia cipato di coesione. Non lo ricercavano, ritenevano di conoscerlo
, partendo dallo spirito, comprendere l'essere partendo dalla co- anticipatamente. Per questo motivo cercavano di lumeggiare i
scienza, ridurre l'organismo a meccanismo o interpretare l'acca- fenomeni partendo da esso, rifiutavano quello che non vi si
tl. dimento meccanico come una camuffata vitalit - tutto questo e adattava, generalizzavano quello che. conveniva loro. La conse-
tante altre cose per soprammercato sono oggi imprese impos- guenza era il rifiuto dei problemi.
sibili. Sarebbe un porsi, fin dai primi passi, in contraddizione Ma cosa succede quando una teoria presume di negare l'in-
con ci che sicuramente sappiamo dai diversi campi del sapere. negabile? Essa si pone dalla parte del torto e annulla se stessa.
Il pensiero costruttivo ha finito di recitare la sua parte. L'idealismo rigoroso rifiutava il problema del come la co-
E non a torto. Esso mancava di solidit fin dall'inizio. La scienza sorga dall'inconscio e dimenticava che in ogni bimbo
storia del pensiero filosofico non ha fatto che demolirlo in tutte neonato si verifica naturalmente proprio questo processo genetico.
le sue forme. La comprensione storica costituisce per questo stato Il materialismo rifiutava il problema della struttura particolare
di cose la prova decisiva della costruzione sistematica speculativa. dello spirito, e perfino del vivente; non vedeva che questa strut-
Nello storicismo a tinta relativistica, nelle forme in cui esso ha tura particolare evidentissima in una infinit di fenomeni e non
dominato i primi decenni del nostro secolo, il pensiero andato P'.J. venir compresa partendo solo dalle leggi di d che mate-
a finire nuovamente in un atteggiamento estremista e costruttivo, riale. Il pragmatismo rifiuta il problema della verit assoluta;
e ha fatto fallimento dimostrando la propria condizionatezza. non osserva per che, nell'esporre i suoi principi, pretende ap-
La tendenza al sistema che proveniva di qui, definitiva- punto di aver raggiunto questa assoluta verit. Lo psicologismo
dei sistemi filosofici passato.
11l"Hb'~:,}.!'ty,,~~~:::-,..~~.p.111)V rifiutava il problema delle leggi particolari della logica, ma
.;
. questo anche il pensiero sistematico? Non nelle. sue conclusioni si serviva proprio di questejl~gt;~partiQ~--
non mai passato l'interesse per gli eterni lari. Si pu toccar con mano la tragicomica dek.rili\1t~~g~r~i=",
della metafisica. Esso conserva pur sempre blemi. Queste teorie si danno la zappa sui pi{:"'--::-;'=::=';";;;'==~
risolvere sommariamente e di colpo i grandi i propri presupposti. E non sfugge loro se-
i le sue inestirpabili radici l'impulso verso le seguenza.
costruttive. Nemmeno i nostri tempi
ne sono pnvi. che esse non hanno pi la stessa impor- 1. Pensiero sistematico e pensiero problematico.
tanza d'una volta nel processo reale del pensiero filosofico. Non
sono ormai che escrescenze e coloro che si trovano in un atteg- Nella storia della filoson si possono rintracciare due grandi
giamento di viva ricerca ne sono immuni. Esse non persuadono linee, quella del pensiero-sistema rivolto verso il costruttivo, e

I
pi nessuno che abbia imparato a pensare scientificamente. quella del pensiero-problema, rivolto all'indagine. In generale
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Parte' seconda - Filosofia sistematica 101

:::c procedono strettamente


leg:~:~::':l:;:::'::: '::::: sterna, ci ch' sovrastorico e capace di sopravvivere appartiene
j
~ i'
Il, ., pensajori,: i quali costruiscono sistemi, sono comunemente anche
i promotori dei grandi problemi fondamentali. Ma anche entro
invece al puro pensiero-problema. In quest'ultimo si trovano le
conquiste della storia del pensiero. I
Ui r
Ne troviamo esempi dappertutto, quando all'opera un
I!
,
il mondo di pensiero di una medesima testa si possono, il piii
delle volte, distinguere chiaramente entrambe le linee. Talvolta
per esse corrono anche piii nitidamente separate. In figure come
pensiero sistematico nuovo e originale. L'analisi kantiana dei giu-
dizi, la sua analisi metafisica dello spazio e del tempo, la sua
j
!
;

f. ' Plotino e Proda, Tommaso e Duns Scoto, Hobbes e Spinoza, legge di restrizione, la sua dottrina del principio supremo di.
" Fichte e Schelling predomina interamente il pensiero costruttivo; tutti i giudizi sintetici o della totalit delle condizioni sono
in figure come Platone e Aristotele, Descartes e Hume, Leibniz esempi classici di un puro pensiero problematico che spezza il si-
e Kant predomina il pensiero problematico. Non casuale il stema. L'Idealismo trascendentale una forma di sistema, nella

I
t-

fatto che filosofi come quest'ultimi non offrano alcun sistema quale queste conquiste compaiono a mala pena. Ed infatti esso
chiuso; che essi lascino ai posteri, come la pi importante eredit poi caduto storicamente; quelle conquiste, invece, sotto varie for-
!r i
, l spirituale, dei problemi aperti. Anche ad essi balenano innanzi
dei sistemi. Ma l'immagine del sistema non impedisce loro di
me, sono diventa te un possesso duraturo della filosofia. Persino
chi le combatte deve fare ancora i conti con esse. Un rapporto
,~ guardarsi liberamente intorno. Essi lasciano valere i problemi analogo esiste tra le indagini fondamentali di Leibniz sul pro-
come li trovano; van loro dietro senza preoccuparsi se a questo blema dell'apriorismo e la sua metafisica monadologica; e ugual-
modo agevolano o spezzano il sistema. Cosi compiono un lavoro mente in Cartesio tra i fondamenti della conoscenza, come ven-
) che ha un valore assai piti obiettivo. gono svolti nelle Regulae , e la sua dottrina delle due sostanze.
"
La storia sorpassa il pensiero-sistema costruttivo. Esso viene Sono gli antichi filosofi quelli che possono offrirei in maggior
confutato, superato e infine dimenticato. Sopravvive soltanto copia esempi di una pura indagine problernatica. I Dialoghi
f
! platonici, il cui tipo di ricerca costituisce per noi un modello, rap-
'I
; come una curiosit storica, come testimonianza di una [orma
m'!ntis superata. L'indagine nel suo progresso lo lascia da parte. presentano il prototipo di una schietta irnpostazione filosofica
Diversamente avviene con il pensiero problematico. La sua forza riguardo ai problemi. La sconsideratezza filosofica dei filologi,
consiste, una volta scorta una difficolt, nel non sorvolarla, nello da tempo immemorabile, ha frainteso l'apparente mancanza di

I;
i'
I
svolgere senza preoccupazioni le aporie, senza far I'occhiolino ai
risultati previsti. Ci che si promuove, per questa strada contrad-
dice abbastanza spesso l'immagine del mondo che si era conce-
risultati di molti di questi dialoghi e ha persino creduto di do-
verli spiegare come semplici scritti introduttivi o popolari. Si
credeva di sapere che il nocciolo della filosofia platonica si tro-
I ,
pita. Per questo motivo sussiste anche indipendentemente da essa, vasse in tutt'altro luogo, in una dottrina delle Idee in cui
!
E quando il sistema storicamente viene a cadere, non cade con l'immagine del sistema si ritrovava in questi scritti solo molto
l"
esso, ma rimane e resiste, Di regola il sistema, gi nel lavoro imperfettamente e balenava in sempre nuove fogge. Si partiva
abituale del ricercatore si rivela troppo angusto per abbracciare implicitamente dalla convinzione che Platone fosse un costrut-
l'ampiezza dei problemi. I problemi profondamente meditati, per tore di sistemi nel senso dei suoi tardi successori; non si pren-
.i
loro natura, lo rompono gi tra le mani del maestro, gi nel deva affatto in considerazione la possibilit che egli avesse voluto
, ;

suo stesso pensiero lo dimostrano insufficiente. Nll'epigono la evitare le conseguenze costruttive. Eppure niente doveva essere
..
" . ~j differenza risalta in modo ancora pi plastico. Per lui il patri- piii familiare diquesto al discepolo di Socrate. Le cosmologie degli
monio di pensiero dei grandi maestri si divide in ci ch' caduco avi gli apparivano come miti ; egli voleva qualcosa d'altro.
e ci ch' imperituro, in ci che soltanto storico e ci ch' E il corso della storia non gli ha dato ragione? Indagini come
s?,vras;,orico, in ci~ ch' morto e c! ch' vi.vente. In generale quella del Menone sulla apriorit e insegnabilit, o quella'
ClOeh e morto ed e meramente stOIlCOappartiene al pensiero-si- nel Fedone sopra la riflessione interiore e la pura contem-

. 1
- FU l5iIE 2m
w." , 'M

103
102 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica

plazione, sopra l'ipotesi e il suo controllo col dato, malgrado nuit. Appunto il ricollegarsi del nuovo all'antico lo prova. Que-
ogni disconoscimento, sono rimaste vive e hanno influito sulla sto ricollegarsi sta sopra ogni polemica. La polemica va sempre
storia del problema conoscitivo fino ad oggi. La metafisica delle contro l'elemento costruttivo. Qui essa necessaria. Lungo tutto
Idee, invece, rimasta in tutti i tempi il miraggio ingannatore il corso della storia essa soltanto un mezzo di autodifesa del
dei sognatori. pensiero sistematico contro la continua minaccia interna delle
In forma ancora piii concentrata si evidenzia il pensiero pro- cos truzioni speculative.
blematico in Aristotele. Ogni indagine comincia con l 'elenca- Come avviene che ancor oggi non ci si sia resi chiaramente
zione delle aporie in quanto tali, senza alcun riguardo alla loro conto di questa situazione, la quale COS1 facilmente compren-
risolvibilit. Questa aporetica, che occupa la met dei suoi scritti, sibile a chi sappia dominarla dall'alto? Non pu dipendere da
contiene un materiale di pensiero che rimasto fondamentale, mancanza di critica . Proprio di critica ve n' abbastanza
che non ha attinenze immediate col suo cosiddetto sistema e che nel mutare dei vari sistemi che hanno dominato nella storia.
tuttavia non venne affatto esaurito dai seguaci. Essa ha il pro- Anche la critica radicale della stessa ragione, che voleva essere
prio valore sistematico indipendentemente dal fatto della maggiore un'introduzione a una futura metafisica, non ha potuto far qui
o minore sostenibilit di un sistema costruito su categorie come piazza pulita. No, il centro del pensiero sist~r:natico .si trova d~
forma e materia, dynamis e energia. Il sistema dopo secoli di un' altra parte, e precisamente l dove la cnnca radicale n?r: e
dominio definitivamente crollato. L'aporetica ancora oggi vi- arrivata finora - non perch essa non ne avesse la forza cntica,
vente. ma perch non era minimamente cosciente dell'esistenza di simili
i impedimenti. Vi son qui tre momenti che oscurano la ricerca:
l 1) La naturale impazienza di vedere ad ogni costo delle so-
l 2. Ci che resta nel mutare dei sistemi.
t luzioni, 2) la convinzione istintiva che i problemi che non si
t Noi non possediamo ancora alcuna storia della filosofia che possono risolvere siano filosoficamente infecondi, 3) lo s~ambi~
del contenuto dei problemi con l'impostazione dei problemi stessi
sappia sceverare ci che vivo da ci ch' morto e sappia,
coscientemente, renderlo fruttuoso nel progresso del pensiero. e il misconoscimento del senso obiettivo delle questioni inevitabili.
Manca ancora la consapevolezza che gli enormi contrasti delle Di questi tre momenti il primo il pi soggettivo e il pi~l
visioni costruttive del mondo rappresentano solo le esagerazioni comprensibile. Una vita umana breve, il c?rso dei proble:Dl,
di .chi vuoI essere conseguente nel suo sistema speculativo, che nella storia, lungo. Si chiede per ottenere nsposta. Se la dItE."
essi sono soltanto una manifestazione esterna, storica, dietro colt della cosa non consente al ricercante di trovare la soluzione,
la quale si nasconde il lavoro reale ed efficace dell'indagine. Si allora egli tenta di forzarla e la soluzione forzata poi quell~
rimane pur sempre abbagliati dallo splendore delle imponenti costruttiva. Questo molto umano. Per profondamente anti-
costruzioni di sistemi; il loro precipitare simile a quello dei ca- filosofico, anzi ripugnante alla ragione. Il fiato lungo dell~ r~-
stelli di carta, non ha ancora indotto ad un'adeguata riflessione cerca, il resistere nella incertezza, il paziente attendere costitur-
il pensiero storico. Eppure ben chiaro che dietro la lotta d'an- scono la vera virt dianoetica del filosofo. Non tutti ne sono
nientamento dei sistemi si cela qualcosa di completamente di- capaci. Infatti, di regola, significa rinunciare a vedere il risultato
verso, di permanente, di lentamente crescente e continuamente e cio i frutti della propria fatica. Il filosofo deve lav()rare fidando
progressivo, un nucleo di schietta indagine assai pi modesto, nello sviluppo storico e cio nella conoscenza, la quale come
. ~ ma che matura attraverso un continuo esame, un nucleo ristretto frutto toccher ad altri. La coscienza di avere contribuito per la
di ricerche severe sulla cui continuit s'innesta effettivamente propria parte alla conoscenza futura deve appagarlo ed essere
ogni nuova indagine. E nell'indagine sistematica vi , oggi come sufficiente. Quando e dove richiede di pi, egli viene trascinato
nel passato, una coscienza, del tutto naturale, di questa conti- irresistibilmente a far costruzioni. Questo compromette il pro-
I

.i
I

104 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica '105

fitto del suo lavoro. Per mantenere per una simile modestia mente ha valore, ci che resiste, ci che dura nel patrimonio di
critica - non soltanto negli attimi della riflessione, ma sempre pensiero della storia della filosofia. Tale rimane anche quando
nella ricerca stessa, per tutta una lunga vita umana - si richiede il pensatore stesso che la compie si trova di fronte ad essa in un
un altruismo intellettuale che anche i pi forti non posseggono atteggiamento scettico. - Certo nei manuali di storia della filo-
facilmente. La condizione fondamentale del pensiero sistematico sofia le cose non stanno cosi. Non ancora stata scritta una
la purezza dell'ethos filosofico. storia del pensiero sistematico come lavoro condotto sui pro-
Pi difficile il secondo momento. A cosa serve il continuo blemi.
lavoro in un problema di cui si comprende la insolubilit? Inso- Ma pi estese di tutte sono le fonti dell'errore nel terzo punto.
II lubilit significa appunto che non si risolver mai. Cosi si pensa
e ci si lascia trascinare sia a un rifiuto scettico del problema, sia
E da qui anche ha avuto origine il massimo disorientamento.
Si ritiene sempre che i problemi siano opera umana, che stia
!
I
a una forzata soluzione costruttiva che si pone forse con il valore
di una semplice ipotesi. La storia della filosofia per insegna che
nel potere dell'uomo di porli o di non porli. Ci che non costi-
tuisce oggetto di domanda, non interessa nessuno; a ci che non
I proprio in quei problemi i quali nonostante tutte le elaborazioni, permette di andar oltre, si rinuncia. Questa considerazione sem-
I non hanno potuto giungere ad una soluzione, che si verifica un bra perfettamente chiara e convincente. Ma l'esperienza, che il
continuo progresso della conoscenza. pensiero filosofico fa nella sua storia" ci porta a conclusioni affatto
1: diverse. Le domande si impongono senza alcun riguardo alla loro
I solubilit o insolubilit. Se vengono respinte, ritornano sotto altra
3. Soluzioni forzate, insolubilit ed elaborazione dei problemi.

