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LE FIGURE RETORICHE1 [1] Un esempio eccezionale di dialogo sarcastico quello tra Bernard Shaw (drammaturgo, narratore e saggista irlandese) e
Winston Churchill. Bernard Shaw mand a Churchill un biglietto per la prima di una delle sue commedie con una nota: Avrei piacere di vederla tra il pubblico.
Churchill restitu il biglietto con un messaggio: Mi dispiace di non poter partecipare alla prima. Verr volentieri a una replica, se ce ne sar una. Bernard Shaw
gli mand allora due biglietti per unaltra serata scrivendo: Avrei piacere che venisse a teatro accompagnato da un amico, se ne ha uno.
nome
Esempio dell'uso
quotidiano
Pubblicit
- DI SUONO / FONETICHE
Allitterazione2
[2]
assonanza3 [3]
Brrr Brancamenta
Sereno , sereno
sar, se non sar
Fresche le mie parole ne la sera / ti sien come il fruscio che
sereno si rasserener fan le foglie (D'Annunzio); Meriggiare pallido e assorto
(Montale)
parte, grande
consonanza4 [4]
Onomatopea
Ululare, miagolare,
tintinnare, ticchettio,
rimbombo,
paranomasia5 [5]
danno
calembour6 [6]
pancia (?)
Per vedere, fatti vedere
Figura
etimologica7 [7]
Ricordati di ricordare
- DI ORDINE
asindeto8 [8]
ellissi9 [9]
Bella giornata!
anafora10 [10]
Questa morbidezza,
questo colore, questo
aroma
epifora11 [11]
Enumerazione
Bisogna mangiare
regolarmente, nutrirsi
in modo sano, fare
movimento
11[11] ripetizione della stessa parola alla fine di frasi, versi, strofe
endiadi12 [12]
dittologia13 [13]
anastrofe14 [14]
Cammin facendo,
eccezion fatta, vita
natural durante,
iperbato15 [15]
chiasmo16 [16]
Un Sito in mostra. La
Mostra di un sito
Giovanni il primo,
lultimo Francesco
anacoluto17 [17]
Voi calciatori, vi ci
vuole poca fatica per
guadagnare molto
- DI SIGNIFICATO
Allegoria18 [18]
antitesi
Diritto
E nulla stringo e tutto il mondo abbraccio (Tetrarca)
Antonomasia19
[19]
Il Cavaliere, l'Avvocato,
l'Apostolo, un Adone,
un vandalo, un giuda,
climax
Ascendente
Ti voglio bene, ti
desidero, ti amo
Desidero, voglio,
pretendo.
Discendente
eufemismo20 [20]
Andarsene, spegnersi,
finire di soffrire,
passare a miglior vita
( = morire)
Detenuto, non
10
vedente, operatore
ecologico, le estremit,
cattivo odore,
decesso, dipartita,
scomparsa
male incurabile
Iperbole
Per difetto
Mangia come un
uccellino
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi / che 'n mille dolci nodi gli
avvolgea
Annega in un bicchiere
d'acqua
Bevi un goccio di vino
Vediamoci un attimo
11
passione
un secolo che non ti
vedo
Pi veloce della luce!
