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New Consensus Macroeconomics

In quale luogo la Macroeconomia riceve il Nuovo Consenso?


Il ruolo della politica fiscale e di governo nella Macroeconomia moderna.
Di Giuseppe Fontana
La raccolta di lavori dellIstituto di Economia Levy, presenta la ricerca degli studenti e partecipanti
alla conferenza dellIstituto Levy. Lo scopo quello di disseminare idee e suscitare commenti da
universitari e professionisti.
LIstituto di Economia Levy del Bard College, fu fondato nel 1986, unorganizzazione no-profit,
indipendente, volta al servizio pubblico, la quale supporta le sue ricerche in modo autonomo.
Attraverso le borse di studio e la ricerca economica, genera responsi di politica pubblica effettiva e
sostenibile nei confronti di importanti problemi economici che intaccano profondamente la qualit
della vita negli Stati Uniti e allestero.

SOMMARIO
In luce dei recenti drammatici accadimenti economici degli scorsi mesi e linabilit di prevenirli da
parte degli intellettuali e degli organi decisionali, il modello del Nuovo Consenso della
Macroeconomia (NCM) stato soggetto di molte critiche. Questo studio prende in considerazione
una delle principali critiche che si sono intersecate con il modello NCM, ad esempio, lassenza di
qualsiasi ruolo essenziale per la politica fiscale e di governo. Data limportanza del settore pubblico
e del ruolo in ascesa della politica fiscale nelle economie moderne, difficile difendere questa
supposizione semplificata del modello NCM. La ricerca ritiene che gli argomenti convenzionali usati
per supportare queste supposizioni discutibili compreso le ragioni storiche, le proposizioni
politiche, e i problemi pratici non abbiano delle solide fondamenta. Non vi , difatti, nulla nel
modello, inerente alla moneta, nelle politiche di stabilizzazione. Pertanto, la politica fiscale potrebbe
giocare un ruolo tanto importante quanto la politica monetaria nel modello NCM.

Parole Chiave: Politica Fiscale; Nuovo Consenso; Economia Keynesiana; Modello Macroeconomico