l
j;
forse stato risolto il problema della sostanza? O il problema
del fondamento? O quello della libert, della possibilit e realt,
forma. Non concedono tregua all'uomo. Egli non vi si pu sot-
trarre a suo piacere. Avviene come con la pietra sul campo, che
il gigante invano scaglia nel cielo, perch non rimanga sulla terra;
I quello della vita? No certamente. Oggi persino pi proble- essa ritorna e continua a rimanere sulla terra.
t matico di un tempo se si possano risolvere. Ma stato per questo. Se si trattasse solo di un nostro modo. di porre o di conce-
l infruttuoso tutto il lavoro speso in essi dal tempo dei preso- pire i problemi, la cosa sarebbe diversa. Ma.non si tratta di questo.
l
~ cratici? Proprio no. Questo lavoro ci ha fatto comprendere molte Si tratta in ultima analisi pur semp!edell'enigma del mondo, e
cose e in primo luogo ha messo in luce un residuo insolubile . cio di come esso esiste. Questa enigmaticit non creata dal-
-: dei problemi. Ogni nuova comprensione era appunto una conqui- . l'uomo, n pu essere tolta da lui. Il mondo, cOSIcom', l'uomo non
sta della conoscenza. risultato che i problemi apparentemente lo pu trasformare, deve accettarlo cosi come gli si offre. E deve
semplici si intrecciano in una rete complessa di interrogativi di fare i conti con gli enigmi che esso gli presenta. Certo pu ignorare
natura completamente diversa. E molti di questi si sono dimo- questi enigmi, pu vivere senza curarsene; non tutti hanno bi-
strati completamente solubili. Appunto per questo si potuto soana di essere filosofi. Per, se fa veramente attenzione ad essi,
b

precisare con pi esattezza, in che cosa consistesse l'elemento non pu mutarli. Questo il senso dell'espressione kantiana delle
insolubile. L'elaborazione di queste domande, alle quali non si domande inevitabili, ma non solubili. Queste domande sono il
pu rispondere completamente, ben lungi dall'essere infeconda. destino dell'uomo, proprio come il suo esser posto in questo
un errore ritenere che solo le soluzioni facciano progredire mondo stesso. Anzi esse sono il destino eterno, universale nella
la conoscenza -l'errore inevitabile dei principianti e degli adepti. storia dell'uomo. Fin quando l'esistenza umana rimane incate-
In generale anzi vero proprio il contrario: le presunte solu- nata a questo mondo, anche la sua meditazione e la sua ricerca
zioni sono gli errori speculativi. Invece l'instancabile elaborazione filosofica rimane incatenata a questi eterni enigmi; le solo riser-
dei problemi in quanto tali, che non si pone come fine una ricom- vato di poterli risolvere o no.
pensa - quella della soddisfazione metafisica - ci che real- In questo senso il contenuto dei problemi, in quanto tale,
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106 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 107
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completamente diverso dalla loro impostazione. L'impostazione lismo nel suo opporsi a quella che la coscienza spontanea
muta di epoca in epoca, e perfino da un pensatore all'altro. Essa della realt. Non si pu aver dubbi sul fatto che noi portiamo
!:+. ,
.J . condizionata storicamente e individualmente. Vi sono problemi
che vengono posti in una determinata epoca storica e non pote-
con noi per tutta la vita la convinzione che le cose siano qual-
1"- cosa di reale, indipendentemente dalle nostre opinioni su di esse,
vano assolutamente venir posti prima, sebbene siano sempre esi- L'idealismo ci dice che questa convinzione una apparenza.
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stiti i fenomeni che costituiscono il loto contenuto. Il sorgere Per deve allora mostrare su cosa si fonda quest'apparenza e
.'
delle domande legato a determinate condizioni, a una certa perch continua a sussistere intatta, anche quando la teoria la
I
t
impostazione, a uno stato particolare del sapere. Questo non
significa che l'uomo se li inventi un bel giorno. Egli viene piutto-
confuta, Preoccupandosi di fornire questa spiegazione, Fichte e
Scbelling si videro costretti ad ammettere una produzione incon-
ll .to spinto verso di essi inevitabilmente dalla struttura partico-
.are del mondo, in un determinato stadio di maturit della sua
scia. In verit a questo modo l'idealismo annullava se stesso.
L'aporia pertanto era artificiale, inventata. Non v'era alcun motivo
!
comprensione del mondo, Anche nella posizione dei problemi, di contestare la realt del mondo. Era il sistema stesso a creare
I
in quanto tale, non vi affatto una illimitata libert. Esiste per questo motivo e con esso la difficolt, La teoria contraddiceva un

I
!'
un certo ambito entro cui ha libero gioco l'interesse della ricerca,
all'interno della problematidt che si presenta in una data epoca.
Questo ambito quello che sempre induce falsamente a ritenere
fenomeno fondamentale. Infatti la coscienza spontanea d.dla realt
un fenomeno fondamentale e in quanto tale non pu assoluta-
mente essere contestato, I fenomeni hanno sempre pi forza
, che anche il contenuto dei problemi si possa liberamente creare delle teorie, I fenomeni l'uomo non pu cambiarli; il mondo
l e distruggere. L'incredibile arbitrariet dei sistemi costruttivi nel rimane quale , qualunque cosa l'uomo pensi di esso. L'uomo
rifiutare i problemi fornisce un continuo sostegno a questo errore. pu soltanto riuscire ad afferrarlo o fallirlo.
Fino a che non si vede nella filosofia niente altro che una serie
j di sistemi - e questo pur sempre il punto di vista dominan-
te - non si possono mai scorgere gli eterni e ineluttabili conte-
Egli pu anche descrivere ci che ha compreso, portare alla
luce ci che esso contiene di enigmatico e cercare poi di risolverlo.
La cosa ben diversa dal voler dare la testa nel muto, armati
t nuti dei problemi. Capita cosi che per rcndersene conto occorre della propria teoria .. Badare ai fenomeni la prima cosa che si
prima riflettere direttamente su quella linea storica del pensiero richiede. Nei fenomeni, come essi si offrono, la coscienza trova
problematico che si nasconde dietro la facciata dei sistemi. sempre la prima e insopprimibile testimonianza dell'esistenza,
Essi sono abbastanza enigmatici per loro conto, Ma gli enigmi
4, Problemi genuini e aporie artificiali. che essi pongono in luce sono aporie naturali. In esse hanno
le radici i problemi inevitabili e connaturati, il cui contenuto
Certo vi sono anche aporie artificiali, difficolt che creiamo l'uomo non pu mutare, E in quanto questi problemi contengono
noi stessi. Le troviamo in ogni epoca. Si riconoscono storicamente un residuo insolubile e sono quindi problemi metafisici, si trova
per il fatto che spariscono senza lasciare traccia, non appena in essi quella metafisica connaturata, che compito del pensiero
viene abbandonato il pregiudizio su cui riposavano, al punto che filosofico affrontare.
divengono quasi incomprensibili per gli epigoni. Queste difficolt La causa per cui il tempo dei sistemi e degli ismi tramon-
artificiali non sono punti di partenza, ma prodotti dei sistemi tato risiede nel fatto che questa situazione generale si fa strada
speculativi. Li recano con s quei postulati metafsici che ven- lentamente nelle coscienze. Certo alcuni sistemi vivono ancora.
gono falsamente posti a sostegno del pensiero. Di questo tipo Ma una vita fiacca, da epigoni. La filosofia attuale non si trova
I'aporia della libert del volere nel sistema del materialismo in essi, Sono palesi i segni di un diverso orientamento. Il pensiero
(meccanicismo universale), e ugualmente nel sistema del finalismo sistematico in rivoluzione, si allontana dal costruttrvismo, si '
(teleologismo). Ancora pi plastico l'esempio fornito dall'idea- ritira su di un cammino di pura ricerca assai pi semplice, pi
108 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA- CRITI~A
Parte seconda - Filosofia sistematica 109

modesto, ma pru sicuro. Possiamo chiamare questa rivoluzione


la filosofia deve essere, prima di tutto, una descrizione fedele
il grande ritorno alla sobriet della filosofia. Essa percorre. cOSI
dei fenomeni. Essa deve, in secondo luogo, corrispondentemente
la stessa strada che, prima di lei, hanno percorso molte SCIenze
allo stadio della ricerca in cui si trova, portare alla luce ~ pro-
particolari. Il periodo di ritorno alla sobriet stato sempre
blemi, in quanto questi costituiscono ci che nei fen?mem no~
un periodo di grande slancio. Anche la filosofia pu guardare
stato compreso, mettere ben in chiaro quindi le apone naturali.
fiduciosa il suo immancabile slancio. Il sintomo proprio quel
In questo stadio essa costituisce l'aporetica: Solo m te~z~ luogo
tramontare delle splendenti imprese speculative, che molti oggi
essa pu tentare una soluzione delle aporie, andare eroe verso
invece interpretano come la decadenza della filosofia.
la teoria.
E non mancano neppure dei sintomi positivi. Il lavoro che si
Questa serie progressiva: fenomenologia, aporetica, teori~,
ispira a questo nuovo spirito comin;iato gi da un. pezzo:
non abbreviabile. I primi due gradi, ciascuno preso per se,
j ben conosciuta quella sana tendenza cne afferma: tormamo al
I costituiscono un vasto campo, una intera scienza. E proprio. per
fenomeni! Non soltanto la fenomenologia in senso stretto si
!
l
trova su questa strada. Essa ha solo il merito di aver dato espres-
il fatto che essi non costituiscono la parte definitiva e spec1fica:
su di essi va posta l'attenzione pi grande. Il loro c~mpo di
l- sione metodologica a una vasta tendenza. In fondo rivive qui
I lavoro quello nel quale i sistemi costruttivi hanno fallito, Pro,-
una delle pi antiche tendenze dell'indagine. E proprio la scuola
I fenomenologica ha spinto troppo oltre questo principio. Essa
prio questi campi sono stati trattati troPP? br:ver;nente. Ed e
per questo che le teorie poggiavano su deboli bas~. B1~og~a. creare
l si arresta ai fenomeni descritti, come tali, crede di aver raggiunto
l'essenza della cosa, mostrando l'elemento generale, e chiama
qui dei solidi fondamenti - non i fondamenti oble.ttlvl ~el~a
t questo l'assoluto. Cos si disconoscono i problemi insiti r:ei feno-
teoria (ai quali ci si deve piuttosto rivolgere quando incomrncra
l'elaborazione delle aporie) - ma i punti di partenza della cono-
t
}
meni. Anzi, in questo modo si viene a nascondere, sotto 11 manto
protettore della neutralit fenomenologica, una anticipata deci-
scenza, in quanto essa non deve essere semplicemente una de-
scrizione di ci che si ritrova.
I sione metafisica.
La reale tendenza filosofica di questo movimento ben pi . Per quel che riguarda il terzo grado stesso, esso d~ve~.essere
radicale. Per essa 'il' mostrare e il descrivere solo un grado una pura trattazione delle aporie enucleate, e ~eve co~p~ers1. sulla
preliminare della ricerca, una via d'accesso, un mezzo per ricon- base di quello che si ritrovato nei .fenomeni. Una simile tratta-
zione o elaborazione delle apatie non senz'altro una solu-
quistare, nella loro originariet, i grandi interrogativi fonda-
zione delle aporie. Essa pu solo aver come mira il raggiungi-
mentali. Solo quando si chiarisca nettamente questo rapporto,
j, quello che realmente vivo nella fenomenologia acquista i suo~
mento di una soluzione. Non pu direi in anticipo n come ri-
sulter la soluzione, n se in generale sar possibile una solu-
~;l~-!o!.:~;.",l.ibcc:;>r;,;accontenta
della descrizione delle essenze SI
.. di aver risolto dei problemi capiti per zione. La elaborazione delle aporie, quando pu poggiare su di
no. Ricade cosi inconsciamente nell'atavismo un saldo lavoro preliminare, compiuto sul fenomeno e sul pro-
e proprio lavoro deve invece cominciare blema, qualcosa di assai diverso da quando essa procede senz'al-
tro dal presunto dato. I problemi visti ingenuamente il pi delle
volte sono male impostati, e restano solo alla periferia della
cosa. Essi scambiano la posizione condizionata del problema per
'5'~~~7m:fflr;tClQiil, aporetica, teoria. il contenuto obiettivo dei problemi stessi. A questo modo si in-
troducono molte aporie artificiali e rimangono nascoste quelle
Il pensiero sistematico acquista cosi una struttura a strati
naturali. Soprattutto per, solo dopo aver compiuto il lavoro'
nettamente determinata. Esso deve percorrere tre gradi lungo
della aporetica, diviene possibile ridare alla teoria stessa il
l'intera linea della molteplicit dei suoi contenuti. In tutti i campi
suo senso autentico e originario.
. "

il
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110 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA t'I
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Teoria significa vrsrone . Oggi lo si quasi dimenticato. illIl


J.; Aristotele la intendeva come una pura contemplazione. Il suo I
"

" senso quindi non n la dottrina, n il sistema e neppure la chia-


rificazione o la fondazione. Il suo senso unicamente la stessa :,1

1~1~,
. contemplazione penetrante, la pura visione comprensiva come tale,
in quanto questa, fondandosi su di una piii ampia visuale e su
",f

I~
~

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diun accorto procedimento, vede pni della visione ingenua. Teoria
in senso eminente la visione complessiva di ci che viene
! contemplato in una dedizione esaustiva alla variet del dato. Per
II
,
"