Sono al settimo cielo
Sono in un mare di
guai
Ironia
Litote21 [21]
12
metafora22 [22]
Il dorso della
montagna, il tunnel
della droga, la spirale
della violenza, il
baratro della
depressione, le gambe
del tavolo, il collo della
bottiglia, un ragazzo
brillante, l'abisso
dell'ignoranza, la pelle
vellutata, la sera della
vita, cime dentate
navigare dolcemente, il
tempo vola, il vento
urla, volano gli schiaffi,
tenere la bocca chiusa
Metonimia23 [23]
22[22] trasporto di significato (la figura retorica per eccellenza!)NOTA: nella metafora i termini appartengono a campi semantici diversi, nella metonimia e nella
sineddoche fanno parte dello stesso campo semantico
13
Ascolto Mozart
Leggo Dante
Il prodotto col
produttore
Corre in Ferrari
La causa per l'effetto
Vivere del proprio
lavoro
L'effetto al posto
della causa
Quel bambino una
gioia
Guadagnarsi la vita col
sudore della fronte
Il contenitore per il
contenuto
Abbiamo mangiato un
piatto squisito
Lo strumento per chi
lo usa
Emilia un primo
23[23] (= scambio di nome) sostituzione di un termine con un altro, che abbia col primo un rapporto di contiguit logica
14
violino
L'astratto per il
concreto
Quella ragazza una
bellezza
Eludere la sorveglianza
La forza della giovent
Il concreto per
l'astratto
Quel ragazzo ha del
fegato
Il luogo per i suoi
prodotti
Una bottiglia di Chianti
La marca per
l'oggetto
Indossa sempre i Levi's
La sede per le
persone
Montecitorio, il
Quirinale, la Casa
Bianca
15
Stare in panchina
Le divise per chi le
porta
I bianconeri
L'oggetto per
l'inventore
( raglan, cardigan,
moneta, biro,
pantaloni, mansarda)
Ossimoro24 [24]
Un piccolo grande
amore
Ragazzaccio bellissimo
Silenzio eloquente
16
Paradosso
parallelismo25 [25]
perifrasi26 [26]
preterizione27 [27]
Lasciamo perdere il
fatto che non mi hai
restituito i soldi
17
Similitudine
Cammina silenzioso
come un gatto
Laria trasparente
come un cristallo
Salta come un canguro
sineddoche28 [28]
18
zimarre. (Manzoni)
E se da lunge i miei tetti saluto (Foscolo)
19
sinestesia29 [29]
Un fresco profumo, Le
sue dolci parole, Un
silenzio glaciale,
Sorriso amaro, Paura
nera, Colore caldo,
unesplosione di luce,
una voce chiara, suono
chiaro, parole oscure,
Pulito profondo
Freschezza profonda
Profumo silenzioso
Il sapore splende
Vedere voci
Si chiamano figure retoriche i diversi aspetti che il pensiero assume nel discorso per trovare efficace e viva espressione.
Considerate nel mondo classico come modi di espressione lontani da quelli della comunicazione ordinaria e quotidiana e per questa ragione
ascritti solamente al campo della poesia in virt del loro peculiare ornato, oggi le figure retoriche vengono intese in un'accezione pi
vasta come VEICOLI DI SIGNIFICATO che permettono cio al lettore di cogliere i significati nascosti dietro le parole, cio di scoprire tratti
semantici nuovi rispetto alluso comune delle parole stesse.
Da questo punto di vista, dunque la funzione delle figure diventa essenziale all'interno di un discorso, non tanto per abbellirlo, quanto
piuttosto per comunicare ad esso una particolare carica emotiva che consiste nel sorprendere il lettore e non lasciarlo indifferente (=
effetto dello straniamento o, come dicevano gli antiche greci, dellaprosdketonon).
A evidenziare il particolare valore, da esse, di volta in volta, veicolato, la Retorica, che la scienza che studia le propriet del discorso, le ha
distinte, tradizionalmente, in:
- figure di PAROLA = SI BASANO SULLA FORMA DELLE PAROLE (allitterazione, anacolto, chiasmo, climax,);
29[29] accostamento di parole che mandano a sensazioni diverse
20
- figure di PENSIERO = SI BASANO SUL SIGNIFICATO DELLE PAROLE (antonomsia, analssi, apstrofe, eufemismo, iprbole, ironia, litote,
metfora, ossmoro, similitudine, sinddoche / metonmia, sinestesia );
INDICE
1) ALLITTERAZIONE (fig. di parola)
2) ANACOLUTO (fig. di parola)
3) ANALESSI (O FLASHBACK) VS PROLESSI (fig. di pensiero)
4) ANTONOMASIA (fig. di pensiero)
5) CHIASMO (fig. di parola)
6) CLIMAX (La climax) (fig. di parola)
7) EUFEMISMO (fig. di pensiero)
8) IPERBOLE (fig. di pensiero)
9) IRONIA (fig. di pensiero)
10) LITOTE (fig. di pensiero)
11) METFORA (fig. di pensiero)
12) OSSMORO (fig. di pensiero)
13) RETICENZA (fig. di pensiero)
14) SIMILITUDINE (fig. di pensiero)
15) sineddoche (Cfr. > METONMIA) (fig. di pensiero)
16) SINESTESIA (fig. di parola)
1.ALLITTERAZIONE
L'allitterazione una figura retorica di parola che consiste nella ripetizione di una lettera, di una sillaba o pi in generale di un
suono all'inizio o all'interno di parole successive (Coca Cola, Marilyn Monroe, Deanna Durbin, Mickey Mouse).
