SOMMARIO
1.
Pag.
INTRODUZIONE .............................................................................................................. 3
1.1 OGGETTO E SCOPO ........................................................................................................... 3
1.2 CAMPO DI APPLICAZIONE ................................................................................................. 3
1.2.1 Attivit svolte .......................................................................................................... 3
1.2.2 Prodotti interessati .................................................................................................. 4
1.2.3 Analisi del settore.................................................................................................... 4
1.3 DEFINIZIONI .................................................................................................................... 5
1.4 ISTRUZIONI PER LUSO...................................................................................................... 6
2.
LOCALI ............................................................................................................................. 7
2.1 DESCRIZIONE DELLE STRUTTURE ED ORGANIZZAZIONE...................................................... 7
2.2 INTERVENTI ALLE STRUTTURE .......................................................................................... 9
2.3 PROCEDURE DI DISINFESTAZIONE ..................................................................................... 9
2.3.1 Prevenzione dellinfestazione ................................................................................ 10
2.3.2 Monitoraggio roditori ed insetti ............................................................................ 11
2.3.3 Azioni correttive ed eradicazione .......................................................................... 12
3.
4.
5.
PERSONALE ................................................................................................................... 22
5.1 NORME GENERALI .......................................................................................................... 22
5.2 IGIENE DELLA PERSONA.................................................................................................. 22
5.2.1 Igiene dellabbigliamento ...................................................................................... 22
5.2.2 Igiene delle mani ................................................................................................... 23
5.2.3 Altre precauzioni ................................................................................................... 23
5.3 VERIFICHE E CONTROLLI ................................................................................................ 23
5.4 FORMAZIONE DEL PERSONALE ........................................................................................ 24
5.4.1 Pianificazione della Formazione ........................................................................... 24
5.4.2 Attuazione della formazione .................................................................................. 24
6.
PRODUZIONE ................................................................................................................. 26
6.1 APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME......................................................................... 26
6.1.1 Accettazione .......................................................................................................... 27
6.1.2 Qualifica dei fornitori ........................................................................................... 27
6.2 DEPOSITO ...................................................................................................................... 28
6.2.1 Stoccaggio............................................................................................................. 28
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8.
9.
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1.
INTRODUZIONE
1.1
OGGETTO E SCOPO
1.2
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente manuale indirizzato a quanti operano nel settore dei distillati e dei liquori a partire
dal ricevimento delle materie prime fino alla vendita del prodotto attuata direttamente nella
struttura di produzione o mediante altri operatori, sino al consumo.
1.2.1 Attivit svolte
La catena produttiva comprende tutte le fasi della produzione che vanno dal ricevimento delle
materie prime fino alla immissione sul mercato del prodotto trasformato, utilizzando i
procedimenti di:
insilamento vinacce
distillazione
invecchiamento
chiarificazione
miscelazione
aggiunta zuccheri ed ingredienti
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b)
Concentrazione di funzioni: in molti casi le funzioni aziendali sono concentrate nelle mani di
solo una o poche persone. Ci accettabile purch tutte le competenze aziendali necessarie
per la corretta identificazione ed il controllo dei rischi siano disponibili ed i compiti relativi
alla attuazione ed alla gestione del piano di autocontrollo siano inseriti nelle mansioni
quotidiane. Nelle imprese artigiane il controllo dei pericoli sar garantito soprattutto
mantenendo margini di sicurezza pi elevati nei confronti dei parametri di accettabilit delle
procedure utilizzate.
Particolarit dei fornitori
Considerate le caratteristiche delle imprese artigiane risulta necessario che il fornitore delle
materie prime garantisca il rispetto dei requisiti igienico sanitari. Ci pi agevole quando i
fornitori sono rappresentati da aziende di dimensioni medio grandi o grandi, ben strutturate dal
punto di vista dei sistemi di assicurazione della qualit, meglio se certificate secondo le norme
della serie ISO 9000 od in cui esista un ciclo integrato di produzione o che comunque adottino
tecnologie che garantiscono il rispetto dei requisiti igienico sanitari previsti per quelle
determinate categorie di prodotti. Tuttavia le ridotte dimensioni ed il limitato giro di affari delle
aziende artigiane non consente di esercitare nei confronti dei fornitori una pressione sufficiente a
modificare le condizioni citate.
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1.3
DEFINIZIONI
AC:
Metodo sistematico di identificazione e di gerarchizzazione valutazione dei rischi reali o potenziali durante tutte le fasi lavorative
e in tutte le materie prime, imballaggi e il personale che partecipa
AP:
Azione Preventiva
Bevande superalcoliche
CCP:
Diagramma di Flusso:
F:
Gravit:
HACCP:
IO:
Istruzione Operativa
Liquori:
Misure di Controllo:
Monitoraggio:
NC:
Personale abilitato:
PF:
Prevenzione:
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RAC:
Rischio:
RNC:
ST:
Verifica:
1.4
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2.
LOCALI
2.1
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In tali locali la capacit frigorifera deve essere in grado di mantenere i prodotti nelle
condizioni termiche idonee; inoltre dovrebbero essere muniti di un termometro preciso, (con
fondo scala al massimo di un grado) facilmente leggibile o di un dispositivo di registrazione
in continuo della temperatura.
Nel dimensionamento dellimpianto di refrigerazione o di congelazione bisogna tenere
conto:
- della necessit di controbilanciare la radiazione termica esterna;
- della perdita di temperatura causata dalle persone e dai veicoli che entrano nella cella;
- della temperatura e della quantit dei prodotti e della frequenza dello stoccaggio;
- dei ventilatori e delle sorgenti luminose nella cella;
- dellenergia necessaria per i cicli di sbrinamento automatico;
- della tipologia del materiale isolante;
- della frequenza di apertura delle porte di accesso.
I locali di magazzinaggio debbono essere sufficientemente vasti per contenere i prodotti.
Per i locali refrigeranti il dimensionamento dellisolamento termico deve essere condotto in
funzione della differenza di temperatura tra lesterno e la camera di raffreddamento. Per
ragioni ambientali, i pavimenti, le pareti ed i soffitti devono sempre essere isolati. Per
evitare possibili sviluppi di condensa il materiale isolante deve avere una struttura tale da
garantire unelevata diffusione del vapore, e la cella di stoccaggio deve essere
adeguatamente ventilata.
4) dispositivi appropriati di protezione contro gli animali indesiderati (insetti, roditori, uccelli);
5) spogliatoi in numero sufficiente provvisti di pareti e pavimenti lisci, impermeabili e lavabili,
di lavabi e toilette a sciacquone, queste ultime senza accesso diretto ai locali di lavoro. I
lavabi devono essere forniti di dispositivi igienici per la pulizia e lasciugatura delle mani; i
rubinetti dei lavabi non devono poter essere azionati manualmente, in modo da non provocare
contaminazioni incrociate. necessario altres, in rapporto al numero degli utilizzatori degli
spogliatoi, prevede un numero adeguato di armadietti a doppio scomparto con piano superiore
inclinato e di materiale idoneo;
6) locali o dispositivi adibiti esclusivamente alla detenzione di sostanze per la pulizia e la
disinfezione degli ambienti, strutture e impianti, che devono essere accessibili solo al
personale addetto;
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2.2
Per garantire il rispetto dei parametri igienici durante la lavorazione, i locali vanno sottoposti a
periodici interventi di ristrutturazione per prevenire la perdita delle condizioni di idoneit o
ripristinarla nel caso si sia verificata.
La ristrutturazione dei locali comporta in genere notevoli inconvenienti di ordine sanitario dovuti
sia allintervento stesso (formazione di polvere, spargimento dei materiali utilizzati per i tinteggi,
esalazione di vapori maleodoranti e presenza di sostanze microbiologicamente ad alto rischio
durante gli interventi sulle fognature) sia agli operatori che lo eseguono (muratori, imbianchini).
Pertanto va effettuata nei momenti di sosta dellattivit lavorativa, per lo meno per gli interventi
di portata pi vasta. Interventi di entit limitata che riguardano porzioni specifiche e ben
delimitate dei locali possono essere effettuati durante lattivit lavorativa a patto che il locale od
il luogo siano adeguatamente circoscritti con idonee separazioni che garantiscano lassoluta
impossibilit di causare contaminazioni dei locali in cui si continua la lavorazione ed il personale
che esegue le manutenzioni abbia accesso alle aree interessate senza interagire con le aree
produttive.
Dopo ogni intervento necessario ripristinare le condizioni igieniche non adeguate mediante
documentati interventi di pulizia e disinfezione prima di riprendere la produzione.
2.3
PROCEDURE DI DISINFESTAZIONE
Gli animali infestanti costituiscono una notevole minaccia per la sicurezza e ligiene degli
alimenti in quanto veicoli potenziali di pericoli biologici in grado di contaminare gli alimenti
soprattutto nelle fasi successive ai CCP (ricontaminazione). Poich linfestazione pu avvenire
pi facilmente dove vi siano luoghi adatti alla riproduzione e fonti di nutrimento, devono essere
utilizzate le pratiche generali di igiene che consentano di evitare la creazione di un ambiente
favorevole allo sviluppo di infestanti. Si dovr, inoltre, prevedere unefficace azione per
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prevenire lingresso degli animali dallesterno e per eliminare rapidamente gli animali che
dovessero entrare nello stabilimento.
Inoltre, per instaurare e gestire un efficace sistema di monitoraggio, prevenzione e lotta contro
gli infestanti, necessario conoscere a sufficienza le loro caratteristiche ed abitudini alimentari,
tenendo presente che tra gli infestanti i pi dannosi sono i seguenti:
-
Gli edifici devono essere tenuti in buono stato di manutenzione in modo da prevenire laccesso
degli animali ed eliminare i potenziali luoghi di riproduzione. Fori, canalizzazioni ed altri
passaggi dove gli animali possano avere accesso devono essere accuratamente sigillati.