New Consensus Macroeconomics

1. INTRODUZIONE
Gli ultimi mesi hanno visto una drammatica successione di eventi: le crisi subprime negli Stati Uniti,
che ospitano il mercato, hanno innescato un momento critico nel credito nazionale e una conseguente
profonda crisi finanziaria nel mondo. Se ci fosse qualsiasi dubbio, questo proverebbe che lintero
mondo economico stia soffrendo, con discussioni di recessioni lunghe e molto importanti. Molti dei
colleghi che hanno preso parte alla conferenza - tenutasi a Berlino (ottobre 2008) di Hans Bockler
Stiftung hanno rivendicato che questo anche un periodo di profondo ripensamento intellettuale e di
difensori politici. Il Nuovo consenso macroeconomico, allontanerebbe le continue sfide poste dalle
crisi finanziarie e la recessione economica mondiale? O il NCM migliorerebbe il modello stesso in
modo da contenere queste sfide?
Questo studio non volto a dare risposte a tali domande. Ha uno scopo molto pi modesto. Mira a
fornire una visione delle recenti evoluzioni di modelli formali di Macroeconomia prima di considerare
il modello NCM e una delle principali debolezze, lassenza di un ruolo esplicito per la politica fiscale
e di governo nel suo sistema centrale di tre equazioni. Ci fornisce solo linizio di una risposta a
queste domande difficili, ma probabilmente linizio necessario, ai fini di valutare la significativit
di tali domande.
2. LE ORIGINI STORICHE DEL MODELLO DEL NUOVO CONSENSO DELLA
MACROECONOMIA
Intellettuali e difensori politici hanno usato modelli di macroeconomia per un lungo periodo. I primi
modelli formali fecero la loro comparsa nei primi anni del 1960. Avevano due caratteristiche
principali. In primis, erano il risultato di un lavoro universitario e delle banche centrali. Al tempo, il
dibattito della macroeconomia era dominato dalle cosiddette sintesi neoclassiche, ed era una
conseguenza naturale che universitari e praticanti costruissero sulle conoscenze teoriche cos da
produrre modelli formali di macroeconomia. Per la seconda caratteristica, universitari e difensori
politici hanno unito le forze nella costruzione di modelli capaci di dare una rappresentazione
comprensiva e dettagliata della struttura delleconomia. I primi modelli avevano quindi una struttura
pi grande, costruiti con schema settore su settore, con una base equazione su equazione, spesso
utilizzando il bilancio statistico di reddito nazionale. Le suddette categorie dei primi modelli di
macroeconomia erano ben rappresentate nel primo modello strutturale usato alla Federal Reserve
Board (FRB) negli Stati Uniti, il cosiddetto modello MPS.
Il modello MPS era un progetto con i membri dello staff dellFRB guidati da Frank de Leeuw, cos
come gli studenti di economia guidati da Franco Modigliani al MIT e Albert Ando delluniversit
della Pennsylvania. La sigla stessa MPS infatti indice di un lavoro in collaborazione tra gli
universitari e i praticanti; MPS acronimo di MIT, Universit della Pennsylvania e il consiglio di
Ricerca di Scienze Sociali, il quale ha supportato il progetto.
Il Modello MPS, che rimasto il primo modello formale per lo staff dellFRB, dal tardo 1960 fino
agli inizi del 1996, era un grande modello strutturale. La sua prima versione era composta da circa
125 equazioni probabilistiche e pi di 200 identit.
Per decenni, grandi modelli strutturali come lMPS sono stati popolari tra universitari e tirocinanti,
ma lentamente hanno perso il loro fascino accademico. Per questo risultato ci sono state due cause
principali. Primo, gli universitari si lamentavano che grandi modelli strutturali contenevano molte
equazioni ed identit, rendendo il tutto difficile. In altre parole, ci significava che le implicazioni di
questa politica erano spesso difficili da capire. Inoltre, quando venivano fatti dei tentativi che avevano
successo, le implicazioni non erano plausibili. In secondo luogo, gli universitari lamentavano che i
grandi modelli strutturali, per propria natura, non erano capaci di contenere nuove teorie e progressi
empirici. Ponendolo in una visione diversa, il progresso universitario registrato tra il 1970 e il 1980
non poteva essere contenuto in modelli formali di centinaia di equazioni. Sicuramente, ci non
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significa che rettifiche, teoriche o tecniche, alla struttura generale di grandi modelli strutturali, non
siano mai state fatte. Molte rettifiche tecniche o teoriche furono fatte e, difatti, per un periodo di
tempo i cambiamenti introdotti sembravano funzionare. Ad esempio, per alcuni decenni il vecchio
modello MPS e lFRB sono sopravvissuti a critiche empiriche e teoriche. Dai primi anni del 1990 il
trattare le continue rettifiche era, ciononostante, chiamato in questione. Si fecero strada due problemi
fondamentali. Il primo, in cui Sims(1980 e 2002) e altri economisti ritenevano che le tecniche
utilizzate nei vecchi modelli strutturali erano obsolete. Secondo, e pi importante, la critica di Lucas
metteva in luce il ruolo limitato delle aspettative e la capacit di prendere decisioni nel corso del
tempo nel modello tradizionale del processo di politica monetaria (Lucas 1976). A questo riguardo,
opportuno notare che grandi modelli strutturali non ignoravano il ruolo delle prospettive, bens
includevano i casi di prospettive in grado di adattarsi, in cui erano implicitamente formalizzate nelle
strutture delle variabili esplicative. Significava quindi che le questioni principali, come gli effetti a
lungo termine della consolidazione fiscale o le perdite risultanti di una strategia politica monetaria di
una disinflazione, potevano non essere facilmente raggiunte.
Pertanto, cominciando nel primo 1990, il criticismo econometrico, insieme alle critiche di Lucas, ha
portato a una maggiore revisione dei grandi modelli strutturali, compreso il caso di MPS e FRB
(Fontana 2009d). Di conseguenza, i grandi modelli strutturali furono rimpiazzati con piccoli modelli
formali che riflettevano in modo dettagliato i pi recenti progressi universitari, teorici ed
econometrici. In pi, i piccoli modelli formali modellavano esplicitamente il ruolo delle prospettive
nel processo decisionale. In particolare, le prospettive razionali prendevano il posto delle prospettive
di adattamento nei modelli formali della macro economia. In accordo con alcuni espositori influenti,
lintroduzione esplicita dellipotesi di prospettiva razionale nei modelli di macroeconomia,
costituisce un cambiamento cruciale dal vecchio al moderno modello macroeconomico: da una
politica di prospettiva di valutazione, una differenza fondamentale tra i vecchi e i nuovi modelli, la
razionale supposizione attesa. Dal mio punto di vista, questo cambiamento nella supposizione
alquanto significativo, tanto da essere chiamato cambiamento di direzione (Taylor 1997).
Lattuale modello NCM molto probabilmente la versione pi di successo di questi piccoli modelli
formali di macroeconomia, i quali hanno rimpiazzato i grandi modelli strutturali tanto nelle universit,
come nel processo decisionale. interessante, che il modello NCM condivide unimportante
caratteristica di primi modelli formali di macro economia. Come i modelli dei primi anni 60, il
modello NCM il risultato di uno sforzo comune tra studenti e responsabili di decisioni politiche.
In altre parole, un modello costruito esplicitamente su un frangente teorico condiviso. Difatti, un
nome per il modello NCM, il nuovo modello sintetico neoclassico. Ponendolo in termini
leggermente diversi, il modello NCM rappresenta il risultato di una convergenza di successo
universitario e di politica decisionale nei confronti di un frangente teorico condiviso che si basa su
progressi teorici ed empirici; in questo caso, il contributo dellavanzamento del vero ciclo
imprenditoriale e il Nuovo approccio Keynesiano alla macroeconomia.
Lattuale modello NCM un tipico prodotto della critica di Lucas. Uno dei pi importanti risvolti
della critica di Lucas era di evidenziare la struttura ad hoc dei primi modelli formali. Questo ha portato
alla visione che i moderni modelli formali delleconomia dovessero essere rigorosi, implicando
dunque, che il comportamento degli agenti nei modelli formali dovesse avere micro fondazioni, essere
ottimale, e basarsi sulle aspettative razionali. Queste caratteristiche hanno giocato un ruolo
fondamentale nel sostituire i grandi modelli con piccoli modelli. Il modello NCM ha rigorose micro
fondazioni. In pi, nella versione standard il modello utilizza solo 3 equazioni, cosa che ha facilitato
la costruzione di una versione altamente complessa e matematica di esso.
Sebbene il modello NCM inglobi alcune delle pi attrattive caratteristiche dei moderni, piccoli
modelli formali della macroeconomia, esso mostra anche alcune delle loro debolezze. I piccoli
modelli formali hanno delle rigorose micro coperture e sono spesso basati su delle aspettative
razionali. Comunque, queste caratteristiche apparentemente attrattive richiedono luso di
supposizioni semplicistiche e spesso controverse, il che limita fortemente i poteri esplicativi dei
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piccoli modelli. Ad esempio, una delle supposizioni pi controverse del modello NCM lassenza di
qualsiasi ruolo essenziale per il settore pubblico e la politica fiscale.
Come argomentato da Goodhart questo un sintomo di una riluttanza pi profonda tra i
macroeconomisti per concepire ogni ruolo essenziale del governo. Sembrano intellettualmente pi
contenti di immaginare uneconomia che risieda solo in un settore privato di agenti e unindipendente
Banca Centrale con le sue proprie funzioni di perdita (e non dal mandato, o laccettabilit verso un
governo eletto democraticamente) (Goodhart 2005). Data la portata del settore pubblico e del ruolo
sempre pi crescente della politica fiscale nelle economie moderne, questa supposizione difficile
da difendere. Ed ancor di pi il caso. Come potrebbe, il modello NCM, essere usato per affermare
e ancor di pi per suggerire, soluzioni alla crisi finanziaria del 2007 2009 e alle conseguenti
recessioni, quando il settore pubblico non neanche parte del modello base? Per concludere,
levoluzione storica dei primi modelli formali dagli anni 60 ad oggi non va considerato, come spesso
accade nella letteratura NCM, come un progresso continuo dai modelli imperfetti a perfetti. Ci sono
delle limitazioni da usare per il modello NCM (e, in generale, piccoli moderni modelli formali) allo
stesso modo in cui ci furono restrizioni alluso dei modelli di economia dei primi anni 60. solamente
il centro di queste limitazioni ad esser cambiato. Da questa prospettiva, come evinceva Goodhart, in
molti aspetti la rivoluzione di Lucas ha spostato lattenzione delle irrealt, spesso interamente assurde,
dalle implicazioni delle soluzioni dei modelli alle iniziali supposizioni strutturali (Goodhart 2005).
Le prossime sezioni presentano le tre equazioni del modello NCM e in esse si discute alcune delle
sue pi controverse caratteristiche, prima di mostrare che queste hanno origine in alcune supposizioni
semplicistiche, incluso(tra le altre) lassenza di un chiaro ruolo per la politica fiscale e di governo.
3. LE TRE EQUAZIONI DEL MODELLO DEL NUOVO CONSENSO DELLA
MACROECONOMIA
L NCM si basa su un modello composto da tre equazioni, ossia una curva di tipo IS, una curva di
Phillips, e unequazione di politica monetaria. Il modello ha alcune caratteristiche standard del
moderno approccio Keynesiano alla macroeconomia. Le tre equazioni possono essere derivanti
dallottimizzazione esplicita del comportamento degli agenti individuali nella presenza dei fallimenti
del mercato, compreso le competizioni imperfette, i mercati imperfetti, e le informazioni
asimmetriche. Questi fallimenti di mercato generano un prezzo di transizione e un irrigidimento del
salario, che risulta, dare supporto alla visione a breve termine, gli strumenti allegati rispondono al
cambiamento nella domanda aggiuntiva. La domanda aggiuntiva ha quindi un ruolo transitorio, non
di poco conto, nel determinare il livello di equilibrio del risultato e dellimpiego nelleconomia. In
altre parole, quando gli agenti individuali hanno un comportamento razionale, il risultato delle loro
azioni ha effetti macroeconomici avversi. Su questa linea, azioni di governo attiviste sono poi
giustificate per eliminare o limitare alcuni di questi effetti.
In termini di meccanica del modello, prezzo e rigidit di salario giocano un ruolo fondamentale nella
relazione con le regole della politica monetaria, la curva di tipo IS. La banca centrale, attraverso
cambiamenti nel tasso di interesse nominale a breve termine, in realt capace di controllare il reale
tasso di interesse nel breve periodo. In questo modo, la banca centrale in grado di interessare i
componenti di investimento e di consumo della domanda aggiuntiva e quindi, il corrente livello di
risultato. Questo un importante risultato teorico in quanto va daccordo con un altro importante
principio del modello NCM, ossia che la bassa e stabile inflazione conduce alla crescita, stabilit e
efficiente funzionamento del mercato. Quando leconomia colpita da avvenimenti che lo portano
via dal suo naturale percorso, la banca centrale responsabile per dare risultati e impiegare per il loro
livello di equilibrio nel breve periodo (Allsopp e Vines 2005). Comunque, nella ricerca dei propri
obiettivi, la banca centrale affronta un compromesso a breve termine tra inflazione e risultato.
Questo scambio racchiuso nella curva di Phillips, che pu essere di aiuto, come componente di
supporto aggiuntivo del modello NCM. Prendendo spunto da Meyer (2011), Carlin e Soskice (2006),
e Goodhart (2005), una versione semplificata del modello NCM pu quindi essere rappresentata da
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tre equazioni descriventi le dinamiche dei cambiamenti nello spazio risultante (equazione 1), nel tasso
dinflazione (equazione 2), e nei termini di politica del tasso di interesse (equazione 3).1