J
I questo si trova certamente in essa una tendenza naturale verso
il sistema. Ma si tratta appunto soltanto di una tendenza, non
di una anticipazione e neppure di una garanzia che il pensiero
finito debba sfociare in un sistema.
Ma cos' dunque il pensiero sistematico - in corrispondenza
con la situazione dei problemi del nostro tempo? Non basta
caratterizzarlo metodologicamente. Si deve poter mostrare anche
il suo contenuto.
La risposta pu venirci da quella tinta di metafisica che si
ritrova in quei problemi che si sono presentati come le aporie
naturali e perenni dei diversi campi del pensiero. La metafisica
fin dall'antichit stata ritenuta iLterrenc,centrale_della filosofia.
I~a '-se~pre'orup;rt;-
si di ~ certo resid;:;;di"pr~hl~;;;-i' ~he
'non sono affatto risolvibili. Intorno ad essa verteva in tutti
i tempi la grande contesa dei sistemi. Per questo necessario
precisare nuovamente anche il suo senso, P~f.h....nella .filosofia,
I del nostro~e~po 1'~c.<:'~!1~9}.19nsa4~.p,:~ ~~~~~a,
ii Come metafisica si possono intendere tre cose diverse: si pu
concepirla come una autentica sfera che contenga oggetti trascen-
denti: cosi Kant l'intendeva come la sfera speculativa delle idee.,
Dio, la libert, l'anima, In questo senso essa ha finito di recita~;,::c~
la sua parte, almeno come disciplina filosofica.vSi pu intendi1{' ' .
inoltre, come il campo di battaglia dei sistemi speculativi, _c.~ -=.;;~
edifici dottrinari e delle visioni del mondo, In questo senso 'e~~
rappresenta un ondeggiamento instabile di soluzioni contra~1f.-:'t
torie di problemi; ma i problemi ritornano continuamente, rim'ii-c,:,::'
gono quindi in fondo insoluti, mentre i presupposti speculativi
-variano con grandissima libert. Anche in questo senso la meta-
fisica avrebbe finito il suo compito. Perch, appunto il pensiero
sistematico non piti quello dei presupposti costruiti. Esso non
.~
Parte seconda - Filosofia sistematica 113
112 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA

si muove pi nella dimensione dell'ipotesi e della conseguenza. Per in s in virt dell'intreccio in cui si trovano, hanno tutte
'. le loro radici in questioni fondamentali che sono strettamente
, Si stancato di questo incerto fluttuare.
Quale senso rimane ora, nel tempo presente, alla metafisica? metafisiche. E poich i problemi particolari non sono risolvibili
Nessun altro senso che non sia quello eli una metafisica dei pro- senza i problemi fondamentali, cOSIqualsiasi spregiudicata tratta-
blemi e del continuo lavoro per dominarli. La metafisica in questo zione di problemi finisce col condurre ad essi. Non accettare di
senso non instabile e non costituisce la guerra dei sistemi tra prender posizione nei problemi di fondo, significa rinunciare alla
. loro. Essa un lento progredire dell'indagine. I problemi infatti
-
filosofia.
!
mutano solo d'abito, il loro contenuto rimane il medesimo, essi Lo stesso contenuto metafisico, a sua volta, non pu essere
1 sono perenni. Ci che garantisce questa loro perennit appunto, eliminato dai problemi fondamentali. Eliminarlo equivarrebbe a
i da una parte quel residuo insolubile che si trova in essi, dall'altra non comprendere i problemi stessi. Cosi la metafisica dei pro-
,
t la loro inevitabilit. In questo senso sono metafsici tutti quei
problemi che si sottraggono a una diretta soluzione: ed del
blemi si spinge interamente al centro dell'interesse. E ci che
importa appunto la trattazione del residuo irrazionale che in
l
l
tutto indifferente in quale ambito parziale della filosofia essi si essi. Tutte le critiche profonde della conoscenza, anche quella
!t. :~
.

trovino. In realt essi si trovano dispersi in tutti i campi, e si kantiana, lo hanno implicitamente riconosciuto. Sempre esse si
i ritrovano ovunque nello sfondo del conoscibile. Ed ogni lavoro sono levate soltanto contro la metafisica di determinate solu-
ulteriore in questi problemi pu rivestire un valore metafisico, zioni , non contro quella dei problemi. Esse non hanno mai
quali che siano le vie che esso prende. intaccato in alcun modo il diritto di una illimitata trattazione dei
Ci che caratteristico il fatto che quasi in tutti i campi problemi, ma vogliono piuttosto costituire i prolegomeni ad essa.
le questioni filosofiche fondamentali ed essenziali sono di questo Per primo il neokantismo, che un criticismo pi. ristretto, si
tipo. Sono domande metafisiche nel senso che non sono risolvibili allontanato da questa via. Da allora data il pregiudizio che la
m modo definitivo. filosofia non debba essere metafisica. Il suo effetto deleterio sugli
eredi di Kant non ancora eliminato.
6. Sfondo metafisica nei problemi di~'Qgni filosofia. I un errore fondamentale ritenere che nella scienza si deb-
y
La conseguenza di questo fatto 'cht: il. pensiero sistematico i bano ammettere solo quei problemi che si possono risolvere. In
generale non si pu mai sapere prima cosa sia risolvibile e cosa no.

I
n.ecessariamente pensiero rnetafisico, ~ che l'indagine siste-
solo la soluzione stessa che dimostra la solubilit. Cosi un
matico-filosofica necessariamente indagine metafisica. Son sem-
controsenso bell'e buono consacrare i problemi secondo la loro
pre le antiche eterne aporie con una tinta irrazionale, dinnanzi
risolvibilit. Ogni problema si pu trattare e ogni passo avanti

Ii
si vede continuamente posto. Poich egli vive
nella trattazione una conoscenza positiva,
mondo e deve accettarlo cOSIcome si pre-
una soluzione o no. In tutte le scienze
mente naturale. Non vi assolutamente-
ha un'importanza decisiva. Esso costi-
in filosofia si debba procedere diversamente;'.
... ~ fondamentale della filosofia. Di fronte
dei punti di vista e delle opinioni dottri- Il compito di accertarsi di questa si~~~~~i~ii~~~~~
F.I'r<,,,.,,>n poco importanti. Questo non significa pu venir assolto in una discussione che c
fo'."'JUJl\-llU, presi singolarmente, siano metafisici. Signi- Esso deve venir condotto a termine nel
fica per che .essi, nell'insieme naturale di problemi, nel quale scegliendone alcuni casi tipici. Allora per coincide con l'ingresso
soltanto cornpaiono, vanno a finire in problemi rnetafisici fondamen- nella aporetica stessa. Gli esempi che seguono sono scelti in modo'
tali. Entro certi limiti si possono quindi benissimo trattare anche da dare, nello stesso tempo, un certo sguardo panoramico sulla
non metafisicamente alcune singole e parziali questioni filosofiche. variet dei problemi fondamentali.

8. N. HARTMANN _ Introduzione all'ontologia critica


. ~>",
,. -

114 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 115

1) Si me dire in primo luogo che non solo la filosofia psicologia e della cosmologia ~aziona~e. I 'prob~emi ~etafsici' si
vera e propria a contenere problemi metafisici, Anche le scienze annunciano piuttosto In tuttl l campi subito dietro Il dato che
positive ne COlEtengono- forse tutte, alcune per in modo ben noi afferriamo. Considerazione che vale assolutamente anche per
manifesto. cm nella matematica la validit degli assiomi e le discipline che non sono affatto speculative.
rimane un problema rnetafisico. Essi non sono dimostrabili. La Di questo tipo senz'altro la logica, non- quella trascenden-
loro evidenza 'OOinon affatto autonoma, ma mediata appunto tale o dialettica ma la semplice logica formale. In Wolff essa
dalla intelligiliut dei teoremi che devono fondarsi su di essi. prendeva il norr:e di pbilosopbia rationalis. Ma l~ dimo~trazione
,i
L'oggetto della scienza pi razionale non affatto un oggetto in- e la razionalit s'arrestano bruscamente, quando SI pone Il vero e
.teramente razenale. Lo stesso si deve dire dei fondamenti della proprio problema centrale, il quale riguarda. il ~od? d'essere
fisica. La fisica teoretica diventata ai nostri giorni una scienza di quella legalit, sotto la quale stanno concetti e g~u~ZI, ~ sulla
altamente speol:ativa. Essa stata spinta dalle proprie difficolt quale quindi ci si fonda per trarre delle conclusioni .. Bisogna
ad una revisime dei propri presupposti. Per il nuovo fonda- parlar qui, oltre che delle tre leggi logi~he fond~mentah, anche
mento che essa ha faticosamente raggiunto non presenta quella delle legai pi speciali della tavola degli opposti, della conver-
chiarezza che .weva il fondamento della meccanica classica. Son sione, delle figure del ragionamento e dei modi, fino a entrar~
ben evidenti :i:messa i limiti della chiarezza razionale; gi si an- nei particolari. E vi sono tante altre cose ancora. Se q~e.s~e leggi
nuncia una a::rontura irrazionale. Nelle scienze biologiche la si- sono mere leggi della coerenza mentale, la loro validlt~ resta
tuazione be:n conosciuta; uno straripante materiale empirico anch'essa ristretta al regno del pensiero. Rimane allora Incom-
sta di fronte mi un minimum di teoria. La comprensione delle prensibile come un pensiero dedotto dalla serie mentale possa
leggi riesce sco con fatica a tener dietro ai fatti. Non molto dimostrarsi riscontrabile nell'esistenza.
diversa la sitnazione nelle scienze dell'uomo, dello spirito e della in questione la validit obiettiva delle leggi di dedu-
storia. Sa forse fa giurisprudenza su che cosa si fonda la validit zione logica. Ma appunto essa quella in virt della quale l'in-
delle norme gimcidiche? Se si riconduce questa al sentimento del sieme logico acquista un valore conoscitivo. Nessuno trae delle
. diritto, la sua origine diviene soggettiva: se ci si ferma sulla conclusioni solo per fare esperimenti di pensiero. Si argomenta
sua relativit s:orica, la sua esistenza diviene casuale. Le norme per concludere a qualcosa 'di esistente, che no~ ~ato dirett~,-
perdono il loro carattere normativo. L:' stessa irrazionalit dei mente, per allargare la conoscenza. Ma come mal avviene che CIO
fondamenti si ::!specchia nel rapporto tra dif(~t' e forza, libert che viene dedotto nella serie mentale, applicando le , leggi del
e costrizione, pcetese della comunit e pretese ~dell)individuo. . (

pensiero - supposto che siano vere le premesse, - e pur :sso


Di questi problemi-limite son piene tutte le scienze, e sempre vero e si dimostra .vero nell'esperienza, quando la conclusione
essi riguardano i fondamenti ultimi. L'illusione a questo riguardo sia stata conseguente logicamente? Come avviene che alla serie
possibile' ovunque, fin quando non vengono' indagati questi logicamente immanente corrisponda una serie reale trascendente?
ultimi. il privilegio della scienza positiva
In questa domanda si tratta di provare, p:,?~l~~~~~~~~~~
sottrarre a questi problemi per larghi tratti
deduzione trascendentale di Kant, una
non pu farlo.
iperlogica. Ma l'unica condizione alla quale-
sono avere una validit iperlogica appunto
siano pi che mere leggi logiche. Esse .
essere nello stesso tempo leggi dell'essere. Il reale" .'. "u"""..'"','=:"""'":'
~ .: ritenere che la metafisica cominci solo minatezza si trae la conclusione, deve subordinarsi ad 'esse incon-
quando la speczlazione verte su Dio e l'anima o sul cosmo nel dizionatamente come se rientrasse nella coordinazione dei con-
suo insieme. Questo un relitto dell'epoca della teologia, della cetti e dei giudizi. Cos le leggi logiche si dimostrano in alto

l'

~.
11.7
116 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda' - Filosofia sistematica

grado cariche di metafisica, Una logica come la nostra logica partendo dagli elementi , appartiene al passato. Si conosce
dell'intelletto, la quale assume il particolare sotto l'universale, oggi molto bene quanto siano complessi i primi dati della psiche,
non avrebbe significato in un mondo nel quale il particolare si sa quanta artificiosit vi sia nell'isolare le sensazioni, le rea-
reale (il caso singolo) non fosse anch'esso sottoposto a un'univer- zioni, ecc.; l'analisi tende a rivolgersi alle strutture globali dei
sale, Non avrebbe significato perch non avrebbe oggetto. Solo contenuti e dei processi. Ma in questo modo ci si liberati 16
in un mondo che a sua volta sta realiter sotto leggi logiche, essa sguardo per scorgere lo sfondo metafisico di ci che psichico.
ha un valore conoscitivo e pu dedurre qualcosa di reale, par- Anche qui affiorato il problema della modalit dell'essere e non
tendo da premesse date. Per questo nella domanda riguardante lo si pu pi respingere: in questione l'essere della psichicit
'""t',-
l
il modo d'essere delle leggi logiche v' un problema che supera stessa.
di gran lunga ogni esperienza e tutto ci ch' direttamente pro-
vabile. E ci appunto perch la risposta a quella domanda gi 8. Esperienza psicbica vissuta e realt psichica.
i
, I
presupposta in ogni esperienza sul reale. Ogni esperienza infatti
largamente penetrata di sussunzione logica, e questo anche quan- Tutto era facile finch il problema dell'essere scompariva
do questa sussunzione non avviene explicite nella forma di argo- dietro ai fenomeni. La forma nella quale appare la psichicit
rnentazioni tratte coscientemente. l'esperienza immediata e interna degli atti. Si equiparava quindi
Questo sfondo metafisica alla logica gi presupposto in tutte la esperienza degli atti all'atto, giungendo cosi ad una specie
le teorie logiche. Non lo si osserva per il solo fatto che si presup- di positivismo psicologico. Per esso non si richiedeva altro che

l pone come perfettamente naturale una soluzione della domanda


in senso positivo. Ma appunto nella apparente naturalezza che
di analizzare il contenuto dell'esperienza, di rilevarne l'omoge-
neit e intendere questa omogeneit come una legge. A questo
I si cela l'aporia metafisica. Essa in verit non affatto risolta modo si giungeva ad un sistema di leggi psichi che, simile a
quello delle leggi fisiche. Si poteva cosi ritenere di dominare, con
t
r
finch ci si arresta all'idea di immanenza logica. E potremmo
aggiungere che non neppure conosciuta. Il piii grande -inganno la pura psicologia della esperienza, I'enorrne campo della molte-
che si fa a noi stessi a questo riguardo ha radice nell'abitudine plicit psichica, .
di trattare la logica come pura legalit.delpensier>;:'E dietro Ma ben presto 'si.fini c'c51ompi:~n1ereche non era cosi. an-
si cela l'incosciente anticipazione metafisicadelpunto di vista stes- tica l'osservazione che: non si pu trasformare in oggetto il sog-
so dell'immanenza. getto con tutto ci che gli appartiene. Si aggiunga a questo l'in-
Nella logica la concatenazione veramente filosofica dei' pro- certezza propria del metodo inrrospettivo ; l' au to-osservazione
quando viene eliminato questo autoinganno. compromette l'arto osservato; l'osservazione fatta sulla persona,
. della validit obiettiva della logica porta ben che fa da esperimento, rimane indiretta, non pu-fondarsi che
logica stessa. Essa porta direttamente nel sulle sue' dichiarazioni, e non si accosta quindi~,;;ti~i~~:;;'
stessa. Ma anche se le conclusioni che se ne Ji--~--" :-:.,:.O;;;-~:;;';:':;;'.;;.'.
. Infatti essa concerne il rapporto tra le
leggi reali. E poich le leggi dell'essere, a loro essere errate, pure per mezzo di esse vengono _ -
, cio han radici nelle vere e proprie cose esatte, e precisamente questo: che gli atti';'~'irlll8;;~~atm.~~
non possibile trattare la fondamentale un loro modo di esistere, che non dipende dl1a~~co~@?t~~
della logica altrimenti che in un'analisi gene- abbiamo di loro. E in ci riluce immediatameiit~~r~erenza:~;"
rale delle categorie. tra atto e coscienza dell'atto. Ma, poich la coscienza dell'atto,
3) La psicologia nel suo ambito non viene ritenuta meno in primo luogo, ha la forma dell'esperienza psichica, cosi questa
:..: antirnetafisica della logica. Qui certo i tempi si son mutati. La osservazione in effetto si dirige prontamente contro il principio
~... della psicologia dell'esperienza. Un passo ulteriore in questa dire-
,:-:; psicologia elementare, che presumeva di poter costruire e spiegare
:r'
..-~
. ~;;
118 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 119