Devono essere anche adottate le seguenti misure:
a) le porte verso lesterno devono essere a tenuta, possibilmente a chiusura automatica (ad
esempio: braccio idraulico, cardini a molla, fotocellula). Ove ci non fosse possibile
necessario apporre chiare indicazioni sullobbligo di mantenere chiuse le porte;
b) le finestre che guardano verso lesterno devono essere munite di una rete protettiva
rimovibile e lavabile;
c) le aperture esterne di condotte e tubazioni devono essere protette per impedire lingresso di
animali infestanti.
b)
Allinterno degli edifici devono essere eliminate tutte le potenziali sedi di rifugio degli animali,
quali crepe e buchi nei muri e nei pavimenti, impianti e materiali obsoleti. Altri elementi quali i
quadri elettrici e i punti di passaggio di tubazioni e cavi da un locale allaltro devono essere a
tenuta.
Nel caso in cui esistano controsoffittature, queste devono essere possibilmente congiunte
ermeticamente alle pareti dei locali onde facilitare le operazioni di pulizia ed evitare il rischio di
annidamento di infestanti. Leventuale spazio tra le controsoffittature e i solai deve essere
ispezionabile ed accessibile per eliminare eventuali infestazioni ed effettuare routinariamente le
operazioni di pulizia.
Nel caso in cui esista un rivestimento delle pareti costituito da piastrelle di ceramica o da
profilati plastici/metallici, le giunzioni devono essere realizzate con materiale duro, non
sfaldabile e lavabile. Il disegno delle pareti deve essere tale da non presentare superfici
orizzontali che possano offrire alloggio a polvere e sporco e consentire una via di trasferimento
degli infestanti.
Il passaggio a giorno di tubazioni a soffitto o sulle pareti deve essere possibilmente evitato,
mentre lentrata/uscita delle stesse dai muri deve sempre essere adeguatamente sigillata.
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Le porte interne tra i locali in cui vengono processati e/o conservati le materie prime, i
semilavorati e i prodotti finiti devono essere in materiale inalterabile e facilmente lavabile ed
opportuno che siano protette contro il possibile ingresso di infestanti.
La presenza di alimenti in acqua o umidi attira gli animali infestanti e ne permette lo sviluppo.
Pertanto si deve evitare che sostanze alimentari e rifiuti vengano abbandonati senza protezione e
che si formino ristagni di acqua; inoltre le potenziali fonti di cibo devono essere poste in
contenitori protetti e/o sollevate dal suolo e lontano dai muri.
Le merci presenti nei locali (soprattutto magazzini) devono essere staccati dai muri (allincirca lo
spazio necessario a far passare una persona) al fine di facilitare le operazioni di pulizia e
prevenire lannidamento di infestanti e roditori.
2.3.2 Monitoraggio roditori ed insetti
Gli edifici e le aree circostanti devono essere sottoposte a monitoraggio per evidenziare
leventuale infestazione. necessario impiegare trappole dotate di apposite esche, eventualmente
anche a cattura, allo scopo di identificare le varie specie di infestanti, e quantificare i livelli delle
infestazioni attraverso la misura del consumo di esche e/o la conta degli individui catturati. Le
operazioni di monitoraggio e disinfestazione possono essere effettuate in proprio dallAzienda
stessa o meglio mediante incarico ad una Ditta esterna che dovr essere iscritta nello speciale
registro previsto dalla normativa vigente.
In ogni caso deve essere individuato un responsabile aziendale dotato delle conoscenze
necessarie, di esperienze professionali e mezzi tecnici adeguati al fine di garantire lefficacia del
servizio e la sicurezza propria e degli altri.
Il conduttore dello stabilimento deve predisporre ed attuare un piano di controllo che definisca:
le caratteristiche tecniche e costruttive delle esche e delle trappole utilizzate. Devono essere
disponibili le schede tecniche dei prodotti chimici eventualmente utilizzati ed, in particolare,
dei prodotti tossici; tutti i prodotti che vengono utilizzati per i trattamenti devono essere
regolarmente dotati della relativa autorizzazione del Ministero della Sanit e della apposita
scheda di sicurezza con le prescrizioni duso e le precauzioni da usare nel loro impiego.
la dislocazione delle esche e delle trappole. In tal senso deve essere predisposta una
planimetria dello stabilimento e delle aree esterne nella quale siano indicati e numerati i punti
di localizzazione delle esche e delle trappole (v. Allegato 1). consigliabile che luso di
esche contenenti sostanze tossiche sia evitato nelle aree di stoccaggio e di lavorazione in
modo da limitare il pi possibile contaminazioni dei prodotti; le trappole ratticide
eventualmente poste allinterno dello stabilimento bene siano del tipo a cattura. Le trappole
luminose per insetti volanti devono essere posizionate non superiormente alle linee di
lavorazione e in modo da non essere visibili dallesterno al fine di non costituire fonte di
richiamo.
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3.
ATTREZZATURE E STRUMENTI
3.1
NORME GENERALI
Gli impianti, gli utensili e le attrezzature per la produzione dai pi semplici ai pi complessi,
devono essere progettati, costruiti ed installati tenendo presente i potenziali pericoli che possono
presentare per la sicurezza alimentare del prodotto. Per soddisfare queste esigenze essi devono
rispondere a fondamentali requisiti sanitari.
3.2
MATERIALI
I materiali utilizzati per la costruzione degli impianti devono essere in grado di prevenire il
deterioramento causato da umidit, da agenti chimici e da microrganismi. Devono inoltre
presentare superfici lisce, resistenti alla corrosione, allabrasione, essere non assorbenti, non
porosi e non tossici. Questi requisiti sono soprattutto importanti nelle parti degli impianti
direttamente a contatto con il prodotto. opportuno che il prodotto vada a contatto con superfici
verniciate o zincate di cui sia stata preventivamente accertata lidoneit al contatto con gli
alimenti.
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Acciaio inox
Sono accettabili gli acciai della serie 300. In particolare AISI 304, 316.
b)
Alluminio
Plastica
Il materiale plastico a contatto con il prodotto deve essere del tipo alimentare.
necessario richiedere ai fornitori ed agli installatori la documentazione comprovante la
compatibilit con gli alimenti.
d)
Legno
Il legno viene impiegato essenzialmente nella produzione di botti utilizzate nella fase di
invecchiamento e pu provenire da variet diverse, da frassino a ciliegio, da castagno a rovere e
altre. Una volta abbattuti gli alberi, le tavole di legno devono stazionare per almeno 3-4 anni
allaria aperta in modo da ottenere una buona essiccazione e la perdita di polifenoli amari
tramite ossidazione in tannini. La lavorazione del legname, in particolare delle doghe, dovrebbe
essere del tipo a spacco e non tramite sega per evitare porosit troppo elevata. Prima di
impiegare le botti necessario procedere con la vaporizzazione o al lavaggio accurato con acqua
bollente.
3.3
PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE
I motori dei macchinari devono essere posizionati o protetti in modo tale che uneventuale
perdita di lubrificante non possa contaminare il prodotto.
Gli angoli delle parti a contatto con il prodotto devono essere arrotondati e non ad angolo
retto eccetto ove ci fosse indispensabile per il funzionamento o facilitare il drenaggio dei
liquidi.
Gli impianti devono essere autodrenanti o non devono permettere un ristagno di acqua.
La verniciatura delle superfici al di sopra del prodotto non deve essere consentita.
I filtri, vagli, setacci devono essere rapidamente rimovibili per lispezione e la pulizia e
devono essere progettati in modo da evitare errori di rimontaggio.
I filtri di cellulosa devono essere monouso, i filtri a cartuccia rigenerabili devono essere in
polipropilene.
I nastri trasportatori devono essere resistenti allumidit e non assorbenti. Guide e spallette
dei nastri devono essere facilmente smontabili.
I lubrificanti che potrebbero entrare in contatto con il prodotto devono essere Food grade o
comunque del tipo approvato.
3.4
INSTALLAZIONE
Linstallazione dei nuovi impianti e la modifica di quelli esistenti devono tenere conto delle
necessit di sanificazione e dei potenziali rischi sanitari.
In modo particolare necessario tenere presente quanto segue:
-
le parti fisse devono essere installate a sufficiente distanza da pavimenti, pareti e soffitti in
modo tale da permettere una agevole accessibilit per lispezione e la pulizia;
i quadri elettrici possono essere installati alle pareti a condizione che siano effettivamente
aderenti e sigillati ad esse;
gli impianti di scarico delle acque nei locali di lavorazione devono essere installati in modo
da permettere la completa evacuazione nel sistema di drenaggio senza ristagni. I tombini
devono essere provvisti di sifoni per evitare ritorni di acqua e di cattivi odori;
le valvole di scarico dei serbatoi devono essere posizionate in modo da permettere una
completa evacuazione dei liquidi, devono essere facilmente smontabili e sanificabili;
Per quanto riguarda gli impianti e le attrezzature, gli stabilimenti devono essere dotati di:
-
recipienti speciali a perfetta tenuta dacqua, in materiali resistenti alla corrosione, per
collocarvi le materie prime, i semilavorati o prodotti non destinati al consumo umano.
Allorch leliminazione di tali materie prime o prodotti avvenga mediante condotte di
scarico, queste devono essere costruite ed installate in modo da evitare qualsiasi rischio di
contaminazione di altre materie prime o prodotti ed essere facili da pulire e disinfettare;
impianto per levacuazione delle acque reflue che soddisfi le norme igieniche;
dispositivi per la protezione igienica delle materie e dei prodotti finiti nel corso delle
operazioni di carico e scarico, a meno che non si tratti di prodotti imballati o confezionati;
dispositivi e utensili di lavoro destinati ad entrare in contatto diretto con le materie prime e i
prodotti, in materiale resistente alla corrosione, facili da pulire e disinfettare;
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3.5
MANUTENZIONE
3.5.1 Le attrezzature
Le attrezzature e strumenti devono essere mantenute in idonee condizioni di funzionamento per:
-
Si deve esigere dalle ditte costruttrici e fornitrici delle attrezzature e degli impianti un manuale
che comprenda tutte le indicazioni sulle procedure di manutenzione, inclusa la frequenza ed i
prodotti pi idonei per la loro pulizia e disinfezione.
Ove ci non sia possibile, sar lesperienza delloperatore a stabilire le condizioni. Le operazioni
di manutenzione vanno di regola effettuate nei momenti in cui non si svolge lattivit produttiva.