Dove a3 < 0 e a0 sono una costante che indica, tra le altre cose, gli effetti delle variabili fiscali nello
spazio risultante (y

); 1 1 2 b +

b =1, e b3 >0; c1 > 1, e c2 > 0; Et loperazione attesa, it il tasso


di interesse nominale controllato dalla banca centrale; il tasso di inflazione; T il target del tasso di
inflazione; r* il bilancio dellinteresse reale, ossia il tasso di interesse che prevale a lungo termine
quando lattuale risultato y un potenziale livello ; infine, s1 e s2 rappresentano colpi probabilistici.
Lequazione 1 descrive una curva di tipo IS con lattuale spazio risultante determinato da risultati
passati e attesi per il futuro, cos come il reale tasso di interesse. una curva di tipo IS, come la
tradizionale curva IS della sintesi neoclassica del 1960, legata al tasso di interesse reale, al livello
risultante e di impiego. In primis, deriva da unottimizzazione intertemporale di una funzione utile,
che riflette unottimale assunzione omogenea. In altre parole, una curva IS con una copertura
rigorosa. In secondo luogo, e relativo al punto precedente, la curva NCM-IS contiene elementi
ristagnanti e che guardano avanti. La curva NCM-IS quindi un passo avanti la curva IS.
Punto terzo, la curva NCM-IS legata al tasso di interesse reale per lo spazio risultante, ossia la
differenza tra livello risultante attuale e potenziale.
Lequazione (2) la curva di Phillips con uninflazione determinata dallattuale spazio risultante, cos
come tassi di inflazione passati e attesi. Lultimo termine di grande interesse. una misura indiretta
del grado di impegno e credibilit della banca centrale a lungo termine del prezzo di stabilit. Anche,
con lequazione (1) e diversamente dalla curva Phillips tradizionale, curva della sintesi neoclassica
del 1960, il tasso di inflazione attuale determinato dalla corrente risultante piuttosto che dal livello
risultante.
Per finire, lequazione (3) una semplice politica monetaria, ossia una regola di Taylor, con il tasso di interesse
nominale spiegato dalla corrente risultante, la deviazione dellattuale inflazione dal suo target, e del bilancio
del tasso reale di interesse. Alcune versioni del modello NCM presentano regole di politica monetaria pi
complessa, aggiunta ad una variabile della regola di Taylor come un ristagnante tasso di interesse, che indica
una strategia politica omogenea di tasso di interesse della banca centrale (vedi, ad esempio, Arestis 2007).
Lequazione (3) rappresenta dunque uninnovazione del moderno modello deconomia. Sostituisce la vecchia
curva LM della sintesi neoclassica del 1960, la quale suppone unaggiunta monetaria piuttosto di un tasso di
interesse a breve termine, come la variabile di controllo principale della banca centrale. Ci significa che nel
modello NCM la quantit di denaro un residuo del processo di fornitura monetaria (Fontana 2009a). In pi,
lequazione (3) mostra la politica monetaria come una risposta sistematica allinflazione e prestazione
risultante delleconomia.
Questo set di equazioni(1-3) riassume le proposizioni principali del Nuovo Consenso di macroeconomia e
le sue politiche di implicazione, ossia che la banca centrale ha un ruolo fondamentale nel raggiungere e
mantenere il prezzo di stabilit a lungo termine, mentre allo stesso tempo fornisce quanto pi stabilizzazione
possibile nel breve termine. Questi scopi a breve e lungo periodo sono raggiunti attraverso un canale di
domanda aggiuntivo e ad un canale di prospettive di inflazione del meccanismo di trasmissione della politica
monetaria. La figura 1 sotto presenta il canale di domanda aggiuntiva.
Vedi anche Clarida, Gali e Gertler (1999), Walsh(2002) ed in particolare Arestis (2007) per unaperta estensione
economica del modello NCM.
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Figura 1. Il canale di domanda aggiuntiva (AD) del Meccanismo di Trasmissione della Politica
Monetaria nel Modello NCM

