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Prefazione
Food Packages Free Press e, come nellessenza di questa iniziativa editoriale, vede la luce grazie al supporto di aziende di spicco
della filiera del packaging: Extrasolution srl, Huber Italia spa e
Sacchettificio di Ros srl.
I contenuti di questo volume, tecnici e non commerciali, sono disponibili gratuitamente per merito delle aziende citate e per la
precisa volont della nostra casa editrice di inquadrare secondo
lunica prospettiva corretta possibile, quella scientifica, le problematiche legate al confezionamento.
Proprio da un punto di vista scientifico siamo consapevoli che
ognuna delle bevande descritte meriterebbe un libro a s, cos
come lo meriterebbero gli anelli della filiera coinvolti (chiusure,
etichette, imballaggi secondari, ecc.). Daltro canto per siamo
convinti che una visione dinsieme come quella che proponiamo
renda pi semplice trovare sinergie, spunti di innovazione e contaminazioni proficue che gi tante volte in passato hanno motivato il progresso.
II
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Indice
1 Il vino
2 La birra
14
3 I soft drink
20
IIIIII
III
4 I succhi di frutta
27
5 Lacqua
33
6 Il caff
41
7 Il the
49
IV
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
8 Il latte
52
9 Argomenti generali
63
9.1 Le tecnologie............................................................. 63
9.1.1 Riempimento........................................................ 63
9.1.2 Risanamento termico di alimenti confezionati....... 63
9.1.3 Altre metodologie.................................................. 65
9.2 Le chiusure............................................................... 66
9.2.1 Vino..................................................................... 66
9.2.2 Acqua.................................................................. 71
9.2.3 Birra.................................................................... 72
9.2.4 Soft drink............................................................ 73
9.3 Etichettatura e tracciabilit....................................... 73
9.3.1 Etichettatura....................................................... 73
9.3.2 Codifica............................................................... 77
9.4 Design....................................................................... 78
IIIIII
Il vino
a produzione vinicola odierna si pu dividere in due grandi gruppi: vini da tavola e vini forti, da aperitivo o da dessert. Nel primo gruppo, lo zucchero che pu fermentare
gi stato consumato, cos che non avvengono ulteriori fermentazioni di lieviti; se il vino tenuto in assenza di ossigeno non si
possono sviluppare organismi dannosi. La maggiore sottoclasse
quella dei vini fermi, senza CO2. Poi ci sono i vini frizzanti, che
sono stati sottoposti a due fermentazioni e la CO2, prodotta dalla
seconda fermentazione, stata trattenuta. Quelli economici invece sono prodotti aggiungendo CO2.
Il secondo gruppo comprende i vini da aperitivo o da dessert. La
natura e la conservazione di questi vini dipende dallaggiunta di
alcol distillato; la quantit di alcol extra aggiunta sufficiente
di solito a prevenire alterazioni da crescita ulteriore di lieviti e
altri microrganismi.
CCCCCCCCCIIIIIII
Composti fenolici,
anidride solforosa
e ossigeno sono
i componenti che
influenzano la
shelf life del vino
confezionato
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Per prevenire
le alterazioni
sensoriali nel vino
necessario ridurre al
minimo la presenza
di ossigeno disciolto
nella bevanda
Il sistema
di chiusura
l'elemento che di
solito consente
l'ingresso di
ossigeno e deve
essere quindi ben
calibrato
Limitare
le reazioni di
ossidazione e le
loro conseguenze
nel vino possibile:
i metodi sono
numerosi
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Le bottiglie
di colore scuro
garantiscono
maggiore protezione
nei confronti della
luce
L'odore di
tappo dovuto
alla presenza di
tricloroanisolo,
residuo del
trattamento del
sughero
5
Di solito il vino in
ma quantit. La presenza di TCA nel vino dovuta alla degradazione microbica di soluzioni clorurate impiegate per sbiancare i
tappi di sughero eliminando i funghi parassiti.
Nei casi presentati fino ad ora il packaging favorisce la formazione di nuovi indesiderati composti. Al contrario, i materiali di
imballaggio possono causare una perdita della qualit sensoriale
del vino perch in grado di sequestrare una parte della frazione
aromatica tipica del prodotto (scalping). Tuttavia, seppure presente, il fenomeno di scalping non sembra essere cos importante per il vino, rispetto a quanto osservato per altre bevande, soprattutto quando conservato in bottiglie di vetro. In questo caso,
infatti, solo il sistema di chiusura pu giocare un ruolo degno di
nota nelladsorbire componenti del flavour.
In Italia, oltre
al vetro, il vino pu
essere confezionato
con poliaccoppiato,
bottiglie in PET, bag
in box e lattine di
alluminio
Il materiale pi usato per confezionare il vino ancora la bottiglia di vetro, percepita dal consumatore come pi sicura, destinata a proteggere un prodotto di alta qualit.
Ma da pi di vent'anni in Italia autorizzato il confezionamento
del vino in contenitori alternativi al vetro. Il d.m. 16 dicembre
1991, infatti, prevede che i vini da tavola (esclusi i VQPRD), con
deroga ai D.O.C. per i bag in box sancita dal d.m. 4 agosto 2008,
possano essere posti in commercio in recipienti dei materiali riportati di seguito, con lindicazione stampata della data di riempimento e dalla data di scadenza:
contenitori in poliaccoppiato multistrato composto da cartoncino di cellulosa, alluminio, polietilene a bassa densit LDPE
(shelf life massima di nove mesi);
contenitori in polietilene tereftalato (shelf life massima di sei
mesi);
contenitori costituiti da un otre di materiale plastico multistrato di polietilene e poliestere racchiuso in un involucro di cartone o di altro materiale rigido di capacit non inferiore a due
litri, comunemente chiamati bag-in-box (shelf life massima di
sei mesi).
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L'ossigeno
presente nella
struttura cellulare
del sughero
influenza la
quantit di ossigeno
contenuto nello
spazio di testa delle
bottiglie
Le bottiglie
di vetro sono un
elemento funzionale
della fase di
produzione dei vini
bianchi frizzanti
I contenitori
di poliaccoppiato
garantiscono una
shelf life di 12-24
mesi
Per dare
buoni risultati nel
confezionamento
del vino le bottiglie
di PET necessitano
di sistemi in grado
di diminuire la loro
permeabilit ai gas
10
pu essere rilasciata dal PET nel vino (10-20 ng g-1) non rappresenta un problema. Infatti lacetaldeide libera reagisce velocemente con la SO2 presente. Le conseguenze positive sono due:
lacetaldeide perde il suo odore sgradevole e la concentrazione di
SO2 libera diminuisce. Bisogna ricordare che una certa quantit
di acetaldeide legata alla SO2 normalmente presente nel vino,
come risultato della fermentazione.
1.2.4 Bag in box
Nati in Australia pi di 30 anni fa (dove attualmente il 50% del
vino confezionato in bag in box), hanno trovato largo consenso
negli Stati Uniti, hanno spopolato in Nord Europa e negli ultimi
anni stanno ottenendo popolarit anche in Italia, in particolare
dopo che il d.m. 4 agosto 2008 ha autorizzato lutilizzo del bag
in box (BIB) anche per i vini a denominazione di origine controllata. Gli utilizzatori devono presentare la richiesta formale
di autorizzazione alluso di contenitori alternativi al vetro e conseguentemente modificare il relativo disciplinare di produzione.