zione lo si fece quando si capi che in generale la vita psichica non suo amore, a farglielo veramente vivere. Ma si ritrova nella: vita
coincide con la coscienza, che piuttosto ogni dato cosciente anche il fenomeno inverso. Si crede di adorare qualcuno, di essere
appare gi sullo sfondo di un inconscio nel quale ha le radici. suo amico (ad esempio dove nello sfondo vi sia il sentimento
Certo il concetto dell'inconscio port subito a delle esagera- di un dovere di riconoscenza); per quando giunge l'attimo di
zioni speculative. Elevato a principio metafisico, condusse a una andarzli in soccorso ci si tira freddamente indietro. Solo in un
comoda metafisica dei fenomeni vitali, la quale in fondo non tempo successivo si scopre, ed la nostra condotta che ci illu-
spiegava nulla e ingrandiva soltanto gli enigmi. mina di che natura fosse il sentimento. reale. Esso era completa-
. Vi una riflessione assai pi critica che si attiene stretta- mente diverso. Questo sentimento completamente diverso esisteva
mente ai fenomeni analizzabili. Con essa M. Geiger ha mostrato, effettivamente gi da lungo tempo, poteva gi da lungo tempo
nel suo frammento sul concetto dell'inconscio, che c' un essere manifestarsi. Per esisteva senza essere avvertito.
degli atti psichici che esiste indipendentemente dal grado con Una profonda disamina di questo fatto permette all'intero
cui viene sperimentato. L'esempio che illumina questo fatto problema psicologico di mostrarsi sotto un aspetto completamente
il fenomeno della volont. Si piglia ad esempio la decisione di diverso. Per esso non si tratta piti soltanto di atti della co-
compiere un grande lavoro, la volont di eseguirlo persiste per scienza , si tratta anche di atti della psichicit inconscia. E tra
giorni e mesi, fa si che ogni giorno ci si metta di nuovo al lavoro; questi e quelli non possibile tirare una netta e sostanziale divi-
per come tale essa non viene affatto sperimentata di nuovo sione. Esiste una realt psichica degli atti, nel senso di un loro
ogni giorno. Sprofonda nell'inconscio e rimane 11come una forza
zenuino reale essere in s, e cio nel senso ch'essi sussistono
reale che continuamente agisce. Pu con facilit ricomparire nella indipendentemente dal sapere, dall'essere avvertiti e dalla co-
coscienza, specialmente quando viene attraversata da altre ten- scienza. Questo reale psichico per manifestamente l'oggetto
denze e deve nuovamente lottare contro di esse. Riprendere con- vero e proprio dell'indagine psicologica. Questo oggetto non pi
tatto con essa pu rivestire il carattere di una nuova decisione. l'esperienza e neppure l'esperimentato come tale, ma l'atto psichico
M~ anche questa rinnovata volont non permane come una espe- reale. La modalit dell'essere in questa realt psichica estrema-
~~~nzavissuta della volont, ma soltanto come una energia a,ttiva mente enigmatica. Essa si trova allo stesso livello di quella impe-
nello sfondo di quelle attivit che essa pone, in azione. Si -;-~de
netrabilit metafisica, a cui si trova la realt esterna delle cose
q{li chiaramente che l'atto come tale ha un suo. essere psichic~; e degli accadimenti. L'oggetto della psicologia si dimostra esso
e questo assolutamente reale indipendentemente dal fatto di' stesso metafisico. Ogni teoria che non voglia fermarsi ad una
esser vissuto, perfino indipendentemente dal suo esser conscio o semplice descrizione, diviene necessariamente,subito, fin dai primi
inconscio. Questo essere la realt psichica. . .
passi, metafisica.
;)4'~!~:9"gq.I~~aIeper il volere, vale anche per molti atti erno-
Per quanto diversi siano i problemi nei~:''<~~~i~~;~~~
ttiva piena di sfondi non consapevolmente e della psicologia, in questo sono assolutamente
icoarrnente evidente nel campo dei sentimenti.
e cio nel fatto che entrambi sfociano iir:n~g~U~n~~;~~i~~~~~~
quanto avere chiarezza interna sui propri riguardante la modalit dell'essere. Il s.
amore, per esempio, pu rimanere profonda- tazione questo: il problema filosofico
L'inesperto, colui che ama per la prima volta, trambe un problema ontologico. Non pi po'ssibil,i(jgg;:f"':!is.(;~:!=::
a rinnegare il proprio amore, anche di fronte noscerlo. Con questo per il compito dell'ontologia si :sp'o'st~c)'io~-'-
a se stesso; e non per vergogna soltanto o per insincerit, ma prio verso il centro del pensiero sistematico. I problemi di campi
perch egli realmente non ne sa nulla. E nella vita capita questo: eterogenei convergono in essa. E se l'istanza, che ritroviamo negli
che unicamente un avvenimento, una situazione - forse un pe- altri campi dell'indagine filosofica, sempre la stessa, non pu
ricolo che minaccia la persona amata - ad aprirgli gli occhi sul sussistere pi alcun dubbio sulla direzione, secondo la quale dob-
,.

120 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda- Filosofia sistematica 121

biamo cercare le basi fondamentali di quella disciplina centrale, N~.L<~_giudizio.si aveva una unit di contenutc.chiusa.in.sache
che costituisce l'aspirazione di ogni pensiero sistematico. n~;- aveva affatto bisogno di -;;relaiione]urCdLs~ CQll-ilLQg;
"g~trrea1~-Su" q~~;ti fondamnti ia teori~ d~"lla ;cie;;a rima-
9. Il senso del <i capire - Verit ed errore.
I
rievii pura~en.te immanen te. ~~., un~R:~_~_e.:n"a...5!~~,~",,~7erit._~i[1,l~f::..-l\
~.~te la coincidenza o non coinwfenza con un oggetto che doveva ,\1\
4) Queste considerazioni trovano una conferma comple- venir capito come tale, diveniva allora superfluo. Anche la fenorne- li i
tamente diversa se ci si volge a quel campo che, agli occhi del nologia non si allontanata sostanzialmente da questo punto.
criticismo, doveva esser chiamato a estirpare la metafisica: la Qui il rapporto tra atto e oggetto veniva posto come un rapporto
teoria della conoscenza. Si riteneva di poter dare nella critr;; necessario per ogni coscienza (coscienza di). Ma l'oggetto era solo
della conoscenza la prova pi rigorosa, che la comprensione meta- un oggetto intenzionale , non un oggetto di conoscenza. In
fisica una cosa impossibile e persino che i problemi metafisici - e questo modo non si poteva distinguere radicalmente l'oggetto
tra questi si comprendevano tutti i problemi ontologici - sono della fantasia dall'oggetto dell'esperienza in generale. In tutte
problemi illegittimi e falsamente posti. Anche alla critica kan- queste concezioni il rapporto tra soggetto e oggetto. diveniva un
tiana della ragione si attribuiva questo significato e cio di avere rapporto perfettamente correl~tivo. ~ta~care l'oggetto dal ,sog- '-t\\
in fondo gi prodotto questa dimostrazione. Il ripiegarsi della lo- getto, farlo valere come un esistente indipendentemente dall atto \i\
gica nella teoria immanente del pensiero, della psicologia nel- conoscitivo era, di conseguenza, impossibile. \
l'analisi dell'esperienza vissuta, era gi un prodotto di questa In tutto ci il fenomeno fondamentale della conoscenza, che
concezione. Con questo era completamente rovesciato il senso quello di apprendere qualcosa , misconosciuto nella sua na-
della critica kantiana. Ma dove era l'errore? . tura. Se, procedendo a rovescio, si parte da questo, fenomeno
Storicamente esso srtro;~;-i~qW;n'abitudine mentale tut- fondamentale, la prima cosa che ne consegue che l'oggetto
t'altro che inoppugnabile di vedere Kant unicamente come il crea- appreso sussiste necessariamente in s. La conoscenza per sua
tore del sistema dell'idealismo trascendentale. Si eliminava la cosa natura va sempre verso l'esistente in quarii quest-"ilste"prirrla-
in s, si s\;a.~utava la funzione della realt empirica nel feno- di lei e iridipendentemente da ie.tfn' oggetto intenzionalequindi
meno. Che appunto la cosa in s fosse un concetto fondamentale non le basta. Nessuno crede cheI'oggertcdella rfercezione sorga
eminentemente critico, che la dottrina dell'oggetto trascendentale nella percezione (ad esempio nel guardare). v' invece h convin-
avesse legato questo concetto in modo del tutto positivo con i zione fondamentale e universale che esso esista, casi come esso ,
fenomeno, che appunto, secondo Kant, un apparire senza una prima e indipendentemente da ogni percezione. Se non fosse cosi, I
si potrebbe conoscere quello che si vuole - a nostro talento
cosa che appaia in esso fosse una vuota apparenza, tutto ci sotto
il . dell'idealismo, era sparito. Allora diveniva come ci salta in mente - e non si rimarrebbe legati a ci che Il
non metafisicamente la conoscenza. I
esiste. Ogni distinzione tra cogliere nel segno e mancanetta',-"venit;;;.6,,:.
,mt1rpnt1,Q1"p

conoscenza quella di cui si parlava? ed errore sarebbe caduca. , :i~k;R~~i~@~g;


conoscenza la coscienza di qualche cosa - -~~--~~i!~~:~'-'~,=~~S?-
per s? lO. Iperoggettivit dell'oggetto del conoscere.
l'errore sta certo piii in fondo. Ci si era
la conoscenza o come un atto della 'coscienza Certo si pu, con lo scetticismo, contestarech:~~r~~;~I~:fJ~~~;:=
. o _come. una creazione logica di senso (giudizio ). Si era comple- noscenza. Ma appunto in questo modo per conoscenza si intende
, tamente perso di vista il senso autentico del capire qualcosa . la comprensione di un esistente in s. Si pu infatti dubitare se
Il logicismo non era, in questo, per nulla migliore dello psicolo- ci che noi chiamiamo nella vita e nella scienza, la nostra cono-
gismo, Per esso la conoscenza coincideva con la struttura logica. scenza , sia anche realmente conoscenza; si dubita allora appunto
~~~~.

122 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 123

;.j... ,,!~;l;
;,,~.l:...~....
'; , .'..o~.'~;.,..
...
di questo, se l'oggetto della percezione, dell'esperienza, del sa-
pere, sussista effettivamente' in s, oppure sia soltanto rappre-
sentazione (cio pensiero). Una simile scepsi ha un compito ben
difficile. Essa dichiara ci che costituisce il fenomeno fondamen-
qualcosa come qualcosa . ~~~lk:~Q~tt!L~Q&:
getto e un oggetto esistente - pi esattamente, tra la rappresenta-
clii.:.iFs]ge'tto~~I~
ziOrl... ..ch-qualche cosa e questo qualcosa stesso.:
in quanto quest'ultimo esiste indipendentemente da essa. In que-
tale e universale un fenomeno apparente. Infatti la convinzione sto carattere di relazione' si. trova.Ilrnotivo per cui. ci si. preo'c-::
l
:1 della realt dell'oggetto si ritrova ovunque ed universale; essa upa'-tantodella verit e della.-!,lonve.!.i!~,--patoche Iarelazione
l ci accompagna per tutta la vita e appartiene saldamente al feno- La
f' trascendente, essa'(; sup'"rala _coscienz~: conoscenza non
l'l
meno. Chi descrive il fenomeno della conoscenza senza tenerne solo 'un puro fenm.enodi coscienza. L'oggetto diverso dalla
conto offre una descrizione manifestamente falsa. Trascura la rappresentazione. Questa pu coglierlo o no, Solo se lo coglie
J cosa principale - e cio proprio quello che distingue radicalmente abbiamo in generale conoscenza. Non coglierlo significa errore.
la conoscenza in tutti i suoi gradi e le sue forme, dal mero rap- Partendo di qui si pu fare un passo ancora innanzi e formu-
presentare, immaginare o pensare. Se egli coglie questo aspetto lare cosi la legge dell'oggetto: l'og~tto della conoscenza n~~~
fondamentale del fenomeno conoscitivo, impossibile che lo ri~21y'e!letsl1.Q.es.st:.re._oggeg~.)
il sU0..E!2Q<;t
d;.~re_....ip.~tQgg~=-
dichiari un'apparenza. Dovrebbe insieme dichiarare che' sono tivo. Oppure anche: esso , iO-che , indipendentemente dal]
anche apparenze il nostro vivere e soffrire, perfino il nostro esser ~uo esser oggetto, esso ---m-~~:- Appuntoln '-questo' sI 'distlri'ii'e ,'-
colpiti dai casi della vita e del destino. Poich la conoscenza dall'oggetto del pensiero, del giudizio, dell'opinione, della fantasia.
sta ovunque e in ogni tempo nella pienezza della vita, e questa Si rifletta: oggetto significa (risalendo all'etimologia) stare
ha incontestabilmente un suo modo immediato di essere. Il sog- contro . Essere obiectum significa essere obiettato a un
getto colpito da ci ch'egli deve provare, vivere o soffrire. soggetto (essere buttato contro, dato, offerto). Se questa costi-
Se lo scettico persiste, nonostante tutto, a negare la realt del- tuisce l'essenza dell'oggetto della conoscenza, esso sarebbe legato
l'oggetto della conoscenza,gli spetta il compito di spiegare l'ap, . al soggetto e al suo atto conoscitivo, sussisterebbe soltanto come
parenza. Solo a questo modo la pu dimostrare. La spiegazione obiectum di un soggetto e dipenderebbe quindi dal soggetto.
pr impd~ibile. Essa conduce a quella cavillosa metafisica ideac, Questa dipendenza sussiste di fatto per l'esser-oggetto. come tale,
.Iistica, che; portata alle sue conseguenze, finisce col distruggersi. ,. per il puro esser posto contro , il che ' perfettamente natu-
Questo stato di cose stato quasi sempre misconosciuto. La" rale. Questo esser PO.~!9s~ntro_..iU~ttq,~el1arelazi~ne. ~,~g:._
scepsi riteneva che le fosse consentito affibbiare alla coscienza getto deIIa coi:lOscenz~"per proprio indipendente dalla relazione
spontanea della realt il peso della prova. In realt proprio con il soggetto,..Anzi esso viene compreso nella conoscenza stessa
spontanea della realt non ha bisogno di come un oggetto indipendente da essa. .
appartiene appunto al fenomeno e come tale Questo quello che hanno ignorato tn1~f ,c.:I"t:'

la scepsi, che si allontana dal feno- lazione. Soggetto e oggetto,)n quanto ,="-"~~~
in contrasto con esso. Ad, essa spetta il peso relativi,1'utl0__all'altro_e .J?e,r_'llles:~o~_IIlSe.P.a[,~~1l
Essa deve mostrare in che modo la apparenza della conoscenza appunto non ...sempncernem
come necessaria. Inoltre dovrebbe scoprire si risolve nel suo esser oggettq, Il processo.idi
apparenza. Ma con la sua tesi essa si tagliata ~-;~oqual~S;dr~striore. t/oggetto rimane ci ~n~~~:~!~~12~,.~~C:,1)~~
poterlo mostrare. di esso. L'esistente in quailt' tale. Tndiffereni
Se COS!, perfettamente giusto il principio che la cono- ziOne-particolare, ed indifferente anche ai gradi
scenza consiste nel cogliere un esistente in s. Essa dunque rione - poich nella conoscenza umana esso viene di solito
qualcosa di diverso dall'unit del senso, dal giudizio, o da d obiettato solo parzialmente. Solo in un secondo tempo esso di-
che si risolve nella forma prediletta del prendere o affermare viene ben distintamente oggetto di un soggetto, quando cio viene
.J ..., .