Il canale di domanda aggiuntiva del meccanismo di trasmissione della politica monetaria nel modello NCM si
affida fortemente al prezzo e rigidit salariale a breve termine, che permette alla banca centrale di influenzare
il tasso di interesse reale a breve termine, cio
, semplicemente cambiando il tasso di interesse
nominale a breve termine. Ci significa che, ceteris paribus, la banca centrale pu alterare i componenti
sensibili del reale tasso di interesse della curva di tipo IS nellequazione (1), come Consumo C e investimento
I e, quindi, la funzione della domanda aggiuntiva AD, che in cambio, ha effetto sul livello risultante y nello
spazio (y - ). Oltretutto, lequazione (2) mostra che il tasso di inflazione corrente dello spazio risultante
(y- ). Sebbene, con cambiamenti appropriati nel livello risultante e quindi, lo spazio risultante, la banca
centrale in grado di portare (e poi mantenere) il tasso di inflazione corrente al livello desiderato T.
Figura 2. Il canale delle inflazioni spettanti del Meccanismo di Trasmissione di Politica Monetaria nel
Modello NCM

La figura 2 sopracitata presenta il canale delle inflazioni spettanti del meccanismo di trasmissione della politica
monetaria del Modello NCM. Una volta stabilito, il canale delle inflazioni spettanti meno laborioso, anche
se non meno importante, rispetto al canale delle domande aggiuntive. Lequazione 2 mostra che il tasso di
inflazione corrente una funzione del valore sperato del futuro tasso di inflazione Et (t+1). Ci significa che
fino a quando la banca centrale sar vista come impegnata attraverso la sua strategia politica di tassi di interesse
per raggiungere e mantenere il prezzo di stabilit a lungo termine, ossia = t , poi Et (t+1) ancorato
allattuale livello di inflazione. In altre parole, in questo caso, il valore sperato nel tasso di inflazione
futuro, diviene meno importante nella determinazione del corrente tasso di inflazione.
Ci sono due implicazioni politiche principali di questa situazione.
In primis, i due canali principali del meccanismo di trasmissione monetaria in uneconomia chiusa, sono
strettamente legate luna allaltra; pi forte il canale delle aspettative delle inflazioni, pi basso sar il costo
finale di archiviazione e mantenimento degli scopi del prezzo di stabilit (a lungo termine) dai cambi del tasso
di interesse. Altres, il canale di domanda aggiuntiva rafforzato dal lavoro del canale delle previsioni delle
inflazioni. In secondo luogo, la banca centrale pu essere pi attiva nel raggiungimento della stabilizzazione
oggettiva finale, a breve termine; pi forte il canale delle previsioni di inflazione, pi basso sar il costo
inflazionale di deviazione nel breve termine dallo scopo di raggiungere e mantenere il prezzo di stabilit nel
lungo periodo. Questa caratteristica importante del canale di previsione di inflazione del meccanismo di
trasmissione della politica monetaria nel modello NCM, confermata da Adam Posen, leader economo
monetario e uno dei principali contributori al modello NCM. Labilit di avere una politica attiva proprio
quello in cui speriamo per il risultato della trasparenza di Fed riguardante lo scopo di inflazione e previsioni
[] Se si possono tenere ancorate le previsioni di inflazione, si pu essere pi attivi nel breve tempo (Posen
2008).
Per concludere, il modello NCM si basa su un modello di 3 equazioni della macro economia, ossia una curva
di tipo IS, una curva di Phillips e unequazione di politica monetaria, la quale mette in evidenza il ruolo della
banca centrale nel raggiungere e mantenere lo scopo a lungo termine del prezzo di stabilit, mentre allo stesso
tempo fornisce quanto pi stabilizzazione finale possibile, nel breve periodo. Il prezzo di stabilit a lungo
termine e la stabilizzazione finale a breve termine sono quindi raggiunte attraverso il canale della domanda
aggiuntiva e il canale di previsione delle inflazioni del meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