Pone l'attenzione sui rapporti tra le parole fonicamente messe in rilevanza, al fine di catturare lattenzione del lettore su quella catena
fonbica di suoni ed evocare cos determinate idee o emozioni.
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Esempio: lallitterazione dei suoni f / sc riproduce la sensazione del fruscio del fogliame agitato dal dolce vento, paragonato alla dolcezza
delle parole del poeta:
"Fr/e/sche le mie parole ne la s/era
ti sian come il frusco che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso...
(G. DAnnunzio)
Allitterazione deriva dal latino adlitterare, che significa appunto "allineare le lettere".
2.ANACOLUTO:
Figura retorica di parola in cui non rispettata volutamente la coesione tra le varie parti della frase. quindi una rottura della regolarit
sintattica della frase. E' un effetto della mimesi (=imitazione) del parlato, per cui chi se ne serve nello scritto, come il Manzoni, intende
riprodurre le irregolarit comuni della lingua parlata, al fine di rendere la lingua letteraria il pi realistica possibile, ovvero attinente alla
lingua viva, parlata dal popolo (VS lingua ricercata e difficile Barocca).
Non a caso, il Manzoni mette in bocca gli anacoluti ai personaggi del popolino comune, per evidenziarne da una parte la semplicit del
parlare, ma dallaltra anche la loro grande capacit comunicativa, secondo il principio del parlare pana al pane, vivo al vino, cio in modo
molto concreto e veritieri, senza cio gi arzigogoli e i termini difficili (latinismi, arcaismi..) della lingua dei colti (Cfr. lingua barocca),
finalizzata invece ad astrarre i concetti e ad ingannare la gente comune (Cfr. linguaggio dellAzzeccagarbugli, capitolo 3).
Alcuni esempi:
Quelli che moiono, bisogna pregare Iddio per loro (A. Manzoni)
(= Bisogna pregare Iddio per coloro che moiono).
I soldati, il loro mestiere di prendere le fortezze (A. Manzoni)
(= Il mestiere dei soldati di prendere fortezze).
Lei sa che noi altre monache, ci piace sapere le cose (A. Manzoni)
(= Lei sa che a noi altre monache piace sapere le cose)
> Cfr. A ME MI PIACE la marmellata = A ME piace la marmellata!!!
3. ANALESSI vs PROLESSI
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L'analessi o retrospezione o, impropriamente, flashback una figura retorica di pensiero che consiste nell'evocazione pi o meno ampia
di un evento anteriore al punto della storia in cui ci si trova e pu essere introdotta nel corso del racconto da demarcatori temporali del
tipo "alcuni anni fa" in opposizione a "ora", oppure da verbi come "ricordare", "pensare".
Pi precisamente, in un testo, quando l'autore vuole spiegare qualcosa avvenuto in tempo passato rispetto a quello narrativo nel brano,
sceglie di interrompere la narrazione nel tempo presente e di retrocedere nel passato, narrando cos eventi passati come se stesse narrando
eventi al presente. E in questo caso si parla di analessi.
Nei Promessi Sposi luso dellanalessi importante perch permette di aprire digressioni sul passato dei personaggi che entrano in scena di
nei vari capitoli, come nel flashback per spiegare lorigine delle grida (capitolo 1), o nel flashback sulla vita passata di padre Cristoforo
(capitolo4) o nel flashback sulla vita passata di Gertrude, = la monaca di Monza (capitolo 20).
Il contrario dell'analessi, cio la narrazione di eventi collocati nel futuro, detto prolessi.
Non vi sono esempi di prolessi nei I Promessi Sposi poich nel romanzo storico interessa delineare i fatti del presente e del passato, mentre
ci che riguarda il futuro, non essendo ancora storia, attiene ad altri generi letterari (romanzi davventura o di fantascienza).