Sono, comunque, esclusi da tale opportunit di condizionamento i vini D.O.C. che si fregiano della menzione vigna, riserva,
superiore oppure di una sottozona o di una delle menzioni tradizionali complementari ammesse nel Reg. 753/2002. Il
successo dei BIB spiegato dai bassi costi di produzione e dal
ridotto rapporto imballaggio/prodotto associati a una comodit
duso elevata. Infatti, poich il sacchetto in materiale plastico
si contrae man mano che il vino viene prelevato, il prodotto rimanente non esposto allazione dellO2, come invece avviene
per gli altri contenitori e pu essere conservato per molti giorni,
costituendo la soluzione ideale per chi consuma piccole quantit di vino in occasioni frequenti e per i single. La shelf life del
vino confezionato nei BIB influenzata fondamentalmente dalla
frequenza duso e dalla velocit di consumo, dalle dimensioni e
dal rapporto superficie/volume della busta e dalla permeabilit
dellimballaggio. Questa dipende dal tipo di valvola usata come
sistema di erogazione del vino (rubinetto) e dalla composizione
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L'acetaldeide
che il PET pu
rilasciare nel vino
non rappresenta un
problema
Il bag in box
(BIB), anche dopo
l'apertura, preserva
il vino dal contatto
con l'ossigeno
11
Le lattine di
alluminio contenenti
vino devono
essere rivestite
internamente da
un coating, per
evitare fenomeni di
corrosione
12
1.2.5 Lattine
Decisamente i contenitori alternativi meno diffusi e accettati dai
consumatori italiani e francesi, sono ritenuti validi concorrenti
del vetro da ottimisti produttori olandesi, austriaci e tedeschi
che hanno puntato sugli aspetti di novit, praticit, leggerezza e
riciclabilit al 100% di questi materiali per conquistare una fetta
di mercato del vino rosso e bianco. Accanto ai barattoli di alluminio dalla forma cilindrica da 250 mL (ideali per chi beve uno
o due bicchieri di vino), stanno emergendo anche contenitori a
forma di bottiglia in grado di dare un tocco di eleganza al prodotto. La sicurezza igienico-sanitaria del prodotto confezionato in
alluminio garantita dalle lacche che rivestono la superficie interna dei contenitori, essenziali per evitare fenomeni di corrosione causati dai solfiti e anioni presenti nel vino. Quando si confeziona vino fermo in lattina, necessario aumentare la pressione
interna delle lattine attraverso liniezione di N2 o addizionarlo di
anidride carbonica con una pressione interna di circa 170 kPa,
per prevenire il collasso del corpo della lattina. Questo accade
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CCCCCCCCCIIIIIII
13
La birra
asce da una sapiente lavorazione e deve essere confezionata in modo da mantenere alla perfezione i delicati equilibri dei suoi componenti. La birra un prodotto in continua espansione; il suo consumo, riservato per eccellenza alle
occasioni conviviali, si diffonde sempre di pi anche tra i giovani.
L'operazione pi comune a cui viene sottoposta la birra dopo il
confezionamento la pastorizzazione, seguita dal raffreddamento.
Sia per le bottiglie che per le lattine vengono usati tunnel in cui le
confezioni viaggiano attraverso unarea chiusa dove sono spruzzate con acqua calda, lasciate in attesa per un tempo adeguato e poi
trattate con acqua fredda.
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La presenza
di ossigeno nella
confezione, anche in
piccole quantit, pu
arrecare notevoli
danni alla birra
Anche
l'esposizione
alla luce pu
danneggiare la birra
15
I rivestimenti
interni in plastica
dei tappi a corona
delle bottiglie di
birra possono
causare fenomeni di
scalping
La
pastorizzazione
delle bottiglie
di birra avviene
attraverso il
riscaldamento delle
stesse a 60C per
dieci minuti
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2.2.1 Vetro
Il packaging tradizionale per la birra la bottiglia di vetro con
tappo a corona. Come abbiamo gi detto, la pastorizzazione della
birra allinterno della bottiglia dopo la chiusura il metodo pi
comune per garantire la sicurezza di questa bevanda. Lo scopo
scaldare la birra a una temperatura abbastanza elevata da distruggere ogni organismo dannoso per essa. Lindustria della birra ha sviluppato i propri valori standard per misurare lefficacia
della pastorizzazione e usa il termine di unit di pastorizzazone
(PU) dove un PU equivalente a portare la birra a 60C per un
minuto. 10 PU (60C per 10 minuti) considerato il trattamento
adatto per le birre in bottiglia prodotte secondo le buone regole
di fabbricazione.
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L'anidride
carbonica presente
nella birra
pressurizza e rende
stabile la lattina
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La birra pu
essere confezionata
anche in bottiglie
di PET, provviste
di barriera per
diminuire la loro
permeabilit ai gas
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2.2.3 Plastica
Oggi una piccola quantit di birre (in aumento) confezionata in
bottiglie di PET con barriera, per fornire una shelf life accettabile,
e sembra che questo settore di mercato possa crescere nei prossimi dieci anni, a spese delle bottiglie di vetro.
La fine della shelf life della birra si verifica quando lossigeno supera i 500 ppb e luscita di CO2 il 10%. La shelf life della birra a
21C in una bottiglia standard di PET monostrato di tre settimane prima dellingresso di 500 ppb di O2 e 4 settimane prima
delluscita del 10% di CO2. Per superare questi problemi, ci sono
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CCCCCCCCCLLLLLLLL
19
I soft drink
ole, bevande aromatizzate alla frutta, energy drink, functional drink: il mercato delle bevande analcoliche, gassate o no, si va costantemente ampliando a seconda dei
desideri di consumatori sempre pi esigenti. Se una volta era
sufficiente creare una bevanda dolce, fresca, con un aroma caratteristico, magari addizionata con CO2, per avere successo, il mercato del ventunesimo secolo si apre a nuove sfide. In questo tipo
di bevande si ricercano aggiunte di sostanze particolari (fibre
alimentari, minerali, vitamine, antiossidanti, estratti vegetali),
propriet energetiche date da ingredienti come caffeina e guaran, contenuti di zucchero non troppo alti, propriet dietetiche.
Inutile dire che, con materie prime cos delicate, il packaging
una parte davvero importante del processo di produzione e distribuzione.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
attraverso luso di insaporitori di alta qualit e antiossidanti, togliendo laria dalla confezione prima delladdizione di CO2 e riducendo al minimo lesposizione del prodotto alla luce. I coloranti di
origine naturale o artificiale possono essere intaccati dallossigeno
e il risultato di solito un effetto decolorato, che il consumatore
nota immediatamente e che pu fungere da deterrente per lacquisto della bevanda. Molti produttori aggiungono acido ascorbico
che funga da antiossidante.
La tipologia di
confezionamento
pi diffusa per i soft
drink frizzanti la
bottiglia di PET
3.2.1 Vetro
Dallinizio del ventesimo secolo, tutte le bevande gassate erano
confezionate in bottiglie di vetro, sigillate con tappi a corona, che
potevano essere riempite di nuovo riportandole al negozio dopo
avere esaurito la bevanda. Negli ultimi anni, le bottiglie di vetro
a perdere hanno sostituito queste in molti mercati. Esse spesso
hanno unetichetta protettiva di plastica o di carta-plastificata o
una sleeve tutta di plastica retraibile, in parte come misura protettiva per trattenere frammenti di vetro in caso di rottura. Il tappo
a corona stato largamente sostituito da un tappo a vite filettato
in alluminio, applicato al collo con un anello che forma un sigillo di garanzia o da una chiusura di plastica (PP di solito) che si
adatta e si svita sulle stesse filettature, fornendo anchessa una
visibile indicazione di violazione.
3.2.2 Metallo
Per molti anni sono stati usati contenitori in tre pezzi di banda
stagnata per il confezionamento della bevande gassate. La natura altamente corrosiva di queste bevande richiede una completa
protezione del contenitore metallico dal prodotto attraverso luso
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21
Per le bevande
gassate si usano
oggi lattine in due
parti in alluminio
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subito evidente che solo il poliestere e il nitrile avevano le caratteristiche necessarie; allinizio fu usato il nitrile, pi facile da trasformare in bottiglie; ma nel 1977 fu dimostrato che poteva essere
cancerogeno e le bottiglie furono ritirate dal mercato. Continuavano i tentativi di produrre bottiglie in PET. Nella primavera del '77,
la bottiglia di PET fu lanciata prima dai due maggiori produttori
di cola, poi dagli altri. Questo stato descritto come il pi grande
sviluppo nellindustria dei soft drink dallintroduzione della lattina con apertura a strappo dieci anni prima.
Oggi, la maggior parte dei soft drink sono confezionati in bottiglie
di PET, che ha conquistato la sua fetta di mercato a spese per
lo pi del vetro, anche se su un mercato allargato. Soprattutto
negli Stati Uniti, c una continua richiesta di contenitori sempre
pi grandi per questo tipo di bevande e questo fatto ha aiutato la
diffusione della bottiglia di PET. La bottiglia di vetro da un litro
considerata vicina ai limiti di grandezza e peso, dopo i quali diventa difficile maneggiarla, particolarmente per i bambini. Invece, le
bottiglie di PET sono ora disponibili fino a 5 litri.
Una delle criticit che avrebbe potuto limitare luso di questo materiale per le bibite gassate il fenomeno dello stress cracking,
una questione molto complessa che influenzata da un grande
numero di variabili, incluso il clima, la chimica, la qualit dei
polimeri e il design della bottiglia. I fattori che lo favoriscono sono:
leccessiva pressione interna, data a volte dalla sovrabbondanza
di anidride carbonica, la differente distribuzione del materiale
sulle pareti del contenitore, la viscosit alterata, lesposizione ai
raggi UV e alle alte temperature, il contatto con sostanze corrosive, limpiego dei lubrificanti o la movimentazione con trasportatori
a cinghia. Infine c una crescente consapevolezza che la alcalinit, inclusa quella naturale dellacqua, sia connessa allo stress
cracking delle bottiglie di PET.