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In pi, il modello NCM incorpora le caratteristiche pi avanzate ed efficaci dei piccoli modelli formali descritti
nelle sezioni precedenti. un modello rigoroso nel senso della critica di Lucas: il comportamento dei due
agenti, ossia la banca centrale e il settore privato, hanno accurate micro fondamenta, ottimale e si basa sulle
previsioni razionali. La prossima sezione prende in considerazione alcune delle pi controverse figure,
compreso lassenza del settore pubblico e un ruolo esplicito per la politica fiscale.
4. LA CRITICA DEGLI ESPERTI E NON DEL MODELLO NCM
Durante i passati decenni, il modello NCM stato oggetto di varie critiche. Alcune di esse hanno avuto origine
da economi che hanno contribuito alla sua creazione e al suo sviluppo. Sono quindi scelte di valutazione dei
difetti del modello NCM. Ad esempio, questo il caso di Adam Possen nella sua disapprovazione delluso
dominante dellipotesi di previsioni razionali nel modello NCM:
Negli anni 80 e 90, il modello di previsioni razionale si applicava alla politica
monetaria dagli economi conservatori, come Robert Barro, Alan Meltzer, e Alex
Cukierman, mostravano che quando qualsiasi banca centrale sembrava meno ottimista
avendo molte perplessit per il vero risultato nei confronti degli scopi di inflazione, le
previsioni di inflazione sarebbero incrementate senza il bonus di crescita questa
caratterizzazione risultava essere non solo unesagerazione attraverso delle
semplificazioni, era completamente fuorviante. Quindi si pu avere una politica
monetaria attivista con il rispetto della stabilizzazione della reale economia che,
francamente, la Bernard Fed sembra aver adottato senza preoccuparsi che
linflazione esploda facendo cos. (Posen 2008:20)
Allo stesso modo, Blanchard (2008) ha affermato che il modello NCM soffre della mancanza di una
analisi appropriata di mercato finanziario (la condizione trasversale esclude de facto il fallimento delle istituzioni
bancarie e finanziarie), il mercato di lavoro (i lavoratori sono sempre nella curva di forza lavoro), e il mercato
dei beni (la voluta mark up di prezzo di costo marginale piuttosto che fisso - assunto come costante).
Per ovvie ragioni di spazio, questo lavoro non discuter di queste critiche, ma importante evidenziare alcune
componenti chiave di questi giudizi del modello NCM. Prendendo come esempio la caratterizzazione di
Goodhart (2008), il modello NCM visto come un modello inaffidabile, il quale potrebbe essere utile in un
contesto di inflazione bassa e stabile, ma altamente visto anche dai suoi sostenitori meno rilevanti nel clima
economico corrente di inflazione altamente instabile, profonde crisi finanziari e gravi recessioni economiche (
vedi, ad esempio, Buiter 2008). Molti dei critici economi del modello NCM sono al lavoro su vari modi per
modificarlo, possibilmente aggiungendo pi realismo al centro dellequazione. Altre critiche del modello NCM
hanno origine dagli economi, i quali sono scettici riguardo gli avanzamenti delle teorie avutisi negli ultimi
decenni.
I suddetti economi mostrano apprezzamento per alcune caratteristiche del modello NCM; ad esempio, il rifiuto
delle ipotesi monetarie che le banche centrali controllano le aggiunte monetarie. Per, sono critici nei confronti
di alcune delle supposizioni principali del modello NCM, poich considerati irrealistici se non completamente
falsi. Queste critiche sono quindi giudizi esterni sulle debolezze del modello NCM. Sono anche eterogenee,
passando dal rifiuto del modello al proporre correzioni di esso (vedi, ad esempio, il contributo nel Simposio
2002, 2006a, 2006b, 2007a, 2007b).
Guardando alle critiche costruttive, possono essere organizzate intorno a due temi principali, ossia la modifica
dei ruoli di: (a) politica monetaria e (b) politica fiscale nel modello NCM. Il primo set di critiche legato ad
alcune caratteristiche controverse della politica monetaria convenzionale nel modello NCM e suggerisce diversi
modi di contenere, se non eliminare, suddette caratteristiche. Dal momento che il punto focale di questa ricerca
sulla politica fiscale del modello NCM, questo primo set di critiche sar discusso brevemente.
Le critiche della politica monetaria convenzionale possono essere racchiuse in tre testate, ossia preconcetti
della disoccupazione, effetti distributivi e effetti di instabilit finanziaria. Una delle caratteristiche pi
controverse della politica convenzionale nel modello NCM il cosiddetto preconcetto della disoccupazione,
cio la tendenza persistente della politica monetaria convenzionale a mantenere il tasso di disoccupazione al di
sopra del tasso naturale, fino a quando leconomia non al prezzo di stabilit. Dalziel(2002), Fontana e PalacioVera(2007), e Fontana(2009c), tra altri, hanno proposto un uso opportunistico della strategia politica del tasso

