Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Università di Brescia
Facoltà di Economia
DISPENSE DI
ECONOMIA POLITICA
PREMESSA
2
3
4
classici e riceve un nuovo impulso critico nel XIX secolo con l’opera di Karl Marx. Per dar
conto di questi diversi approcci, il corso si suddivide in tre parti: l'economia classica e
marxiana, la macroeconomia e la microeconomia.
R EQUISITI INDISPENSABILI
OBIETTIVI
I NDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE
5
METODO DIDATTICO
• Lezioni in aula
• Esercitazioni
• Seminari
• Assistenza individuale dopo le lezioni e nell’orario di ricevimento
• NB: Tutti i servizi didattici sono aperti anche ai non iscritti al corso o alla facoltà.
VALUTAZIONE
La valutazione si basa su una prova finale scritta. L’eventuale uso di libri o appunti
durante l’esame sarà deciso all’inizio del corso di comune accordo con gli studenti. È
comunque facoltà di ogni studente richiedere una prova integrativa orale.
6
INDICE
II. MACROECONOMIA
1. Problematiche macroeconomiche
2. La determinazione del reddito nazionale e la politica fiscale
3. Moneta e politica monetaria
4. Il modello IS-LM
III. MICROECONOMIA
1. Introduzione
2. Domanda individuale e domanda di mercato
3. Elasticità e aggiustamento dei mercati
4. Offerta dell’impresa e offerta di mercato
5. Forme di mercato
7
8
• Marx (XIX secolo) sviluppa la visione conflittuale della società, schierandosi apertamente
dal lato dei lavoratori. La sua critica riguarda non solo il capitalismo, ma anche la
rappresentazione che ne fornisce l’economia politica borghese. Oltre a cercare di spiegare
i meccanismi di funzionamento del sistema economico, Marx cerca di spiegare anche le
ragioni per cui gli economisti tendono a rappresentarlo sposando il punto di vista delle
classi dominanti.
• In generale, secondo la definizione degli economisti classici, l’economia politica è una
scienza sociale che studia le caratteristiche di un sistema sociale dal punto di vista della
produzione, distribuzione e impiego del reddito.
9
comportamento individuali (non c’è posto per soggetti aggregati quali le classi sociali,
centrali nell’impostazione classica).
• Rispetto all’impostazione classica, basata sul concetto di classi sociali (e, in particolare
nelle teorie di Ricardo e di Marx in cui tale rapporto è di natura conflittuale), la scuola
marginalista implica un cambiamento radicale di prospettiva in cui apparentemente non
esiste alcun conflitto di interessi, ma un comune interesse allo scambio da parte di tutti gli
individui. L’obiettivo economico per eccellenza diventa la soddisfazione del consumatore
(dato il suo potere d’acquisto). L’individuo conta quindi innanzi tutto in quanto
consumatore e non, come ad esempio nella teoria marxista, in quanto lavoratore. Secondo
questa impostazione, un sistema economico che funziona bene è un sistema in cui gli
individui che hanno soldi per comprare trovano sul mercato i beni che essi desiderano. Il
fatto che altri individui possono non avere mezzi per esprimere sul mercato i propri
bisogni non incide sulla valutazione del buon funzionamento del sistema.
• Le ragioni dell’affermazione dell’approccio marginalista-soggettivista possono essere
ricondotte, da una parte, ai problemi interni incontrati dalle teorie ricardiana e marxiana e,
dall’altra, alle implicazioni politiche di queste teorie (in particolare di quella di Marx), le
quali evidenziano gli aspetti conflittuali dei rapporti economici e politici del capitalismo
con importanti implicazioni rivoluzionarie. Di fatto nel decennio 1870-80 diversi paesi
europei (Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia) e gli Stati Uniti sono attraversati da
moti rivoluzionari, seguiti da violente repressioni. In questo clima, gli ambienti
accademici e borghesi accettano con favore la nuova impostazione basata su un rifiuto
netto della teoria oggettiva del valore e i concetti ad essa legati di sfruttamento, e lotta di
classe. Come nota Maurice Dobb, dei tre economisti protagonisti della “rivoluzione
soggettivista”, solo Jevons è pienamente cosciente della portata politica del nuovo
approccio.
• Secondo una celebre definizione della scuola marginalista, l’economia è la scienza che
studia la condotta umana come relazione tra scopi e mezzi scarsi applicabili ad usi
alternativi (Lionel Robbins). Mentre i desideri umani sono illimitati, le risorse disponibili
per soddisfare tali desideri sono limitate. Tutti i problemi economici sono problemi di
scarsità. L’economia si occupa di stabilire il modo migliore per ottenere un certo scopo
utilizzando le risorse scarse a disposizione.
• Con questa definizione, l’economia perde il suo carattere di scienza essenzialmente storica
(nel senso che le diverse forme di organizzazione economica nei diversi contesti storici
10