Non bisogna sottovalutare la progettazione accurata della confezione, che tenga conto di tutti i fattori che influenzano il gusto e
lodore delle bevande gassate in contenitori di plastica: la perdita
dellanidride carbonica, lingresso di ossigeno, lingresso di aromi
CCCCCCCCCIIIIIIIIIIII
Il PET si presta
alla produzione di
bottiglie di grandi
dimensioni
Le bottiglie di
PET contenenti
bevande gassate
possono andare
incontro al fenomeno
dello stress cracking
23
dallesterno, la perdita di acqua, la permeazione allesterno di aromi, lassorbimento degli stessi da parte del materiale di confezionamento, la cessione di aromi da esso.
I soft drink sono molto meno sensibili della birra allossigeno e
un ingresso massimo di 20 ppm per una bevanda al sapore di
limone e di 40 ppm per la cola sono tollerati, insieme a un limite
di perdita di acqua dell1%, il secondo soprattutto per mantenere
la veridicit delle informazioni in etichetta.
I valori di permeabilit di questo materiale, necessariamente diversi da quelli del vetro, fanno s che ci sia una fisiologica perdita di CO2 attraverso la bottiglia. Per limitarla si pu aumentare
lo spessore delle pareti; in questo modo diminuir il valore della
trasmissione di CO2, ma aumenter il costo della bottiglia, perci
stato trovato un valore di compromesso, che non annulli totalmente la perdita ma la renda tollerabile.
Inoltre il PET, come molte termoplastiche, soffre il fenomeno della
deformazione e questo accade nella maggior parte dei casi nei primi giorni dopo che la bottiglia stata riempita. Spesso, si verifica
anche una deformazione elastica non permanente, che sparisce
quando la bottiglia viene aperta e la pressione interna rilasciata.
In combinazione, questi effetti producono un aumento del 2,5%
del volume della bottiglia nei primi 3-4 giorni dopo il riempimento,
in normali condizioni di conservazione.
La massima shelf life per una bottiglia di 1,5-2 litri di circa 1617 settimane, entro le quali la CO2 sar diminuita fino a un livello
accettabile di 3,1-3,2 atmosfere.
Un tema di grande importanza la riduzione del peso delle bottiglie, soprattutto per le potenzialit di risparmio che offre. Essa
si traduce in grandi benefici di costi, per non parlare del miglioramento in termini di sostenibilit. Per ogni decimo di grammo
in meno, il fabbisogno di materiale si riduce enormemente e si
risparmiano ingenti scorte di petrolio, sia per la produzione del
PET, sia per il trasporto delle bottiglie. Date le dimensioni del fenomeno diventa sempre pi importante produrre tali contenitori
nel modo pi economico possibile. La riduzione del peso presenta
24
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
tuttavia alcune controindicazioni legate alla comodit e praticit di consumo della bevanda: il consumatore si trova infatti fra
le mani non pi una bottiglia, ma un contenitore molle, quasi
una busta, che inevitabilmente tende a schiacciarsi quando viene
aperta.
Il grande successo di questo polimero ha anche un rovescio della
medaglia: la domanda di PET ha raggiunto volumi tali che il materiale necessario per la produzione di bottiglie nella quantit e con
la qualit richieste non pi disponibile in maniera illimitata. E
questo sia per la plastica nuova, sia per il materiale riciclato. Per
questo motivo, la ricerca di materiali alternativi procede a ritmi
serrati. Il PEN, la variante matura del PET, resistente al calore, in
grado di respingere i raggi UV e con eccezionali propriet barriera,
idoneo al riempimento a caldo e ha una minore resistenza alla
flessione continua. Il prezzo della materia prima per molto pi
alto e, quindi, rappresenta un ostacolo importante al suo impiego.
Produzione in serie e altri progressi tecnici potrebbero presto favorirne la diffusione nellindustria delle bevande.
Anche le materie prime rinnovabili potrebbero avere un grande
futuro anche per la produzione di plastiche. Sul mercato delle
bevande (per ora non gassate) e nella lavorazione di alimenti liquidi sono gi arrivate le prime bioplastiche. Secondo le stime degli
esperti il giro daffari delle bioplastiche destinato a crescere del
20-25% ogni anno fino al 2020. Le aspettative sono particolarmente elevate per lacido polilattico (PLA), poich le sue propriet
sono molto simili al PET. Trasparenza e compatibilit con il ciclo
produttivo fanno del PLA un candidato ideale per limballaggio alimentare, dove pu essere lavorato sfruttando gli impianti esistenti. Il prezzo del PLA, per, nettamente superiore al PET in questo
momento. Tuttavia, con un incremento dei volumi produttivi, i
costi di produzione del PLA sono destinati a scendere nei prossimi
anni. Il PLA presenta comunque alcuni svantaggi, primo fra tutti
un punto di plastificazione (rammollimento) attorno ai 60C, che
ne limita limpiego. Il PLA non lunica bioplastica interessante: si
fa strada anche il polietilene furano (PEF), a base vegetale. Il vanCCCCCCCCCIIIIIIIIIIII
25
PEF, bioPE e
26
taggio di questo materiale che si pu utilizzare qualsiasi sostanza che contenga carboidrati. La produzione di massa di bottiglie
e contenitori food grade in PEF prevista per il 2015, con accordi
gi sottoscritti da alcune tra le maggiori multinazionali del beverage. Le caratteristiche funzionali, come la leggerezza e le eccezionali propriet di barriera, ne fanno una valida alternativa al PET.
Analoga la diffusione sul mercato del bioPET, con la produzione
di bottiglie che prevedono per ora lutilizzo parziale di questo polimero proveniente da fonti vegetali. recente, infatti, la sintesi in
laboratorio e su un impianto pilota di ragguardevoli dimensioni
della seconda parte della molecola, che fino ad ora non era stata
possibile. Questa scoperta rende di fatto attuabile la realizzazione
di un polimero con molecole di origine al 100% vegetale, che per
risulta nelle caratteristiche del tutto identico a quello di origine
petrolchimica e quindi perfettamente integrabile nella procedura
di riciclo del PET tradizionale. Sempre sul fronte delle bioplastiche, gi in uso da diversi anni su scala industriale anche il
bioPE.
Un aspetto al centro del dibattito la composizione ottimale dei
contenitori di plastica, che devono impedire o almeno ridurre da
un lato la penetrazione di ossigeno e luce nel prodotto, dallaltro
la dispersione di anidride carbonica e aromi dalla bevanda. A tale
scopo esistono diverse possibilit: utilizzo di bottiglie multistrato,
miscele di diversi materiali, rivestimento interno e/o esterno delle
bottiglie con ossido di silicio, prevedendo eventualmente anche
tappi barriera per lossigeno, con oxygen scavenger. Si sta valutando anche lapplicazione di uno strato protettivo con plasma
a bassa pressione. Soluzioni di barriera adeguate ed economicamente accessibili potrebbero trasformarsi in chiavi per lapertura
di nuovi mercati.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
I succhi di frutta
27
La presenza
di conservanti nei
succhi di frutta
non gradita dai
consumatori
L'ossigeno
disciolto nel succo
di frutta causa
imbrunimento dello
stesso, per cui
molto importante
effettuare
un'adeguata
deaerazione prima
di confezionare
28
La quantit di
polpa disciolta un
importante fattore
che influenza il
gradimento del
succo di frutta
da parte dei
consumatori
29
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
31
Imperfezioni nel
rivestimento interno
possono causare il
rigonfiamento delle
lattine di succo di
frutta
32
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Lacqua
L'acqua
andrebbe
mantenuta il pi
possibile identica a
come sgorga dalla
sorgente
L'acqua
per sua natura
predisposta alle
contaminazioni
microbiologiche
33
zioni se non addirittura interagire direttamente. Durante il trasporto e lo stoccaggio le condizioni esterne (temperatura, raggi
UV, umidit e presenza di muffe) possono fungere da meccanismi
scatenanti o catalizzatori di reazioni che determinano lalterazione sensoriale. La conoscenza del proprio processo produttivo e
un piano attivo di prevenzione sono la carta vincente per scongiurare un decadimento della qualit del prodotto. indispensabile predisporre un accurato piano di collaudo e formalizzare
un capitolato tecnico con i fornitori del materiale a contatto con
acqua minerale.