124 INTRODUZIONE ALL'ONTOI;OGIA CRITICA Parte seconda .... Filosofia sistematica ~25

incluso nella conoscenza. E l'entrare in questo rapporto non lo Si fa qui piazza pulita con una lunga serie di errori tradizio-
cambia per nulla. Esso rimane ci che era. La conoscenza ~~ nali. Si cambia sostanzialmente non solo il con5~ttQ...c!L..ggg~9J
affatto una irruzione nell~._~y"a_J.~all. Nella obiettazione viene ma anche il concettOdi--cOs.ci~oza. Ad esempio la rappresentazione
c~61aiOquarcosasolo' 'nel soggetto: il soggetto si fa immagine prediletta della coscienza aperta ( coscienza di ), che pene-
dell'oggetto, rappresentazione, sapere intorno ad esso. Questo e tra senza limiti nel mondo delle cose, si dimostra qui falsa. Le
nient'altro significa che l'oggetto della conoscenza non si risolve cose piuttosto non entrano !!l.~ pet
.Jlella _coscienza ....rimangono...
nel suo esser oggetto. Il suo modo di essere non esser-oggetto, es's'SfpRt,Jtr
di .t;-aiip,e:~i~~
..conosciute, La coscienz~~me_~~Ea
"ma esser-in-s. qualitativam ..(!n~.e eterogenea (ad esempio non spaziale), ,!.J!!1.~Q..e \
ass~nt.e separata ?al!D??do. delle. cose. Il suo contenuto \~
11. Obiettiuazione e obiettazione. rimane contrapposto all essere delle cose, anche se come conte- t\
nuto coincide con esso. La coscienza non ha cose, ma rappre-. t
t Si pu dunque anche dire che la conoscenza la obiettazione e
sentazioni, concezioni, imll'iiigirirdelle- cose; . queste possono .
t di un esistente per un soggetto, un divenir oggetto dell'essere. coinddere-o ....~oconl~ cose, ~io esserever~~nonvere:-r:;a C'On01
!~
" I~ Ogni esistente Q1} diy.~~iJ.,ggg.etto - almeno, per principio non scenz-aelIe cose'consiste-riell' avere la rappresentazione esatta.]
'q
: i'!:
vi si oppone - per non ha affatto bisogno di diventare oggetto. Questo il senso del cogliere e non quel concetto diverso
i quindi un error;"rit~n~re che ogni esistente sia oggetto o" ~he Che' l'abbracciare o l'attrarre le cose nella coscienza. Da ci
i soltanto gli oggetti abbiano il carattere dell'essere. Sarebbe altret- consegecliIaconoscenza non un semplice atto di coscienza,
tanto errato quanto ritenere che tutti gli oggetti siano esistenti. come il rappresentare o il pensare, ma un atto trascendente.
Esistenti sono piuttosto solo gli oggetti della conoscenz,!!j gli og- Un atto simile s'aggancia al soggetto soltanto con una sua parte,
g~ttt~!..P~4~J.~2:,~:gIiog~!LQell~- raniisia~~~~e~essi..ncilLJo ' con l'altra ne sporge fuori; con quest'ultima s'aggancia all'esistente,
,~0E.9. L4J..<;orie. della.cosceaza.hanno, tutte.commesso .tetl:Qte-.di I che, mediante esso, diviene oggetto. La conoscenza relazione
s~~9.~~re,. ne~"!e~~~~~~ge~a ~?_r:R~~nza~1~9glS.~~g"e,tess.e.te.- I tra. un soggetto e un oggett<2,:;,~istente. In' questa relazione dunque
cosCT"neo-kantiani, cOSI la maggior parte;, dek.;,,:positivisti, COSI l l'atto trascende la coscienza.
.' .r ,

Husserl. Con questo viene completamente il cadere, il senso del-


Yobiettoaione che consiste nel divenir oggetto ';;"'da parte di un
12. Aporie della conoscenza:' ';
esistente. E viene anche a cadere il senso autntlb della cono-
scenza. ~.posto della obiettazione si parlava in queste. teorie di Se ne trae una. facile. conseguenza. Un simile atto trascen-
obiettioazione. Ma questo significa qualcosa di ~ondamentalmente dente., - anche se di 1!uovo )nteso ...com~' o-ggetto"cidia teoria'
....
' ..
diverso, anzi addirittura di opposto. Con obiettioazione si in- della conoscenza - un oggetto metafisico, Non si pu dubitare
tendeva .la.trasformazione di qualcosa disoggetrivoInuna crea: dIG~~-;~i~nz:neri~--~ostra relazione con Ja-r~alt del' mondo.
zion~---avente forma oggettiva. Una volont ad e~. "si - obiettiva circostante. Co~~pe~ ta~ oggetto sia possibile rimane u~ grande
neJraz1O1e:"Un'ldea-arti;i:ica "nell'opera d'arte. In questo senso enigma:: E a t.J.tia:inalisi pi attenta, l'enigma si suddivide ancora
appunto la teoria idealistica della conoscenza intendeva l'obietti- in una serie. di aporie particolari, che contengono tutte un residuo
varsi del soggettivo; e si pensava che in questo obiettivarsi . irrazionale, ~-c~,ihiporie metafisiche dunque. -.1) La conoscenza
l'oggetto venisse prodotto . L'obiejtazione fa Eia~~ __P!l1it~.. a_p'gs~t:1.'ig!!::c{y~!illJ.~.ce
il datointuitivo ..del caso singolo;-~!.:f~to ..
finoin fondo di questo cp'nc.et~9..d~ll'pbiettivazio~e. Ess_~LSignifica.. :1 Ma come possibile questo dato, se l'oggetto rimane trascen-
che r9.g~ttQ __della, conQs.cenza>-aJ'..Qvesci9>-_ha_I~s..Qe....
radick.non, I dente e non entra affatto nella coscienza? -(;S, ~~ll.~2g>_~<:~n,.z.~_
~el_~~ggt:!!!O, ma _~~~'esse!..~~Ldi 1Lcli-2!5!1 .ill.EniL.ogge.ttQ..e...di ~.E!'.0~Ljl.sapete.. riguarda ..un_.universale,...i..cuLc_a;;LsingoILnon.. '
; ,

---~-~-~
ogni conoscenza. sono dati. Si sa qualcosa del caso singolo, prima del suo esser
126 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 127

dato, anzi soltanto oltre il suo esser dato. Come possibile? ~ r- rissg~. Il_.!oggett<?~~~_p.:~..l~ale_~~~_ iIl_!Il.<!zzo.al comunemondo,
d.s.! richiama .,alll:l,~3Jit c4e,l~ coscienza trova o contempla .! reale,. tra cose re~ e_~,!"eni~enti che SQ!1OO."p~sson.o.sliy"e!lt~g!
puramente in s, sorge la domanda: come pu la legge int~rior=- . ti suo oggetto esterno. collocato in mezzo a loro e vien sempre
ninrecntemplata' 'aP!Jlic~rsi .~iatt~~ente' a.
urlf~;le che. pure .gI->rrteirio a loro-lii-' rapporti che si intersecano variamente;
si'ssiste indipendentemente dal soggetto e dalla sua contempla- nato entro questo mondo e vive in rapporti reali con altri soggetti,
Zione'?"" Come pu ci che viene aggiunto e significato dal soggetto con la comunit, con le cose, esperimenta queste cose in modo
,.,
avere validit obiettiva ? ~L!I~tJ.!!.,di ,risolvere il vecchiopro- estremamente 'attuale come delle forze nella sua vita, formato, i
~!~~a, della deduzione trascendentale che nelle sottigliezze di condizionato, impedito, influenzato da esse e ha bisogno di loro.
questa deduzione non giunse affatto. a una soluzione. -. Se inol- La vita si svolge in un unico grande insieme che comprende l:
l'
treicstiruisce verit la relazione trascendente dell'acordo rcon il patire e l'agire; e in questo insieme vitale il rapporto conoscitivo I
\
l'
t l'oggetto in .s, come pu. il. soggetto sapere della verit . o non solo un rapporto parziale. Questo rapporto parziale per asso- ,!

i ,
verrta della sua rappresentazione?
.. _.
Dovrebbe poter confrontare lutamente reale, non diversamente da tutte le rimanenti forme
l~

{la rappresentazione con l'oggetto. Questo per impossibile. In- del patire e dell'agire. Questa realt si mostra chiaramente nel li
fatti l'oggetto gli dato solo nella rappresentazione.
~~eEvi.....!!ql,!.e_~~s.1:i~e,riod~Ua.yet:iti?
Come pu
- (4) Come -possibile
fatto che la conoscenza sCsvolge in 'un processo temporale, s'ac-
cresce, matura, ha un inizio e un termine. Solo per questo fatto Illi
avere un sapere di ci che non sappiamo? In -'ogni-'posizione pu esistere anche una storia della conoscen;;~Ognl-;Cc;dr;;
ii
di problemi troviamo un tale sapere. Aver coscienza di un pro- storico -iiifatti' un' accadere reale. Ma con questo non stata
ancora indicata quella che costituisce una pni esatta caratteristica
I)
blema equivale a conoscere lo sconosciuto come tale, il quale
S!~.3\rid~DJ~roente ...ancora, al d., l della obiettazione. Eppure antologica della conoscenza. necessario per ci mostrare i segni l
Il'esistente che ricerchiamo gi divenuto oggetto della ricerca. specifici di questa relazione reale che la contraddistinguono netta-
Vl~~.du~que unaobiettazion'del transobiettivo, nella quale la mente dalle altre relazioni reali.
transobiettivit non vt<:!n,soppressa ma. rimane conservata? E come ,;,.. Come per quella che la domanda fondamentale cosi avviene
essa possibile?- ,2.'~tlproblema urge verso la soluzione, la co- 0311 le aporie particolari. Se si vogliono comprendere i dati a<ph'- I.
scienza della. jnadegt.l.~,t~;?;zaverso l'adeguazione. La conoscenza St?.riqri ..si deve analizzare il rapporto antologico' che, si.. tva
non sta tranquilla. Ma come possibile portare a. conoscenza.Io '" nella percezione. Si va a finire immancabilmente n~Fr~pport6
sconosciuto, a cbietiazione il transobiettivo? O per porre diver- corpo-anima. Questo esso pure un rapporto dell'esser; ed '
saniriteIa domanda: come pu la conoscenza muoversi sponta- un rapporto reale. Infatti entrambi i membri in esso, sono reali.
neamente verso il suo oggetto, che essa ha per. cosi dire scorto , ,Necessario, . dunque., in questo. .rapporto., comprendere, t~nit
:in precedenza nel prender coscienza del problema? Come pu. . diet~o. la. dualit, E il terreno a ci propizio si ritrova quando
iarrivare .a .cogliere I'oggettor, si comprende con sufficiente ampiezza la sfera reale. La domanda
Tutte queste domande sono evidentemente di natura meta- non ancora per questo solubile. Ma su tale base possiamo
fisica. E~Ch~!}J.lo tutte a chefare con la trascendenza, della rela- ricavare dall'antica e fondamentale questione metafisica una
zione conoscitiva stessa. 'Una teoria della conoscenza, che vuole serie di importanti ragguagli. Ci si incontra qui con le tendenze
essere . all'altezza del suo compito, non pu essere n psicologia, della pi recente psicologia, la quale ha -svolto in modo analogo
-, 0
n logica della conoscenza e neppure semplice fenomenologia il problema su tutta la linea.
o teoria della coscienza. Essa deve essere metafisica della cono- Non diversamente avviene con il problema della conoscenza
sceE.?~; Per _P2!~r10. ess~re, --cteve--
essei:e~f~nd~ta.,~nto10gicame~te. a priori, Se ~i che viene generalmente contemplato - ad esempio
Cl I'aporia fondamentale lo richiede; nel rapporto del soggetto una legge evidente - deve verificarsi nei casi reali; dobbiamo.
co!_~~~()gg~go .esistente v' appunto un rappOtt'--rlgUiidani<~ partire dal presupposto che essa non sia soltanto una legge di
,
''
128

quel reale che costituisce


INTRODUZIONE ALL'aNTOLOGIA CRITICA

l'oggetto della conoscenza. Quelle


Parte seconda - Filosofia sistematica

dall'inizio. Esso il valore limite permanente a cui si avvicina


129 ..... .:.':':;";~

1 ;
l categC;-;ie dunque sulle .quali deve' ~ppoggi~'rsr-001''"'conoscenza
a priori che abbia validit obiettiva devono essere nello stesso
tempo categorie del reale. C<?!lqllestaA~te_~m.!naz!onefondamen-
tale si ottiene il senso autentico e spesso .rnisconosciuto
principio supremo di tutti i giudizi sintetici di Kant, il quale
del
il progresso. I diversi stadi della conoscenza rappresentano per
dei valori di avvicinamento. Essi sussistono semplicemente neUa
rappresentazione. Ogni stadio solo una conoscenza parziale,
una parte dell'oggetto rimane.sconosciuta. In contrasto con iL,Q!I.Q.- \
scmto (O"5Tato), questo residuo inconoscibil-. ndi'pggett.o .__ .si \if
I
questo appunto affermava: vi validit ..obiettiva in un giudizio
"pU-:: lllamare il tra;sol;>lit~i~~.. IL progresso diviene allora lo \\
sintetico a priori solo. in quanto .Ie. condizioni della possibilit spostarsi, nell'oggetto totale, delIimite di obiettazione.
dell'esperienza in generale siano nello stesso. tempo condizioni .. Non si vuole dire p;;;
-~o~"-questo che.~~ia.jllimitat.atnente..
dellapossibilit degli oggetti dell'esperienza. Il senso di questo spost~bil' il limite d(obie~zione: Ci si deve piuttosto aspettare
principio non affatto idealistico, ma antologico. Esso collega cnecrsirCiihcoraun-sec~nd~-ii~tecpeI.imta-llpig!e'ssosso.
la cosa esistente con la coscienza ~..E~!g~i. della osa _.!'.!.J~_a.Si-O Ci che si trova al di l di questo secondo limite I'inconoscibile,
pu-::-cferiVaiiie'quirdi una identit trascendente.delle categorie, che irtra~si~t~iIigibil~ (ci che gnoseologicamente irrazionale). Molti
poi a sua volta il presupposto metafisica della conoscenza a segriTcrfanno capire-che" esiste'questa 1iiritazine alle' possibilit
priori. della conoscenza - ad esempio la indimostrabilit ~ei ptincipi
'- Q~esta base antologica ancor pi evidente nel problema primi in tutti i campi;~T'essi:eIiia-di sostrati in tutti gli strati
del criterio della verit. S~. la verit consiste nel cogliere .real- dell'esistente, l'eterna problematicit delle forme fondamentali
mente l'oggetto trascendente, allora ogni riflessione riguardante dell'essere -(Esistenza, Vita, Coscienza, Spirito, Libert, Deter-
'J h-verit e l'errore conduce sull'esistente in quanto tale, come minazione, etc.). Problema e progresso sono, quei fenomeni. par-
'f,
,.,. 1 eip~__in- ,s., indipendentemente dalla -conoscenza. Il rapporto
; di contenuto della rappresentazi-;i1' con-l'oggetto non. pu venir
ziali della conosceI!~~_~.h~_netp:lodo. piii convincente ci costrin-
gno~a~r;;e"'I'immanenza della conoscenza. Entrambi legano,
desunto dalla rappresentazione stessa come undt~~,caratteri- in 'iTIOd-'eVldente, la coscienza -all'esistente sconosciuto. La co-
stico che si possa constatare. Per questo non vi pu ij%.eIe nessun scienza pr?~Ie.!I1atica.:...h~ils,~<?ser~,~proprio _peli 'essere. coscienza'--