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di interesse per alleviare gli effetti di questo preconcetto; in alcune circostanze, la banca centrale dovrebbe dare
maggiore peso allevidenziare e impiegare nei confronti dellinflazione la funzione di politica monetaria. In
secondo luogo, altra caratteristica della politica convenzionale nel modello NCM legata agli effetti distributivi
del cambio del tasso di interesse. I pagamenti del tasso di interesse sono un costo per le aziende, prendendo in
prestito soldi dalle banche e, quindi, potrebbero accendere un processo inflazionario o deflazionario se la politica
cambia, come tassi di interesse, passano da aziende a consumatori. In pi, il pagamento dei tassi di interesse
diviene un introito per coloro che vendono, per lo pi agenti finanziari che non hanno un ruolo produttivo
nelleconomia e guadagnano dai propri assetti finanziari.
Molti ricercatori tra cui Lavoie e Seccareccia(1999), Smithin (2006), Rochon e Setterfield (2007) hanno
evidenziato diverse politiche dei tassi di interesse che prendono in considerazione questi effetti distributivi.
Infine, secondo il modello NCM, la politica monetaria deve rispondere ai cambiamenti finali e alla differenza
tra il tasso di interesse corrente e quello previsto. Comunque, dagli anni 90, stato luogo comune discutere se
la banca centrale deve considerare prezzi di risorse quando si imposta il tasso di interesse a breve termine.
Facendo una bozza sul lavoro di Minsky (1982), Wray (2008) e Tymoigne (2009) tra gli altri, stato argomentato
che in campo finanziario, piuttosto dei semplici prezzi di risorsa, ci dovrebbe essere un maggiore
approfondimento, e possibilmente esclusivo, per la banca centrale. Dalla prospettiva di questi autori, le continue
manipolazioni del tasso di interesse a breve termine generano una instabilit finanziaria e speculativa. Per questo
motivo, essi suggeriscono che la banca centrale debba impostare in modo permanente il tasso di interesse a zero.
Il secondo blocco di critiche legato al ruolo della politica fiscale nel modello NCM. La sezione precedente
discuteva il ruolo chiave della banca centrale nel modello NCM: la banca centrale incaricata di archiviare
linflazione desiderata e, in base a questo, per realizzare quanta pi stabilizzazione finale possibile nel breve
tempo.
In contrapposizione, le autorit fiscali sono allo stesso modo ignorate o concentrate sul controllo e sostenibilit
delle finanze pubbliche.
In altre parole, il modello NCM minimizza il ruolo della politica fiscale a vantaggio della politica monetaria.
Alcune discussioni sono state evidenziate per poter giustificare questa scelta politica.
Dapprima, i sostenitori del modello NCM hanno fatto evincere evidenze storiche di decenni precedenti. La
spiegazione storica per lattuale disaffezione con politiche di stabilizzazione finanziaria discrezionali, a
vantaggio di una politica monetaria, generalmente sostiene che la sintesi neoclassica Keynesiana erra nel fornire
qualsiasi comprensione degli eventi degli anni 70, ancor meno di risolverli. Per questa ragione, la sintesi
Keynesiana neoclassica stata sostituita da un nuovo framework teorico; ossia la Nuova Macroeconomia
Classica (Lucas e Sargent 1978), che rifiuta luso delle politiche di stabilizzazione fiscale discrezionale. Ricerche
recenti di Seidman(2003), Blinder(2006) e Forder(2007, 2007b) richiamano questa spiegazione. Qualunque sia
il merito di contribuire alla nuova Macroeconomia classica, il lavoro di Seidman, Blinder e Forder, suggerisce
una soluzione alternativa dove lideologia, gli errori politici e particolari circostanze storiche giocano un ruolo
tanto importante quanto le teorie economiche nel rifiuto della sintesi neoclassica Keynesiana e la conseguente
minimizzazione della politica fiscale (Fontana 2009 b).
Inoltre, i sostenitori del modello NCM hanno giustificato il ruolo prominente della politica monetaria a spese
della politica fiscale in termini della cosiddetta teoria Equivalente Riccardiano, ossia lidea che non importi
se finanze di governo che spendono in debiti o tasse siano in aumento, il livello totale di domanda di economia
lo stesso. Mettendolo in altri termini, se i consumatori sono Riccardiani essi risparmieranno di pi per
compensare con le alte tasse correnti (nel caso di espansione di governo in tasse finanziarie) o di future tasse
(in caso di espansione di governo in bond finanziari), cos come il governo deve pagare i suoi debiti.
Laumentare dei debiti del governo quindi compensato dal decrescente consumo nella parte degli agenti privati,
con il risultato che la domanda aggiuntiva non cambia. Come nel caso precedente, questo argomento chiamato
in questione, contro luso della politica fiscale discrezionale.
Tra gli altri, Blinder (2006) e Arestis e Sawyer (2003 e 2006), hanno discusso sulla visione dellequivalenza
Riccardiana basata sulle supposizioni teoriche irreali, le quali includono ampi spazi temporali, lungimiranza,
mercati capitali, e lassenza di costrizioni. In pi, Hemming, Kell e Mahfouz (2002) mostrano anche la visione
dellequivalenza Riccardiana come scarsamente supportata da evidenza empirica.
Infine, quelli che supportano il modello NCM hanno giustificato il prominente ruolo della politica monetaria
a spese della politica fiscale in termini di argomenti politici o pratici, ossia che la politica fiscale ha
potenzialmente un ampio ritardo interno in confronto alla politica monetaria. Ritardi interni indicano la quantit