5.1.1.1 Le contaminazioni interne allacqua
Il primo problema costituito dalle contaminazioni derivanti da
composti non riconducibili direttamente allimballaggio. Probabilmente causate dallattivit microbiologica che si esplica nellacqua, queste degradazioni del profilo organolettico risultano diverse a seconda degli ingredienti coinvolti: alcuni composti organici
dello iodio infatti conferiscono odore e sapore di mare, mentre
i composti del selenio di marcio. I meccanismi di questa tipologia particolare di contaminazione sono particolarmente difficili
da comprendere. Lalterazione non si riproduce automaticamente
contaminando lacqua con questi elementi, anche con quantit di
tre o quattro ordini di grandezza superiori a quelle dei rispettivi
composti sensorialmente rilevabili.
La contaminazione dellacqua minerale riveste un particolare rilievo: oltre a essere severamente regolamentata ha un enorme impatto sul consumatore. Un problema puntuale di contaminazione
nellacqua imbottigliata porta lacquirente finale a ipotizzare un
inquinamento della fonte. Indipendentemente dalle cause e dalle conseguenze, le contaminazioni con valenza sensoriale sono le
pi impattanti in assoluto: il compratore indotto a rifiutare il
prodotto, diffidando della sua purezza originaria.
In una bottiglia dacqua minerale, i batteri autoctoni, arrivati sicuramente stressati dalle varie fasi del prelievo e imbottigliamento, trovano la condizione ottimale per iniziare la crescita. Sono
34
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Le alterazioni
organolettiche
dell'acqua sono
molto facili da
percepire
35
L'acqua pu
essere contaminata
anche dopo
l'imbottigliamento
36
Le
contaminazioni
dovute a fattori
esterni possono
provenire
dall'imballaggio
primario o
secondario, dagli
additivi, dai
coloranti e anche
dall'ambiente di
stoccaggio
37
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
mentre il PC viene usato per i grandi contenitori dispenser presenti negli uffici e nei luoghi pubblici.
La perdita di anidride carbonica non dipende dal peso della bottiglia, anche se una diffusa non uniformit stata osservata in dipendenza dello spessore dei lati delle bottiglie in PET. Confermata
limportanza della conservazione a basse temperature, perch la
diffusione dei gas attraverso il PET accelerata dalla temperatura. Il pi importante componente volatile nel PET lacetaldeide,
un prodotto della degradazione termica che si forma durante la
fusione del PET. Possiede un odore e gusto caratteristici, generalmente descritto come dolce, simile alla plastica e fruttato, che pu
influenzare le caratteristiche sensoriali. Le moderne tecniche di
produzione hanno ridotto drasticamente i livelli di acetaldeide nel
PET, inferiori a 1 ppm. Gli assorbitori di acetaldeide sono in grado
di ridurre la sua formazione nel packaging in PET fino all80%.
I produttori responsabili sono tenuti a operare in modo che il polimero non causi alterazioni, se utilizzato secondo buone pratiche di fabbricazione (GMP). Questo nellottica di prevenire contaminazioni in produzione, stoccaggio e trasporto e minimizzare
il contenuto di aldeidi. Tutti i passaggi per la produzione del PET
richiedono un minuzioso controllo. Alcuni esempi delle principali
azioni preventive per ridurre al minimo i rischi di contaminazione
riguardano le materie prime solide, che devono essere autoprodotte in sito o, se ricevute in container, conservate in imballi a perdere sigillati, perfettamente integri. Accompagnate da certificati
di analisi, richiedono uno stoccaggio in sili dedicati. Le materie
prime liquide ricevute via nave devono presentare analisi allarrivo
ed essere trasportate in camion dedicati. Durante la fase finale del
processo produttivo, la taglierina necessita di un raffreddamento
in acqua demi trattata per prevenire la crescita di alghe e batteri. Gli impianti che lavorano in continuo devono essere utilizzati
solo per produzione di polimeri idonei al contatto con alimenti. Al
controllo di qualit dobbligo abbinare la pulizia periodica delle
linee; sono richiesti trasporti possibilmente sempre dedicati e lo
stoccaggio in magazzini chiusi e coperti, su pallets. A fine proCCCCCCCCCLLLLLLL
Il processo
produttivo del
PET destinato a
contenere acqua
deve essere
scrupolosamente
controllato
39
Le
contaminazioni
da trasporto del
PET sono di solito
chiaramente
identificabili
40
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Il caff
41
Bisogna
prevedere una
soluzione per la
gestione della CO2
nelle confezioni di
caff
42
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
primo metodo applicare il sottovuoto immediatamente dopo il riempimento della confezione e poi sigillare. Il secondo sottoporre
il caff macinato tostato a gas flushing e confezionarlo con un gas
inerte subito prima di sigillare. Il terzo mettere un assorbitore
nella confezione.
6.1.2 Lumidit
I pacchetti di caff sono aperti e richiusi frequentemente dai consumatori. La degradazione del caff avanza rapidamente con il
modificarsi delle condizioni allinterno della confezione come risultato dellinterazione tra aria e umidit. In queste circostanze, la
shelf life diventa quella di un imballaggio ad aria. Esiste una shelf
life secondaria, che riferita al tempo successivo allapertura della confezione, in cui il caff rimane di qualit accettabile.
Un altro problema del confezionamento del caff laroma di stantio, un gusto e aroma dolce ma spiacevole che riflette lossidazione di molti degli aromi piacevoli e la perdita di altri. Il gusto del
caff cambia, diventa troppo amaro, vecchio o rancido, e a questo
punto non pu pi essere venduto. Questo fenomeno causato da
un alto contenuto di umidit e dalla conservazione a temperature
troppo alte.
Per quanto riguarda il caff istantaneo, presenta alcuni vantaggi
come lincremento della shelf life, la velocit di preparazione e il
minor peso e volume necessari per preparare la stessa quantit di
bevanda. Tuttavia, il caff solubile si deteriora rapidamente se non
tenuto allasciutto e per questo indispensabile che il packaging sia in grado di proteggerlo da umidit e ossidazione. Il suo
pi grande problema lindurimento, come risultato dellingresso
di vapore acqueo. Questo accade quando lumidit raggiunge il
7-8%. Si rende quindi necessario luso di materiali di confezionamento con bassi valori di permeabilit al vapor dacqua.
L'umidit un
fattore critico nella
conservazione
del caff, anche
istantaneo
6.1.3 Lossigeno
Il caff macinato presenta una specie di riserva di ossigeno, che
pu causare un ulteriore deterioramento. stato osservato che
CCCCCCCCCIIIIIIII
43
La presenza
di ossigeno nella
confezione pu
accelerare la
degradazione del
caff
nella conservazione sotto vuoto del caff tostato, il valore di ossigeno nella confezione pu di fatto crescere dopo alcuni giorni
come risultato del suo disassorbimento, seguito poi da una sua
rapida diminuzione durante la successiva conservazione.
Per il caff macinato ci sono prove di una relazione tra lossigeno presente nella confezione e la durata della shelf life per una
qualit costante. Ad esempio, per un contenuto iniziale dell1%
di ossigeno, abbiamo una shelf life di 4 mesi per un gusto di alta
qualit, 9-17 mesi per uno di media qualit e 14-20 mesi per uno
di bassa qualit. Anche la temperatura di conservazione ha un
effetto molto importante sulla shelf life.
Prima di
confezionare il caff
sottovuoto bisogna
procedere alla
degasazione
44
45
I pacchetti
per il caff
possono essere
dotati di valvola
di degasazione
unidirezionale
46
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Il settore delle
capsule di caff in
costante crescita
47
Le capsule
possono essere
in plastica o in
alluminio
48
materiale completamente riciclabile, trasformando cos una soluzione problematica per lambiente in quella pi ecosostenibile. Per
quanto riguarda invece le capsule plastiche, generalmente si utilizza un fondo termoformato, che pu essere in polipropilene o in
poliestere e polipropilene (non in polietilene perch, alle alte temperature a cui sottoposta la capsula, pu rilasciare sostanze nella bevanda), quasi sempre accoppiato a uno strato di alluminio.