4. ANTONOMASIA
L'antonomsia una figura retorica di pensiero con la quale ad un nome si sostituisce una denominazione che lo caratterizza. Si pu
sostituire un nome comune o una perifrasi ad un nome proprio, per personaggi celebri, o viceversa. Nel primo caso si hanno spesso finalit
apologetiche e si possono creare soprannomi o addirittura nomi o cognomi, nel secondo si riassumono sinteticamente intere categorie e si
possono creare nuovi nomi comuni. Ad esempio, nel primo caso:
"il poeta" o "il Poeta" al posto di Dante Alighieri
"el pibe de oro" al posto di "Maradona"
"l'eroe dei due mondi" al posto di "Garibaldi"
Mentre nel secondo caso:
"perpetua" per l'assistente personale di un sacerdote (da Perpetua, il personaggio dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni, domestica di
Don Abbondio)
"ercole" o "un Ercole" per un uomo di grande forza (dall'eroe greco Ercole)
"paparazzo" o "un Paparazzo" per un fotografo di attualit (dal nome del fotografo del film di Fellini "La dolce vita")
Sei un Dongiovanni al posto di donnaiolo.
La parola "antonomasia" utilizzata anche nell'espressione "per antonomasia", che significa "per eccellenza".
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5. CHIASMO
Il chiasmo o chiasma (letteralmente dal greco "struttura a croce di chi greca") la figura retorica di parola in cui si crea un incrocio
immaginario tra due coppie di parole, in versi o in prosa.
La disposizione contrapposta delle parole pu essere raffigurata mediante la lettera greca
"ch" aspirata, da cui origina il termine "chiasmo".
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7. EUFEMISMO
L'eufemismo (dal verbo greco (Euphemo), risuonare bene oppure dal verbo greco (Euphem), parlar bene, dir bene)
una figura retorica di pensiero che consiste nell'uso di una parola o di unespressione, al fine di attenuare il carico espressivo di ci che si
intende dire, perch ritenuto o troppo banale, o troppo offensivo, osceno o troppo crudo, o troppo doloroso.
Ad esempio:
"questo piatto lascia desiderare" per non dire che ripugnante;
"Tizio non particolarmente intelligente" per non dire che stupido (anche se in questo caso si parla pi propriamente di litote);
"il caro nonno non pi tra noi" per attenuare una proposizione di senso troppo crudo del tipo "il nonno morto".
Nei Promessi Sposi il Manzoni si serve delleufemismo, ad esempio, per descrivere la morte di Fra Cristoforo:
<< and a ricevere il premio della sua carit>> per dire "mor" in modo attenuato e delicato, per onorare la figura di un uomo santo e
buono.
Il suo opposto il disfemismo, in cui si usa volutamente, ma in senso scherzoso o affettuoso, una parola sgradevole o volgare al posto di
una normale o positiva
8. IPERBOLE
L'iperbole (dal greco , hyperbol, eccesso) una figura retorica di pensiero che consiste nell'esagerazione nella descrizione della
realt tramite espressioni che l'amplifichino, per eccesso o per difetto.
darei la testa per quella macchina!
il prezzo del petrolio schizzato alle stelle
ti amo da morire
perdere quell'amichevole fu per noi una catastrofica sconfitta
dammi un goccio di vino
vado a fare quattro passi
ci facciamo due spaghetti
aspetta un secondo
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Dagli studiosi stato messo in luce che l'iperbole presuppone la "buona fede" di chi la usa: non si tratta infatti di un'alterazione della realt
al fine di ingannare ma, al contrario, allo scopo di dare credibilit al messaggio, attraverso un eccesso nella frase che imprima nel
destinatario il concetto che si vuole esprimere.
9. IRONIA
L' ironia (dal greco antico ; eironea, ovvero: ipocrisia, falsit o finta ignoranza) una figura retorica di pensiero che consiste
nell'affermare qualcosa che esattamente il contrario di ci che si vuole intendere, ma in modo da renderlo percepibile a chi ascolta.
Lironia ha la funzione di far riflettere il lettore sulla situazione psicologica ed emotiva della situazione, al fine di drammatizzarla o, al
contrario, di sdrammatizzarla; spesso lironia accompagnata da segni di punteggiatura di valore metalinguistico ed emotivo, come i
(puntini di sospensione) o il !? (punto esclamativo + interrogativo).
Esempio nei Pormessi Sposi:
<< La consigli di venirsi a mettere sotto la mia protezione>>
= frase ironica proferita da don Rodrigo a Fra Cristoforo e riferita a Lucia, poich Don Rodrigo, in realt, intendeva far del male alla
promessa sposa.
10. LITOTE
La litote una figura retorica di parola che consiste nellaffermare un concetto attraverso la negazione del suo contrario.
E una figura simile alleufemismo, ma si distingue da esso proprio per la presenza di un elemento di negazione (non).