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di tempo che serve al governo per riconoscere che la politica fiscale necessita di un cambiamento (il cosiddetto
ritardo di riconoscimento) per poi introdurre delle appropriate misure fiscali (il cosiddetto ritardo di
decisione). La visione convenzionale che la politica fiscale sia soggetta ad ampi ritardi interni in quanto serve
tempo per creare, approvare e implementare le misure fiscali. Da ricordare, quanto pi grandi sono i cambiamenti
dei componenti strutturali, discrezionali della politica fiscale, tanto pi sono lunghi i ritardi interni. Cosa certa,
i lunghi ritardi interni della politica fiscale sono un potenziale problema per la politica fiscale in confronto alla
politica monetaria. In ogni caso, questultima ha anche i suoi problemi pratici, in particolare riguardo i ritardi
esterni (Arestis e Sawyer 2003 e 2006). La conversione dei ritardi interni in ritardi esterni, che indica il lasso di
tempo che serve affinch il cambio della politica si rifaccia alleconomia, ossia il tempo che le azioni fiscali o
monetarie prende per nutrire la domanda aggiuntiva. La visione convenzionale dei ritardi esterni per la politica
fiscale variabile ma breve. Da ci, per la politica monetaria, i ritardi esterni sono considerati essere molto
lunghi e imprevedibili, in genere tra i 18 e i 24 mesi.
In breve, la scelta tra politica fiscale e monetaria in termini di argomenti pratici o politici, non ben chiara.
Per finire, nellultimo decennio il modello NCM stato soggetto di varie critiche. Dopo una breve visione di
esse, lattenzione su questa sezione si soffermata su una delle supposizioni pi controverse del modello NCM,
cio lassenza di un governo e un ruolo esplicito per la politica fiscale nel modello centrale delle tre equazioni.
La difesa convenzionale per queste assunzioni controverse stata discussa a fondo: ragioni storiche, teoriche o
pratiche sono ciononostante inadeguate nel supportare tali supposizioni. Data la misura del governo, e il ruolo
crescente della politica fiscale nelleconomia moderna, il prossimo capitolo esplora un ruolo pi esplicito di
questa politica nel modello NCM.
5. LA POLITICA FISCALE NEL MODELLO NCM
In una recente ricerca pubblicata dall Ufficio Nazionale di Economia (NBER), intitolato Lo Stato di Macro,
Blanchard (2008) sostiene che la macroeconomia stia vivendo un periodo di grande eccitazione: avanzamenti
teorici ed empirici vanno a braccetto con la convergenza in entrambe le visioni e metodologie. Ancora, mette
a conoscenza dello stato attuale della macroeconomia come insoddisfacente riguardo il ruolo del governo e
della politica fiscale: resta ancora da fare una buona normativa teorica della politica fiscale nella presenza di
rigidit nominali (Blanchard 2008).
Di fatti, gli insegnamenti accademici sugli effetti della politica fiscale sono scarsi e divisivi (Fontana 2009e).
Laddove gli organi decisionali di tutto il mondo supportino fortemente una crescita nellespansione del
governo cos da risolvere le profonde crisi finanziarie e le recessioni economiche del 2007-09, gli accademici
non sono sicuri della direzione degli effetti dellintervento fiscale, men che meno delle grandi contrazioni
fiscali in Danimarca e Irlanda negli anni 80, giungendo alla conclusione che la grande consolidazione abbia
avuto un forte effetto di espansione sul consumo e sul risultato finale. Se pensiamo al suo valore di facciata,
questa analisi suggerisce che Portogallo, Italia, Grecia e Spagna, giusto per menzionare alcuni dei paesi
dellUnione Europea con un alto deficit pubblico, dovrebbero ridurre - piuttosto che aumentare - lo stato di
interventi nelleconomia in riguardo allattuale crisi finanziaria e alla profonda recessione. Interessante,
secondo Kuttner e Posen (2001), lidea dellespansione fiscale sovvenuta da organi decisionali in Giappone
nel tardo 1996 per fare una legge su un ampio aumento di valore di tasse nel consumo nazionale. Ma, come
hanno fatto notare, quando nel 1997 il Giappone ha fatto i conti con la recessione e una serie di fallimenti
finanziari, lidea di espansione fiscale ha perso molto del suo fascino.
Ricercatori e organi decisionali hanno raggiunto un vasto accordo circa il ruolo della politica monetaria e dei
suoi effetti sulleconomia. Il modello NCM ha concretizzato questo accordo attraverso il modello delle tre
equazioni sopra citato, ma non c nulla come raggiungere una convergenza di idee riguardo la politica fiscale.
Ci sono almeno due modelli teorici che studiano gli effetti della politica fiscale, ossia il modello neoclassico e
il nuovo modello Keynesiano.
In pi, ci sono almeno due approcci alternativi o metodi per calcolare una stima empirica delle conseguenze
dei cambiamenti della politica fiscale cio lapproccio di registro narrativo, o di variabile fittizia, e
lapproccio di auto regressione del vettore strutturale (SVAR).
Infine, le incertezze teoriche ed empiriche riguardo la direzione e la grandezza degli interventi fiscali sono
composti da diverse forme di strumenti fiscali. Vi , infatti, una rete di contrasto tra la diversit dellintervento
fiscale e luniformit della politica di intervento monetario, il quale prende la forma universale dei
cambiamenti nel tasso di interesse a breve termine. In luce di tali diversit, e spesso letture diverse sugli effetti

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della politica fiscale, non pertanto sorprendente che nel modello NCM non ci sia un ruolo esplicito per la
politica di governo e fiscale.
Comunque, non c nulla di intrinsecamente monetario nella natura della politica di stabilizzazione nel modello
del Nuovo Consenso (Fontana 2009b). In altre parole, teoricamente c poca o nulla ragione per giustificare il
corrente ruolo marginale della politica fiscale nella moderna macroeconomia. Se proprio, guardando al set di
equazioni 1-3, la politica fiscale dovrebbe in effetti avere il ruolo pi prominente nel modello NCM; la ragione
per la quale il ruolo della politica strumentale nel modello NCM pu essere giocato da qualsiasi variabile che
riguarda i componenti della funzione della domanda aggiuntiva e, prima facie, la politica fiscale sembra essere
pi diretta nei suoi effetti in confronto alla politica monetaria.
La figura 1 mostrava come le politiche di strategie del tasso di interesse abbiano un ruolo nel canale della
domanda aggiuntiva fino a quando i prezzi e i tassi sono fissi. Questa lessenza del cosiddetto principio di
Taylor, cio la proposizione che la banca centrale pu stabilizzare leconomia aumentando il tasso strumentale
di interesse nominale a breve termine pi delluno a uno in risposta allalta inflazione (Davig e Leeper 2005).
Il principio di Taylor afferma implicitamente che sia il prezzo o tasso sono fissi nel breve termine, o qualsiasi
piccolo cambiamento ci sia nei valori, questo noto alla banca centrale, che a sua volta in grado di utilizzare
questa informazione cos da raggiungere attraverso dei cambiamenti nel tasso di interesse nominale
controllato) il livello agognato del vero tasso di interesse a breve termine. Dunque quando si cambia it , la
banca centrale prende in considerazione queste rigidit e quindi, capace di influenzare il vero tasso di
interesse a breve termine ossia
. Questo lo stadio iniziale, ma essenziale, del canale di domanda
del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Allo stesso tempo, il modello NCM suppone che nel
lungo termine, la rigidit di prezzo e di tasse scompare.
Questo invece la definizione del modello a lungo temine. Ci che sta a significare che, eccetto per il breve
tempo quando vi sono rigidit di prezzo e tassa, la banca centrale non in grado di influenzare il vero tasso di
interesse. Ponendolo in grandi linee, nel lungo termine, non c canale di domanda aggiuntiva per il
meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Questa neutralit a lungo termine della politica monetaria
accresce un interessante enigma per le moderne banche centrali.
Dato laffermare della banca centrale che, nel medio e lungo termine, la loro influenza
solamente di variabili nominali, ad esempio le inflazioni, e non su vere variabili, come
risultato e disoccupazione, in un qualche modo difficile e sensibile da spiegare che, a
pi alte frequenze, fino a due o pi anni fuori, la loro influenza sullinflazione avviene
grazie al meccanismo di trasmissione di portare cambiamenti ad esatte variabili reali,
ad esempio risultato e disoccupazione. In pi, dati i grandi lassi di tempo coinvolti prima
di una risposta della politica monetaria, [] un tentativo di guidare una deviazione di
inflazione dal target rapidamente al suddetto, potrebbe solo essere fatto rafforzando un
(indesiderato) ampio cambiamento nel risultato, in particolare se questa deviazione
emanata da un iniziale crisi delle forniture. (Goodhart 2007)
Altrettanto, il meccanismo di prezzo di Calvo, che fornisce la giustificazione teorica per rigidit di prezzo e
tasso a breve termine, non ha molto supporto empirico. La dipendenza del meccanismo di trasmissione della
politica monetaria nella rigidit di tassi e prezzi, limita fortemente il ruolo della banca centrale nel modello
NCM. Ad ogni modo, queste limitazioni non si applicano necessariamente al governo; non ci sono supposizioni
implicite o esplicite sul valore che i prezzi e tassi prendono sia nel breve che nel lungo termine.
Inoltre, non necessario fare assunzioni irrealistiche circa il livello di conoscenza richiesto dal governo in
modo da raggiungere il target di politica. Il governo pu riguardare direttamente la domanda aggiuntiva, e
quindi lo spazio risultante, muovendo la vera espansione di governo (G) e/o tassi (T). La figura 3 presenta il
nuovo canale di domanda aggiuntiva.
Figura 3. Il canale della domanda aggiuntiva (AD) del Meccanismo di Trasmissione della Politica Fiscale
nell NCM