La combinazione pi utilizzata quella di poliestere, alluminio e
polipropilene con stampa interna. Sempre per ottenere un minor
impatto sullambiente, oltre che per un discorso di riduzione dei
costi, in alcuni casi e soprattutto nel nord Europa si utilizzano
capsule completamente prive di alluminio. Questa soluzione pone
per grossi problemi di utilizzo per la difficolt che le comuni macchinette hanno nella perforazione di materiali pi elastici dellalluminio. Il problema pu essere parzialmente risolto riducendo
al minimo lo spessore dello strato da perforare, con una conseguente diminuzione della shelf life del caff, dovuta alle minori
capacit protettive dellimballaggio. La qualit della bevanda non
potr quindi essere costante nel tempo ed comunque necessario
utilizzare macchinette appositamente progettate.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Il the
Le caratteristiche attrattive del the sono il gusto, laroma e il colore, dati da polifenoli e aminoacidi. Il consumatore abituale di
questa bevanda in genere molto attento e affezionato alle qualit
della sua bevanda preferita, che la confezione deve il pi possibile
preservare. Le differenti condizioni di produzione portano a differenze nel gusto, nellaroma e nel colore ma anche nella modalit
di conservazione e nella shelf life.
Umidit,
temperatura e luce
sono i fattori critici
per la conservazione
del the
49
Il the verde
pi delicato del
the nero e richiede
maggiore cura nel
confezionamento
gusto ben bilanciato e complesso a un gusto piatto, mancante della caratteristica vivacit. Tutte queste reazioni sono accelerate da
umidit, ossigeno, elevate temperature ed esposizione alla luce,
pi che nel caso del the nero.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
CCCCCCCCCIIIIII
51
Il latte
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
La temperatura
un fattore
determinante nello
sviluppo delle
contaminazioni
53
L'esposizione
54
8.1.2 La luce
Un altro grande nemico del latte la luce. Durante la lavorazione,
la distribuzione, la conservazione e la vendita, il latte pu essere esposto alla luce naturale o artificiale. Le reazioni chimiche
scatenate nel latte dalla luce, particolarmente nelle lunghezze
donda comprese tra 420 e 550 nm, possono provocare cambiamenti di gusto e perdita di vitamine e altre componenti nutrizionali. I test hanno indicato che nelle fasi iniziali dellossidazione,
il latte perde il suo sapore naturalmente fresco e diventa abbastanza piatto nel gusto, senza essere rifiutabile come negli stadi
pi avanzati dellossidazione. La riboflavina (vitamina B2) gioca
un ruolo cruciale perch non solo distrutta dalla luce, ma catalizza lo sviluppo del sapore ossidato e lossidazione dellacido
ascorbico, generando ossigeno. A causa del suo assorbimento di
riboflavina, la luce alle lunghezze donda 350-550 nm la pi
dannosa e il massimo danno arriva a 450 nm. Queste lunghezze
donda sono contenute nello spettro di emissione dei tubi bianchi
fluorescenti, un sistema di illuminazione molto comune nei punti
vendita e nei magazzini.
La distruzione della riboflavina da parte della luce maggiore nel
latte scremato che in quello intero, perch la luce di quelle frequenze pu penetrare in esso pi profondamente. La distruzione
dei nutrienti pu causare problemi legali legati agli standard nutritivi e alla veridicit delle informazioni presenti sulle etichette,
poich dopo la conservazione nei locali dei supermercati, il latte
potrebbe non presentare pi i requisiti di legge. Negli Stati Uniti
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
per legge al latte scremato va aggiunta vitamina A, anchessa degradabile con lesposizione alla luce.
In generale, possiamo dire che le confezioni di cartoncino offrono
una protezione pi efficace verso la luce sia delle bottiglie di vetro
che di quelle in policarbonato e HDPE. La cosa migliore comunque sarebbe ridurre in ogni caso lesposizione alla luce. Lentit
della perdita di nutrienti nei supermercati dipende dalla vicinanza del contenitore alla fonte di luce, dal numero e dalla potenza
delle lampadine, dalla superficie della confezione esposta e dalla
lunghezza dellesposizione. Gli effetti dannosi della luce sul latte
possono essere cos moderati:
con la scelta di un materiale di confezionamento che riduca al
minimo la trasmissione della luce;
con la riduzione dellintensit della luce negli scaffali;
con luso di lampade gialle o giallo-verdi o con filtri negli espositori;
con la rotazione delle confezioni nei negozi per ridurre la prolungata e dannosa esposizione alla luce.
Il materiale da imballaggio usato per il latte dovrebbe idealmente
non trasmettere pi dell8% della luce incidente a 500 nm e non
pi del 2% a 400 nm.
Alcuni studi hanno concluso che necessario bloccare completamente la luce UV per evitare la fotoossidazione e per massimizzare
la shelf life del latte pastorizzato. Lesposizione diretta alla luce del
sole dovrebbe essere evitata al di l di tutto anche perch tende
a fare aumentare la temperatura del latte, fattore che accelera
lalterazione microbica.
8.1.3 L'ossigeno e l'anidride carbonica
Lossigeno gioca un ruolo importante nello sviluppo di off-flavour
indotti dalla luce nel latte. Il latte pastorizzato generalmente saturato con ossigeno allo riempimento, ma se non viene aggiunto
ossigeno, il suo contenuto decade e la quantit di reazioni avverse
rallenta o smette. Tuttavia, ossigeno addizionale dallo spazio di
testa o che entra attraverso un contenitore permeabile manterr
CCCCCCCCCIIIIIIII
55
Aggiungendo
una piccola quantit
di CO2 si estende la
shelf life del latte
La gelificazione
un fenomeno che
limita la shelf life
del latte UHT
56
57
Il cartoncino
poliaccoppiato
fornisce al latte
uno schermo totale
contro la luce
58
8.2.2 Poliaccoppiato
Il tetraedro in materiale poliaccoppiato a base cellulosica rappresenta una pietra miliare del packaging. Il primo prodotto a fare
con esso, nel 1951, il suo ingresso nel mondo del flessibile stato
proprio il latte.
Oggi la sua forma stata quasi completamente sostituita da quella del parallelepipedo a sezione rettangolare, in vari formati. Esso
maneggevole e facile da movimentare e trasportare. Questi contenitori possono essere riempiti durante la formatura, per questo
si prestano al condizionamento asettico e alla minimizzazione degli spazi di testa. La carta non viene mai a contatto con il liquido,
grazie alla saldatura realizzata per sovrapposizione dei lembi con
lausilio di una fettuccia saldante in polietilene. Oltre a questo tipo
di contenitori, detti da bobina, esistono quelli preformati, come il
celebre parallelepipedo a sezione quadrata con estremit a timpano, che una volta aperto serve per versare il latte. Altre forme possibili sono il prisma con spigoli arrotondati e il parallelepipedo a
sezione quadrata con tappo a vite. Il punto di forza dei contenitori
in cartoncino poliaccoppiato per il latte, di solito carta-alluminiopolietilene, la sua completa opacit, che protegge totalmente il
latte dalla luce.
Il latte contenuto nel cartoncino infatti non sviluppa off-flavour
se esposto alla luce del supermercato. Larea non stampata del
cartoncino ha una trasmissione inferiore all1,5% al di sotto dei
550 nm ed opaca alle lunghezze donda al di sotto delle 430 nm.
Possiamo dire che tutti i tipi di poliaccoppiati forniscono un'adeguata protezione contro le contaminazioni chimiche e batteriche
ma non aiutano la ritenzione vitaminica.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Il cartoncino poliaccoppiato anche il metodo pi usato per confezionare il latte UHT, nella forma cartoncino-alluminio-laminato
plastico. Ultimamente per sta crescendo luso di contenitori in
plastica.
8.2.3 Plastica
Sicuramente successiva lintroduzione della plastica nel confezionamento del latte. Ora un materiale molto usato, grazie
al superamento di alcune sue criticit, come ad esempio la trasmissione della luce attraverso le pareti. Si ritiene che bottiglie di
HDPE non colorate trasmettano il 58-79% della luce incidente,
nella frequenza 350-800 nm. La trasmissione della luce si pu
ridurre mediante la colorazione con TiO2. La protezione migliore
sembra essere fornita dallHDPE multistrato, seguito dalle bottiglie di HDPE monostrato pigmentate con TiO2.
Le bottiglie di PET chiaro non offrono nessuna protezione contro
la luce, per questa ragione sono richieste bottiglie di PET colorato.
Il latte in bottiglie di PET verdi ha mostrato meno ossidazione lipidica e perdita di nutrienti del latte confezionato in bottiglie di PET
chiare, HDPE e buste di LDPE. Luso di bottiglie di PET colorate
per ridurre la trasmissione della luce a un livello inferiore al 10%
per lunghezze donda di 450 nm appare sufficiente a proteggere
la vitamina B2 nel normale periodo di shelf life per il latte pastorizzato. Tuttavia, cambiamenti sensoriali indotti dalla luce non
possono essere esclusi durante lo stoccaggio commerciale.
