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G.

Rensi, La forza e il diritto, Il Giornale d'Italia, marted 12 Agosto 1924

Quella che oggi s'impone alla coscienza degli italiani una questione di probit politica. Anche i
fascisti la pensano cos. Anch'essi dividono il mondo italiano in due parti nettamente opposte.
Coloro che vogliono e coloro che non vogliono la ricostituzione spirituale del paese, l'esaltazione
dei suoi valori morali. All'inizio il fascismo parve a molti ( come a chi scrive), e forse
effettivamente fu, un moto che aveva per contenuto essenziale siffatta rinascita spirituale del paese.
Ma o buon principio/ A che vil fine convien che tu caschi!
Vero che il fascismo sconta un peccato originale: il modo col quale s'impadron del potere. Si
discute dove, nelle societ moderne, senza legittimismo e senza per grazia di Dio, possa trovar
fondamento l'autorit. Ebbene, una risposta pu essere: nel puro e semplice costume, puramente e
semplicemente negli usi tradizionali. Occorre, perch si formi l'autorit in un paese, che vi si formi
un costume cos profondamente osservato, che la gente senta una cieca e insuperabile riluttanza
interiore a contravvenirvi. La formazione di questo costume e la impalpabile potentissima autorit
che esso esercita, ci ( rinuncio ad addurre particolari, che sono presenti alle menti di tutti) che d
alla compagine statale inglese la sua immensa solidit.
Anche da noi, dal parlamento subalpino in poi, si stava formando un costume circa l'ascesa delle
persone e dei partiti al potere e la successione in questo degli uni agli altri. Costume che, come
qualsiasi altro, lungamente osservato e rispettato senza infrazioni, avrebbe generato l'impalpabile
autorit, indipendente dalle leggi scritte, ma che un intimo senso di ripugnanza di fronte al solo
pensiero della violazione, ci costringe a rispettare.
Tale costume era, se si vuole, degenerato. Meritava d'essere corretto, restituito in pristino. Ma un
partito d'autorit, pensoso non di s, ma della patria, non avrebbe mai dovuto infrangerlo, perch il
sentimento che dal vederlo infranto non poteva non nascere e radicarsi nel paese, era che non c' pi
regola, che non si va pi al potere secondo la norma costantemente osservata, che si va per qualsiasi
altra via e con qualsiasi altro mezzo: ossia, non poteva non nascerne l'annientamento del senso
d'autorit inerente al costume e da questo promanante, senso che per solidificarsi ha bisogno ( e
soprattutto avrebbe avuto presso di noi) di quello di cui ha bisogno un cristallo per formarsi ampio e
regolare, che la soluzione sia lasciata tranquilla.
Pensoso della patria, e non del successo appariscente dei suoi personaggi, il fascismo avrebbe
dovuto, come poteva, andare al potere, sia pure insieme con altri partiti, secondo il costume. Perch
precisamente il costume, fonte precipua d'autorit, che un partito, il quale dichiara d'essere partito
d'autorit ( se sa quel che dice e quel che fa) deve guardarsi dal violare.
Coloro i quali affermano di amare infinitamente l'Italia, accusano i loro avversari di non amarla, e
nel medesimo tempo dicono alle opposizioni: Venite un po' a prenderci il potere con la forza se ne
siete capaci; noi resteremo al potere, mediante la forza, anche se siamo minoranza. Costoro non
possono avere scusa. Essi non vedono quale abisso, con tali concetti, aprono sotto quell'Italia che
dicono di amare. Essi con ci tendono a fare dell'Italia un paese in cui non c' pi regola, non un
costume regolare, impalpabilmente ma formidabilmente imperante sopra tutti e che ognuno sente
una riluttanza morale insuperabile a violare, non l'autorit costante del costume politico stabilito ed
osservato, ma il caso e l'audacia del colpo di mano.
Essi stessi danno al paese questo precetto: qui non si va al potere se non operando o tentando una
sommossa o una congiura. Qui non c' una norma legale e consuetudinaria, a cui tutti si inchinino,
per andare al potere. Qui non ci si va che per la via anormale della violenza armata. Se credete di
essere in grado di usarla, cimentatevi; se no state cheti. Le parole, le ragioni, sono inutili. Con ci il
fascismo produce uno sfacelo politico perch irreparabilmente infrange quel costume, l'autorit di
quel costume, quel processo consuetudinariamnete autorevole, mediante cui poteva dall'uno all'altro
partito avvenire il trapasso di potere senza colpi di mano.
D'ora innanzi, per istessa esplicita dichiarazione e sfida dei fascisti, tale trapasso non potrebbe
effettuarsi che mediante un urto sanguinoso. La distruzione di quella che nelle nostre societ una
delle maggiori fonti d'autorit, il costume regolare e costante; questo ci che un partito che dice