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Il governo ha il completo controllo sulle variabili fiscali G e T, che possono essere manipolate per i propri
scopi. La figura 3 mostra che cambiamenti in G e T influenzano il parametro a0 nellequazione (1) del modello
NCM presentato sopra. Cambiamenti in a0 produrranno quindi effetto diretto e indiretto (attraverso consumo e
investimento privato) sulla funzione della domanda aggiuntiva AD. In cambio, cambiamenti nella funzione
AD interessano lattuale livello di risultante y nello spazio
e attraverso lequazione (2), il tasso attuale
di inflazione. Pertanto, con appropriati cambiamenti nel livello di espansione di governo e tasse, il governo
in grado di portare e poi mantenere, lattuale tasso di inflazione al livello desiderato
Comparando il
meccanismo di trasmissione della politica fiscale con la trasmissione della politica monetaria, chiaro che nel
primo caso il governo ha un controllo diretto del livello di interesse della funzione AD e dunque, lo spazio
risultante , cio a0 , dove nellultimo caso la banca centrale ha un controllo indiretto sul tasso dinteresse e ,
quindi non altro che un influenza temporanea e imperfetta della funzione AD e sul lasso risultante.
Per concludere, la politica fiscale e di governo hanno solo un ruolo implicito se non addirittura marginale, nel
modello NCM. Malgrado, non chiaro perch debba essere questo il caso. Seppur con tutti i suoi limiti e
problemi, il modello NCM pu comprendere un meccanismo di trasmissione della politica fiscale, che ha tanto
potere quanto il meccanismo di trasmissione della politica monetaria.
6. CONCLUSIONI
Questo studio ha considerato la recente evoluzione dei modelli formali di macroeconomia del tardo 1960
attraverso il moderno modello NCM. I primi macro modelli avevano due caratteristiche principali. Erano il
lavoro in collaborazione tra studenti e organi decisionali e miravano a fornire una rappresentazione
comprensiva e dettagliata della struttura delleconomia. Gli anni 70 e 80 sono decenni difficili per i grandi
modelli strutturali. La struttura teorica su cui erano fondati, cio la sintesi neoclassica, era considerata obsoleta.
Inoltre, la struttura comprensiva dei modelli confermava, a volte, di essere difficile nellessere usata per scopi
politici. Nei primi anni 90, grandi modelli strutturali non erano pi visti con la stessa ottica nellaccademia e
lentamente ma sempre pi, venivano lasciati in disparte dagli organi decisionali di tutto il mondo. Furono
sviluppati piccoli modelli con poche equazioni. Questi modelli di critica post Lucas erano rigorosi, nel senso
che il comportamento di tutti gli agenti nel modello, costruiti sulla base della micro economia, erano ottimali
e basati su aspettative razionali.
Il prezzo di queste nuove caratteristiche era luso di presupposti semplicistici e spesso irrealistici.
Lattuale modello NCM la pi recente e stimata versione dei modelli di critica post- Lucas. un modello di
tre equazioni composto dalla curva di tipo IS, una curva di Phillips e unequazione di politica monetaria. Pone
le basi per lubicazione delle strategie di politica in materia di inflazione delle moderne banche centrali. Nella
visione dei drammatici eventi di economia dei mesi scorsi e linabilit di universitari e organi decisionali di
prevenire, il modello NCM stato soggetto di alcune critiche. Questo studio ha considerato una delle principali
critiche, ossia lassenza di qualsiasi ruolo essenziale per la politica fiscale e di governo nel modello NCM.
Data la misura del settore pubblico e il crescente ruolo della politica fiscale nella moderna economia, questa
visione semplificata del modello NCM difficile da difendere. Il presente studio ha conservato gli argomenti
convenzionali che supportano le presupposizioni discusse, compreso le ragioni storiche, le proposizioni
teoriche e i problemi pratici, non hanno un solido fondamento. Non vi , infatti, nulla inerente alleconomia
nella natura di politiche di stabilizzazione del modello. La politica fiscale potrebbe giocare un ruolo tanto
importante quanto la politica monetaria nel modello NCM.
Ritornando alla domanda originale posta allinizio di questo studio: lNCM si estinguerebbe a livello mondiale
con i continui cambiamenti posti dalle crisi finanziarie e dalla recessione economica o migliorerebbe per
contenere queste sfide? difficile dare una risposta a queste domande. Ci che non difficile da immaginare,
che qualsiasi modello macroeconomico formale prevarr nel futuro, non pu ignorare il ruolo del settore
pubblico e il crescente ruolo della politica fiscale nelle economie moderne.
REFERENZE

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