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Di Aljs Vignudelli
In detto contesto storico non esiste ancra uno Stato in senso proprio per
diverse ragioni, a cominciare dal rilievo che non v'era un unico
ordinamento sovrano ma una pluralit di soggetti (di fatto)
indipendenti. Correttamente, infatti, s' parlato in proposito di
parcellizzazione della sovranit (Volpi), dal momento che, sebbene
spettasse teoricamente all'Imperatore od al Papa, in realt essa veniva
esercitata dal singolo feudatario il quale, a sua volta, era legato al
sovrano da un rapporto fiduciario di natura personale (amplius, infra, 2.14).
In ordine alle vicende dello Stato assoluto s' soliti distinguere due fasi
(Pa-ladin): quella dell'assolutismo empirico e quella dell'assolutismo
illuminato.
Il termine polizia deriva dal greco polis, per cui lo Stato di polizia non
dev'essere confuso con lo Stato poliziesco, tipico delle esperienze totalitarie
del secolo scorso (in-fra, S 2.11). Esso indica una attivit di governo
libera nella scelta dei mezzi come dei fini, volta alla realizzazione del
benessere dei sudditi (Paladin).
Lo Stato di polizia si caratterizzava per l'universalit dei fini che si
proponeva di conseguire (lo Stato patrimoniale, invece, era uno Stato
minimo), il che comportava un forte intervento dell'apparato statale in
diversi settori anche relativi alla vita privata dei sudditi (come la religione, la
sanit, l'istruzione, l'alimentazione, il commercio), allo scopo di realizzare
per essi il massimo di felicit possibile. Conseguentemente, dal punto di
vista normativo, lo Stato di polizia si differenziava da quello patrimoniale per
la completezza dell'ordinamento, perseguita tramite codificazioni: si pensi al
codice fredericiano, elaborato in Prussia verso la met del XVIII secolo.
A tale opinione stato, per, obiettato (Amato) che l'avvento delle monarchie
assolute non determin automaticamente la scomparsa delle vecchie
corporazioni medievali: queste, infatti, sopravvissero trasformandosi in veri e
propri ceti, con una propria organizzazione politica (c.d. diete territoriali) e
giurisdizionale, giungendo persino ad impadronirsi degli apparati burocratici
grazie al principio dell' incolato, secondo cui i funzionari degli uffici decentrati
dovevano essere necessariamente del posto. A ci, come detto, si deve
aggiungere la prassi, gi diffusa in epoca medievale, della vendita delle
cariche pubbliche, tramite la quale lo Stato si procurava le entrate necessarie
al finanziamento dell'apparato amministrativo e delle guerre, creando, nel
contempo, un nuovo ceto nobiliare di matrice burocratica. C spiega perch,
secondo alcuni, si dovrebbe parlare di Stato per ceti, anzich di Stato
assoluto (Volpi).
Se si guarda, per contro, alla Francia quale paradigma della parabola dello
Stato assoluto nel continente europeo, si pu notare che l'ideologia
assolutistica vi s'afferm pienamente.