essere d'autorit vuol compiere. Una serie di urti sanguinosi: questa la prospettiva che la mentalit
fascista aprirebbe, ove prevalesse, alla storia d'Italia.
Non solo da giornali fascisti, mediante l'invocazione delle seconde ondate e dei plotoni di
esecuzione. Il rammarico di non avere fatto esecuzioni, la promessa che quest'altra volta si uccider
senza risparmio, ma altres da membri del governo, sotto il tenue velame dell'annuncio di
provvedimenti gravi e irrevocabili o dell'affermazione che se le opposizioni cecheranno di
rovesciare il regime, ossia di conquistare il potere, accadr l'irreparabile, discendono minaccie di
violenza per un fatto perfettamente lecito di fronte alla legge, come quello di cercare ( con mezzi
pacifici) di giungere al governo. Ma allora si finir per scendre al livello della Russia. Infatti che
cos' il regime bolscevico?
1) Esso un partito che vuole violentemente identificare a s lo Stato, e perci perseguita
quelli che ad esso non si acrivono e nega loro parit di cittadinanza coi suoi seguaci;
2) esso sparge sangue dei cittadini, per mere ragioni di partito, anche senza che i colpiti
abbiano commesso fatti dal diritto vietati.
Si vorrebbe che anche l'Italia fosse in bala d'un partito che pretende identificare violentemente a s
Stato e nazione e perci opprime e perseguita quelli che non accedono ad esso e nega loro il diritto
di pari cittadinanza?
I fascisti accusano spesso i loro avversari di incomprensione. Hanno ragione. in istato di
incomprensione chi non ha ancora vista tale verit. Essi dicono: Voi non capite; voi non
comprendete l'irremovibile realt; voi non vi rendete conto che oramai impossibile mutare l'attuale
situazione, perch questa ha a suo servizio per sostenersi una forza che sopprimerebbe chi tentasse
di mutarla.
Ora, quanto pi a lungo una tale situazione durer, tanto pi diventer profondo e irrimediabile lo
sfacelo spirituale; giacch la conclusione che a tutto un popolo s'imporr sar press'a poco quella di
Bruto a Filippi: che cio inutile aver per s la legge, la ragione, il diritto, la giustizia, e che tutto
questo vana irrisione quando vi sta contro e sopra il libito del potente.
Nelle ultime settimane, tale deleteria mentalit fascista ha dato nuove tipiche manifestazioni. Gli
avversari o i critici dei fascisti dicevano a questi: badate; voi sbagliate; non vi comportate come si
conviene e spesso neppure in modo approssimativamente ragionevole: Come risposero i fascisti?
Cos: Siamo molti, siamo forti, e siamo pronti a scattare!. Ci non prova nulla, altro che per chi
non sa ragionare. Siamo molti, siamo forti, abbiamo i fucili non una risposta congruente a voi
errate. Ma intanto quella risposta radica nell'animo di un paese la convinzione che l'accusa di
errare ed operare male si possa dissipare con la semplice attestazione di possedere la forza.
Grave iattura della coscienza pubblica italiana, prodotta dalle vicissitudini della nostra storia, la
mancanza di fiducia nel diritto ( uso la parola senza nessun significato metafisico; intendo diritto
esistente, positivo); il pensiero che inutile invocarlo, tanto non vien fatto osservare. Ricostruire
avrebbe anche voluto dire rimarginare questa piaga della nostra coscienza pubblica, offrendo
fondamento alla fiducia nel diritto. Una situazione psicologica dunque nettamente presociale, da
stato di natura, da bellum omnium contra omnes, da homo homini lupus- questo ci che il metodo
fascista vorrebbe dare all'Italia.
Chi non capisce lo strazio che con ci- con questo ribadire il senso che non c' nulla e nessuno a cui
si possa fare fiduciosamente capo per essere protetti contro le violazioni della legge, per vedere ...
rispettare il diritto esistente, la giustizia positiva- si operato nel senso di pubblica moralit; chi non
si perita di deridere le preoccupazioni o l'indignazione per tale fatto col termine di ottimismo; chi
non s'accorge di questo disastro morale prodotto nelle pieghe pi intime della coscienza degli strati
pi profondi di tutto un popolo; costui non pu avere altra scusa che la sua incoscienza. Eppure non
dai moti di passione, dai volontarismi e simili, ma dalla riflessione calma e oculata e dal solido
e massiccio buon senso, si pu sperare la salute d'un popolo. Questo solido, massiccio, pedestre
buonsenso bisogna, chi ama davvero l'Italia, cerchi di risollevare contro la mentalit giacobina del
fascismo. Per la salute d'Italia ( e l'amore ad essa) bisogna che la mentalit impulsiva, fanatica,
ispirata, la quale costitu finora il fascismo- la mentalit, insomma, romantica, idealista- sia
dissipata.

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