Se ci non fosse possibile, le attrezzature interessate vanno tolte dai locali in cui avviene la
lavorazione o adeguatamente separate in modo da evitare qualsiasi contaminazione, ed il
personale addetto deve seguire le precauzioni del caso mantenendo condizioni di igiene e
comportamenti analoghi a quelli dei lavoratori addetti alla produzione.
Dopo ogni intervento di manutenzione necessario ripristinare le condizioni igieniche non
adeguate e, ove previsto, effettuare documentati interventi di pulizia, prima di riprendere la
produzione.
3.5.2 Gli strumenti
Gli strumenti di misura utilizzati (strumenti di determinazione del grado, bilance) devono essere
periodicamente controllati in merito al loro stato di taratura.
La manutenzione e la taratura costituiscono elementi fondamentali del controllo degli strumenti;
per il primo punto sufficiente seguire le istruzioni del fornitori degli strumenti, per il secondo
aspetto necessario adeguarsi a standard riconosciuti a livello nazionale (strumenti certificati
SIT Servizio Italiano di Taratura) o internazionale.
La conservazione degli strumenti certificati ed i materiali per le operazioni di taratura devono
avvenire in ambienti idonei.
Inoltre deve essere noto il grado di incertezza di misura che deve essere compatibile con le
esigenze di precisione.
Il controllo e taratura degli strumenti devono essere effettuati periodicamente ed i risultati
attestanti la conformit dovrebbero essere conservati. In Allegato 3 viene riportato un esempio di
Scheda dove riportare i dati dello strumento, la frequenza di controllo ed i risultati.
Inoltre necessario stabilire un piano di gestione degli strumenti stessi. necessario che le
operazioni di regolazione siano ricavate, dove disponibili, dalle istruzioni allegate allo strumento
oppure dal confronto con strumenti di precisione idonei. L'individuazione della frequenza di
taratura va effettuata utilizzando tutte le informazioni possibili (indicazioni del fornitore,
letteratura tecnica, esperienza specifica). Questo intervallo pu essere modificato sulla base dei
risultati ottenuti ovvero si possono ridurre gli intervalli a fronte di strumentazioni trovate non
tarate, o allungare i tempi se i dati desunti da tarature precedenti assicurano una sufficiente
accuratezza dello strumento.
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Tutti gli strumenti ed apparecchiature devono essere identificati al fine di evidenziarne lo stato di
taratura, la data di scadenza della taratura e tutte le altre indicazioni utili. Va attribuita la
responsabilit della corretta gestione delle apparecchiature, compresa la necessit di intervento a
fronte dei risultati ottenuti nelle diverse prove.
Nelle situazioni in cui non si possa ricorrere a strumenti molto sofisticati si dovranno adottare
parametri di controllo che tengano conto dell'errore e dell'attendibilit di misura dello strumento.
Si devono definire, tramite opportune istruzioni di lavoro sintetiche ma precise, le modalit di
utilizzo dello strumento, le operazioni di scelta dei campioni, le metodiche di campionamento e
di esecuzione delle misurazioni.
3.6
MONITORAGGIO
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4.
Gli impianti, le attrezzature e gli utensili per la lavorazione delle materie prime e dei prodotti, i
pavimenti, le pareti, i soffitti e tramezzi devono essere tenuti in condizioni di pulizia
soddisfacenti, onde evitare possibili contaminazioni delle materie prime e dei prodotti.
Quando si parla di locali ed attrezzature pulite necessarie riferirsi sia allaspetto fisico di
pulizia che allaspetto microbiologico, cio allassenza o eventuale presenza a livelli contenuti e
comunque compatibili con la tipologia dei prodotti alimentari di germi patogeni o di alterazione.
Senza pulizia fisica non vi pulizia microbiologica, ma non detto che questa sia ottenuta
mediante la sola pulizia fisica. Nel settore in questione, la pratica di disinfezione deve essere
applicata con il buon senso in quanto lalcol etilico normalmente presente sia nelle MP che nei
PF ha gi di per s unazione disinfettante.
In ogni caso il livello di contaminazione accettabile per le superfici deve essere ampiamente
inferiore al livello medio di contaminazione delle materie prime o semilavorati con cui andranno
a contatto.
Il conduttore o il gestore dello stabilimento deve stabilire un piano di pulizia per strutture,
impianti, attrezzature ed utensili.
Tale piano deve comprendere:
1) un programma di pulizia che preveda:
- individuazione dellelemento da pulire ed eventualmente da disinfettare (struttura,
impianto, attrezzatura, utensili)
- frequenza del trattamento di pulizia,
- metodo e procedure specifiche:
- tipo di detergente,
- concentrazione,
- temperatura (eventuale)
- tempi di contatto (eventuale)
- modalit di distribuzione
- responsabile del trattamento.
2) la verifica periodica del rispetto del programma;
3) una procedura di ripristino delle condizioni ottimali di processo (azioni correttive).
Il piano deve essere sottoposto a periodiche revisioni in funzioni degli obiettivi prefissati e di
eventuali anomalie registrate nellambito dellautocontrollo. In Allegato 5 un esempio di piano
annuale di pulizia.
I prodotti per la pulizia devono essere utilizzati nel rispetto delle vigenti norme (autorizzazioni
ministeriali, schede tecniche di sicurezza), in modo da non avere effetti negativi sul personale,
sulle attrezzature, sugli utensili, sulle materie prime e i prodotti.
I recipienti che li contengono devono essere chiaramente identificabili mediante indicazioni che
ne precisino il contenuto, leventuale pericolosit e le condizioni ottimali dimpiego.
Dopo luso di detti prodotti, le attrezzature e gli utensili devono essere sciacquati accuratamente
con acqua potabile.
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Panni, spugne ed altri materiali similari usati per le operazioni di pulizia, non devono permanere
nei reparti durante la produzione.
Per la pulizia degli impianti durante la produzione devono essere utilizzati materiali monouso.
Dopo lutilizzo, ma comunque almeno una volta per ogni giorno lavorativo, i contenitori e le
attrezzature devono essere puliti.
4.1
SANIFICAZIONE
Ha lo scopo di eliminare dalle superfici i residui delle lavorazioni, diminuire la carica batterica e
distruggere i microrganismi patogeni.
Una sanificazione completa pu essere rappresentata dallo schema di Fig. 1.
4.1.1 Detersione
Limportanza di detergere le superfici che sono a contatto con gli alimenti nasce dal fatto che i
microrganismi aderiscono ai residui di sostanza organica per adsorbimento, fissazione e
colonizzazione aumentando nel contempo la loro resistenza ai disinfettanti.
Inoltre si verifica il principio dellazione di massa, ovvero dalle zone pi sporche i
microrganismi passano a quelle pi pulite e pertanto quando il prodotto alimentare andr a
contatto con queste superfici inquinate si verificher una migrazione dalle superfici all'alimento.
Lefficacia della detersione dipende da:
1. detergente: in particolare dalla durezza dellacqua, dalla tipologia dei detergenti impiegati e
dalla loro concentrazione di impiego; un detergente dato dalla combinazione di tensioattivi
e prodotti complementari:
prodotti complementari:
ANIONICI
NON IONICI
CATIONICI
detergenza
buona/ottima
ottima
scarsa
emulsione
buona
buona
scarsa
schiuma
alta
bassa
alta
alta
medio/bassa
costo
medio
alto
basso
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SOLUBILIT RIMOZIONE
zucchero
in acqua
facile
grasso
in alcali
difficile
proteine
in alcali
molto difficile
sali minerali
in acidi
variabile
nessun effetto
Calore
Limmersione in acqua a 82C per almeno 2 minuti (o a temperature superiori per tempi pi
brevi) consente di distruggere tutti i microrganismi in forma vegetativa. un metodo non
selettivo e colpisce tutte le forme viventi (ad eccezione delle spore). I limiti sono dati dalla
possibilit di creare incrostazioni che fungono da scudo protettivo; pertanto dopo il trattamento
necessario sempre detergere accuratamente, risciacquare ed asciugare. In molti impianti di
distillazione tale strumento non pu essere utilizzato a causa della presenza di particolari
attrezzature che non possono andare a contatto con liquidi con Temperature superiori ai 60C.
b)
Disinfettanti
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4.2
GIUDIZIO
EVENTUALI AZIONI
< 50
accettabile
tra 50 e 5.000
carica consistente
> 100.000
non accettabile
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5.
PERSONALE
5.1
NORME GENERALI
Il personale impiegato per maneggiare gli alimenti ha una grande responsabilit sulla salute del
consumatore in quanto va a contatto direttamente e ripetutamente con gli alimenti stessi.
fondamentale che esso venga opportunamente sensibilizzato su questi argomenti e motivato
per il raggiungimento dei pi alti standard igienici.
Le persone addette alla manipolazione degli alimenti devono essere addestrate e qualificate per
effettuare i compiti loro assegnati attraverso corsi di formazione o tramite laffiancamento a
personale esperto.
Laddestramento dovr comprendere sia il personale a tempo pieno (Full-Time) sia quello PartTime (comunque assunti a tempo indeterminato o determinato per non meno di tre mesi).
Contaminazioni indesiderabili o pericolose possono dipendere dal personale che:
a) manipoli i prodotti non rispettando le prescrizioni igieniche;
b) non segue i precetti delligiene della persona.
Il conduttore dello stabilimento deve prendere i provvedimenti necessari per impedire la
manipolazione dei prodotti da parte del personale che potrebbe generare una contaminazione.
5.2
5.3
VERIFICHE E CONTROLLI
condizioni settiche es. pustole, foruncoli, ascessi o ogni altra malattia della pelle
disturbi respiratori
Tutto il personale che rientra dal lavoro dopo una di queste malattie o venuto a contatto con
persone colpite da queste malattie, cos come il personale rientrato da viaggi allestero in localit
cosiddette a rischio, deve dare idonea comunicazione al diretto superiore al momento del rientro.
Qualora si verificasse una delle situazioni sopra descritte, il personale non pu iniziare
nuovamente lattivit lavorativa fino a quando lautorit medica competente non ne dia
autorizzazione.
Registrazione di quanto sopra scritto deve essere tenuta in archivio.
Le persone, sospette o riconosciute dal medico o dallautorit sanitaria di essere affette da
malattie o portatrici di agenti trasmissibili attraverso gli alimenti, non possono essere autorizzate
a lavorare a diretto contatto con lalimento.