'j
. ~'r
. .criterio immediato e assoluto. Per' ve ne pu-' heJ.1':~sse.r uno
relativo, nel senso che gli elementi dellatrapprsentazione in
diguesto sconosciuto comejale. ~iche la caratterizza che
essa non si arresta neppure: davanti al secondo limite e pu
.f quanto autonomi possono a loro volta adattarsi l'uno all'altro o essere anche coscienza dell'irrazionale. Poich essa non neces-
stare in discrepanza. La discrepanza mostrer l sempre mediata- sariamente ~~~~~~..:.~~di ci cheinveste conlesue d;~~~d~~ o

mente una fonte di errore; .l'accordo .invece, _quando comprende


molti elementi autonomi, deve essere 'un segno che si colta. esat- 13. Compiti di una metafisica della conoscenza.
tamenteIa cosa. La convergenza di contenuto nella rappresenta- \

zione non pu' essere casuale. Es~a 'deve avere il suo motivo Si capisce di qui che abbiamo a che fare con problemi meta-

"
ontologiCo.EqUeSto-Pu--'t~~~;rsi
~ getto.
solo nelle particolarit dell'og-
j. fisici. Lo si capisce per quel rapporto concernente l'essere che ci
, si presenta nel rapporto conoscitivo. I problemi metafisici sono
Un passo ancora piii avanti ci conduce l'aporia della coscienza que!.!L~~<:.. ~(.:m_ sono ~~so.1:v.!p'ili_~.enza
.residui. Questo significa,
problematica. L'idealismo intendeva la progressivit della cono- per esprimerei con il linguaggio della teoria della 'conoscenza,
scenza come lo sciogliersi dell'oggetto negli stadi della cono- quei problemi, il. cuioggettocontiene un, resi(l~Ut@1ijn.tdligihile.
scenza. Si dimostra come necessaria conseguenza il contrario, --L "conoscenza nella posizione di tali problemi trascende se stessa. '
se si osserva attentamente il fenomeno del progresso. Il pro- E lo fa necessariamente e conseguentemente. Poich i problemi
gresso non tocca affatto l'oggetto, questo rimane come' era fin C: .le. toccano, non li ha creati essa. Essi le "Vengofl 'imposti"
--------~----~----
9. N. HARTMANN _ Introduzione all'ontologia critica
130 FILOSOFIA SISTE~TlCA

t dall'esser
1.
_~ __
cOSIdel mQWig,.incui essa sta. Non pu rifiutarli, per
~E~ ru~Qure
~._<;~< "'\O.'_-:.~ .,.,............".~ ~_

Jisoherli. Cosf deve, riconoscerIl e rimanere


..
__ ~

linpermanenza con loro. Il progresso puo soltanto portarla, passo


passo, sempre pi vicino al contenuto pieno dell'oggetto, senza
1 permetterle mai di dominarlo completamente.

III

Se questa la situazione della psicologia, della logica e della


teoria della conoscenza - le quali san sempre passate per di-
, ; scipline non metafsiche - cosa dobbiamo aspettarci in altri campi
" ai quali viene riconosciuta generalmente una tinta metafisica?
Quanto pi aumenta la ricchezza del contenuto tanto pi si
rinforza la coloritura irrazionale. E tanto piu urgente diviene il
compito di trovare un procedimento che sappia tener conto in
modo adatto dell'insopprimibiIe irrazionale.

14. Sostrati e dimensioni del quantitativo.


l} Tutti sanno come manchi ai nostri giorni una fIosofia
generale nella natura. I sistemi speculativi della natura come
quello diSchelling e di Fechner hanno fatto fiasco. Una semplice
rnetodologia delle scienze positive della natura, come l'ha pro-
dotta piti volte il 19 secolo, non corrisponde al problema. Que-
sta situazione diventata ancora pi intricata da quando, all'ini-
zio del nostro secolo, la scienza naturale esatta diventata essa
stessa speculativa. La situazione deI problema qui estremamente
-
,
!
caratteristica: le determinazioni fondamentali si presentano tutte
~~ coi caratteri di un substrato (spazio, tempo, forza, movimento,
'1
nesso causale, energia); l'esattezza delle determinazioni partico-
lari, invece, (delle leggi, dei rapporti) ha le sue radici in qualcosa
di completamente diverso, nel quantitativo. Dove questo viene
a mancare non solo sparisce con incredibile rapidit l'esattezza
stessa, ma soprattutto scompare in generale anche la compren-
sibilit. Per sempre nell'essenza del quantitativo di essere
quantit di qualche cosa . Si presuppone sempre un sostrato
della quantit che, come tale, non afIerrabile quantitativamente.
Lunghezza e peso, durata e lavoro, pressione e spessore sono
11 ,-

il
' .,',

132 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 133

determinabili quantitativamente appunto per il fatto che essi _____


non sono neppure pi relazioni. Questo vuoto relazionismo un
l'
I
stessi rimangono identici nonostante ogni diversit quantitativa.
Essi, come tali, si comportano in modo neutrale verso la quantit.
vicolo cieco ben noto al pensiero filosofico; per il pensiero scien-
tifico-positivo cosi nuovo che esso non riesce ancora a scorgerlo
-r- " E qui si trova, lungo tutta la linea dei fenomeni naturali, il li- chiaramente.
} mite della determinabilit esatta. Poich qui il limite della Se si traduce questo risultato in un'affermazione e lo si rife-
r matematica. Nessuna scienza naturale pu dire cosa lo spazio risce al orocedimento che mette in opera la scienza, risulta cosi
o il tempo, cosa l'energia, cosa l'agire ed il subire un'azione. chiaro senz'altro il suo senso filosofico: esso il segno di un
Tutto ci essa lo presuppone gi nelle sue determinazioni. E a ra- limite ontologico del quantitativo, come tale, nella natura, nel
gione: perch sono i fenomeni a provare l'esistenza di queste cosmo. La relativit dello spazio, del tempo, della materia, della
cose. Per il problema categoriale, che qui adombrato, essa funzionalit universale, dedotta matematicamente mette piutto-
non in grado di risolverlo e neppure di parlo in modo adeguato sto in luce, in ogni forma, la relativit della consequenzi~~t~
ai fenomeni. Questo spetta ad una dottrina delle categorie che matematica stessa. Intesa cosi, essa non se non la relativit
faccia i conti con lo sfondo irrazionale dei problemi in questi di un determinato modo di comprensione umana applicato alla
fondamenti dell'essere. Il suo procedimento dovr essere, di forma esistenziale del soggetto che comprende in essa il mondo.
necessit, ontologico. Ma nelle condizioni attuali non abbiamo Se per la comprensione umana della natura e del cosmo sia ca-
ancora gli elementi per cominciare. stata appunto la veste spe- pace soltanto di questa unica forma, rimane ancora interamente
culativa della fisica teoretica che ha posto in questione, su tutta da considerarsi. Potrebbe darsi benissimo che ci fossero aperte
la linea, quelle basi che possedevamo o ritenevamo di possedere. anche altre vie. E prima che queste abbian fatto la loro prova
La teoria della relativit pu esser considerata un tentativo, storica gli atti sul grande esperimento della relativit non possono
il quale, partendo dalla base tradizionale, quantitativa, della com- venir chiusi.
prensione esatta, cerchi di penetrare fino nella regione dei fonda- . L'analisi ontologica delle categorie della natura deve andare
menti ontici, non quantitativi, del reale-fisico; di penetrare quindi _ per una strada radicalmente diversa. Essa non pu fidarsi tropp~ a
fit;lnell'.~?senza categqriale dello spazio, del tempo, della mate- lungo, nel suo cammino, dell'apparenterazio!!'lHt dell~ dna-
,rlf!,~ecc.'11 valore matematico della teoria, preso puramente in s, . rezza matematica. E le torna a vantaggio 'l'esperienza stonca che
non .viene -toccato da questa audace impresa, viene per, toccata dimostra come la teoretizzazione, condotta. con categorie unilate-
la' legittimit delle sue conseguenze metafisiche. Una teoria, la
quale partendo dai confini di una misurazione univoca, relativizza "
ralmente scelte, alla lunga finisce con lo sviare, e deve anzi
condurre a un misconoscimento del contenuto pieno dei problemi. I
il. sostrato della misurazione, sceglie il suo punto di Archimede Essa costretta a occuparsi dei sostrati della quantit fisica e a ~
'I

in ci che -secondario ontologicamente e spinge- di qui le sue distinguere in essi ci che ' comprensibile dall'incomprensibile j1
conclusioni in ci che primario ontologicamente. Questo straor- e deve imparare a fare i conti con quest'ultimo come con una
dinariamente istruttivo per quella metafisica travestita che tutto incognita . Solo COs!pu giungere al superamento dell'analisi
quanto il procedimento quantitativo in generale. puramente quantitativa, superamento che stato tanto spesso
Questa metafisica non quella che sorge naturalmente dai richiesto a ragione, ma non mai stato messo in opera seguendo
.- problemi. Essa consiste essenzialmente nello sconfinamento del una via giusta.
pensiero matematico nel campo dei problemi naturali. Questo
pensiero tocca i fondamenti dell'oggetto reale, scioglie i sostrati 15. Stratificazione dell'essere e rapporto con le forme superiori.
(dimensioni) in riferibilit e non osserva che delle relazioni, senza 11
. sostrati delle relazioni stesse, sono soltanto relazioni di relazio- La riflessione ontologica deve fare i conti con la eterogeneit 'I

ni - in infinitum - in verit dunque relazioni di nulla e cio degli strati dell'essere, i quali sono bensi connessi, ma non coinci- il
Ji
,
134 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 135

dono, n per il contenuto n per la legalit. Lo strato superiore rale gi pi elevato, cosi la legalit' delle essenze matematiche
ha sempre la sua forma e la sua legalit pi elevate e sempre si estende profondamente dentro quest'ultimo. Essa penetra la
sono contenute in esso forme e leggi dello strato inferiore. Questo natura inorganica e si mantiene in essa, in quanto interviene
per non basta mai per la formazione di uno strato piii alto; come elemento nella divisione della materia. Ma essa ben lon-
in ogni strato piii alto s'aggiungono forma e legalit nuove e auto- tana dall'esaurire interamente la determinatezza della forma di
nome. Questo rapporto ben conosciuto nella sovrapposizione questa divisione; la materialit stessa che entra nei suoi rapporti
di natura organica e natura inorganica: la medesima materia, e rimane qualcosa di completamente non matematico; lo stesso
insieme a tutte le sue leggi, che nelle forme viventi foggiata in si dica della spazialit, della temporalit, del movimento, dei
modo piti elevato e superiore. Ma la forma superiore stessa caratteri della forma e dell'ordine, dei processi, delle dipendenze,
autonoma e non comprensibile partendo da leggi inorganiche. anzi perfino di ci che specificatamente reale nelle legalit.
,Questo stesso rapporto lo si ritrova anche scendendo un gradino Tutto questo si pu ben determinare matematicamente. Per
pi in basso. Lo strato d'essere della materia fisica, del movi- la determinazione - la formula matematica - non esprime mai
mento spaziale, del meccanismo e dell'energia non lo strato la materia stessa, il processo, il movimento stesso, ma sempre
pi basso. Ancora al disotto, il regno del quantitativo costituisce soltanto qualcosa di determinato in esso, il cui senso, a sua volta,
uno strato pi basso e piii elementare; esso, come tale, non pu venir compreso fisicamente solo se gi si sa che si tratta di
ancora realt, ma un tipo d'essere inferiore - incompiuto per materia, di estensioni spaziali e temporali, di processi reali e di
cOSIdire - un essere soltanto ideale, sola essenza senza esistenza. movimenti.
L'estensione del concetto dell'essere a uno strato di siffatte crea- Quello che da secoli si prospettato come l'ideale della
zioni ha per il pensiero comune qualcosa di paradossale, ma non scienza esatta, e cio la risoluzione dei processi e dei rapporti
si pu evitare. Perch, se non si riconosce il carattere dell'essere reali in funzioni e rapporti matematici, stato fin dagli inizi una
alla matematica si cade in difficolt ancora maggiori: viene con illusione che si creata il pensiero matematico. Le forme reali
ci a cadere anche il valore ontologico d~lll:!,scienza matematica che costituiscono i sostrati hanno; vero, in s struttura mate-
della natura. Lo strato della quantitativir -ha il privilegio, in matica e da un, ce~t~;' aspetto - dal di sotto , per cOSI
virt della sua perspicua legalit, di esserejiaalto grado 'razionale dire, ~ sono.in ess'~:';ai:ferrabilicon grande esattezza. Ma non si ,
," e cio adeguatamente comprensibile. Questa' razionalit gli ha risolvono, in' essa:"nftii quello che essa ci permette di cogliere
conferito, fin dall'antichit, l'aureola di un essere pi elevato in modo esatto' 's~r;sbtanto' i rapporti quantitativi. Ma questo
e pi perfetto - un malinteso molto umano, che stato per aspetto non esaurisce il loro contenuto ontico; la struttura ma-
fatale. Sopravvive ancora nell'incredibile. supervalutazione della tematica rimane sempre ferma alle legalit e non va oltre esse,
i
quantitativit che incatena la nostra scienza naturale. Ma essa mentre le creazioni .ed i processi della natura con tutta la loro {
finisce col pagarla cara: il privilegio della razionalit ottenuto uniformit sono pur sempre singolari, hanno individualit e
soffocando tutti i contenuti iperquantitativi dei problemi, e prima mostrano sempre una variet" assai piii profonda, nella quale ,~