Per proteggere
il latte dalla luce si
usano bottiglie di
PET colorato
59
Il latte in
polvere pu essere
confezionato in
atmosfera protettiva
oppure sottovuoto
60
ire alla sua popolarit in molte parti del mondo. Di solito in cima
alla lattina c un coperchio, che pu essere richiuso, in modo da
rendere la confezione impermeabile ai gas e un foglio di alluminio
saldato al bordo della lattina. Questo sar rimosso dal consumatore immediatamente prima delluso. Lapplicazione di un'apertura facilitata con un anello di alluminio molto comune, in questo
caso viene fornito anche un coperchio di plastica per procurare
un adeguato grado di protezione una volta che il foglio metallico
sia stato rimosso. Il latte in polvere confezionato in lattina ha una
lunga shelf life dovuta alle eccellenti propriet barriera di questo materiale. Con lattine adeguatamente strutturate, realistico
pensare a una shelf life di pi di cinque anni, anche se le autorit
nazionali per la sicurezza alimentare adottano in merito legislazioni pi restrittive.
Unaltra tipologia di lattina quella cellulosica, composta da una
spirale di cartoncino e disponibile con una grande variet di rivestimenti e coating. Il loro grado di protezione simile a quello
fornito dai sacchetti LDPE-alluminio-carta e hanno una resistenza simile a quella delle lattine di metallo. Hanno il vantaggio di
essere pi leggere del metallo e di non corrodersi, un problema
che pu presentarsi con le lattine di metallo in condizioni di alta
umidit. Una costituzione tipica base cellulosica di 0,9 mm e
un coating di 5 m, con una lacca nitrocellulosa per proteggere la
polvere dal foglio di alluminio. Un'etichetta esterna decorativa che
incorpora un materiale saldante fornisce unulteriore protezione
contro la penetrazione dellumidit.
Ultimamente, sono state introdotte confezioni in laminati alluminio-plastica, che possono essere formate, riempite, addizionate di
gas e sigillate su una singola macchina. I vantaggi pi grandi associati al laminato sono il costo e il peso inferiori del materiale. Di
contro, esso non ha la resistenza e la durevolezza dei contenitori
rigidi e ci possono essere difficolt nellottenere una saldatura a
caldo soddisfacente a causa della contaminazione della zona di
saldatura con la polvere durante il riempimento ad alta velocit.
Una tipica costituzione sarebbe uno strato interno di LDPE, in
CCCCCCCCCIIIIIIII
61
62
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Argomenti generali
9.1 Le tecnologie
Gli interventi tecnologici possono avere un notevole impatto sulla
qualit delle bevande: scegliere la tecnologia giusta per ognuna
di esse dunque un aspetto di fondamentale importanza nella
progettazione di ogni sistema di confezionamento.
9.1.1 Riempimento
Il riempimento delle confezioni dei prodotti liquidi si pu effettuare
secondo due principali modalit: a volume costante, cio immettendo una quantit di liquido predeterminata, indipendentemente dal volume del contenitore, e a livello costante, cio arrivando
fino a un livello fisso, anche qui senza tenere conto del volume
effettivo del contenitore. Esso pu essere effettuato o lasciando il
contenitore aperto ed esposto allatmosfera durante loperazione,
oppure applicando una guarnizione a tenuta al dispositivo. Si pu
riempire dallalto, direttamente sul fondo oppure facendo scorrere
il liquido sulle pareti, o dal basso, con una cannula inserita fino
al fondo del contenitore, che si alza gradualmente. Questultimo
metodo riduce al minimo lingresso di aria nel prodotto e la formazione di schiuma, evitando anche la perdita di aromi volatili.
9.1.2 Risanamento termico di alimenti confezionati
Il calore il principale mezzo di risanamento utilizzato per tutti
gli alimenti, non solo per le bevande. I metodi pi classici sono
la pastorizzazione e la sterilizzazione, che si pu effettuare su
tutti i tipi di imballaggi come le lattine, le bottiglie, i materiali
CCCCCCCCCAAAAAAAAAAAAAAAAAA
63
I due
principali metodi
di risanamento
termico sono la
pastorizzazione e la
sterilizzazione
Il
condizionamento
asettico consiste
nella sanificazione
separata del
contenuto e del
contenitore
Tra i vantaggi
del condizionamento
asettico c' la
possibilit di
formare le confezioni
all'atto del
riempimento
64
65
9.2 Le chiusure
Il materiale e la
Le chiusure sono un parte fondamentale dellimballaggio dei liquidi: la loro tenuta pu grandemente influenzare la shelf life del
prodotto e il materiale di cui sono composte deve essere in grado
di preservare le qualit della bevanda senza influenzarne il sapore con sgradite perdite. sulla chiusura/apertura/erogazione/
richiudibilit, oltre che sulla portabilit, cio sul fenomeno tappo in tutte le sue declinazioni, che converge la convenience delle bevande, voce di notevole importanza nel processo che porta
allacquisto di una referenza piuttosto che unaltra.
9.2.1 Vino
Quali caratteristiche deve avere il tappo ideale per il vino? Nellimbottigliamento i tappi vengono convogliati in tubi verso la tappatrice: evitare lintasamento dei tubi, soprattutto in prossimit delle curve una delle prime prestazioni da considerare. Le
caratteristiche tecniche da tenere sotto controllo sono diametro,
lunghezza e arrotondamento degli spigoli. Dal punto di vista della
conservazione del vino, sarebbe possibile utilizzare tappi lunghi
30 mm su vini a beva rapida, ma questi andrebbero a intasare
i tubi di convogliamento, rendendo impossibile il funzionamento dellimpianto: ecco perch, ad oggi, le lunghezze minime dei
tappi sono di 36-38 mm. Una volta giunti alla tappatrice il tappo
viene alloggiato nelle ganasce. Qui la prestazione la minimizzazione dellusura delle ganasce. La caratteristica critica il valore
di forza radiale iniziale, strettamente connessa al modulo elastico,
alla densit e alla struttura cellulare. Queste caratteristiche sono
responsabili anche della tenuta del tappo alla pressione presente
nel collo della bottiglia. Unaltra prestazione importante lassenza di colosit dopo tappatura: in questo caso la velocit di recupero del volume iniziale e la permeabilit ai liquidi della chiusura
66
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
I tappi per il
vino devono essere
neutri per non
comprometterne
le caratteristiche
organolettiche
67
Per i vini da
invecchiamento sono
pi indicati i tappi in
sughero
Per i vini da
rapido consumo
sono indicati anche i
tappi sintetici
68
Nella scelta di un tappo va sempre tenuta in debita considerazione la natura del vino da imbottigliare. C una grande differenza,
infatti, tra i vini a lunga maturazione, destinati a un prolungato
affinamento in bottiglia e quelli di pronta beva, che devono essere consumati entro 12-24 mesi. Se i primi sono caratterizzati da
una struttura alcolica, acida ed estrattiva, particolarmente robusta, i secondi presentano limitata alcolicit e corpo leggero. Anche
il gusto, naturalmente, risente di queste caratteristiche: i vini a
lunga maturazione sono ruvidi e acerbi allinizio ma diventano armonici e gradevoli col tempo; gli altri, che siano secchi o amabili,
tranquilli o frizzanti, vanno comunque bevuti entro la primavera successiva alla vendemmia. Le diverse tipologie di chiusure si
adattano pi o meno bene allutilizzo con le due categorie sopra
individuate. Per i vini da invecchiamento, strutturati e longevi,
sono da sempre indicati i tappi di sughero che facilitano la polimerizzazione dei tannini non ancora polimerizzati, cio permettono
al vino di ammorbidirsi, evolvendo in modo positivo. noto che un
buon tappo si sostituisce non prima di dieci anni e che con le sue
caratteristiche il sughero interagisce con il processo evolutivo del
vino in bottiglia aumentandone di conseguenza la complessit. Il
sughero quindi considerato ancora lideale per tutti i vini di pregio e destinati a una prolungata maturazione in bottiglia, purch
sia di buona qualit (monopezzo). Ha per un difetto: la variabilit
della qualit del prodotto.