Il conduttore dello stabilimento ha lobbligo di segnalare allautorit i casi sospetti di malattie
infettive e contagiose comunque accertate affinch vengano adottate le misure opportune.
5.4
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6.
PRODUZIONE
6.1
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MP /
CONFEZIONE
INGREDIENTE
Vinacce vergini o
sfuse
semifermentate
Vinacce
fermentate
sfuse
Fecce
Alcool etilico
Acqua
demineralizzata
Frutta fresca
sfuse
cisterne
contenitori plastica
o acciaio
bins
Frutta congelata
Frutta candita
Succo di frutta
concentrato
Coloranti naturali
e sintetici
Sciroppo di
glucosio
Spezie/aromi
Zucchero
PERICOLO
fermentazione
acetica, putrida,
da lieviti
selvaggi
fermentazione
acetica, putrida,
da lieviti
selvaggi
FATTORE DI
CONTROLLO
acidificazione
delle vinacce
CONSERVAZ.
condizioni di
anaerobiosi
impiego
immediato
contenitori
marciume e
decomposizione
residui
antiparassitari
muffe
muffe
stato freschezza
frutta
qualifica fornitori
T 0 4 C
T automezzo
Brix
Brix
T 18C
fusti (liquido)
buste (polvere)
fusti
ambiente fresco ed
asciutto
ambiente fresco ed
asciutto
fusti
contenitori
tank
sigillati in
accoppiato
alluminio
sacchi
6.1.1 Accettazione
Una volta presa coscienza delle caratteristiche e possibili problematiche delle MP, importante
la valutazione del grado di rischio ad esse collegato in modo da:
focalizzare lattenzione ed il controllo solo sulle materie prime ritenute a rischio;
permettere di qualificare i fornitori (identificarli dal punto di vista igienico sanitario)
eliminando quelli ritenuti non idonei alla fornitura.
Limpiego di fornitori qualificati, per le materie prime a rischio, comunque non risparmia il
controllo in accettazione delle condizioni della merce (pulizia e integrit degli imballi), del
rispetto delle temperature di trasporto e lidoneit/igiene dellautomezzo.
6.1.2 Qualifica dei fornitori
Lattivit di qualifica e quindi di selezione dei fornitori di fondamentale importanza per
unazienda che vuole tenere sotto controllo il proprio processo e garantire elevati standard
igienici.
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Per lazienda artigiana sufficiente che venga incaricata una persona per la valutazione delle
forniture al momento del ricevimento. Al fine di definire in maniera chiara ed inequivocabile
cosa controllare per accettare la merce, opportuno creare una matrice di riferimento come
quella indicata in Allegato 7.
Per poter tenere memoria storica delle non conformit in sede di accettazione merci, opportuno
registrare levento in apposito registro, oppure nella anagrafica fornitori, facilmente estrapolabile
dal sistema informatico con il programma di contabilit.
In questo modo la persona incaricata di effettuare gli acquisti ha una base storica di informazioni
sulla base della quale pu qualificare, come affidabile o non affidabile, un fornitore in maniera
oggettiva e dimostrabile.
6.2
DEPOSITO
La sistemazione delle derrate alimentari allinterno dei locali adibiti a magazzino MP deve essere
realizzata in condizioni che ne impediscano il deterioramento.
buona norma richiedere ai propri fornitori le Schede Tecniche di MP in cui sono riportate le
modalit di conservazione, le tolleranze e le conseguenze ad eventuali scostamenti.
La gestione dei magazzini deve rispondere a semplici ma rigorose prescrizioni:
i prodotti devono essere ordinati per categoria, a seconda della tipologia di conservazione,
immagazzinati il pi rapidamente possibile e protetti da eventuali inquinamenti o
contaminazioni
lutilizzo delle scorte deve prevedere una rotazione della merce, tale per cui quelli che
entrano per primi sono anche quelli che lasceranno il magazzino per primi, secondo la regola
FIFO (First In First Out) per evitare invecchiamenti e deterioramenti;
la quantit di merce ordinata deve essere non superiore alla capacit delle zone adibite allo
stoccaggio.
6.2.1 Stoccaggio
Per lo stoccaggio delle derrate alimentari possiamo distinguere i prodotti:
da conservare a temperatura ambiente, per i quali il luogo adibito a stoccaggio deve essere
fresco ed asciutto, al riparo da agenti esterni (radiazione solare diretta, calore eccessivo,
umidit) o da sbalzi termici;
da conservare a temperatura controllata compresa tra 04C (refrigerazione) o 20-25C e
umidit circa del 70% (invecchiamento), per i quali auspicabile lutilizzo di celle o locali
dedicati;
da conservare a temperatura controllata a 18C.
Per i prodotti da stoccare a temperatura controllata importante che la temperatura sia
costantemente monitorata in punti rappresentativi dei locali (anche nel caso di stoccaggio presso
terzi) e il pi possibile uniforme allinterno dei locali. A tal fine preferibile lutilizzo di
ventilatori per la circolazione forzata dellaria, che dovranno essere posizionati in funzione del
posizionamento dei pallet allinterno dei locali, preferibilmente in strato singolo o stratificati su
idonee scaffalature.
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6.3
Il lavoro deve essere organizzato, in spazio e tempo, secondo il principio della marcia in avanti
Le merci devono essere sballate prima di entrare nei locali di trattamento e, se necessario
travasate in recipienti/contenitori puliti e lavati.
Devono essere prese delle precauzioni per evitare la contaminazione crociata tra alimenti che
hanno gi subito un trattamento totale o parziale ed il personale o materie prime in stadi
precedenti di trasformazione.
Lattivit artigiana si fonda su procedure in larga parte manuali e si serve di attrezzature non
automatizzate per una lavorazione di tipo discontinuo. Inoltre, specie nelle realt meno
specializzate, il flusso in avanti delle operazioni di produzione interessa in massima parte
laspetto temporale pi che quello fisico di suddivisione strutturale dei locali.
In ogni caso devono sempre essere soddisfatti i requisiti igienico sanitari degli stabilimenti
(edifici e strutture, impianti ed attrezzature), rispettate le procedure di sanificazione,
disinfestazione, confezionamento ed imballaggio, garantita la idonea disposizione delle aree
produttive e delle attrezzature di lavoro ed una corretto comportamento e movimentazione del
personale in modo da minimizzare i rischi di contaminazione.
Particolare attenzione va data ad alcuni aspetti:
i flussi di movimentazione del personale devono evitare il pi possibile lincrocio tra aree o
lavorazioni a rischio ed aree considerate non a rischio o non adibite a lavorazione;
il personale che effettua la manutenzione sia ordinaria che straordinaria deve operare a
reparto fermo e prima dellintervento di pulizia in modo che prima di riattivare la produzione
siano ripristinate le ottimali condizioni igienico sanitarie;
nel caso in cui la disposizione dei locali non permetta la separazione fisica dei prodotti
trattati da quelli ancora in attesa di lavorazione, il trattamento di queste due tipologie di
alimenti sar preceduta da unaccurata pulizia degli stessi e delle attrezzature a contatto;
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a)
Insilamento vinacce
Tecnicamente la distillazione della vinaccia fresca permette di ottenere una grappa migliore in
quanto con linsilamento avvengono reazioni biochimiche che portano alla comparsa o
allaumento di composti indesiderati (v. ac. lattico). Quando linsilamento necessario per
esigenze organizzative o tecniche (vinacce vergini e semifermentate) occorre procedere con
molta accortezza al fine di prevenire alterazioni o sviluppo di fermentazioni anomale.
I silos possono essere di cemento, in acciaio, in ferro rivestito con resina o in legno; importante
che siano perfettamente puliti, senza muffe e senza residui di sostanza organica fermentata.
La vinaccia deve essere insilata immediatamente al termine della pressatura per evitare
fermentazioni aerobiche superficiali. Al termine necessario ricoprire con materiale plastico sul
quale si metteranno dei pesi per facilitare la compressione della massa e leliminazione dellaria
rimasta intrappolata.
Tramite acidificazione della vinaccia possibile indurre nella massa un pH sfavorevole alle
fermentazioni batteriche, in particolare quelle che portano alla produzione di alcol metilico. Il pH
da raggiungere deve essere almeno pari a 3,5 (meglio ancora attorno a 3) che tuttavia non andr
ad influenzare lattivit dei lieviti che, eventualmente integrati alla massa, inducono le
condizioni ottimali della trasformazione degli zuccheri in alcol etilico.
Lacidificazione viene di norma effettuata impiegando acidi forti, diluiti mediamente al 5%; man
mano che si procede con linsilamento e la costipazione della massa si cosparge fino ad utilizzare
dal 2 al 4% della miscela ogni 5 quintali di vinacce.
b)
Distillazione
Consiste nella separazione di uno o pi componenti diversamente volatili da una miscela liquida.
Questo consente di realizzare allo stesso tempo la separazione e la concentrazione dellalcol
etilico. Si opera riscaldando il fermentato di partenza ottenendo vapori, ricchi di alcol, raccolti e
raffreddati in modo da provocarne la condensazione in forma di distillato a pi elevata
concentrazione alcolica.
Nel miscuglio acqua alcol, in condizioni di pressione atmosferica lacqua bolle a 100C, mentre
lalcol etilico a 78,4C. Il punto di ebollizione di tale miscela intermedio rispetto a quello
dellacqua e dellalcol puri e sar tanto pi vicino a quello di questultimo tanto maggiore sar il
contenuto alcolico della miscela. Di fondamentale importanza il raffreddamento della campana
(elmo posto a chiusura della caldaia), che permette la condensazione soprattutto del vapore
acqueo, mentre i vapori di alcol etilico passeranno al condensatore.
b)
Rettificazione
Assieme allalcol durante la distillazione evaporano anche altri composti i quali, se passano nel
distillato in quantit relativamente modeste, conferiscono tipicit e finezza mentre al di sopra di
un certo limite lo deprezzano o lo rendono fisiologicamente dannoso. La rettificazione consiste
nella separazione dalle sostanze volatili di pregio da quelle meno nobili come alcol metilico,
acetato di etile, acido acetico, furfurolo e altri.