di tutto i sostrati della quantitativit stessa. i casi singoli si distinguono ancora in modo essenziale. La consi-
La matematica non la piii elevata e la pi sublime delle derazione matematicistica della natura non in grado da sola
scienze, ma la pi bassa e la pi elementare. Essa certo, con- di coglierli. Per questo li deve ritenere indifferenti, appunto come
siderata in s, la pi perfetta scienza che abbiamo. Ma la per- ritiene indifferente la pienezza concreta del caso singolo.
fezione soltanto nella sua esattezza, e non costituisce affatto Come il meccanicismo, come teoria dei fenomeni vitali, vio-
una norma ontologica del suo oggetto. Infatti manca ad essa il lenta questi ultimi, allo stesso modo il matematicismo, come teoria,
carico dell'impenetrabile, dei sostrati. Dato che il suo soggetto della natura inorganica, violenta la materia e il movimento. In
ontologicamente il piii elementare, e quello della scienza natu- entrambi i casi sono soltanto i fili della legalit pi bassa quelli
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li; ~< INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 137

a cui il pensiero si afferra - qui come l in maniera assai com- rappresenta un grandioso tentativo di comprendere' il sorgere
prensibile, perch appunto la legalit pi bassa la pi semplice di ci che conforme a uno scopo' da ci che senza scopo ..
e la piii comprensibile. Ma in entrambi i casi si commette lo Ma la conoscenza approfondita dei fenomeni di regolazione e
stesso errore ontologico fondamentale di trascurare la legalit di rigenerazione costrinse anche qui a mettere un bel catenaccio.
autonoma e particolare dello strato. Che la cosa stia cOSI lo Anzi, gi l'embriogenesi si poteva difficilmente capire per questa
provano anche molti concreti esempi oltre alle considerazioni strada. La debolezza di tutte le interpretazioni meccaniche dei
di principio. gi fatte. Tra i pi chiari forse vi il fenomeno processi organici consiste soprattutto nella impossibilit di illu-
singolare delle costanti in natura , il cui valore determinato si minare la struttura interna di processi cos altamente complicati
pu bensi calcolare, fondandosi sul materiale di osservazione em- come quelli organici. Non si va mai oltre la tesi che essi devono
pirica, per non si lascia mai provare matematicamente in modo essere processi che seguono una direzione causale, tesi che ha un
necessario. La determinazione pur sempre quantitativa, per valore di puro principio. Quando si tratta invece di mostrare
l'essenza della cosa, nella quale ha le radici e di cui essa costi- concretamente le connessioni causali ci si limita a fissare, nel-
tuisce il segno, manifestamente qualcosa di completamente l'intreccio totale, dei fili causali che sono assolutamente isolati.
"i, diverso, di non quantitativo. Cosi, da entrambe le parti non si arriva alla meta, e questo
I
il segno evidente che non si conosce ancora l'autentico principio
di determinazione categoriale di questi processi.
16. Doppia datit e mondo organico.
Risulta qui particolarmente evidente l'esistenza eli un irra-
2) Ci si deve ora aspettare a priori che salendo a gradi zionale nell'essenza della vitalit stessa. appunto la situazione
pi elevati dell'essere le aporie si infittiscono sempre pi. Questo da noi descritta che ne impone l'evidenza a chi non sia prevenuto.
ci viene subito confermato nel campo del vivente. Nella filosofia Questa situazione per, come tale, molto comprensibile, non
dell'organico il problema metafisico fondamentale generalmente appena si tenta di coglierla in modo ontologico-catgoriale.
conosciuto ~,nli?JXs'> discusso. Esso si sempre aggirato intorno Come ci si presenta realmente, come fenomeno, la. vit~'!id:, di ci
alle forme orgptche e ai processi di formazione. E sempre - si .. '-", che organico? Come evidente, in due formec~~p)~t.f1mente
trattavadi sapere se questo teleologismo si deve intendere come - diverse, che sono SI riferite alla medesima cosa, n'. che diver-
uri procedere e'un agire secondo scopi dei processi stessi, oppure gono completamente quanto al loro contenuto." D" una parte
come un risultato di complessi fili causali, il quale solo nel fe- abbiamo una coscienza immediata della vita, ovvero avvertiamo
nomeno si presenta sotto la forma di un illusorio finalismo. .Ia vita in noi, perch noi siamo esseri viventi. Lapropria vita
La difficolt della concezione teleologica sta nel fatto che noi qualcosa di assolutamente vissuto, ma solo nella sua totalit
conosciamo con sicurezza una genuina attivit finalisticasolo nel- e -come un tutto. In questo modo non veniamo a' conoscere i
l'agire cosciente, e ogni trasferto di questa forma categoriale ai processi organici particolari. Noi facciamo, si, un movimento
processi della natura un innegabile antropomorfismo. infatti con la mano, ma non sappiamo per questo quali muscoli lo ese-
un giudicare I'accadimento organico secondo l'analogia dell'atti- guono. Solo l'anatomia ce lo insegna. Respiriamo e digeriamo
vit umana che persegue degli scopi, La filosofia classica dell'an- e abbiamo una coscienza immediata di questi atti, ma non sap-
tichit e del Medioevo era andata ancora'un passo piti innanzi. piamo cosa accade realmente nella respirazione e nella digestio-
Essa aveva cercato di intendere tutti i processi naturali, anche ne. E cosf sappiamo pure immediatamente d'esser sani o malati,
quelli inorganici, teleologicamente. Questo dominio esclusivo della ma il medico che ci deve dire in che cosa sta la differenza
categoria di fine stato tolto solo dal sorgere della fisica mo- e che cosa ci manca. Il medico, l'anatomista, il fisiologo hanno
derna.T'er nel regno organico esso permane ancora; il secolo 19 a che fare con un'altra forma in cui si offre la vita. Questa,
lo ha scosso, ma non superato. L'idea di selezione di Darwin per contrasto con la forma interna e vissuta, si pu chiamare la
138 INTRODUZIONE ALL'aNTOLOGIA CRITICA Parte seconda - Filosofia sistematica 139

forma esterna o materialmente obiettiva. Anche questa risale a in conflitto due tendenze. Infatti il pensiero involontariamente
'un rapporto fondamentale che esso pure naturale. Gli orga- cerca e si affanna di riempire la .lacuna e sempre tornano a offrir-
nismi sono appunto anch'essi formazioni spazio-temporali, sono glisi le due categorie di determinazione dei territori confinanti.
t :,~ materiali come le cose e non si percepiscono diversamente da Ma non appena si accetta l'uno o l'altro campo s'incorre gi
1 li -'".
queste. Quello che si trova nell'insieme dei dati esterni si pu nell'errore antologico di oltrepassare i confini legittimi. N
osservare e analizzare oggettivamente. Si possono fare con essi il nesso causale, n quello finale si adattano al problema vitale.
esperimenti e' strappar loro le leggi. L'uno troppo semplice e non afferra la tendenza alla formazione
Queste due sfere della datit non coincidono affatto comple- insita nei processi vitali; l'altro per troppo complesso e
tamente. Esse sono abbastanza eterogenee e indipendenti l'una presuppone una istanza che ponga scopi e scelga mezzi, un equi-
dall'altra cOSI da poter condurre a concezioni opposte. Queste valente della coscienza dunque. Ma la coscienza non appartiene
concezioni opposte si trovano nella visione teleologistica e in ai caratteri generali della vitalit. In entrambi i casi un principio
quella causalistica del mondo organico, o, come si dice pi spesso, preso da uno strato eterogeneo dell'essere viene trasferito al
nel vitalismo e nel meccanismo. La datit interna finisce sempre mondo organico.
con lo spingere verso la comprensione del processo vitale sull'ana- Nel principio riguardante lo strato inferiore questo proce-
logia di quello psichico - e la psichicit caratterizzata appunto dimento ha almeno una sua limitata legittimazione. Infatti la le-
da una direzione finalistica - quella esterna conduce invece a galit inferiore deve in qualche modo lasciarsi osservare in quella
una concezione che si fonda sull'analogia delle cose e dei loro superiore e deve dunque potersi mostrare nello strato dell'es-
processi. sere pi elevato, come un momento subordinato, sebbene sia
Tuttavia evidente che entrambe le concezioni sono false. insufficiente ad esaurire le caratteristiche particolari di tale strato.
Anzi, esse dovrebbero esser false anche se non portassero a Nel principio dello strato pi elevato il trasferta non ha nessuna
dei disaccordi. Perch entrambe violentano il' campo dei feno- legittimazione, neppure subiettiva o euristica. Infatti la legalit
",.<
meni della vita, in quanto giudicano i fenomeni,vi'~::i con cate-, piii elevata pu comparire sempre solo nella forma piii elevata

".';:<:,
,
......
-
gorie che non sono desunte dai fenomeni stessi,';';'ma vengono'
, applicate ad essi, per una illazione, d un altr's'ttaro dell'essere.
dell'essere, ma non pu, aricrso, estendersi a quella inferiore.
Essa non ha alcun p6tetes'lliI' forma inferiore. Le forme pi
dl'
La tendenza all'opera qui quella abftudinada:'- l, strato del- elevate dell'essere rimangono "dipendenti da quelle inferiori, per- i1
:1,
l,- l'essere di ci che organico molto meno accessibile degli
strati confinanti, sia quello di sotto come quello" di sopra. La
psichicit data direttamente, cosi pure la coseit. Ci che si
ch riposano su di esse e le informano . Non capita per
mai che uno strato inferiore dipenda dal pi elevato. Esso, quanto
alla struttura, il fondamento elementare e appunto perci
li
III
l,.
'Il
!Il
",
trova in mezzo la vitalit; la cui datit divisa tra quelle due indifferente al fatto di assumere una forma superiore.

I
I::'
!,
strade. Entrambe per sono completamente insufficienti per ab-
bracciare quella che la sua caratteristica. Accade casi che noi
sappiamo parecchie cose della forma di determinazione della co-
La dipendenza del piii elevato dal pi basso, nel regno dei
gradi dell'essere, irreversibile. _~--'1il.!
, I
1
,
!
'
seit (regno inorganico) e lo stesso avviene per la psichicit - co- ~ t

17. Autonomia determinativa del mondo organico. 111

nosciamo cio, da una parte, il nesso causale, dall'altra, il nesso li,


n
finale - per non conosciamo affatto il tipo caratteristico di Ma appunto per questo la dipendenza non esclude l'autono-
determinazione del mondo organico. Qui .si spalanca una larga mia del termine che dipende. Essa riguarda infatti solo gli ele-
lacuna di quello che il fondamento categoriale del sapere, che menti del termine piii elevato, non la sua struttura particolare.
non possiamo senz'altro colmare. In questa delimitazione essa costituisce una legge fondamentale
Da questo stato di cose risulta che qUI stanno storicamente ontologica della stratificazione dell'essere e della sua tendenza
Parte seconda - Filosofia sistematica. 141: ~
140 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA.

ad assumere forme superion. Il teleologismo dei processi vitali libert di movimento. Ma in quanto la filosofia. vuole vedere--c-~~,
capovolge questa legge. Esso rende lo strato inferiore (la vita- obiettivamente il tutto, deve venirne a capo e una volta riuscita,
. lit) dipendente da una forma di determinazione dello strato supe- guardare oltre quel punto fisso che le stato, nel suo tempo,
riore (quello della coscienza). In questo consiste la sua impossi- storicamente assegnato. Essa deve superare lo storicismo natu-
bilit ontologica. Il meccanicismo dei processi vitali ha meno rale in cui si trova essa stessa storicamente immersa. Questo com-
pretese. Almeno esso non sovverte l'ordine gerarchico degli strati pito. compreso nel suo significato ideale, oltrepassa ogni misura
dell'essere. Esso lavora solo con uno strumento molto insufficiente umana. un compito metafisica e a dire il vero lo in un senso
.~
"r
.

e misconosce l'autonomia dell'organico al di l del meccanicismo. diverso da tutti gli altri. Esso concerne la vita propria dell'uomo
Per questo anch'esso condannato a fallire. nell'atto del ripiegarsi su se stesso per comprendersi. Questo
Si comprende ora perch la filosofia del mondo organico stia ripiegamento altrettanto variabile come lo la stessa vita che
dinnanzi a un problema metafisico fondamentale ch'essa non lo compie. La vita storica procede per le sue strade svolgendosi
pu superare. Il suo compito sarebbe quello di mostrare che la per suo conto anche senza la nostra comprensione. Per la com-
I forma categoriale della determinazione nei processi vitali una prensione di queste strade soggetta al cambiamento e varia con
-L .. forma particolare, in contrasto sia col nesso causale che con esso le sue modalit.
~. L'essere spirituale individuale consiste solo nel suo attuarsi.
quello finale. Non mancano ai nostri giorni tentativi di isolare
questa forma e di formularla (ad esempio la causalit totale Cosi almeno esso appare a se stesso nel suo esser immediatamente
di Driesch). In realt ci sono certamente ancora parecchi altri dato. Il sentimento, il prender posizione, la partecipazione, l'av-
tipi di nessi accanto a quelli di cui sopra. Ma il poterli mostrare versione, la volont, il tono sentimentale - esistono tutti solo
un compito la cui soluzione dipende dalla situazione dei dati in quanto l'uomo li avverte come suoi propri, fin quando la sua
stessi nel loro insieme. E questa non la possiamo in nessun vita interiore consiste in essi. Un essere spirituale che se ne sta
modo variare arbitrariamente. per SU? conto, non portato dall'intervento della persona, ha ces-
l sato d! esistere. La stessa cosa si deve dire del sape'e(,e del
" capire, del valutare e dello svalutare, dell'entusiasrnarsiji del di-
18: Il probl~t~a ~!e!~~esserespirituale '~prezzare, La persona cosi la portatrice-immediata dll~"spirito.
. 3) Di fronte alla filosofia della natura sta come un com- . . Ma esiste inoltre un altro essere spirituale che Don riguarda
plesso globale di problemi ad essa eterogeneo la filosofia dello la persona singola, ma una comunit esistente, una societ; un
spiriti. I compiti che le toccano sono vari. Occupiamoci in primo popolo. Qui la legge dell'attuazione prende un'altra forma. Lo
luogo, del campo della filosofia della storia, verso cui si dirigono spirito collettivo - perch si tratta di lui - per quanto possa
tutti come verso. una specie di concreta convergenza. Infatti ogni essere portato dalla. collettivit delle persone singole, a sua
essere spirituale ha una storia. volta egli stesso unit e totalit, una creazione foggiata e com-
Il problema filosofico della storia oggi l'oggetto prediletto paginata in s e che porta a sua volta il singolo. Anzi esso
del pensiero sistematico. Ma non si pu dire che il pensiero l'autentico portatore della storia. L'individuo ha una vita breve
sistematico abbia con esso particolare fortuna. Per ora sono e cade in secondo piano nei grandi svolgimenti storici. Lo spi-
modesti non soltanto i risultati; ma perfino le stesse analisi rito collettivo invece sopravvive. Per si muta nel tempo stesso
aporetiche. La storia l'insieme degli accadimenti che si svol- in cui trapassa ad altre generazioni. Questo mutamento un
gono sotto i nostri occhi e costituiscono il processo umano. un mutamento storico.
accadere nel quale il singolo sempre inserito, con un suo posto La vita della comunit non affatto un privilegio dell'essere
ben fissato e perfino con un particolare modo di comprensione spirituale. Anche la vita organica conosce questa forma di esi-
E il singolo all'interno di questo accadere ha solo una limitata stenza; essa si verifica nella vita della specie, nel processo del
142 INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA CRITICA. Parte seconda - Filosofia sistematica 14>