Come leufemismo, anche la litote funzionale ad attenuare il carico espressivo di ci che si intende dire, perch ritenuto o troppo banale, o
troppo offensivo, osceno o troppo crudo, o troppo doloroso.
Un esempio di litote probabilmente la definizione che Alessandro Manzoni d di Don Abbondio nei Promessi sposi:
Don Abbondio (il lettore se n' gi avveduto) non era nato con un cuor di leone
per affermare il suo contrario, cio che era un pusillanime, un pauroso, un codardo, ma in modo attenuato, delicato, non crudo e diretto
(Don Abbondio era un vile e codardo), poich il Manzoni non intendeva demonizzare la persona, quanto denunciarne il difetto / peccato
morale (in base al principio cristiano del salvare la persona, ma condannare il peccato)
11. METAFORA
La metafora (dal greco , da metaphr, io trasporto) un tropo, ovvero una figura retorica che implica un trasferimento di
significato. Si ha quando, al termine che normalmente occuperebbe il posto nella frase, se ne sostituisce un altro la cui "essenza" o funzione
va a sovrapporsi a quella del termine originario creando, cos, immagini di forte carica espressiva.
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Differisce dalla similitudine per l'assenza di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali ("come").
La metafora non totalmente arbitraria: in genere si basa sulla esistenza di un rapporto di somiglianza tra il termine di partenza e il
termine metaforico, ma il potere evocativo e comunicativo della metafora tanto maggiore quanto pi i termini di cui composta sono
lontani nel campo semantico
Il linguaggio manzoniano risulta arricchito attraverso lutilizzo di frequente di metafore. Il senso metaforico pu essere sia individuato
esplicitamente in una singola frase, sia ricercato pi profondamente in una intera scena del romanzo, o addirittura pu essere utilizzato per
tracciare pi significativamente il carattere dei personaggi attraverso il loro linguaggio.
"...un agnello se nessun lo tocca, ma se uno vuol contraddirgli...", cos che attraverso il giudizio di Don Abbondio il lettore inquadra il
carattere docile, ma impulsivo alloccorrenza, di Renzo, grazie al semplice utilizzo di una breve ma incisiva configurazione retorica.
Un esempio di metafora in senso pi ampio viene fornito nel quinto capitolo nellintera sequenza che ha come protagonista Fra Cristoforo
nel suo percorso verso il palazzotto di Don Rodrigo. Infatti nella descrizione della realt paesaggistica e sociale che circonda labitazione del
signorotto, lautore ricorre a metafore animalesche che danno unidea grottesca della condizione e dei costumi di quella gente alterata dalla
stessa violenza che regna nel palazzo: "...omacci tarchiati e arcigni...", "...vecchi che, perdute le zanne parevano sempre pronti, chi nulla
nulla gli aizzasse, a digrignar le gengive...".
Anche in seguito riappare questa associazione uomo-animale quando lautore accosta i due avvoltoi morti ai due bravi, (tutti definiti
"creature" senza alcuna distinzione) posti a protezione di fronte al portone allesterno del palazzotto.
12. OSSMORO
L'ossimoro (pronunciabile tanto ossimro quanto ossmoro, dal greco , composto da acuto e sciocco) una figura
retorica di pensiero che consiste nell'accostamento di due termini in forte antitesi tra loro.
A differenza della figura retorica dell'antitesi, i due termini sono spesso incompatibili. Si tratta quindi di una combinazione scelta
deliberatamente o comunque significativa, tale da creare un originale contrasto, ottenendo spesso sorprendenti effetti stilistici che
meravigliano / stupiscono il lettore (effetto dello straniamento o aprosdketon).
Esempi: brivido caldo, urlo silenzioso, disgustoso piacere, copia ori ginale.
Esempi di ossmoro nei Promessi Sposi:
- Assaporato dolorosamente ( capitolo 2, r. 33)
- Modestia un po' guerriera"( capitolo 2, r. 360).
-Silenzio assordante (capitolo 32, r.45)
13. RETICENZA
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La reticenza (dal latino reticere, tacere), detta anche 'aposiopesi (dal greco aposipsis, derivato da aposip, io taccio), chiamata
anche sospensione, una interruzione improvvisa del discorso, per dare l'impressione di non poter o non voler proseguire, ma lasciando
intuire al lettore o all'ascoltatore la conclusione, che viene taciuta deliberatamente per creare una particolare impressione.