Le prime frazioni che si ottengono dalla distillazione vengono chiamate testa, composte da
sostanze volatili che hanno un punto di ebollizione inferiore a quello dellalcol etilico (v. Fig. 2),
generalmente di cattivo odore e sapore o pericolose, come lalcol metilico. Con unesatta
separazione della frazione di testa si elimina gran parte dellalcol metilico e dellacetato di etile.
Questultimo bolle a circa 74C e questo spiega come facilmente i distillati presentino aromi
acetosi e quanto sia importante evitare la fermentazione acetica delle vinacce (per la grappa).
Pag. 30 di 68
Lebollizione dellalcol metilico avviene a circa 12C in meno dellalcol etilico e questo
dimostra limportanza e la rigorosit nella separazione della testa.
La frazione centrale o cuore formata da tutti quei componenti che hanno un punto di
ebollizione compreso tra 78,4C e 100C, come lacetato di isopropile e di isobutile (v. Fig. 3),
composti questi che in minime quantit non pregiudicano il prodotto, ma che anzi ne accrescono
laroma ed il sapore.
Infine le code, formate dai costituenti volatili che si raccolgono nellultima parte del distillato
(v. Fig. 4). Temperature elevate raramente vengono raggiunte in distillazione, ma molte di
queste sostanze tipiche hanno elevata solubilit nei vapori alcolici caldi. Gi quando la
temperatura in caldaia supera i 90C comincia linquinamento delle sostanze altobollenti che
sar tanto pi elevato quanto pi violenta lebollizione perch le impurezze, in particolare gli
alcoli, vengono trascinati nei vapori meccanicamente.
c) Riduzione del grado
Qualora il distillato prodotto con gradazione alcolica di 50-60 non sia destinato
allinvecchiamento necessario ricorrere alla riduzione del grado mediante taglio con acqua. A
tale proposito sono state predisposte apposite tabelle che indicano la quantit di acqua da
aggiungere a 100 litri del distillato in funzione del grado alcolico finale desiderato. Lacqua da
aggiungere per la riduzione del grado alcolico deve essere priva di durezza, non deve perci
contenere sali che possono precipitare originando intorbidamenti e depositi: opportuno quindi
utilizzare acqua demineralizzata.
d) Stabilizzazione
Con la riduzione del grado la grappa si riscalda, contrae il volume e diventa torbida; infatti alcuni
componenti solubili in miscele alcoliche tendono facilmente a separarsi. Al fine di facilitare
questo processo il distillato viene refrigerato (temperatura compresa tra 5 e 20C) per un
periodo variabile da qualche minuto a diverse ora.
opportuno pertanto procedere con la chiarificazione eliminando acidi di varia natura con i
relativi esteri formati con lalcol metilico e amilico. Per la chiarificazione si impiegano prodotti
organici o minerali che introdotti lentamente nel distillato, hanno la propriet di flocculare
trascinando sul fondo le impurit presenti (gelatina liquida e/o carbone); in commercio esistono
prodotti complessi i quali, alleffetto chiarificante, associano un effetto adsorbente sugli olii ed
alcoli superiori ottenendo leffetto sia di chiarificare che di stabilizzare.
Infine la filtrazione che ha lo scopo di rendere la grappa limpida trattenendo gli eventuali flocculi
di charificante che non sono precipitati ed altre sospensioni che danno torbidit alla massa.
e) Invecchiamento
Comporta lo stazionamento del distillato in fusti di legno che non abbiano subito
impermeabilizzazione e durante il quale avvengono modificazioni del profilo sensoriale. I fattori
che influenzano linvecchiamento sono:
cessioni di sostanze gradevoli da parte del legno: compito del legno quello di cedere
determinati composti polifenolici come quercina, querecitrina ed altri tannini che
conferiscono il tipico colore e le caratteristiche organolettiche; inoltre il legno cede
emicellulose e lignina che si idrolizzano trasformandosi in zuccheri che rendono pi
gradevole il sapore;
Pag. 31 di 68
ossigenazione del distillato: lossigeno coinvolto quello dellaria che entra nei pori del
legname il quale, grazie alla pressione interna ed alle forze capillari, imbibito del distillato.
pertanto a livello del legno che avviene lincontro liquido-ossigeno con unampia
superficie di scambio che facilita le reazioni di ossidazione a carico degli alcoli superiori,
oltre alletilico. Con il tempo si formeranno nuovi acidi che reagendo con gli alcoli
formeranno gli esteri che sono fondamentali per laromatizzazione finale;
tempo di permanenza nel recipiente: le reazioni chimiche sopraddette avvengono molto
lentamente; possibile accellerare i processi di invecchiamento utilizzando fusti di capacit
inferiore, legni pi porosi, botti di nuova fabbricazione.
6.3.2 Movimentazione allinterno dellazienda
Per la movimentazione della merce allinterno dei locali vanno utilizzati appositi mezzi e
attrezzature dedicati. Questa operazione potrebbe rivelarsi critica per laspetto igienico
essenzialmente per due motivi:
1. se la merce a diretto contatto con i mezzi adibiti alla movimentazione, questi ultimi
possono divenire veicolo di contaminazione;
2. se i mezzi e le attrezzature non sono opportuni alla movimentazione si possono produrre
sullimballo delle rotture o alterazione che possono comportare pericolo al prodotto.
Per questo motivo:
deve essere evitata la movimentazione di prodotti non protetti, se questi possono venire
contaminati da polvere, condensa od altri contaminanti fisici;
i mezzi/attrezzature adibiti alla movimentazione della merce allinterno dello stabilimento
non devono essere utilizzati allesterno;
i mezzi/attrezzature devono essere puliti secondo le procedure previste e con la frequenza
stabilita;
le aree adibite alla manutenzione dei mezzi/attrezzature non devono coincidere con i locali di
produzione.
6.3.3 Trasporto
I veicoli destinati al trasporto di prodotti devono rispondere ai criteri generali delligiene:
devono essere progettati in modo che i prodotti trasportati siano protetti da tutte le
contaminazioni e dalle influenze atmosferiche che potrebbero portare al deterioramento;
se destinati al trasporto di merce da conservare a temperatura controllata, devono rispondere
alle raccomandazioni ATP (Accordi sul trasporto internazionale degli alimenti deperibili e
sulle speciali attrezzature da usarsi per tali trasporti Commissione Economica per
lEuropa E/ECE/TRANS/563, Ginevra, 1.07.1990);
le superfici interne degli automezzi devono essere di materiale idoneo, lisce e facili da pulire;
i prodotti confezionati e/o imballati devono essere trasportati in modo tale che il materiale di
confezionamento e/o imballaggio rimanga integro e il prodotto non venga contaminato;
i vani di carico e/o contenitori non andrebbero utilizzati per il trasporto di merce diversa
dagli alimenti, per evitare possibili contaminazioni;
nel caso di trasporti promiscui di alimenti e merce diversa o di diversi tipi di alimenti va
evitato il contatto diretto tra questi;
Pag. 32 di 68
6.4
RIFIUTI
E RESIDUI DI LAVORAZIONE
I materiali di scarto devono essere gestiti in maniera tale da non creare rischi di contaminazione
per i prodotti. A tale scopo, all'interno delle zone di produzione, tutto il materiale scartato dal
processo di lavorazione (rifiuti e residui di lavorazione) deve essere posizionato in appositi
contenitori chiaramente identificati in modo da prevenire qualsiasi tipo di confusione o errore.
Tali contenitori devono essere asportati e svuotati il pi frequentemente possibile ed almeno una
volta al giorno. Devono essere dotati di coperchio, se possibile, a chiusura ermetica,
maneggevoli e costituiti di materiale facile da pulire.
I residui di lavorazione liquidi devono essere incanalati ed evacuati in modo igienico verso
idonei contenitori di stoccaggio. I residui di lavorazione, destinati ad essere reimpiegati per la
produzione di alimenti ad uso umano, devono essere trattati come materie prime. Quelli destinati
ad altri usi devono essere raccolti in aree appositamente identificate. Queste aree devono essere
collocate il pi lontano possibile da quelle di lavorazione per evitare contaminazioni incrociate.
Nel corso del trasporto dei materiali di scarto, questi non devono entrare in contatto con i
prodotti. bene ricordare che le aree di raccolta devono rientrare in maniera particolare nei
programmi d disinfestazione.
6.5
Negli stabilimenti obbligatorio l'uso di acqua potabile ai sensi della normativa vigente. Il
rifornimento di acqua potabile deve essere adeguato alle necessit dello stabilimento ed all'entit
delle lavorazioni. I1 vapore che viene direttamente a contatto con i prodotti alimentari deve
essere ottenuto a partire da acqua potabile e non deve contenere alcuna sostanza che presenti
pericolo per la salute o possa contaminare il prodotto.
Le tubazioni della rete di distribuzione dell'acqua potabile e del vapore destinati a venire in
contatto diretto con materie prime, semilavorati e prodotti finiti, devono essere di materiale non
tossico e resistente alla corrosione.
Qualora la rete di distribuzione dell'acqua potabile preveda l'uso di un impianto di clorazione,
quest'ultimo deve essere munito di un sistema di allarme automatico visivo e sonoro che segnali
l'irregolare funzionamento dell'impianto e consenta l'immediato intervento di ripristino.
Le cisterne di riserva, eventualmente presenti, devono essere mantenute in perfette condizioni di
manutenzione e sottoposte a regolari operazioni di pulizia secondo un preciso programma.
6.5.1 Analisi
Il conduttore dello stabilimento deve garantire regolari controlli della potabilit dell'acqua
utilizzata nello stabilimento. A tal fine deve essere predisposto ed attuato un programma di
controllo che preveda l'esecuzione di analisi microbiologiche e chimiche sull'acqua utilizzata
secondo le seguenti frequenze:
Pag. 33 di 68
esame microbiologico
pozzo privato
acquedotto
mensile
annuale
esame chimico
annuale
annuale
esame microbiologico = coliformi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali, clostridi solfito
riduttori, carica totale a 36C e a 22C.
esame chimico =
le condutture non consentano l'uso di tale acqua per altri scopi e non presentino rischi di
contaminazione delle materie prime e dei prodotti.
inoltre consentito l'utilizzo di acqua non potabile e di recupero per la preparazione di soluzioni
per la pulizia a patto che il responsabile dello stabilimento sia in grado di dimostrare che tale
utilizzo garantisca la sicurezza del processo/prodotto.