mutamentO""e--"'della formazione della specie. Anche qui l'indivi- come una muraglia contro l'aggressore e lo, opprimono. Pur tut-
duo '-ra-ClElmente immerso e connaturato nella forma vitale tavia il singolo ha sempre, entro lo spirito collettivo, un certo
esistenf-"ciaTIf~~cie e la trasmette a sua volta. Nella vita spiri- campo di libera attivit. E per questa libert egli partecipa a quella
tuale ci aree"oomune si foggia in un determinato tempo in una. continua trasformazione e ricreazione, a quella tranquilla rivolu-
particolai:e~"t1pia forma. Il modo di vivere, la lingua, la forma zione del tipo di spiritualit, che in corso in ogni tempo.
dei commerci~,-ilc, modo di pensare e di concepire, i costumi e le Se si osserva nella sua vastit il fenomeno dello spirito
J valutazionl":i>1eonosciute, il diritto vigente (anche quello non scrit- ,collettivo, il suo problema viene immediatamente alla luce,
l
!O
to), la morale vigente e la religione, il gusto, l'arte, il sapere - co- Infatti questo suo modo di essere del tutto enigmatico. Esso
stituiscont'F'rulli"-'insieme una unica grande massa spirituale che non affatto (come pensava Hegel ) una sostanza verso la quale
ha una sua~hipiCa forma. Essa appartiene a tutti e a nessuno, gli individui si comportino come delle inerenze. Poich in realt
non stat~ventata o creata dal singolo e tutti partecipano esso portato da loro e viene necessariamente a mancare quando
alla sua cehtinua e vivente trasformazione. Il singolo nasce in un essi vengano a mancare. Tuttavia storicamente esso reale in
determinatO'4tmbiente spirituale, vi cresce dentro, e ne assu- modo eminente, anzi proprio in esso si svolge la storia. A suo
me nellapropria forma la configurazione. Non pu darsi da se modo non meno individuale della persona singola; in tutte le:
stesso il, proprIO::-piano (Niveau), perch alla costruzione di questo sue figure unico, irripetibile. Nella sua determinatezza non ri-
hanno lavetat-~intere generazioni. Nessuno s'inventa la propria torna mai e neppure si moltiplica. E se continua ad agire nella.
lingua, nessmo.escogita la propria scienza. Ognuno cresce in un storia, ci che ci lascia come eredit spirituale sempre qualcosa
primo tenipo-=aecogliendo e imparando dal proprio piano (Ni- di determinato. Per il nuovo spirito collettivo non piii 10-
veau). SliY=1n=tm secondo tempo ed entro certi limiti egli pu stesso, si modificato. Il rinascimento che voleva rinnovare lo-
acquistare una sua libert di movimento, forse anche andare spirito antico ci offre un esempio plastico.
oltre come' una-guida. Cosi lo spirito collettivo ha una sua parti- L'enigma diviene pi grande quando ci si accorge che le}
colare forma-d. es~'ienz;"una specie di super-esistenza che sta "spii:t collettivo non la coscienza della collettivit, anzi ch'e'
al di l d~lli:.iridi~ldUi{q!'~pur vive completamente in essi. Non ,:~Iadesso manca una coscienza adeguata di se stesso' in quanto tal&.1.:.,
si risolvemaiin.unldingcila-testa;chipotrebbediredis.ch.egli "Noli., che esso sia uno spirito inconscio in generale; esiste certa-' :'
potrebbe "chiamare interamente sua sia pure solo una scienza 'hentna coscienza dello spirito collettivo. Per essa" non -' .:.,
speciale del suo tempo? Eppure lo spirito collettivo esiste nella , n adeguata quanto al suo contenuto, n la sua coscienza - e
comunit-come una creazione unitaria e come tale 'pu venir cio una coscienza accanto o sopra la nostra, la coscienza incllt.ic
aflerrato in ogni tempo, ~nel modo pi obiettivo forse dagli duale. L~ coscienza dello spirito collettivo piuttosto ' soltanto
. epigoni, dekqu~li non costituisce pi la struttura spirituale. quella degli individui. E questa inadeguata, In- essa non si
Lo spirito-collettivo in questo senso una creazione assolu- risolve la sua pienezza di contenuti. Come non vi alcuna testa
tamente reale, anche se ha una realt completamente diversa dalle di scienziato nella quale sia contenuta la scienza del suo tempo,
cose e dai loro rapporti. Esso ha il suo sorgere e tramontare, il cosf non vi nessun artista che abbracci l'arte del suo tempo.
suo svolgimento, il suo culmine e la sua decadenza. Ha una storia. E, cosa importantissima, non vi neppure alcun uomo di stato'
E se rpassato storicamente, nessuna potenza al mondo pu che abracci adeguatamente la vita politica del suo tempo.
farlo rinascere..Per il singolo per questa sua realt viene avver- Qui si mostra in una crudezza addirittura tragica questa
tita come~una:.potenza molto drastica non appena egli si arrischia mancanza per lo spirito collettivo di una coscienza adeguata. La
a porlesicontro. Lo spirito collettivo esistente si difende contro comunit c?n la sua forma e costituzione, il suo agire e patire nella
I'innovatore; ..e ci avviene necessariamente in quanto esso tiene storia - con tutto il suo destino storico, dunque, esterno ed
prigionierrzgli -altri nelle sue forme, Queste stanno compatte interno - appunto anch'essa un'espressione dello spirito col-
.j 144 .INTRODUZIONE ALL'ONTOLOGIA -CRITICA
_::-~ - Parte seconda - Filosofia sistematica 145
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. lettivo. la figura che questo spirito d al corpo totale degli 19. Accadimenti pieni di senso e senza senso nella storia.
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individui, dal quale egli stesso portato. La comunit deve ora


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. {--- ::f~; agire, verso l'interno come verso l'esterno, contro gli individui Il processo storico, inteso come processo dello spirito collet-
f come contro altre comunit. Per in grado di agire solo una tivo, manifestamente non n guidato dalla ragione n senza
:~~ volont cosciente, capace di decisione. Ma come agisce allora lo ragione, n, teleologico n ateleologico, n un mero venir trasci-
spirito collettivo dal momento che non possiede una coscienza nati, n un tendere che abbia una direzione univoca e significativa.
propria, oltre la nostra? Ce lo insegna la storia: esso agisce nelle Esso nello stesso tempo un accadere pieno di senso e senza
persone dei suoi condottieri, capi, uomini di stato, demagoghi. senso, sviluppo della ragione e dell'idea nella realt storica, ep-
La massa segue la loro iniziativa. pure, nello stesso tempo, senza ragione e senza idee nel suo
Il condottiero dunque il rappresentante di quella coscienza fluire.
che manca allo spirito collettivo. Egli spinto l dove lo spi- Il modo di determinare l'evento storico complesso. Vi sono
rito dalle molte teste si dimostra senza testa. Ma nella natura sempre contenute delle forze che provengono dai fondamenti reali
dei condottieri di dimostrarsi inadeguati sia per iniziativa che piii bassi dell'esistenza umana, dalla necessit, dai rapporti eco-
per forza di responsabilit. La coscienza rappresentativa del- nomici, dal bisogno, dall'impulso e dalla passione. E accanto - o
l'individuo non pu supplire completamente alla mancanza di una forse si deve dire sopra - a questi motivi si deve rintracciare la
coscienza adeguata dello spirito collettivo. L'uomo di stato ri- potenza delle idee che guidano gli eventi. Essa ha infatti leggi
mane necessariamente uomo, persona privata, per quanto in alto proprie e caratteristiche. Spesso irrompe nel modo pi puro
possano sollevarlo la sua posizione, la sua responsabilit, l'opi- quando una figura individuale di condottiero si impegna per
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nione pubblica e la cieca fiducia delle folle. Esso rimane confi- essa. Questo processo di inserzione non lo si pu pi intendere
nato nei limiti della individualit umana. Non pu mai adempiere n nel senso di Marx, n in quello di Hegel. Entrambe le conce-
completamente l'incarico che ha, intellettualmente (con la com- zioni sono troppo semplici, troppo unitarie. Essenziale appunto
prensione e con la previsione politica ad esempio) e neppure moral- la pluralit e la eterogeneit delle potenze: anzi, non lo meno
'-, mente (risolvendo la sua volont nella volont universale). Non la loro opposizione, l'antagonismo dei loro contenuti. La lotta
,'"'pu sostituire la mancanza di una coscienza della colleUiv.id' -uni- che esse combattono l'una con l'altra nello spirito storico vivente,
.. "versale dello spirito del suo tempo e del suo popolo: . 'l,:_ la forma della loro coesistenza, lafigura unitaria di quella totalit
La metafisica dello spirito e della storia non riside -soloncl dinamica che esse tengono in '.so~pensione.,
compito di comprendere a cose fatte quello che era in realt nel Per l'oscurit che questa' struttura presenta ha il suo mo-
suo tempo un determinato spirito collettivo; non consiste dunque tivo insopprimibile nella mancanza della coscienza adeguata. Ogni
semplicemente nell'edificare, guardando indietro; un sapere ade- qual volta ci incontriamo nell'essere spirituale troviamo una co-
guato intorno ad esso. Questa sarebbe soltanto una questione di struzione, che portata dalla vita psichicamente cosciente. Cosf
metodo nel pensiero della scienza storica. Questo problema pu avviene nell'uomo singolo. Lo spirito collettivo non portato
essere importante e abbastanza complesso, Tuttavia il compito da nessuna coscienza universale, ma solo dalla coscienza indivi-
pi delicato. Esso riguarda il processo storico stesso nella sua duale. E questa appunto, come mostravamo, non assoluta-
struttura categoriale; riguarda il modo caratteristico di essere mente capace di portarlo. Il suo modo d'essere quindi rimane
dello spirito storico. Questo modo di essere processuale. Il ca- metafsicamente enigmatico a chi esamini a fondo il fenomeno.
rattere e la figura del processo sono per diversi dagli altri
Se ci che noi chiamiamo la pubblica opinione fosse l'espres-
processi.
sione adeguata dello spirito collettivo reale, si potrebbe generaliz-
zare il principio vox populi vox dei , e la cosa sarebbe, almeno
in effetto diversa. Ma la pubblica opinione ben lungi dall'esserne

lO. N. HARTId'ANN _ Introduzione all'ontologia critica


146 INTRODUZIONE ALL'aNTOLOGIA CRITICA

espressione adeguata. Nulla piii di essa facilmente falsificabile,


sviabile, suggestionabile. E il condottiero, che deve servirsene,
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continuamente costretto a guadagnarsela per vie traverse. Poich


ad essa non assolutamente mai concesso di afferrare delle idee
per loro stesse, prima della loro realizzazione - neppure quando
J esse sono ben chiare ed evidenti. Appunto, per questo motivo,
il condottiero stesso deve in primo luogo liberarsi della pub-
blica opinione e andare oltre essa. E poich essa non pu seguirlo
spontaneamente, egli deve ogni volta trovare prima di tutto, la
forma con la quale incatenarla ai suoi piani. La massa non sa IV
mai immediatamente ci che in fondo vuole. Bisogna prima dir-
I gliela, metterglielo davanti agli occhi. Ma la forma con la quale

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gliela si fa comprendere non necessario che coincida con il
contenuto di questo volere. Infatti proprio la conoscenza che lo
spirito collettivo ha di s, necessariamente inadeguata.
questo che eternamente irrita nell'essere dello spirito col-
20. Ethos e problema del valore.

La metafisica dell'essere spirituale viene a convergere nel pro-


lettivo. Quello che di lui si coglie direttamente, perch lo si trova blema della filosofia della storia, ma non si risolve in esso. Lo
impresso nella coscienza della massa, non mai senz'altro lui spirito qualcosa di assolutamente reale e appunto per questo

Il stesso. La difficolt non nella capacit di comprensione del-


l'uomo - questa potrebbe divenir pi profonda, piti matura -
ha una storia. Ma le potenze, che in lui dominano, non sono
affatto delle potenze completamente reali. Esse hanno in parte
un'origine molto irreale, sono pure idee, spesso in aspro con-
ma in lui stesso, nello spirito collettivo. Il suo modo di essere
lacerato in s. Poich esso spirito e appartiene all'essenza dello trasto con la realt. E come accada che esse agiscano efficace-
f spirito di avere coscienza. Essb p(i<l non si trova mai comple- mente in modo reale gi in s un problema vero e proprio.
i tamente nella coscienza ch-c proctu.e"storicamente. sempre Di questo tipo. tutto ci che ha una efficacia normativa, tutto
quello che' balena come dover essere, anzi tutto quello per cui
j qualco.sa di pi nello sfondoo nell'orizzonte. COSIesso sempre
essenzialmente quello che esso non come spirito cosciente di qualcosa avvertito come pieno di valore, qualcos'altro come
1
s. La legge hegeliana che lo spirito sia sempre in realt, ci ripugnante al valore. Seguendo la traccia di queste creazioni ideali,
i! ch~e?li sa di se stesso falsa. Questo sarebbe giusto per uno si giunge inevitabilmente al problema dei valori stessi. Anche
spirito assoluto che avesse in s la coscienza adeguata di' se questo un problema metafisico. Cosa, siano propriamente i va-
stesso. Lo s~irito storico non ce l'ha. Per' questo motivoIl pi lori non si pu precisare in modo soddisfacente,per quanto siano
delle volte rivela la propria vera natura, quando gi passato, molteplici le teorie che vogliono insegnarcelo.
Esso non appare pi alla sua propria coscienza, ma ad un'altra. 1) Questo problema ha una sua attualit vitale del tutto
Alla sua esso si nasconde dietro ci ch'essa sa di lui. caratteristica. Nessuno pu passar continuamente sopra al pro-
blema riguardante il senso e lo scopo della sua vita. Nessuno
pu sottrarsi alla domanda: cosa devo fare? Da secoli, molto
tempo prima che si conoscesse un problema storico della filosofia,
l'etica aveva posto queste domande e aveva tentato di risolverle.
La dottrina platonica delle Idee era in primo luogo una ri-'
sposta a queste domande. Infatti si tratta di problemi i quali
riguardano, quanto alla loro essenza, le idee; empiricamente non
,
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