La reticenza ha una forte connotazione emotiva e consiste nel fatto che lautore preferisce sottintendere espressioni forti o giudizi morali sui
personaggi,lasciando alla sensibilit del lettore intuire i contenuti delle espressioni interrotte.
Il segno grafico caratteristico della reticenza sono i puntini (tre) di sospensione.
Esempio:
E questo padre Cristoforo, so da certi ragguagli che un uomo che non ha tutta quella prudenza, tutti quei riguardi... (Manzoni, I
promessi sposi)
14. SIMILITUDINE
La similitudine la figura retorica in cui si paragona un oggetto ad un altro le cui propriet sono ben note. Ad esempio:
bianca come la neve
rosso come il fuoco
Differisce dalla metafora per la presenza di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali ("come") e per le conseguenze nella struttura della
frase che questo comporta.
Differisce dal parallelismo per l'assenza di "come...cos..." o costrutti analoghi.
Esempi di similitudine nei Promessi Sposi:
- E quelle parole frizzavano sull'animo della poveretta, come lo scorrere d'una mano ruvida sur una ferita.
- gli altri pensieri che s'erano affollati alla mente risvegliata di Gertrude, si levaron subito, come uno stormo di passere all'apparir del
nibbio
- " E il viso si contraeva, come le foglie d'un fiore"
- Il cuore, trovandosene cos poco appagato, avrebbe voluto di quando in quando aggiungervi, e goder con esse le consolazioni della
religione; ma queste non vengono se non a chi trascura quell'altre: come il naufrago, se vuole afferrar la tavola che pu condurlo in salvo
sulla riva, deve pure allargare il pugno e abbandonar l'alghe, che aveva prese, per una rabbia d'istinto
Una similitudine paesaggistica o dambientazione la descrizione del castello dellInnominato (Capitolo 19), in cui gli aspetti angusti,
isolati e tetri del paesaggio sono la trasposizione metaforica dei tratti dellanimo corrotto e malvagio dellInnominato stesso:
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- Dallalto del castellaccio, come laquila dal suo nido insanguinato, il selvaggio signore dominava tutto lo spazio dove piede duomo
potesse posarsi, e non vedeva mai nessuno al di sopra di s, n pi in alto.In queste righe, con cui Manzoni delinea sempre pi chiaramente la personalit del personaggio, presente una significante similitudine:
laquila un uccello rapace che vola molto in alto ma soprattutto molto acuto. Una somiglianza che si adatta alla figura dellInnominato,
con il nido ancora macchiato di sangue, simbolo dei molteplici delitti commessi.
15. SINDDOCHE
La sinddoche (dal greco , ricevere insieme) una figura retorica che consiste nell'uso in senso figurato di una parola al posto
di un'altra, mediante l'ampliamento o la restrizione del senso. La sostituzione pu essere:
della materia per loggetto (Il legno solcava agile il m are per La nave; o il ferro" al posto della "spada")
del singolare per il plurale e viceversa ("l'Italiano" -inteso come persona- "all'estero" per "gli Italiani all'estero");
dello strumento per la qualit (Sei una buona forchetta per Sei un gran mangiatore = vorace).
del contenitore per il contenuto (Ci facciamo un bicchierino? per Beviamo il contenuto del bicchiere = in genere alcolico: vino,
birra).
La sineddoche si distingue dalla metonimia perch si basa su relazioni di tipo quantitativo:
- di una parte parte per il tutto (LOlanda per i Paesi Bassi);
- del singolare per il plurale (LItalia in crisi economica per indicare Gli italiani stanno vivendo un periodo di crisi).
16. SINESTESA
La sinestesia una figura retorica di parola che prevede l'accostamento di due sfere sensoriali diverse. Si tratta quindi di una
combinazione scelta deliberatamente o comunque significativa, tale da creare un originale contrasto, ottenendo spesso sorprendenti effetti
stilistici che meravigliano / stupiscono il lettore (effetto dello straniamento o aprosdketon), quindi ha una funzione identica a
quella dell ossmoro.
Ha largo uso in poesia ed in genere nella versificazione.
Allurlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? (Salvatore Quasimodo, Alle Fronde dei Salici , da
La buona novella) (udito e vista)
profumo fresco (olfatto e tatto)
colori chiassosi (vista e udito)
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muto sapore (udito e gusto)