Per i vini da rapido consumo sono al contrario pi indicate chiusure sintetiche che garantiscono una omogeneit di prodotto maggiore. Questi tappi infatti sono prodotti secondo procedimenti industriali ripetibili e quindi non sono influenzati dalla variabilit
di un materiale naturale come il sughero. Costituiti da diversi
tipi di materiali plastici, spesso hanno un colore somigliante al
sughero. Malgrado le credenze comuni i tappi sintetici hanno una
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
69
Tappi in plastica
Tappi in sughero
Come
Dove
in
Tabella 1: schema comparativo delle principali differenze produttive tra sughero e plastica
I tappi a vite e a
corona influenzano
la percezione dei
consumatori, che
ritengono il vino di
qualit inferiore
70
contrario, ai tappi di sughero viene spesso correlato un concetto di vino di qualit elevata. stato dimostrato, infatti, che un
vino abitualmente percepito come di alta qualit tende a essere
percepito di qualit inferiore quando sigillato con una chiusura
alternativa, in particolare con un tappo a vite, mentre un vino di
media o scarsa qualit pu essere percepito come vino di qualit
superiore quando chiuso con un tappo di sughero. Unindagine
condotta da ricercatori americani ha evidenziato che laccettabilit dei tappi sintetici e a vite maggiore per i consumatori pi
giovani (sotto i 30 anni) rispetto ai consumatori di et compresa
nella fascia tra i 40 e 60 anni e che il tipo di chiusura influenza
la decisione di acquisto in modo diverso in funzione delloccasione
di consumo. In particolare, le chiusure alternative non sono considerate adeguate a una bottiglia di vino da regalare o destinata a
un evento speciale.
Il rubinetto usato sui moderni sistemi bag in box che, a norma
di legge, permettono di conservare il vino mantenendone invariato il bouquet. ideale soprattutto per i grandi formati, nei quali
preserva la qualit poich il contatto del vino con lossigeno viene minimizzato. Nei sistemi bag in box fondamentale valutare
non solo la permeabilit ai gas del rubinetto ma anche lefficacia
dellaccoppiamento tra rubinetto e bag in box, che solitamente
avviene tramite un bocchello e la permeabilit della sacca (bag)
polimerica. Soltanto mediante la misura del sistema completo bag
in box/bocchello/rubinetto si riuscir ad avere una valutazione
significativa della permeabilit.
9.2.2 Acqua
Le capsule in plastica esposte alla luce e allossigeno o a sterilizzazione radiante possono subire linizio di un processo di degradazione auto alimentata (reazioni a catena a radicali liberi), con
produzione di VOCs (Volatile Organic Content). In particolare le
capsule colorate, in esposizione solare, tendono a subire processi
di termo-degradazione ossidativa, tanto pi favoriti quanto pi
la capsula foto-assorbente, ovvero scura. Alcuni pigmenti come
CCCCCCCCCAAAAAAAAAAAAAAAAAA
71
il giallo, il rosso e larancione possono favorire i processi, funzionando da foto-sensitizers. Infine, i residui da trattamento dellacqua (ozono) possono indurre degradazione ossidativa del polimero
base e di suoi coadiuvanti tecnologici e additivi. Le richieste del
marketing dovrebbero sempre tener conto della protezione della
qualit dellacqua, nelle proposte di capsule colorate/pigmentate
e generalmente additivate, per esempio con scivolanti.
Il materiale
di rivestimento
interno dei tappi a
corona della birra
determinante per
la permeabilit del
sistema
72
9.2.3 Birra
Il sistema di confezionamento bottiglia/tappo soggetto pi della
lattina a variazioni di performance anche notevoli, in dipendenza
dai materiali usati. Il tappo a corona composto da un tappo di
latta o di acciaio rivestito da un coating al cromo elettrolitico e
contiene un materiale di rivestimento comprimibile, la composizione del quale cambiata negli anni da sughero solido a sughero
composto, a plastica e fogli di alluminio in varie composizioni.
Oggi, luso del foderamento a base di sughero abbastanza raro,
si usa di solito PVC, spesso gommato, o a volte HDPE. Dove il
sughero ancora usato, prassi comune aggiungere fogli di alluminio per migliorare le sue propriet barriera. Le propriet del
materiale cos come la forma del rivestimento hanno un grande
effetto sul livello di permeabilit dellossigeno attraverso il tappo. I
rivestimenti con fogli di alluminio forniscono una perfetta barriera. I rivestimenti in PVC sono gommati in diversi gradi e appaiono
abbastanza solidi dopo la chiusura, con bassi livelli di permeabilit. Lingresso dellossigeno non appare influenzato in modo misurabile dalle condizioni della superficie di chiusura in vetro o dalla
quantit di pressione usata per applicare il tappo alla bottiglia. Se
non aggiunto ossigeno durante il riempimento di una bottiglia di
birra la sua shelf life sar di 4-13 mesi per un ingresso massimo
di ossigeno di 1 ppm.
Per estendere la shelf life della birra in bottiglia, sono stati incorporati assorbitori di ossigeno nel materiale che fodera i tappi, per
rimuovere lossigeno presente nello spazio di testa nel momento
del riempimento e per assorbire lossigeno permeato nella bottiIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
La chiusura delle
lattine un'area
particolarmente
delicata
73
L'etichetta sleeve
ricopre interamente
la confezione
offrendo un'ampia
superficie di stampa
74
della riduzione degli ingombri e della maggior velocita di movimentazione e in fogli gi tagliati e fustellati in caso di produzioni
di elevato volume.
Attualmente, sono a disposizione una grande variet di sistemi di
stampa per le etichette: litografia, flessografia UV, rotocalco, laminazione metallica a caldo o a freddo, stampa digitale, comparto in
grande sviluppo e, per il beverage in particolare, la stampa diretta
sulla bottiglia che conferisce un look no-label attuale e di tendenza oltre a permettere di vedere il contenuto.
Tra le etichette disponibili sul mercato le autoadesive meritano
uno spazio a parte, vista la loro richiesta e le previsioni di crescita
della domanda in tutti i comparti produttivi. Il mercato del beverage si conferma come il settore pi velocemente in crescita per
quanto riguarda le etichette autoadesive. Esse offrono unampia
scelta sia di forma che di finitura e risultano quindi particolarmente adatte a questo settore: il loro design spesso in grado di
valorizzare il brand, per questo sono molto usate ad esempio per
le bevande gassate in bottiglie di plastica. La variet dei materiali,
la possibilit di combinare diversi processi di stampa, uninfinit
di colori, finiture, effetti tattili migliorano limpatto a scaffale. Per
alcuni prodotti sensibili, come lacqua, esse rappresentano anche
un minor rischio di contaminazione, mentre per tutti i vini pregiati, che vanno serviti nel secchiello del ghiaccio, sono resistenti
e non si staccano dalla bottiglia. Grazie alla concorrenza agguerrita da parte dei competitor, i produttori di autoadesive hanno
messo in campo una serie di progetti volti a innovare. Tuttavia la
gestione dei rifiuti, il riciclo e la riciclabilit sono questioni prioritarie in relazione a un componente specifico di queste etichette,
ovvero il supporto siliconato (liner). Una volta che letichetta autoadesiva viene applicata alla confezione, il liner diviene superfluo e
deve essere smaltito come rifiuto, di tipo diverso a seconda delle
legislazioni dei vari Paesi. , quindi, indispensabile incrementarne le opportunit di riciclo nellottica di un miglioramento delle
prestazione ambientali delle etichette autoadesive.
Oltre alle istanze ambientali il miglioramento nella produzione
CCCCCCCCCAAAAAAAAAAAAAAAAAA
75
IIIIIIIIIIIIIIIIIIII
ne e lesposizione in negozio. Per una bottiglia di plastica riciclabile, indicata unetichetta dello stesso materiale per una completa
riciclabilit, in modo da non dovere separare bottiglia ed etichetta
prima di avviarle al riciclo.
9.3.2 Codifica
La legge europea (178/2002/EC) ha reso obbligatoria per tutti i
prodotti alimentari la tracciabilit, ovvero linsieme di procedure,
predisposte, applicate e documentate che identificano un prodotto
dallacquisto delle materie prime e per lintero processo di produzione e di spedizione. Le aziende devono essere in grado di identificare da dove viene ogni singolo prodotto, a quali operazioni stato
sottoposto e dove sta andando, e di fornire rapidamente queste
informazioni alle autorit competenti, qualora fossero richieste.