Pag. 34 di 68
7.1
lungo le fasi di lavorazione fino al consumo, valutazione della probabilit che il pericolo si
verifichi con conseguente quotazione del rischio, tenendo conto anche del modus operandi
proprio della azienda ed infine identificazione delle misure preventive per il controllo del rischio
valutato.
II Principio
Determinazione e classificazione, tramite albero delle decisioni dei punti, delle procedure e delle
fasi operative controllabili al fine di eliminare il pericolo o quantomeno minimizzare il rischio
(Punto critico di controllo o CCP).
III Principio
Definizione dei limiti critici o valori di tolleranza che devono essere raggiunti perch un CCP sia
considerato sotto controllo.
IV Principio
Istituzione di un sistema di monitoraggio in grado di percepire ladeguatezza del controllo dei
CCP tramite test e verifiche periodiche e programmate.
V Principio
Adozione di adeguate misure correttive da attuare nel momento in cui il monitoraggio rilevi che
un determinato CCP sfugge al controllo.
VI Principio
Verifica ovvero la messa a punto di procedure che permettano di valutare se il Sistema cos come
organizzato efficace, come da programma.
VII Principio
Organizzazione di un sistema documentale di tutte le procedure pianificate e le registrazioni
relative, in modo da documentare lattuazione efficiente ed effettiva del Sistema.
7.2
Tutto il personale aziendale deve essere messo a conoscenza da parte della direzione
dellimpresa della decisione di intraprendere lo studio perch ognuno possa dare il proprio
contributo, nellambito delle proprie competenze, ed essere impegnato nella sua realizzazione.
In assenza di questo impegno formale e dichiarato, lHACCP non potr raggiungere i suoi
obiettivi.
Per dare esecuzione alle varie fasi del programma indispensabile costituire un gruppo di lavoro
HACCP. Il gruppo dovrebbe essere composto da un ristretto numero multidisciplinare di
persone, in grado di coprire pi competenze in modo da affrontare, da diverse angolazioni, le
problematiche del settore e fornire garanzia nel raggiungimento di decisioni ponderate e
motivate, guidate dal buon senso e dellesperienza.
Lindividuazione dei componenti del gruppo di fondamentale importanza per la buona riuscita
dello studio e pertanto dovr essere posta particolare attenzione alla loro selezione. Non
dovrebbero avere troppa anzianit lavorativa, che potrebbe precludere lo sviluppo di un
approccio nuovo a problematiche preesistenti, n essere troppo giovani in quanto non dotati di
sufficiente esperienza operativa. inoltre preferibile che nessun membro del gruppo abbia
responsabilit dirette nei confronti di altri componenti del gruppo stesso.
Pag. 36 di 68
Dovrebbe essere nominato un responsabile del gruppo che funger anche da coordinatore delle
attivit; l'incarico andr assegnato ad una persona in possesso della necessaria competenza ed
autorevolezza. Rappresenta il gruppo nei confronti della direzione aziendale e delle istituzioni
pubbliche deputate ai controlli ed ispezioni.
Inizialmente il gruppo deve essere formato sui principi di base dellHACCP e della sua
applicazione al fine di condividere lo scopo del lavoro ed utilizzare la stessa terminologia.
Nelle imprese artigiane spesso le risorse umane disponibili e adatte sono esigue per cui in questi
casi il gruppo potrebbe essere composto da ununica persona, supportata eventualmente da un
consulente esterno.
7.3
La descrizione riguarda tutti i parametri che condizionano la sicurezza sanitaria del prodotto
finito, prestando particolare attenzione alle condizioni che hanno influenza sui pericoli di tipo
microbiologico e chimico, e ponendo in evidenza le condizioni alle quali sar sottoposto il
prodotto nelle fasi di distribuzione e consumo, nelle quali sar meno agevole il controllo da parte
del produttore. Per ogni prodotto finito devono essere precisati:
composizione: tipo e % di utilizzo (se possibile) dei diversi componenti la formulazione;
parametri chimico-fisici (concentrazione di soluti);
stato fisico (liquido, solido);
caratteristiche fisiche (peso, forma, dimensioni);
procedure di produzione utilizzate;
sistema di confezionamento;
modalit di stoccaggio;
istruzioni per la conservazione e l'uso;
tipologia dei consumatori ai quali destinato: concretamente si tratta di specificare le
modalit di utilizzo normale del prodotto sulla cui base si sono definiti i rischi e di
identificare i clienti attuali e potenziali verificando leventualit che si tratti di popolazioni
sensibili (anziani, degenti o immuno-compromessi). Se il prodotto non appropriato per
alcuni gruppi di consumatori, adeguare le etichette o cambiare il prodotto o il processo per
permetterne il consumo.
Inoltre non viene quasi mai considerata la variabilit tra i diversi lotti di produzione. Per questi
motivi indispensabile raccogliere i dati storici. Si tratta di assemblare le informazioni
relative ai parametri igienico-sanitari per i prodotti oggetto dello studio, dagli ingredienti alle
condizioni di processo, dalle caratteristiche del prodotto finito alle istruzioni per l'uso; questi dati
aiuteranno ad avere un quadro completo e preciso. Varr quindi la pena di organizzare una serie
di campionamenti cercando di ricostruire il profilo dei prodotti utilizzati.
In casi particolari possibile ricorrere a studi di simulazione qualora si voglia testare il
comportamento di pericoli a non frequente presenza (rischio medio o basso) ma capaci di
provocare effetti importanti (gravit alta) seguendone l'andamento durante le fasi pi
significative del processo produttivo, della distribuzione e del consumo.
Pag. 37 di 68
7.4
Non possibile effettuare lanalisi dei pericoli allinterno dellazienda se prima non viene
costruito un diagramma di flusso che descriva il processo, dal ricevimento della materia prima
fino alla vendita, nelle sue fasi principali, strutturate in sequenza temporale.
Per fase del processo si deve intendere ogni attivit di carattere manuale o meccanico, ogni
passaggio tecnologico a cui viene sottoposto il prodotto.
Si tratta di analizzare in dettaglio il processo raccogliendo tutti i dati dando origine ad un
diagramma a blocchi riassuntivo, semplice ma chiaro.
A titolo di esempio potrebbero includere le seguenti informazioni:
materie prime, ingredienti ed imballaggi utilizzati
lay-out dello stabilimento e degli impianti
sequenza delle tappe del processo
parametri di processo
flusso di liquidi e solidi
procedure di pulizia e sanificazione
aree di accesso e transito del personale
zone ad alto/ basso rischio o zone pulite/sporche
numero e mansione degli addetti coinvolti per ogni fase
riciclo di prodotto e di semilavorati.
Pag. 38 di 68
Il formato ed i contenuti del diagramma di flusso sono a discrezione del gruppo; non ci sono
regole rigide per la presentazione n sulla quantit di informazioni che esso deve riportare; dovr
essere sintetizzato in uno schema a blocchi le cui regole di costruzione sono definite in Fig. 5
Figura 5
Indica l'attivit di inizio
o di fine di un processo
o il collegamento
ad un flusso successivo
Punto del
processo produttivo
in cui
previsto un
controllo
No
OK?
Riporta la codifica
o il titolo del documento
di registrazione o
l'Istruzuine Operativa
di riferimento
Si
Descrizione
delle attivit o
fase del processo
Indica la
registrazione di dati
su Hard - disk
Descrizione
delle attivit o
fasi del processo
Indica la
registrazione su
floppy - disk
Lo stesso diagramma sar oggetto di studio da parte del gruppo HACCP che provveder, nelle
fasi successive, alla sua integrazione ed arricchimento con informazioni che scaturiranno dallo
sviluppo dello studio.
7.4.1 Verifica del diagramma di flusso
Successivamente tutte le fasi del diagramma di flusso devono essere confrontate con le
corrispondenti attivit della realt produttiva mentre il processo in funzione, sia durante i
normali turni di lavorazione che durante i turni di notte e del fine settimana, se esistenti. Nella
maggior parte delle imprese artigiane la stesura del diagramma di flusso e la verifica possono
essere eseguite direttamente sul campo, combinando le due operazioni.
A questo livello consigliabile, soprattutto dove presente una grossa componente di manualit,
esplodere il diagramma di flusso in una sequenza di attivit in quanto ogni fase pu essere
costituita da una o pi attivit. Il tutto pu essere riportato sotto forma di diagramma che
faciliter il lavoro nelle successive fasi dellHACCP.
Pag. 39 di 68
7.5
derivanti da:
Residui di
fitofarmaci
Contaminanti
ambientali
Agenti
chimici
Residui di
distillazione
Sost. tossiche di
neoformazione
I fattori di pericolo
sono determinati da:
Agenti
particellari
Frammenti di
legno, vetro
e plastica;
insetti
drupacee
agrumi
uva
fragole
kiwi
- Carbaril, Vinclozolin;
Pag. 42 di 68
7.6
Considerando i pericoli e i relativi effetti, il rischio viene valutato in base alla gravit del
pericolo in esame, frequenza di apparizione e rilevabilit dello stesso; da tale valutazione
scaturisce la criticit totale dellattivit/fase.
bassa
alta
gravit
frequenza
rilevabilit
RILEVABILIT:
7.7
Pag. 43 di 68
Fig. 5
NO
Modificare la fase o
la lavorazione
SI
SI
NO
non
CCP
SI
NO
non
CCP
NO
NO
CCP
non
CCP
Poich ad ogni CCP individuato corrispondono una serie di azioni rappresentate dalla
definizione dei limiti critici e dei sistemi di monitoraggio, dalla stesura e mantenimento della
documentazione comprovante il controllo del CCP, dalla definizione delle azioni correttive,
opportuno limitare i CCP a quelli strettamente necessari evidenziati dall'applicazione dell'albero
delle decisioni e capaci di controllare pericoli essenziali ai fin della salubrit dell'alimento. Per
le fasi di produzione non identificate come CCP si far ricorso al rispetto delle GMP (Buone
pratiche di produzione), definite come tutte quelle attivit preventive necessarie a produrre un
alimento in condizioni igienicamente accettabili e che rappresentano un prerequisito per
l'applicazione di un sistema HACCP efficace. Le GMP, rappresentate dai requisiti igienici della
Pag. 44 di 68
produzione, dal rispetto delle temperature e dei tempi di lavorazione e stoccaggio nonch
dalluso corretto di attrezzature appropriate e dal rispetto delle normative, costituiscono un
approccio razionale al problema e hanno valenza su tutte le produzioni aziendali prese nel loro
complesso. Esse non necessitano di procedure specifiche, al contrario dei CCP che sono specifici
per singolo prodotto o gruppo omogeneo di prodotti e che necessitano pertanto di una procedura
di controllo adeguata. In termini generali le GMP sono essenziali per produrre alimenti sicuri ma
i loro effetti non sono quasi mai quantificabili.
7.7.1 Stabilire i limiti critici per i CCP
Una volta individuati i CCP, necessario valutare per ciascuno di essi, i parametri da utilizzare
come indicatori e l'intervallo di variazione oltre il quale il CCP da considerare fuori controllo.
Limite critico quel valore che distingue larea di accettabilit da quella di inaccettabilit;
espresso sotto forma di media o come limite massimo/minimo. Il limite viene stabilito da chi
nel gruppo abbia conoscenze adeguate del processo, degli standard commerciali e dei limiti
previsti dalla legge.
Sono da preferire i parametri che possono essere controllati in maniera relativamente veloce e
semplice e che possono dimostrare prontamente se il CCP sotto controllo.
I limiti critici possono essere stabiliti in diversi modi: sulla base dell'esperienza, sui valori di
legge quando esistono, sui valori bibliografici generali o ricavati da studi su prodotti analoghi o
sui dati raccolti direttamente in azienda sui prodotti in esame. Quando i limiti sono previsti da
fonti normative, devono ovviamente essere tenuti prioritariamente in considerazione.
Talora si costretti e ricorrere a parametri la cui interpretazione di natura soggettiva da parte
degli operatori. Al fine di limitare la variabilit, necessario che i parametri soggettivi siano
definiti secondo i seguenti criteri:
la scala decisionale deve essere di semplice applicazione e ristretta possibilmente a tre
giudizi: conforme/accettabile/non conforme, dove per :
accettabile significa che il parametro pur essendo rispettato ai limiti della conformit
e richiede di essere osservato con maggiore attenzione o frequenza, in quanto se si
verifica di frequente, le procedure che portano al rispetto di tale parametro devono essere
riviste;
non conforme significa che il parametro non rientra nel range di accettabilit e devono
scattare delle azioni di trattamento delle non conformit ed eventualmente di revisione
delle procedure.
7.8
MONITORAGGIO
Il monitoraggio deve far percepire la perdita di controllo in un CCP in un tempo ragionevole per
lattuazione di una azione correttiva atta a riprendere il controllo del processo prima che ci sia la
necessit di segregare o rifiutare il prodotto. Il difetto delle analisi microbiologiche
Pag. 45 di 68
rappresentato dal costo ma soprattutto dai tempi di risposta incompatibili con la possibilit di
intervenire prontamente sul processo prima che lo stesso vada fuori controllo.
I dati del monitoraggio devono essere valutati da una persona addestrata che abbia la
responsabilit, le competenze e l'autorit per interpretare i risultati e quindi giudicare sicuro un
prodotto al momento della fabbricazione, per attuare il trattamento della non conformit o
l'azione correttiva quando necessario.
Se il monitoraggio non continuo, la sua frequenza deve essere specificata nel piano HACCP.
I sistemi di monitoraggio per il controllo dei punti critici possono essere sulla linea di produzione
(on-line), come ad esempio misure del grado alcolico, con una rilevazione in tempo reale della
situazione o altrove (off-line), che abbisognano di un tempo variabile per lottenimento dei
risultati.
Vanno definiti gli strumenti da utilizzare, compatibilmente alle risorse aziendali economiche ed
umane: non assolutamente necessario che lazienda si doti di strumentazioni sofisticate e
costose che permetterebbero un controllo continuo del parametro da sorvegliare.
I risultati del monitoraggio dei CCP vanno riportati su una apposita scheda in cui devono
figurare il tipo di prodotto, l'indicazione del lotto e/o la data di effettuazione di monitoraggio (se
utilizzata per la identificazione del lotto), i valori rilevati e la firma dell'esecutore del
monitoraggio. Quando possibile i dati del monitoraggio devono essere raccolti in modo da poter
essere elaborati per seguire l'andamento del processo.
7.9
VERIFICA DELLHACCP
La verifica va intrapresa quando stato completato e reso operativo lo studio HACCP, a fronte
dellidentificazione di nuovi rischi e comunque ad intervalli regolari e predeterminati.
La frequenza delle ispezioni e dei controlli analitici va programmata al momento della stesura
del piano HACCP, in quanto dai risultati ottenuti deriveranno azioni da intraprendere. Un piano
di verifica adottabile pu essere rappresentato dal campionamento a fini analitici concentrato
sulle materie prime e lavorazioni pi a rischio, prima e dopo un CCP rappresentando un costo
non indifferente per le imprese artigiane.
Sono da considerare azioni di verifica anche i campionamenti e le ispezioni condotte a caso dagli
operatori degli organi pubblici di controllo nell'ambito delle loro funzioni, lesito delle quali, se
non conformi, potranno essere riportati sul registro delle non conformit.
Pag. 46 di 68
8.
Per Non Conformit si intendono le deviazioni dai limiti critici di accettabilit. In ogni caso la
non rispondenza a limiti previsti dalle leggi in vigore rappresenta una NC.
Qualora non sia possibile trattare immediatamente il prodotto NC, necessario procedere alla sua
segregazione ed identificazione in modo da evitare che altri operatori lo possano considerare
conforme ed utilizzabile lavorazioni successive o, addirittura, pronto per la spedizione e
commercializzazione.
Il trattamento della NC pu consistere in una delle seguenti attivit (a titolo di esempio):
rilavorazione (per es. trattamento in colonna demetilante);
miscelazione/diluizione;
cernita/setacciatura;
riconfezionamento.
Al termine del trattamento deve essere verificato il rispetto dei limiti critici dello stesso
parametro che aveva evidenziato la NC.
Le NC che si possono verificare sono di due tipi:
1. NC conosciute e manifestate nel passato; in questo caso esse devono essere descritte ed
affrontate nelle matrici HACCP (v. Cap. 11) dove viene succintamente descritto il loro
trattamento e dove gioca un ruolo significativo lesperienza del titolare dellazienda che ha
gi vissuto e risolto situazioni analoghe nel passato.
2. NC mai rilevate in precedenza o completamente sconosciute; in questo caso il prodotto deve
essere sottoposto a procedura di analisi adeguata, da valutare volta per volta, prima di essere
liberato.
8.1
Oltre alla presenza di non conformit gestite nell'ambito dellattivit dell'impresa, pu avvenire
che in fase di attuazione dell'autocontrollo si verifichi il caso previsto dall'art.3 Comma 4:
Qualora a seguito dellautocontrollo il responsabile constati che i prodotti possano presentare
un rischio immediato per la salute provvede al ritiro dal commercio dei prodotti in questione e di
quelli ottenuti in condizioni tecnologiche simili informando le autorit competenti sulla natura
del rischio e fornendo le informazioni relative al ritiro....
Risulta evidente che una efficace rintracciabilit dei prodotti non idonei, gi inviati sul mercato,
rappresenta certamente il problema pi complesso da affrontare.
L'identificazione e la rintracciabilit del lotto sono necessarie per garantire di poter risalire ad un
determinato prodotto qualora siano stati riscontrate non conformit in una qualche fase del ciclo
produttivo o commerciale. La rintracciabilit realizzata quando garantito il collegamento fra
il lotto identificato e la documentazione relativa e quando ne garantita l'immediata reperibilit.
Si attua mediante le schede di lavorazione in cui sono riportati il codice della materia prima e
ingredienti utilizzati, la data, i parametri di processo che hanno caratterizzato quella produzione
ed i dati rilevati nei CCP.
Pag. 47 di 68
Nelle imprese artigiane, in cui le condizioni operative non rendono sempre possibile la
compilazione di schede di lavorazione dettagliate, il collegamento tra il lotto di prodotto finito, la
materia prima e le procedure di lavorazione utilizzate si pu ottenere mediante:
indicazione sui documenti di accompagnamento per la vendita oltre alla denominazione e/o
al codice del prodotto anche del lotto di produzione. In questo modo si garantisce la
possibilit di identificare la destinazione ed il ritiro dal commercio di prodotti non conformi.
foglio di lavorazione e/o scheda di rilevazione dei dati di monitoraggio dei CCP riportante la
data di esecuzione dei rilievi.
8.2
AZIONI CORRETTIVE
8.3
REGISTRAZIONI
In azienda deve essere presente il Registro delle NC (v. Allegato 8) nel quale devono essere
annotate oltre alla data, il tipo di NC, il trattamento previsto o attuato, lazione correttiva che ne
pu scaturire, le date di chiusura prevista ed effettiva ed il responsabile dellazione.
Se levento NC stato affrontato nelle matrici HACCP (v. cap. 11) allora si tratta di NC
conosciuta ed sufficiente indicare nel Registro la data ed il tipo di NC; evidentemente questo
pu essere effettuato solo se in azienda operano persone che sono state coinvolte o fanno parte
del gruppo HACCP; altrimenti le matrici dovranno essere rese disponibili agli operatori durante
le attivit di lavorazione al fine di consentire loro il comportamento adeguato nel trattamento
della NC.
Se la NC non era stata presa in considerazione, il Registro deve essere compilato interamente.
Pag. 48 di 68
9.
funzionale. La verifica deve assicurare che i CCP, le procedure di monitoraggio e i limiti critici
siano congrui al sistema e che le azioni correttive siano effettivamente state intraprese in caso di
non conformit.