Dei tanti formati di codifica il pi diffuso e utilizzato il codice a
barre (barcode). La sua nascita risale al 1973 quando le principali
aziende del largo consumo mondiale si accordarono per utilizzare
un unico standard per lidentificazione dei prodotti, che il mondo
oggi conosce come il codice a barre GS1. Questa semplice idea,
nata come una scintilla dalla collaborazione tra imprese, ha dato
vita a un linguaggio globale che rende possibile ed efficiente il
commercio mondiale. Il codice a barre GS1 non contiene il prezzo
del prodotto: i dati codificati in linee e barre identificano solamente loggetto e forniscono informazioni come il paese dorigine,
il numero di lotto, il numero seriale e la data di scadenza. La sua
evoluzione pi recente il GS1 DataBar: pi piccolo del codice
a barre tradizionale, ha il vantaggio di poter essere collocato su
prodotti anche di piccole dimensioni.
Mentre per codificare pi informazioni vengono utilizzati, invece,
i codici bidimensionali a matrice. Tra questi sta prendendo piede
anche l'utilizzo del QR code (Quick Response Code), un codice
bidimensionale a matrice che stato ideato, principalmente, per
essere letto dai dispositivi mobili muniti di camera (smartphone,
tablet, ecc.) utilizzati comunemente da tutti. Attualmente viene
usato soprattutto per aumentare l'interazione con il consumatore,
CCCCCCCCCAAAAAAAAAAAAAAAAAA
In Europa
obbligatoria la
tracciabilit per tutti
i prodotti alimentari
77
Il QR code pu
contenere molte
informazioni, inoltre
permette l'interattivit con l'utente
mediante l'inserimento di link a
pagine su internet.
Maggiori informazioni sono disponibili
seguendo il link di
questo QR code:
dispositivi di
identificazione dei
prodotti attraverso
onde radio
infatti spesso contiene un link che permette di accedere, mediante l'applicativo del dispositivo usato, a contenuti disponibili su
internet. Ad esempio molto usato dalle bevande che vogliono
creare attorno a s una trib di consumatori, per rimandare a
forum, video, o social network in cui gli utenti possono condividere la loro passione per la bevanda o darsi appuntamento a eventi
dedicati o sponsorizzati. Si tratta sicuramente di un grande strumento di marketing ma anche un veicolo di informazioni di ogni
tipo, come i dati sulla composizione, la produzione, limballaggio
e la tracciabilit completa del prodotto, facilmente accessibile da
chiunque oltre agli operatori del settore.
Questi sistemi di codifica standard e che facilitano l'interoperabilit tra imprese spesso si affiancano alla pratica, diffusa in tutte
le aziende, di inserire sui prodotti confezionati un codice numerico chiuso, cos chiamato perch utilizzato e decodificato per la
tracciabilit interna all'azienda. Esso pu arrivare a identificare la
data di produzione, l'imballaggio, il lotto, il turno, lora, lo stabilimento in cui il prodotto viene confezionato e cos via.
Le soluzioni di codifica citate finora sono passive. Non dobbiamo
dimenticare la possibilit di impiegare anche sistemi attivi come
ad esempio gli indicatori a radiofrequenza (RFId). Oltre agli indubbi vantaggi della lettura dei dati mediante onde radio anzich visori ottici, alcune soluzioni permettono di aggiornare i dati archiviati al loro interno lungo tutta la catena del prodotto, realizzando
cos una tracciabilit completa. Non sono una novit tecnologica
recente, tuttavia il loro impiego nel confezionamento primario, secondario e terziario di beni di largo consumo, come le bevande,
non ha fino ad ora conosciuto larga diffusione per via del costo pi
elevato di questa soluzione.
9.4 Design
Come per tutti i prodotti, anche per le bevande il design un media fondamentale perch in grado di creare il primo contatto tra il
consumatore e il prodotto
Che cosa si richiede a una confezione per il beverage? La massima
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Il design
dell'imballaggio
una parte molto
importante della
progettazione di un
prodotto
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I consumatori
sono sensibili a
materiale, forma,
colore e dimensioni
della confezione
L'etichetta svolge
un'importante
funzione
comunicativa
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di tradizione oppure d'innovazione, di distinzione oppure di anonimit, di cura e attenzione oppure di trascuratezza. Ovviamente
consumatori diversi possono interpretare le stesse informazioni
in modo differente, in funzione della loro personale attitudine e
giungere quindi a conclusioni diametralmente opposte.
Il tipo di materiale, la forma, il colore e la dimensione rappresentano le caratteristiche del contenitore a cui i consumatori sono
sensibili e su cui il produttore pu agire per attrarre nuovi compratori. Bottiglie dalle forme inusuali o brevettate possono fornire
un look unico a un imballaggio e questo vale per tutte le bevande.
Per quanto riguarda il vino, la specifica forma della bottiglia
ormai in grado di suggerire quale tipo di vino potremo trovare al
suo interno.
Una delle pi importanti funzioni svolte dallimballaggio quella
comunicativa, in quanto il prodotto sullo scaffale deve essere in
grado di attirare lattenzione del consumatore, di trasmettergli un
messaggio efficace che lo induca allacquisto e di fornirgli tutte le
informazioni che si attende, oltre a quelle richieste dalla normativa vigente. Questa parte svolta dalletichetta.
Per quanto riguarda il vino, generalmente sulletichetta frontale
(front label) sono riportate le indicazioni previste dalla legislazione (che devono obbligatoriamente comparire in un unico campo
visivo): la denominazione di vendita, il nome e la sede del produttore e/o del trasformatore, la quantit e la gradazione alcolica.
Nel caso dei vini a denominazione di origine letichetta principale
riporta anche lannata di raccolta, il nome del vitigno e la zona
geografica di origine. Sulla controetichetta (back label) necessario per legge indicare il numero di lotto, la dicitura ecologica che
inviti, con un disegno o una scritta, a non disperdere il recipiente
nellambiente dopo luso e la dichiarazione contiene solfiti (per
quei vini che hanno un contenuto di SO2 al di sopra dei 10 mg/
kg o 10 mg/L). Solitamente, per, proprio la back label il veicolo di molte altre informazioni, relative alla modalit e durata di
conservazione suggerite, alla storia dellazienda vinicola, al processo di vinificazione, agli abbinamenti gastronomici consigliati
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Il design
influenza la praticit
d'uso, la portabilit
e l'occasione di
consumo
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Il binomio arte/
bevanda sempre
di grande successo
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giusta per la degustazione della bevanda, etichette che si illuminano di notte e chip che permettono lassociazione immediata,
attraverso i social network, di due persone che brindano insieme.
La strada della personalizzazione percorsa anche da una delle multinazionali della cola, con lattine da condividere con gli
amici, contrassegnate dai nomi. Di grande successo per la birra
anche la bottiglia 100% alluminio, una soluzione di moda che sta
avendo sempre pi successo: mantiene leleganza della bottiglia,
a cui sono affezionati una certa fascia di bevitori di birra, ma ha
tutti i vantaggi di leggerezza e praticit dellalluminio.
Il connubio arte e bevanda ha da sempre un grande successo, in
particolare ma non solo nella fascia dei superalcolici. Dalle bottiglie create da famosi artisti, stilisti e designer, ai concorsi in cui
anche il pubblico pu personalizzare la bottiglia secondo la propria idea. E poi edizioni celebrative che riprendono vecchi packaging di successo, o commissionate a nuovi artisti per ricreare la
tradizione, che diventano presto veri e propri oggetti da collezione.
In questo campo, meritano una menzione particolare le bottiglie
di acqua minerale di design. Innanzitutto, luso del vetro. Negli
ultimi anni stato identificato come un materiale di pregio per
confezionare alcuni prodotti ormai passati al PET, come lacqua
appunto, in modo pi raffinato.
In questo caso non ci si limita ad agire sulla forma della bottiglia,
ma si crea un vero e proprio packaging comunicativo con scritte,
colori, elementi decorativi appositamente pensati per identificare
le caratteristiche stesse del prodotto, proporre allusioni, richiami o semplicemente per creare elementi di distinzione dagli altri
prodotti esistenti. Per raggiungere una classe superiore di mercato, legata al gusto estetico oltre che alla qualit. Gli elementi
e i dettagli di forma di queste confezioni sono sempre pi legati
alla sfera evocativa o simbolica, anche se riferita alle propriet
dellacqua confezionata o del marchio a cui essa appartiene. Lo
scopo elevare il prodotto allo status di lusso e unicit, ma anche
trasformare laspetto comunicativo del packaging in un elemento
fondamentale per orientare il consumatore nella scelta di prodotti
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Imballaggi e bevande
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Stampa
Universal Book srl, Rende (CS)
Finito di stampare a ottobre 2013
ISBN 978-88-907159-4-5