Nelle imprese non strutturate, ovvero quelle in cui il conduttore esercita un controllo diretto ed
immediato sulle procedure di produzione mentre gli altri operatori svolgono attivit puramente
applicative, si creano le condizioni affinch le procedure di controllo dei CCP si considerino
come GMP, ovvero buone pratiche di lavorazione, senza necessitare di documentazione e quindi
di registrazioni; sufficiente in questi casi redigere un esauriente manuale HACCP da tenere a
disposizione, a titolo di promemoria, nei punti della linea produttiva in cui si deve esercitare un
controllo. A maggior ragione questo discorso vale anche per le aziende che effettuano vendita
diretta o al dettaglio in cui vengono a mancare, o sono fortemente limitate nei tempi e nelle
modalit, le fasi di stoccaggio e di spedizione di PF.
9.1
REVISIONE DELLHACCP
La revisione del piano HACCP, in vista delladeguamento dello stesso alla reale situazione
aziendale, pu nascere a seguito di:
Attivit di verifica;
Modifica della materia prima;
Modifica del flusso produttivo;
Adattamento, ampliamento e modifica delle strutture;
Modifica delle condizioni ambientali di lavoro;
Cambiamento nel numero e tipologia delle apparecchiature di controllo;
Modifica dei piani di pulizia e lavaggio;
Modifica delle procedure e materiali di confezionamento, deposito e distribuzione;
Modifica delle modalit di utilizzo da parte del consumatore;
Innovazioni tecnologiche;
Adeguamenti legislativi.
L'ultima revisione annulla i precedenti documenti approvati e applicabili e rappresenta la
versione del piano di HACCP in vigore in azienda in quel momento.
L'aggiornamento deve essere ben evidente (i documenti andranno ridatati e numerati
progressivamente con il numero della revisione ultima) al fine di evitare che documenti superati
e non pi adeguati possano essere utilizzati sia come riferimento sia come registrazione.
Ogni documento revisionato deve essere anchesso conservato in apposito archivio.
Pag. 50 di 68
10.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Pag. 51 di 68
del
Elenco dei coloranti non nocivi per l' impiego nelle sostanze alimentari e negli oggetti d'uso personale
e domestico.
Pag. 53 di 68
11.
Pag. 54 di 68
2. insilamento
vinacce
sviluppo alcol
metilico
D1
D2
D3
D4
si
si
-
D1
D2
D3
D4
si
no
si
si
D1
D2
D3
D4
si
si
-
D1
D2
D3
D4
D1
D2
D3
D4
si
si
si
no
no
alcol metilico
3.
distillazione
residui rame
4.
stoccaggio del
distillato
presenza alcol
metilico
5. riduzione
del grado
contaminanti
chimici pres.
nellacqua
6.
refrigerazione
7. filtrazione
8. ripristino T
Risposte
albero
decisioni
1.
ricevimento
vinacce
MP mal
conservate
Residui di
fitofarmaci e
metalli pesanti
rilevab.t
pericoli
frequenza
fase
gravit
CCP
limiti
critici
monitoraggio
trattam. NC
tipo
frequenza
azioni
correttive
registraz.
ogni fornitura
Piano di
campionamen
to stabilito
con autorit
sanitaria
competente
rifiuto MP
qualificaz. e
selezione
fornitori
registro NC
si
limiti di
legge
Visivo
Analisi di
laboratorio
no
100 g/100 l
a.a.
controllo T
separazione
teste
ogni partita
ridistillazione
formazione
personale
scheda di
controllo CCP
5 ppm
accertam.
analitico
secondo piano
demetallizzaz
di analisi
sostituzione
rame con
acciaio
certificati
analisi
si
100 g/100 l
a.a.
accertam.
analitico
ogni partita
passaggio in
colonna
demetilante
formazione
personale
registro
laboratorio
no
no
no
no
si
Pag. 55 di 68
ingredienti
deteriorati
10. riposo
11. filtrazione
12.
imbottigliam.
presenza corpi
estranei
13. sigillatura
e spedizione
Risposte
albero
decisioni
9. preparaz. e
miscelazione
ingredienti
rilevab.t
pericoli
frequenza
fase
gravit
D1
D2
D3
D4
si
no
no
D1 si
D2 si
D3 si
D4
CCP
limiti
critici
monitoraggio
trattam. NC
tipo
frequenza
azioni
correttive
registraz.
no
no
no
si
assenza
controllo
visivo
in continuo
filtrazione e
rimbottigliam
formazione
personale
registro NC
no
LEGENDA:
Pag. 56 di 68
1.
ricevimento
MP
merce mal
conservata
residui di
fitofarmaci
2.
stoccaggio
MP
**
3.
preparazione
ciliegie
corpo estraneo
o ciliegie
difettose
4.
preparazione
liquore
5.
immersione
ciliegie in
liquore
ciliegie avariate
6.
filtrazione
caduta corpo
estraneo
7.
riempimento
immissione
corpo estraneo
Risposte
albero
decisioni
rilevab.t
pericoli
frequenza
fase
gravit
D1
D2
D3
D4
si
no
si
no
D1
D2
D3
D4
D1
D2
D3
D4
D1
D2
monitoraggio
trattam. NC
tipo
frequenza
azioni
correttive
registraz.
si
limiti di
legge
Visivo
Analisi di
laboratorio
rifiuto MP,
accettazione
in deroga
Piano di
Ogni fornitura campionamen
to stabilito
con autorit
sanitaria
competente
qualificaz. e
selezione
fornitori
registro NC
no
si
assenza
controllo
visivo
in continuo
cernita e
scarto NC
selezione
fornitori
registro NC
no
controllo
presenza e
corretta posiz.
griglie
ogni
lavorazione
cernita
scarto NC
qualificaz.ne
personale
registro NC
si
si
-
D1
D2
D3
D4
limiti
critici
CCP
si
si
si
si
si
no
si
assenza
si
assenza
controllo
efficacia az.
filtrante
ogni
lavorazione
filtrazione
sostituzione
filtro
registro NC
no
Pag. 57 di 68
bottiglie e
8. sigillatura
9.
stoccaggio e
spedizione
Risposte
albero
decisioni
rilevab.t
pericoli
frequenza
fase
gravit
D3
D4
non rispetto
regola FIFO
CCP
limiti
critici
no
monitoraggio
trattam. NC
tipo
frequenza
azioni
correttive
registraz.
no
-
** = le ciliegie sono allo stato fresco e vengono normalmente impiegate il giorno successivo a quello di arrivo
LEGENDA:
Pag. 58 di 68
12.
ALLEGATI
Pag. 59 di 68
spogliatoio
bagno
docce
cernita-miscelazione
uffici
uffici
uffici
distillazione
imbottigliamento
magazzino PF
caldaia
magazzino
ingredienti
magazz.
imballi
laborat.
analisi
Pag. 60 di 68
RISCONTRO
E
NOTE
C
V
1
A1
A6
trappola
B3
esca sciolta
TOTALE
Legenda:
E = Escrementi
C = Catture
sostituzione esca
I = Impronte
RISCONTRO
T
B1
lampada
C4
trappola feromoni
F3
TOTALE
Legenda:
T =Tracce
F = Frammenti
topo domestico
R = Rosicchiature
V = Avvistamenti
INSETTI
SETTORE TIPO
A = Adulti
V = Avvistamenti
NOTE
F
1
-
L = Larve
DATA___________________
FIRMA ______________________
Pag. 61 di 68
IN FUNZIONE DAL :
UBICAZIONE :
DEVIAZIONE AMMESSA
CON STRUM. CAMPIONE:
FREQUENZA DI TARATURA :
LETTURA
STRUMENTO
LETTURA
STRUMENTO
CAMPIONE
FONDO
SCALA:
STRUMENTO
CAMPIONE
DATA
LIMITI
SCALA:
2^ parte
ESITO E FIRMA
OPERATORE
N DI SERIE :
LETTURA
FINALE DOPO
TARATURA
CODICE ATTRIBUITO:
DEVIAZIONE
RISCONTRATA
TIPO DI APPARECCHIO :
DATA
PROSSIMA
TARATURA
1^ parte
MISURA DI :
NOTE:
Pag. 62 di 68
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
Note:
Pag. 63 di 68
ESTERNO
LABOR.
MAG. PF
MAG. MP
0 = Conforme
1 = Non Conforme
AREE STABLIMENTO
LAVOR.
Legenda :
RICEV.
N RILEV.
Data
_________________
Rilevatore ________________
AREA
FREQUENZ
A
RESP.
PRINCIPIO T C
ATTIVO
min.
tutti
esterno
rivestimenti
esterni tunnel
Rossa
semestrale
tutti
YYY
40
superfici
interne tunnel
Rossa
trimestrale
tutti
XXX
70
15
pulizia
generale
Locali
caldaia
semestrale
turno
zanzariere
Stabilimento annuale
tutti
pulizia
generale
Locale
compressori
semestrale
turno
pulizia
generale
Cabine
elettriche
semestrale
turno
parti
poco Stabilimento mensile
accessibili
macchinari
turno
pulizia
generale
CNF
canaline
elettriche
Stabilimento semestrale
zona
mensile
confezionam
Pag. 64 di 68
SAPONE
40
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
MESE
GENNAIO
FEBBRAIO
L
B
MARZO
L
C
E
F
GIUGNO
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE
I
I
I
L
DICEMBRE
pulizia pianificata
Pag. 65 di 68
LEGENDA:
A
OTTOBRE
NOVEMBRE
I
I
L
H
I
H
APRILE
MAGGIO
pulizia eseguita
I
C
E
ORE
ARGOMENTO
febbraio
tutti
marzo-aprile
18 giugno
20 ottobre
GMP
Pag. 66 di 68
DOCENTE
PARTECIPANTI
corso
specializzazione
operatore addetto
confezionamento
corso esterno
PRO e CONF
al
esteriore
merceologico
data scadenza
organolettico
X*
X*
alcol etilico
materiale confezionamento
X*
materiale imballaggio
ingredienti
X*
additivi/aromi/coloranti
sanificanti
X*
pulizia automezzo
quantitativo
MP vegetali
puntualit
MERCE ACQUISTATA
documentale
CONTROLLI DA EFFETTUARE
X*
X*
X*
X*
.
* = controlli ad elevata criticit e per i quali prevedibile anche non accettare la merce.
LEGENDA:
controllo documentale:
controllo quantitativo:
Pag. 67 di 68
DESCRIZIONE NC
TRATTAMENTO
AZIONE
CORRETTIVA
Pag. 68 di 68
DATA CHIUSURA
PREVISTA
EFFETTIVA
RESP. NOTE